L'Osservatorio Indipendente di Bologna ringrazia il Dipartimento di Ingegneria Agraria, Università degli Studi di Milano per l'importantissimo contributo dato alla comprensione delle cause che determinano il ribaltamento del trattore che miete oltre cento vittime ogni anno. Un grazie anche per aver citato l'Osservatorio. carlo Soricelli
IL RUOLO DEL WEB
NEL MONITORAGGIO DEGLI INCIDENTI MORTALI
DOVUTI AL RIBALTAMENTO DEI TRATTORI AGRICOLI
D. Pessina, D. Facchinetti
Dipartimento di Ingegneria Agraria, Università degli Studi di Milano
SOMMARIO
Anche se le statistiche ufficiali indicano un numero decisamente minore, tuttora si
contano in Italia 120-140 incidenti mortali all’anno causati dal ribaltamento dei
trattori agricoli.
Ad un censimento il più possibile veritiero contribuisce efficacemente anche il web,
poiché può capitare che un evento mortale sul lavoro non venga riportato dai media
nazionali, ma è impossibile che non venga pubblicato su uno o più dei numerosissimi
portali web locali (di Regioni, Comuni, TV locali, testate giornalistiche, siti di news,
ecc.), nonché sui numerosi blog aperti un po’ dovunque. Sulla base delle informazioni
ottenute in questo modo, la situazione è stata monitorata per un periodo di 3 anni e
mezzo, valutando nel dettaglio le condizioni al contorno di 426 incidenti con esito
mortale, classificandoli in base: al mese e giorno della settimana e la regione
geografica di accadimento dell’incidente; l’età, il sesso e la nazionalità dei deceduti; la
fase di lavoro svolta al momento del fatto; il tipo di trattore e di ROPS (quando
presente) coinvolto nell’evento; le caratteristiche orografiche del terreno del sito
dell’incidente. Gli aspetti salienti dell’analisi evidenziano che l’età media delle vittime
è molto avanzata (ampiamente superiore ai 60 anni, anche se non mancano
giovanissime vite stroncate), e purtroppo ancora una diffusa inadempienza (quasi il
60%) dell’obbligo del montaggio di un ROPS (Roll Over Protective Structure) e/o della
connessa cintura di sicurezza del sedile.
Occorre quindi intensificare ancor di più la già intensa opera di vigilanza e controllo
(svolta in primis efficacemente dalle ASL), estendere l’obbligo di montaggio del ROPS
su tutte le macchine a rischio ribaltamento che prevedano la presenza di uno o più
operatori a bordo, e intervenire con precise diposizioni per attivare la revisione
periodica dell’efficienza di tali mezzi.
Parole chiave: ribaltamento, ROPS, web
1 PREMESSE
Le statistiche ufficiali nazionali ed internazionali degli ultimi 40 anni evidenziano
che la prima causa di infortunio mortale in agricoltura è il ribaltamento del trattore
agricolo (70 % dei casi). D. Pessina, D. Facchinetti
Già nel 2009 i media divulgavano la notizia che nei mesi di maggio e giugno gli
incidenti mortali accaduti con il trattore agricolo fossero più numerosi di quelli avvenuti
sull’intera rete autostradale. In quei due mesi erano stati registrati ben 60 incidenti
gravi, con 46 morti e 20 feriti (fig. 1). Se si fosse fatto riferimento al rapporto km
percorsi/veicolo, il trattore sarebbe stato considerato il mezzo di gran lunga più
pericoloso poiché, data la sua bassa velocità, percorre molta meno strada delle
automobili e degli autocarri. Peraltro, probabilmente anche il più corretto rapporto ore
di lavoro/veicolo non vedrebbe la situazione modificarsi. Da sottolineare che la
medesima notizia sopra citata è (ri)apparsa sui media molto di recente (metà del 2011),
segno evidente che la situazione nel frattempo non è mutata.
Fig. 1. Due eloquenti immagini di incidenti mortali per ribaltamento di trattori, sia in campo (a
sinistra), che su strada pubblica (a destra).
Con riferimento al periodo recente, l’INAIL riferisce di 25-30 decessi/anno causati
da ribaltamento del trattore agricolo; fonti di indagini diverse forniscono però cifre
nettamente superiori, addirittura di 4-5 volte. La notevole discrepanza è dovuta ai limiti
entro i quali l’INAIL deve muoversi, dovendo per suo statuto procedere ad un’istruttoria
ai fini dell’indennizzo in relazione ad un infortunio (con esito mortale o meno) soltanto
per i cosiddetti “lavoratori professionali”, cioè coloro che svolgono attività agricola in
modo prevalente, anche se è ampiamente noto che nell’ambito agricolo operano a titolo
secondario moltissimi altri soggetti.
Per poter avere un’esatta percezione del fenomeno, ufficialmente sottostimato in
modo ragguardevole, risulta importante considerare altre soluzioni, anche (e soprattutto)
per quanto riguarda il suo andamento nel tempo, al fine di poter valutare l’urgenza di
attivare (o di rafforzare, se già in atto) le azioni atte a diminuirne progressivamente
l’entità.
Il principale rimedio, universalmente riconosciuto, per ridurre le conseguenze a
carico del conducente in relazione al ribaltamento del trattore agricolo e forestale è
quello di dotarlo di una struttura di protezione del posto di guida (ROPS, Roll Over
Protective Structure), adeguatamente provata in relazione alla sua robustezza, sulla base
di norme specifiche (emanate da UE, OCSE, ISO, SAE, ecc.), completata dal
montaggio (e dall’uso!) di una cintura di sicurezza atta a trattenere il conducente
solidale al posto di guida, in modo da poter essere convenientemente protetto dal ROPS
in caso di ribaltamento.
All’ottemperanza dell’obbligo di montaggio di un ROPS sui trattori agricoli e
forestali contribuiscono fattivamente anche numerosi Enti e organismi deputati alla Il ruolo del web nel monitoraggio degli incidenti mortali dovuti al ribaltamento dei trattori agricoli
sicurezza sul lavoro (INAIL, MiPAF, CNR, Università…) cui si unisce l’efficace
azione di molte ASL dislocate sul territorio nazionale, grazie ai quali tale obbligo
sembra essere ben conosciuto dalla gran maggioranza dei soggetti operanti a vario titolo
nell’ambito agricolo, coltivatori e contoterzisti in primis.
Un infortunio mortale sul lavoro, quale deve essere considerato un ribaltamento del
trattore con uno (o più…) decessi, non passa inosservato e, anche nell’eventualità non
ne venga fatto cenno dai media a livello nazionale, viene però di fatto sempre riportato
almeno sui portali web locali (di Regioni, Comuni, TV locali, testate giornalistiche, siti
di news, ecc.), nonché sui numerosi blog aperti un po’ dovunque. Tra i tanti, uno
particolarmente pertinente in merito è consultabile al seguente indirizzo:
http://cadutisullavoro.blogspot.com.
2 MATERIALI E METODO
A partire dal GAS Forum (Global Agricultural Safety Forum), organizzato per la
prima volta da ENAMA nel settembre 2008, è nata l’idea di monitorare l’andamento
degli incidenti mortali dovuti a ribaltamento del trattore, esaminando sistematicamente
moltissimi portali di news e informazione, ricavando il massimo dei dettagli per ogni
evento, cercando poi di elaborare statistiche utili per un monitoraggio veritiero,
efficace e tempestivo del fenomeno. Pur soffrendo sicuramente di alcuni limiti intrinseci,
dato che: non può essere esaustivo, poiché le statistiche ricavate restituiscono
sicuramente valori per difetto; non può essere sistematico, perché gli eventi resi noti
riportano dettagli non totalmente congrui tra loro; può risentire di alcune imprecisioni di
cronaca, tale metodo permette comunque di monitorare efficacemente il fenomeno
con buona approssimazione, e soprattutto con la massima tempestività e un ridotto
dispendio di energie.
Sono stati quindi classificati tutti gli eventi mortali rilevati sul web in un arco di 3
anni e mezzo, tra Gennaio 2008 e Giugno 2011, classificandoli in relazione ad una serie
di condizioni al contorno, quali: mese e giorno della settimana di accadimento
dell’incidente; regione geografica di accadimento dell’incidente; età, sesso e
nazionalità del (o dei) deceduti; fase di lavoro svolta al momento dell’incidente; tipo
di trattore coinvolto nell’incidente; tipo di ROPS coinvolto nell’incidente;
caratteristiche del terreno del sito dell’incidente. In generale, sono stati indagati 426
eventi, con una media di 122 vittime/anno. Si tratta di un numero globale decisamente
preoccupante, sia perché si conferma nettamente superiore a quello ufficiale, sia perché
anziché in diminuzione, l’andamento nel tempo sembra essere addirittura in aumento.
3 RISULTATI E DISCUSSIONE
3.1 Mese e giorno della settimana di accadimento. C’è una logica coincidenza tra il
periodo di massima attività (da aprile ad agosto) e la frequenza degli incidenti mortali;
in particolare, maggio e luglio risultano essere i mesi più “funesti” (fig. 2), in
considerazione della massima mole di lavorazioni svolte nei campi e nelle coltivazioni
specializzate. Addirittura, nella prima parte del 2011 il trend sembra drasticamente
aumentato rispetto agli anni immediatamente precedenti, nonostante la crescente
applicazione delle linee guida INAIL (ex-ISPESL) sull’adeguamento dei trattori usati
con un ROPS e la cintura di sicurezza addominale a due punti di attacco. D. Pessina, D. Facchinetti
Fig. 2 – A sinistra: media (nel triennio 2008-2010) degli incidenti mortali dovuti a ribaltamento
del trattore agricolo in relazione al mese di accadimento. A destra: situazione disaggregata per
singolo anno nel periodo 2008-primo semestre 2011.
Il giorno di più frequente accadimento degli eventi mortali sembra essere il martedì
(con circa 70 decessi totali), anche se in realtà non si rileva una predominanza netta;
piuttosto, non si registra un drastico calo nel week-end (circa 60 incidenti mortali il
Sabato e 55 la Domenica), come invece ovviamente avviene in tutti gli altri comparti
produttivi. Ciò a ulteriore dimostrazione, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che nel
periodo di massima attività per gli agricoltori (e specie nelle aziende a conduzione
famigliare) non esiste il riposo del fine settimana, anche perché il part-time è molto
diffuso e chi è normalmente impiegato in altre mansioni svolge i lavori agricoli proprio
e solo nel fine settimana. Ciò costituisce una doppia aggravante, perché gli agricoltori
non professionali si infortunano (e muoiono) proprio nel week-end e soprattutto perché
l’infortunio può essere favorito a causa di uno stato di pesante stress fisico e mentale,
accumulato durante la settimana lavorativa.
3.2 Distribuzione regionale. Il dato non è stato pesato in relazione al numero di
macchine operanti, e nemmeno in base alle ore di lavoro effettivamente svolte. Pertanto
l’analisi può offrire soltanto numeri assoluti, che potrebbero logicamente apparire
fuorvianti. Le regioni dove l’attività agricola è molto diffusa e varia risultano
logicamente essere le più colpite (Emilia Romagna, Veneto); anche il territorio
particolarmente accidentato, specie con vaste superfici di terreno coltivato in pendenza,
sembra essere logicamente una causa aggravante (Trentino Alto Adige, Toscana, Lazio,
Abruzzo); inoltre una delle ragioni di un elevato numero di incidenti mortali potrebbe
anche risiedere nella accentuata vetustà del parco trattori (Campania, Sicilia, Calabria).
Non mancano però realtà positive, sia al Nord (Lombardia, Friuli Venezia Giulia) che al
Sud (Puglia, Basilicata, Sardegna, fig. 3).
3.3 Età, sesso e nazionalità delle vittime. L’insieme degli eventi mortali rivela che
l’età media delle vittime è alquanto elevata, di quasi 66 anni. Con l’avanzare dell’età
aumenta purtroppo in modo più che proporzionale il numero dei decessi; è infatti molto
preoccupante che gli ultra-settantenni paghino il tributo più pesante (28 % degli
incidenti mortali) e che addirittura compaiano tra le vittime individui ultra-novantenni
(il più anziano aveva 92 anni), oltreché in tenerissima età (il più giovane, ovviamente
trasportato, aveva solo 2 anni, fig. 4). Oltre alle ovvie considerazioni relative alle
condizioni fisico-psichiche dei soggetti coinvolti, ci si trova o dover constatare che
l’invecchiamento degli occupati in agricoltura, e che ancora conducono macchine
pericolose (in situazioni spesso precarie) ha raggiunto livelli probabilmente
insostenibili. Il ruolo del web nel monitoraggio degli incidenti mortali dovuti al ribaltamento dei trattori agricoli
La quasi totalità dei deceduti sono uomini; si conta però purtroppo anche qualche
donna (7 casi su 426 corrispondenti all’1,6%) e addirittura rattrista in modo profondo
che nella mesta classifica debba essere riconosciuto anche qualche minorenne. Inoltre,
nella categoria “under 21” è sicuramente incluso qualche giovane più o meno “neopatentato”, e quindi forzatamente carente di esperienza nell’affrontare situazioni
precarie e pericolose, specie in situazioni di traffico. Fa impressione infine dover
contare anche qualche giovanissima vittima, compresa nella categoria “under 14”: si
tratta senza dubbio di qualche bimbo/a o ragazzino/a che viaggiava sul trattore con un
adulto (presumibilmente il padre o un parente).
Fig. 3 - Distribuzione regionale (non pesata in relazione alle macchine operanti, né rispetto alle
ore lavorate) degli incidenti mortali dovuti a ribaltamento del trattore agricolo nel periodo 2008-
primo semestre 2011.
Quasi tutti i deceduti erano di nazionalità italiana (95%), anche se non mancano gli
stranieri, provenienti dei Paesi che notoriamente forniscono un contributo significativo
alla forza lavoro particolarmente attiva in agricoltura nel nostro Paese, soprattutto di
nazionalità rumena (2,3%) e tunisina (0,5%). Per questi extracomunitari si pone anche il
problema (a volte non indifferente) della lingua e del livello di comprensibilità delle
istruzioni necessarie per condurre macchine complesse dal punto di vista tecnico.
3.4 Tipologia di lavorazione e del ROPS istallato (quando presente). Anche se la
maggior parte degli eventi mortali accade tipicamente in lavorazioni di campo, il 31%
degli incidenti per i quali era nota tale circostanza è accaduto in fase di trasferimento,
presumibilmente anche su strade aperte al traffico. Ciò dimostra che il trasporto può
essere un’operazione pericolosa, specie quando è effettuato a velocità elevata, con traini
gravosi e/o su forti pendenze.
Il dato relativo alla tipologia delle strutture di protezione installate si basa su di una
ridotta percentuale di casi noti (28% del campione totale), ma in generale è significativo
come in più della metà dei casi il trattore fosse del tutto privo di ROPS, e che in un altro
20% abbondante fosse presente un telaio a 2 montanti anteriore abbattibile, che però al
momento dell’incidente era in posizione reclinata, vanificando quindi completamente
ogni protezione (fig. 5). D. Pessina, D. Facchinetti
Questo dimostra purtroppo che in più del 75% dei casi dove sia stato possibile
accertare la presenza o meno del ROPS (e la sua efficienza) al momento del
ribaltamento l’operatore non era minimamente protetto. Seppur il campione, come
accennato, non è da ritenersi significativo, ciò costituisce comunque un forte
campanello d’allarme.
Fig. 4 - Distribuzione in classi d’età delle vittime di incidenti mortali dovuti a ribaltamento del
trattore agricolo nel periodo 2008-primo semestre 2011.
Fig. 5 - Tipologia di struttura di protezione (quando presente) sui trattori agricoli coinvolti in
incidenti mortali da ribaltamento nel periodo 2008-primo semestre 2011.
Per quanto riguarda le condizioni orografiche, sulla base di un buon numero di casi
accertati gli incidenti avvenuti su terreno in pendenza sono risultati quasi 8 volte più
numerosi di quelli accaduti in piano. La stabilità precaria della motrice e dell’eventuale
attrezzo collegato si rivela quindi un fattore estremamente importante nel determinare
condizioni di pericolosità dal punto di vista dei ribaltamenti.
4 CONCLUSIONI
Nonostante si tratti di un periodo di monitoraggio assolutamente breve (3 anni e
mezzo), l’andamento degli incidenti mortali dovuti a ribaltamento del trattore non si
rivela positivo, sia in termini assoluti che soprattutto come andamento. A fronte di un
dato (ufficiale) di circa 200 eventi mortali all’anno a metà degli anni ’70, oggi si
contano ancora più di 120-140 decessi/anno rilevati dal web, mentre il loro numero
reale non può che essere più alto, nonostante tutti gli intensi e prolungati sforzi degli
Enti e Organismi preposti alla sicurezza del lavoro in agricoltura. Il ruolo del web nel monitoraggio degli incidenti mortali dovuti al ribaltamento d