Ministro del lavoro Di Maio. Prima di tutto mi complimento perchè per la prima volta in oltre dieci anni di monitoraggio un Ministro del lavoro, direi neppure un solo parlamentare, per la prima volta ha riconosciuto che le morti sul lavoro sono molte di più di quelle ch diffonde l'INAIL, che vengono spacciate come rappresentative di tutte le morti sul lavoro in Italia. E' una svolta importantisisma. Non è cosa da poco, lo riconosco. Credo che la mia battaglia solitaria decennale trova finalmente dei riscontri, non solo nei cittadini che a migliaia visitano l'Osservatorio ogni giorno, ma finalmente anche da un Ministro. I morti sul lavoro nel 2017 sono stati complessivamente oltre 1350 se si contano tutti, anche i morti sulle strade e in itinere. ma l'INAIL deve spiegare a Lei e agli italiani che se le denune mortali arrivate a questo Istituto sono state nel 2017 1029, come mai poi i morti sono diventati meno di 700? Perchè un terzo non sono riconosciuti come tali. La informo che il 95% di tutti i morti sui Luoghi di Lavoro (escluso itinere) non hanno l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, che un lavoratore su cinque che muore sui Luoghi di lavoro ha più di 60 anni. Che la Legge Fornero ha fatto aumentare i morti sul lavoro in tarda età. Che il jobs act ha precarizzato la vita a tutti i nuovi assunti, anche sulla Sicurezza: come può uno rifiutarsi di svolgere un lavoro pericoloso se corre il rischio di essere licenziato senza più neppure una scusa? Lo sa Ministro Di Maio che nel 2018 solo sui LUOGHI DI LAVORO sono morti dall'inizio dell'anno ben 361 lavoratori (che almeno altrettanti muoiono sulle strade e in itinere). Che tra questi sono già 80 gli schiacciati dal trattore? Che la primavera scorsa è stata rinviata per l'ennesima volta una legge europea del 2003 che obblighrebbe chi guida questo mezzo mortale a sottoporsi ad un esame per avere un patentino per guidarlo? E' normale? E non si chiede perchè è stata rinviata ancora? Se vuole mandare un segnale forte, istituisca una Commissione Parlamentare per verificare quanti sono in realtà i morti sul lavoro in Italia e per sapere come sono spesi i soldi ( e sono tantissimi) della collettività sulla Sicurezza. Dal 1° gennaio 2008 monitoro i morti sul lavoro, sono tutti registrati su tabelle excel con identità, provincia della tragedia, giorno dell'infortunio mortale, età, professione e nazionalità. Da quell'anno i morti sul lavoro sono aumentati di oltre il 20%, altro che cali, se si prendono in considerazione tutti i lavoratori e non solo gli assicurati INAIL. Questa di questi anni è stata una politica fallimentare per quanto riguarda i morti sul lavoro. Io sono a disposizione per dare il mio contributo. sono solo un volontario che dopo la tragedia della ThyssenKrupp di Torino si è accorto che nessuno monitorava in tempo reale quanti erano i morti sul lavoro. Adesso se un cittadino vuole sapere com'è la situazione su queste tragedie e apre il blog dell'Ossevatorio può saperlo, giorno per giorno
http://cadutisullavoro.blogspot.it
https://www.facebook.com/LuigiDiMaio/videos/1761283867241485/?t=2
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