Da oltre dieci anni denuncio che i morti sul lavoro diffusi
nelle statistiche ufficiali sono parziali e non sono rappresentativi della
reale situazione delle morti sul lavoro, che sono molte di più. Danno una
visione distorta della realtà italiana. Intere categorie, come tutte le Forze
Armate, i Vigili del Fuoco tantissime Partite IVA, giornalisti ecc. non sono
assicurate all’INAIL, ma non per questo non muoiono sul lavoro, e spariscono dalle
statistiche: come spariscono i morti in nero e gli agricoltori schiacciati dal trattore. Ogni fine anno viene diramato un bollettino delle morti:
nessuno va poi a vedere dopo qualche mese dell’anno successivo, quante di queste
denunce arrivate all’INAIL verranno poi
riconosciute come morti sul lavoro. Tutti gli anni circa il 30% di queste non saranno riconosciute
come tali. Resuscitano? No, tantissime non hanno nessun diritto: come molti morti sul lavoro di
Rigopiano, o del terremoto in Emilia, ma anche innumerevoli altri. Da quando dodici
anni fa ho cominciato a monitorare le vittime sui LUOGHI DI LAVORO i morti non
sono mai calati, sono addirittura aumentati di oltre il 15%. Il 2018 è stato l’anno
con più morti sui LUOGHI DI LAVORO dal 2008, e il 2019 è in questo
momento, se si guardano i primi mesi, addirittura peggiore. Ogni anno cali delle morti
inesistenti che hanno condizionato le scelte della politica: il Parlamento in
questi anni ha fatto leggi contro la Sicurezza dei lavoratori Di questo sono responsabili
tutti i partiti che si sono succeduti alla guida del Paese nel corso di questi
anni. Ultimo il governo gialloverde che un mese fa ha “alleggerito” gli
industriali del 30% le tasse che versavano all’INAIL per la Sicurezza. Tra l’altro
il Ministro del Lavoro Di Maio addirittura se ne è vantato in rete. Le morti
sul lavoro, la Sicurezza sui luoghi di lavoro se fatta bene sarebbe un
formidabile motore di crescita: non è burocrazia, è un modo corretto di
lavorare, che creerebbe moltissimi posti di lavoro, e che farebbe risparmiare
lo Stato un gran numero di miliardi pagati per gli infortuni. La disfatta anche
su questo fronte è soprattutto culturale. Anch’io da militare di leva volevo
fare il carabiniere, come mio padre e come mio fratello maggiore ora in
pensione, che era maresciallo dei carabinieri come Vincenzo Carlo Di Gennaro
morto sul lavoro nel foggiano ucciso da un delinquente. Qualcuno dica agli italiani
se i tanti carabinieri e poliziotti morti sul lavoro nel 2018 (ma anche degli
anni precedenti) sono stati considerati tra il numero totale delle morti sul
lavoro. Lo dico io NO!!!!!! Il 13 aprile sono morti anche due autotrasportatori
Carlo Soricelli
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