Da Istituzione a Istituzione, i 600 morti della manifestazione di CGIL, CISL e UIL racconta meglio di ogni altra cosa la crisi dei Sindacati, che hanno perso credibilità tra i lavoratori. Sveglia sono già oltre 1200. Geova INAIL. Tra l’altro anche meno di INAIL che ne ha diffusi 677 a agosto, già loro supereranno gli 850 a oggi,
Eppure tutti sanno che
c’è qualcun altro che racconta che i morti sul lavoro sono già oltre 1200 e 634
sui luoghi di lavoro. Lo sanno benissimo perché in tantissimi seguono l’Osservatorio
Nazionale morti sul lavoro di Bologna, già quasi 4 milioni in questi 15 anni.
Ma è comodo utilizzare la raccolta dati dell’INAIL, poi i loro uomini, spesso
in ruoli prestigiosi anche loro istituzionalizzati sono dentro a INAIL, ai Ministeri
del lavoro e delle Politiche Agricole: nelle Commissioni lavoro della Camera e
del Senato, ma anche i vertici sindacali che si occupano di queste tragedie, dialogano
con loro: Se non parlassimo di morti sul lavoro direi che assomigliano molto ai
Testimoni di Geova: chiusi nei loro bunker istituzionali che traggono la “verità”
da Geova INAIL. Tutti traggono “ispirazione”
dall’INAIL che con la sua potenza mediatica e economica fa passare i 600 morti
come rappresentativi di tutto il panorama lavorativo. E gli altri 600? Non esistono ovviamente: Soricelli? Un sorriso
o un volto contrariato nei loro volti istituzione; un pericoloso estremista che
vuole distruggere il sistema e che dà i numeri da 15 anni; ma poi, parliamo chiaro,
è solo un metalmeccanico in pensione! Cosa volete che ne sappia? Come fa lui
semplice metalmeccanico con un misero computer a scrivere queste panzane? 1200
morti, li monitorerà a caso. Li raddoppia? come gli ha chiesto un personaggio della
Commissione Lavoro del Senato anni fa? “ma lei come fa a dire che ci sono tanti
morti? Non è che prende quelli di INAIL poi ci aggiunge quelli che trova in
rete? Da piangere: diffondo sempre i morti del giorno prima e INAIL un mese
dopo. Ma poi i volti imbarazzati e contrariati di importanti personaggi
istituzionali, già sindacalisti di primo piano nelle trasmissioni televisive
con i pochi giornalisti che hanno avuto il coraggio di confrontare il numero di
morti dell’Osservatorio con quelli di INAIL. Poi da pericoloso estremista
malizioso guardo con molta perplessità ex ministri, ex sindacalisti che a fine
carriera fanno un meritato riposo negli Enti e negli Istituti che prima dovevano
controllare, ovviamente gratuitamente. E poi nella preparazione di un grande
evento a Bologna dove sindacalisti, quando snocciolavo il numero di morti sul
lavoro mi chiedevano di sottoporli al controllo di un professore universitario,
ovviamente i miei morti non erano credibili per loro, si gli Istituzionalizzati
arrivano fino a loro. Beh mi sono un po' alterato ma ho trattenuto la rabbia:
ma perché non fanno domande inverse? Cara INAIL, caro Presidente Bettoni (già
presidente ANMIL) ci spieghi lei come mai l’Osservatorio nazionale morti sul
lavoro di Bologna registra (o inventa) molti più morti di voi? Di sicuro assisteremmo
ad un silenzio imbarazzante: ma nessuno in questi 15 anni ha avuto il coraggio
di fare questa domanda. Le Istituzioni si proteggano e autoalimentano. Ma il 31
dicembre toglierò il disturbo, cosi potranno scrivere di incredibili cali delle
morti, ma con rammarico perché nei loro finti cali diranno “un solo morto sul
lavoro è di troppo” Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio morti sul lavoro
di Bologna http://cadutisullvaro.blogspot.it
Io una voce fuori dal coro? Ma occorrerebbe chiedersi se è il coro che è
stonato
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