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morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO Il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia dal 1° gennaio 2008, anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione o che ne hanno una diversa da INAIL Attivo dal 1° gennaio 2008 Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie Morti sul lavoro nel 2024 al 5 novembre Dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni in 880 sui Luoghi di lavoro (tutti registrati) e 1275 se si aggiungono i morti in itinere e sulle strade di categorie non Assicurate a INAIL e in nero NOTA BENE I MORTI IN ITINERE VENGONO AGGIORNATI OGNI DUE MESI MENTRE I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO OGNI GIORNO MORTI TOTALI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE TRA QUESTI ANCHE I MORTI IN ITINERE E IN ALTRE SITUAZIONI LAVORATIVE la seconda voce in azzurro riguarda ESCLUSIVAMENTE i morti sui luoghi di lavoro. N.B i morti sono segnalati nelle Province e Regioni dove c’è stata la tragedia LOMBARDIA 173 totali 118 sui luoghi di lavoro Milano 14 (35 con itinere), Bergamo 9 Brescia 28 (43 con itinere) Como 6 Cremona 4 Lecco 4 Lodi 8 Mantova 7 Monza Brianza 14 Pavia 12 Sondrio 5 Varese5 CAMPANIA 130 totali 83 sui luoghi di lavoro Napoli 22 Avellino 11 Benevento 6 , Caserta 19 Salerno 24 VENETO 98 totali 63 luoghi di lavoro Venezia 9 Belluno 4 Padova 6 Rovigo 3 Treviso 11 Verona 13 Vicenza 13 EMILIA ROMAGNA 101 totali 65 sui luoghi di lavoro Bologna 19 Rimini 2 Ferrara 5 Forlì Cesena 5 Modena 9 Parma 7 Ravenna 2 Reggio Emilia 9 Piacenza 3 SICILIA 96 64 sui luoghi di lavoro Palermo 21 Agrigento 5 Caltanissetta 3 Catania 8 Enna Messina 10 Ragusa 5 Siracusa 2 Trapani‎ 8 TOSCANA 79 totali 52 sui luoghi di lavoro Firenze 10 Arezzo 2 Grosseto 5 Livorno 2, Lucca 6, Massa Carrara 1 Pisa 14 Pistoia 1 Siena 3 Prato 5LAZIO 115 totali 58 sui luoghi di lavoro Roma 17 Viterbo 11 Frosinone 11 Latina 13 Rieti 2 PIEMONTE 77 totali 48 sui luoghi di lavoro Torino 1 Alessandria 5 (+1 cantiere autostradale) Asti 3 Biella 1 Cuneo 7 Novara 3 Verbano-Cusio-Ossola 2 Vercelli 1PUGLIA 80 totali 52 sui luoghi di lavoro Bari 13 BAT 3 Brindisi 8 Foggia 3 Lecce 13 Taranto 5 TRENTINO ALTO ADIGE 49 totali 36 sui luoghi di lavoro Bolzano 16 Trento 19 ABRUZZO 39 totali 27 sui luoghi di lavoro L'Aquila 6 Chieti 10 Pescara 2 Teramo 6 SARDEGNA 47 totali 34 sui luoghi di lavoro Cagliari 8 Sud Sardegna 3 Nuoro 4 Oristano 4 Sassari 11MARCHE 45 totali 29 sui luoghi di lavoro Ancona 6 Macerata 10 Fermo 1 Pesaro-Urbino 6 Ascoli Piceno 6 CALABRIA 31 totali 22 sui luoghi di lavoro Catanzaro 4 Cosenza 9 Crotone 1 Reggio Calabria 4 Vibo Valentia 4FRIULI VENEZIA GIULIA 26 totali 17 sui luoghi di lavoro Pordenone 6 Triste 1 Udine 7Gorizia 2 LIGURIA 29 totali 16 sui luoghi di lavoro Genova 4 Imperia 2 La Spezia 3 Savona 1 UMBRIA 20 totali 13 sui luoghi di lavoro Perugia 11 Terni 2 BASILICATA 16 totali 12 sui luoghi di lavoro Potenza 9 Matera 3 Molise 11 totali 6 sui luoghi di lavoro Campobasso 4 Isernia 2 VALLE D’AOSTA 5 totali 4 sui luoghi di lavoro Nel 2024 DOVE SI MUORE DI PIU’ Il 32% sono ultrasessantenni. Gli stranieri sotto i 60 anni sui luoghi di lavoro sono il 35% Regioni Lombardia, Campania Veneto Emilia Romagna e Sicilia quelle con più morti 125 gli schiacciati dal trattore e alcuni altri mezzi agricoli nel 2023 sono stati 167 125 gli autotrasportatori 99 i morti di fatica o stress da superlavoro tra operai/e, bracciati, autotrasportatori, medici, infermieri ecc. con il caldo aumentano moltissimo come nel 2023 79 i morti per infortuni domestici, soprattutto anziani soli (e abbandonati socialmente) ma anche quelli che svolgono lavori pericolosi senza averne la preparazione Tantissime le donne che muoiono per infortuni, soprattutto in itinere e per fatica: per la fretta, per la fatica del doppio e triplo lavoro, in itinere muoiono percentualmente quasi quanto gli uomini 21 i boscaioli morti

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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giovedì 28 febbraio 2019

Si sta concludendo un altro mese orribile: con la morte di Flavio Boni nella Provincia di Monza Brianza sono tre morti sui luoghi di lavoro in appena 3 giorni in questa provincia lombarda, ma perde la vita anche un edile nella Provincia di lecce

Terribile sequenza di morti nella provincia lombarda: sono tre i morti sui luoghi di lavoro. Hanno perso la loro sfortunata e colpevole assenza di controlli 3 lavoratori in solo 3 giorni. le vittime sono Giacomo gallo di 56 anni, travolto dalla pareti di uno scavo fognario, Ciro Paudice di 61 anni, un edile napoletano caduto da una scala in un edificio pubblico, Flavio Boni di 50 anni caduto dall'alto in un cantiere a Meda.
Perde la vita anche un altro edile a Monteroni di Lecce: sembra che il forte vento abbia provocato la caduta di un traballino su cui lavorava. Ma come è possibile che un lavoratore muoia nel 2019 per il forte vento?
Domani mattina o questa sera il Report delle morti sul lavoro nei primi due mesi del 2019
Rendiamo omaggio a Ciro Paudice, con la foto trovata nel web

martedì 26 febbraio 2019

Altri tre morti sui Luoghi di Lavoro (escluso itinere) il giorno 25 febbraio

Il sangue dei lavoratori scorre abbondantemente in ogni Regione e Provincia italiana. Siamo già a 92 morti sui luoghi di lavoro dall'inizio  dell'anno, con i morti sulle strade senza mezzo di trasporto si superano già i 180 morti complessivi. Ieri sono morti tre lavoratori. A perdere la vita Giacomo Gallo di 56 anni per i mortali traumi subiti in un incidente sul lavoro in Brianza. era residente nel varesotto  ee rimasto gravemente ferito mentre effettuava un sopralluogo in una fognatura, all’interno di un cantiere edile a Desio (Monza), nel  pomeriggio di oggi. Gallo, dipendente della ditta che sta costruendo una palazzina in quell’area, si è calato nel buco per la costruzione delle fognature, le cui pareti gli sono improvvisamente crollate addosso. E' morto dopo arresto cardiaco all'Ospedale San Gerardo di Monza.
Perde la vita un altro edile in Provincia di Caltanissetta C.S aveva 48 anni ed è caduto da un'impalcatura. 




venerdì 22 febbraio 2019

Muore in modo orribile un frontaliere italiano in Svizzera. Tre morti anche il 21 febbraio. Non si hanno piu' parole per esprimere lo sdegno su questa strage giornaliera di lavoratori

Pomezia di Roma Perde la vita in un modo orribile un frontaliere in Svizzera. L'operaio è rimasto vittima di un infortunio sul lavoro, in un'azienda per il riciclaggio di rifiuti differenziati in Via alla Rossa a Rancate. Lo comunica la polizia cantonale ticinese, intervenuta insieme alla comunale di Mendrisio, ai pompieri del capoluogo e ai soccorritori del SAM, che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso.

 E' morto così, come in questo mio dipinto dell'ottanta un operaio a Pomezia in Provincia di Roma un 53enne: è stato travolto mentre scaricavano da un camion dei pannelli di cartongesso. l'unica differenza che una volta venivano indossate le tute blu, ora non più. anche questo un modo per identificarsi e capire che a lavorare manualmente sono ancora tantissimi: una tuta identitaria. Come con gli schiavi romani i lavoratori comprendevano in quanti erano.

Provincia di Siena
Muore cadendo da un tetto di un capannone mentre effettua un sopralluogo un operaio di 59 anni, che era stato portato sul tetto con un muletto. la copertura in eternit non ha retto ed è precipitato al suolo


  

giovedì 21 febbraio 2019

Un ritmo di morti impressionante: sono tre i morti sui luoghi di lavoro anche il 21 febbraio

Ritmo impressionante di morti sui luoghi di lavoro: sono tre  anche mercoledì 20 febbraio. ma altrettanti muoiono sulle strade e in itinere. Le tragedie nelle province di Fermo, dove ha perso la vita un agricoltore schiacciato dal trattore, perde la vita un falegname tunisino a Colonio Monzese: è rimasto schiacciato da pannelli di truciolato. Perde la vita anche un agricoltore in Val d'Aosta dopo essere rimasto intossicato da solventi usati nella stalla

mercoledì 20 febbraio 2019

Muore dopo 3 mesi di agonia a seguito di un'esplosione un autotrasportatore di 39 anni

Alessandria Angelo S. un autrasportatore di 39 anni è morto dopo tre mesi di agonia: era rimasto  coinvolto in un incendio a Viguzzolo, in provincia di Alessandria. Angelo  quella mattina del 22 novembre stava trasportando una cisterna di gasolio che poi è scoppiata probabilmente durante le operazioni di saldatura di un serbatoio di un mezzo pesante in un'officina meccanica a Villaricca.


martedì 19 febbraio 2019

Sono quattro i morti il 18 febbraio


Continua la strage: sono 4 i lavoratori morti anche il 18 febbraio e nessuno che prova a fermarla; anche quelli che sono pagati per farlo. A morire come un agricoltore schiacciato dal trattore, ma col bob cat. E' un edile di 38, a morire dopo un volo di quindici metri all'interno di un'area cantiere schiacciato dal mezzo che stava usando per pulire il fosso, in vicolo della Patatona, a Ciampino.  Sul posto i vigili del fuoco di Marino e del soccorso alpino fluviale che hanno recuperato a fatica il corpo dell'uomo finito in fondo alla scarpata, dove ci sono anche delle villette in costruzione.

In provincia di BOLZANO, ha perso la vita un operaio  a seguito di un incidente sul lavoro che si è verificato nel tardo pomeriggio a Campodazzo. L'operaio stava posando delle reti paramassi ed era imbracato, ma per cause in via di accertamento è caduto sulle rocce rimanendo gravemente ferito, è spirato poco dopo.
 Perdono la vita anche un pastore in Sicilia e un agricoltore in Abruzzo

sabato 16 febbraio 2019

Sono stati 4 i morti sui luoghi di lavoro il 15 febbraio

La strage continua nell'indifferenza della politica. In provincia di palermo è morto il quarto lavoratore dall'inzio dell'anno a perdere la vita il 15 febbraio Giuseppe Ciziceno di 54 anni. Ciziceno è rimasto schiacciato dalla motrice di un camion della raccolta rifiuti. ma altri tre lavoratori hanno perso la vita: due di questi schiacciati dal trattore in Veneto che arriva a contare 10 morti sui luoghi di lavoro dall'inzio dell'anno, prima in questa triste classifica, e sempre ai vertici delle morti sul lavoro in questi 12 anni di monitoraggio.

venerdì 15 febbraio 2019

Danilo Golinella un portuale di La Spezia muore dopo una settimana di atroci sofferenze. ma sono stai due i morti anche ieri


La Spezia, 15 febbraio 2019 - Il suo cuore ha cessato di battere la notte scorsa all’ospedale Sant’Andrea, dopo atroci sofferenze provocate da un infortunio sul lavoro. Danilo Gallinella, 60 anni, direttore di macchina della Rimorchiatori Riuniti Spezzini, era rimasto ferito lo scorso 7 febbraio e deceduto questa notte, quando si trovava ricoverato nel reparto di ortopedia dell'ospedale cittadino. secondo la ricostruzione operata dagli ispettori dello Psal, il nucleo prevenzione e sicurezza sul lavoro di Asl5, si trovava sulla banchina e si stava occupando di assicurare con una corda un rimorchiatore alla bitta. La cima, andata in tensione a causa di un movimento del rimorchiatore, ha ‘catturato’, schiacciato e immobilizzato la gamba sinistra dell’uomo contro la bitta. Una stretta terrificante che ha prodotto le ferite mortali. 

martedì 12 febbraio 2019

Altri due morti anche l'11 febbraio. Perdono la vita due autrasportatori

hanno perso la vita per infortuni sul lavoro due autotrasportatori. Nel foggiano, nei pressi di Manfredonia ha perso la vita un autotrasportatore molisano che è rimasto fulminato mentre scaricava da camion del frumento: con il braccio del camion ha toccato i cavi dell'alta tensione. perde la vita un altro autotrasportatore  sull'A4, nei pressi di Milano. L'autotrasporto è la terza categoria per numero di morti.

sabato 9 febbraio 2019

Muoiono due lavoratori per infortuni nella Provincia di Palermo: Francesco Paolo Agrusa aveva solo 26 anni e lavorava in una ditta appaltatrice dell'ENEL: che avrebbe l'obbligo di assicurarsi che lavorassero in Sicurezza anche nelle ditte appaltatrici26 anni e


Poveri giovani che sono pochi e ce li uccidono numerosi a lavorare.  La vittima, Francesco Paolo Agrusa, di Balestrate, Ma anche, rimanendo in Sicilia Massimo Aliseo che è morto nell'agrigentino il 2 gennaio.  Agrusa stava lavorando per conto della società E-Distribuzione di Enel. Agrusa mentre insieme ad alcuni colleghi stava smontando l’impalcatura su un palo, è stato colpito in testa da un attrezzo (ma aveva almeno il casco, glielo avevano dato in dotazione e chi controllava eventualmente che l'indossasse?). Scattati i soccorsi, per lui non c'è stato nulla da fare. Sul posto sono intervenuti i carabinieri. La procura ha disposto l’autopsia. 
Della morte ne hanno dato notizia 
“I committenti hanno il dovere di controllare ed estendere i medesimi standard di sicurezza regolati da normative  interne anche alle ditte appaltatrici"  Così hanno dichiarato il segretario generale della Filctem Cgil Gabriella Messina e il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo. Aggiungo io: l'appalto va controllato come se a svolgere il lavoro fossero lavoratori dell'azienda stessa, sono numerosissimi i lavoratori che muoiono a causa della mancanza di controlli nelle aziende appaltatrici. 

Un'altra tragedia a Carini, dove un operaio, Nicola Vitto, di 48 anni, è morto mentre stava lavorando in un industria dolciaria a bordo di un carrello elevatore che si è ribaltato. 



mercoledì 6 febbraio 2019

Due pescatori dispersi nel mare Salentino

Purtroppo la speranza di ritrovare i due pescatori dispersi in mare al largo del Salento si fanno sempre più fievoli. Il peschereccio che aveva a bordo Fabrizio Piro di 53 anni e Damiano Tricarico si era rovesciato ieri dopo un'improvvisa mareggiata. Solo il terzo pescatore è riuscito a salvarsi nuotando fino a riva. Le ricerche stanno continuando anche oggi, ma si dispera di ritrovarli vivi

martedì 5 febbraio 2019

E' morto Alessandro Ferrorato. Un altro morto sul lavoro in Veneto e sono 8 dall'inzio dell'anno, Prima Regione per numero di morti e sempre ai vertici di questa triste classifica ogni anno. Quando poi leggi in rete una manipolazione delle morti per farle sembrare meno c'è da rimanere allibiti. Questi si siti di regime


E' morto Alessandro Ferronato a Castelfranco Veneto lungo la sp 308, la strada per Resana che congiunge la strada regionale 53 alla statale del Santo.
Ferronato aveva 45 anni, si trovava a bordo strada per eseguire dei lavori di manutenzione stradale: è stato investito e ucciso dal proprio furgone posteggiato a bordo strada, tamponato violentemente da un camion in transito. 
Secondo una prima ricostruzione Ferronato era giunto sul posto, a bordo di un furgone di Veneto strade, con un collega ed erano scesi per sistemare delle protezioni stradali. Il camion, dopo aver travolto una serie di segnali stradali appena sistemati dagli operai, avrebbe tamponato il furgone che è finito contro l'operaio, rimasto ucciso sul colpo, schiacciato tra il camion ed il furgone. In rete ci sono siti che esaltano il calo delle morti (inesistente) in Veneto. E si può comprendere chi vogliono proteggere. La situazione del Veneto per quanto riguarda i morti sul lavoro è sempre stata drammatica e ai vertici di questa triste classifica. 

domenica 3 febbraio 2019

Rigopiano, i familiari delle vittime sul lavoro scrivono a Di Maio, non è stata riconosciuta la morte sui Luoghi di lavoro http://www.ilcentro.it/pescara/rigopiano-i-familiari-delle-vittime-sul-lavoro-scrivono-a-di-maio-1.2148587

Di Maio Ministro del Lavoro cambi la legge

A 4 degli 11 dipendenti non è stata riconosciuta l’indennità «Chiediamo che cambi la legge per il futuro, non per noi»
PENNE. I familiari delle vittime sul lavoro, della tragedia Rigopiano hanno scritto una lettera al ministro Luigi Di Maio. A quattro degli undici lavoratori morti a seguito della valanga che si è abbattuta sull’hotel Rigopiano il 18 gennaio 2017 - Gabriele D’AngeloMarinella Colangeli,Alessandro Riccetti ed Emanuele Bonifazi - non è stata riconosciuta la morte sul luogo di lavoro in base ad una legge del 1938. «Questa lettera non serve per richiedere risarcimenti», commenta Paola Ferretti, madre di Emanuele Bonifazi, «vuole soltanto sollecitare il legislatore a riesaminare e modificare una vecchia legge, a nostro parere ingiusta e discriminatoria. Sappiamo benissimo che la legge non sarà retroattiva, ma il nostro intento non è chiedere soldi, bensì fare qualcosa che migliori il trattamento delle morti sul lavoro per il futuro, affinché nessun familiare debba vedersi liquidare la morte di un figlio con un assegno funerario di 2136 euro, soltanto perché non ha familiari a carico e perché è indipendente da loro. Oltre che ingiusto, ci sembra veramente offensivo e denigratorio. Per noi familiari delle vittime sul lavoro di Rigopiano questo cambiamento significherebbe, almeno, onorare la morte dei nostri angeli e in qualche modo, dare un senso al loro sacrificio».
La legge del 1938, poi modificata nel 1965, prevede che abbiano diritto a una rendita economica in seguito alla morte del lavoratore, il coniuge (fino alla morte o a nuovo matrimonio), ciascun figlio, fino al raggiungimento della maggiore età (per ragioni di studio elevata fino ai 21 anni se i figli sono studenti di scuola media o superiore e non oltre i 26 anni se studenti universitari), e i figli totalmente inabili al lavoro, ai quali la rendita spetta a prescindere dall’età, finché dura l’inabilità. In mancanza di coniuge e figli, può spettare una rendita anche a genitori, altri ascendenti, fratelli e sorelle, ma solo se convivevano con il lavoratore deceduto ed erano a suo carico.
«Il problema attuale», scrivono a Di Maio i parenti dei lavoratori morti nella tragedia Rigopiano, «è la non indennizzabilità del danno biologico a causa di morte e quindi la sua non ereditabilità da parte degli aventi diritto, come non è ereditabile il danno biologico in ambito di responsabilità civile, a meno che, quando il congiunto era in vita, dette somme non erano già entrate a fare parte dei beni del defunto. La norma Inail garantisce ai superstiti di potersi sostenere in mancanza del supporto economico del congiunto; e per ottenere tali prestazioni si deve dipendere economicamente dallo scomparso. Da norma finalizzata a sostenere il lavoratore (o i familiari a certe condizioni), essa dovrebbe anche occuparsi di indennizzare il danno biologico a causa di morte, nonché quello che direttamente subiscono i parenti in ragione del decesso in occasione di lavoro. Non sempre è così; ma resta il dolore, restano i diritti da far valere giudizialmente. Chiediamo un intervento innovatore, moderno, che non sia la solita soluzione rimediata, peggiore del nulla», concludono i parenti delle vittime sul lavoro di Rigopiano. 

sabato 2 febbraio 2019

Muore a due giorni dall'infortunio un sessantenne a Pescara

E' morto dopo due giorni di sofferenza ai Colli di Pescara un edile di 60 anni. Era caduto da un'impalcatura,   purtroppo è deceduto dopo due giorni di sofferenza. non si conosce l'identità della vittima. Sono 51 i morti sui LUOGHI DI LAVORO dall'inizio dell'anno

venerdì 1 febbraio 2019

Report morti sul lavoro nelle Regioni e Province italiane dal 1° gennaio al 31 gennaio 2019


Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
Curatore Carlo Soricelli
https://www.facebook.com/osservatorioindipendente/
morti sul lavoro nel 2019 al 31 gennaio
Sono già diventati 50 i morti per infortunio sui luoghi di lavoro al 31 gennaio 2019 (almeno altrettanti lavoratori sono morti sulle strade e in itinere), di questi, 8 sono stati schiacciati dal trattore, sono 106 i morti schiacciati da questo mezzo da quando a giugno 2017 si è insediato il nuovo governo
Aperto il 1° gennaio 2008 in memoria dei sette operai della Thyssenkrupp di Torino morti poche settimane prima
Morti sul lavoro nelle province italiane nel 2019
                Non segnalati nelle Province e Regioni i morti in autostrada, chi lavorava all’estero e i lavoratori morti sulle strade e in itinere che sono a parte, visto che per la prevenzione richiedono interventi completamente diversi e mirati rispetto ai lavoratori che muoiono sui luoghi di lavoro.
·       VENETO 7 Venezia (1), Belluno (), Padova‎ (1), Rovigo (), Treviso (), Verona (3), Vicenza (2). Lombardia 6 Milano (2), Bergamo (), Brescia (1), Como (2), Cremona (), Lecco (), Lodi (), Mantova (1), Monza Brianza (), Pavia (), Sondrio (), Varese ().  SICILIA 5  Palermo (1), Agrigento (2), Caltanissetta (), Catania (1), Enna (), Messina (1), Ragusa (), Siracusa (), Trapani‎ ().   PIEMONTE  4 Torino (1), Alessandria (2), Asti (), Biella (), Cuneo (1), Novara (), Verbano-Cusio-Ossola () Vercelli (). LAZIO 4 Roma (3), Viterbo () Frosinone () Latina () Rieti (1). PUGLIA 3  Bari (1), BAT (), Brindisi (), Foggia (), Lecce (1) Taranto (1). TOSCANA 3 Firenze (), Arezzo (), Grosseto (1), Livorno (1), Lucca (), Massa Carrara (), Pisa‎ (1), Pistoia (), Siena () Prato (). UMBRIA 3 Perugia (3) Terni ().  CAMPANIA 2 Napoli (), Avellino (), Benevento (), Caserta (2), Salerno (). LIGURIA 2 Genova (1), Imperia (), La Spezia (), Savona (1). Molise 2 Campobasso (1), Isernia (1). (2) EMILIA ROMAGNA 1 Bologna (), Rimini (). Ferrara () Forlì Cesena () Modena () Parma () Ravenna () Reggio Emilia () Piacenza (1) VALLE D’AOSTA 2 CALABRIA 1 Catanzaro (), Cosenza (), Crotone  Reggio Calabria  Vibo Valentia (1).  ABRUZZO 1 L'Aquila (), Chieti (), Pescara () Teramo (1). TRENTINO ALTO ADIGE  1 Trento (), Bolzano (1). SARDEGNA Cagliari (), Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (), Ogliastra (), Olbia-Tempio (), Oristano (), Sassari (). Sulcis iglesiente (). MARCHE 1 Ancona (), Macerata (1), Fermo (), Pesaro-Urbino (), Ascoli Piceno (). FRIULI VENEZIA GIULIA Trieste (), Gorizia (), Pordenone (), Udine (7).  BASILICATA  Potenza () Matera (). 

3 gennaio 2019 Report morti sul lavoro  nel 2018
Sono 704 i morti sui luoghi di lavoro del 2018. Con i morti sulle strade e in itinere, considerati dallo Stato e dall’INAIL come morti sul lavoro, arriviamo a oltre 1450 lavoratori morti per infortuni. Mai stati così tanti da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio, che monitora tutti i morti sui luoghi di lavoro, anche i non assicurati INAIL e tutti quelli che non dispongono di un’assicurazione.
Dal 2008, ogni giorno, i lavoratori morti sul lavoro sono stati registrati per anno, mese e giorno della tragedia, identità, luogo e provincia dell’infortunio mortale, professione, età e nazionalità della vittima.
Da quell’anno, con oltre 15.000 morti sul lavoro, è come se fossero spariti gli abitanti di una cittadina come Sasso Marconi.
Rispetto al 2017 registriamo un aumento del 9,7%. Rispetto al 2008, registriamo un aumento del 9,4% (e tutti gli anni parlano di cali inesistenti).
Le categorie che hanno nel 2018 il maggior numero di morti sono:
Agricoltura che registra il 33,3% di tutti i morti sui luoghi di lavoro (è così tutti gli anni); il dato impressionante è quello dei 149 agricoltori che hanno perso la vita guidando un trattore rimanendone schiacciati. A questi occorrerebbe aggiungerne molti altri incautamente trasportati a bordo come bambini e altri, o sulle strade dove questo mezzo provoca altri morti innocenti. Nessuno ha mosso un dito neppure quest’anno per arginare e informare sulla pericolosità del trattore, oltre che mettere a disposizione fondi per renderli più sicuri. Lo chiediamo da un decennio, ma la vita di chi lavora sembra non contare niente per i governi che si sono succeduti alla guida del paese. I vari ministri che si sono avvicendati alle Politiche Agricole hanno solo pensato a farsi belli inaugurando sagre e manifestazioni agricole del made in Italy, mentre i campi sono impregnati del sangue dei nostri agricoltori.
La seconda categoria con più morti è l’Edilizia che conta il 15,2% di tutti i morti sui luoghi di lavoro. Questa categoria, forse a causa della crisi dell’edilizia, registra un calo delle morti di oltre il 5% rispetto al 2017.
Gli autotrasportatori (li monitoriamo tutti assieme, anche se fanno parte di categorie diverse) sono percentualmente il 12,1% di tutti i morti sul lavoro. L’Industria, di tutte le categorie (esclusa l’edilizia) ha complessivamente il 7,8% di tutti i morti sul lavoro. Pur avendo milioni di addetti ha percentualmente pochi morti, questo perché ha ancora un sindacato forte che riesce a dialogare e a far rispettare più di altri comparti la Sicurezza sul lavoro. A morire per infortuni sono quasi tutti lavoratori in appalto: dipendenti di altre aziende, spesso artigianali, muoiono per infortuni nelle aziende stesse. Nemmeno i Sindacati non s’interessano di questi lavoratori figli di un “dio minore” che non hanno articolo 18 e lavorano in insicurezza senza nessun controllo.
Una miriade di altre professioni registra morti sul lavoro, ma l’elenco diventerebbe lunghissimo: sono soprattutto addetti al servizio alle imprese, artigiani che lavorano per conto terzi.
Ma ricordiamoci anche degli 8 carabinieri che hanno perso la vita nell’esercizio delle loro funzioni per proteggere noi cittadini: anche loro nelle statistiche “spariscono”.
Spariscono dalle statistiche, non essendo assicurati all’INAIL, le Forze Armate, i Vigili del Fuoco, innumerevoli Partite Iva, compresi i giornalisti, lavoratori in nero, tantissimi agricoltori schiacciati dal trattore e tanti altri e fanno sembrare questo fenomeno di cui dovremmo vergognarci per le dimensioni, molto più lieve.
Gli stranieri morti sul lavoro nel 2018 sono stati il 7,1% sul totale, a causa della crisi sono diminuiti rispetto agli ultimi anni: lavori pericolosi che gli italiani in passato non volevano fare, ma che ora svolgono pur di poter lavorare, quasi sempre precari costretti a svolgere lavori pericolosi.
E’ sconvolgente l’età delle vittime di infortuni: perdono la vita moltissimi giovani sotto i venti e trent’anni, ma soprattutto in tarda età, il 27% di tutti i morti sui luoghi di lavoro hanno dai 61 anni in su (esclusi morti in itinere e sulle strade) sono il 27% sul totale, una percentuale impressionante.
Il precariato diffuso, leggi come la Fornero e il Jobs act, hanno contribuito a far morire molti lavoratori in più. Il precariato uccide tantissimi giovani e meno giovani e l’articolo 18, abolito dal Governo Renzi con la complicità della parte più retriva degli industriali, ha fatto aumentare le morti sul lavoro, soprattutto tra i giovani assunti: chi si rifiuta di svolgere lavori pericolosi se è possibile essere licenziati con una scusa? I partiti che formano il nuovo governo avevano promesso di eliminare le leggi Fornero e Jobs act: non sono state toccate. Come potete vedere nel report le Regioni con più morti sul lavoro sono la Lombardia, il Veneto, la Campania e l’Emilia-Romagna. Non a caso tre di queste Regioni invece di impegnarsi ad arginare questo fenomeno, vogliono la piena autonomia finanziaria, così da poter distruggere in pochi anni l’Unità del Paese e anche la Sicurezza dei lavoratori. Un egoismo che si vede anche nel menefreghismo con cui trattano queste tragedie: ma questo riguarda tutte le Regioni e Province italiane.
Le province con più morti sui luoghi di lavoro (escluso itinere) sono quelle di Salerno con 20 morti, Torino con 19 morti, una città che ha avuto una delle tragedie più grandi sul lavoro, quella della Thyssenkrupp dove il 6 dicembre 2007 morirono 7 lavoratori arsi vivi. L’Osservatorio fu aperto proprio in seguito a quella tragedia ed è dedicato a quelle vittime. Seguono la provincia di Verona con 18 morti sui luoghi di lavoro, Napoli con 17 morti, poi a scalare come potrete vedere nel report. Benevento (dove sono nato) e poche altre, le province che non hanno avuto morti per infortuni sui luoghi di lavoro, e di questo sono contento.
Si chiamava Ugo Panzanella l’ultimo morto per infortunio del 2018, un meccanico di 75 anni. Era rimasto gravemente ustionato il 4 novembre: stava tagliando con un frullino una vecchia cisterna che è esplosa ed è morto dopo quasi due mesi di sofferenze all’ospedale Grandi Ustionati di Cesena il 30 dicembre.
Per chi volesse avere notizie più specifiche sulla situazione della propria provincia può contattare Carlo Soricelli.
Ci auguriamo che il 2019 sia un anno migliore e che la politica e il Governo cominci finalmente ad occuparsene.

Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro (L’unico sito che monitora in tempo reale TUTTI i morti per infortunio sul lavoro, compresi i non assicurati all’INAIL e i lavoratori in nero)
Morti sul lavoro dal 1° gennaio al 31 dicembre 2018
Sono 98 i morti schiacciati dal trattore dalla nascita a giugno del nuovo governo al dicembre. Sono stati 149 nell’intero 2018
N.B i morti segnalati nelle Regioni sono solo quelli sui LUOGHI DI LAVORO. Ricordo ancora una volta che ce ne sono almeno altrettanti che muoiono sulle strade e in itinere nelle province. Non sono conteggiati, oltre che i morti in itinere nelle Province e Regioni i morti sulle autostrade: con queste morti arriviamo già a superare i 1.450 complessivi
MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO nelle province italiane. Non segnalati nelle Province e Regioni i morti in autostrada, chi lavorava all’estero e i lavoratori morti sulle strade e in itinere che sono a parte, visto che per la prevenzione richiedono interventi completamente diversi e mirati rispetto ai lavoratori che muoiono sui luoghi di lavoro.
Lombardia 73 Milano (13), Bergamo (9), Brescia (10), Como (5), Cremona (4), Lecco (2), Lodi (1), Mantova (10), Monza Brianza (7), Pavia (4), Sondrio (7), Varese (1). VENETO 69Venezia (12), Belluno (6), Padova‎ (5), Rovigo (3), Treviso (15), Verona (18), Vicenza (10).CAMPANIA 56 Napoli (18), Avellino (5), Benevento (), Caserta (13), Salerno (20). EMILIA ROMAGNA 54 Bologna (7), Rimini (1). Ferrara (10) Forlì Cesena (6) Modena (8) Parma (5) Ravenna (5) Reggio Emilia (4) Piacenza (6). PIEMONTE 53Torino (19), Alessandria (8), Asti (9), Biella (2), Cuneo (8), Novara (2), Verbano-Cusio-Ossola (3) Vercelli (2). TOSCANA 49Firenze (5), Arezzo (9), Grosseto (3), Livorno (4), Lucca (3), Massa Carrara (6), Pisa‎ (8), Pistoia (4), Siena (6) Prato (1). SICILIA 43 Palermo (9), Agrigento (7), Caltanissetta (3), Catania (7), Enna (3), Messina (4), Ragusa (3), Siracusa (2), Trapani‎ (5). CALABRIA 30Catanzaro (6), Cosenza (10), Crotone (9), Reggio Calabria (2) Vibo Valentia (3). LAZIO 29Roma (10), Viterbo (4) Frosinone (6) Latina (6) Rieti (3). PUGLIA 28 Bari (6), BAT (1), Brindisi (2), Foggia (6), Lecce (8) Taranto (5). ABRUZZO 26 L'Aquila (7), Chieti (7), Pescara (3) Teramo (8). TRENTINO ALTO ADIGE 21Trento (13), Bolzano (8). LIGURIA 19 Genova (11), Imperia (1), La Spezia (4), Savona (3). SARDEGNA 14Cagliari (3), Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (3), Ogliastra (), Olbia-Tempio (3), Oristano (1), Sassari (4). Sulcis iglesiente ( ). MARCHE 14 Ancona (4), Macerata (3), Fermo (1), Pesaro-Urbino (), Ascoli Piceno (6). FRIULI VENEZIA GIULIA 12 Trieste (), Gorizia (1), Pordenone (3), Udine (7). UMBRIA 12 Perugia (5) Terni (7). BASILICATA 8 Potenza (6) Matera (2). Molise 6Campobasso (5), Isernia (1). VALLE D’AOSTA (1)


Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?