mercoledì 22 giugno 2022

Un morto per infortuni sui luoghi di lavoro su 4 ha più di 60 anni. Le ragioni economiche e non solo di questa strage inarrestabile di vecchi. Osservatorio nazionale di Bologna morti sul lavoro, l’unico sito che monitora i morti sul lavoro in Italia e lo fa da 15 anni. Donato Marti morto ieri aveva 72 anni

 


Con grande sconcerto degli italiani hanno appreso della morte di Donato che a 72 anni è morto cadendo dall’alto. Ma per me che li monitoro da 15 anni non è una novità. Da quando ho iniziato il monitoraggio ho visto che muoiono tanti lavoratori anziani, con una forte recrudescenza in questi ultimi anni. Donato lavorava perché non riusciva con la magra pensione a mantenersi e mantenere i propri cari. In questi anni la legge Fornero (ma non solo) ha obbligato gli anziani, anche quelli che svolgono lavori pericolosi a lavorare 4 o 5 anni in più. Ma non è solo questa la causa delle morti. Un altro motivo è quello che chi è in pensione non ha nessun adeguamento della pensione dell’inflazione: vi faccio un esempio pratico: mio fratello di dieci anni più vecchio è andato in pensione ovviamente molti anni prima, io che lavoravo ancora ci sono andato dopo. Seppur facevamo lo stesso lavoro ed eravamo nel campo metalmeccanico e la categoria era la stessa, io prendo duecento euro di pensione in più e questo perché con i contratti si è avuto degli aumenti che hanno coperto dall’inflazione, mentre lui che era già in pensione non ha percepito se non in modo irrisorio l’aumento della pensione. Poi ci sono categorie quali Agricoltori e artigiani che prendono pensioni molto basse e sono costretti a continuare a lavorare, spesso in nero per arrotondare le pensioni divorate dall’inflazione; molti lavoratori, soprattutto al sud, hanno avuto lavori discontinui le pensioni sono molto basse, come nel caso di Donato. Ma quanti di voi sanno che ogni due giorni e mezzo muore un agricoltore schiacciato dal trattore spesso anziano che continua a lavorare per le pensioni molto basse? Soni già 81 i morti schiacciati dal trattore quest’anno e in meno di 180 giorni di quest’anno. Da quando ho aperto l’Osservatorio ne sono morti oltre 2100 e nessuno  in questi anni  si è occupato di questa strage nella strage. Neppure i Ministri delle Politiche Agricole che si sono succeduti in questi 15 anni. Complessivamente è un’ecatombe quest’anno: rispetto all’anno scorso siamo a +7%. INAIL parla di cali, ma ci sarà tra i suoi assicurati, poi tra l’altro non fa nessun monitoraggio delle morti, ma raccoglie solo le denunce che gli arrivano dal territorio, ricordiamo che non tutti i lavoratori italiano sono assicurati all’INAIL, oltre 4 milioni di lavoratori non lo sono, poi ci sono tra i morti i tantissimi anziani tra gli agricoltori e i morti in nero. Nel 2008 dall’inizio dell’anno al 20 giugno ci furono 270 morti sui luoghi di lavoro contro i 359 morti del 2022, con lo spaventoso aumento del 25%.  Spero che con la morte del vecchio Donato costretto a lavorare ci sia un risveglio come per la morte della povera Luana D’Orazio e si prendono provvedimenti concreti per i lavoratori anziani, che dovrebbero fare i nonni (come me) e non morire lavorando. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it  

Armel Debrè faceva il manutentore, abitava a Brindisi ed è morto a 32 anni in un'azienda di biomasse in Calabria, a Cosenza. Nel 1994 dipingevo già i primi lavoratori di colore che arrivavano in Italia




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