mercoledì 13 novembre 2019

Leggete la straziante lettera di Mirko Sinibaldi rivolta al suo papà morto sabato sul lavoro. Dovrebbero leggerla i politici e la nostra classe dirigente che non fanno niente per contenere queste tragedie dell'indifferenza

Sabato scorso, Giuseppe Sinibaldi stava lavorando nel piazzale della discarica, quando è stato colpito da un camion in manovra ed è caduto dove vengono scaricati i rifiuti. Giuseppe è morto all'istante, dopo un volo di oltre 20 metri. Mirko il figlio di Giuseppe, ha affidato alle pagine di Facebook un post struggente pieno di dolore ed affetto rivolto al padre. “No Papà non riesco ad accettarlo. No non così. No non per un incidente dove sei stato ingiustamente coinvolto. Non per incidente a lavoro. Non per un incidente a lavoro di sabato. Non per un incidente a lavoro un mese prima della finalmente aspettata, guadagnata, sudata, e sofferta pensione. No non riesco ad accettarlo. No non riesco ad accettare che pochi minuti prima che accadesse ci siamo sentiti per telefono e mi avevi detto “appena stacco da lavoro andiamo a fare spesa insieme” ed io ti ho anche risposto male prima di riattaccare. No non riesco ad accettarlo. Non riesco ad accettare che sei andato via così tutto ad un tratto senza neanche il tempo di dirti ti voglio bene, e perdonami per non avertelo detto mai, perdonami per tutte le volte che ti ho risposto male, non ti ho dato le attenzioni che volevi. No non riesco ad accettarlo sto male. Non riesco ad accettare che sei dovuto morire lì in quel posto schifoso da solo, non riesco ad accettare che non ero lì accanto a te come in vita tua sei sempre stato accanto a me. No non riesco ad accettarlo che a 63 anni dovevi ancora lavorare. Lavorare sotto la pioggia a fare un lavoro duro per poter campare, campate te e campare me. Per la prima volta in vita mia questa volta ho veramente paura. Non ero pronto a tutto questo, non ero pronto a rimanere solo in casa, non ero pronto per affrontare le giornate lavorative tornare a casa e non trovare nessuno, no non ero pronto! Da quando mamma è volata via sei stato tu la roccia che mi ha sorretto, che si é occupato di tutto, ti devo la mia vita. Ti credevo indistruttibile Papà. Credevo di avere più tempo per dimostrarti il mio amore e ricambiare in qualche modo una vita di sacrifici che hai fatto per noi. Papà non riesco ancora a dire riposa in pace, vorrei che fosse solo un incubo. Papà mi manchi. Sono stato forte molte volte ma questa volta la vita mi ha proprio buttato a terra, non ho più forze e coraggio. Papà saluta Mamma. Ti amo, e mi sento un vigliacco a dirtelo solo ora.” Ricordiamo anche i due morti sul lavoro del 12 novembre nelle province di Vicenza e Salerno: Un edile di 34 anni in trasferta che è caduto dall'alto e un agricoltore indiano travolto da una mandria di bufale nel nel salernitan.o

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