Due uomini hanno perso la vita alla diga Furore di Naro (Agrigento), precipitando da una piattaforma. Un terzo lavoratore è deceduto in un silos ad Ascoli Piceno e un quarto a Mirafiori. E’ l’ennesimo tragico bollettino degli infortuni sul lavoro che ha visto morire quattro operai in un giorno (all’indomani della giornata mondiale sulla sicurezza sul lavoro).
“Non basta ricordarle una volta l’anno le morti sul lavoro, con una specifica giornata nazionale, come quella di ieri. Quando il dramma è all’ordine del giorno. La politica può e deve fare di piu’. Lo sottolinea Marco Bazzoni, operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza di Firenze. “Non si può limitare al cordoglio e alle dichiarazioni di circostanza. Le chiamano stragi nell’indifferenza e mai parole furono più vere. Il dramma è per chi rimane, per chi ha perso il proprio caro, morto sul lavoro. E’ un dramma enorme, che è quasi impossibile superare. Se poi ci mettiamo che il più delle volte i familiari non ottengono giustizia e i processi vanno pure in prescrizione, si arriva addirittura alla beffa. E’ come se il proprio caro fosse morto una seconda volta. E per favore, non chiamatele più morti bianche, perché ‘di bianco’ non hanno proprio nulla”.
“Si alza il coro di scandalizzati perché oggi sono morti 4 lavoratori, mentre è uno stillicidio giornaliero. Tra l’altro un terzo dei lavoratori morti sul lavoro spariscono dalle statistiche, Che fine fanno gli altri? Resuscitano ovviamente…”. Così Carlo Soricelli, fondatore dell’Osservatorio indipendente di Bologna sulle morti sul lavoro commenta la nuova strage sul lavoro. Guardando le statistiche di dieci anni di monitoraggio sapevo che sarebbe stato inevitabile. E questo lavoro serio devo farlo io che sono un volontario mentre le istituzioni se ne fregano? Già la settimana scorsa, come avevo già fatto in passato, volevo lanciare l’allarme, anche ieri ho avuto la tentazione di scriverlo. Ma poi dove si sarebbe verificata la tragedia collettiva? E’ possibile anche prevedere quali sono i giorni più a rischio in edilizia e agricoltura e per chi svolge il lavoro all’aperto. Ma purtroppo non si riesce a scalfire l’indifferenza che c’è nella politica, e non solo, per queste tragedie. Ormai sfioriamo a oggi i 1100 morti complessivi dall’inizio dell’anno. Ma i politici fanno finta di credere che i morti calano da decenni, i media prendono per buono questo calo, ma sanno anche loro che non è vero”.
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