martedì 30 settembre 2025

Report morti sul lavoro dall'inzio dell'anno al 30 settembre

Anche ieri sono morti 5 lavoratori sui luoghi di lavoro (+itinere) tra questi un agricoltore schiacciato dal trattore (il 115esimo dall'inizio dell'anno) un autotrasportatore (Andrea Moscardini nella foto) in autostrada, un elettricista in Sicilia, un giovane di 23 anni tunisino sconosciute ancora le cause in Calabria, un edile a Milano. Ma a questa lista mancano i morti in itinere (a parte).

venerdì 26 settembre 2025

Giorgio Canetti aveva 64 anni quando è morto per infortunio sul lavoro.

Nessuno ha scritto di lui sui giornali, nessun titolo, solo alcuni trafiletti nella cronaca locale. La sua è la storia di tanti che non fanno notizia. È successo a Busto Arsizio: stava aiutando un amico imbianchino, era salito su una scala malferma per tinteggiare una stanza. È bastato un attimo: la caduta, l’impatto, la fine. qualche anno fa aveva perso il lavoro. La fabbrica in cui era rimasto per più di vent’anni aveva chiuso i battenti. Troppo vecchio per essere riassunto altrove, troppo giovane per la pensione. Gli mancavano sei anni. Così aveva iniziato ad arrangiarsi: piccoli lavori in nero, faticosi e pericolosi, proprio quelli che un tempo raccomandava ai giovani di non accettare. Giorgio aveva sempre lavorato. Da ragazzo era rimasto fermo qualche anno: prima il militare, poi una fabbrica in crisi. Ma non si era mai arreso. In reparto era conosciuto per la sua generosità: aiutava i colleghi, difendeva i precari, diceva a tutti di non farsi mettere in pericolo. Poi, alla fine, toccò a lui farlo. Credeva nelle promesse di chi diceva di voler abolire la Legge Fornero, l'aveva fatto anche con Salvini e l'aveva anche votato per questa promessa. Ci aveva creduto due volte, e due volte era stato tradito: l'età per andare in pensione era addirittura aumentata. Alla fine si era rassegnato: contava solo di arrivare vivo alla pensione, anche se con meno contributi. Intanto i figli, Alessia e Riccardo, si erano sistemati, la moglie si arrangiava anche lei con lavoretti saltuari, anche a lei mancavano anni di lavoro, soprattutto perché aveva voluto crescere lei i due figli. Per fortuna l’appartamento di proprietà li salvava dall’affitto. Quando morì, Giorgio tutti pensarono: “Almeno lassù sarà accolto bene". Ha cresciuto due figli, non ho mai tradito mia moglie, aiutava sempre i più deboli, spesso alla domenica andava a messa.” Non è che quando ha bussato al portone del Paradiso e San Pietro l'avrebbe guardato severo: so chi sei ma dimmi pure..... — “Sono Giorgio Canetti, morto sul lavoro. Mi fai entrare?” E San Pietro gli risponde: — “Eri assicurato all’INAIL? Pagavi i contributi? — “No… non avevo più uno stipendio, ma li ho versati per una vita.” — “Allora non sei tra i morti sul lavoro. Per lo Stato e INAIL non esisti. Ti lascerò in Purgatorio fino a quando non avrai scontato gli anni che ti mancavano per andarci.” Il 30% di chi muore sul lavoro in Italia non risulta nelle statistiche ufficiali, un terzo dei morti ha più di 60 anni, addirittura il 17% hanno più di 70 anni, costretti a lavorare nonostante l'età per aver perso il lavoro, per avere pensioni che non permettono di vivere decentemente e che si sono decurtate in questi anni: sono i dimenticati, quelli senza copertura, quelli che non contano. E Giorgio Canetti è davvero uno di loro. O forse no.

mercoledì 24 settembre 2025

Orgoglioso per quel che ho fatto a questa "missione" ho dedicato larga parte del mio tempo da pensionato. Ma ora tutti ne parlano

La mia missione di sensibilizzare gli italiani sui morti sul lavoro che dura da 18 anni ha funzionato ora tanti se ne occupano. Nessuno me ne darà mai il merito tutti sono stati costretti ad occuparsene Mi sento orgoglioso Nessuno me ne darà mai il merito ma tutti sono stati costretti ad occuparsene. Mi sento orgoglioso. L'ho chiamata missione perché piansi quando il 6 dicembre 2007 appresi della strage della Thissenkrupp di Torino e non c'era nessuna notizia se non di un anno prima di Inail. Giurai sui quei morti che me ne sarei occupato fino a quando gli italiani non sarebbero stati correttamente informati. Ora lo sono, anche se tanti che se ne occupano lo fanno per interessi di vario tipo......ma va bene ugualmente,.basta che se ne occupano....ed era ora

lunedì 22 settembre 2025

strage sul lavoro mai vista prima, aumentati del 24% i morti sul lavoro da quando cè il Governo Meloni

LAVORICIDIO In soli 6 giorni sono morti 8 agricoltori schiacciati dal trattore, senza che nessuno ne parli o se ne occupi. Ecco le province colpite: 16 settembre: Palermo, Ravenna, Udine 17 settembre: Rimini 19 settembre: Alessandria 20 settembre: Salerno 21 settembre: Bolzano, Rieti Un’Italia unita nella strage. W il Green Made in Italy. Se allarghiamo lo sguardo a tutte le morti sul lavoro, i numeri sono drammatici: oltre 1100 vittime complessive dall’inizio dell’anno, di cui 736 direttamente sui luoghi di lavoro. La politica si indigna solo davanti alle stragi più eclatanti, ripetendo il solito coro “basta morti sul lavoro”, salvo poi lasciare tutto immutato. Da quando si è insediato il governo Meloni, i morti sui luoghi di lavoro sono aumentati del 24%, soprattutto a causa degli appalti a cascata introdotti da Salvini a marzo 2023 e da lui stesso definiti una “Rivoluzione”. Sì, lo è stata: ma al contrario, perché mai così tanti lavoratori erano stati “uccisi” sul lavoro. Tutto viene scaricato sul più debole della filiera. Da allora si sono moltiplicate le stragi nel subappalto, dove si registra il 70% delle morti sul lavoro. Almeno 15 quelle con più di una vittima: Brandizzo, Eni, Enel, Esselunga, solo per citare le più note. La vergogna più grande è che perfino aziende statali e parastatali utilizzino questo nuovo caporalato legalizzato. Intanto lavoratori e pensionati non sono mai stati così poveri. Il potere d’acquisto di salari e pensioni è crollato, mentre i ricchi non sono mai stati così ricchi. Molti lavoratori, pur avendo un impiego, percepiscono stipendi da fame, e il governo si è persino opposto al salario minimo di 9 euro l’ora,che farebbe solo sopravvivere i lavoratori, soprattutto se ci sono figli: culle vuote? Ma smettetela. Sono spariti anche gli ammortizzatori sociali che garantivano un minimo di protezione. Oggi i ricchi si prendono tutto, lasciando ai lavoratori solo briciole. È la dittatura dei più abbienti, che il governo Meloni rappresenta. E le tasse? Le pagano proporzionalmente solo lavoratori e pensionati e gli evasori sono un'importante serbatoio di voti. Fino a quando durerà questo Lavoricidio e rubicidio alle spalle di chi lavora?

mercoledì 17 settembre 2025

I morti dimenticati dal trattore: 105 vittime nel silenzio delle istituzioni Negli ultimi due giorni i morti sul lavoro sono stati sette. Qui i loro nomi e le loro storie.

NOTA STAMPA
Negli ultimi due giorni abbiamo contato altre sette vittime sul lavoro. Ecco chi erano: Jihed Selmi, 36 anni, elettricista in subappalto. Tunisino, come quasi la metà dei lavoratori morti sotto i 60 anni. Renzo Rao, 48 anni, ogni giorno attraversava la frontiera per lavorare in Svizzera. È morto schiacciato dall’escavatore che stava guidando. Davide Rao, 54 anni, nessun legame con Renzo nonostante il cognome. È morto a Torino, travolto da un carroattrezzi in un’officina di demolizione. Stefano Bottaro, già in pensione ma ancora al lavoro per arrotondare. Autotrasportatore: è rimasto ucciso da un muletto posizionato sopra dei pacchi, che lo ha travolto. Francesco Dioguardi, morto nel Palermitano. Fabio Gonelli, morto nel Ravennate. Paolino Dusso, schiacciato dal trattore. Tre agricoltori uccisi dal trattore in appena due giorni: morti che spesso non vengono neppure conteggiate tra le vittime del lavoro. 👉 Con l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro ho già registrato 105 vittime da trattore dall’inizio del 2025 (furono 143 nel 2024). In 18 anni di monitoraggio, i caduti da trattore sono già 3.000. Eppure il Ministero dell’Agricoltura tace, preferendo inaugurare sagre del “made in Italy”, mentre i nostri campi continuano a impregnarsi del sangue degli agricoltori. Mai una campagna informativa nazionale per avvisare della pericolosità di questo mezzo, che continua a uccidere anche giovanissimi. Con questo ritmo, entro la fine del mese supereremo i 1.100 morti complessivi sul lavoro. È tempo che queste tragedie non restino più invisibili. Sto preparando un dossier dettagliato per la Procura della Repubblica per valutare eventuali responsabilità istituzionali.

lunedì 15 settembre 2025

centinaia gli orfani ogni anno provocati dalla strage sul lavoro

È nato il bambino di Thomas Gobbi, morto a febbraio schiacciato dalla cabina del camion. Si chiamerà come il papà. Sono centinaia ogni anno i bambini che ogni anno rimangano orfani

martedì 9 settembre 2025

“Superati i 1000 morti sul lavoro nel 2025: la denuncia di Carlo Soricelli, curatore dell’Osservatorio di Bologna” Basta.

Nei giorni scorsi abbiamo superato la soglia dei 1000 morti sul lavoro, di cui 702 sui luoghi di lavoro. La lobby continua a fare gioco di squadra: mai dire chiaramente che i dati dell’INAIL riguardano solo i lavoratori assicurati presso quell’Istituto. Tutti lo sanno, lo sanno gli italiani che seguono in massa i post dell’Osservatorio, ma la politica fa finta di niente: “Non lo dice INAIL, quindi non sono morti”. E guai a denunciare a Eurostat – l’Istituto europeo di statistica – che i morti reali sono molti di più: quale figura farebbero i nostri politici che in 18 anni non ho mai visto adottare interventi seri e strutturali per fermare questa carneficina? Basta scandalizzarsi solo per i 4 morti sul lavoro avvenuti ieri: la media quotidiana è sempre più di 4, anche il sabato e la domenica. È uno scandalizzarsi di facciata, destinato a lasciare tutto com’era prima, senza toccare gli interessi che ruotano attorno alla “Sicurezza”. In Parlamento ci sono i referenti di questa lobby: l’ho constatato in 18 anni di monitoraggio. Qui girano miliardi, e intanto la stampa e le televisioni danno ampio spazio a certe giornate simboliche, ma tacciono sulle vittime più invisibili, i più poveri, che continuano a morire ogni giorno nel silenzio generale. Solo in agricoltura, dall’inizio dell’anno, sono già 102 gli agricoltori schiacciati dal trattore. La stragrande maggioranza non compare nelle statistiche INAIL perché non erano dipendenti. In questi giorni sto preparando un dossier che consegnerò alla Procura della Repubblica, basato sulla raccolta dati dell’Osservatorio: vedremo se emergeranno responsabilità. Con profondo dispiacere, intanto, ho appreso della morte del sindacalista ed ex senatore della Repubblica Paolo Nerozzi: l’unico parlamentare che in tutti questi anni mi ha dato una mano, senza vedermi come un “nemico rompiballe”. Carlo Soricelli Curatore dell’Osservatorio di Bologna morti sul lavoro