INAIL scrive di cali nei primi 5 mesi, ma se cè un calo, ci sarà solo tra i suoi assicurati, se si contano anche in non assicurati a INAIL l'aumento è di queste dimensioni. Rispetto ai primi sei mesi del 2008 anno di apertura dell'Osservatorio l'aumento dei morti sui luoghi di lavoro è del 24%. E' una politica fallimentare quello dello Stato e dei suoi Istituti su questo fronte Si conclude giugno 2022, con la morte di un
edile nel centro di Roma il peggior mese per i morti sui LUOGHI DI LAVORO da
quando 15 anni fa ho aperto l’Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul
lavoro, erano 352 il 30 giugno del 2021. Se poi andiamo a vedere i morti del
2008 al 30 giugno si rimane ammutoliti, erano quell’anno 291, con uno
spaventoso aumento del 24%. Dietro a questi numeri ci sono meravigliose vite
che hanno lasciato nella disperazione i propri cari. Potrei raccontare la
disperazione di questi familiari: genitori, figli, nonni, padri e madri: per
loro c’è l’inferno sulla terra. L’aumento sui luoghi di lavoro è dell’8%,
INAIL scrive che al 31 maggio c’è stato un calo? Ci sarà ma solo tra i suoi
assicurati, ma se si “contano” tutti i morti c’è questo aumento. Poi non
dimentichiamoci che ci sono altrettanti morti in itinere, come dimenticarsi
delle stragi, anche multiple di lavoratori con furgoni e auto che si spostavano
per lavoro o in itinere. Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro sono in
agricoltura, ci sono già dall’inizio dell’anno 95 agricoltori schiacciati dal
trattore, nel 2021 sono stati 149 e ben oltre 2100 da quando ho aperto
l’Osservatorio, ma oltre la pubblicità cosa stanno facendo le Istituzioni per
questa strage nella strage che puntualmente si verifica ogni anno? Niente di
concreto. Nessuno è a conoscenza delle reali dimensioni di questa strage che
si verifica ogni anno in tutte le categorie. Che fanno? Un generico “basta
morti sul lavoro” per poi un minuto dopo dimenticarsene. Poi fa
comodo a tutti pensare che i morti calano. Ma non è vero. Non possono
esistere morti di serie A e di serie B, che nessuno monitora, a parte l’Osservatorio
l’unica fonte che fa un monitoraggio dei morti in Italia (Inail raccoglie
solo le denunce che gli arrivano dal territorio e dei sui assicurati). Un
morto su quattro sui luoghi di lavoro (escluso itinere ha più di 60 anni;
70enni che lavorano sui tetti per integrare le pensioni da fame,
l’allungamento dell’età della pensione ha provocato un incremento drammatico
dei morti sul lavoro, costretti a lavorare anche se svolgono lavori
pericolosi. Tanti pensionati anziani che muoiano per la maggior parte in
“nero”, in agricoltura, in edilizia, nei servizi, tra gli artigiani. Tanti i
cadaveri spostati per non accollarsi le responsabilità civile e penali. Il
14% dei morti sul lavoro sono stranieri, sono comunitari e extracomunitari.
La caduta dall’alto rappresenta ben l’80% dei morti in edilizia. Con le
vendite on line si sono moltiplicate le morti nell’autotrasporto. Carlo
Soricelli curatore dell’Osservatorio Nazione di Bologna morti sul
lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it |
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