Cari visitatori, il regista Gianluca Marcon girerà un film documentario sull'Osservatorio e la sua attività che ormai conclude 17 anni di monitoraggio e ovviamente su di me come artista sociale da oltre 50 anni Stiamo raccoglendo fondi dal basso (Crowdfunding) per non avere condizionamenti, se vuoi dare una mano alla realizzazione del progetto e dare anche un piccolo contributo vai al link https://sostieni.link/36551 se sei al computer inquadra e clicca sul qrcode col cell. e vai al link
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giovedì 28 febbraio 2019
Si sta concludendo un altro mese orribile: con la morte di Flavio Boni nella Provincia di Monza Brianza sono tre morti sui luoghi di lavoro in appena 3 giorni in questa provincia lombarda, ma perde la vita anche un edile nella Provincia di lecce
Perde la vita anche un altro edile a Monteroni di Lecce: sembra che il forte vento abbia provocato la caduta di un traballino su cui lavorava. Ma come è possibile che un lavoratore muoia nel 2019 per il forte vento?
Domani mattina o questa sera il Report delle morti sul lavoro nei primi due mesi del 2019
Rendiamo omaggio a Ciro Paudice, con la foto trovata nel web
martedì 26 febbraio 2019
Altri tre morti sui Luoghi di Lavoro (escluso itinere) il giorno 25 febbraio
Perde la vita un altro edile in Provincia di Caltanissetta C.S aveva 48 anni ed è caduto da un'impalcatura.
venerdì 22 febbraio 2019
Muore in modo orribile un frontaliere italiano in Svizzera. Tre morti anche il 21 febbraio. Non si hanno piu' parole per esprimere lo sdegno su questa strage giornaliera di lavoratori
E' morto così, come in questo mio dipinto dell'ottanta un operaio a Pomezia in Provincia di Roma un 53enne: è stato travolto mentre scaricavano da un camion dei pannelli di cartongesso. l'unica differenza che una volta venivano indossate le tute blu, ora non più. anche questo un modo per identificarsi e capire che a lavorare manualmente sono ancora tantissimi: una tuta identitaria. Come con gli schiavi romani i lavoratori comprendevano in quanti erano.
Provincia di Siena
Muore cadendo da un tetto di un capannone mentre effettua un sopralluogo un operaio di 59 anni, che era stato portato sul tetto con un muletto. la copertura in eternit non ha retto ed è precipitato al suolo
giovedì 21 febbraio 2019
Un ritmo di morti impressionante: sono tre i morti sui luoghi di lavoro anche il 21 febbraio
mercoledì 20 febbraio 2019
Muore dopo 3 mesi di agonia a seguito di un'esplosione un autotrasportatore di 39 anni
martedì 19 febbraio 2019
Sono quattro i morti il 18 febbraio
sabato 16 febbraio 2019
Sono stati 4 i morti sui luoghi di lavoro il 15 febbraio
venerdì 15 febbraio 2019
Danilo Golinella un portuale di La Spezia muore dopo una settimana di atroci sofferenze. ma sono stai due i morti anche ieri
martedì 12 febbraio 2019
Altri due morti anche l'11 febbraio. Perdono la vita due autrasportatori
sabato 9 febbraio 2019
Muoiono due lavoratori per infortuni nella Provincia di Palermo: Francesco Paolo Agrusa aveva solo 26 anni e lavorava in una ditta appaltatrice dell'ENEL: che avrebbe l'obbligo di assicurarsi che lavorassero in Sicurezza anche nelle ditte appaltatrici26 anni e
giovedì 7 febbraio 2019
3 morti sui luoghi di lavoro anche oggi, arriviamo con queste tre vittime a 59 morti sui luoghi di lavoro dall'inizio dell'anno. Muoiono due cantonieri nel torinese e un edile che cade da.un'impalcatura a Napoli. A morire di lavoro sono Giuseppe Botura e Giuseppe Rubino entrambi con piu' di 60 anni. L'edile morto a Napoli si chiama Angelo Corso
mercoledì 6 febbraio 2019
Due pescatori dispersi nel mare Salentino
martedì 5 febbraio 2019
E' morto Alessandro Ferrorato. Un altro morto sul lavoro in Veneto e sono 8 dall'inzio dell'anno, Prima Regione per numero di morti e sempre ai vertici di questa triste classifica ogni anno. Quando poi leggi in rete una manipolazione delle morti per farle sembrare meno c'è da rimanere allibiti. Questi si siti di regime
domenica 3 febbraio 2019
Rigopiano, i familiari delle vittime sul lavoro scrivono a Di Maio, non è stata riconosciuta la morte sui Luoghi di lavoro http://www.ilcentro.it/pescara/rigopiano-i-familiari-delle-vittime-sul-lavoro-scrivono-a-di-maio-1.2148587
Di Maio Ministro del Lavoro cambi la legge
La legge del 1938, poi modificata nel 1965, prevede che abbiano diritto a una rendita economica in seguito alla morte del lavoratore, il coniuge (fino alla morte o a nuovo matrimonio), ciascun figlio, fino al raggiungimento della maggiore età (per ragioni di studio elevata fino ai 21 anni se i figli sono studenti di scuola media o superiore e non oltre i 26 anni se studenti universitari), e i figli totalmente inabili al lavoro, ai quali la rendita spetta a prescindere dall’età, finché dura l’inabilità. In mancanza di coniuge e figli, può spettare una rendita anche a genitori, altri ascendenti, fratelli e sorelle, ma solo se convivevano con il lavoratore deceduto ed erano a suo carico.
«Il problema attuale», scrivono a Di Maio i parenti dei lavoratori morti nella tragedia Rigopiano, «è la non indennizzabilità del danno biologico a causa di morte e quindi la sua non ereditabilità da parte degli aventi diritto, come non è ereditabile il danno biologico in ambito di responsabilità civile, a meno che, quando il congiunto era in vita, dette somme non erano già entrate a fare parte dei beni del defunto. La norma Inail garantisce ai superstiti di potersi sostenere in mancanza del supporto economico del congiunto; e per ottenere tali prestazioni si deve dipendere economicamente dallo scomparso. Da norma finalizzata a sostenere il lavoratore (o i familiari a certe condizioni), essa dovrebbe anche occuparsi di indennizzare il danno biologico a causa di morte, nonché quello che direttamente subiscono i parenti in ragione del decesso in occasione di lavoro. Non sempre è così; ma resta il dolore, restano i diritti da far valere giudizialmente. Chiediamo un intervento innovatore, moderno, che non sia la solita soluzione rimediata, peggiore del nulla», concludono i parenti delle vittime sul lavoro di Rigopiano.
sabato 2 febbraio 2019
Muore a due giorni dall'infortunio un sessantenne a Pescara
venerdì 1 febbraio 2019
Report morti sul lavoro nelle Regioni e Province italiane dal 1° gennaio al 31 gennaio 2019
Dal 2008, ogni giorno, i lavoratori morti sul lavoro sono stati registrati per anno, mese e giorno della tragedia, identità, luogo e provincia dell’infortunio mortale, professione, età e nazionalità della vittima.
Da quell’anno, con oltre 15.000 morti sul lavoro, è come se fossero spariti gli abitanti di una cittadina come Sasso Marconi.
Rispetto al 2017 registriamo un aumento del 9,7%. Rispetto al 2008, registriamo un aumento del 9,4% (e tutti gli anni parlano di cali inesistenti).
Le categorie che hanno nel 2018 il maggior numero di morti sono:
Agricoltura che registra il 33,3% di tutti i morti sui luoghi di lavoro (è così tutti gli anni); il dato impressionante è quello dei 149 agricoltori che hanno perso la vita guidando un trattore rimanendone schiacciati. A questi occorrerebbe aggiungerne molti altri incautamente trasportati a bordo come bambini e altri, o sulle strade dove questo mezzo provoca altri morti innocenti. Nessuno ha mosso un dito neppure quest’anno per arginare e informare sulla pericolosità del trattore, oltre che mettere a disposizione fondi per renderli più sicuri. Lo chiediamo da un decennio, ma la vita di chi lavora sembra non contare niente per i governi che si sono succeduti alla guida del paese. I vari ministri che si sono avvicendati alle Politiche Agricole hanno solo pensato a farsi belli inaugurando sagre e manifestazioni agricole del made in Italy, mentre i campi sono impregnati del sangue dei nostri agricoltori.
La seconda categoria con più morti è l’Edilizia che conta il 15,2% di tutti i morti sui luoghi di lavoro. Questa categoria, forse a causa della crisi dell’edilizia, registra un calo delle morti di oltre il 5% rispetto al 2017.
Gli autotrasportatori (li monitoriamo tutti assieme, anche se fanno parte di categorie diverse) sono percentualmente il 12,1% di tutti i morti sul lavoro. L’Industria, di tutte le categorie (esclusa l’edilizia) ha complessivamente il 7,8% di tutti i morti sul lavoro. Pur avendo milioni di addetti ha percentualmente pochi morti, questo perché ha ancora un sindacato forte che riesce a dialogare e a far rispettare più di altri comparti la Sicurezza sul lavoro. A morire per infortuni sono quasi tutti lavoratori in appalto: dipendenti di altre aziende, spesso artigianali, muoiono per infortuni nelle aziende stesse. Nemmeno i Sindacati non s’interessano di questi lavoratori figli di un “dio minore” che non hanno articolo 18 e lavorano in insicurezza senza nessun controllo.
Una miriade di altre professioni registra morti sul lavoro, ma l’elenco diventerebbe lunghissimo: sono soprattutto addetti al servizio alle imprese, artigiani che lavorano per conto terzi.
Ma ricordiamoci anche degli 8 carabinieri che hanno perso la vita nell’esercizio delle loro funzioni per proteggere noi cittadini: anche loro nelle statistiche “spariscono”.
Spariscono dalle statistiche, non essendo assicurati all’INAIL, le Forze Armate, i Vigili del Fuoco, innumerevoli Partite Iva, compresi i giornalisti, lavoratori in nero, tantissimi agricoltori schiacciati dal trattore e tanti altri e fanno sembrare questo fenomeno di cui dovremmo vergognarci per le dimensioni, molto più lieve.
Gli stranieri morti sul lavoro nel 2018 sono stati il 7,1% sul totale, a causa della crisi sono diminuiti rispetto agli ultimi anni: lavori pericolosi che gli italiani in passato non volevano fare, ma che ora svolgono pur di poter lavorare, quasi sempre precari costretti a svolgere lavori pericolosi.
E’ sconvolgente l’età delle vittime di infortuni: perdono la vita moltissimi giovani sotto i venti e trent’anni, ma soprattutto in tarda età, il 27% di tutti i morti sui luoghi di lavoro hanno dai 61 anni in su (esclusi morti in itinere e sulle strade) sono il 27% sul totale, una percentuale impressionante.
Il precariato diffuso, leggi come la Fornero e il Jobs act, hanno contribuito a far morire molti lavoratori in più. Il precariato uccide tantissimi giovani e meno giovani e l’articolo 18, abolito dal Governo Renzi con la complicità della parte più retriva degli industriali, ha fatto aumentare le morti sul lavoro, soprattutto tra i giovani assunti: chi si rifiuta di svolgere lavori pericolosi se è possibile essere licenziati con una scusa? I partiti che formano il nuovo governo avevano promesso di eliminare le leggi Fornero e Jobs act: non sono state toccate. Come potete vedere nel report le Regioni con più morti sul lavoro sono la Lombardia, il Veneto, la Campania e l’Emilia-Romagna. Non a caso tre di queste Regioni invece di impegnarsi ad arginare questo fenomeno, vogliono la piena autonomia finanziaria, così da poter distruggere in pochi anni l’Unità del Paese e anche la Sicurezza dei lavoratori. Un egoismo che si vede anche nel menefreghismo con cui trattano queste tragedie: ma questo riguarda tutte le Regioni e Province italiane.
Le province con più morti sui luoghi di lavoro (escluso itinere) sono quelle di Salerno con 20 morti, Torino con 19 morti, una città che ha avuto una delle tragedie più grandi sul lavoro, quella della Thyssenkrupp dove il 6 dicembre 2007 morirono 7 lavoratori arsi vivi. L’Osservatorio fu aperto proprio in seguito a quella tragedia ed è dedicato a quelle vittime. Seguono la provincia di Verona con 18 morti sui luoghi di lavoro, Napoli con 17 morti, poi a scalare come potrete vedere nel report. Benevento (dove sono nato) e poche altre, le province che non hanno avuto morti per infortuni sui luoghi di lavoro, e di questo sono contento.
Si chiamava Ugo Panzanella l’ultimo morto per infortunio del 2018, un meccanico di 75 anni. Era rimasto gravemente ustionato il 4 novembre: stava tagliando con un frullino una vecchia cisterna che è esplosa ed è morto dopo quasi due mesi di sofferenze all’ospedale Grandi Ustionati di Cesena il 30 dicembre.
Per chi volesse avere notizie più specifiche sulla situazione della propria provincia può contattare Carlo Soricelli.
Ci auguriamo che il 2019 sia un anno migliore e che la politica e il Governo cominci finalmente ad occuparsene.
Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro (L’unico sito che monitora in tempo reale TUTTI i morti per infortunio sul lavoro, compresi i non assicurati all’INAIL e i lavoratori in nero)