Ci sono voluti ben 17 anni per far emergere quello che
denuncio come curatore dell’Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro
dal 1° gennaio 2008: che i morti sul lavoro di INAIL sono rappresentativi solo
di una parte dei morti sul lavoro e rappresentano solo i morti di questo
Istituto dello Stato: deriso, umiliato, boicottato in questi 17 anni quando
scrivevo che i morti sul lavoro erano molti di più, che il 30/40% ogni anno
sfuggivano e sfuggono alle statistiche. Oltre
6000 morti sul lavoro in questi 17 anni nascosti, occultati per interessi di
ogni tipo, dalla politica, dai Ministri del lavoro e dell’Agricoltura, dai
partiti di ogni colore che si sono succeduti, dalle Commissioni Parlamentari,
anche quelle di Inchiesta. Ma perché tutto questo? Perché non hanno voluto
vedere tutto questo? Per interesse di ogni tipo, per indifferenza, cosa volete
che siano per questi “rappresentanti del popolo 300/400 morti sul lavoro
occultati ogni anno? Falsi progressisti che se la “tirano” coi massimi sistemi
mondiali, che credono che le sorti del mondo dipendono dalle loro posizioni, e
poi si dimenticano del dolore straziante che ciascun morto sul lavoro; che sia uomo, donna, anziano, giovane, padre,
madre, fratello, sorella. Morti sul lavoro che non hanno avuto neppure “l’onore”
di essere considerati morti sul lavoro. Certo che lascia sconcertati leggere
che ora si “accorgono” che tanti morti in tutti questi anni non sono stati “contati.
E’ la prima volta che ANMIL e il loro Presidente Zoello Forni dichiarino
questo. Caro Zoello Forni lo dica a INAIL che in tutti questi anni ha fatto
disinformazione con la complicità di tanti, che i morti che manda in Europa fa
apparire l’Italia più virtuosa di quella che è. Che tanti si sono arricchiti
con questa narrazione minimalistica. Come giustificare poi agli italiani l’enorme
quantità di denaro speso sulla InSicurezza senza nessun risultato, anzi con un
aumento costante dei morti sul lavoro, Grazie anche ai tanti visitatori del
blog dell’Osservatorio, questa non è solo una vittori amia, ma di tutti noi.
Grazie anche a Amadeus che a Sanremo presentando la bellissima canzone “L’uomo
nel lampo” ha citato i 1985 morti che ha diffuso l’Osservatorio, Ma ieri sono
usciti le denunce arrivate a INAIL a gennaio 2024, sono state 45, l’Osservatorio
ne ha registrati per il mese di gennaio 80, e sono solo quelle sui Luoghi di
lavoro, oggi due marzo alle ore 10 siamo già a 219 e 178 di questi (tutti
registrati) sono morti sul posto di lavoro. Tante morti si sarebbero potute
evitare con la conoscenza, come per esempio i 167 agricoltori schiacciati dal
trattore nel 2023 e già i 17 quest’anno. Ma chi se ne dovrebbe occupare pensa a
tutt’altro. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Nazionale di Bologna
morti sul lavoro
Roma, 1° marzo 2024 – “I dati pubblicati nella mattinata di
ieri dall’INAIL relativi alle denunce di infortunio e di malattia
professionale, registrano un grave aumento ma non dobbiamo dimenticare che sono
dati provvisori e soprattutto parziali, in quanto non contemplano tutto il
mondo del lavoro ma solo la platea degli assicurati INAIL, escludendo i
lavoratori con la partita iva e le categorie diversamente assicurate”,
sottolinea sconcertato Zoello Forni, Presidente nazionale ANMIL.
“Parliamo di un aumento delle denunce di infortunio del 6,8%
rispetto allo stesso mese di gennaio dello scorso anno, con un numero pari a
42.166 infortuni denunciati, che ha riguardato sia gli incidenti avvenuti
in occasione di lavoro, con un incremento del 6,3%, che gli incidenti in
itinere, con un aumento del 9,7% e ciò significa che la ripresa dopo il periodo
natalizio ha inciso senza che nulla cambiasse”, aggiunge Forni.
“Quello che però riteniamo ancor più grave è stato
l’incremento delle malattie professionali denunciate e registrate dall’Istituto, con i casi che sono
aumentati di quasi 1500 unità e con un incremento pari al 30,9% rispetto allo stesso
mese dello scorso anno. L’incremento ha riguardato principalmente i
lavoratori ‘conto stato’ dove le denunce sono aumentate di oltre il 71%, e ha
riguardato soprattutto le regioni del Sud Italia, con un aumento pari al
39,3%”, conclude il Presidente ANMIL.
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