giovedì 29 giugno 2017

Cinque morti anche oggi

Strage continua provocata dal trattore. Ben tre anche oggi, così arriviamo a 72. Nelle province di Verona, Lodi e Cosenza. A Isola delle Femmine un idraulico è morto cadendo in un pozzo, in Piemonte sull' A4 è morto un autotrasporto.

mercoledì 28 giugno 2017

La strage continua. Anche ieri 27 giugno 4 morti sui luoghi di lavoro nelle province di Modena, Verona, Udine e Pisa. In Toscana è il secondo lavoratore morto in due giorni. Dopo il povero giovane di 19 anni Costantino Racu è morto un edlile di 54 anni cadendo da un ponteggio a Santa,Croce di Pisa. Mentre in provincia di Udine ha perso la vita un camionista. Nelle province diModena e Verona sono morti due agricoltori schiacciati da trattori e altri mezzi agricoli. Questo è il peggior anno da quando dieci anni fa ho aperto l'Osservatorio

venerdì 23 giugno 2017

Mi scuso coi visitatori ma TIM non connette

Come capita due o tre giorni al mese Internet( ma anche il telefono non funzionano). Il telefono addìrittura da dieci giorni. Non posso aggiornare l'Osservatorio. Sarebbe meglio meno balli(e balle) e piu efficienza nei servizi. Dovrei chiedere anche i danni, ma anche qui ci sono delle barriere burocratiche che rendono difficile la richiesta. Ma sono stanco e la prossima bolletta non la pago. Carlo Soricelli

mercoledì 21 giugno 2017

Un altro "Nessuno" che guida il trattore è morto schiacciato dal mezzo

Sono già 67 dall'inizio dell'anno e "nessuno" muove un dito. da quando è ministro delle Politiche Agricole Martina sono quasi 500 i morti provocati di questo mezzo. Qualcuno lo ha udito dire qualcosa a proposito? anche le false opposizioni che ci sono in parlamento non sprecano una sola parola su questa carneficina. Meglio non disturbare le lobby che il parlamento lo dominano.
Ma anche un operaio ha perso la vita: un lavoratore esterno che lavorava in una grande azienda in provincia di Sondrio

martedì 20 giugno 2017

Ancora e ancora morti sul lavoro. Altri cinque in due giorni

Due morti in edilizia: uno nella provincia di Savona dove a perdere la vita è stato un albanese di trent'anni cadendo da un tetto di un capannone mentre asportava amianto. la seconda in edilizia in Provincia di Enna è morto Santo Giacona, anche lui caduto da un ponteggio mentre stava ristrutturando una casa. E' morto dopo un'agonia che durava dal 5 giugno Matteo Notari un operaio travolto da un muletto in una fabbrica di Battipaglia nel salernitano, Mente un agricoltore muore punto da un'ape Rino Ansi di 67 anni.

lunedì 19 giugno 2017

Ancora tre morti sui luoghi di lavoro, tra questi non poteva mancare il "solito" agricoltore schiacciato dal trattore

Sono altre tre le vittime della nostra indifferenza sulle tragedie delle morti ul lavoro. Due sono nella mia regione, l'Emilia Romagna. Due morti provocate dalla stanchezza e da malori dovuti al caldo ma anche ai carichi di lavoro. A Modena un autotrasportatore è morto dopo un probabile malore schiantandosi contro un muro. 
Un operaio  morto rimanendo schiacciato tra due camion nel parmense. Un altro agricoltore (ma praticamente con la bella stagione ne muore uno giorni giorno, ma anche più di uno). Mirco Allegri aveva solo 35 anni e lascia moglie e prole, anche lui schiacciato dal trattore dopo il 17enne di giovedì scorso. Ma ormai mi sto rassegnando, sono anni che cerco di sensibilizzare per questa carneficina, ma chi dovrebbe occuparsene non lo fa. Ma veramente noi italiani ci meritiamo questa politica e questo parlamento di nominati che trova il tempo spesso per delle stupidate e non lo trova per occuparsi di queste tragedie? Poi quando finirà questo decimo anno di monitoraggio scriverò un libro su questa esperienza: i contatti, a chi ho mandato mail, le risposte spesso allucinanti di famosi parlamentari, l'indifferenza degli amministratori locali e nazionali, i contatti con il Presidente Napolitano, con senatori e deputati, con presidenti di Regioni, con giornalisti famosi e non conosciuti della RAI e della Carta Stampata che sono gli unici ad avere preso a cuore queste tragedie. Li ringrazierò tutti, e sono tanti, quelli che hanno dimostrato umanità e sensibilità. Ma se le istituzioni locali e nazionali se ne fregano di queste tragedie non c'è nulla da fare. Non a caso le morti sul lavoro sono addirittura aumentate da quando dieci anni fa ho aperto l'Osservatorio: le morti aumentano a causa della precarietà e per avere diminuito attraverso le leggi anche la Sicurezza sul lavoro.  

venerdì 16 giugno 2017

Un adolescente di 17 anni morto schiacciato dal trattore e il Parlamento ha appena rinviato la legge che obbliga chi guida questo mezzo a sottoporsi a un esame per prendere il patentino.

Da dieci anni monitoro tutte le morti sul lavoro con l'Osservatorio. se dovessi scrivere cosa penso fini in fondo dei "rappresentanti del Popolo" che sono in Parlamento rischierei una denuncia penale. E io non ho santi in paradiso che mi possono difendere, sono solo un metalmeccanico in pensione che visto che non lo faceva nessuno, dopo la tragedia della ThyssenKrupp di Torino, decisi di cominciare a monitorare queste morti che sono molte di più di quelle che dicono. Solo in questi primi 15 giorni di giugno i morti schiacciati dal trattore sono stati 12 e 65 dall'inizio dell'anno e ormai quasi cinquecento da quando abbiamo il pessimo Ministro delle Politiche Agricole Martina. Come si può giudicare un Ministro che se pur avvertito ogni anno, prima delle stragi che iniziano con la bella stagione, attraverso mail inviate alla sua segreteria, non fa niente per alleviare queste tragedie? Perchè ha permesso il rinvio in Parlamento pochi giorni fa  dell'obbligo del patentino per chi giuda questo mezzo mortale? Ma la risposta è semplice e tutti lo capiscono. Sono lì a occupare poltrone ben pagate. Questo ministro lo si vede dappertutto, ma mai si è sentito spendere una parola di solidarietà verso queste vittime che non dovrebbero farlo dormire alla notte. E l'opposizione cosa ci sta a fare? Cinque Stelle, Lega, Forza Italia, Articolo 1 ecc. va bene questa strage inarrestabile? Perchè non chiedono spiegazioni ai ministro Martina e a quello del lavoro Poletti? Perchè hanno approvato di fatto con il silenzio il rinvio della legge sul patentino per chi guida questo mezzo mortale e che provoca ogni anno un morto su cinque sui LUOGHI DI LAVORO? Le lobby contano più delle vite? Questo povero diciassettenne probabilmente non sarebbe morto se avesse avuto la consapevolezza di guidare un mezzo così pericoloso e i suoi familiari gli avrebbero impedito di salirci senza una preparazione adeguata. E la Commissioni Parlamentari che dovrebbero occuparsene cosa stanno facendo a proposito? A me questo Parlamento non mi rappresenta, come non rappresenta decine di milioni di lavoratori a cui vengono tolti diritti e sicurezza sul lavoro, come per esempio con il jobs act che ha abolito l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori per i nuovi assunti e che di fatto rende più facile l'infortunio, anche mortale, visto che potrebbe essere licenziato con una scusa se si rifiuta di svolgerlo.  I lavoratori non hanno praticamente rappresentanza in parlamento, a parte il Senatore Barozzino che non a caso è un operaio, e che ha proposto un disegno di legge che introduce il reato di omicidio sul lavoro. denunciatemi se volete, ma non è neppure tutto quello che penso.

giovedì 15 giugno 2017

la provincia di Cuneo sempre ai vertici delle morti per infortunio sul lavoro

15 giugno 2017 Sono 4 i lavoratori morti per infortuni nella provincia di Cuneo sui luoghi di lavoro negli ultimi tre giorno. Otto dall'inizio dell'anno. Nonostante sia una provincia con una scarsa popolazione ci sono quasi ogni anno diversi morti sul lavoro. Due sono gli agricoltori morti a causa del trattore: poi un idraulico di 36 anni caduto da tre metri d'altezza e un povero giovane di 19 anni investito da un muletto in un'azienda che commercia pneumatici. Ma la conta ogni giorno è inesorabile, già 305 sono i morti sui LUOGHI DI LAVORO in Italia dall'inizio dell'anno. Se le vittime per infortuni continueranno con questo ritmo si supererà ogni record negativa da quando il 1° gennaio 2008 ho aperto l'Osservatorio. Carlo Soricelli

mercoledì 14 giugno 2017

Con la morte di Mirko Nivazzi morto a Sasso Marconi ieri 13 giugno arriviamo a contare lo strabiliante numero di 300 morti sui luoghi di lavoro dall'inizio dell'anno e oltre 600 se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere. La trecentesima vittima del 2016 è stata Carmine Guglielmi ma era il giorno 29 di giugno. abbiamo raggiunto i 300 morti sui LUOGHI DI LAVORO con ben 15 giorni d'anticipo. E la politica sta a guardare

E' morto a soli 29 anni Mirko Nivazzi a Sasso Marconi di Bologna. Il povero giovane è caduto da una scala in un'azienda agricola mentre puliva una mietitrebbia. Ma anche ieri i morti sono stati ben 6 di cui due agricoltori schiacciati dal trattore in provincia di Cuneo. Due autotrasportatori hanno perso la vita in uno scontro tra TIR sull'autostrada A 14 all'altezza di Ravenna. Uno dei due TIR si è incendiato: immaginate la fine orrenda di questi camionisti. Quando entri in autostrada ti vengono i brividi nel vedere questi bisonti che spesso fanno la gara tra di loro incuranti degli automobilisti. Ne muoiono tantissimi sulle strade e spesso coinvolgono anche gli automobilisti. Le vittime sono tutte e due straniere. 

lunedì 12 giugno 2017

Morti altri due agricoltori schiacciati dal trattore ieri 11 giugno 2017 e sono 61 dall'inizio dell'anno e quasi 500 da quando è Ministro Martina.Il 23 marzo 2017 doveva essere obbligatorio un patentino per chi giuda questo mezzo mortale. ma il Parlamento ha un'altra volta prorogato la legge. Cari parlamentari che rinviate siete i complici morali di questa strage.

Naturalmente la legge è stata rinviata un'altra volta. Le Direttive comunitarie sono del 2003 e l'obbligo è entrato in vigore il 13/3/2013
http://www.ildolomiti.it/economia-e-lavoro/
TRENTO. A partire dal 22 marzo del prossimo anno per chi vorrà guidare il trattore sarà obbligatorio un patentino. In Trentino sono molte le aziende agricole, proprietarie di un mezzo agricolo, interessante e che dovranno adeguarsi alla normativa.

A fare chiarezza sulla situazione e sul nuovo obbligo entrato in vigore il 13/03/2013 con l'accordo Stato Regioni del 2012 che recepisce la direttiva Comunitaria del 59/2003 sull'abilitazione all'uso delle attrezzature professionali, è Acli Terra del Trentino.

Ecco allora che alcuni chiarimenti sono d'obbligo. Se si utilizza il trattore agricolo occorre frequentare un corso di abilitazione o aggiornamento. Chiunque ne faccia utilizzo, anche occasionalmente e saltuariamente. Sono obbligati anche i pensionati, familiari, collaboratori esterni provenienti da altri settori lavorativi o disoccupati che guidano il trattore o collaborano con un'azienda agricola pur non facendone direttamente parte.
Il patentino è obbligatorio anche per i sollevatori telescopici, i carri raccolta frutta e alcune tipologie di macchine movimento terra.

Tutti coloro che, possono dimostrare un'esperienza documentata relativa all'utilizzo di almeno 2 anni di questi mezzi alla data del 22 maggio del 2015 hanno l'obbligo di frequentare un corso di aggiornamento di 4 ore entro il 13 marzo 2017. In assenza di documentazione l'esperienza va documentata con apposita autocertificazione. E' obbligatorio per i nuovi utilizzatori o per coloro che non rientrino nel punto precedente, un corso base di 8 ore. I corsi sono organizzati dalle cantine/cooperative di appartenenza oppure dalle organizzazioni sindacali a quelli dei consulenti privati.

Cosa succede se non si fa il corso entro il 13 marzo 2017?

Salvo ulteriori proroghe, dopo il 13/03/2017 , per non incorrere in spiacevoli sanzioni, sarà necessario frequentare il corso di l'abilitazione con maggiore impegno di tempo (8 ore) e maggiori costi.
Inoltre per il datore di lavoro è prevista un'ammenda da 1.315,20 euro  a 5.699,20 euro o, in casi estremi, l'arresto da due a quattro mesi. Inoltre il "Jobs Act" prevede che in caso di omessa formazione le sanzioni raddoppino se i lavoratori interessati sono più di 5 e le sanzioni triplichino se i lavoratori interessati sono più di 10. In ogni caso, più che alle sanzioni, è da fare particolare attenzione, in caso di incidente, alla possibile non copertura da parte dell'Assicurazione, se non si è ancora abilitati.

A morire schiacciati da questo mezzo in Sicilia sono stati due braccianti romeni di 42 e 26 anni. E questo nell'ultima settimana. Non passa giorno senza dover piangere agricoltori morti a causa di questa indifferenza della politica.



domenica 11 giugno 2017

Siamo stanchi di vedere l'indifferenza della politica sulle morti sul lavoro. Chi lavora si riprenda direttamente in mano il suo destino tornando protagonista

Condividete, risvegliamo l'appartenenza di classe di chi lavora. Scegliamo attraverso la rete un lavoratore dipendente giovane e capace e candidiamolo come Presidente del Consiglio. Noi con DIOPPPS ci abbiamo provato a risvegliare le coscienze di chi lavora, Ma non ci siamo riusciti, ma ci speriamo ancora. Gli "altri" hanno portato avanti una lotta di classe feroce e i lavoratori "rimbecilliti" dalle TV commerciali e da media compiacenti manco se ne sono accorti. 
DIOPPPS Disoccupati, Impiegati, Operai, Partite Iva, Precari, Pensionati, Studenti
Torniamo a dare rappresentanza diretta ai ceti meno abbienti e ai LAVORATORI
Emarginati, sfruttati, sottopagati o non pagati, senza un lavoro, senza un presente e spesso senza nemmeno la percezione di un futuro. Parliamo di disoccupati, impiegati, operai, partite Iva, precari di qualunque genere, pensionati, studenti. Persone che negli ultimi vent’anni hanno pagato sulla propria pelle il consolidamento di una società basata sulle raccomandazioni, la diffusione prepotente della precarietà giovanile, il nepotismo, il predominio di caste e lobbies. Persone escluse anche dalla politica, spettatori passivi di scelte deleterie e privi di una rappresentanza forte in grado di tutelarne gli interessi. È venuto il momento di reagire, di riprendere in mano le proprie vite, di alzare la voce, di alzare la testa e tornare a farsi sentire, portando definitivamente all’interno delle istituzioni le istanze di quelle categorie che più di tutte soffrono per gli effetti della crisi. In questi ultimi vent’anni sono stati tolti i diritti conquistati dalle precedenti generazioni e una minoranza di italiani si è immensamente arricchita a discapito delle categorie più deboli. Leggi come la Treu, la Biagi, la Fornero e ora il Jobs Act hanno ridotto alla fame migliaia di lavoratori, imponendo il silenzio sui diritti e avendo come conseguenza la diffusione del precariato, delle forme di lavoro flessibile e l’allungamento dell’età pensionabile. Modelli occupazionali che impoveriscono le aziende che le attuano e uccidono tantissime persone - sempre meno tutelate – che muoiono a causa degli infortuni sul lavoro. Obiettivo di DIOPPPS è quello di portare nelle amministrazioni e nel Parlamento solo persone provenienti da queste categorie, le uniche a pagare la crisi.
Per risanare i conti del nostro paese occorre fare una patrimoniale che riguardi tutti indistintamente: ciascuno deve dare in proporzione al suo reddito. Oltre che le persone fisiche deve riguardare anche Enti, Società, industrie ecc.
Politiche per il lavoro. “L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”. È la prima parte dell’art. 1 della nostra Costituzione, tanto spesso citato e ricordato quanto nei fatti lettera morta. Il tasso di disoccupazione in Italia è del 12,%, ma il tasso di disoccupazione giovanile è del 35%, con punte del 50% nell’Italia meridionale. Ecco alcune delle proposte di DIOPPPS per ridare slancio all’occupazione.
Politiche di welfare per i disoccupati. In Italia ci sono 8 milioni di lavoratori precari, nella maggior parte dei casi under 40 senza diritti, che percepiscono in media meno di mille euro al mese. Urge l’introduzione immediata di politiche di welfare che assistano disoccupati e partite Iva che perdono i committenti (sussidio di disoccupazione o indennità in caso di perdita del lavoro), Garanzia del lavoro e di un reddito dignitoso. Il lavoro deve tornare a essere una certezza, anche in un contesto che prevede un sempre maggiore ricorso alla flessibilità del mercato. Serve una rapida introduzione dei diritti e delle tutele sociali tipiche della flex-security dei Paesi dell’Europa centro-settentrionale. I lavoratori precari dovranno avere paghe maggiori rispetto ai colleghi tutelati dall’assunzione a tempo indeterminato. Il lavoro precario va abolito in tutte le sue forme, si può utilizzare solo per i lavori stagionali e per sostituzioni di maternità . Riconoscimento di professionalità e meriti da parte del mercato del lavoro. Discriminante per l’accesso al lavoro dovrà essere l’effettiva capacità: basta col sistema delle cooptazioni e delle conoscenze, che spesso non garantisce l’adeguata competenza da parte di chi fa il suo ingresso nel mondo del lavoro grazie a questi metodi. Formazione. Serve una scuola a tempo pieno, che sia in grado di creare tecnici preparati fin dalla giovane età (elettricisti, idraulici etc.) e di riproporre mestieri sempre meno diffusi ma con forte richiesta sul mercato (falegnami, fabbri, corniciai etc.). Sicurezza sul lavoro. Gli infortuni e i decessi sul lavoro non accennano a diminuire. Parliamo di incidenti che spesso sono il risultato dell’impossibilità di molti lavoratori di opporsi all'esecuzione di attività così pericolose. Quanti precari, quanti lavoratori in nero sono costretti a svolgere le loro mansioni senza le necessarie condizioni di sicurezza? Quanti sono i lavoratori che quotidianamente mettono a repentaglio le loro esistenze, subendo la costante minaccia di perdere il posto nel caso rivendichino i loro sacrosanti diritti? Le morti non sono cessate, ma si sono solo “trasferite” tra i precari, le partite Iva e i lavoratori in nero. Alla lotta senza tregua al precariato si deve necessariamente accompagnare la formazione continua dei lavoratori, la vigilanza nei cantieri e l'applicazione delle norme sulla sicurezza. Inoltre, è necessario istituire una Procura Nazionale della Sicurezza sul Lavoro, secondo il modello proposto da anni dall'ex Procuratore di Torino oggi in pensione Raffaele Guariniello. Pensioni eque. Ritorno all’adozione del metodo retributivo antecedente la riforma Dini del ’95, per l’ottenimento di una pensione pari a circa il 90% dell’ultima retribuzione percepita. Il metodo contributivo attualmente in vigore, caratterizzato da politiche salariali molto basse, farà sì che le pensioni percepite dalla generazione nata negli anni ’70 sarà pari al 36% dell’ultima retribuzione, inferiore persino alla pensione minima sociale erogata dallo Stato: un’ingiustizia sociale al quale è necessario porre immediatamente rimedio. Riduzione costi della politica e della spesa pubblica, abolizione di vitalizi e prebende di fine mandato. In una situazione mai così allarmante come quella che stiamo vivendo, è necessario attuare una immediata quanto concreta riduzione dei costi della politica e della spesa pubblica.

Occhio la tragitto casa lavoro_lavoro casa e questo vale per tutti quelli che lavorano, nessuno escluso. occorre conoscere le normative sull'itinere.

State attenti voi che ancora lavorate, qualsiasi lavoro state svolgendo state attenti nel tragitto in itinere: casa lavoro-lavoro casa. Il 30% delle morti sul lavoro, quasi tutte in itinere, ma moltissimi anche di infortuni gravi e meno gravi ogni anno, non vengono riconosciuti come infortuni sul lavoro. Diversi i motivi, qualsiasi lavoratore dovrebbe conoscere le normative specifiche sull'itinere. Il più macroscopico è quello che se c'è un mezzo pubblico che può arrivare sul posto di lavoro occorre prendere quello e non un mezzo privato.Poi ci sono anche altre situazioni che non sto a elencare



sabato 10 giugno 2017

Nessuno è morto. Un altro morto schiacciato dal trattore e sono 59 dall'inizio dell'anno. L'ultima vittima di questo mezzo e dell'indifferenza di chi dovrebbe occuparsene a Sorbo Serpico in provincia di Avellino

ma anche oggi ci sono stati tre morti complessivi. Un altro morto in provincia di Viterbo: a perdere la vita un bracciante di 36 anni investito da un camion. Ma schiacciati dal trattore dall'inizio dell'anno sono già 59. ormai arriviamo a contarne quasi 500 da quando è Ministro delle Politiche Agricole Martina. Ma come mai i media e l'opposizione parlamentare non chiedono al Ministro Martina cosa sta facendo per queste tragedie? Cinquecento morti con questo mezzo in poco più di tre anni sono pochi?

martedì 6 giugno 2017

Superato ogni record di morti sul lavoro da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sullavoro. Due poveri giovani poco più che ventenni morti schiacciati dal trattore negli ultimi due giorni nelle province di Ferrara e Agrigento. ma la politica pensa solo a posizionarsi per le imminenti elezioni politiche e della vita di chi lavora non è interessata. Quattro i morti anche ieri 5 giugno. Purtroppo i lavoratori non hanno e non avranno rappresentanza in parlamento

Report morti per infortuni sul lavoro dall’1 gennaio al 6 giugno 2017
Osservatorio Indipendente di Bologna morti
sul lavoro
Dall’inizio dell’anno a oggi 6 giugno 2017 sono morti sui luoghi di lavoro 282 lavoratori. Con le morti sulle strade e in itinere, che sono considerati a tutti gli effetti morti sul lavoro si superano i 600 morti complessivi. Erano il 4 di quest’anno 276. Erano 262 sui luoghi di lavoro il 4 giugno del 2016 +5,1% Erano 236 il 4 giugno del 2008 +14,5%. Come vedete nessun calo delle morti per infortuni sui LUOGHI DI LAVORO, anzi, un aumento costante in questi dieci anni nonostante vogliono farci credere il contrario, e questo per giustificare l’incredibile massa di denaro speso per la Sicurezza in questi anni.
Le morti verdi
Strage continua, sono già 56 dall’inizio dell’anno gli agricoltori morti schiacciati dal trattore. A questi occorre aggiungere tanti altri che sono morti o perché trasportati a bordo (anche bambini) o per le strade a causa di incidenti provocati da questo mezzo. Martina batta finalmente un colpo su queste tragedie. Da quando è ministro sono morti schiacciati da questo mezzo oltre 450 agricoltori, ma ci stiamo avviando a contare i 500 morti provocati da questo mezzo che con questo ritmo saranno inevitabili tra qualche mese. Gli ultimi due a morire avevano poco più di vent’anni: a Naro di Agrigento è morto un 26enne mentre in provincia di  Ferrara un giovane di 24 anni. Un morto su cinque sui luoghi di lavoro di tutte le categorie è causato dal ribaltamento del trattore. Ma se dal Paese non si alza un moto d’indignazione verso chi ci governa, per la loro indifferenza, nulla cambierà. Nelle televisioni pubbliche trasmissioni pagate coi soldi dei contribuenti, fanno vedere idilliache terre incontaminate dove gli animali pascolano felici, ma mai che si occupano dell’altra faccia della medaglia: i tantissimi morti che ci sono sui campi e il colore rosso della terra impregnata dal sangue dei nostri agricoltori.  Occorrerebbe (ma lo scriviamo da tanti anni) che chi ci governa faccia una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo. E chi di dovere metta a disposizione forti incentivi per mettere in sicurezza i vecchi trattori.
Morti nelle Regioni e Province italiane nel 2017 per ordine decrescente, sono esclusi dalle province i morti sulle autostrade e all’estero.
N.B i morti segnalati nelle Regioni sono solo quelli sui LUOGHI DI LAVORO. Con le morti sulle strade e in itinere gli infortuni mortali in ogni provincia e regione sono mediamente il 120% in più ogni anno
LOMBARDIA 27 Milano (5), Bergamo (2), Brescia (6), Como (1), Cremona (), Lecco (2), Lodi (1), Mantova (2), Monza Brianza (4), Pavia (2), Sondrio (2), Varese () VENETO 27 Venezia (4), Belluno (), Padova (1), Rovigo (5), Treviso (4), Verona (6), Vicenza (7). ABRUZZO 26 L'Aquila (6), Chieti (3), Pescara (12) Teramo (5) SICILIA 19 Palermo (2), Agrigento (4), Caltanissetta (), Catania (1), Enna (1), Messina (1), Ragusa (3), Siracusa (1), Trapani (6). CAMPANIA 19 Napoli (7), Avellino (), Benevento (2), Caserta (5), Salerno (5). SICILIA 19 Palermo (2), Agrigento (4), Caltanissetta (), Catania (1), Enna (1), Messina (1), Ragusa (3), Siracusa (1), Trapani (6). EMILIA ROMAGNA 18 Bologna (2). Forlì-Cesena (1), Ferrara (3), Modena (1), Parma (2), Piacenza (2), Ravenna (4), Reggio Emilia (3), Rimini (). PIEMONTE 16 Torino (7), Alessandria (), Asti (2), Biella (1), Cuneo (4), Novara (), Verbano-Cusio-Ossola (1) Vercelli (1) TOSCANA 13 Firenze (2), Arezzo (), Grosseto (2), Livorno (3), Lucca (1), Massa Carrara (1), Pisa (2), Pistoia (1), Siena () Prato (1). LAZIO 12 Roma (5), Viterbo (1) Frosinone (2) Latina (4) Rieti (). CALABRIA 10 Catanzaro (2), Cosenza (5), Crotone (1), Reggio Calabria (1) Vibo Valentia (1) PUGLIA 10 Bari (3), BAT (), Brindisi (2), Foggia (2), Lecce (2) Taranto () LIGURIA 8 Genova (2), Imperia (1), La Spezia (1), Savona (4). MARCHE 8 Ancona (2), Macerata (1), Fermo (), Pesaro-Urbino (5), Ascoli Piceno (). SARDEGNA 7 Cagliari (2), Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (), Ogliastra (), Olbia-Tempio (), Oristano (2), Sassari (3). Sulcis inglesiente () UMBRIA 6 Perugia (4) Terni (2). FRIULI VENEZIA GIULIA 6 Trieste (2), Gorizia (1), Pordenone (), Udine (3). BASILICATA 1   Potenza (1) Matera () Molise 2 Campobasso (2), Isernia /1) TRENTINO ALTO ADIGE 5 Trento (1), Bolzano (4). VALLE D’AOSTA ()
I morti sulle autostrade e all’estero non sono a carico delle province

Molte delle vittime del terremoto in Emilia erano lavoratori rimasti schiacciati per il crollo dei capannoni. Lo stesso terremoto che ha colpito l’Umbria e le Marche ha evidenziato che i capannoni industriali in Italia sono per la maggior parte a rischio sismico. E’ un miracolo che non ci siano stati morti nella cartiera a Pioraco di Macerata. Il tetto è crollato nel cambio turno, nella fabbrica stavano lavorando solo 20 persone che sono riuscite a scappare. L’intero tetto della sala macchine è crollato. In questa fabbrica ci lavorano complessivamente 146 lavoratori e se fossero stati tutti all’interno ci sarebbe stata una strage. E’ un miracolo, come nel terremoto in Emilia che pur provocando vittime tra i lavoratori è capitato di notte e in orari dove sotto e fabbriche ci lavoravano pochissime persone. La maggioranza dei capannoni industriali in Italia sono stati costruiti in anni dove non si teneva in nessun conto del rischio sismico. Tantissimi di questi capannoni hanno le travi SOLO appoggiate sulle colonne e nel caso di terremoti possono muoversi dall’appoggio e crollare.
 Se non si comincia a farli mettere in sicurezza è a rischio la vita di chi ci lavora sotto, e parliamo di milioni di lavoratori. Del resto con incentivi e detassazioni si potrebbero mettere tutti in sicurezza con una spesa non eccessivamente alta.
Superati i tanti morti per infortuni sui luoghi di lavoro del 10% rispetto ai primi 5 mesi del 2008 anno d’apertura dell’Osservatorio. Sono stati diffusi i dati delle denunce delle morti sul lavoro pervenute all’INAIL che tutti possono andare a vedere nella loro raccolta OPEN DATA INAIL, al 31 aprile ci sono state 262 denunce di morti per infortunio sul lavoro. Occorre ricordare che tutti gli anni molte di queste denunce non verranno accolte. Nelle 262 denunce pervenute  all’INAIL al 31 aprile ci sono anche i morti sulle strade e in itinere, mentre noi al 31 maggio superiamo i 500 morti complessivi.
Report morti sul lavoro nell’intero 2016
Nel 2016 sono morti 641 lavoratori sui luoghi di lavoro e oltre 1400 se si considerano i morti sulle strade e in itinere (stima minima per l’impossibilità di conteggiare i morti sulle strade delle partite iva individuali e dei morti in nero), e di altre innumerevoli posizioni lavorative, ricordando che solo una parte degli oltre 6 milioni di Partite Iva individuali sono assicurate all’INAIL. L’unico parametro valido per confrontare i dati dell’INAIL e di chi li utilizza per fare analisi, e dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sono i morti per infortuni INAIL SENZA MEZZO DI TRASPORTO, e confrontare quanti ne registra in più l’Osservatorio. Si ha così il numero reale delle morti per infortuni sui LUOGHI DI LAVORO IN ITALIA e non solo degli assicurati INAIL.

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Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente d Bologna morti sul lavoro, attivo dal 1° gennaio 2008 http://cadutisullavoro.blogspot.it
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lunedì 5 giugno 2017

Tre morti sul lavoro anche oggi 6 giugno

6 giugno 2016 Impressionante sequenza di morti sul lavoro. Anche oggi tre lavoratori hanno perso la vita sui luoghi di lavoro. Nelle province di Triste, dove Stefano Fiorentino  un operaio di  40 anni ha perso la vita rimanendo travolto da lamiere in una nota ditta del luogo. Non era un lavoratore di retto ma di una ditta appaltatrice.
A Iglesias di Cagliari è rimasto schiacciato dal suo camion un autotrasportatore. Nella provincia di Vibo Valentia è morto cadendo da un albero mentre lo stava tagliando un sessantenne. Ricordiamoci sempre che sulle strade ne muoiono almeno altrettanti mentre vanno e tornano dal lavoro e in altre situazioni. E  sui campi a causa del trattore sono già morti schiacciati 50 agricoltori dall'inizio dell'anno. Oltre 450 morti in modo così atroce  da quando è Ministro delle Politiche Agricole Martina

domenica 4 giugno 2017

18 morti sui luoghi di lavoro in una settimana: cinque di questi schiacciati dal trattore

Cari amici, sono stato in ferie una settimana nella bellissima e civile Sicilia, in questo tempo ristretto ho dovuto lavorare per tantissime ore per aggiornare le morti per infortunio sul lavoro. Certo che è desolante vedere che sono morti ben 18 lavoratori sui LUOGHI DI LAVORO in questo breve lasso di tempo. Vedere poi morire a soli 24 anni un giovane lavoratore schiacciato dal trattore nella provincia di Ferrara, colpisce per la violenza dell'indifferenza che regna sovrana nelle istituzioni locali e nazionali. Ma sono stati ben cinque a morire in modo così atroce nell'ultima settimana. Che dire? Spero che le prossime elezioni i lavoratori lasciati soli e colpiti nei diritti e sui  salari, ma anche sulla Sicurezza facciano sentire la loro voce,  Che non votino più chi ci ha governato fino a ora, ma che non siano teneri neppure con l'opposizione che ha lo stesso atteggiamento menefreghista su queste tragedie. la verità è che purtroppo chi lavora non ha rappresentanti in questo parlamento di nominati e di lobbisti, tutti al servizio dei potenti, indipendentemente dalle sigle, destra, sinistra, nuovi arrivati, tutti al servizio dei potenti,  che tutelano solo il blocco sociale dei più abbienti. Anche lo sbarramento al 5% che ha visto  d'accordo PD, Cinque Stelle, Forza Italia e Lega serve a questo. Non permettere a chi lavora d'avere una rappresentanza in parlamento.