lunedì 31 ottobre 2022

Diffusi i rapportii UE (Unione Eurpoea) sui morti sul lavoro del 2020. Prima l'Italia per numero di morti. In realtà la situazione è ben più drammatioca se in questo numero, ci fossero tutti i morti sul lavoro e non i soli assucurati a INAIL, sono andato a vedere e a noi risultavano per il 2020 1172 morti complessivi, altro che 776!!!! con I morti non assicurati a questo Istituto, si arriva, depurando il numero di morti da Coronavirus allo spaventoso numero di 1172 morti per infortunio

 

Certo occorerebbe andare a vedere come sono monitorati i morti negli altri Paesi, certo che se fanno come in Italia, dove vengono presi come riferimento solo i morti in itinere, ma con certezza si può dire che i morti in Italia sono un numero enorme, se contati tutti. 

Con 776 vittime nel 2020, 285 in più rispetto all’anno precedente, l’Italia ha registrato l’aumento più elevato di morti sul lavoro tra i principali Paesi europei. Dietro all’Italia si sono piazzate la Spagna (+45 nel 2020 rispetto al 2019) e il Portogallo (+27). È quanto emerge da un’analisi dei dati Eurostat condotta dallo European Trade Union Institute e pubblicata oggi dalla Confederazione europea dei sindacati (Ces). Complessivamente sono 12 gli Stati europei ad aver registrato nel 2020 un aumento dei decessi sul lavoro rispetto al 2019: oltre a Italia, Spagna e Portogallo, anche Repubblica Ceca, Cipro, Polonia, Malta, Bulgaria, Belgio, Croazia, Slovenia e Lituania.

domenica 30 ottobre 2022

L'orribile patteggiamento sul corpo sanguinante di Luana: le madri epiche che lottano per la giustizia per i loro figli morti sul lavoro come quella di Luana D'Orazio figlia di Emma Marazzo, di Lisa Picozzi figlia di Marianna Viscardi, di Andrea Gagliardoni figlio di Graziella Marota, di Ruggero Toffolutti figlio di Valeria Parrini Toffolutti, di Mattia Battistutti figlio di Monica Michielin, di Giuseppe Tusa figlio di Adele Chiello e di tanti altri

 L'orribile patteggiamento sul corpo di Luana: le madri epiche che lottano per la giustiza per i loro figli morti sul lavoro come quella di Luana D'Orazio figlia di Emma Marazzo, di Lisa Picozzi figlia di  Marianna Viscardi, di Andrea Gagliardoni figlio di Graziella Marota, di Ruggero Toffolutti figlio di Valeria  Parrini Toffolutti, di Mattia Battistutti figlio di Monica Michielin, di Giuseppe Tusa figlio di Adele Chiello e di tante altre: ieri ascoltando Marianna Viscardi che ha commosso tutti i partecipanti all'incontro col Cardinale Zuppi a Bologna, mi sono venute in mente queste madri coraggio, che combattano per avere giustizia per i loro figli morti sul lavoro, madri epiche come quelle che nella storia hanno protetto i propri figli fino alla fine della loro vita: li hanno protetti da vivi e anche da morti. A queste grandi madri va un mio GRANDE abbraccio. Intanto anche ieri piangono altre 4 famiglie per il loro caro morto sul lavoro. Carlo Soricelli

venerdì 28 ottobre 2022

Ieri una strage: cinque i morti. Importantissimo domani a Bologna, un'iniziativa "Per non morire lavorando" con il Cardinale e Presidente Cei Matteo Zuppi. Io aprirò i lavori con un video sulla reale situazione dei morti sul lavoro. Partcipate. In questo post i morti sul lavoro aggiornati a questa mattina,

 Una giornata di sangue ieri con 5 morti sui luoghi di lavoro. Due vigili del fuoco sono morti  caduti sull'Etna mentre cercavano di spegnere un incendio, si sono schiantati con il canader, venivano dalla Calabria. Un dipendente colombiano è stato accoltellato mentre lavorava in un supermercato a Milano. Un ufficiale dei carabinieri ucciso in caserma da un brigadiere nella Caserma di Asso nel comasco. Perde la vita Roberto Filippi schiacciato dal trattore caduto in un corso d'acqua. Ma diversi altri lavoratori sono morti ieri sulle strade e in itinere. Consiglio a tutti quelli che utilizzano un mezzo proprio di usare la massima prudenza, metà dei morti per incidenti sulle strade si spostano per lavoro.  

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO.

L’unico osservatorio che monitora i morti sul lavoro in Italia.

Aperto 15 anni fa il 1° gennaio 2008 chiuderà il 31 dicembre 2022

28 OTTOBRE

Il 29 ottobre incontro Con il Cardinale di Bologna e Presidente CEI Matteo Zuppi “Per non morire lavorando”

L’evento alla mattina nella Cappella Farnese di Bologna, qui sotto l’Informativa da mandare agli ospiti

Se si vuole che l’importante incontro del 29 ottobre a Bologna “Per non morire lavorando” non diventi il solito rituale che alla fine servirà a poco se non si analizzerà il triste fenomeno nella sua complessità e con proposte per farlo diventare solo un cattivo ricordo. Per comprenderlo nella sua interezza è opportuno conoscerlo bene, ma nessuno lo conosce meglio di me nelle sue reali dimensioni e nelle sue articolazioni. Monitoro i morti sul lavoro da 15 anni e credo di essere diventato un esperto in quanto i morti sul lavoro sono tutti registrati dal 1° gennaio 2008 in tabelle Excel per giorno, mese e anno della tragedia, con Provincia e Regione dove è capitato l’infortunio mortale, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sulla disgrazia. Occorre anche sapere che INAIL non fa un monitoraggio delle morti sul lavoro, ma raccoglie SOLO le denunce che gli arrivano dal territorio dei suoi assicurati. ANMIL e un altro osservatorio riprendono i morti di questo Istituto, ma sono parziali. Se si leggono attentamente i loro Report mensili parlano solo di denunce che gli arrivano dal territorio, così come è stato confermato dal Senatore Paolo Nerozzi che faceva parte della Commissione Lavoro del Senato, anche Silvino Candeloro dell’INCA conferma attraverso un’intervista che è così.  : il problema vero è che ci sono oltre 4 milioni di lavoratori che non hanno INAIL come assicurazione, molte categorie non lo sono, poi tanti che muoiono in nero non sono registrati da nessuno, se non da noi, occorre anche sapere che tantissimi agricoltori schiacciati dal trattore sono anziani che per arrotondare le pensioni continuano (per fortuna dell’Italia) a coltivare i propri terreni, ne sono già morti 150 anche quest’anno, anche loro sfuggono a ogni statistica, da quando ho aperto l’Osservatorio ne sono morti oltre 2300 in questo modo atroce. È per questo che il numero di morti sul lavoro monitorati dall’Osservatorio è molto più alto di quello che diffonde INAIL, non sono numeri campati in aria, ma sono ricavati della registrazione dei morti ogni giorno. Occorre anche sapere che negli ultimi anni i morti in tarda età, se si escludono i morti sulle strade e in itinere, che INAIL mette insieme nei numeri che diffonde, che risulta scioccante che un morto su cinque sui LUOGHI DI LAVORO ha più di 60 anni: non si può far svolgere lavori pericolosi a anziani che hanno riflessi poco pronti, calo di vista, sordità e altri acciacchi dovuti all’età e l’allungamento generalizzato dell’età per andare in pensione ha fatto aumentare i morti in tarda età; negli ultimi giorni sono morti tre edili che avevano 73, 77 e 79 anni, ovviamente in nero. Ora muoiono anche tanti giovani, alcuni addirittura in scuola/lavoro. Ma la libertà di licenziamento introdotta col Jobs Act e i lavori a tempo determinato, costringe tanti a svolgere lavori pericolosi, senza potersi opporre pena il licenziamento. Il 30% dei morti sui Luoghi di Lavoro sono in agricoltura, intorno al 20% i morti in edilizia, con le cadute dall’alto che uccidono per l’80% questi lavoratori. L’autotrasporto ha quest’anno il 14% dei morti: sono aumentati notevolmente in questi ultimi anni gli autotrasportatori morti per il fenomeno degli acquisti on line che sottopone questi lavoratori “falsi autonomi” a ritmi forsennati. Anche i rider muoiono numerosi, giovani donne e uomini. Nelle industrie di tutte le categorie, sui luoghi di lavoro sono morti quest’anno l’8% di lavoratori: dove ci sono rappresentanti dei lavoratori e imprenditori che dialogano sulla Sicurezza, i morti si contano sulle dita di una mano, nonostante milioni di addetti, quelli che muoiono in queste realtà sono esclusivamente lavoratori in appalto nell’azienda stessa, e questi non hanno nessuna tutela sindacale, lavoratori che non hanno gli stessi contratti dei dipendenti e che sono sottoposti a ogni tipo di ricatto. Cambia tutto nelle piccole e piccolissime aziende e tra gli artigiani che muoiono numerosissimi: in fabbrica su una macchina, anche donne alle quali sono stati modificate in modo criminale le macchine per aumentare la produzione, come Luana D’ Orazio a Prato o Laila El Harim a Reggio Emilia. Muoiono magazzinieri guidando i muletti, tornitori, elettricisti, installatori, manutentori, idraulici, ecc. tantissimi gli artigiani. Occorre aver chiaro che sulle strade ci sono altrettanti morti come per esempio il povero giovane di 19 anni al suo primo giorno di lavoro come Faier Benadini morto pochi giorni fa insieme a un suo collega: si sono scontrati con il loro camion con una betoniera. Ma tantissimi muoiono sui luoghi di lavoro o sulle strade in trasferta a centinaia di km da casa. Descrivere tutte le casistiche delle morti in poche righe è impossibile. Ma ricordiamoci anche del terribile contributo di sangue che pagano i lavoratori stranieri che rappresentano il 12% di tutti i morti sui luoghi di lavoro (due su quattro a Bologna dall’inizio dell’anno). Ma i morti sul lavoro non sono una tragica fatalità causata da un destino avverso, nella Provincia di l’Aquila quest’anno non c’è stato nessun morto sui Luoghi di Lavoro, eppure l’Aquila ha un numero enorme di cantieri aperti nel post terremoto, qui lo Stato è efficiente, come tutte le Istituzioni, locali e nazionali; controllo sulle infiltrazioni mafiose sulle aziende che operano nel territorio, con i lavoratori che devono avere tutti i dipendenti in regola, con controlli diffusi e attrezzature adeguate; qui controllano anche il subappalto. Occorre esportare questo modello nel resto del Paese. Un’ultima annotazione: L’ultimo rapporto INAIL sugli infortuni in Italia è del 31 agosto, nei primi otto mesi del 2022 sono arrivate a questo Istituto 677 denunce di morti per infortuni, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere, il 29 ottobre i morti di questo Istituto si aggireranno sui 900 complessivi, i nostri supereranno i 1300, perché l’Osservatorio, con la collaborazione di tantissimi amici di Facebook, che segnalano i morti nella loro regione riesce ad avere una visione completa di queste tragedie. Se si confronta questo periodo con lo stesso del 2021, l’aumento dei morti è stato del 9%. Nessun calo quindi se si contano tutti i morti sul lavoro. Se poi andiamo a vedere lo stesso periodo, dal 1° gennaio al 15 ottobre del 2008 anno di apertura dell’Osservatorio i morti sono aumentati di oltre il 20%.

I morti sui luoghi di lavoro a Bologna (esluso itinere) sono stati 4 morti, due di questi sono stranieri Vasyl Syrotiuk, un edile ucraino di 51 anni è precipitato da un solaio a Castelmaggiore, Choma Cuna è una filippina annegata per cercare di salvare un bambino in piscina sui colli bolognesi. Ma c’è anche Tiziana Gentilini una donna schiacciata dal trattore che si è ribaltato, lei era sul cassone che trasportava legna. La quarta vittima a Imola: è un operaio napoletano di cui conosciamo solo le iniziali C.P è morto schiacciato da un camion in retromarcia in una ditta di logistica. Ma ricordiamo anche il giovane di 22 anni Yafa Yaya morto all’interporto di Bologna nell’ottobre del 2021 che il Cardinale Zuppi ha voluto ricordare nella sua visita all’Interporto del 27 settembre di quest’anno. Gli stranieri morti sui luoghi di lavoro in Italia sono 76 e rappresentano il 12% di tutti morti sui luoghi di lavoro

 

     Carlo Soricelli curatore dell’osservatorio nazionale di Bologna morti sul lavoro

Morti sul lavoro dall’inizio dell’anno al 28 ottobre

Dall’inizio dell’anno sono morti 1280 lavoratori complessivi, 656 di questi sui luoghi di lavoro i rimanenti in itinere e sulle strade, In questi “numeri” ci sono anche i morti sul lavoro non assicurati all’INAIL (oltre 4 milioni di lavoratori) in più i morti in nero e i milioni di agricoltori, spesso pensionati che continuano a lavorare per le magre pensioni e i tantissimi morti sulle strade e in itinere che non hanno nessuna  visibilità mediatica e sociale da parte di nessuno.

Aperto il 1° gennaio 2008 da Carlo Soricelli per non dimenticare i sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti poche settimane prima. I morti sui luoghi di lavoro sono da 15 anni tutti registrati in apposite tabelle Excel con data della morte, provincia e regione della tragedia, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sull’infortunio mortale.  Dal 1° gennaio 2008 anno di apertura dell’Osservatorio sono morti oltre 20000 lavoratori per infortuni sui luoghi di lavoro, sulle strade e in itinere.

151 agricoltori schiacciati dal trattore nel 2022.

Gli autotrasportatori morti dall’inizio dell’anno sono 91

I lavoratori stranieri morti quest’anno sui luoghi di lavoro sono 76 e rappresentano il 12% sul totale, molti lavoravano in nero. Alcune di queste morti sono allucinanti, lavoravano in nero in grandi cantieri nei quali esercitavano diverse ditte, ma nessuno di queste ha detto che erano loro dipendenti, è già capitato più di una volta. Questa percentuale aumenterà progressivamente nei prossimi anni per la denatalità italiana, la loro conoscenza dei diritti/doveri e la conoscenza sulle Normative sulla Sicurezza diventeranno determinanti per porre argine a queste tragedie.    

Curatore Carlo Soricelli metalmeccanico in pensione e artista sociale da 50 anni. per contatti carlo.soricelli@gmail.com

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su Twitter @pittorecarlosor

Qui sotto i MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO nelle Regioni e Province (non ci sono i morti per covid). Non sono contati neppure i morti in itinere e sulle strade se non autotrasportatori: tenete presente che i morti in itinere e sulle strade sono almeno altrettanti rispetto a quelli segnalati qui sotto nelle Regioni e Province. Ma noi preferiamo tenerli separati, perché richiedono altri interventi, che sono diversi da quelli delle morti sui Luoghi di Lavoro. Ma altri li conteggiano tutti insieme generando confusione tra chi vuole comprendere le reali dimensioni e qualità del fenomeno. NB nelle province e Regioni non ci sono i morti per infortuni provocati dal coronavirus. I morti sul lavoro sono segnati nella provincia dove è avvenuto l’infortunio mortale e non in quella di residenza, non ci sono i morti in autostrada che non è giusto addebitarli alle province.

I morti sui LUOGHI DI LAVORO nelle Regioni e Province nel 2022. Chiunque svolge un lavoro e muore per infortunio è per noi un morto sul lavoro.

LOMBARDIA 93 Milano (19), Bergamo (10), Brescia (24), Como (7), Cremona (6), Lecco (7), Lodi (1), Mantova (4), Monza Brianza (4), Pavia (5) Sondrio (3), Varese (3) VENETO  53 Venezia (9), Belluno (3), Padova‎ (7), Rovigo (3), Treviso (5), Verona (11), Vicenza (15) CAMPANIA 52  Napoli (11), Avellino (4), Benevento (3), Caserta (18), Salerno (16) PIEMONTE 45  Torino (21), Alessandria (7), Asti (2), Biella (1), Cuneo (8), Novara (1),Verbano-Cusio-Ossola (1) Vercelli (3)  LAZIO 42 Roma (17), Viterbo (6) Frosinone (10) Latina (3) Rieti (6)    SICILIA 38 Palermo (6), Agrigento (3), Caltanissetta (5), Catania (9), Enna (1), Messina (7), Ragusa (3), Siracusa (), Trapani‎ (4)  EMILIA ROMAGNA 33 Bologna (4), Rimini (4) Ferrara (3) Forlì Cesena (6) Modena (5) Parma () Ravenna (3) Reggio Emilia (5) Piacenza (3) CALABRIA   30 Catanzaro (10), Cosenza (8), Crotone (4) Reggio Calabria (5) Vibo Valentia (3) MARCHE 29 Ancona (12), Macerata (4), Fermo (3), Pesaro-Urbino (9), Ascoli Piceno (3)  TRENTINO ALTO ADIGE 27  Trento (19) Bolzano (8)  PUGLIA 27 Bari (3), BAT (), Brindisi (2), Foggia (7), Lecce (8) Taranto (7)  TOSCANA 23 Firenze (5), Arezzo (5), Grosseto (2), Livorno (1), Lucca (2), Massa Carrara (1), Pisa‎ (2), Pistoia (3), Siena () Prato (2) SARDEGNA 19 Cagliari (3) Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (2), Ogliastra (), Olbia-Tempio (2), Oristano (5), Sassari (8).Sulcis iglesiente  () ABRUZZO 15 L'Aquila (), Chieti (7), Pescara (5) Teramo (3) UMBRIA 9  Perugia (8) Terni (1) FRIULI VENEZIA GIULIA 7 Pordenone (1) Trieste () Udine (5) Gorizia (1)  LIGURIA 8 Genova (2), Imperia (2) La Spezia (1), Savona (3) BASILICATA 6  Potenza (3) Matera (3)    VALLE D’AOSTA 3  (3) Molise 2 Campobasso (2) Isernia (). 

                     Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio. 

http://cadutisullavoro.blogspot.it



giovedì 27 ottobre 2022

Partecipiamo numerosi all'inziativa del Cardinale e Presidente CEI Matteo Zuppi sulle morti sul lavoro di sabato 29 ottobre alla Cappella Farnese di Bologna. In questo post la situazione dei morti sul lavoro in Italia aggiornata a questa mattina

 

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO.

L’unico osservatorio che monitora i morti sul lavoro in Italia.

Aperto 15 anni fa il 1° gennaio 2008 chiuderà il 31 dicembre 2022

27 OTTOBRE

Il 29 ottobre incontro Con il Cardinale di Bologna e Presidente CEI Matteo Zuppi “Per non morire lavorando”

L’evento alla mattina nella Cappella Farnese di Bologna, qui sotto l’Informativa da mandare agli ospiti

Se si vuole che l’importante incontro del 29 ottobre a Bologna “Per non morire lavorando” non diventi il solito rituale che alla fine servirà a poco se non si analizzerà il triste fenomeno nella sua complessità e con proposte per farlo diventare solo un cattivo ricordo. Per comprenderlo nella sua interezza è opportuno conoscerlo bene, ma nessuno lo conosce meglio di me nelle sue reali dimensioni e nelle sue articolazioni. Monitoro i morti sul lavoro da 15 anni e credo di essere diventato un esperto in quanto i morti sul lavoro sono tutti registrati dal 1° gennaio 2008 in tabelle Excel per giorno, mese e anno della tragedia, con Provincia e Regione dove è capitato l’infortunio mortale, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sulla disgrazia. Occorre anche sapere che INAIL non fa un monitoraggio delle morti sul lavoro, ma raccoglie SOLO le denunce che gli arrivano dal territorio dei suoi assicurati. ANMIL e un altro osservatorio riprendono i morti di questo Istituto, ma sono parziali. Se si leggono attentamente i loro Report mensili parlano solo di denunce che gli arrivano dal territorio, così come è stato confermato dal Senatore Paolo Nerozzi che faceva parte della Commissione Lavoro del Senato, anche Silvino Candeloro dell’INCA conferma attraverso un’intervista che è così.  : il problema vero è che ci sono oltre 4 milioni di lavoratori che non hanno INAIL come assicurazione, molte categorie non lo sono, poi tanti che muoiono in nero non sono registrati da nessuno, se non da noi, occorre anche sapere che tantissimi agricoltori schiacciati dal trattore sono anziani che per arrotondare le pensioni continuano (per fortuna dell’Italia) a coltivare i propri terreni, ne sono già morti 150 anche quest’anno, anche loro sfuggono a ogni statistica, da quando ho aperto l’Osservatorio ne sono morti oltre 2300 in questo modo atroce. È per questo che il numero di morti sul lavoro monitorati dall’Osservatorio è molto più alto di quello che diffonde INAIL, non sono numeri campati in aria, ma sono ricavati della registrazione dei morti ogni giorno. Occorre anche sapere che negli ultimi anni i morti in tarda età, se si escludono i morti sulle strade e in itinere, che INAIL mette insieme nei numeri che diffonde, che risulta scioccante che un morto su cinque sui LUOGHI DI LAVORO ha più di 60 anni: non si può far svolgere lavori pericolosi a anziani che hanno riflessi poco pronti, calo di vista, sordità e altri acciacchi dovuti all’età e l’allungamento generalizzato dell’età per andare in pensione ha fatto aumentare i morti in tarda età; negli ultimi giorni sono morti tre edili che avevano 73, 77 e 79 anni, ovviamente in nero. Ora muoiono anche tanti giovani, alcuni addirittura in scuola/lavoro. Ma la libertà di licenziamento introdotta col Jobs Act e i lavori a tempo determinato, costringe tanti a svolgere lavori pericolosi, senza potersi opporre pena il licenziamento. Il 30% dei morti sui Luoghi di Lavoro sono in agricoltura, intorno al 20% i morti in edilizia, con le cadute dall’alto che uccidono per l’80% questi lavoratori. L’autotrasporto ha quest’anno il 14% dei morti: sono aumentati notevolmente in questi ultimi anni gli autotrasportatori morti per il fenomeno degli acquisti on line che sottopone questi lavoratori “falsi autonomi” a ritmi forsennati. Anche i rider muoiono numerosi, giovani donne e uomini. Nelle industrie di tutte le categorie, sui luoghi di lavoro sono morti quest’anno l’8% di lavoratori: dove ci sono rappresentanti dei lavoratori e imprenditori che dialogano sulla Sicurezza, i morti si contano sulle dita di una mano, nonostante milioni di addetti, quelli che muoiono in queste realtà sono esclusivamente lavoratori in appalto nell’azienda stessa, e questi non hanno nessuna tutela sindacale, lavoratori che non hanno gli stessi contratti dei dipendenti e che sono sottoposti a ogni tipo di ricatto. Cambia tutto nelle piccole e piccolissime aziende e tra gli artigiani che muoiono numerosissimi: in fabbrica su una macchina, anche donne alle quali sono stati modificate in modo criminale le macchine per aumentare la produzione, come Luana D’ Orazio a Prato o Laila El Harim a Reggio Emilia. Muoiono magazzinieri guidando i muletti, tornitori, elettricisti, installatori, manutentori, idraulici, ecc. tantissimi gli artigiani. Occorre aver chiaro che sulle strade ci sono altrettanti morti come per esempio il povero giovane di 19 anni al suo primo giorno di lavoro come Faier Benadini morto pochi giorni fa insieme a un suo collega: si sono scontrati con il loro camion con una betoniera. Ma tantissimi muoiono sui luoghi di lavoro o sulle strade in trasferta a centinaia di km da casa. Descrivere tutte le casistiche delle morti in poche righe è impossibile. Ma ricordiamoci anche del terribile contributo di sangue che pagano i lavoratori stranieri che rappresentano il 12% di tutti i morti sui luoghi di lavoro (due su quattro a Bologna dall’inizio dell’anno). Ma i morti sul lavoro non sono una tragica fatalità causata da un destino avverso, nella Provincia di l’Aquila quest’anno non c’è stato nessun morto sui Luoghi di Lavoro, eppure l’Aquila ha un numero enorme di cantieri aperti nel post terremoto, qui lo Stato è efficiente, come tutte le Istituzioni, locali e nazionali; controllo sulle infiltrazioni mafiose sulle aziende che operano nel territorio, con i lavoratori che devono avere tutti i dipendenti in regola, con controlli diffusi e attrezzature adeguate; qui controllano anche il subappalto. Occorre esportare questo modello nel resto del Paese. Un’ultima annotazione: L’ultimo rapporto INAIL sugli infortuni in Italia è del 31 agosto, nei primi otto mesi del 2022 sono arrivate a questo Istituto 677 denunce di morti per infortuni, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere, il 29 ottobre i morti di questo Istituto si aggireranno sui 900 complessivi, i nostri supereranno i 1300, perché l’Osservatorio, con la collaborazione di tantissimi amici di Facebook, che segnalano i morti nella loro regione riesce ad avere una visione completa di queste tragedie. Se si confronta questo periodo con lo stesso del 2021, l’aumento dei morti è stato del 9%. Nessun calo quindi se si contano tutti i morti sul lavoro. Se poi andiamo a vedere lo stesso periodo, dal 1° gennaio al 15 ottobre del 2008 anno di apertura dell’Osservatorio i morti sono aumentati di oltre il 20%.

I morti sui luoghi di lavoro a Bologna (esluso itinere) sono stati 4 morti, due di questi sono stranieri Vasyl Syrotiuk, un edile ucraino di 51 anni è precipitato da un solaio a Castelmaggiore, Choma Cuna è una filippina annegata per cercare di salvare un bambino in piscina sui colli bolognesi. Ma c’è anche Tiziana Gentilini una donna schiacciata dal trattore che si è ribaltato, lei era sul cassone che trasportava legna. La quarta vittima a Imola: è un operaio napoletano di cui conosciamo solo le iniziali C.P è morto schiacciato da un camion in retromarcia in una ditta di logistica. Ma ricordiamo anche il giovane di 22 anni Yafa Yaya morto all’interporto di Bologna nell’ottobre del 2021 che il Cardinale Zuppi ha voluto ricordare nella sua visita all’Interporto del 27 settembre di quest’anno. Gli stranieri morti sui luoghi di lavoro in Italia sono 76 e rappresentano il 12% di tutti morti sui luoghi di lavoro

 

     Carlo Soricelli curatore dell’osservatorio nazionale di Bologna morti sul lavoro

Morti sul lavoro dall’inizio dell’anno al 27 ottobre

Dall’inizio dell’anno sono morti 1270 lavoratori complessivi, 651 di questi sui luoghi di lavoro i rimanenti in itinere e sulle strade, In questi “numeri” ci sono anche i morti sul lavoro non assicurati all’INAIL (oltre 4 milioni di lavoratori) in più i morti in nero e i milioni di agricoltori, spesso pensionati che continuano a lavorare per le magre pensioni e i tantissimi morti sulle strade e in itinere che non hanno nessuna  visibilità mediatica e sociale da parte di nessuno.

Aperto il 1° gennaio 2008 da Carlo Soricelli per non dimenticare i sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti poche settimane prima. I morti sui luoghi di lavoro sono da 15 anni tutti registrati in apposite tabelle Excel con data della morte, provincia e regione della tragedia, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sull’infortunio mortale.  Dal 1° gennaio 2008 anno di apertura dell’Osservatorio sono morti oltre 20000 lavoratori per infortuni sui luoghi di lavoro, sulle strade e in itinere.

150 agricoltori schiacciati dal trattore nel 2022.

Gli autotrasportatori morti dall’inizio dell’anno sono 91

I lavoratori stranieri morti quest’anno sui luoghi di lavoro sono 76 e rappresentano il 12% sul totale, molti lavoravano in nero. Alcune di queste morti sono allucinanti, lavoravano in nero in grandi cantieri nei quali esercitavano diverse ditte, ma nessuno di queste ha detto che erano loro dipendenti, è già capitato più di una volta. Questa percentuale aumenterà progressivamente nei prossimi anni per la denatalità italiana, la loro conoscenza dei diritti/doveri e la conoscenza sulle Normative sulla Sicurezza diventeranno determinanti per porre argine a queste tragedie.    

Curatore Carlo Soricelli metalmeccanico in pensione e artista sociale da 50 anni. per contatti carlo.soricelli@gmail.com

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Qui sotto i MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO nelle Regioni e Province (non ci sono i morti per covid). Non sono contati neppure i morti in itinere e sulle strade se non autotrasportatori: tenete presente che i morti in itinere e sulle strade sono almeno altrettanti rispetto a quelli segnalati qui sotto nelle Regioni e Province. Ma noi preferiamo tenerli separati, perché richiedono altri interventi, che sono diversi da quelli delle morti sui Luoghi di Lavoro. Ma altri li conteggiano tutti insieme generando confusione tra chi vuole comprendere le reali dimensioni e qualità del fenomeno. NB nelle province e Regioni non ci sono i morti per infortuni provocati dal coronavirus. I morti sul lavoro sono segnati nella provincia dove è avvenuto l’infortunio mortale e non in quella di residenza, non ci sono i morti in autostrada che non è giusto addebitarli alle province.

I morti sui LUOGHI DI LAVORO nelle Regioni e Province nel 2022. Chiunque svolge un lavoro e muore per infortunio è per noi un morto sul lavoro.

LOMBARDIA 90 Milano (19), Bergamo (10), Brescia (22), Como (6), Cremona (6), Lecco (7), Lodi (1), Mantova (4), Monza Brianza (4), Pavia (5) Sondrio (3), Varese (3) VENETO  53 Venezia (9), Belluno (3), Padova‎ (7), Rovigo (3), Treviso (5), Verona (11), Vicenza (15) CAMPANIA 52  Napoli (11), Avellino (4), Benevento (3), Caserta (18), Salerno (16) PIEMONTE 45  Torino (21), Alessandria (7), Asti (2), Biella (1), Cuneo (8), Novara (1),Verbano-Cusio-Ossola (1) Vercelli (3)  LAZIO 42 Roma (17), Viterbo (6) Frosinone (10) Latina (3) Rieti (6)    SICILIA 36 Palermo (6), Agrigento (3), Caltanissetta (5), Catania (7), Enna (1), Messina (7), Ragusa (3), Siracusa (), Trapani‎ (4)  EMILIA ROMAGNA 33 Bologna (4), Rimini (4) Ferrara (3) Forlì Cesena (6) Modena (5) Parma () Ravenna (3) Reggio Emilia (5) Piacenza (3) CALABRIA   30 Catanzaro (10), Cosenza (8), Crotone (4) Reggio Calabria (5) Vibo Valentia (3) MARCHE 29 Ancona (12), Macerata (4), Fermo (3), Pesaro-Urbino (9), Ascoli Piceno (3)  TRENTINO ALTO ADIGE 27  Trento (19) Bolzano (8)  PUGLIA 27 Bari (3), BAT (), Brindisi (2), Foggia (7), Lecce (8) Taranto (7)  TOSCANA 23 Firenze (5), Arezzo (5), Grosseto (2), Livorno (1), Lucca (2), Massa Carrara (1), Pisa‎ (2), Pistoia (3), Siena () Prato (2) SARDEGNA 19 Cagliari (3) Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (2), Ogliastra (), Olbia-Tempio (2), Oristano (5), Sassari (8).Sulcis iglesiente  () ABRUZZO 15 L'Aquila (), Chieti (7), Pescara (5) Teramo (3) UMBRIA 9  Perugia (8) Terni (1) FRIULI VENEZIA GIULIA 7 Pordenone (1) Trieste () Udine (5) Gorizia (1)  LIGURIA 8 Genova (2), Imperia (2) La Spezia (1), Savona (3) BASILICATA 6  Potenza (3) Matera (3)    VALLE D’AOSTA 3  (3) Molise 2 Campobasso (2) Isernia (). 

                     Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio. 

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mercoledì 26 ottobre 2022

Io cittadino qualunque vi ho sconfitti. Ministri delle Politiche Agricole e del Lavoro, INAIL, politici tutti, e amministratori che vi siete succeduti in questi 15 anni, posso solo dirvi una parola sola VERGOGNATEVI, vi ho tempestato di mail, ma mai avete risposto, ora la verità viene a galla da diverse fonti, dal senatore Paolo Nerozzi, dal dirigente INCA CGIL Silvino Candeloro e altri, Io trattato come un ufo e una cassandra per 15 anni, ridicolarizzato in rete da chi con la Sicurezza e i morti sul lavoro "ci mangia" Ho finalmente fatto emergere la verità e sui morti sul lavoro delle reali dimensioni, oltre 8000 lavoratori sono spariti nel nulla, morti senza nessuna visibilità sociale. Solo io li ho onorati e denunciato questo genocidio sul lavoro. INAIL mai ha cercato un contatto, ma come mi diceva un giornalista di Avvenire: ero considerato il peggior nemico, perchè facevo quello che questo Istituto doveva fare e non faceva, anzi, ha causato gravi danni ai lavoratori italiani perchè non faceva emergere le vere dimensioni di queste tragedie

 Ministri delle Politiche Agricole e del Lavoro che vi siete succeduti in questi 15 anni, posso solo dirvi una parola VERGOGNATEVI, vi ho tempestato di mail, ma mai avete risposto, ora la verità viene a galla Io trattato come un ufo e una cassandra per 15 anni, ho finalmente fatto emergere la verità e sui morti sul lavoro delle reali dimensioni. Solo isolato da tutti: dai sindacati, dalla politica, dagli amministratori, da una classe dirigente che mai è voluta andare a vedere se quello che scrivevo era vero. o ancor peggio non interessava se migliaia di lavoratori morivono per infortuni sul lavoro senza lasciare nessuna traccia. Ora sono stati tutti costretti ad ammettere che quello che scrivevo era vero. Sentite, sentite: dopo 15 anni tutti si accorgono che quello che scrivevo era vero; che inail monitora solo i propri assicurati. Silvino Candeloro  della Direzione di INCA CGIL ammette che restano fuori dalla conta gli abusi e i sommersi. Ma se davano retta a me si potevano salvare tantissime vite, oltre 8000 morti sono spariti nel nulla in questi 15 anni. Si vergognino tutti quelli che dovevano occuparsene e non lo facevano; come per esempio i ministri del Lavoro e delle Politiche Agricole, che mi hanno trattato come un ufo che sparava coglionate, solo, isolata, ma lo eravate voi con la vostra indifferenza. Ma anche ieri ci sono stati morti

«L’Istituto – dice a Osservatorio Diritti Silvino Candeloro, della direzione nazionale di Inca Cgil – computa  le denunce di morte delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti coperti dalla propria assicurazione, dei soggetti assimilati (ad esempio i parasubordinati) e del personale  del “Conto Stato” (cioè di amministrazioni centrali, scuole e università statali). Restano fuori gli abusivi e i sommersi, in nero o clandestini, e gli operatori di categorie che non ricadono sotto l’ombrello Inail: forze di polizia e forze armate, vigili del fuoco, liberi professionisti indipendenti, consulenti del lavoro e periti industriali, commercianti titolari di imprese individuali, alcune partite iva, giornalisti, dirigenti e impiegati del settore agricolo, contadini per hobby, amministratori locali, sportivi dilettanti, parte del personale di volo, volontari della protezione civile e infermiere volontarie della Croce rossa.

In compenso nelle statistiche e nelle tutele dell’Istituto da poco rientrano i riders, i ciclofattorini delle imprese di consegna a domicilio, perlomeno quelli messi in regola. A breve – continua Candeloro – dovrebbero essere ricompresi anche i lavoratori autonomi dello spettacolo, inclusi, ad esempio elettricisti, falegnami, parrucchieri, ecc.».

Ma prima Silvino Candeloro non si accorgeva degli oltre 400/500 morti sul lavoro che nessuno contava, se non un semplice e ostinato metalmeccanico in pensione?

Ma anche questo martedì ci sono stati morti sul lavoro che nessuno monitora se non questo Ossevatorio

Carlo Soricelli

martedì 25 ottobre 2022

La maledizione dei tre morti sui luoghi di lavoro al giorno. Anche ieri tre morti sul lavoro. Partecipiamo numerosi sabato a Bologna all'iniziativa alla Sala Farnese col Cardinale e Presidente CEI Matteo Zuppi, Nel post la stuazione aggionata a questa mattina


 Continua la strage anche ieri tre morti sui luoghi di lavoro, come succede ormai con cadenza giornaliera, ma a volte sono anche quattro o cinque. Un agricoltore è morto ieri dopo otto mesi di agonia in Piemonte: era stato caricato da un toro, la seconda vittima ieri in Emilia Romagna causata dal trattore, già 148 a morire travolti da questo mezzo dall'inizio dell'anno. La terza vittima è un edile travolto da una ruspa in Provincia di Belluno. Venite in tanti sabato a Bologna, all'incontro con il cardinale Matteo Zuppi. Ci sarò anchio.OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO.

L’unico osservatorio che monitora i morti sul lavoro in Italia.

Aperto 15 anni fa il 1° gennaio 2008 chiuderà il 31 dicembre 2022

25 OTTOBRE

Il 29 ottobre incontro Con il Cardinale di Bologna e Presidente CEI Matteo Zuppi “Per non morire lavorando”

L’evento alla mattina nella Cappella Farnese di Bologna, qui sotto l’Informativa da mandare agli ospiti

Se si vuole che l’importante incontro del 29 ottobre a Bologna “Per non morire lavorando” non diventi il solito rituale che alla fine servirà a poco se non si analizzerà il triste fenomeno nella sua complessità e con proposte per farlo diventare solo un cattivo ricordo. Per comprenderlo nella sua interezza è opportuno conoscerlo bene, ma nessuno lo conosce meglio di me nelle sue reali dimensioni e nelle sue articolazioni. Monitoro i morti sul lavoro da 15 anni e credo di essere diventato un esperto in quanto i morti sul lavoro sono tutti registrati dal 1° gennaio 2008 in tabelle Excel per giorno, mese e anno della tragedia, con Provincia e Regione dove è capitato l’infortunio mortale, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sulla disgrazia. Occorre anche sapere che INAIL non fa un monitoraggio delle morti sul lavoro, ma raccoglie SOLO le denunce che gli arrivano dal territorio dei suoi assicurati. ANMIL e un altro osservatorio riprendono i morti di questo Istituto, ma sono parziali. Se si leggono attentamente i loro Report mensili parlano solo di denunce che gli arrivano dal territorio, com’è giusto che sia: il problema vero è che ci sono oltre 4 milioni di lavoratori che non hanno INAIL come assicurazione, molte categorie non lo sono, poi tanti che muoiono in nero non sono registrati da nessuno, se non da noi, occorre anche sapere che tantissimi agricoltori schiacciati dal trattore sono anziani che per arrotondare le pensioni continuano (per fortuna dell’Italia) a coltivare i propri terreni, ne sono già morti 144 anche quest’anno, anche loro sfuggono a ogni statistica, da quando ho aperto l’Osservatorio ne sono morti oltre duemila in questo modo atroce. È per questo che il numero di morti sul lavoro monitorati dall’Osservatorio è molto più alto di quello che diffonde INAIL, non sono numeri campati in aria, ma sono ricavati della registrazione dei morti ogni giorno. Occorre anche sapere che negli ultimi anni i morti in tarda età, se si escludono i morti sulle strade e in itinere, che INAIL mette insieme nei numeri che diffonde, che risulta scioccante che un morto su cinque sui LUOGHI DI LAVORO ha più di 60 anni: non si può far svolgere lavori pericolosi a anziani che hanno riflessi poco pronti, calo di vista, sordità e altri acciacchi dovuti all’età e l’allungamento generalizzato dell’età per andare in pensione ha fatto aumentare i morti in tarda età; negli ultimi giorni sono morti tre edili che avevano 73, 77 e 79 anni, ovviamente in nero. Ora muoiono anche tanti giovani, alcuni addirittura in scuola/lavoro. Ma la libertà di licenziamento introdotta col Jobs Act e i lavori a tempo determinato, costringe tanti a svolgere lavori pericolosi, senza potersi opporre pena il licenziamento. Il 30% dei morti sui Luoghi di Lavoro sono in agricoltura, intorno al 20% i morti in edilizia, con le cadute dall’alto che uccidono per l’80% questi lavoratori. L’autotrasporto ha quest’anno il 14% dei morti: sono aumentati notevolmente in questi ultimi anni gli autotrasportatori morti per il fenomeno degli acquisti on line che sottopone questi lavoratori “falsi autonomi” a ritmi forsennati. Anche i rider muoiono numerosi, giovani donne e uomini. Nelle industrie di tutte le categorie, sui luoghi di lavoro sono morti quest’anno l’8% di lavoratori: dove ci sono rappresentanti dei lavoratori e imprenditori che dialogano sulla Sicurezza, i morti si contano sulle dita di una mano, nonostante milioni di addetti, quelli che muoiono in queste realtà sono esclusivamente lavoratori in appalto nell’azienda stessa, e questi non hanno nessuna tutela sindacale, lavoratori che non hanno gli stessi contratti dei dipendenti e che sono sottoposti a ogni tipo di ricatto. Cambia tutto nelle piccole e piccolissime aziende e tra gli artigiani che muoiono numerosissimi: in fabbrica su una macchina, anche donne alle quali sono stati modificate in modo criminale le macchine per aumentare la produzione, come Luana D’ Orazio a Prato o Laila El Harim a Reggio Emilia. Muoiono magazzinieri guidando i muletti, tornitori, elettricisti, installatori, manutentori, idraulici, ecc. tantissimi gli artigiani. Occorre aver chiaro che sulle strade ci sono altrettanti morti come per esempio il povero giovane di 19 anni al suo primo giorno di lavoro come Faier Benadini morto pochi giorni fa insieme a un suo collega: si sono scontrati con il loro camion con una betoniera. Ma tantissimi muoiono sui luoghi di lavoro o sulle strade in trasferta a centinaia di km da casa. Descrivere tutte le casistiche delle morti in poche righe è impossibile. Ma ricordiamoci anche del terribile contributo di sangue che pagano i lavoratori stranieri che rappresentano il 12% di tutti i morti sui luoghi di lavoro (due su quattro a Bologna dall’inizio dell’anno). Ma i morti sul lavoro non sono una tragica fatalità causata da un destino avverso, nella Provincia di l’Aquila quest’anno non c’è stato nessun morto sui Luoghi di Lavoro, eppure l’Aquila ha un numero enorme di cantieri aperti nel post terremoto, qui lo Stato è efficiente, come tutte le Istituzioni, locali e nazionali; controllo sulle infiltrazioni mafiose sulle aziende che operano nel territorio, con i lavoratori che devono avere tutti i dipendenti in regola, con controlli diffusi e attrezzature adeguate; qui controllano anche il subappalto. Occorre esportare questo modello nel resto del Paese. Un’ultima annotazione: L’ultimo rapporto INAIL sugli infortuni in Italia è del 31 agosto, nei primi otto mesi del 2022 sono arrivate a questo Istituto 677 denunce di morti per infortuni, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere, il 29 ottobre i morti di questo Istituto si aggireranno sui 900 complessivi, i nostri supereranno i 1300, perché l’Osservatorio, con la collaborazione di tantissimi amici di Facebook, che segnalano i morti nella loro regione riesce ad avere una visione completa di queste tragedie. Se si confronta questo periodo con lo stesso del 2021, l’aumento dei morti è stato del 9%. Nessun calo quindi se si contano tutti i morti sul lavoro. Se poi andiamo a vedere lo stesso periodo, dal 1° gennaio al 15 ottobre del 2008 anno di apertura dell’Osservatorio i morti sono aumentati di oltre il 20%.

I morti sui luoghi di lavoro a Bologna (esluso itinere) sono stati 4 morti, due di questi sono stranieri Vasyl Syrotiuk, un edile ucraino di 51 anni è precipitato da un solaio a Castelmaggiore, Choma Cuna è una filippina annegata per cercare di salvare un bambino in piscina sui colli bolognesi. Ma c’è anche Tiziana Gentilini una donna schiacciata dal trattore che si è ribaltato, lei era sul cassone che trasportava legna. La quarta vittima a Imola: è un operaio napoletano di cui conosciamo solo le iniziali C.P è morto schiacciato da un camion in retromarcia in una ditta di logistica. Ma ricordiamo anche il giovane di 22 anni Yafa Yaya morto all’interporto di Bologna nell’ottobre del 2021 che il Cardinale Zuppi ha voluto ricordare nella sua visita all’Interporto del 27 settembre di quest’anno. Gli stranieri morti sui luoghi di lavoro in Italia sono 76 e rappresentano il 12% di tutti morti sui luoghi di lavoro

 

     Carlo Soricelli curatore dell’osservatorio nazionale di Bologna morti sul lavoro

Morti sul lavoro  dall’inizio dell’anno al 24 ottobre

Dall’inizio dell’anno sono morti 1268 lavoratori complessivi, 649 di questi sui luoghi di lavoro i rimanenti in itinere e sulle strade, In questi “numeri” ci sono anche i morti sul lavoro non assicurati all’INAIL (oltre 4 milioni di lavoratori) in più i morti in nero e i milioni di agricoltori, spesso pensionati che continuano a lavorare per le magre pensioni e i tantissimi morti sulle strade e in itinere che non hanno nessuna  visibilità mediatica e sociale da parte di nessuno.

Aperto il 1° gennaio 2008 da Carlo Soricelli per non dimenticare i sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti poche settimane prima. I morti sui luoghi di lavoro sono da 15 anni tutti registrati in apposite tabelle Excel con data della morte, provincia e regione della tragedia, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sull’infortunio mortale.  Dal 1° gennaio 2008 anno di apertura dell’Osservatorio sono morti oltre 20000 lavoratori per infortuni sui luoghi di lavoro, sulle strade e in itinere.

149 agricoltori schiacciati dal trattore nel 2022.

Gli autotrasportatori morti dall’inizio dell’anno sono 91

I lavoratori stranieri morti quest’anno sui luoghi di lavoro sono 76 e rappresentano il 12% sul totale, molti lavoravano in nero. Alcune di queste morti sono allucinanti, lavoravano in nero in grandi cantieri nei quali esercitavano diverse ditte, ma nessuno di queste ha detto che erano loro dipendenti, è già capitato più di una volta. Questa percentuale aumenterà progressivamente nei prossimi anni per la denatalità italiana, la loro conoscenza dei diritti/doveri e la conoscenza sulle Normative sulla Sicurezza diventeranno determinanti per porre argine a queste tragedie.    

Curatore Carlo Soricelli metalmeccanico in pensione e artista sociale da 50 anni. per contatti carlo.soricelli@gmail.com

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Qui sotto i MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO nelle Regioni e Province (non ci sono i morti per covid). Non sono contati neppure i morti in itinere e sulle strade se non autotrasportatori: tenete presente che i morti in itinere e sulle strade sono almeno altrettanti rispetto a quelli segnalati qui sotto nelle Regioni e Province. Ma noi preferiamo tenerli separati, perché richiedono altri interventi, che sono diversi da quelli delle morti sui Luoghi di Lavoro. Ma altri li conteggiano tutti insieme generando confusione tra chi vuole comprendere le reali dimensioni e qualità del fenomeno. NB nelle province e Regioni non ci sono i morti per infortuni provocati dal coronavirus. I morti sul lavoro sono segnati nella provincia dove è avvenuto l’infortunio mortale e non in quella di residenza, non ci sono i morti in autostrada che non è giusto addebitarli alle province.

I morti sui LUOGHI DI LAVORO nelle Regioni e Province nel 2022. Chiunque svolge un lavoro e muore per infortunio è per noi un morto sul lavoro.

LOMBARDIA 90 Milano (19), Bergamo (10), Brescia (22), Como (6), Cremona (6), Lecco (7), Lodi (1), Mantova (4), Monza Brianza (4), Pavia (5) Sondrio (3), Varese (3) VENETO  52 Venezia (9), Belluno (3), Padova‎ (7), Rovigo (3), Treviso (5), Verona (11), Vicenza (14) CAMPANIA 52  Napoli (11), Avellino (4), Benevento (3), Caserta (18), Salerno (16) PIEMONTE 44  Torino (20), Alessandria (7), Asti (2), Biella (1), Cuneo (8), Novara (1),Verbano-Cusio-Ossola (1) Vercelli (3)  LAZIO 42 Roma (17), Viterbo (6) Frosinone (10) Latina (3) Rieti (6)    SICILIA 35 Palermo (6), Agrigento (3), Caltanissetta (5), Catania (7), Enna (1), Messina (7), Ragusa (2), Siracusa (), Trapani‎ (4)  EMILIA ROMAGNA 33 Bologna (4), Rimini (4) Ferrara (3) Forlì Cesena (6) Modena (5) Parma () Ravenna (3) Reggio Emilia (5) Piacenza (3) CALABRIA   30 Catanzaro (10), Cosenza (8), Crotone (4) Reggio Calabria (5) Vibo Valentia (3) MARCHE 29 Ancona (12), Macerata (4), Fermo (3), Pesaro-Urbino (9), Ascoli Piceno (3)  TRENTINO ALTO ADIGE 27  Trento (19) Bolzano (8)  PUGLIA 27 Bari (3), BAT (), Brindisi (2), Foggia (7), Lecce (8) Taranto (7)  TOSCANA 23 Firenze (5), Arezzo (5), Grosseto (2), Livorno (1), Lucca (2), Massa Carrara (1), Pisa‎ (2), Pistoia (3), Siena () Prato (2) SARDEGNA 19 Cagliari (3) Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (2), Ogliastra (), Olbia-Tempio (2), Oristano (5), Sassari (8).Sulcis iglesiente  () ABRUZZO 15 L'Aquila (), Chieti (7), Pescara (5) Teramo (3) UMBRIA 9  Perugia (8) Terni (1) FRIULI VENEZIA GIULIA 7 Pordenone (1) Trieste () Udine (5) Gorizia (1)  LIGURIA 8 Genova (2), Imperia (2) La Spezia (1), Savona (3) BASILICATA 6  Potenza (3) Matera (3)    VALLE D’AOSTA 3  (3) Molise 2 Campobasso (2) Isernia (). 

                     Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio. 

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