sabato 2 marzo 2024

Finalmente anche Zoello Forni Presidente di ANMIL prende posizione sui morti parziali di INAIL. occultati in 17 anni oltre 6000 lavoratori morti sul lavoro, seppure ogni mese facevo loro queste denunce

 

Ci sono voluti ben 17 anni per far emergere quello che denuncio come curatore dell’Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro dal 1° gennaio 2008: che i morti sul lavoro di INAIL sono rappresentativi solo di una parte dei morti sul lavoro e rappresentano solo i morti di questo Istituto dello Stato: deriso, umiliato, boicottato in questi 17 anni quando scrivevo che i morti sul lavoro erano molti di più, che il 30/40% ogni anno sfuggivano e sfuggono alle statistiche.    Oltre 6000 morti sul lavoro in questi 17 anni nascosti, occultati per interessi di ogni tipo, dalla politica, dai Ministri del lavoro e dell’Agricoltura, dai partiti di ogni colore che si sono succeduti, dalle Commissioni Parlamentari, anche quelle di Inchiesta. Ma perché tutto questo? Perché non hanno voluto vedere tutto questo? Per interesse di ogni tipo, per indifferenza, cosa volete che siano per questi “rappresentanti del popolo 300/400 morti sul lavoro occultati ogni anno? Falsi progressisti che se la “tirano” coi massimi sistemi mondiali, che credono che le sorti del mondo dipendono dalle loro posizioni, e poi si dimenticano del dolore straziante che ciascun morto sul lavoro;  che sia uomo, donna, anziano, giovane, padre, madre, fratello, sorella. Morti sul lavoro che non hanno avuto neppure “l’onore” di essere considerati morti sul lavoro. Certo che lascia sconcertati leggere che ora si “accorgono” che tanti morti in tutti questi anni non sono stati “contati. E’ la prima volta che ANMIL e il loro Presidente Zoello Forni dichiarino questo. Caro Zoello Forni lo dica a INAIL che in tutti questi anni ha fatto disinformazione con la complicità di tanti, che i morti che manda in Europa fa apparire l’Italia più virtuosa di quella che è. Che tanti si sono arricchiti con questa narrazione minimalistica. Come giustificare poi agli italiani l’enorme quantità di denaro speso sulla InSicurezza senza nessun risultato, anzi con un aumento costante dei morti sul lavoro, Grazie anche ai tanti visitatori del blog dell’Osservatorio, questa non è solo una vittori amia, ma di tutti noi. Grazie anche a Amadeus che a Sanremo presentando la bellissima canzone “L’uomo nel lampo” ha citato i 1985 morti che ha diffuso l’Osservatorio, Ma ieri sono usciti le denunce arrivate a INAIL a gennaio 2024, sono state 45, l’Osservatorio ne ha registrati per il mese di gennaio 80, e sono solo quelle sui Luoghi di lavoro, oggi due marzo alle ore 10 siamo già a 219 e 178 di questi (tutti registrati) sono morti sul posto di lavoro. Tante morti si sarebbero potute evitare con la conoscenza, come per esempio i 167 agricoltori schiacciati dal trattore nel 2023 e già i 17 quest’anno. Ma chi se ne dovrebbe occupare pensa a tutt’altro. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro

 

Roma, 1° marzo 2024 – “I dati pubblicati nella mattinata di ieri dall’INAIL relativi alle denunce di infortunio e di malattia professionale, registrano un grave aumento ma non dobbiamo dimenticare che sono dati provvisori e soprattutto parziali, in quanto non contemplano tutto il mondo del lavoro ma solo la platea degli assicurati INAIL, escludendo i lavoratori con la partita iva e le categorie diversamente assicurate”, sottolinea sconcertato Zoello Forni, Presidente nazionale ANMIL.
“Parliamo di un aumento delle denunce di infortunio del 6,8% rispetto allo stesso mese di gennaio dello scorso anno, con un numero pari a 42.166 infortuni denunciati, che ha riguardato sia gli incidenti avvenuti in occasione di lavoro, con un incremento del 6,3%, che gli incidenti in itinere, con un aumento del 9,7% e ciò significa che la ripresa dopo il periodo natalizio ha inciso senza che nulla cambiasse”, aggiunge Forni.
“Quello che però riteniamo ancor più grave è stato l’incremento delle malattie professionali denunciate e registrate dall’Istituto, con i casi che sono aumentati di quasi 1500 unità e con un incremento pari al 30,9% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. L’incremento ha riguardato principalmente i lavoratori ‘conto stato’ dove le denunce sono aumentate di oltre il 71%, e ha riguardato soprattutto le regioni del Sud Italia, con un aumento pari al 39,3%”, conclude il Presidente ANMIL.

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