lunedì 30 aprile 2012

Anche oggi 3 morti sul lavoro

Bergamo E' morto Roberto Giudici di 46 anni. Giudici e' morto schiacciato dagli ingranaggi di un mulino. La tragedia sul lavoro si e' verificata a Cerete. Secondo una prima ricostruzione sembra che Giudici, 46 anni, abitante in paese, stesse effettuando delle operazioni di manutenzione allo storico mulino di famiglia quando per cause in corso di accertamento e' scivolato finendo tra gli ingranaggi che lo hanno stritolato. 30 aprile 2012 reggio Emilia E' morto roberto Di Maria un elettricista di 48 anni. Di Maria, e' morto in seguito a un infortunio sul lavoro avvenuto in un' azienda a Rubiera, nel comprensorio ceramico reggiano. La vittima stava lavorando alla sistemazione di lampade di emergenza quando e' caduto da una scala, riportando gravi traumi. E' stato soccorso dai sanitari del 118 e portato all'ospedale Santa Maria Nuova dove purtroppo e' deceduto. BOLZANO, 30 APR E' morto Johann Innerhofer di 45 anni. sembra che Innerhofer sia stato ucciso dallo shock anafilattico causata dalla puntura di un'ape. Innerhofer è stato trovato senza vita in un campo a Terlano, poco distante da Bolzano. Sara' l'autopsia a rivelare l'esatta causa della morte , ma i soccorritori hanno ipotizzato che l'agricoltore sia stato ucciso dalla puntura dell'insetto, reso aggressivo dalle temperature insolitamente elevate di questi giorni.

Prescrizione batte Giustizia: per la morte di Antonio D’Amico non c’è colpevole

di Alessandro Bongarzone RAVENNA - Antonio D’Amico, racconta sua figlia Concetta, “puzzava di fabbrica”. Era uno di quei “quadri intermedi” FIAT, considerati ancora - dai tanti fighetti di sinistra - "venduti e traditori", che aveva fatto del suo “Lavoro” il suo biglietto da visita e - insieme alla dedizione alla sua famiglia - la sua ragione di vita. In “Fabbrica”, a Pomigliano, Antonio era entrato da ragazzo e, a 52 anni, aveva compiuto tutta la trafila che lo aveva portato - da apprendista - ad assumere un ruolo di coordinamento e guida dei suoi compagni di lavoro non solo per motivi legati alla disciplina e alla gerarchia contrattuale ma, soprattutto, perchè era uno dei migliori; un punto di riferimento, insomma! Ebbene, con questa esperienza; con questo retroterra di sapere e di conoscenza, quel maledetto 6 marzo 2002, Antonio - a detta di FIAT, che l’ha dichiarato al processo - avrebbe agito con leggerezza e avventurismo, al punto di trovarsi davanti alle ruote del “muletto” che lo ha investito uccidendolo. Il mezzo, è stato appurato in sede processuale, era guidato - senza patentino - da uno dei “disperati” della produzione: un incolpevole giovane precario, neo assunto dalla società appaltatrice dei lavori di logistica, senza formazione né esperienza che in primo grado, comunque, si accolla tutta la responsabilità e viene condannato, nel 2008 (sei anni dopo l’omicidio, a quattro anni dall’inizio della causa), a poco più di un anno. Con lui, ad onor del vero, vengono parimenti condannati: il suo capo diretto e un dirigente della società LOGIT tant’è che, stante che tutti i chiamati in causa di FIAT (4 dirigenti) sono andati assolti, è solo per salvare loro, non certo il ragazzo, che l’azienda di “Corso Agnelli” ricorre in appello chiedendo l’annullamento della sentenza di primo grado. Il processo di appello si trascina, tra un rinvio e l’altro, per quasi quattro anni mettendo in opera un’azione di demolizione fisica e morale dei familiari di Antonio, primo tra tutti suo figlio Rosario, dirigente sindacale di USB in FIAT, che da oltre 10 anni vive solo per riabilitare la memoria di suo padre e per ottenere la condanna dei suoi assassini. é proprio Rosario, presente in fabbrica anche il giorno dell’omicidio di suo padre, che mi racconta dei tempi artatamente dilatati: una volta solo perché il numero civico dell’indirizzo di residenza di uno degli imputati non corrispondeva all’indirizzo comunicato; e delle tante umiliazioni a cui è stata sottoposta la sua famiglia attraverso: false testimonianze; spostamenti in reparti confino e continue provocazioni. Fino all’ultima, il giorno della sentenza di “prescrizione del reato” quando, al termine della lettura del dispositivo, il giudice ha chiesto ai carabinieri in aula di “scortare” i familiari all’uscita. Prescrizione, dunque. Anche in questo caso la giustizia italiana, impotente con i potenti, arriva ad appurare una verità; indica i colpevoli e li processa ma li manda a casa senza “punizione” e, come se non bastasse, condanna i familiari delle vittime ad un di più di onta fatta di sorrisetti, di calunnie gratuite e di minacce quelle a cui, fin dal 6 marzo 2002, Rosario è stato sottoposto e che oggi, fatta forte dalla sentenza favorevole e dei mutati rapporti di forza post referendarie in fabbrica, FIAT sarà tentata d’inasprire. Ben vengano, dunque, i riflettori accesi dal presidente della Repubblica, che il prossimo 1° maggio consegnerà a Rosario, la “Stella al Merito” alla memoria di suo padre Antonio, perché - più del valore simbolico - sono un modo per inibire le azioni repressive di FIAT. Purtroppo, però, possono non bastare ed è per questo motivo che quei riflettori dobbiamo tenerli accesi il più a lungo possibile. Dobbiamo azionare un’opera fatta di continui appelli, notizie, iniziative di sostegno a Rosario che costituiscano, insieme ad una doverosa azione informativa, un deterrente a qualsiasi atto ostile nei suoi confronti. Non mi illudo di battere il colosso di Detroit e il suo profeta. Ma non tentare, almeno, di far valere i miei diritti di cittadino indignato e di consumatore sovrano: orientato e incazzato, sarebbe una sciocca e inutile resa senza combattere a cui, almeno io, proprio non riesco a rassegnarmi. Così, dopo gli accordi imposti dal profeta del nuovo capitalismo, io e mia moglie, abbiamo deciso di comprare - fino a prova contraria - solo macchine di altre aziende europee, tedesche o francesi: ci sembrano migliori, costano di meno e - almeno a prima vista - trattano meglio i loro operai! A proposito, in barba alla bile del profeta che continua a perdere quote di mercato, lo scorso anno ne abbiamo cambiate due. A rate, ovviamente! http://www.dazebaonews.it/italia/cinquanta-giorni-da-orsacchiotto/item/10055-prescrizione-batte-giustizia-per-la-morte-di-antonio-d%E2%80%99amico-non-c%E2%80%99%C3%A8-colpevole

sabato 28 aprile 2012

registriamo altri 3 morti sul lavoro

BRINDISI 28 aprile 2012 E' morto Cosimo D'Agnano titolare di una piccola impresa edile. D'Agnano e' morto schiacciato da un carrello per il trasferimento di attrezzi e materiale edile che si e' staccato dal montacarichi. La tragedia a San Vito dei Normanni. D'Agnano stava compiendo lavori in un'abitazione privata. La tragedia davanti ai suoi dipendenti. Brindisi 26 aprile E' morto Tommaso Creanza, 63enne. Da più di venti giorni ricoverato nel reparto di rianimazione dell'ospedale "Perrino" di Brindisi. Ma le condizioni in cui è arrivato, non lasciavano speranze. Creanza, è deceduto due giorni fa, era caduto da una impalcatura, sbattendo violentemente la testa, mentre cercava di smontare dei pannelli in un opificio nella zona industriale della città. Monza E' morto Giovanni Beltramini il macellaio di 50 anni che giovedì era rimasto vittima di un infortunio sul lavoro nel centro commerciale Il Gigante a Villasanta ed morto in mattinata. Era ricoverato in rianimazione all'ospedale di Vimercate, dove era giunto in codice rosso, e aveva subito due operazioni per intervenire sull'arteria recisa. Bergamini stava disossando un pezzo di carne quando si è accoltellato, recidendo un'arteria e perdendo una grande quantità di sangue.

venerdì 27 aprile 2012

E' morto Tiziano Pisetta a Trento

Trento 26 4 2012 E' morto Tiziano Pisetta imprenditore di 41 anni. Pisetta è morto dopo cinque giorni dall'infortunio sul lavoro, era rimasto vittima di un infortunio sul lavoro mentre era in cima ad una scala nella ditta del porfido di cui era uno dei titolari. Pisetta era su una scala quando ha perso l'equilibrio ed è caduto a terra. I medici lo hanno sottoposto in questi giorni ad alcuni delicati interventi chirurgici ma purtroppo sono risultati vani.

Il 28 aprile giornata mondiale sulla sicurezza sul lavoro

Il giorno 28 aprile sarà la giornata mondiale della Sicurezza sul Lavoro, un giorno sui cui riflettere e cercare di comprendere, nella sua complessità, il triste fenomeno delle morti per infortunio sul lavoro in Italia. Dal 1 gennaio 2008, dopo la tragedia della Thyssenkrupp di Torino in cui morirono bruciati vivi sette operai, ho dedicato buona parte del mio tempo libero all’Osservatorio Indipendente di Bologna per monitorare i morti sul lavoro in Italia. In poco tempo di raccolta dei dati delle vittime come la loro attività, età, luogo dell’evento, mi sono accorto della disinformazione e del pressapochismo con i quali vengono affrontate queste tragedie da parte di tutti gli organi competenti e dell’informazione. Sul fenomeno ci sono molti luoghi comuni e purtroppo anche tanti interessi economici. Dal mio osservatorio privilegiato posso affermare, documenti alla mano, che non è affatto vero che i morti sul lavoro stanno calando, solo tra il 2008 e il 2009 abbiamo registrato un leggero calo mentre nel 2011 l’aumento è stato dell’11,5% rispetto al 2010 e l’anno scorso sono stati superati sui luoghi di lavoro addirittura i morti del 2008. Nel 2011 sono morti sui luoghi di lavoro oltre 650 lavoratori, più di 1100 aggiungendo quelli deceduti sulle strade e in itinere; 139 agricoltori sono morti schiacciati dal trattore e in questa categoria si supera il 30% di tutti i morti sul lavoro se si considerano anche altre cause di decesso per infortunio. Quando penso a queste morti mi viene una grande rabbia. Basterebbero pochi lavori mirati sulla cabina dei vecchi trattori senza protezioni, che impediscono al guidatore di essere sbalzato fuori in caso di manovra errata, per salvare la maggior parte degli agricoltori. Purtroppo il nostro Parlamento è impegnato in cose ben più importanti della tutela dei propri cittadini. Occorrerebbe anche sottoporre ad una vista medica d’idoneità alla guida ad una certa età: I trattori sono “mostri” che non perdonano il più piccolo errore e il territorio in gran parte collinare del nostro paese con i riflessi poco pronti sono componenti micidiali. Un’altra categoria che paga un prezzo elevatissimo di sangue è l’edilizia. La maggior parte degli edili muore cadendo dall’alto ed a morire sono quasi tutti stranieri o meridionali, anche nei cantieri del centro-nord. Le vittime lavorano in piccole e piccolissime aziende dove è difficile vedere indossare anche il casco. Gli stranieri morti per infortuni sul lavoro sono oltre il 13% del totale. Questi poveri lavoratori spesso non parlano l’italiano e non conoscono neppure le più semplici norme di autotutela. In questo caso occorrerebbe l’obbligo di frequenza a corsi sulla sicurezza e un esame d’idoneità prima di impiegarli in lavori pericolosi. Qualche volta è l’artigiano proprietario dell’impresa a morire per infortunio. Noto spesso, da parte di chi ha altri interessi, il tentativo di scaricare sui lavoratori la responsabilità delle tragedia. Ma il proprietario o il superiore che spesso lavora con la vittima è responsabile della sua integrità fisica ed ha l’obbligo di far indossare le protezioni, pena anche il licenziamento degli inadempienti. Ma ciò, oltre ad avere un costo, rallenta i lavori e quindi si preferisce trascurare l’aspetto della sicurezza per accelerare i lavori e aumentare il margine di guadagno. I morti nelle fabbriche sono intorno al 10% sul totale: anche nell’industria, come nei cantieri, a morire sono soprattutto lavoratori di aziende artigiane, dove il sindacato non è presente. Nei grandi cantieri e nelle fabbriche dove c’è un responsabile della Sicurezza le morti per infortuni si contano sulle dita di una mano, nonostante gli addetti siano milioni. Numerosi sono anche i morti nei servizi all’impresa. Spesso si ha un controllo molto efficace sulla sicurezza tra i dipendenti, ma nessuno tra i lavoratori esterni e gli artigiani chiamati a svolgere lavori di manutenzione. Purtroppo anche quest’anno assistiamo ad un numero elevatissimo di morti, siamo già ad oltre 150 dall’inizio dell’anno solo sui luoghi di lavoro, e oltre 300 contando i decessi sulle strade e in itinere. Le statistiche ufficiali ci dicono che anche il 2011 è stato “migliore” del 2010, con un calo dei morti sul lavoro ripetto al 2010 di oltre il 4%, cosa non vera, anche sui morti sul lavoro si tira la coperta dove fa più comodo. C’è da chiedersi come mai l’Osservatorio Indipendente di Bologna registra molti morti in più, mentre le statistiche ufficiali mediamente il 15% in meno tutti gli anni. Su questo punto occorre fare la massima chiarezza. Il calo dei morti per infortuni sul lavoro registrato dalle statistiche ufficiali, ma non dall’Osseravtorio è sulle strade e in itinere, ma non sui luoghi di lavoro, e questo non per una migliore prevenzione, ma per merito di automobili tecnologicamente più sicure che per fortuna vengono comprate anche dai lavoratori una volta rottamate le vecchie. Questo significa che in realtà i controlli sui posti di lavoro sono diminuiti e i morti aumentati, e che nessuno può esultare per un risultato positivo che non esiste. L’Osservatorio Indipendente di Bologna segnala come morti sul lavoro tutti i lavoratori che muoiono mentre lavorano, indipendentemente da chi sono, dal lavoro che svolgono e dalla loro posizione assicurativa. L’INAIL probabilmente considera morti sul lavoro solo i suoi assicurati: non sono assicurati all’INAIL i tantissimi agricoltori che muoiono in tarda età e già pensionati che rimangono schiacciati dal trattore, chi lavora in nero, i militari ecc. Non sono inseriti tra le vittime i contenziosi, fino alla conclusione del processo che quasi sempre dura anni. In pratica noi registriamo tutti gli anni oltre un centinaio di morti sui luoghi di lavoro in più. I morti sul lavoro in “nero” meritano un approfondimento particolare, spesso sono lavoratori sfruttati da terzi. Qualche volta ci sono anche tentativi di far passare l’infortunio mortale come una disgrazia avvenuta altrove. Ma in diversi casi sono la faciloneria e l’improvvisazione le causa della morte di tanti che lavorano in “nero”. Ad esempio spesso accade che si chiamino parenti, amici e conoscenti “esperti” per fare lavori di potatura di alberi che poi travolgono i malcapitati, oppure ci si improvvisa muratori e si cade dai tetti, oppure guidando trattori come già evidenziato in precedenza, e si potrebbe continuare con innumerevoli altre situazioni. Chi commissiona questi lavori non si rende conto delle gravissime conseguenze a cui va incontro in caso d'infortunio mortale. Come si evince il fenomeno è molto complesso e con molte sfaccettature. Tra pochi giorni ci sarà il 1° maggio, il giorno di festa dei Lavoratori, ma credo che ci sia poco da festeggiare. Un governo classista, non eletto dai cittadini, appoggiato da partiti di destra, di centro e di sinistra, ha preso misure a senso unico per risanare il paese: è stata bloccata la contingenza sulle pensioni superiori a 100 euro, stravolta la normativa sull’Articolo 18 che rende più facili i licenziamenti senza giusta causa, reintrodotta una tassa sulla prima casa e triplicata quella per le seconde, una tassa che non distingue tra chi possiede una casetta di montagna ereditata dai genitori e chi ha decine d’appartamenti in affitto e che scaricherà l’aumento sugli inquilini. Per il 10% degli italiani che hanno visto aumentare la ricchezza a dismisura in questi ultimi anni non è stata introdotta nessuna patrimoniale. Ma la misura che più fa arrabbiare è il notevole allungamento dell’età per avere i requisiti per andare in pensione, non facendo nessuna distinzione tra chi svolge lavori faticosi e pericolosi e chi lavora con un computer. Lavorare fino a 65 anni ed oltre, con riflessi poco pronti e non in perfetto stato di salute, nelle fonderie, nelle officine, sui tetti o alla guida di un trattore provocherà un forte aumento delle morti sul lavoro e questo accadrà con la colpevole complicità di quasi tutti i nostri parlamentari. Carlo Soricelli metalmeccanico in pensione e curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro.

Brucia il Vignola trent'anni dopo tra rimozione e memoria”

Todi, 25 aprile 1982 Brucia il Vignola trent'anni dopo tra rimozione e memoria” Uno storico palazzo al centro di Todi: il Vignola. Prima Seminario Vescovile, poi, dal 1969, sede espositiva di fiere e rassegne. Una Mostra Mercato dell’Antiquariato nata per iniziativa di un brillante imprenditore e subito salita ai vertici tra le manifestazioni del settore. Una cittadina, Todi, che si scopre quasi all'improvviso meta turistica, assalita ogni primavera da migliaia di visitatori da tutta Italia. Poi, nella mattina dell’ultimo giorno di apertura dell’edizione del 1982, tutto si infrange. Scoppia un incendio. Nel caos generale, molti tra i visitatori, gli antiquari e le standiste, scappano dalla parte sbagliata e restano intrappolati, uccisi dalle fiamme o dal fumo. Altri riescono a salvarsi, trovando scampo in modo fortunoso, grazie anche all’aiuto di soccorritori improvvisati. Il bilancio finale è pesantissimo: 35 morti, almeno 40 feriti, di cui alcuni gravissimi con lesioni permanenti, mobili e quadri andati in fumo o danneggiati, il palazzo semidistrutto. Danni materiali e morali che verranno stimati in 10 miliardi di lire dell'epoca. E' una tragedia nazionale, con funerali di Stato alla presenza del Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Scoppiano subito le polemiche sulla mancata adozione delle misure di sicurezza, quasi inesistenti all’interno del palazzo. Sotto accusa finiscono non solo gli organizzatori ma anche la legislazione in materia, poco chiara e del tutto inadeguata. Avviate le indagini, constatato il vuoto normativo, gli inquirenti, sulla base delle testimonianze e delle perizie, otterranno il rinvio a giudizio, per i reati di incendio colposo e omicidio e lesioni colpose plurimi, di due sole persone: una finirà condannata, l’altra sarà assolta. Sulla vicenda, dopo il processo di primo grado celebrato nel 1985, spentisi i riflettori, cala un velo. A distanza di trent’anni - animato da una perseverante passione civica che filtra forte e discreta allo stesso tempo dagli 'scritti privati' che chiudono il volume - Massimo Rocchi Bilancini ricostruisce con rigore e sensibilità insieme quel maledetto 25 aprile, con i suoi antefatti ed il suo seguito, mettendo a disposizione, per la prima volta, informazioni sostanzialmente inedite. Per provare a capire cosa accadde veramente quel giorno, cosa andò storto e perché. Gilberto Santucci

martedì 24 aprile 2012

E' morto Francesco Scibilia a Milazzo di Messina

Messina E' morto Francesco Scibilia, 55 anni, di Milazzo dopo essere caduto da un trattore mentre arava un terreno di sua proprietà. Francesco Scibilia, 55 anni, titolare di un’azienda che gestisce la manutenzione elettriche delle gallerie autostradali, è deceduto dopo essere stato ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale. Sulla tragedia stanno indagando i carabinieri

lunedì 23 aprile 2012

Se fosse morto qualcuno di loro per infortunio sul lavoro, s'interesserebbero di più di queste tragedie?

Tra pochi giorni sarà il 1 maggio, la Festa dei Lavoratori e purtroppo continua, nell’indifferenza della nostra classe dirigente, la strage di lavoratori morti per infortuni sul lavoro. Dall’inizio dell’anno sono già oltre 150 i morti sui luoghi di lavoro e si superano i 300 con i morti sulle strade e in itinere. In poco tempo si potrebbero salvare centinaia di vite se solo ci fosse la volontà politica per farlo. Anche i tanti nostri intellettuali, artisti dello spettacolo e giornalisti che prendono posizione e si scandalizzano su tutto, restano indifferenti verso questa carneficina che ha provovato l’anno scorso la morte di 663 lavoratori sui luoghi di lavoro e oltre 1200 con i morti sulle strade. Nel 2011 sono stati 139 gli agricoltori schiacciati da quell’autentica bara in movimento che chiamiamo trattore: con pochi accorgimenti sulla cabina, che impedisce al guidatore di essere sbalzato fuori si potevano salvare tutti. A morire nelle fabbriche e soprattutto nei cantieri di tutto il Paese, sono operai meridionali e stranieri, ed è forse per questo che nessuno se ne occupa. L’allungamento dell’età pensionabile, anche per chi fa lavori rischiosi, provocherà un aumento dei morti sul lavoro a causa dei riflessi poco pronti, che diventeranno micidiali con gli acciacchi dovuti all’età. Per questa occasione ho voluto fare un disegno che ricorda queste tragedie. Nel disegno ci sono decine di lavoratori morti sul lavoro cancellati con una croce nera: molti hanno uno sguardo terrorizzato, altri fissano il cielo, uno di loro, come un condannato a morte, ha fumato l’ultima sigaretta prima di morire; un altro ha un sorriso sgargiante, e non si rende conto che è già finita, e che il suo ottimismo è fuori luogo. Alcuni anziani, morti prima di arrivare alla pensione, che è diventata una chimera, guardano il vuoto rassegnati, un altro ancora, con la barba, probabilmente non abituato al silenzio, sembra interrogarsi sul perchè è morto. Un urlo disperato sul volto di un altro lavoratore chi si è reso conto che la sua vita è finita……Se vedete in questi volti somiglianze con qualcuno sappiate che è solo una casualità….

mercoledì 18 aprile 2012

E' morto Antonio Melfi a Pistilli di Matera. E' morto Salvatore Militillo a Palermo

Matera 18 aprile 2012 E' morto Antonio Melfi di 41 anni. Melfi è stato investito da un camion per la raccolta dei rifiuti, che stava procedendo in retromarcia all'interno di la discarica comunale, "La recisa" a Pisticci. E' stato sottoposto sotto sequestro dagli inquirenti il mezzo che ha investito Melfi, l'autista e collega di Melfi è stato sottoposto ad interrogatorio. 18 aprile 2012 E' morto Salvatore Militello di 72 anni. Militillo stava effettuando lavori nella parte esterna del tetto della sua abitazione al piano terra ed ha perso o l’equilibrio cadendo al suolo da diversi metri d'altezza. Nell'impatto col suolo ha battuto violentemente la tesa rimanendo ucciso sul colpo. Sul posto gli agenti di polizia ed il medico legale che stanno eseguendo i rilievi.

sabato 14 aprile 2012

7 morti in soli due giorni lavorativi

Tragica sequenza di morti sul lavoro negli ultimi 2 giorni lavorativi. Tre le vittime in Emilia Romagna: a Parma, a Modena e a Cesena. Due in provincia di Bari, una a Livorno e una a Perugia

venerdì 13 aprile 2012

E' morto Francesco Beccari. E' morto Maurizio Trenti

Perugia 13 aprile 2012 E' morto Francesco Beccari proprietario di un mobilificio. La tragedia intorno alle 16. Beccari secondo le prime ricostruzioni, era a bordo di un muletto fuori dal cancello dell’azienda e avrebbe agganciato l’albero per spostarlo, ma il peso del tronco avrebbe causato il ribaltamento del muletto, e sarebbe stato colpito alla testa, morendo sul colpo. Sul posto si sono portati i carabinieri, la polizia municipale di Magione, l’Asl e i vigili del fuoco. Il magistrato di turno ha disposto l’autopsia. MODENA 13 aprile E' morto Maurizio Trenti di 42 anni. Trenti è morto questa mattina a Modena dopo essere caduto dal tetto di un palazzo. Stava pulendo la canna fumaria insieme a un collega ed ha perso l'equilibrio cadendo da una altezza di circa 20 metri. Sul posto la polizia e gli esperti di medicina del lavoro, cui toccherà il compito di ricostruire la dinamica dell'incidente. Parma 13 aprile E' morto Domenico Passatore autotrasportatore di 51 anni. Passatore è morto fulminato da un cavo dell'alta tensione in un'azienda agricola a Roccalanzona. Passatore stava scaricando del mangime con il braccio meccanico di un mezzo del Consorzio agricolo di Parma quando ha toccato un cavo elettrico. La scarica ha provocato la morte immediata del 51enne. Sul posto sono intervenuti i militi del 118, l'elisoccorso e i carabinieri di Medesano ma solo l'arrivo dei vigili del fuoco ha permesso di liberare il corpo senza vita di Passatore dalla cabina in cui sedeva e dove lo ha raggiunto la scarica elettrica.

giovedì 12 aprile 2012

E' morto Fidelmo Urbini di 48 anni nel cesenate. E' morto un operaio di 48 anni a Modugno di Bari

FORLI' CESENA 12 aprile 2012. E' morto Filodelmo Urbini di 48 anni. Urbini è morto questa mattina alla cava di Masrola di Borghi a seguito delle gravi ferite riportate dallo schiacciamento di un nastro trasportatore. La tragedia alle cave Ceisa di Ripa Calbana. Oltre al personale medico del "118", arrivato con un'ambulanza, sono intervenuti anche i vigili del fuoco di Rimini per liberare il 48enne dal macchinario. E' stato fatto decollare anche l'elisoccorso da Ravenna, ma tutto è stato inutile: le lesioni si sono rivelate fatali. Bari 12 aprile 2012 E' morto un operaio di 47 anni schiacciato da una scavatrice. La tragedia nel tardo pomeriggio all'interno di una ditta di impianti elettrici sulla statale 96 a Modugno, alle porte di Bari. La vittima di cui non conosciamo ancora l'identità è rimasto schiacciato all'interno di una pala meccanica. I soccorsi sono stati immediati ma per il 47enne, non c'è stato nulla da fare. I colleghi di lavoro hanno infatti subito chiamato il 118 e un'ambulanza è intervenuta sul posto. Inutili i tentativi da parte dei sanitari di rianimare l'operaio: hanno dovuto soltanto constatarne la morte. Livorno, 12 aprile 2012 - E' morto un giovane bosniaco schiacciato dal suo trattore. Il giovane di 30 anni stava lavorando in un terreno agricolo nei pressi di Sassetta. Sul posto, oltre ai carabinieri, è intervenuto anche l'elicottero del 118 perché la zona è impervia e il luogo della tragedia difficilmente raggiungibile dai mezzi di soccorso. Secondo una prima ricostruzione sembra che il trentenne, residente nella zona, stesse raccogliendo della legna, quando il mezzo che stava conducendo si è improvvisamente rovesciato, schiacciandolo. Sono già 18 i morti provocati dal trattore. Una strage infinita quella provocata da questo autentico killer, che l'anno scorso a provocato la morte di 139 agricoltori

mercoledì 11 aprile 2012

E' morto un operaio di 63 anni schiacciato dalla macchina su cui stava lavorando. E' morto Benito Ratti in una cava

ROMA 11 aprile 2012 E' morto un meccanico di 63 anni in un'autofficina di via Luigi Lucatelli in zona Pietralata. La vittima è morto all'ospedale Pertini dov'era stato trasportato d'urgenza dopo essere stato schiacchiato da un'auto che stava riparando. Sul posto i carabinieri della stazione Prenestina. Da una prima ricostruzione sembra che si sia rotto il ponte sollevatore sul quale si trovava la macchina. E' morto Beninto Ratti di 69 anni cadendo da una scala dentro la cava in cui lavorava. Ma non è escluso che la morte sia stata causata da un malore. La vittima sarà sottoposta ad autopsia per accertare le cause della morte. La cava è sottoposta a controlli per verificare se sono state rispettate le norme sulla sicurezza.

martedì 10 aprile 2012

E' morto Kumar Sanoy operaio nepalese colpito da un calcio di un cavallo

Pisa 9 marzo 2012 E' morto Kumar Sanoy operaio nepalese. Sanoy è morto dopo essere stato colpito da un calcio di un cavallo diverse settimane fa a San Rossore. Non si hanno notizie più approfondite sulla dinamica della tragedia

lunedì 9 aprile 2012

E' morto Roberto Orlandi è l'ennesima vittima del trattore killer

Già 15 gli agricoltori schiacciati dal trattore dall'inizio dell'anno Arezzo 9 aprile 2012 E' morto Roberto Orlandi di 66 anni. Orlandi è l'ennesima vittima del trattore killer . La tragedia nella tarda mattina a Casignano nel comune di Cavriglia, in provincia di Arezzo. Orlandi era alla guida di un trattore e stava lavorando su un terreno agricolo quando, per cause in corso di accertamento da parte dei carabinieri, ha perduto il controllo del mezzo che è finito in una scarpata facendo un volo diversi metri. Nella caduta il trattore ha schiacciato Orlandi che è morto sul colpo. Inutili i tentativi di soccorso da parte del 118 e dei vigili del fuoco intervenuti sul posto. Purtroppo continua questa carneficina provocata dal ribaltamento del trattore che l'anno scorso ha visto morire 139 agricoltori che da soli hanno rappresentato il 20% di tutti i morti sui luoghi di lavoro. E' necessario che questo governo intervenga immediatamente stanziando fondi per la messa in sicurezza della cabina e che abbia il coraggio di sottoporre ad una visita medica d'idoneità alla guida di questo autentico "mostro" che porta il lutto in tantissimi anziani che a causa di riflessi poco pronti e in un terreno prevalentemente collinare come quello italiano richiede riflessi prontissimi. La maggioranza degli agricoltori morti ha oltre 65 anni. Il sito di meteoreologia che collabara alle previsioni del temo aveva inserito Arezzo tra le province a rischio infortuni per i lavoratori che operano all'aperto Arezzo 09/04/2012 1 °C 12 °C 1140m sereno RISCHIO INFORTUNI

mercoledì 4 aprile 2012

E' morto Pietro di mari a Rosolini di Siracusa

Siracusa 4 APR -E' morto Pietro Di Mari, 33 anni la notte scorsa nell'ospedale ''Cannizzaro'' di Catania. Di Mari era rimasto gravemente ferito in un incidente su lavoro avvenuto ieri a Rosolini, in provincia di Siracusa. Di Mari era stato dilaniato dalle lame di una falciatrice che stava riparando in un tetreno di sua proprietà. Era stato soccorso e trasportato, in gravissime condizioni nell'ospedale Cannizzaro.

martedì 3 aprile 2012

E' morto Federico Aglieri, Meteo Sicurezza aveva scritto sul blog "RISCHIO MEDIO" d'infortuni per oggi per i lavoratori che operano all'aperto per la provincia di Bergamo

Bergamo 3 aprile 2012 E' morto Federico Aglieri di 77 anni. Aglieri è morto nel primo pomeriggio schiacciato dal trattore mentre che stava utilizzano per lavorare un terreno agricolo di proprietà sulle colline di Gavarno di Nembro. Aglieri era a bordo del trattore, impegnato in una serie di lavori quando, per cause ancora in corso d'accertamento da parte dei Carabinieri di Alzano in prossimità di una scarpata, il 77enne è caduto dal tratore rimanendone schiacciato sotto le ruote. L'allarme è stato dato da un vicino, che ha assistito alla scena, allertando subito il 118, i carabinieri e i vigili del fuoco di Bergamo. Purtroppo però per Aglieri non c'è stato nulla da fare: i soccorritori non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.Vedovo, il 77enne lascia nel dolore due figlie e un figlio Meteo sicurezza e prevenzione sul lavoro aveva inserito per oggi "RISCHIO MEDIO" per la provincia di Bergamo 03/04/2012 -2 °C 5 °C 1160m sereno RISCHIO MEDIO Bergamo

Il coraggio di un RLS di Fulvio Fornaro

Il coraggio di un RLS di Fulvio Fornaro* Sembra, a volte, al di la delle cifre ballerine in salita e/o in discesa, che contro gli infortuni sul lavoro (molti dei quali ahimè mortali) si è impotenti. E questo stato genera uno sconforto interiore che quasi rende refrattari all’argomento. Ma la lettera pubblicata dall’Osservatorio indipendente di Bologna del mio amico Carlo Soricelli scritta da Marco Bazzoni, operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, mi ha fatto letteralmente sobbalzare in quanto, mi rendo conto che le sue considerazioni, sono perfettamente condivisibili. Osservazioni di un RLS che trova il coraggio di scrivere ciò che pensa: non è da tutti i giorni e non è merce da bancarella! Lui parte da una denuncia: la morte di quell’operaio di 47 anni (altri due versano in gravissime condizioni) che è caduto da 40 metri sul cantiere per la costruzione del nuovo inceneritore a Torino: un evento annunciato! Nel giro di un mese infatti, nello stesso cantiere (stessa solfa) il secondo morto. Non solo denuncia , ma ancor più sbalorditivo, trova la forza di dire ai sindacati (che chiedono adesso la chiusura del cantiere), di muoversi a scoppio ritardato (ritualità!!) “perché questa loro dichiarazione potrebbe risuonare come lacrime di coccodrillo". E andando giù, senza fermarsi, ricorda al Ministro Fornero che lei stessa, mesi fa, aveva detto, intervenendo all'assemblea del Cna, che il tema della sicurezza sul lavoro «sarà centrale nel lavoro del governo e nel suo impegno personale". Da del “caro” , il Bazzoni, al Ministro mentre la invita a riflettere che “sull'Italia pende una pesante procedura d'infrazione, per violazione di alcuni punti della direttiva europea quadro 89/391/CEE sulla sicurezza sul lavoro” . Il suo riferimento riguarda la "deresponsabilizzazione del datore di lavoro in caso di delega e subdelega", la cosiddetta "norma salva-mananger. Sarà una impressione, sperando di sbagliare, chiude con un pizzico di rammarico il bravo e coraggioso Bazzoni, stavolta rivolgendosi all’intera compagine governativa, ma “per adesso, non mi sembra che la salute e sicurezza sul lavoro siano molto importanti per il Governo Monti”.E l’ultimo accenno è per il Decreto semplificazioni (DL 5/2012), con cui il Governo Monti voleva smantellare (ricordate l’art 14?) i controlli per la salute e sicurezza sul lavoro, per le aziende in possesso di certificazione Iso-9001. Forse si è riusciti ad arginare la minaccia (ma questa storia bisognerebbe comunque esaminarla con più lucidità e capire meglio cosa poi effettivamente di buono si poteva tirarne fuori)! Questoi temi della sicurezza sul lavoro (ancor più degli infortuni!), è vero, nell’ultimo periodo intercorso erano stati trattati laconicamente; personalmente in quanto conscio del momento di estrema difficoltà che sta attraversano il nostro Paese (e noi con Lui!!) avevo capito che l’attenzione nei confronti di queste problematiche non era in pole position su l’agenda governativa. Che vuol dire? Che bisogna aspettare tempi migliori? E quali? Per adesso non ce ne sono e soprattutto non ce ne saranno, almeno nell’immediato, per gli onesti lavoratori che continuano a morire e ad ammalarsi. Ma un RLS, ripeto, un solerte e coraggioso RLS, sente la necessità di esternare al Ministro Fornero (donna di indiscusse capacità propositive) un malcontento che serpeggia negli animi di quei lavoratori che lui, per investitura ricevuta, rappresenta e nel rispetto dei quali, ha il sacrosanto dovere di battersi in tutti i modi per difendere e tutelare i diritti che riguardano la loro sicurezza e la loro vita stessa durante le fasi dell’attività lavorativa a cui adibiti: Marco Bazzoni riesce a sintetizzare con educazione e freddezza, tutta l’assenza del Governo Monti nella circostanza. Non in quella immediata dell’evento infortunistico mortale di Torino, ma l’assenza pressoché totale alle problematiche, ancora irrisolte, della tutela della salute e sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro. Dopo un inverno che ha coperto l’Italia di neve e l’ha stretta in una morsa di gelo “siberiano” assistiamo, proprio in questi giorni, allo sbocciare della bella stagione che sta appropinquandosi. Speriamo che agricoltura ed edilizia non paghino un prezzo molto alto (in numero di infortuni) con il ripristinarsi a pieno ritmo di queste attività fino a ieri “ibernate”. A giorni è Pasqua! L’augurio di SAIL 626 è che l’immagine della colomba e del ramoscello d’ulivo sia foriero, oggi come non mai, di un messaggio antico quanto il mondo: Pace e Serenità. Direttore sanitario SAIL626

lunedì 2 aprile 2012

Anche oggi 4 morti sui luoghi di lavoro

Sondrio E' morto un operaio di 48 anni in un infortunio sul lavoro avvenuto in località Prati Maslino, nel territorio comunale di Berbenno di Valtellina. L' uomo, a quanto si è appreso, stava manovrando un escavatore che, si è rovesciato e lo ha schiacciato. I sanitari del 118 giunti con l'eliambulanza hanno tentato inutilmente di rianimare l' operaio. Caserta E' morto Antonio Altieri un agricoltore di ottant'anni. Altieri, è morto schiacciato dal suo trattore mentre percorreva a bordo del mezzo in un terreno di sua proprietà, nel comune di Fontegreca. Secondo quanto accertato dai carabinieri della compagnia di Piedimonte Matese giunti sul luogo in seguito all'allarme dato dalla moglie della vittima, Altieri avrebbe perso il controllo del trattore in un tratto in discesa rimanendo travolto dal mezzo che si era ribaltato. E' morto poco dopo l'incidente. Meteo Sicurezza e prevenzione aveva messo "RISCHIO" infortuni per la provincia di Caserta Caserta 02/04/2012 8 °C 20 °C 2650m sereno RISCHIO PARMA, 2 APR - E' morto Nello Piovani colpito alla testa da una forma di parmigiano-reggiano precipitata dalla scaffalatura dove il formaggio era in stagionatura. La tragedia nel primo pomeriggio a Bannone di Traversetolo. Nello Piovani, settantenne era il titolare dell'azienda. Per cause in via di accertamento da parte dei carabinieri e della medicina del lavoro, la forma, di circa 50 kg, sarebbe improvvisamente caduta da un'altezza di diversi metri colpendo in pieno Piovani e uccidendolo sul colpo, schiacciandolo. Inutile il tentativo di rianimarlo del 118. Catanzaro 2 aprile 2012 E' morto Domenico Burdino, operaio di 50 anni. Burdino e' morto in un incidente sul lavoro in un marmificio a Girifalco: stava spostando delle lastre di marmo con un carrello quando, per cause in via d'accertamento, una di queste si e' sganciata e lo ha schiacciato. Sono stati chiamati subito i soccorsi, ma per Burdino non c'era piu' niente da fare. La Procura della repubblica ha disposto il sequestro dello stabilimento. Le indagini sono condotte dai carabinieri.

Di Marco Bazzoni operaio metalmeccanico Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza

eri è morto sul lavoro Cosimo Di Muro, operaio di 47 anni, nella costruzione del nuovo inceneritore di Torino e altri due operai sono rimasti feriti in modo grave. E' caduto da un ponteggio da un altezza di 40 metri. E il secondo morto nel solito cantiere nell'arco di un mese, e adesso i sindacati Cgil e Cisl chiedono di "Chiudere immediatamente il cantiere". Vorrei capire come mai i sindacati si muovono sempre a "scoppio ritardato" quando accadono queste stragi sul lavoro, perchè questa loro dichiarazione potrebbe risuonare come "lacrime di coccodrillo". Non era meglio chiudere questo cantiere, quando il 3 marzo morì sul lavoro Antonio Carpini, operaio di 42 anni, cadendo da un'altezza di 30 metri? Apprezzo sicuramente che il Ministro del Lavoro Elsa Fornero ieri si sia recata al CTO a far visita ai due operai edili infortunati nella caduta nel cantiere di Torino, cosi' come ha fatto mercoledi' nella visita fatta ai cinque lavoratori della Lafumet. Vorrei ricordare al Ministro Fornero che mesi fa aveva detto, intervenendo all'assemblea del Cna che il tema della sicurezza sul lavoro «sarà centrale nel lavoro del governo e nel suo impegno personale". Non sarebbe il caso di ripristinare le norme per la salute e sicurezza sul lavoro, volute dal Governo Prodi con il Dlgs 81 del 9 Aprile 2008 e stravolte dal Dlgs 106 del 3 Agosto 2009 (decreto correttivo), voluto fortemente dal suo predecessore On Maurizio Sacconi? Voglio inoltre ricordarLe caro Ministro Fornero, che sull'Italia pende una pesante procedura d'infrazione, per violazione di alcuni punti della direttiva europea quadro 89/391/CEE sulla sicurezza sul lavoro e che molto probabilmente, a breve, la Commissione Europea emetterà un parere motivato contro l'Italia, obbligandola ad adeguarsi alla disposizioni della lettera di costituzione di mesa in mora (in caso contrario scatterebbe una pesante sanzione, che si appliccherebbe giornalmente), che ha inviato alla Repubblica Italiana il 30 Settembre 2011. C'è un punto di questa lettera di messa in mora che pesa come un macigno che è la "deresponsabilizzazione del datore di lavoro in caso di delega e subdelega", la cosiddetta "norma salva-mananger", quella che il suo predecessore On Sacconi, diceva di aver cancellato dalla bozza del Dlgs 106/09, invece la norma non era stata cancellata, ma solo riscritta, in pratica, come si suol dire, "è uscita dalla porta per rientrare dalla finestra". Sarà una mia impressione, e spero di sbagliarmi, ma per adesso, non mi sembra che la salute e sicurezza sul lavoro sia molto importante per il Governo Monti. Come dimenticarsi che con il Decreto semplificazioni (DL 5/2012), il Governo Monti voleva smantellare i controlli per la salute e sicurezza sul lavoro, per le aziende in possesso di certificazione Iso-9001, e solo grazie al rumore mediatico che c'è stato dietro (appello, critiche di sindacati, partiti politici, associazioni, ecc), sono ritornati sui loro passi e la salute e sicurezza sul lavoro è stata esclusa dalla soppressione o riduzione dei controlli. Nella lettera di messa in mora, c'era un altro punto di violazione, cioè la proroga del termine per completare l’adeguamento alle disposizioni di prevenzione incendi per le strutture ricettive turistico alberghiere con oltre 25 posti letto esistenti in data del 9 aprile 1994. Questa proroga scadeva il 31 Dicembre 2011 ed il Governo Monti cosa fa?Si adegua alla disposizione della Commissione Europea?Assolutamente no, emana una nuova proroga fino al 31 Dicembre del 2012. Inoltre, come dimenticare l'autocertificazione del Documento di Valutazione dei Rischi per le imprese fino a 10 dipendenti, altro punto di violazione contenuto nella lettera di messa in mora, che è una cosa grave, anche perchè si permette alle imprese di certificare, ad esempio, che tutto va bene e che nelle loro aziende non ci sono rischi o sono minimi. Voglio ricordare che il 95% delle aziende italiane sono tra 5 e 10 dipendenti e sono quelle più soggette ad infortuni e morti sul lavoro. Questa autocertificazione scadrà il 30 Giugno 2012 e voglio sperare che questa volta il Governo Monti non emetterà una nuova proroga, perchè sarebbe davvero molto grave!!! Noi Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS), ci domandiamo: se effettivamente si vuole fare qualcosa, quanti morti devono ancora succedere? O come è accaduto tante volte in passato, dopo lo sdegno tutto è dimenticato?Vogliamo fatti e non solo parole, che rimangono fumo che si disperde nell'aria. Marco Bazzoni-Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza Email: bazzoni_m@tin.it

domenica 1 aprile 2012

E' morto Franco Michele Giovanni Marocco un agricoltore di 48 anni, è morto Andrea Bartolomei di 34 anni

Morti sui luoghi di lavoro in Italia nei primi 3 mesi del 2012, nelle cartine non sono segnalati i morti sule autostrade, in mare e all'estero.
Torino, 1 apr. E' morto Franco Michele Giovanni Marocco un agricoltore di 48 anni. Marocco e' morto fulminato mentre lavorava in un terreno di sua proprietà a Cumiana. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 con l'elisoccorso e un'ambulanza ma non c'e' stato nulla da fare. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri Marocco, mentre pompava dell'acqua con il trattore, avrebbe appoggiato le mani bagnate a un cavo della corrente rimanendo folgorato. Arezzo, 31 marzo 2012 E' morto Andrea Bartolomei, 34 anni, agricoltore di Citerna. Bartolomei stava tagliando una quercia che gli è crollata addosso, facendolo cadere in un canalone e uccidendolo. Bartolomei insieme allo zio aveva legata la pianta ad una fune d'acciaio al trattore. Sembra che la pianta, forse non legata bene si è sganciata e ha colpito violentemente il giovane facendolo precipitare in un burrone. Lo zio ha dato l'allarme e sul posto è arrivata un'ambulanza, a bordo il medico Sandro Bartolini, che ha preso una fune e si è legato ad un albero per scendere giù nel dirupo, insieme allo zio. Purtroppo si sono accorti subito che Barolomei era già morto. Sul posto anche il Pegaso, che però è volato via senza poter intervenire, vista la morte del povero giovane.