Dall’inizio del 2025, ogni 6 ore e qualche minuto muore un lavoratore. al 14 ottobre i morti del 2025, sono stati complessivamente 1184 lavoratori (parziale), di cui 818 sui luoghi di lavoro (senza itinere e altre Assicurazioni e nero).
lunedì 30 aprile 2018
Video di Carlo Soricelli sui morti sul lavoro e sulla festa del 1° Maggio
https://www.facebook.com/carlo.soricelli/videos/10211748368241008/?comment_id=10211748453763146¬if_id=1525075626815282¬if_t=video_comment&ref=notif
1° Maggio con 450 morti sul lavoro dall'inizio dell'anno e di questi 220 hanno perso la vita sui luoghi di lavoro
Osservatorio Indipendente di Bologna morti
sul lavoro
Report al 30 aprile
I morti sui luoghi di
lavoro in tempo reale, domani ci sarà poco da festeggiare, indossate qualcosa
di nero, domani non è una Festa, non può esserci una Festa dei lavoratori se
ogni anno oltre mille famiglie portano il lutto per la morte per infortunio di
un proprio caro.
Un primo maggio di
morte per i lavoratori, numeri spaventosi che continuano a crescere da dieci
anni, da quando il 1° gennaio 2008 aprii l’Osservatorio e dopo aver constatato
che non c’era nessuno che monitorava in tempo reale le vittime d’infortunio. In
questo momento siamo a 220 morti sui luoghi di lavoro erano 198 il 30 aprile
del 2017, +10%. Erano 174 il 30 aprile 2008 + 21%. Chi parla di cali sarebbe
opportuno che guardasse l’andamento dei morti sui LUOGHI DI LAVORO, i lavoratori
che muoiono svolgendo un lavoro, e non in itinere. C’è un incredibile aumento del
22% di morti sui LUOGHI DI LAVORO in edilizia rispetto ai primi 4 mesi del
2017. L’aumento complessivo in questi dieci anni è sempre stato tendente al
rialzo, come potete vedere dal grafico allegato. L’edilizia sui luoghi di
lavoro registra, rispetto allo stesso periodo del 2017 uno spaventoso aumento
del 21%: Abbiamo voluto questo 1° maggio fare un omaggio a Matteo Mondini
dedicandogli l’apertura dell’Osservatorio. Matteo è un giovane di 36 anni, a 28
anni subì un gravissimo infortunio sul lavoro. Perso un braccio e ha subito nel
corso degli anni ben 33 interventi chirurgici. Ma Matteo non si è arreso, e si
impegna con molto coraggio per sensibilizzare contro queste tragedie che sono le
morti sul lavoro. Grazie Matteo. Un’ ultima nota: tutti utilizzano i dati dell’Osservatorio,
senza citare mai la fonte, eppure tra questi ci sono organizzazioni sindacali e
politiche e istituti con milioni, se non miliardi di euro a disposizione. Perché
non lo fanno loro questo lavoro e sfruttano quello degli altri: quello di un
pensionato metalmeccanico che ci mette anche soldi di tasca propria per l'acquisto di materiale?
30 aprile 2018
Un 1° maggio listato a
lutto
Dal 1° gennaio
220 morti sui luoghi lavoro
in Italia
Con le morti sulle strade
e in itinere che a nostro parere richiedono interventi diversi e specifici si
arriva a superare già i 450 morti complessivi
Non possono esserci
differenze tra i morti sul lavoro, noi monitoriamo tutti quelli che muoiono
lavorando, qualsiasi lavoro svolgono, e non ci interessa se dispongono di
assicurazioni diverse da quelle dell’INAIL, che non ne hanno nessuno o se sono
anziani schiacciati dal trattore.
Morti nelle Regioni e
Province italiane nel 2018 per ordine decrescente
N.B i morti segnalati
nelle Regioni sono solo quelli sui LUOGHI DI LAVORO. Ricordo ancora una volta
che ce ne sono almeno altrettanti che muoiono sulle strade e in itinere nelle
province non sono conteggiati i morti sulle autostrade
LOMBARDIA
27 Milano (8), Bergamo (2),
Brescia (3), Como (1), Cremona (2), Lecco (), Lodi (1), Mantova (5), Monza
Brianza (2), Pavia (1), Sondrio (2), Varese () VENETO 24 Venezia (4),
Belluno (1), Padova (), Rovigo (1), Treviso (7), Verona (8), Vicenza (3).
PIEMONTE 18 Torino (8), Alessandria (1), Asti (2),
Biella (), Cuneo (4), Novara (1), Verbano-Cusio-Ossola (2) Vercelli () CAMPANIA
17 Napoli (7), Avellino (1), Benevento (), Caserta (3), Salerno (6). EMILIA
ROMAGNA 16 Bologna (2), Rimini
(1). Ferrara (4) Forlì Cesena (1) Modena (4) Parma (2) Ravenna (2) Reggio
Emilia () Piacenza () TOSCANA 13 Firenze (2),
Arezzo (), Grosseto (1), Livorno (2), Lucca (1), Massa Carrara (2), Pisa (1),
Pistoia (), Siena (4) Prato (). SICILIA 13 Palermo (2), Agrigento
(2), Caltanissetta (1), Catania (5), Enna (), Messina (2), Ragusa (), Siracusa
(1), Trapani (). CALABRIA 12 Catanzaro (2), Cosenza (4),
Crotone (3), Reggio Calabria (2) Vibo Valentia (1) ABRUZZO 10
L'Aquila (4), Chieti (2), Pescara (1) Teramo (2) LAZIO 9 Roma (4),
Viterbo (1) Frosinone (1) Latina (2) Rieti (1). (1) SARDEGNA
7 Cagliari (1), Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (1),
Ogliastra (), Olbia-Tempio (2), Oristano (), Sassari (3). Sulcis inglesiente () MARCHE 5 Ancona (), Macerata
(1), Fermo (), Pesaro-Urbino (), Ascoli Piceno (4). LIGURIA 5
Genova (3), Imperia (), La Spezia (1), Savona (1) ) FRIULI
VENEZIA GIULIA 4 Trieste (), Gorizia (1), Pordenone (), Udine (3). BASILICATA 4 Potenza (3) Matera (1)
UMBRIA 3 Perugia (1) Terni (2). PUGLIA 3 Bari (), BAT (1),
Brindisi (1), Foggia (), Lecce () Taranto (1) Molise 2 Campobasso (2),
Isernia () TRENTINO ALTO ADIGE 1 Trento (1), Bolzano
().VALLE D’AOSTA()
A futura memoria postato il 25 gennaio 2018. Per l’INAIL sono 1029 i morti
complessivi nel 2017 (compresi i lavoratori con mezzi di trasporto) Per
l’Osservatorio Indipendente sono 1380 (ci sono anche 139 agricoltori
schiacciati dal trattore che non sono stati conteggiati dall’INAIL, più tanti
altri lavoratori che non appaiono tra le denunce INAIL.
Report morti sul
lavoro nell’intero 2017
Nel
2017 dall’inizio dell’anno al 31 dicembre i morti sui luoghi di lavoro sono
stati 632, oltre 1350 con le morti per infortunio con i mezzi di trasporto.
Il 1° gennaio 2018
l’Osservatorio Indipendente morti sul lavoro ha compiuto 10 anni, da quell’anno
i morti per infortunio sul lavoro sono costanti, in molti anni addirittura
aumentati. E’ nato poche settimane dopo la strage alla Thyssenkrupp di Torino
ed è dedicato a quei 7 lavoratori morti in modo disumano.
Oltre 1.500.000 di
persone hanno visitato l’Osservatorio in questi dieci anni. Vi ringraziamo per
la vostra sensibilità.
Report morti sul
lavoro dal 1° gennaio al 31 dicembre 2017
Dall’inizio dell’anno
al 31 dicembre sono morti sui luoghi di lavoro 632 lavoratori:
con i morti sulle strade e in itinere con il mezzo di trasporto, si superano i
1400 morti complessivi. Gli agricoltori schiacciati dal trattore sono come tutti
gli anni il 20% di tutti i morti sui luoghi di lavoro. L’agricoltura, come
tutti gli anni, supera abbondantemente il 30% di tutti i morti sul lavoro. Il
25% di tutti i morti sui luoghi di lavoro hanno più di 60 anni. Gli edili
superano il 20% di tutti i morti sul lavoro. La maggioranza di queste vittime
cadono dall’alto; dai tetti e dalle impalcature. Nelle aziende dove è presente
il sindacato le morti sono quasi inesistenti: le poche vittime nelle fabbriche
che superano i 15 dipendenti sono per la stragrande maggioranza lavoratori che
lavorano in aziende appaltatrici nell’azienda stessa: spesso manutentori degli
impianti. La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra
sessantenni. Anche il Jobs act per la possibilità di essere licenziati, senza
appello, ma solo con un po’ di denaro, rende i lavoratori licenziabili se si
oppongono a svolgere un lavoro pericoloso. Gli stranieri morti per infortunio,
sono oltre il 10% dall’inizio dell’anno, è così tutti gli anni. Il 30% dei
morti sul lavoro spariscono ogni anno dalle statistiche. Tra l’altro e in ogni
caso i morti sui luoghi di lavoro monitorati dall’Osservatorio sono sempre
molti di più di quelli monitorati dell’INAIL. Carlo Soricelli curatore
dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it
Aperto il 1° gennaio 2008 in memoria dei sette operai della Thyssenkrupp di
Torino morti poche settimane prima
Le morti verdi provocate dal trattore
Strage verde sui campi
Con
l’ultimo morto in provincia di Savona sono già 35 gli agricoltori schiacciati
dal trattore nel 2018. Nel 2017 sono morti schiacciati dal trattore 139
agricoltori, ma occorre aggiungerne tanti altri che sono morti per essere stati
trasportati a bordo (anche bambini) o per le strade a causa di incidenti
provocati da questo mezzo. Oltre 600 sono morti nell’ultima legislatura e oltre
1400 da quando dieci anni fa è stato aperto l’Osservatorio. Anche quest’anno
più del 20% dei morti per infortuni su di tutte le categorie sono provocate da
questo mezzo che. Assurdo che il Parlamento a primavera 2017 ha rinviato per
l’ennesima volta la legge europea che obbliga chi giuda questo sterminatore di
agricoltori a sottoporsi a un esame che ne verifichi l’idoneità alla guida. Una
legge del 2002. Occorrerebbe (ma lo scriviamo da tanti anni senza nessun
risultato) che chi ci governa faccia una campagna informativa sulla
pericolosità del mezzo. E chi di dovere metta a disposizione forti incentivi
per mettere in sicurezza i vecchi trattori. Speriamo nel nuovo
Molte delle vittime del
terremoto in Emilia erano lavoratori rimasti schiacciati per il crollo dei
capannoni. Lo stesso terremoto che ha colpito l’Umbria e le Marche ha
evidenziato che i capannoni industriali in Italia sono per la maggior parte a
rischio sismico. E’ un miracolo che non ci siano stati morti nella cartiera a
Pioraco di Macerata. Il tetto è crollato nel cambio turno, nella fabbrica
stavano lavorando solo 20 persone che sono riuscite a scappare. L’intero tetto
della sala macchine è crollato. In questa fabbrica ci lavorano complessivamente
146 lavoratori e se fossero stati tutti all’interno ci sarebbe stata una
strage. E’ un miracolo, come nel terremoto in Emilia che pur provocando vittime
tra i lavoratori è capitato di notte e in orari dove nelle fabbriche ci
lavoravano pochissime persone. La maggioranza dei capannoni industriali in
Italia sono stati costruiti in anni dove non si teneva in nessun conto del
rischio sismico. Tantissimi di questi capannoni hanno le travi SOLO appoggiate
sulle colonne e nel caso di terremoti possono muoversi dall’appoggio e
crollare.
Se non si comincia a farli
mettere in sicurezza è a rischio la vita di chi ci lavora sotto, e parliamo di
milioni di lavoratori. Del resto con incentivi e detassazioni si potrebbero
mettere tutti in sicurezza con una spesa non eccessivamente alta.
Grazie amici di facebook che a centinaia a volte migliaia visitate questo
sito ogni giorno
Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente d Bologna morti sul
lavoro, attivo dal 1° gennaio 2008 http://cadutisullavoro.blogspot.it
I
morti per infortunio sul lavoro quanti sono?
Se uno guarda
superficialmente i dati dei morti sul lavoro si entra in uno stato
confusionale. Sono reali quelli dell'Osservatorio o quelli dell'INAIL? A prima
vista sembrano di più quelli dell'INAIL, ma occorre ricordare che quelle
diffuse dall'INAIL sono denunce e non riconoscimento delle morti che questo
istituto dello Stato analizzerà in secondo. Dopo diversi mesi dell'anno
successive l’INAIL diffonde il numero di morti per infortuni riconosciuti come
tali, sono mediamente il 30% in meno ogni anno. Resuscitano? No, è che tante di
queste morti sono in itinere o di non assicurati all'INAIL, o in nero, oppure
di non loro pertinenza. Comunque se si guardano i dati complessivi comparati,
quelli diffusi dall’INAIL, sono ovviamente molto meno delle morti di questo
Osservatorio che monitora tutti i morti sui LUOGHI DI LAVORO da ben dieci anni,
indipendentemente dal lavoro svolto o dall’assicurazione di riferimento. Se si
confrontano con quelli dell'INAIL occorre sempre ricordare che nelle denunce pervenute
all'INAIL ci sono anche i morti sulle strade e in itinere che sono ogni anno
dal 50 al 55% di tutte le morti sul lavoro.
Se si vuole fare una
comparazione vera occorre confrontare i morti senza mezzi di trasporto
dell’INAIL con quelli sui LUOGHI DI LAVORO dell’Osservatorio.
Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
Nel 2016 in Europa
sono stati 10.000 i lavoratori morti mentre andavano o tornavano dal lavoro
(indagine europea). Tantissime le donne sovraccaricate sul posto di lavoro,
oltre che dal carico famigliare e dai lavori domestici. Quando in itinere sono
alla guida di un automobile hanno spesso incidenti anche mortali. Molti
infortuni poi non vengono riconosciuti come tali a causa della normativa
specifica dell’itinere. E quando andate a vedere ogni anno le denunce per
infortuni pervenute all’INAIL vi accorgete che poi successivamente non vengono
riconosciute come morti sul lavoro mediamente il 30/40% delle denunce per
infortuni mortali. Occorre ricordare che anche quest’anno, come i precedenti,
che un lavoratore su cinque muore schiacciato dal trattore che guida. Ma con
questa casta parlamentare, nessuno escluso, parlare della vita di chi lavora e
come parlare di niente. Le percentuali delle morti nelle varie categorie sono
sempre quelle tutti gli anni. L’agricoltura ha sempre più del 30% delle morti
sul totale, segue l’edilizia che supera ogni anno il 20%. Poi l’industria e
l’autotrasporto che si contendono sempre il terzo e quarto posto in questa
triste classifica. Ma queste due categorie sono sempre sotto il 10%, nonostante
milioni di addetti e questo, per fortuna, abbiamo ancora sindacati che
esercitano controlli sulla Sicurezza. Gli stranieri morti per infortuni sui
luoghi di lavoro sono in questo momento il 10% sul totale. E’ spaventoso
pensare che i nostri giovani non trovano lavoro e si è innalzata l’età per
andare in pensione di molti anni anche a chi svolge lavori pericolosi. Anche
quest’anno oltre il 20 % dei morti sui LUOGHI DI LAVORO (escluso itinere) ha
dai 61 anni in su.
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del triste fenomeno e fallo conoscere ai tuoi amici. Segnala l'Osservatorio
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Carlo Soricelli
curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
domenica 29 aprile 2018
Negli ultimi tre giorni sono morti 10 lavoratori, sette di questi schiacciati dal trattore. La morte di Giuseppe Spagnoli probabilmente provocata da esalazioni e non rimase fulminato
La
Spezia, 29 aprile 2018 Gabriele Spagnoli non era morto fulminato come sembrava al momento della morte, ma a causa delleesalazioni di monossido di carbonio. Lo ha stabilito l’anatomopatologa Susanna Gamba all’esito dell’autopsia sul corpo dell’operaio sarzanese di 53 anni che il 23 febbraio scorso, durante delle
operazioni di sabbiatura. Spagnoli morì molto probabilmente per avvelenamento da fumi
conseguenza di qualche malfunzionamento delle apparecchiature che stava
utilizzando. Eppure usava una maschera protettiva.
Il 1° maggio porta il lutto al braccio. Video di carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro: parla della "festa2 del 1° maggio
sabato 28 aprile 2018
Video di Carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro. La situazione è drammatica ieri hanno perso la vita schiacciati dal trattore 7 guidatori di questo mezzo
https://www.facebook.com/carlo.soricelli/videos/10211733156940735/
venerdì 27 aprile 2018
Dopo la morte del piccolo Guglielmo, morto schiacciato dal trattore guidato dal padre, altri tre agricoltori hanno perso la vita schiacciati da questo mezzo mortale
Dopo aver appreso due giorni fa dell'angosciosa morte di Guglielmo, un bambino di 5 anni, trasportato incautamente dal padre su questo mezzo mortale apprendiamo della morte di altri tre agricoltori schiacciati dal trattore nelle province di Rieti, la vittima, Massimo Gennari aveva solo 45 anni, nella provincia di Messina ha perso la vita Giuseppe Belbruno di 50 anni, della provincia di Siena un altro morto schiacciato dal trattore di cui non conosciamo ancora l'identità e gli anni. Chi pensa che questa strage sia solo tra gli anziani si sbaglia a morire in modo così tragico ci sono lavoratori di ogni età. Il trattore è una macchina mortale, che uccide anche senza aver commesso nessun errore, ma per il terreno che spesso è infido. Le Istituzioni, la politica poteva far molto, ma non ha mai mosso un dito per arginare questa autentica carneficina provocata dal trattore. Sono stati solo capaci di rinviare per l'ennesima volta una legge europea del 2003 che obbligherebbe chi guida questo mezzo a sottoporsi a un esame per il rilascio di un patentino. Non sarebbe risolutivo, esiste un parco trattori vecchio ed obsoleto, che tantissimi agricoltori, senza incentivi non possono certo affrontare una spesa così elevata. Ma la politica, chi mandiamo in Parlamento avrebbe l'obbligo di trovare soluzioni, ma non l'hanno mai fatto. Il 1à Maggio mandiamo un segnale forte alla politica e ai sindacati, portiamo il lutto al braccio. I Lavoratori sono stati lasciati soli e abbandonati in questo ventennio. Devono tornare protagonisti, far cancellare leggi ingiuste come la Fornero e il Jobs act, che incrementano il numero di morti sul lavoro: il 20% di tutti i morti sui luoghi di lavoro (escluso itinere) ha più di 60 anni, il jobs abolendo l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori per tutti i nuovi assunti impedisce al lavoratore di dire la sua anche se gli viene richiesto di svolgere un lavoro pericoloso. In questo momento siamo a 213 lavoratori morti sui luoghi di lavoro, oltre 450 se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere. Carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
giovedì 26 aprile 2018
La morte nel piacentino di un bambino di 5 anni trasportato a bordo di un trattore dal padre apre una finestra desolante sul nostro Paese e fa comprendere la crisi della sinistra e della politica. Papà che hai visto morire il tuo piccolo, sappi che che c'è chi è più di te della morte del tuo bambino. È la classe dirigente del Paese.
La
tragedia di Piacenza, dove un bambino di 5 anni è morto schiacciato da un
trattore mi porta ad una serie di riflessioni. Si comprende molto bene dietro a
questa morte la crisi della politica e del PD che ha governato in questo ultimo
decennio. Dopo il primo anno di monitoraggio delle morti sul lavoro, il 2008,
mi ero accorto che c’era un grandissimo problema: un morto sui luoghi di lavoro
su cinque era provocato dal trattore. È stato così ogni anno. Centinaia di mail
a scongiurare chi ci governava di fare qualcosa, di affrontare il problema. L’INAIL
non monitorava queste morti, quindi questi lavoratori non erano morti.
Fantasmi. Neppure oggi nel conteggio dei morti non risultano in larga parte.
Arriva Renzi il “rottamatore” guardato con una certa simpatia, finalmente
arriva un giovane che spazza via la vecchia politica e porta aria nuova. Invece
era solo trasformismo, il vecchio potere si riciclava per nulla cambiare: le lobby
parlamentari trasversali in ogni partito continuavano a comandare. Si insediano
Renzi, Martina Poletti, era il febbraio 2014. Mando loro una mail scrivo come
curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro “il governo
sarà giudicato da quello che farà”. Continuavo: c’è un’emergenza in questo
momento: con l’arrivo del bel tempo tra pochi giorni ricomincerà la strage di
agricoltori schiacciati dal trattore; fate qualcosa, almeno una campagna
informativa sulla pericolosità del mezzo, oltre che a mettere a disposizione
fondi per acquistare o mettere in Sicurezza i vecchi trattori. Eppure Renzi era
compulsivo, twittava su tutto, anche su cose banalissime. Niente, neppure degno
di una risposta da nessuno dei tre che ricordo: Renzi Primo ministro, Martina
ministro delle Politiche Agricole, Poletti ministro del lavoro. Tra l’altro
vedevo l’interesse in rete verso le tragedie delle morti sul lavoro: centinaia
di migliaia di cittadini italiani avevano visitato l’Osservatorio, consultavano
una fonte indipendente non legato al potere economico e politico. Scrivevo e mi
raccomandavo ogni anno: direi ogni mese con Report, che ricevevano anche
tantissimi parlamentari “sinistri”. Chi segue l’Osservatorio da tempo sa bene
delle mie innumerevoli mail, mi raccomandavo nei post di utilizzare tutti gli accorgimenti,
di non trasportare incautamente a bordo i bambini a bordo del
trattore, che morivano numerosissimi schiacciati anche loro da questo mezzo
mortale. Ma io non condanno questi genitori, che non sono informati: il
trattore è una macchina infernale che uccide, anche senza commettere nessun
errore. Ho anche scritto post e mail ai familiari: state attenti, non fate
salire su questo mezzo padre nonni, e anche giovani se non sono in un perfetto
stato di salute, il territorio collinare italiano soprattutto nelle mezze
stagioni inganna, apparentemente asciutto sopra, è bagnato e cedevole in
profondità e con il mezzo in manovra il terreno cede trascinando la vittima che
cade di lato con il trattore, oppure frontalmente. Niente, mai un segnale d’interesse da parte di
una sinistra degli apparati e degli interessi lobbistici. Anche da questi
aspetti fondamentali, che i lavoratori e la povera gente hanno punito il PD. Se
in un aspetto fondamentale come la Sicurezza sul lavoro il Governo che si dice di
“sinistra” non batte un colpo, ignora chi come me, senza nessun interesse fa volontariato
impegnando larga parte del suo tempo di pensionato, pur avendo grandi passioni,
come potete pensare che chi lavora vi voti ancora? Insomma, i morti sul lavoro
come metafora della crisi di questo partito che ha scelto di rappresentare i
più ricchi. Come non indignarsi nell’apprendere che una legge europea del 2003
(2003) obbligherebbe chi guida questo mezzo a sottoporsi ad un esame per la
guida, che viene per l’ennesima volta rinviata la primavera scorsa? Allora via verso altri lidi. E ho votato dopo
cinquant’anni un partito che non si considera di sinistra. Si può dire “se
questa è sinistra meglio scappare?” Si, e come me hanno pensato allo stesso
modo milioni e milioni di cittadini italiani. Caro papà che hai visto il tuo
piccolo morire in modo così tragico, io ti sono vicino, so che hai commesso una
leggerezza, ma se ti avessero informato della pericolosità di questo mezzo, se
ti avessero obbligato a sottoporti ad un esame per la guida di un trattore, se allesame ti avessero informato e studiato che tra le mani hai un mostro, di
sicuro non lo avresti fatto salire. C’è chi ha molte più responsabilità di te
per questa morte. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di
Bologna morti sul lavoro
martedì 24 aprile 2018
25 aprile Festa di Liberazione dal nazifascismo. I morti sul lavoro, la nuova Resistenza
25 aprile Una mia poesia sui Partigiani e quadri e sculture che ne onorano la memoria
Quanti cippi ci sono ai bordi delle stradefoto sbiadite in bianco e nero
di giovani partigiani ancora senza barba
hanno capelli neri pettinati all'indietro
come andavano a quei tempi.
Qualche fiore di plastica
ne onorano ancora la memoria.
Solo alla ricorrenza della loro vita strappata
qualcuno ancora porta fiori freschi
Questa poca libertà che abbiamo
è stata donata col loro sacrificio.
Libertà donata da giovani corpi pieni d'energia
che non sopportavano di volare con catene.
Anche per loro c'è l'oblio del consumismo
che spegne ogni passione, i ricordi e gli ideali.
Canta Guccini che gli eroi sono tutti giovani e belli.
Ma dimenticati.
Commento all'articolo di Marco Bettazzi sulle morti sul lavoro
Ma c…,
vogliamo affrontare almeno per una volta e in modo serio e approfondito le
terribili tragedie delle morti sul lavoro. Ho letto questa mattina su
Repubblica di Bologna un articolo di Marco Bettazzi, con commenti che mi hanno
fatto trasecolare, tra l’altro di esponenti come Bruno Papignani e altri sindacalisti
che conoscono bene la situazione. Tutto quello che è scritto è solo
interpretazione di una parte del fenomeno. Si cita l’Osservatorio che ho aperto
dieci anni fa dopo la tragedia della ThyssenKrupp di Torino. I sindacati anche
in questo caso e mi riferisco a CGIL CISL e UIL dimostrano una scarsa, e
addirittura mancanza di conoscenza di queste tragedie. Eppure, sono informati, fanno
come a Roma: prendono per buoni solo quello che diffondono le statistiche ufficiali.
Ma questo fenomeno drammatico per oltre 1000 famiglie ogni anno, occorre, se ne parla, conoscerlo a fondo.
Non
vengono mai separati i morti sui luoghi di lavoro da quelli che muoiono sulle
strade, la maggioranza dei lavoratori morti in Emilia Romagna sono in itinere e
non sui luoghi di lavoro come scrive Marco Bettazzi. In Emilia Romagna Sui
LUOGHI DI LAVORO nel 2017 i morti sono stati 42, tutti gli altri, ad arrivare a
115 (INAIL) sono morti sulle strade, ma sono addirittura di più perche molti non sono
assicurati a questo Istituto.
Quelle
che diffonde l’INAIL sono denunce che gli arrivano dai territori, attraverso le competenze, quindi le 115 morti sono solo denunce. Buona parte,
come avviene tutti gli anni non verranno poi riconosciute come “morti sul
lavoro”, oppure che non sono di loro pertinenza. Andare a verificare quante ne
sono state riconosciute delle 115 del 2017.
Delle
42 Le morti sui LUOGHI DI LAVORO (Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro) di cui dovrebbero occuparsi i sindacati sono
per la stragrande maggioranza nei servizi all’industria, tra gli artigiani, nell’edilizia
e in agricoltori. Un morto su cinque sui LUOGHI DI LAVORO IN ITALIA sono di “schiacciati
dal trattore” Già 3 in Emilia Romagna dall'inizio dell'anno (uno su cinque), ma se sono anziani non sono considerati come tali.
Nelle fabbriche
sui LUOGHI DI LAVORO (dentro la fabbrica) muoiono in pochissimi, tra l'altro per la maggior parte non dipendenti dell'azienda stessa, ma negli appalti. la stragrande maggiornaza dei morti sui luoghi di lavoro sono in aziende dove non ce l’Articolo
18 dello statuto dei lavoratori, quello tolto col Jobs act a tutti i nuovi
assunti
Se
sono stati 42 in Emilia Romagna i morti sui luoghi di lavoro nel 2017, e non
temo smentite, il sindacato deve occuparsi e capire dove sono e in che ambito
lavoravano, altrimenti si fa una confusione che impedisce di fare interventi
seri e mirati
Moltissimi
lavoratori, anche sindacalizzati muoiono sulle strade, ma sono un’altra cosa
rispetto a quelli che muoiono sui luoghi di lavoro. Occorre comprendere le
ragioni per le quali tantissimi muoiono sulle strade e in itinere e mettere in campo
eventualmente azioni mirate. Ma queste devono coinvolgere soprattutto le
amministrazioni locali e nazionali. Le donne ogni anno muoiono a centinaia, non
sui LUOGHI DI LAVORO, ma sulle strade e in itinere
In
Italia un lavoratore su cinque, morto sui LUOGHI DI LAVORO a volte uno su
quattro ha più di 60 anni, come
non chiedersi se la Legge Fornero, che ha incrementato
le morti in tarda età, che non ha mai
distinto per l’allungamento della pensione chi svolge un lavoro pericoloso (per
se e per gli altri) da uno che non lo è una legge giusta.
I
sindacati, ma questo riguarda anche le amministrazioni regionali e locali, non
analizzano bene il fenomeno, fa comprendere che lo fanno solo burocraticamente,
per anni ho sentito solo questa frase “mai più morti sul lavoro” senza mai
mettere in campo azioni mirate e adeguate, senza poi farsi forza del fatto che dove sono presenti muoiono
in pochissimi.
Tra l’altro
il giornalista Bottazzi scrive che l’Osservatorio ha monitorato 16 morti sul
lavoro (è vero) ma a nessuno viene in mente che se rapportati ai 115 dell’intero
2017 (INAIL) assisteremo a un clamoroso calo delle morti, cosa non vera e in
linea, purtroppo con gli anni precedenti. Si vada a vedere chi sono i morti sul
lavoro anche quest’anno che confermano quello che scrivo.
Sono molto
contento che in importanti fabbriche bolognesi, come la Ducati e la Lamborghini
i delegati sindacali mi hanno chiamato per parlare del fenomeno, si vede che tra
i lavoratori, una certa credibilità l’Osservatorio ce l’ha. Cosa che non sembra
ci sia nei vertici.
Caro Papignani,
ci conosciamo da tantissimi anni, apprezzo quello che fai e hai fatto, da
segretario regionale e bolognese della FIOM, un sindacato in cui sono stato
iscritto quando lavoravo, sono stato anche delegato per anni. Ma se anche tu ti
appelli a Monsignor Zuppi senza mai poi commentare e andare a vedere se quello
che scrivo è vero, vuol dire che “parlate” solo tra di voi e non apprezzate uno
come me che questo lavoro lo fa da volontario, impiegando oree ore al giorno per anni e gratuitamente. Davvero una grande
tristezza. Tra l’altro sono anni che vi e ti chiedo di portare il lutto al
braccio il 1° maggio, in segno di solidarietà verso i tanti lavoratori che
muoiono sui lavora, mai sono un normale cittadino che non è degno neppure di
una risposta.
lunedì 23 aprile 2018
Il 1° maggio porta il lutto al braccio. Dopo la divagazione artistica torniamo alle tragedie delle morti sul lavoro: altri morti ancora e siamo arrivati a contarne già 206
206 morti sui luoghi di lavoro a oggi 23 aprile perdono la vita altri lavoratori a Venezia ha perso la vita un operaio di 60 anni che è caduto da un'impalcatura esterna mentre lavorava in un Hotel. Sessant'anni su un'impalcatura, la morte è facile da prevedere. A perdere la vita anche un altro edile nella provincia di Parma: è morto travolto da una fontana. Di questa vittima non conosciamo l'età. E' morto invece cadendo da un dirupo un agronomo che stava tagliando l'erba. La terza vittima nella provincia di Sassari. Gli italiani stanno finalmente prendendo coscienza del numero enorme di lavoratori che perdono la vita. Il 1° maggio porta il lutto al braccio Io lo faccio da diversi anni. Carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
domenica 22 aprile 2018
L’arte che guarisce anche il corpo | ElecTO Mag Rubrica Accademia dei Pugni: "L’arte che guarisce anche il corpo". Ho appena finito di scrivere un post sui “soliti” quattro lavoratori che ogni giorno muoiono per infortuni. Passare all’arte, a scrivere qualcosa sull’arte, porta per lo meno un po’… ELECTORADIO.COM. Ho appena finito di scrivere un post sui “soliti” quattro lavoratori che ogni giorno muoiono per infortuni. Passare all’arte, a scrivere qualcosa sull’arte, porta per lo meno un po’ di sollievo.. Grazie a Adele Piazza per avermi dato questa possibilità
Ho appena finito di scrivere un post sui “soliti” quattro lavoratori che ogni giorno muoiono per infortuni. Passare all’arte, a scrivere qualcosa sull’arte, porta per lo meno un po’ di sollievo.
Dipingo e scolpisco da ormai cinquant’anni. Il primo quadro è stato a diciotto anni; un vaso di fiori per una ragazza che mi piaceva. Ho continuato per tutta la vita. Parlare di arte è come parlare di sé stessi e del mondo che ti circonda.
Dare una definizione all’arte è come voler chiudere in uno spazio qualcosa che è impossibile fare. Dentro c’è tutto l’uomo, la scintilla che ha acceso quell’uomo o quella donna che, appena retti sulle gambe, hanno cominciato a osservare orizzonti lontani, per poi cercare di riprodurli con le mani: un fiore, un sasso colorato, una conchiglia: il bello della natura che entra in sintonia con il proprio io e cercare di riprodurlo per sé e per gli altri. Probabilmente sarà stato un giovane come lo ero io che voleva far colpo su qualcuno, o una donna che lega sassi e conchiglie per lo stesso motivo. Insomma, la ricerca del bello c’è da sempre tra gli umani.
L’arte, quella vera, non è mai banale, non è mai superficiale. Superficiali sono le opere create solo per il mercato. Dentro a un’opera, di qualsiasi tipo, ci deve essere quella scintilla che si è accesa in quegli antichi nostri progenitori. La trasmissione di quell’impulso primordiale lo conserviamo e lo passiamo da generazione in generazione.
Conosco bene la storia dell’arte, conosco le varie correnti, l’evoluzione e l’involuzione che ne corso dei millenni l’arte ha accompagnato l’uomo.
C’è chi cerca l’aria e la luce, chi vuole lasciare una testimonianza del suo tempo, come ho fatto io raccontando tutte le problematiche sociali.
Ma la nuova frontiera sarà l’arte che “guarisce”. Tanti anni fa mi ero accorto che alcune persone, quando facevo mostre mi dicevano che si sentivano meglio quando uscivano: avevo mal di testa e mi è passato. Mi è passato il mal di pancia. Oppure avevo male al braccio e ora non più. Mi chiedevo come mai. Ho pensato alla sindrome di Stendhal, ma se guradando un’opera d’arte provoca un malessere così forte, addirittura con ricoveri ospedalieri, perché non possono esserci effetti positivi anche sul piano fisico? Ho iniziato così, oltre vent’anni fa a creare opere specifiche per vedere se si potevano far interagire con l’osservatore.
Il primo esperimento al Museo Zavattini nel 1997: c’erano una cinquantina di persone: è stata un’esperienza incredibile, in tanti altri si sono alzati senza più dolori. Quell’opera “cavaliere pranico”, un autoritratto su un cavallo nero con colori particolari la volle il Museo e si trova ancora lì. I risultati sono sempre stati sorprendenti quando si guardano con determinati accorgimenti i quadri pranici http://pitturapranica.blogspot.it , ma è difficile far comprendere che l’arte, se vera, se adatta, in un contesto particolare può avere gli stessi effetti di un antidolorifico, o anche incidere su patologie piu importanti.
La Dottoressa Donatella Dammacco, medico di famiglia del bolognese con migliaia di pazienti, venne su a vedere la mia casa museo e, incuriosita, si sottopose nella stanza pranica all’esperimento che dura solo cinque minuti: soffriva di ernie. Il silenzio, il rapportarsi con l’opera, il togliersi di dosso ogni preoccupazione, liberare il cervello, questo è quello che bisogna fare. Anche lei, come tantissimi altri si sono alzati senza più dolori. Mi ha scritto meravigliata: non so come, non so perché, ma ha funzionato.
Ma è difficile anche per chi ha avuto effetti benefici di questo tipo (e sono centinaia) credere che si può star meglio solo guardando un quadro. La dottoressa non aveva più dolori.
I musei cambieranno; ci saranno sale apposite dove capolavori del passato saranno visti in altro modo. Sarà il silenzio, e la contemplazione a regnare e a dare benessere psicofisico: immaginate la primavera di Botticelli vista non nella calca, ma in una sala apposita, è un’opera pranica. Guarirà, si che si guarirà da tanti mali, anche fisici oltre che psicologici. Ma purtroppo i tempi devono ancora maturare.
Ho visitato numerosi musei, grandi opere che ti commuovono per la bellezza, ho avuto le lacrime agli occhi vedere La Pietà e Il Giudizio Universale, grandi capolavoro dell’arte universale, ma la stessa emozione, la stessa grandezza e bellezza dell’arte me l’ha data un piccolo oggetto che ho trovato camminando su un greto di un fiume.
Un capolavoro altrettanto bello: un’accettina votiva di giadeide di colore verde, non sapevo di cosa si trattasse, vedevo solo la perfezione di questo piccolo manufatto, la bellezza, ne intuivo il valore artistico. Poi proprio un amico torinese mi ha detto cos’era, un’accettina votiva che dotava l’oggetto di un’incredibile potenza.
Un capolavoro altrettanto bello: un’accettina votiva di giadeide di colore verde, non sapevo di cosa si trattasse, vedevo solo la perfezione di questo piccolo manufatto, la bellezza, ne intuivo il valore artistico. Poi proprio un amico torinese mi ha detto cos’era, un’accettina votiva che dotava l’oggetto di un’incredibile potenza.
Erano opere d’arte che l’uomo attraverso la perfezione voleva donare e riuscire ad entrare in sintonia col trascendente: comunicare col mistero della vita. Poche in Italia, ma diverse in Francia: l’arte era già universale nel neolitico. Ecco l’arte il meglio degli umani.
sabato 21 aprile 2018
Superati di slancio i 200 morti sui luoghi di lavoro dall'inizio dell'anno e oltre 400 con i morti sulle strade e in itinere. La Lombardia arriva a contare 27 morti sui luoghi di lavoro, non di 18 come viene riportato da tanti siti.
Sindacati se parlate di morti sul lavoro informatevi da più fonti prima di parlare di cose che non conoscete. I morti sui LUOGHI DI LAVORO, dopo la tragedia di Monza di ieri pomeriggio sono 27 e non 18 come si legge e come viene riportato da varie fonti (che vengono poi da una sola). In questo momento su queste tragedie ha sperato di slancio il Veneto che per fortuna è rimasto fermo a 22. ma un altro agricoltore ha perso la vita nel torinese.Vogliono far passare il messaggio che i morti schiacciati dal trattore, che in questo periodo sono numerosissimi, sono tutti anziani e malati, non è così muoiono anche a 26 anni,, a 50. E' un mezzo mortale, certo per gli anziani c'è l'aggravante degli acciacchi dovuti all'età, ma non è questo l'aspetto che ne uccide tanti, ma è sempre la sottovalutazione: nessuno dice che il trattore è una macchina da morte, che anche se sei giovane e attento se non hai un mezzo adeguato, o non usi tutte le precauzioni, con il terreno che è infido, la morte è quasi certa in cado di cedimento del terreno, soprattutto in collina o di fianco a fossi. Ma in provincia di Gorizia ha perso la vita un edile di 58 anni. Insomma sangue, sempre sangue, tanto sangue. L' orologio della morte corre impazzito in questi primi mesi del 2018, se continuerà così, sarà una strage mai vista, almeno in questi ultimi dieci anni, da quando li monitoro, già a 20% in più rispetto al 2008 anno di apertura dell'Osservatorio, Chi parla di cali di morti per infortuni in Italia è .............Carlo Soricelli
venerdì 20 aprile 2018
Strage verde, altri due agricoltori schiacciati dal trattore nelle province di Siena e Lodi, ma anche un "adetto alle pulizie è morto schiacciato da un carico di materiale in una ditta di materie plastiche
Come era ampiamente prevedibile in questo periodo, in base al dati raccolti in questi dieci anni, la strage verde, cioè di agricoltori schiacciati dal trattore diventa giornaliera: oggi ben due hanno perso la vita in modo così atroce. Ho lanciato l'allarme come tutti gli anni, ma nessuno lo raccoglie. Prevedo che anche quest'anno senza un intervento forte e mirato, i morti causati da questo mezzo supereranno i 150. In questi dieci anni nessun politico si è occupato di queste tragedie. Siamo già a 28 dall'inizo dell'anno a morire in modo così orrendo. ma anche un marocchino di 50 anni un "addetto alle pulizie" è rimasto schiacciato da un carico di plastica di 8 quintali, ma come, un addetto alle pulizie (così trovo scritto in diversi post) sposta quintali di materiale?
I morti sul lavoro un'emergenza europea, così ci scrive Giuseppe Soricelli dalla Francia
Giuseppe Soricelli Zuzolo delegato sindacale CGT della Carrefour francese. 14000 mille morts en dix ans, c'est un génocide ouvrier. Stop aux capitalisme barbare et les nouvelles méthodes d'esclavage. En France. Cari amici fate sentire Giuseppe ancora un pò italiano, come del resto si sente, anche se nato in Francia. Mio nipote mi scrive che i morti sul lavoro non sono solo un problema italiano, ma anche francese e europeo. Urge creare un osservatorio europeo Indipendete con diramazioni in tutti i Paesi. Ecco cosa scrive mio nipote dalla Francia, lui è nato lì. Sapevo solo che i miei cugini erani emigrati in Francia nel 1960 e che avevo nipoti mai visti e conosciuti. Internet ci fa riscoprire le radici comuni. E' così anche con i parenti americani. noi del sud abbiamo "sangue" in tutto il mondo. Giuseppe è un delegato sindacale della CGT alla Carrefour, il glorioso sindacato di sinistra francese, conosce l'italiano parlato in casa dai genitori. Che dire di Giuseppe Soricelli Zuzolo, buon sangue non mente. Il papà di Giuseppe quand'era giovane e poco dopo con la valigia di cartone partiva da Cesine una frazione di San Giorgio del Sannio di Benevento per la Francia. Noi del sud,emigrati in tutto il mondo non potremo mai essere razzisti, noi il razzismo lo abbiamo subito. La seconda foto è di Giuseppe, figlio di mio cugino.
Giuseppe Soricelli Zuzolo
Giuseppe Soricelli Zuzolo 14000 mille morts en dix ans, c'est un génocide ouvrier. Stop aux capitalisme barbare et les nouvelles méthodes d'esclavage. En France, nous sommes dans le même cas de figure. Il n'a pas d'observatoire, mais plus de morts en 10 ans. Plus de 13000 morts. Il y'a une forme de compétition nauséabonde de morts en Europe. Ne parlons pas de l'Allemagne qui bat tout les records. 15000 morts en 10 ans, essentiellement des émigrés en situation douteuses, sans protection sociale. Carlo Soricelli
Giuseppe Soricelli Zuzolo
Giuseppe Soricelli Zuzolo 14000 mille morts en dix ans, c'est un génocide ouvrier. Stop aux capitalisme barbare et les nouvelles méthodes d'esclavage. En France, nous sommes dans le même cas de figure. Il n'a pas d'observatoire, mais plus de morts en 10 ans. Plus de 13000 morts. Il y'a une forme de compétition nauséabonde de morts en Europe. Ne parlons pas de l'Allemagne qui bat tout les records. 15000 morts en 10 ans, essentiellement des émigrés en situation douteuses, sans protection sociale. Carlo Soricelli
giovedì 19 aprile 2018
E' normale un Paese dove un 69enne muore cadendo da un tetto?
La tragedia a Mondello di Palermo. Emanuele Di Paola stava lavorando su un tetto di una palazzina ed è caduto al suolo morendo sul colpo, lavorava con il figlio. Prima che entrasse in vigore la Legge Fornero avevo scritto innumerevoli volte ai politici, scrivevo loro che oltre il 20% dei morti sui LUOGHI DI LAVORO (escluso itinere) avevano più di 60 anni. Niente, a nessuno di loro è venuto lo scrupolo d'andare a cotrollare, di pensare, ma se è ero, condanniamo tanti anziani a morte certa, non si possono svolgere lavori pericolosi se si è anziani con acciacchi e salute malferma. sono assassini politici. Questa legge è quanto di più ingiusto si possa fare ai dannoi dei lavoratori. Ma in questi ultimi vent'anni siamo stati governati da lobby che si sono arricchite togliendo diritti e salari ai lavoratori. Sono stati puniti, ma sono sempre lì a comandare. Vediamo che succede se chi ha vinto le elezioni questa volta fa qualcosa e non pemetta che si continuano a far morire
anziani con leggi capestro e mortali.
anziani con leggi capestro e mortali.
Aumento spaventoso del 19,5% dei morti sui luoghi di lavoro rispetto al 18 aprile del 2008, ma un aumento del 10,3% rispetto al 2017. smettiamola di giocare coi morti sul lavoro dicendo che ogni anno calano. Non è vero, li fanno calare per convenienza politica e non solo. I sindacati per il 1° maggio, che in questo periodo non è festa, ma morte tra i lavoratori, anche quest'anno non ignorino l'appello dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro; chiedano nelle piazze quel giorno di portare il lutto al braccio. Non ci può essere festa quando migliaia di lavoratori muoiono per infortuni sul lavoro.
mercoledì 18 aprile 2018
Ancora sangue, tanto sangue altri 4 lavoratori hanno perso la vita il 17 aprile. Basta ai lavori appaltati e assassini
Anno orribilis quello che sta diventando il 2018 per le morti sul lavoro. Anche ieri 4 lavoratori hanno perso al vita lavorando. Aveva solo 25 anni anni Giuseppe Todaro, è morto nell'agrigentino, nella culla della civiltà occidentale, cadendo da un traliccio da trenta metri d'altezza. E' morto come tanti in aziende che lavorano in appalto anche per lo Stato, o per i grandi gruppi privati che oltre ad appaltare il lavoro, appaltano anche la vita di tanti lavoratori. Grandi aziende bolognesi come Ducati e Lamborghini come hanno detto in Assemblee Sindacali in cui sono stato invitato come curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro, che con le loro aziende stanno cercando di mettere in "Sicurezza" tutta la filiera. Cioè che le ditte che lavorano per loro devono avere lo stesso standard di sicurezza che ci sono nei loro stabilimenti. Speriamo si riesca finalmente a porre un argine a questi lavoratori che muoiono nelle grandi aziende ma che non sono dipendenti delle aziende stesse. A perdere la vita anche un giovane papà alla Dalmine di Potenza, del Gruppo Marcegalia, Carmine Piceni aveva solo 39 anni, è rimasto schiacciato da una lastra di acciaio, ora i sui due figli sono rimasti senza papà, cresceranno senza i meravigliosi papà di adesso che amano i figli più di loro stessi. ma non dimentichiamoci. Giusi Caggianese sempre di Potenza, diventata mia amica di Facebook, tutti i giorni piange e non si capacita ancora che suo fratello Antonio non lo vedrà più. Antonio aveva solo 28 anni ed è morto in un'azienda di compostaggio. Ma sono decine e decine gli amici di Facebook che hanno perso un loro caro. Urlano tutti la loro disperazione, impossibile d'accettare morti così atroci: mentre si cerca di vivere e far vivere i propri cari con il loro lavoro. Che cosa puoi dire a loro, come comprendere una sofferenza così disumana, che chi non l'ha vissuta non può neppure comprendere a che livelli può arrivare. Poi ricordiamo anche gli altri due morti; sono due agricoltori schiacciati dal trattore: uno di 49 anni e un altro di 84. Da oltre un mese sto cercando di sensibilizzare, come del resto faccio inutilmente da dieci anni contro questa carneficina che in questo periodo vede morire uno o due agricoltori al giorno. Già 27 dall'inizio dell'anno. In questo momento siamo arrivati all'incredibile numero di 193 lavoratori morti sui LUOGHI DI LAVORO
Carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
Carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
martedì 17 aprile 2018
Forza matteo, siamo con te
All'amico Mondini Matteo tutta la solidarietà mia personale e degli amici di Facebook, comunque la pensino politicamente, la battaglia che anche l'Osservatorio sta conducendo da oltre dieci anni non è solo rivolta agli infortuni mortali, ma anche per evitare gli infortuni gravi come quello che ha subito Matteo. Se la politica si fosse o
ccupata di queste tragedie e non le avesse ignorate, anche tanti infortuni come quello che ha subito Matteo, che sono migliaia ogni anno, si dimezzerebbero. Dietro alle morti sul lavoro che ribadisco CON PROVE, visto che le morti sul lavoro vengono monitorate tutte dall'Osservatorio e non solo gli assicurati INAIL, che sui LUOGHI DI LAVORO (escluso l'Itinere) non sono mai calate in questi dieci anni, anzi la tendenza è ad un aumento costante
ccupata di queste tragedie e non le avesse ignorate, anche tanti infortuni come quello che ha subito Matteo, che sono migliaia ogni anno, si dimezzerebbero. Dietro alle morti sul lavoro che ribadisco CON PROVE, visto che le morti sul lavoro vengono monitorate tutte dall'Osservatorio e non solo gli assicurati INAIL, che sui LUOGHI DI LAVORO (escluso l'Itinere) non sono mai calate in questi dieci anni, anzi la tendenza è ad un aumento costante
Matteo Mondini ha attivato una campagna su Facebook per chiedere giustizia dopo l'infortunio - News Le Iene
IENE.MEDIASET.IT