giovedì 24 gennaio 2019

Ma come mai il Veneto è sempre ai vertici della triste classifica dei morti sul lavoro? Già 7 con la morte del lavoratore fulminato da un martello pneumatico. Ma è un meridionale come Sebastiano Messina, morto sempre sulla superstrada due anni fa


Quasi un morto ogni tre giorni per infortuni in Veneto dall'inizio dell'anno, ma tutti gli anni, se si contano tutti i morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, il Veneto è sempre ai vertici di questa triste classifica. L'ultimo morto, il settimo dall'inizio dell'anno, a Mason  nella provincia di Vicenza. Questa volta la tragedia nel cantiere della Superstrada Pedemontana Veneta: nell'area di una rotatoria in via di realizzazione Gianfranco Caracciolo un operaio edile di 37 anni è morto fulminato. Secondo i primi riscontri dei carabinieri, sulla morte è avvenuta è avvenuta in seguito a una scarica scaturita da un trapano con il quale il lavoratore stava operando all’interno della benna di una ruspa. Gianfranco Caracciolo era calabrese, due anni fa, un altro lavoratore meridionale di Messina Sebastiano La Ganga era morto nel cantiere di una galleria dove crollò la volta. Da terrone residente al nord, non esprimo giudizi sui tanti meridionali che muoiono in Veneto e nel nord Italia per infortuni sul lavoro; non dico certo "prima i veneti".  I morti sul lavoro sono tutti vittime di un sistema malato che ha dimezzato i controlli e risorse contro questa autentica carneficina.

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