venerdì 8 settembre 2017

Articolo di Paolo Ferrario dell'Avvenire. Nessuno si occupa delle centinaia di agricoltori schiacciati dal trattore ogni anno.

L’Avvenire
Morti sul lavoro, strage silenziosa Dieci vittime in una settimana Solo ieri hanno perso la vita tre operai, due sotto la pressa L’azienda di Settimo Milanese dove è morto l’operaio.
 PAOLO FERRARIO MILANO aumento degli infortuni e dei morti sul lavoro, denunciato soltanto pochi giorni fa dall’Inail, ha avuto tragica conferma in questa prima settimana di settembre, che tradizionalmente coincide con la ripresa dopo le ferie estive, con ben dieci vittime (in Lombardia, Piemonte, Toscana e Campania), di cui tre soltanto ieri. Era ancora buio quando un operaio 42enne di origini filippine, ha perso la vita sotto una pesante pressa. L’uomo è morto schiacciato dopo essere entrato nel raggio d’azione del macchinario della ditta Stuani, azienda di Settimo Milanese (Milano), che produce componenti in acciaio e plastica. Per questo incidente, la procura L’ di Milano ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, iscrivendo nel registro degli indagati un amministratore dell’azienda. Sotto una pressa ha perso la vita anche Vito Nuzzo, operaio di 29 anni originario della Puglia ma residente da anni a Roccavione (Cuneo), morto ieri dopo tre giorni di coma. Sabato scorso era rimasto schiacciato all’interno dell’ex-cartiera Pirinoli. Ricoverato d’urgenza al Cto di Torino, si è ulteriormente aggravato e per lui non c’è stato, purtroppo, nulla da fare. Nelle serata di martedì è invece deceduto un operaio di 31 anni di Solofra (Avellino). Mentre caricava con una gru un grosso pannello di cemento, è rimasto schiacciato morendo all’istante. Dipendente di un’impresa di Torre le Nocelle, l’uomo, raccontano i colleghi, era esperto, scrupoloso e rispettoso delle normative sulla sicurezza. Per far luce sul caso e indagare su eventuali anomalie, gli inquirenti della procura di Avellino hanno sequestrato la gru su cui il giovane stava lavorando. Questi casi sono soltanto gli ultimi di una lunga serie, documentata dai “numeri” (dietro cui ci sono sempre i drammi di intere famiglie) resi noti dall’Inail con il report delle denunce pervenute all’Istituto assicurativo nei primi sette mesi dell’anno. Rispetto al 2016 sono in crescita sia le denunce totali (380.236 quelle registrate tra gennaio e luglio di quest’anno contro le 375.486 dei dodici mesi precedenti), sia i morti: 591 a fronte dei 562 del 2016. Una lunga scia di sangue (che, tra l’altro, ogni anno costa all’Europa 476 miliardi di euro tra infortuni e malattie professionali) denunciata con forza dallo stesso presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che, in una nota, ha ricordato che «il nostro Paese non può rassegnarsi a subire morti sul lavoro. È indispensabile – prosegue il comunicato del Quirinale, diffuso in questi giorni – che le norme sulla sicurezza nel lavoro vengano rispettate con scrupolo e i controlli devono essere attenti e rigorosi». Chi certamente non si rassegna, ma anzi non perde occasione per chiedere di non abbassare la guardia su questa strage infinita di lavoratori, è Carlo Soricelli, da dieci anni animatore dell’Osservatorio indipendente di Bologna sui morti sul lavoro. Da gennaio al 31 agosto, l’Osservatorio ha contato 453 lavoratori deceduti. «E si tratta soltanto di morti sui luoghi di lavoro», precisa Soricelli. «Se aggiungiamo anche quelli sulle strade e in itinere – sottolinea – sfioriamo già le mille vittime». Un’attenzione speciale è riservata agli agricoltori schiacciati dal trattore che, secondo l’Osservatorio Inail sugli infortuni nel settore agricolo e forestale, rappresentano il 64% del totale degli infortuni del settore. In pratica, due agricoltori morti su tre, perdono la vita sotto il trattore. «Dall’inizio dell’anno – ricorda Soricelli – ne sono già morti 103. È questa la vera emergenza di cui nessuno si occupa». 

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