mercoledì 31 gennaio 2018

31 gennaio 2018. Si è concluso in modo terribile questo primo mese del 2018, con ben 61 lavoratori morti sui LUOGHI DI LAVORO e almeno altrettanti morti sulle strade e in itinere.

 A perdere la vita oggi altri cinque lavoratori. A Nola di Napoli ha perso la vita fulminato Marco Dell’Anno di soli 30 anni. Installava delle insegne pubblicitarie. In provincia di Milano ha perso la vita un edile di 51 anni a Busto Arsizio: È caduto in una buca di diversi metri. In provincia di Verona hanno perso la vita addirittura tre lavoratori. Un 42enne è morto colpito alla testa da una barra metallica mentre eseguiva lavori di manutenzione in un’acciaieria: era un esterno che veniva da fuori Veneto. Mentre due istruttori di volo sono precipitati con un aereo biposto. È ora che la politica comincia finalmente a interessarsi della vita dei lavoratori, che muoiono numerosissimi, I morti sul lavoro non votano, ma i familiari e i lavoratori che sopravvivono a questa strage giornaliera SI. Le Regioni con più morti sui Luoghi di lavoro Lombardia 10, Veneto 9, Emilia Romagna 6


martedì 30 gennaio 2018

Morte sul lavoro orribile per Roberto Di Marco un piccolo imprenditore della Marsica: triturato da una tramoggia

L'Aquila Tragico incidente sul lavoro stamattina a Capistrello. L'imprenditore Roberto di Marco di 52 anni è morto triturato dagli ingranaggi della tramoggia. Cercava di scongelarli con la fiamma ossidrica ma è stato risucchiato e ucciso dalle lame. La piccola impresa era guidata da tre fratelli. i morti sul lavoro sono una realtà complessa e riguarda tutti quelli che lavorano, compresi i titolari di piccole imprese a conduzione famigliare. solo pochi giorni fa anche un figlio di 19 anni di un piccolo imprenditore bresciano ha perso il figlio in modo orribile Luca lecci è anche lui morto in modo orribile, risucchiato dal tornio dopo che la manica si era impigliata. davvero qualcuno può pensare che un padre, un fratello come in questo caso. non abbia a cura la vita di un proprio caro? Occorre una cultura della Sicurezza che coinvolga tutti: si potrebbero creare tantissimi posti di lavoro, ma ora si sta facendo il contrario: dimezzando le normative. 



Un muratore arriva al pronto soccorso accompagnato dai colleghi, poi muore: l'ipotesi degli inquirenti è un infortunio sul lavoro non denunciato. probabilmente è caduto da un'impalcatura.



Succede a Treviso Il povero lavoratore era arrivato al Pronto Soccorso il 22 gennaio scorso: lamentava mal di testa e mal di schiena. A provocarla la tragedia sarebbe stato, infatti, un infortunio sul lavoro non denunciato. Probabilmente la caduta da un’impalcatura che gli avrebbe provocato lesioni mortali da ucciderlo in pochi giorni.  Due giorni dopo è morto. Nessuna telefonata al 118, nessuna richiesta di aiuto è arrivata per il muratore ma solo i colleghi che, in auto, lo hanno portato in ospedale. E ora la procura di Treviso vuole vederci chiaro.  L’ipotesi di reato a carico della titolare dell’impresa edile è per ora quella di omicidio colposo. Ma potrebbe aggravarsi con la più pesante contestazione di omissione di soccorso se l’autopsia, che sarà eseguita nei prossimi giorni, dovesse chiarire che, con un soccorso e cure tempestive, il muratore si sarebbe salvato. Ma che Paese è diventato il nostro se un lavoratore è costretto addirittura a nascondere un grave infortunio sul lavoro 

lunedì 29 gennaio 2018

Io speriamo che me la cavo. Oggi i lavoratori si devono sentire graziati, ne sono morti "solo" due. Muore una lavoratrice di 41 anni a Villa Serena di Comago nella provincia di Genova

Muore in provincia di Genova una donna di soli 41 anni dipendente di una cooperativa che gestiva  i lavori a Villa Serra di Comago, a Manesseno: sembra che lscala di marmo su cui ea andata per fare lavori abbia ceduto.Gravissima, è stata portata in “codice rosso” all’ospedale San Martino, ma purtroppo le lesioni erano gravissime, e non ce l’ha fatta.
Muore un altro lavoratore in provincia di monza: a perdere la vita Giovanni Raspi travolto dall'albero che tagliava. 

Silenzio politica e mediatico. Altri tre lavoratori morti, sono 52 sui luoghi di lavoro dall'inizio dell'anno

Muore in provincia di Napoli Vincenzo Stassi un povero giovane di soli 25 anni. lavorava per una ditta di manutenzione di ascensori. E' morto in modo orribile, schiacciato dall'ascensore. Aveva anche un bambino piccolo.
A perdere la vita anche un 47enne che si è reciso mentre lavorava in agricoltura, le vene del collo con una motosega. La tragedia in provincia di Verona.
Giacomo Zanzi era caduto dalla scala del suo fienile, è morto ieri dopo dieci giorni di sofferenza. La tragedia nella provincia di Sondrio

venerdì 26 gennaio 2018

49 morti per infortuni dall'inizio dell'anno. Silenzio politico e mediatico sulle morti sul lavoro. Un mese con tanti morti sul lavoro non lo registravo da dieci anni

Altri tre morti sul lavoro anche oggi. Sono già 49 i morti sui luoghi di lavoro in soli 26 giorni di gennaio 2018 (+18 dalla strage di Milano (oltre 100 con le morti sulle strade e in itinere). A questi occorre aggiungerne almeno altrettanti che muoiono in itinere, come per esempio le tre donne morte nel deragliamento del treno, che non sono conteggiate in questi 49 morti. Ma non ci sono le morti sul lavoro collettive come a Milano, o sul treno, ma è uno stillicidio giornaliero che riguarda tutte le province italiane. mi domando spesso come mai di questa indifferenza politica e mediatica che posso documentare da 10 anni? Perché sono tutti coinvolti, perché sono tutti responsabili, soprattutto quelli che ci hanno governato e che sono stati avvertiti. Mail a Renzi, Poletti, Martina, Bersani, Boldrini ecc....hanno la coscienza sporca, anzi, neppure la coscienza, altrimenti farebbero qualcosa. E la libertà di stampa non può essere solo a senso unico, cioè compiacere al potere economico e politico. Dieci anni di bombardamenti con mail praticamente ai maggiori organi d'informazione, ma niente. se sei un libero cittadino e non sei schierato, ti vedono come fumo negli occhi, anzi, non ti vedono proprio. No, cari lavoratori, non è democrazia questa,
Chiedo un confronto politico, chi ha il coraggio di confrontarmi con me sulle morti sul lavoro per smentire quello che scrivo? Il Presidente dell'INAIL è disponibile a un confronto? Politici come Renzi, Bersani, Poletti? O il Ministro delle Politiche Agricole Martina che seppur avvertito da anni delle stragi di agricoltori schiacciati dal trattore non si è mai sentito spendere neppure una parola per queste vittime che con poco si potevano salvare? Martina, si confronti con me, mi spieghi cosa ha fatto per salvare le vite di oltre 600 agricoltori schiacciati dal trattore da quando è ministro

Le violenza sulle donne non sono solo gli stupri. Morte sul treno tre lavoratrici Le donne muoiono numerosissime per infortuni sul lavoro

Le Tre donne morte con il treno deragliato mette in luce un aspetto drammatico: tantissime donne muoiono per infortuni sul lavoro in Italia. Le tre donne morte sul treno deragliato è solo una punta di un iceberg.  Oltre il 10% di tutti i morti sul lavoro ogni anno sono donne. Non muoiono svolgendo un lavoro pericoloso, anche se qualcuna c’è, ma muoiono numerosissime in itinere. Spesso guidando la propria automobile mentre va e torna dal lavoro. Una società violenta contro le donne, che non tiene conto in nessun modo del carico familiare che è quasi sempre a suo carico. Alla donna è stata dato il diritto di abortire (giustamente), ma non quello di avere bambini se non a costo di sacrifici disumani. Alle donne non viene riconosciuto il doppio e a volte il triplo lavoro che fanno: sul luogo di lavoro, in casa col lavoro domestico e in tante che si occupano anche dei propri familiari e dei disabili. Come fa una donna a non avere incidenti stradali quando tra casa, lavoro e familiari lavorano anche 18 ore al giorno? I progressi realizzati in questi ultimi decenni sono fittizi: la donna si è dovuta adeguare a un modello maschile, che le priva di ogni prerogativa femminile. Donna che diventa uomo nei comportamenti se vuole fare carriera.  Spesso, in itinere non gli viene riconosciuto neppure l’infortunio mortale, anche se ha deviato il percorso per andare a prendere che so il latte o ha fatto unsalto a casa dei genitori, o dai suoceri per vedere come stanno, o se hanno bisogno di qualcosa. Politica vergognosa: almeno cambiate le normative sull’itinere e sulla donna lavoratrice. Nel vidio Carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio Indioendente di Bologna morti sul lavoro parla di morti sul lavoro, di politica e sindacato


 https://youtu.be/1wxGg7AUwMU

giovedì 25 gennaio 2018

Sono 3 donne le pendolari morte sul treno dei pendolari. Carlo soricelli curatore dell'Osservatorio Indipendente morti sul lavoro parla dei morti sul lavoro, di politica e di sindacati

È salito a tre il numero di donne morte sul treno dei pendolari, si erano alzare alle cinque di mattina per morire su un treno che doveva essere sicuro. Ma è un treno di pendolari, mica un italo un frecciarossa



Strage di pendolari su un treno deragliato, ancora in Lombardia, Il mondo del lavoro massacrato dalla politica. Video di carlo soricelli curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro che parla di morti sul lavoro, di politica e di sindacati

Un treno delle ferrovie Trenord è deragliato tra Pioltello e Segrate, alle porte di Milano. Il convoglio era partito da Cremona e diretto sa Milano Piazza Garibaldi. Sul luogo della tragedia ci sono all'opera i Vigili del fuoco. Il bilancio provvisorio di quanto accaduto è di due morti e dieci feriti gravi, un centinaio i feriti lievi. Ma il bilancio si potrebbe aggravare, diversi lavoratori ancora incastrati tra le lamiere di un vagone, si teme per la loro vita.
Diverse persone sono ancora incastrate tra le lamiere di uno dei vagoni.
I lavoratori tornino a fare politica, altrimenti verrano annientati nei salari, nei diritti e sulla sicurezza. 

mercoledì 24 gennaio 2018

Altri tre morti sui luoghi di lavoro: già 13 in più dalla strage di Milano. Segretari Camusso, Barbagallo e Furlan la politica è assente, ma voi cosa state facendo per far cessare questa strage? Ve ne volete occupare concretamente e non solo con una dichiarazione alla stampa? Orribile morte di un operaio nel trevisano, ma sono tre a morire di cui si apprende la notizia

24 gennaio TREVISO  dilaniato dalla macchina rifilatrice sulla quale stava lavorando. Daniele Zamuner operaio 54enne di Quarto d’Altino (Venezia) è morto in modo orribile. Il dramma all’interno dell’azienda di materiali da costruzione Zanutta di via Al Bigonzo a Dosson di Casier, nel Trevigiano. Secondo i primi accertamenti di carabinieri e ispettori dello Spisal, l’operaio che stava rifilando alcuni pezzi di legno, avrebbe tentato di sbloccarne uno rimasto incastrato finendo però col rimanere incastrato nel macchinario che lo ha schiacciato uccidendolo praticamente sul colpo. 
Ma non c'è solo questo morto, apprendiamo della morte di altri due lavoratori nelle province di Udine e di Roma: a morire un boscaiolo e un edile

martedì 23 gennaio 2018

Dalla strage di Milano altri 11 lavoratori hanno perso la vita sui luoghi di lavoro, con l'itinere sono almeno il doppio

L'ultimo morto in una cava nel senese, a perdere la vita un bosniaco di 36 anni . In questi ultimi decenni è stata condotta una lotta di classe spietata contro i lavoratori dipendenti: e questo attraverso la politica che è dominata dai lobbysti. Il 20% dei più ricchi, ha accumulato attraverso queste lobby il 70% della ricchezza degli italiani. Agli altri le briciole. Ogni anno sui Luoghi di lavoro il 20% di tutti i morti per infortuni ha oltre 60 anni. La Legge Fornero ha fatto aumentare i morti per infortuni in tarda età: far lavorare per esempio un operaio ultra sessantenne, con acciacchi e riflessi poco pronti su un tetto, è stato immorale, e questo vale per tutti i lavoratori che svolgono lavori pericolosi per sé e per gli altri. Abolirla è indispensabile per la loro salute e sicurezza. Il 95% dei morti sui Luoghi di lavoro (escluso itinere) non ha l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori: il jobs act l’ha tolto a tutti i nuovi assunti. A casa chi ha votato queste leggi in Parlamento. Negli ultimi dieci anni sono morti sui Luoghi di lavoro 6209 lavoratori (escluso itinere), tutti monitorati. Il grafico nelle pagine successive dimostra che non c'è stato nessun miglioramento e che le morti dovute a infortuni sono tendenzialmente addirittura aumentate. Ma non dimentichiamoci che almeno altrettanti lavoratori perdono la vita sulle strade e in itinere, sono stati complessivamente 14000 in questi dieci anni. Non credete a chi dice che sono calati. Non è vero. Ho tolto Bologna dall'Osservatorio, questa città che l'ha sempre ignorato non ne merita il nome

lunedì 22 gennaio 2018

Dentro alle urne ricordatevi di chi ha fatto morire migliaia di lavoratori ogni anno senza preoccuparsene

Dentro alle urne ricordatevi di loro. Fanculo alla politica fatta contro i lavoratori, ignorandone perfino la morte. Strage continua dopo i quattro morti di Milano sui luoghi di lavoro sono morti nel silenzio mediatico e politico altri 8 lavoratori. A Torino Vicenza Brescia Latina Frosinone Torino Rovigo Sassari. Ricordatevi il giorno delle elezioni chi ha ignorato questa strage. Nulla è cambiato da quando 40 anni fa morì questo mio amico sul lavoro

Messo in regola il giorno dopo che era morto, nessun risarcimento. Dal blog di Andrea Bagaglio

MORTO SUL LAVORO-MESSO IN REGOLA DOPO IL DECESSO -NESSUN RISARCIMENTO !

Osservatorio Indipendente  morti per infortuni sul lavoro compie dieci anni

SEDICO -( Belluno ) Il pianto e la disperazione della madre di Pietro Fanfoni, il 49enne ucciso il 10 aprile 2015 a Villiago colpito da un albero mentre lavorava con altri colleghi, sono risuonati  in tribunale al termine dell'udienza che ha fissato un nuovo rinvio per il processo a carico di Gianvittore Zucco, il 41enne di Fonzaso, accusato di omicidio colposo nella sua veste di titolare dell'impresa presso la quale lavorava Fanfoni.

Si torna in aula a fine novembre, precisamente il 23, per sentire i primi testi. La donna, ormai ottantenne, teme di non avere vita abbastanza. Ma il colpo di scena è arrivato con il pronunciamento del giudice Enrica Marson che ha sollevato dalla responsabilità civile la ditta Slongo Grazianodi Santa Giustina. Insomma, anche sul piano di un eventuale risarcimento la strada è tutta in salita, se non sbarrata.  La ditta Zucco, infatti, che aveva avuto in subappalto l'opera dalla Slongo, non aveva copertura assicurativa e Fanfoni non era in regola. Venne assunto solo il giorno dopo il suo decesso.( Il gazzettino ) 

domenica 21 gennaio 2018

Ma quanto cazzo sono i morti sul lavoro in Italia? Perchè più di un terzo spariscono dalle statistiche? Parlate anche di queste cose nella campagna elettorale.

In questi dieci anni non sono riuscito a far comprendere agli italiani le reali dimensioni del fenomeno delle morti sul lavoro. Complice la politica indifferente a queste tragedie: ho tempestato inutilmente chi ha governato il Paese in questi dieci anni, ma anche i media. Ma la nostra classe dirigente  non ha a cuore le problematiche dei lavoratori. Da dieci anni denuncio che le morti sul lavoro sono molte di più, che tantissime denunce pervenute all'INAIL per infortuni mortali poi non vengono riconosciute come tali. Nel 2016, ma è così tutti gli anni, e lo sarà anche nel 2017, quando a metà del 2018 andremo a vedere quante di queste morti sono riconosciute dall'INAIL come infortuni mortali, vedremo che una buona parte delle denunce spariranno. Ma questi morti spariti cosa fanno? Resuscitano? Del 2016 abbiamo già la situazione completa: delle 1.104 denunce di infortunio con esito mortale, ne sono state riconosciute 618. E le altre denunce che fine hanno fatto? E' così tutti gli anni. Tantissime non vengono riconosciute come tali e nessuno che ne spieghi le ragioni. Sarà così anche per il 2017, quando i primi mesi del 2018, verrano diffusi i dati definitivi. Tra l'altro occorre anche aggiungere che tantissime non vengono neppure prese in considerazione da nessuno. Si parlerà di continui cali, che sono inesistenti, se le morti sul lavoro si prendono in considerazione tutti e non solo gli assicurati INAIL. L'Osservatorio può documenare questo. Del resto basta sfogliare la cronaca: vedere la rabbia del fratello del cameriere di Gabriele D'Angelo morto a Rigopiano che urla che a suo fratello non è stata riconosciuta nessuna indennità. ma i casi sono centinaia ogni anno: come quel povero lavoratore "messo in regola" il giorno dopo la sua morte. Sua madre ottantenne che dice disperata che a suo figlio non è stato riconosciuto niente. Come dei lavoratori morti sotto i capannoni nel terremoto in Emilia, come centinaia che muoiono in itinere  a cui non vengono riconosciuti i diritti per delle normative fatte appositamente per penalizzarli. Spariscono dalle statistiche i poliziotti, i carabinieri, molte partite iva, e altri che hanno un'assicurazione propria. Poi ci sono, i lavoratori in nero, gli schiacciati dal trattore che muoiono a centinaia ogni anno. Non è ora che ve ne occupate cari politici che parlate spesso solo di aria fritta?


sabato 20 gennaio 2018

Trentasei morti sui Luoghi di lavoro dall'inizio dell'anno. Tre regioni guidano la triste classifica

La Lombardia dopo la tragedia di Milano con 6 morti sui LUOGHI DI LAVORO sale al primo posto per numero di morti sul lavoro nel 2018: è stata la Regione con più morti nel 2017. Seguono l'Emilia Romagna con 5, ma incalza il Lazio con 4 morti. Davvero una "bella gara" anche quest'anno per vedere chi avrà il demerito di diventare la Regione con più morti sul lavoro. Se i lavoratori di Milano avessero avuto la maschera come Ligabue forse non sarebbero morti. Opera del 1985

venerdì 19 gennaio 2018

Sta tornando il silenzio sulle morti sul lavoro. Ma ricordati che:.

10 morti sul lavoro dalla strage di Milano, oltre 20 se si aggiungono i morti in itinere e sulle strade, 36 dall'inzio dell'anno (80 con i morti sulle strade. 1380 nel 2017, di cui 632 sui luoghi di lavoro. 139  morti schiacciati dal trattore nel 2017, oltre 600 da quando abbiamo come  Ministro delle Politiche Martina. Oltre 14000 da quando dieci anni fa è stato aperto l'Osservatorio.

Le dimenticanze della Politica e delle Istituzioni su queste tragedie . In contemporanea alla strage di Milano altri 6 morti

Sono morti i quattro lavoratori a Milano, ma è come sempre una strage diffusa nel nostro Paese, ben altri sei sono morti in contemporanea a questa strage dell'indifferenza. La stampa, le televisioni, la politica che per la vergogna sta in silenzio, si accorgono dell'immane carneficina dei lavoratori, solo quando ci sono morti multiple. Già 36 i morti sui LUOGHI DI LAVORO dall'inizio dell'anno. 14000 da quando dieci anni fa ho aperto l'Osservatorio pochi giorni dopo la strage della ThyssenKrupp di Torino. Oltre 1400 gli agricoltori schiacciati dal trattore. Oltre 7000 i morti in questa ultima legislatura e oltre 600 schiacciati dal trattore che guidavano. mai un moneto di attenzione da parte di questo governo, Dalla Presidente della Camera: la sua segreteria mi ha contattato l'altro giorno quando si è appreso della tragedia di Milano e a legislatura praticamente conclusa, mi  hanno detto che hanno girato la mia mail (quale tra le tante?) alla Commissione della Camera (ma davvero ce n'è una? (Non me ne ero accorto) Ho risposto prima no? Prima non c'era tempo per interessarsi di queste tragedie, seppur avvertiti più volte? Solo ora perchè ci sono le elezioni? No, io sono molto arrabbiato con la politica, con tutti, hanno ignorato per dieci anni i miei appelli. le Commissioni di Camere e Senato in questa legislatura mai si sono interessate per verificare se quello che scrivevo era vero: che cosa hanno fatto per queste stragi? Speriamo nei prossimi che ci governeranno, qualunque essi siano. I sindacati che oggi hanno scioperato, da loro un atteggiamento meno burocratico, ma le morti sul lavoro sono numericamente molto poche dove i sindacati sono presenti, seppur davanti a tragedie come queste.

giovedì 18 gennaio 2018

Cazzo fate qualcoso. E imparate ad ascoltare chi ha suggerimenti da darvi. E' morto il quarto operaio Daniele Barbiericoinvolto nella strage di Milano. Ma sono otto i morti per infortuni in questi due giorni

Ma come si fa a non arrabbiarsi. Vite spezzate che con un po’ più di impegno si potevano salvare.  È stata dichiarata la morte cerebrale per il quarto operaio Giancarlo barbieri coinvolto nella strage di Milano, era rimasto intossicato ed era ricoverato in condizioni gravissime al San Raffaele. 

Luca Lecci l'operaio 19enne morto nel bresciano era il figlio del titolare. pensate che un padre non cerca di proteggere la vita di suo figlio? Che non morirebbe al suo posto? Il povero Luca è rimasto impigliato con una manica nel tornio. E le protezioni che erano già obbligatorie trent'anni fa? Occorre che lo Stato riveda tutte le normative sulla sicurezza, che siano più stringenti. in questi anni è stata "alleggerita" da quelli che si sono succeduti al governo del Paese. E questo perché è passato il messaggio, non vero, che le morti sul lavoro calavano. Ma io che le monitoro da dieci anni, con documenti alla mano posso dire con certezza che non è vero, che il numero di morti sui LUOGHI DI LAVORO, escluso l'itinere è lo stesso. Se il povero giovane moriva a distanza dalla tragedia di Milano nessun giornale e televisioni ne avrebbe parlato. Dal 16, gennaio a oggi alle ore 18 (occorre metterci anche l’ora), i morti sui LUOGHI DI LAVORO sono stati otto. Gli altri chi sono? Cercateli come faccio io che della vita di chi lavora mi preoccupo.  Tragedie quelle delle morti sul lavoro per dieci anni ignorate perchè era una voce crtica che il "potere" non poteva e voleva ascoltare. 

E dopo la strage di Milano torna il silenzio sulle morti sul lavoro

L'Osservatorio in questi due giorni è stato visitato da migliaia di persone; succede sempre così dopo stragi collettive di lavoratori. Ieri come curatore dell'Osservatorio sono stati contattato intervistato e citato da televisioni, radio, giornali di ogni colorazione politica. Da migliaia le visite tra qualche giorno caleranno e si stabilizzeranno in diverse centinaia al giorno. Ma ricordo a tutti che i morti sul lavoro ci sono tutti i giorni; che certi giorni ne muoiono anche molti di più che a Milano: solo che sono sparsi qua e là sul territorio italiano e quindi non hanno visibilità mediatica. In questi dieci anni di monitoraggio ho acquisito la consapevolezza che le morti sul lavoro si potrebbero dimezzare, sono con un po' di interessa da parte della politica e dei media, che hanno ignorato queste tragedie in questi dieci anni. Senza neppure spendere una montagne di denaro, Occorre una grande svolta culturale: mettere al centro della politica il benessere psicofisico dei propri lavoratori: che la vita di chi lavora dev'essere considerato come il bene più prezioso di uno Stato civile. Anche il Presidente Mattarella come il suo predecessore Napolitano è molto attento a queste tragedie e la sua segreteria ha fatto"girare" la mia mail, dove lo mettevo al corrente della reale situazione su questo fronte, su alcuni aspetti fondamentali alla Presidenza del Consiglio dei Ministri,  che spero la leggano con attenzione e proporre soluzioni. Il 4 marzo ci saranno le elezioni,  mi auguro che tra i partiti che si contenderanno il Governo del Paese, l'impegno per cercare di alleviare questo fenomeno che porta il lutto in migliaia di famiglie ogni anno diventi prioritario. Lo scrivo da cittadino che svolge questo monitoraggio con lavoro volontario da dieci anni, che mai ha voluto non solo finanziamenti da nessuno, ma neppure inserire la pubblicità in questo blog. Carlo Soricelli

mercoledì 17 gennaio 2018

Diamo visibilità alle migliaia di "Nessuno" che muoiono ogni anno sul lavoro. Ciao Arrigo, Marco e Giuseppe. Non vi dimenticheremo

6209 lavoratori, tutti monitorati, hanno perso la vita in questi dieci anni sui Luoghi di Lavoro. Il grafico
dimostra che non c'è stato nessun miglioramento e che le morti dovute a infortuni sono tendenzialmente addirittura aumentate. Ma non dimentichiamoci che almeno altrettanti lavoratori perdono la vita sulle strade e in itinere, sono complessivamente quasi 14000. Ho tolto Bologna dall'Osservatorio, questa città che l'ha sempre ignoratoro non ne merita il nome

Tre lavoratori morti nella scintillante Milano, eroismo tra i compagni di lavoro che hanno cercato di salvarli rischiando la vita. Pagine oscure per la nostra democrazia per pochi



Una notte insonne, come tante da quando ho aperto l’Osservatorio. Mia moglie mi vede con gli occhi umidi e me ne chiede le ragioni. Riesco a malapena a rispondere con la voce roca. Un viaggio a ritroso nel tempo, a dieci anni fa quando appresi della morte dei sette lavoratori della ThyssenKrupp di Torino e decisi di aprire l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro. Dieci anni di sacrifici, di ore ore al giorno a passare a monitorare le morti sul lavoro inutilmente. Nessun risveglio delle coscienze. Da allora sono morti oltre 14000 lavoratori di cui oltre 6200 sui luoghi di lavoro. Dieci anni di monitoraggio ma nessun giornale e televisione che l’ha ricordato: eppure oltre 1500000 persone hanno visitato l’Osservatorio, sono stato intervistato nel passato da diversi giornali e televisioni. Ma perché questo silenzio sui 14000 morti? In questi ultimi anni è risultato evidente che il 10% degli italiani più ricchi che controllano direttamente o indirettamente i giornali e le televisioni non possono dare rilievo a notizie come queste, sarebbe come darsi una zappa sui piedi. Il Parlamento ha lavorato praticamente solo per loro: hanno lobby potentissime che ne tutelano gli interessi. E hanno fatto aumentare ancora di più la loro ricchezza. Ma i giornalisti, quelli che s’indignano se scrivi che sono per la stragrande maggioranza degli opportunisti? A parte quelli che se ne fregano, ma in realtà sono pochi.  La stragrande maggioranza si autocensurano: mica c’è bisogno che il “padrone”, che ha indirizzi politici ben precisi gli dice cosa vede scrivere. Fanno tutto da soli, occultano o fanno finta che non esistono notizie che possono dare fastidio ai “padroni”. I giornalisti sono come tutti gli altri lavoratori che sentono la dirigenza che li controlla, quasi tutti ovviamente: alcuni come Santo della Volpe hanno passato la vita a combattere anche contro i loro editori, che ci sono anche alla RAI: sono i Partiti Politici. Ho le prove di quello che dico, ne conosco tanti, so come ragionano e come si muovono. Ma almeno i parlamentare avrebbero dovuto fare il loro dovere: sono i rappresentanti del popolo. Non ignorare chi come me senza interessi di sorte ha denunciato cose che avrebbero dovuto farli saltare sulle sedie (meglio dire poltrone), Come scrivo a tutti che i morti sul lavoro sono molti di più per dieci anni e nessuno va a vedere se quello che scrivo è vero? Nessuno che abbia manifestato neppure “umana pietà” per queste stragi? Davvero pagine oscure in questi anni per la nostra democrazia, se si può chiamare così.

martedì 16 gennaio 2018

Morti tre operai a Milano per esalazioni di sostanze tossiche, ma la media è di cinque lavoratori morti al giorno in questa ultima settimana. Sono 29 i morti sul lavoro dall'inizio dell'anno. Per piacere politici state in silenzio, non buttatevi come avvoltoi su questa natizie

Sono morti 3 dei 4 operai che questo pomeriggio sono rimasti intossicati da esalazioni tossiche durante le operazioni di pulizia di un forno all'interno di una ditta di materiali ferrosi  a Milano. Sono morti poco dopo il trasporto in arresto cardiaco all'ospedale di Monza e al Sacco di Milano. Gravissimo il quarto dipendente. Ma anche oggi ci sono stati altri tre morti sul lavoro, come ieri e il giorno precedente. ora ci sarà la solita manfrina, le solite prese di posizione "mai più morti sul lavoro". Insomma si alzerà il coro degli scandalizzati per una dichiarazione alla stampa. Poi torna il silenzio. In questi dieci anni dimonitaraggio sono morti oltre 14000 lavoratori e di questi oltre 6200 sui luoghi di lavoro. Nell'ultima legilatura oltre 7000 complessivi e più di 3200 sui LUOGHI DI LAVORO.Una strage che è passata sotto silenzio. Oltre 600 i morti schiacciati sotto il trattore in questi cinque anni. sempre avvertiti ma nessuno si è mai interessato. Avete visto cosa c'è dietro anche alle sfavillanti Milano e Lombardia?

Che fate s...., il vostro silenzio mi fa imbestialire. Parlate anche di queste vittime sul lavoro nella campagna elettorale

Il silenzio degli innocenti. Questa politica di morti dentro  che sono i politici che si occupano di tutto ma non della vita di chi lavora. Sono 22 i morti sui LUOGHI DI LAVORO dal giorno dopo della Befana. E la Società Civile che sta zitta. Vergogniamoci tutti

Altri due morti sul lavoro anche oggi 16 gennaio e fanno 25 sui luoghi di lavoro dall'inizio dell'anno.Ma c'è qualcuno a sinistra che dice qualcosa di sinistra sulle morti sul lavoro? Mi riferisco a tutti quelli che in questi dieci anni hanno detto di essere di sinistra, poi mai si sono interessati alle morti sul lavoro. Chi? Tutti praticamente

16 gennaio 2018 E sono 25 i morti sui LUOGHI DI LAVORO dall'inizio dell'anno. A Torino ha perso la vita un 41enne dopo essere stato travolto da un crollo di un muro. In provincia di Modena, a Pavullo è morto un operaio rumeno di 51 anni, era stato schiacciato da un cestello elevatore il 12 gennaio. ore 18, purtroppo apprendiamo della morti si al tri due autorasportatri, e altri due ancora che erano in itinere e stavano tornando a casa dalla trasferta.

lunedì 15 gennaio 2018

Ci sono le elezioni? Ora è troppo tardi per interessarvi delle morti sul lavoro, dovevate interessarvene in questi dieci anni in cui siete stati sempre avvertiti mensilmente del reale numero di morti sul lavoro. Muore in provincia di Ascoli Piceno un giovane di 27 anni schiacciato da un tubo mentre lavorara in un metanodotto in costruzione.

Ascoli Piceno, 15 gennaio 2018 E' morto schiacciato da un tubo Gianluca Canterini, aveva solo 27 anni -
Stava  sistemando delle tubature di gas in un metanodotto quando gli è caduto un tubo di grandi dimensioni addosso e ha riportato un trauma da schiacciamento toracico addominale. Immediati i soccorsi, con i sanitari del 118 che hanno trasportato in ospedale il povero giovane. E' andato in arresto cardiaco ma tutti i tentativi di rianimazione non sono riusci a salvargli la vita. Sono già 23 i morti sui luoghi di lavoro nel 2018, occorre ricordare che ne muoiono altrettanti sulle strade e in itinere. Il 4 marzo ci sono le elezioni. Fino ad allora, soprattutto alla sinistra governativa, ma non solo, a cui ho mandato mail per dieci anni sulle tragedie sul lavoro, senza nessun risultato, di continuare fregarsene come hanno fatto fino ad ora. Sarebbe troppo per me che ora sotto le elezioni cominciassero ad interessarsene. Non pubblicherò quali sono le province con più morti sul lavoro, ma solo il numero totale delle morti. Comunque non dimentico che in questa legislatura ci sono stati oltre 600 agricoltori schiacciati da l trattore che con un pò di interesse si sarebbero potuti salvare in buona parte. Per non parlare poi degli edili e di tanti altri.



sabato 13 gennaio 2018

Muore sul lavoro, in itinere, un giovane mio vicino di casa. Assicurzione INAIL per tutti, altro che promesse che non si possono mantenere, Emergerebbe anche buona parte del il lavoro nero. Già 21 i morti ul lavoro dall'inizo dell'anno..

Oggi ho appreso della morte per infortunio in itinere di un giovane di Casalecchio di Reno,cresciuto a pochi metri da casa mia. Aveva 43 anni. Che dire? Mia moglie d'estate alla sera passeggiava sempre con la sua mamma. Non posso che essere molto dispiaciuto: lo sei ancora di più se la disperazione per questa morte la senti vicina. Era un infermiere all'Ospedale di Modena, tornava di notte dal suo turno di lavoro, tornava a casa a Casalecchio, quando un automobilista sull’A1 l'ha tamponato a una velocità folle. La sua automobile è stata schiacciata da quella che l'ha tamponata. Altri due autotrasportatori sono morti sulla Romea vicini a Casal Borsetti in provincia di Ferrara, sempre questa notte. Ma nel caso del giovane vicino, l'INAIL riconosce la sua come una morte per infortunio sul lavoro? O anche questo giovane diventa invisibile come il cameriere Gabriele D’Angelo morto a Rigopiano? l'itinere ha una normativa talmente specifica che tantissimi morti sul lavoro non vengono riconosciuti come tali, occorre conoscerla bene. L'INAIL monitora e riconosce come morti sul lavoro i suoi assicurati, poi di morti sul lavoro ce ne sono almeno un terzo in più che sfuggono a qualsiasi statistica. Allora la mia proposta da anni è questa: l'ho scritto in tutte le salse: tutti i lavoratori, almeno davanti alla morte devono essere uguali. Devono avere gli stessi diritti assicurativi per i familiari che rimangono. Ci vuole un'Assicurazione universale: tutti quelli che lavorano e anche se lavorano in nero per necessità devono averla. Si toglierebbero tutti gli ostacoli per far emergere il lavoro nero. Poi se alcuni morti rimangono, si può fare una legge sull’omicidio sul lavoro.

venerdì 12 gennaio 2018

Da La Stampa Italia. Nicola Colangeli dice "Se fossero morte 29 bestie, 29 lupi, sarebbero arrivati da tutte le parti. Ma qui sono morte 29 persone, di cui 11 sul lavoro, e addirittura l’Inail non ci riconosce niente. Nemmeno il funerale abbiamo ripreso. Dopo questa maledetta valanga».

“A Rigopiano ci hanno lasciato soli neanche fossero morte 29 bestie”

Viaggio tra le rovine dell’hotel travolto dalla valanga: tutto è rimasto come allora. Le lacrime, il dolore e le liti nel paese dove vittime e indagati sono vicini di casa
Foto scattata oggi a un anno dalla valanga nel comune di Farindola dove persero la vita 29 persone

Pubblicato il 12/01/2018
INVIATO A FARINDOLA (PESCARA)
Un uomo con i pantaloni da soldato arriva ogni mattina davanti alle macerie. Cammina lungo la zona rossa, risalendo due curve fra gli alberi sradicati. Guarda passare i piccoli camion che iniziano le operazioni di sgombero: una lunga fila di sedie, travi, tegole, un vaso di cemento, un pezzo di ringhiera ricurvo. «La valigia di Marinella è ancora lì in mezzo», dice quell’uomo a bassa voce.  

Da quando hanno aperto la strada che porta al cancello dell’Hotel Rigopiano, non passa giorno senza che lui venga a pregare qui davanti. Il suo nome è Nicola Colangeli, ha 71 anni, è un padre.  

«La sera del 17 gennaio, un anno fa, nevicava tantissimo», dice adesso. «Erano già caduti più di settanta centimetri. Pulivano le strade con il vomero, che sollevava grandi cumuli ai bordi della carreggiata. Ma i cumuli crollavano sotto il peso della neve che continuava a cadere. Quel giorno, c’erano state tre scosse di terremoto. Il proprietario dell’albergo era molto preoccupato. Gli era già capitato nel 2015 di restare bloccato con i clienti. Aveva avvertito la Provincia e la Regione. Gli avevano detto di stare tranquillo: garantivano la massima sicurezza. Sarebbero venuti a sgomberare. Alle nove di mattina del 18 gennaio, erano già tutti pronti a partire: le auto erano incolonnate. 


Aspettavano la turbina, l’unico mezzo in grado di aprire un varco nella neve. Aspettavano e aspettavano. Aspettavano ancora. Mi hanno raccontato che mia figlia stava facendo una camomilla dietro al bancone del bar, per un cliente che si sentiva poco bene. Anche se lei lavorava alla Spa, fin dal primo giorno. Era entusiasta del lavoro. Aveva preso sette diplomi e… Marinella quel giorno aveva scritto a sua sorella. Era appena crollato un supermercato a Penne. Aveva commentato: “Per fortuna era chiuso”. Poi, sullo schermo del telefono era comparso il messaggio: “Sta scrivendo…”. Ma non arrivavano mai le sue parole. Io non riuscivo a mettermi in contatto con lei. Ero angosciato. I telefoni funzionavano malissimo. Allora sono andato da Massimiliano Giancaterino, il fratello di uno dei dipendenti dell’hotel, e lui mi ha detto di provare a scrivere dal suo cellulare. “Noi stiamo bene”, le ho scritto. “E tu?”. Non ho mai avuto il coraggio di chiedere a Massimiliano se ha ricevuto la risposta…». 

Il signor Colangeli cerca di trattenere le lacrime. «È un dolore troppo grande», dice per scusarsi. «Si potevano salvare tutti. È troppo dura per me. Alle 3 di notte mi sveglio e ho finito di dormire. Penso sempre a quanto può aver sofferto Marinella. L’ultima che hanno ritrovato è stata proprio mia figlia». 

Poche altre tragedie italiane, come la valanga che si è abbattuta alle 16,48 del 18 gennaio 2017 sull’Hotel Rigopiano, hanno il potere di svelare la concatenazione indecifrabile di scelte e casualità, di errori e manchevolezze, di fortuna e accidenti che finiscono per causare una sciagura e determinare i destini individuali sulla scena. È passato un anno. Gli undici sopravvissuti cercano di andare avanti. I coniugi Parete, Giampiero e Adriana, stanno per dare alle stampe con Mondadori un libro dal titolo «Il peso della neve». La frase scelta per il lancio è questa: “Mamma, perché non vengono a prenderci?”. “Non lo so”. “Ma ci avevano trovati…”. “Non lo so”. “Dici che non ci hanno sentito?”. “Ma sì che ci hanno sentito. Magari adesso sono un po’ stanchi…”. Una squadra di sceneggiatori è al lavoro sulla preparazione della fiction opzionata a tempo di record dal produttore Pietro Valsecchi. Ecco perché Gianluca Tanda, presidente del comitato dei parenti delle vittime dell’Hotel Rigopiano, dice: «Siamo rimasti stupiti. Giampiero Parete non ci ha mai detto del libro. Magari annuncerà che i soldi ricavati andranno in qualche opera di bene. Ce lo auguriamo. Noi condanniamo categoricamente tutti i tentativi di speculare sul marchio della nostra tragedia. Ci sentiamo soli, e siamo profondamente amareggiati».  

Restano 29 morti, 23 indagati. Tre orfani. E tutte le domande di un anno fa. Solo con più rabbia, adesso. Il 18 gennaio a Farindola e Penne verrà celebrata una messa di commemorazione, poi ci sarà una manifestazione organizzata dai parenti delle vittime. «Lo Stato ci ha abbandonato», dice Nicola Colangeli. «Siamo distrutti. Moralmente e fisicamente. Nessuno ci aiuta. Troviamo tutte le porte chiuse. Mia moglie ha fatto domanda per la pensione anticipata di un anno. Gli è stata respinta, anche se ha l’invalidità all’90 per cento e non ce la fa più ad andare avanti con le gocce dei tranquillanti. In che mondo viviamo? Il Presidente della Repubblica non è mai venuto qui. Se fossero morte 29 bestie, 29 lupi, sarebbero arrivati da tutte le parti. Ma qui sono morte 29 persone, di cui 11 sul lavoro, e addirittura l’Inail non ci riconosce niente. Nemmeno il funerale abbiamo ripreso. Dopo questa maledetta valanga». 

Nel Comune di Farindola, 1.400 abitanti, il più vicino all’hotel, convivono indagati e parenti della vittime. In alcuni casi portano lo stesso cognome. Anche il signor Colangeli abita lì: «È indagato il mio medico curante. È indagato il sindaco, che conosco bene. È indagato il tecnico comunale, un mio parente. Ma io non sono arrabbiato con loro. Io ce l’ho con la Provincia. Loro hanno la colpa maggiore. Quando vedo un cantoniere, io provo rabbia. Perché erano loro i responsabili della viabilità». 

Le indagini non sono ancora chiuse. La procura di Pescara ipotizza reati che vanno dall’omicidio alle lesioni colpose plurime, dal falso all’abuso edilizio. L’albergo è stato costruito e ampliato dove non doveva essere: esattamente al fondo di un canalone. Il sindaco di Farindola non ha chiuso la strada. Nessuno l’ha liberata. L’ex prefetto Provolo avrebbe tardato ad attivare il centro di coordinamento dei soccorsi. I carabinieri lo accusano anche di «evidenti contraddizioni nella ricostruzione dei fatti». E poi, tutto il resto è quello che si scopre ancora una volta in mezzo al disastro. Le sottovalutazioni e le battute al telefono, un’ora prima della valanga, fra il dipendente dell’Anas Carmine Ricca e il responsabile del settore viabilità della provincia Paolo D’Incecco: «E insomma, mica deve arrivare a Rigopiano? Perché se dobbiamo liberare la Spa, al limite ci andiamo a fare pure il bagno». L’unica turbina in grado di liberare la strada era rotta in un garage di Pescara, e l’altra era al lavoro per accontentare qualcuno. «Siamo andati a pulire la strada del presidente che era incustodita» dice il geometra d’Incecco in quelle ore. Anche il governatore D’Alfonso chiama: «Vorrei un passaggio della turbina di nuovo a Lettomanoppello. E poi, se possibile, anziché salire per Passolanciano, c’è un piccolo tratto che ostruisce sopra a Pretoro. Vedi di poterlo fare». 

Davanti alle rovine adesso si fermano i curiosi. Arriva un signore intimorito, si chiama Pomponio Acentino, portava le lenzuola pulite all’hotel: «Sono venuto a vedere con i miei occhi perché dalla televisione non riconoscevo l’albergo. L’ingresso era qui sopra, infatti. Prima». 

Le operazioni di sgombero sono appena incominciate. Oggi a Rigopiano ci sono 14 gradi. Fra le macerie, una bottiglia intatta di prosecco. Un coltello da cucina. Dell’olio. «Portano via anche i ricordi di mia figlia» dice quel signore con i pantaloni da soldato. Quel padre. Prima di inginocchiarsi. E rimettersi a pregare. 

giovedì 11 gennaio 2018


Le condizioni dei lavoratori, in tutti i suoi aspetti, stanno diventando dirompenti in queste elezioni, ed era ora.
Come curatore dell’Osservatorio Indipendente morti sul lavoro voglio toccare un altro aspetto fondamentale prima di quelli elencati. I terremoti in Emilia del 2012 e quelli del Centro Italia successivi, hanno messo in luce un aspetto fondamentale per la vita dei lavoratori, che morti sotto i capannoni e in quelli dell’Italia centrale sfiorata la strage, per essere capitai di di notte onel cambio turni.  Quasi tutte le Fabbriche costruite negli anni settanta e ottanta sono a rischio sismico: sono state messe in sicurezza e cosa si è fatto o si sta facendo per non far morire i lavoratori sotto i capannoni, spesso con solo le travi in cemento appoggiate sulle colonne? Cosa hanno fatto in proposito il Governo e le Amministrazioni Regionali e Comunali? Spero se ne parli, la vita di chi lavora si tutela anche su questi aspetti. Dal terremoto in Emilia ho postato in prima pagina dell’Osservatorio queste domande.
Si sentono personaggio come Berlusconi che parlano del jobs act, che vogliono cambiarlo, riferendosi alla precarietà. Dopo aver voluto l’abolizione dell’articolo 18 per anni. Lo stesso Grasso Presidente di LeU, a cui va tutta la mia stima personale, vuole estendere l’articolo 18 abolito per tutti i nuovi assunti con il jobs act, alle Aziende con cinque dipendenti in su. Ma ne ha parlato con Bersani, Speranza, Damiano e tanti altri di questa nuova formazione che l’hanno firmata? Come del resto la stessa Legge Fornero? Poi tutti vogliono abolire o cambiare sia il jobs act, che la Legge Fornero, che tra l’altro fa aumentare il numero di lavoratori morti per infortuni in tarda età. La politica si sta accorgendo che 22 milioni di lavoratori votano e sono incazzati, che tra l’altro hanno genitori e figli. Dico solo era ora.

mercoledì 10 gennaio 2018

Anche oggi 5 morti sul lavoro. ma come ho postato su Facebook,per la prima volta da quando vado a votare, non voterò la sinistra. Sono stanco della loro indifferenza sulle morti sul lavoro

Basta la Sinistra delle chiacchiere, voto Cinque Stelle, la vostra indiffernza mi ha propio rotto. Cinque lavoratori morti anche oggi, cinque anche ieri e 16 dall'inizio dell'anno. E' morto il primo agricoltore schiacciato dal trattore del 2018.  Non sopporto più l'indifferenza della sinistra sulle morti sul lavoro. Spero solo che Cinque Stelle dimostrino una maggiore sensibilità. Questo è quello che ho postato oggi su Facebook. La mia decisione molto sofferta merita rispetto. Io come Ivano Marescotti dopo 50 anni questa volta non voterò a sinistra, sceglierò il “voto utile” votando M5S
Troppe delusioni, troppa indifferenza verso le morti sul lavoro. Troppe leggi contro i diritti e i salari dei lavoratori. Per dieci anni ho scritto ai principali politici di quest’area informandoli che le morti sul lavoro erano molte di più. Non solo il cameriere Gabriele D’Angelo a Rigopiano che non è stato considerato morto sul lavoro, con lui altre centinaia di lavoratori che spariscono ogni anno dalle statistiche, e hanno permesso con questi presunti cali di fare leggi contro la Sicurezza. I morti sui LUOGHI DI LAVORO in questi dieci anni non sono mai calati. Il jobs act e la Legge Fornero sono state devastanti per il mondo del lavoro. Sul piano del rispetto e della dignità dei lavoratori che spariscono sulla soglia dei luoghi di lavoro. L’abolizione dell’articolo 18 per tutti i nuovi assunti toglie dignità a tutti i lavoratori, oltre che salari, e faranno aumentare le morti sul lavoro. Il prossimo passo sarà di toglierlo anche nel Pubblico Impiego. Chi avrà il coraggio di opporsi a svolgere lavori pericolosi se potrà essere licenziato, se il jobs act ha tolto ogni possibilità di opporsi al licenziamento davanti a un giudice? Poi lo scopo più occulto è quello di distruggere i sindacati che fanno ancora il loro lavoro."cioè la difesa dei lavoratori". Il 95% dei morti sui LUOGHI DI LAVORO non ha l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, quello che recita che si può licenziare solo per Giusta Causa e Giustificato Motivo. Il Jobs act l’ha tolto a tutti i nuovi assunti. Tutti quelli che saranno assunti senza l’articolo 18 saranno precari a vita. Cioè tutti nuovi assunti. La Legge Fornero, come scrivevo già prima che entrasse in vigore ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra i lavoratori anziani che sono sui LUOGHI DI LAVORO il 20% di tutti i morti per infortuni: quale umanità c’è in chi ha votato questa legge senza distinguere chi svolge lavori pericolosi per sé e per gli altri? Come si fa a mandare su un tetto un edile anziano eventualmente con acciacchi e riflessi poco pronti? Oppure far guidare un tir a autotrasportatori in tarda età che nelle statistiche “vere” muoiono numerosissimi per infortuni e malori, coinvolgendo tra gli altri numerosissimi automobilisti innocenti? Davvero incredibile questa disumanità di chi l’ha firmata, guardando solo ai numeri: dentro ci sono persone in carne e ossa l'avete capito? Ma perché non votare tu che sei di sinistra Liberi e Uguali?Perché in larga parte ci sono persone come Bersani, Speranza e tanti altri che queste leggi le hanno votate. Poi quello che mi ha fatto prendere questa decisione sono stati soprattutto certi intellettuali che in rete qualche tempo fa “se la tiravano” che trattano i lavoratori come poveri deficienti che hanno bisogno di tutele. Sentire che prendevano in giro Tomaso Montanari quando diceva che ai vertici di questa nuova formazione ci voleva un disoccupato, un precario, un operaio ecc. “Così Montanari (l’operaio coglione) poteva manovrarlo come voleva. Ma davvero questa gente è di sinistra? Si mastrurbano mentalmente lassù, fanno tante strategie come generali senza truppe, mentre di quello che succede per terra con le loro pance piene manco lo vedono. Certo ci sono cose che non mi convincono di Cinque Stelle, l’ho scritto e continuerò a scriverlo. Ma davvero Di Battista, Toninelli, Di Maio, Fico e tanti altri scelti come dicono i detrattori “con un clik” sono peggio dei tanti paraculi rappresentati dalle lobby parlamentari che hanno fatto arricchire enormemente il 10% degli italiani, lasciando nella miseria e impoverendo il ceto medio l’altro 90% di italiani? No, meglio gli scelti con “un clik” che i nominati dai partiti che continueranno a fare gli interessi delle lobby. Poi parlo con giovani che votano Cinque Stelle, sono operai, gente del Popolo, che la pensano esattamente come me. Se poi come sembra riusciranno a coinvolgere nel governo del Paese personaggi come Guariniello, ogni dubbio mi va via. Allora proviamo loro, proviamo i Cinque Stelle. Certo spero che si riesca a stabilire un “ponte” con LeU, dentro ha confluito da SI è anche Giovanni Barozzino, lui un operaio senatore che ha fatto una proposta di legge sull’omicidio sul lavoro. I Cinque Stelle anche nella peggiore delle ipotesi faranno come gli altri. Gli altri, tutti gli altri, li abbiamo già provati. Io voglio dare un contributo, con la mia esperienza acquisita nel corso di questi dieci anni alle tragedie delle morti sul lavoro. Certo si stanno formando nuove aggregazioni a sinistra, ma in questo momento non bisogna disperdere il voto. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente morti sul lavoro

martedì 9 gennaio 2018

Oggi 9 gennaio 2018 cinque morti sul lavoro. Salvini, Berlusconi, Grasso, Renzi, Gentiloni, Meloni, Di Maio diteci cosa intendete fare per le morti sul lavoro se vincerete le elezioni di marzo

Oggi è ricominciata in pieno la strage di lavoratori, sono stati 4 sicuramente morti per infortuni, il quinto molto probabile, vista la ferita profonda che aveva al capo. Gianluca Menichino aveva solo 35 anni ed è morto in un'azienda ternana dopo sei mesi di agonia: era stato investito da un rotolo di acciaio. Un agricoltore è stato travolto dal carico di rotoballe in provincia dell'Aquila, A perdere la vita anche un edile in Piemonte, in provincia di Verbania a Gravellona travolto da un muro che stava demolendo. Un autotrasportatore è morto finendo col suo furgone nell mare piccolo di Taranto. dubbia anche la morte di un autotrasportatore bolognese che ha perso la vita in una torneria. raccoglieva metalli ferrosi, le cause della morte sono da chiarire: ma la ferita profonda al capo può essere dovuta a materiale che l'ha colpito. aspettiamo conferme. ma sono già 11 le morti sui LUOGHI DI LAVORO dall'inizio dell'anno. 

lunedì 8 gennaio 2018

Candidati premier Salvini, Berlusconi, Renzi, Di Maio, Gentiloni, Meloni, Grasso cosa farete se vincerete le elezioni per la strage di lavoratori morti per infortunio sul lavoro?

 Amici di Facebook, comunque la pensiate, aiutatemi, condividete e fate condividere ai vostri amici. I morti sul lavoro ci sono in ogni partito e sono ogni anno molte centinaia di più di quelli che i media raccontano. Svegliamo la politica prima delle elezioni. Se vedranno migliaia di condivisioni allora si che comprenderanno che devono fare qualcosa
Come curatore dell'Osservatorio Indipendente morti sul lavoro http;//cadutisullavoro.blogspot.it da dieci anni mi batto inutilmente contro le morti sul lavoro di cui la politica mai si è interessata. Candidati Premier Salvini, Berlusconi, Di Maio, Grasso, Renzi, Gentiloni e Meloni quali sono le proposte per far cessare questa strage occultata e dimenticata? Milioni di lavoratori italiani vogliono saperlo prima delle elezioni del 4 marzo. di sicuro oltre un milione di persone che in questi anni hanno visitato l'Osservatorio. Una bella catena di Sant'Antonio di condivisioni. Così saranno costretti a intervenire

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la strage di lavoratori è ricominciata anche nel 2018. Già 6 sui luoghi di lavoro

Migliaia di morti sul lavoro in questi dieci anni di monitoraggio dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro non sono neppure stati inseriti nell'elenco morti sul lavoro. urge un osservatorio indipendente dello Stato che li monitori tutti. Speriamo che guiderà il paese dalle prossime politiche lo faccia. la vita di chi lavora (DI TUTTI QUELLI CHE MUOIONO LAVORANDO) merita l'attenzione dello Stato Italiano. Una poesia per i morti dimenticati

Per voi morti sul lavoro occultati
Per te anziano caduto da un tetto
Per te Partita Iva
Per te madre
morta in itinere mentre deviavi dal percorso
per andare a prendere il latte per tuo figlio
per te cameriere di Rigopiano
per te carabiniere o poliziotto
morto sulle strade mentre inseguivi criminali
per te guidatore di trattore
che in migliaia in questi dieci anni
avete impregnata la terra del vostro sangue
per te rumeno o marocchino morto in nero in terra straniera
Per te familiare che non otterrai mai giustizia
per la vita persa sul lavoro del vostro caro
tanti crimini sul lavoro vanno in prescrizione
Siete Morti sul Lavoro occultati dal potere e dalla politica
Le vostre vite sono state trasparenti e dimenticate
neppure un numero per ricordarvi
Ma le vostre ombre ci stanno guardando
e osservano la nostra coscienza

si allontaneranno e riposeranno quando otterrete giustizia.

sabato 6 gennaio 2018

Morti sul lavoro: leggete cosa scrivevo a Renzi, Poletti e Martina il 28 febbraio 2014 e al Ministro Martina il 22 maggio del 2015, pochi giorni dopo il loro insediamento. Rigopiano ha fatto comprendere a tutti gli italiani che quello che scrivevo era vero. Mai potrei votare per chi è stato cieco e sordo su queste tragedie

Vi chiedo quanti morti sul lavoro si sarebbero potuti evitare se prestavano attenzione a quello che scriveva un libero cittadino con lavoro  volontario che ha provato in tutti i modi di coinvolgere chi ci ha governati. La tragedia di Rigopiano ha fatto comprendere a tutti che quello che scrivevo era vero, tra l'altro documentato. 

Da: Carlo Soricelli [mailto:carlo.soricelli@gmail.com]
Inviato: venerdì 28 febbraio 2014 18:42
A:
matteo@governo.it; segrgabinetto@lavoro.gov.it; webmaster@politicheagricole.it
Oggetto: Morti sul lavoro a Gennaio e Febbraio 2014. All'attenzione di Matteo Renzi, Giuliano Poletti e Maurizio Martina,

Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
Sig. Primo Ministro Matteo Renzi e  Sig.ri Ministri  del lavoro Giuliano Poletti e  delle Politiche Agricole Maurizio Martina,
Oggetto: Morti sul lavoro a Gennaio e Febbraio 2014. All'attenzione di Matteo Renzi, Giuliano Poletti e Maurizio Martina,
il nuovo governo sarà giudicato da quello che saprà mettere in campo concretamente.
L’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro è  aperto dal  1° gennaio 2008, subito dopo la tragedia della ThyssenKrupp di Torino, e da quel giorno monitora in tempo reale i morti sul lavoro in Italia. Ogni anno si parla di favolose diminuzioni dei decessi, ma noi, che registriamo  tutte le morti sui luoghi di lavoro non abbiamo riscontrato nessun calo. Sostanzialmente i numero dei morti sul lavoro non è variato nel corso di questi anni di monitoraggio. Purtroppo, nonostante il blog sia diventato punto di riferimento con centinaia di migliaia di visitatori in Italia e non solo (questa settimana oltre 600 accessi dagli Stati Uniti  e 400 della Germania),  per chi cerca notizie in tempo reale su queste tragedie, che portano il lutto in oltre 1000 famiglie ogni anno, non abbiamo mai avuto come interlocutori i vostri ministeri e questo nonostante le numerosissime  mail inviate che illustravano la tragedia attraverso dati incontestabili, Ma si è continuato a prendere per buoni i dati ufficiali che sono sempre sottostimati a causa di un monitoraggio parziale.
Tutti gli anni assistiamo ad un’autentica carneficina di agricoltori schiacciati dai trattori che guidano, nella totale indifferenza della politica, e soprattutto da parte dei ministri che si sono succeduti in questi anni all’agricoltura e al lavoro. Gli agricoltori deceduti  schiacciati dal trattore sono stati 127 nel 2013 rappresentano da soli il 23,3% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Noi crediamo che questa sia una vera emergenza nazionale. Nel corso degli anni abbiamo proposto diverse soluzioni, ma non siamo mai stati ascoltati e nessuno si è mai degnato di rispondere in merito. Basterebbe una maggiore informazione sulla pericolosità del mezzo e far dotare le cabine di protezione  di cinture di sicurezza. Con questi pochi accorgimenti, soprattutto sui vecchi trattori, si potrebbero in poco tempo dimezzare le morti.  Tra poco arriverà la bella stagione e ricomincerà questa strage se non si interverrà immediatamente-
Il nostro lavoro è solo volontario e l’unico scopo è quello di sensibilizzare sul tema morti sul lavoro e auspicare una diminuzione dei decessi sul lavoro, che ci vede primi in Europa.
D’ora in poi speriamo d’avere maggiore attenzione  da parte delle istituzioni.
Cordiali saluti.
Carlo Soricelli
Curatore dell’osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

mail del 22 maggio 2015

Ma la vita di chi lavora la terra non conta niente?

Ministro Martina dica qualcosa su questa carneficina. Continua inarrestabile la strage di agricoltori schiacciati dal trattore. Sono già 21 dal 1° maggio Festa dei Lavoratori e inaugurazione dell’EXPO che “nutre il pianeta”. Sono 51 dall’inizio dell’anno. Nel 2014 sono stati schiacciati dal trattore 152 lavoratori e 142 da quando l’Osservatorio che dirigo le ha mandato una mail il 28 febbraio 2014 per avvertirla, come del resto ho fatto con Renzi e Poletti dell’imminente strage che puntualmente si è verificata. Lo stesso è stato fatto nel febbraio 2015. Il risultato è lo stesso: la Sua indifferenza e quella di Renzi e Poletti. La vita di questi lavoratori non vale neppure un twitter? Eppure la vediamo tutti i giorni in televisione. Su se ne occupi finalmente, Lei è il Ministro delle Politiche Agricole. Questo post sarà continuamente aggiornato fino a quando non la vedremo spendere una parola su queste vittime che si potrebbero dimezzare se solo ci fosse un’informazione corretta e attenta, oltre ovviamente a interventi mirati per mettere in sicurezza i vecchi trattori con interventi sulle cabine. Carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it