domenica 14 aprile 2019

Carabinieri morti sul lavoro e quei morti per infortuni sul lavoro che resuscitano o che spariscono dalle statistiche perchè non sono assicurati all'INAIL



Da oltre dieci anni denuncio che i morti sul lavoro diffusi nelle statistiche ufficiali sono parziali e non sono rappresentativi della reale situazione delle morti sul lavoro, che sono molte di più. Danno una visione distorta della realtà italiana. Intere categorie, come tutte le Forze Armate, i Vigili del Fuoco tantissime Partite IVA, giornalisti ecc. non sono assicurate all’INAIL, ma non per questo non muoiono sul lavoro, e spariscono dalle statistiche: come spariscono i morti in nero e gli agricoltori schiacciati dal trattore. Ogni fine anno viene diramato un bollettino delle morti: nessuno va poi a vedere dopo qualche mese dell’anno successivo, quante di queste denunce arrivate all’INAIL verranno poi riconosciute come morti sul lavoro. Tutti gli anni circa il 30% di queste non saranno riconosciute come tali. Resuscitano? No,  tantissime non hanno nessun diritto: come molti morti sul lavoro di Rigopiano, o del terremoto in Emilia, ma anche innumerevoli altri. Da quando dodici anni fa ho cominciato a monitorare le vittime sui LUOGHI DI LAVORO i morti non sono mai calati, sono addirittura aumentati di oltre il 15%. Il 2018 è stato l’anno con più morti sui LUOGHI DI LAVORO dal 2008, e il 2019 è in questo momento, se si guardano i primi  mesi, addirittura peggiore. Ogni anno cali delle morti inesistenti che hanno condizionato le scelte della politica: il Parlamento in questi anni ha fatto leggi contro la Sicurezza dei lavoratori  Di questo sono responsabili tutti i partiti che si sono succeduti alla guida del Paese nel corso di questi anni. Ultimo il governo gialloverde che un mese fa ha “alleggerito” gli industriali del 30% le tasse che versavano all’INAIL per la Sicurezza. Tra l’altro il Ministro del Lavoro Di Maio addirittura se ne è vantato in rete. Le morti sul lavoro, la Sicurezza sui luoghi di lavoro se fatta bene sarebbe un formidabile motore di crescita: non è burocrazia, è un modo corretto di lavorare, che creerebbe moltissimi posti di lavoro, e che farebbe risparmiare lo Stato un gran numero di miliardi pagati per gli infortuni. La disfatta anche su questo fronte è soprattutto culturale. Anch’io da militare di leva volevo fare il carabiniere, come mio padre e come mio fratello maggiore ora in pensione, che era maresciallo dei carabinieri come Vincenzo Carlo Di Gennaro morto sul lavoro nel foggiano ucciso da un delinquente. Qualcuno dica agli italiani se i tanti carabinieri e poliziotti morti sul lavoro nel 2018 (ma anche degli anni precedenti) sono stati considerati tra il numero totale delle morti sul lavoro. Lo dico io NO!!!!!! Il 13 aprile sono morti anche due autotrasportatori Carlo Soricelli

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