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morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO Il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia dal 1° gennaio 2008, anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione o che ne hanno una diversa da INAIL Attivo dal 1° gennaio 2008 Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie Morti sul lavoro nel 2024 al 5 novembre Dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni in 880 sui Luoghi di lavoro (tutti registrati) e 1275 se si aggiungono i morti in itinere e sulle strade di categorie non Assicurate a INAIL e in nero NOTA BENE I MORTI IN ITINERE VENGONO AGGIORNATI OGNI DUE MESI MENTRE I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO OGNI GIORNO MORTI TOTALI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE TRA QUESTI ANCHE I MORTI IN ITINERE E IN ALTRE SITUAZIONI LAVORATIVE la seconda voce in azzurro riguarda ESCLUSIVAMENTE i morti sui luoghi di lavoro. N.B i morti sono segnalati nelle Province e Regioni dove c’è stata la tragedia LOMBARDIA 173 totali 118 sui luoghi di lavoro Milano 14 (35 con itinere), Bergamo 9 Brescia 28 (43 con itinere) Como 6 Cremona 4 Lecco 4 Lodi 8 Mantova 7 Monza Brianza 14 Pavia 12 Sondrio 5 Varese5 CAMPANIA 130 totali 83 sui luoghi di lavoro Napoli 22 Avellino 11 Benevento 6 , Caserta 19 Salerno 24 VENETO 98 totali 63 luoghi di lavoro Venezia 9 Belluno 4 Padova 6 Rovigo 3 Treviso 11 Verona 13 Vicenza 13 EMILIA ROMAGNA 101 totali 65 sui luoghi di lavoro Bologna 19 Rimini 2 Ferrara 5 Forlì Cesena 5 Modena 9 Parma 7 Ravenna 2 Reggio Emilia 9 Piacenza 3 SICILIA 96 64 sui luoghi di lavoro Palermo 21 Agrigento 5 Caltanissetta 3 Catania 8 Enna Messina 10 Ragusa 5 Siracusa 2 Trapani‎ 8 TOSCANA 79 totali 52 sui luoghi di lavoro Firenze 10 Arezzo 2 Grosseto 5 Livorno 2, Lucca 6, Massa Carrara 1 Pisa 14 Pistoia 1 Siena 3 Prato 5LAZIO 115 totali 58 sui luoghi di lavoro Roma 17 Viterbo 11 Frosinone 11 Latina 13 Rieti 2 PIEMONTE 77 totali 48 sui luoghi di lavoro Torino 1 Alessandria 5 (+1 cantiere autostradale) Asti 3 Biella 1 Cuneo 7 Novara 3 Verbano-Cusio-Ossola 2 Vercelli 1PUGLIA 80 totali 52 sui luoghi di lavoro Bari 13 BAT 3 Brindisi 8 Foggia 3 Lecce 13 Taranto 5 TRENTINO ALTO ADIGE 49 totali 36 sui luoghi di lavoro Bolzano 16 Trento 19 ABRUZZO 39 totali 27 sui luoghi di lavoro L'Aquila 6 Chieti 10 Pescara 2 Teramo 6 SARDEGNA 47 totali 34 sui luoghi di lavoro Cagliari 8 Sud Sardegna 3 Nuoro 4 Oristano 4 Sassari 11MARCHE 45 totali 29 sui luoghi di lavoro Ancona 6 Macerata 10 Fermo 1 Pesaro-Urbino 6 Ascoli Piceno 6 CALABRIA 31 totali 22 sui luoghi di lavoro Catanzaro 4 Cosenza 9 Crotone 1 Reggio Calabria 4 Vibo Valentia 4FRIULI VENEZIA GIULIA 26 totali 17 sui luoghi di lavoro Pordenone 6 Triste 1 Udine 7Gorizia 2 LIGURIA 29 totali 16 sui luoghi di lavoro Genova 4 Imperia 2 La Spezia 3 Savona 1 UMBRIA 20 totali 13 sui luoghi di lavoro Perugia 11 Terni 2 BASILICATA 16 totali 12 sui luoghi di lavoro Potenza 9 Matera 3 Molise 11 totali 6 sui luoghi di lavoro Campobasso 4 Isernia 2 VALLE D’AOSTA 5 totali 4 sui luoghi di lavoro Nel 2024 DOVE SI MUORE DI PIU’ Il 32% sono ultrasessantenni. Gli stranieri sotto i 60 anni sui luoghi di lavoro sono il 35% Regioni Lombardia, Campania Veneto Emilia Romagna e Sicilia quelle con più morti 125 gli schiacciati dal trattore e alcuni altri mezzi agricoli nel 2023 sono stati 167 125 gli autotrasportatori 99 i morti di fatica o stress da superlavoro tra operai/e, bracciati, autotrasportatori, medici, infermieri ecc. con il caldo aumentano moltissimo come nel 2023 79 i morti per infortuni domestici, soprattutto anziani soli (e abbandonati socialmente) ma anche quelli che svolgono lavori pericolosi senza averne la preparazione Tantissime le donne che muoiono per infortuni, soprattutto in itinere e per fatica: per la fretta, per la fatica del doppio e triplo lavoro, in itinere muoiono percentualmente quasi quanto gli uomini 21 i boscaioli morti

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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giovedì 25 gennaio 2024

Il povero giovane è stato travolto da un tronco in una segheria

 

“Morire sul lavoro a soli 27 anni e lasciare due bambine senza papà e senza sostegno economico. Grad


Gavrila (Gabi) aveva appena iniziato a costruire il suo sogno, per sè, la compagna Natalia e le piccole Emma e Gloria. I fondi raccolti saranno a disposizione della famiglia su un conto corrente dedicato, al fine di permettere loro, soprattutto alle bimbe, un futuro "normalmente dignitoso”. Così si legge sulla piattaforma online “GoFundMe”, dove l'associazione culturale di volontariato "La storia siamo noi", operante in alta Val di Non, ha lanciato la raccolta fondi, che punta a raccogliere 25mila euro.

mercoledì 24 gennaio 2024

ancora 3 morti sui luoghi di lavoro

 Muore in calabria il quinto agricoltore schiacciato dal trattore dall'inizio dell'anno. Muore all'ospedale dopo un anno di agonia: era caduto da un albero mentre lo tagliava.


Ana Rodriguez è l'ottava vittima dall'inzio dell'anno che muore per infortuni domestici: era stata intossicata dalle esalzioni di una stufetta. Un operaio albanese ebbe un grave infortunio sul lavoro nel 2022, i suoi responsabili nel tentativo di nascondere il grave infortunio rimandarano  il ricovero all'ospedale per paura delle consegunza. Ora il povero giovane di soli 23 anni è su una sedie a rotelle con invalidità al 100/100. Che dire? Non ci sono parole

martedì 23 gennaio 2024

Il jobs Act renziano? La legge che uccide i lavoratori, è quanto di peggio si poteva fare al mondo del lavoro (visto da chi lavora)

 la Cassazione ha detto che è leggittimo il Jobs Act la "legge porcata" fatta da Renzi che ha fatto aumentare anche i morti sul lavoro, cosa che posso documentare  con l'Osservatorio, che ha visto un aumento continuo delle morti per infortuni sul lavoro. ma come incide su questo fronte. I lavoratori assunti dopo il 2015, dall'introduizione della legge, possono essere licenziati anche se non c'è Giusta Causa o Giustificato Motivo, nel caso di licenziamento ingiusto basta dare un pò di soldi al lavoratore espulso: che sia malato, che sia un rompicoglioni che rivendica i suoi diritti, che sia uno che rivendica i suoi diritti sulla Sicurezza, ecc. L'Articolo 18 abolito da Renzi e da tutto il Parlamento era stato introdotto proprio per queste cose, ora non esiste più per i nuovi assunti da quella data. Da segnare sul calendario come la più grande nefandezza fatta al mondo del lavoro. Come può un lavoratore rivendicare i suoi diritti, anche sulla Sicurezza, se può essere licenziato senza nessun motitvo, trovando una scusa, ma ora non serve più nemmno quella. Vergogna

domenica 21 gennaio 2024

Come fa un paese civile e moderno sopportare che in soli due giorni (17/18 gennaio 2024) ci siano 10 lavoratori morti sul lavoro? Per poi ricordare che ce ne sono già moltissimi anche in itinere

 Come fa un paese civile e moderno sopportare che in soli due giorni (17/18 gennaio 2024)  ci siano 10 lavoratori morti sul lavoro? Da palermo a Ancona, da caserta a bolzano, passando per fermo e Monza Brinaza , da Treviso a Modena fino a Aosta e Cremona, queste le dieci province che hanno avuto le vittime nell'indifferenza generale della politica, di chi se ne deve occupare perchè pagato per farlo e non lo fa. Ma al Capo dello stato mattarella glielo dicono che siamo di fronte a un'autentica ecatombe di lavoratori? No perchè si arriabbierebbe e chiamerebbe a rapporto i ministeri competenti per chiedere cosa stanno facendo per questa strage che vede già 54 lavoratori che hanno perso la vita nel 2024. Impressinante la sequenza dei lavoratori morti per "fatica" soprattutto autotrasportatori che sono già 13 quest'anno. 


sabato 20 gennaio 2024

Ieri 19 gennnaio 2024 un'altra strage con ben 6 lavoratori morti sui luoghi di lavoro: alcune ancora più atroci come il fabbro che è diventato una otrcia umana e l'autotrasportatore trovato morto col motore accesso, ma domnina l'edilizia con le cadute dall'alto

 Alla fine i morti sui luoghi di lavoro di ieri sono diventati 6: dalle marche due, da Bolzano 1, da Caserta 1, da Monza brianza 1, da palermo 1. 4 in ediliza, un fabbro e un autotrasportatore

Ieri 4 morti, due morti di fatica

 Orribile morte del fabbro di 64 anni Paolo Mariani avvolto dalle fiamme nel Fermano, sempre nelle Marche a Jesi è morto cadendo da un tetto di una grande azienda, spesso con contratti da "caporalato legalizzato" " sono gli operai in appalto che vanno in itinere in Italia e che pur lavorando in grandi aziende hanno un contratto a se, spesso a livello di semi schiavismo. Ma ci sono stati altri due lavoratori morti di fatica e feriti gravi come a Gorizia

venerdì 19 gennaio 2024

Salvini pensi al Veneto e al Friuli Venezia Giulia che sono tra le Regioni con più morti sul lavoro e lasci stare Bologna che col limite ai 30 salverà vite di lavoratori

 Ma lo sa Salvini  che il 40 % dei lavoratori muore sulle strade per incidenti mentre vanno o tornano dal lavoro? Parliamo di centinaia di morti ogni anno. Tanti muoiono nelle città anche pedoni e ciclisti. Si ai 30 km a Bologna in tanti si salveranno. 

http://cadutisullavoro.blogspot.it

giovedì 18 gennaio 2024

L'alta Moda è per i ricchi ma sopra i loro capi c'è il sangue degli ultimi

 L'alta Moda è per i ricchi, ma è bagnata dal sangue degli ultimi. cosa dire se leggi che un'importante azienda griffatautilizzava indirettamente lavoro nero generalizzato Abdul Ruman aveva solo 25 anni fu investito da un macchinario il maggio scorso, ma fu messo in regola il giorno dopo la sua morte, spacciato così come un altro morto il primo girno di lavoro. ma sono stati 7 i morti sui luoghi di lavoro negli ultimi due giorni. Una starge che vede già quasi 60 morti colplessivi in questi 17 giorni, 42 di questi sui luoghi di lavoro.


 

mercoledì 17 gennaio 2024

Lettera alle Istituzioni Europee sperando che almeno loro ascoltino una fonte indipendente sui morti sul lavoro in Italia

 All’Attenzione della presidente Eurostat Mariana.KOTZEVA@ec.europa.eu

commissario agli Affari europei Paolo Gentiloni cab-gentiloni-contact@ec.europa.eu

Capo Gabinetto di Gentiloni fabrizio.balassone@ec.europa.eu

European Commission  CHIEF SPOKESPERSON eric.mamer@ec.europa.eu

Onorevole Chiara Gribaudo Presidente Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulle condizioni di lavoro gribaudo_c@camera.it

Onorevole MARROCCO Patrizia Vice Presidente (MARROCCO_P@CAMERA.IT)

Onorevole Andrea Quartini  Vice Presidente QUARTINI_A@CAMERA.IT

 

Buongiorno e Buon anno a tutti voi, sono Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro. Da 17 anni l’Osservatorio formato da volontari che non percepisce nessun compenso, monitora i morti sul lavoro, tutti i morti sul lavoro, anche in nero o con assicurazioni diverse da quella di INAIL che è l’Istituto Italiano di riferimento in Italia, e che assicura buona parte dei lavoratori.

Ogni anno l’Osservatorio registra un numero di morti sul lavoro molto più rilevante di quelli che diffonde Inail, che non fa nessun monitoraggio e raccoglie solo le denunce che gli arrivano dal territorio dei suoi assicurati: ogni anno spariscono dal conteggio centinaia di morti sul lavoro, sono diverse migliaia in questi anni di monitoraggio e il Paese è all‘oscuro delle vere dimensioni di questa strage, compreso il nostro Presidente Sergio Mattarella, al quale non fanno mai vedere le mail a lui diretta dall’Osservatorio.

Attraverso l’Osservatorio i morti sui LUOGHI DI LAVORO sono tutti registrati nelle provincia italiana dove si è verificata la tragedia, giorno mese e anno, identità della vittima, età professione (anche se in nero) e nazionalità.

Un Paese civile non può non considerare i tantissimi morti sul lavoro che spariscono dalle statistiche ufficiali, alterare la percezione del fenomeno, spendere miliardi di euro, tra l’altro detratti dalle tasche dei lavoratori, in modo sbagliato, visto che per la maggioranza vanno alle aziende strutturate, che hanno consulenti e responsabili della sicurezza che riescono a esercitare un controllo sui luoghi di lavoro. Invece la maggioranza dei morti sono concentrati in piccole e piccolissime aziende, artigiani, anziani agricoltori che continuano a lavorare la terra e tantissimi in nero, quelli che lavorano senza nessuna assicurazione che sarebbe obbligatoria in Italia. Questo succede, perché perdono il posto di lavoro in tarda età, o perché lavorano per aziende che non li assicurano. Sono 15 anni che mando centinaia di mail a tutti i livelli, a partire dai Ministri del Lavoro e dell’Agricoltura, al Parlamento Italiano, a tantissimi parlamentari, ma per questa carneficina è stato eretto un muro di silenzio e complicità tra le varie istituzioni: troppo interessi convergono su queste tragedie.

Vi chiedo di valutare quanto vi scrivo con allegati i morti e i grafici e di chiedere spiegazioni su questi silenzi ai ministri competenti e a tutti quelli che dovrebbero occuparsene e non lo fanno: compreso il Parlamento Italiano e agli Enti che dovrebbero occuparsi di questo in modo esaustivo.

Anche quest’anno solo quasi 1500 i morti complessivi, ben 985 sui luoghi di lavoro: come Eurostat, l’Osservatorio tiene separati nettamente i morti sui Luoghi di Lavoro da quelli che muoiono in itinere, sommarli e quelli che muoiono sulle strade, che richiedono interventi diversi, o rendere poco chiaro questo aspetto si crea una confusione che denuncio da quando l’Osservatorio è stato aperto. Tra l’altro non possono esserci lavoratori di serie A e di serie B anche da morti.

Chiedo inoltre che in ogni Paese Europeo si istituiscano Osservatori Indipendenti, avendo verificato che anche in altri Paesi ci sono problemi analoghi.

 

Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it

Report morti sul lavoro nell’intero 2023

E’ finito il sedicesimo anno di monitoraggio dell’Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro; un 2023 orribile che si è concluso con 985 morti sui luoghi di lavoro uno spaventoso aumento del 23,2% rispetto ai morti sui luoghi di lavoro del 2022 dove registrammo 755 morti.

Se si aggiungono tutti i morti sul lavoro, compreso l’itinere, così come li conta INAIL arriviamo a contarne 1467. Mai stati così tanti da quando ho aperto l’Osservatorio il 1° gennaio 2008, con un aumento rispetto a quell’anno del 36% se si contano tutti i morti sul lavoro, anche quelli in nero e che hanno un’assicurazione diversa da INAIL. Percentualmente le morti nelle varie categorie sono sempre le stesse e colpiscono in ordine decrescente: agricoltura, che ha avuto quest’anno 167 agricoltori schiacciati dal trattore, edilizia, con le cadute dall’alto che sono la stragrande maggioranza i morti di questa categoria, autotrasporto, lavori domestici; negli infortuni domestici muoiono diverse casalinghe, ma anche parecchi uomini che si improvvisano elettricisti, antennisti, fabbri, imbianchini, giardinieri ecc. Esiste un grandissimo problema di sensibilizzazione sui rischi che si corrono improvvisandosi “esperti” in lavori pericolosissimi, che richiedono una grande preparazione.

Prevenzione e sensibilizzazione che dovrebbe fare lo Stato nelle sue articolazioni: purtroppo non sanno neppure quanti sono i morti in queste categorie e in nero. L’industria (tutta l’industria) che, avendo presenti sindacati e rappresentanti della Sicurezza, ha un numero di morti relativamente molto basso sui luoghi di lavoro e questo nonostante un numero enorme di addetti.  Tantissimi però muoiono in itinere, che è cosa diversa da chi muore sui luoghi di lavoro. Con l’itinere aumenta in modo notevole il numero di morti nella categoria, ma è anche forviante, se parliamo dei morti sul lavoro propriamente detti. Per lo Stato anche l’itinere è considerato, giustamente, come parte del lavoro, ma richiede interventi diversi e un cambiamento nell’organizzazione del lavoro in entrata e in uscita con orari flessibili per chi deve gestire un carico familiare e non dover correre uccidendosi per le strade.

Caporalato anche di Stato negli appalti, i 5 morti di Brandizzo che lavoravano sulla rete ferroviaria non erano dipendenti delle Ferrovie di Stato, ma dipendenti di una ditta esterna: sono lavoratori ridotti in uno stato che ricorda i lavoratori dei primi del novecento. Emblematica in questo senso la morte di qualche mese fa di un operaio, che è stato travolto da un escavatore di una ditta diversa pur lavorando nello stesso cantiere: il lavoratore morto era andato a parlare con quello dell’altra ditta, probabilmente per vedere come procedere coi lavori comuni.

I lavoratori morti itineranti: sono i tantissimi residenti del Sud Italia che vanno a morire al centro-nord, ma ci sono anche quelli che muoiono nel sud e che abitano al nord, anche se è una quota minoritaria, questo pendolarismo provoca anche tanti morti sulle strade.

 Percentualmente le donne morte sui luoghi di lavoro sono relativamente poche, ma perdono la vita numerosissimi in itinere, delle 108 monitorate, quasi tutte sono morte in itinere, ma tante come per gli uomini sfuggono a queste statistiche, come del resto gli uomini perché lavorano sulle strade come le rappresentanti e le agenti di commercio, le donne sulle strade muoiono quasi quanto gli uomini. Le donne svolgono spesso un doppio o il triplo lavoro, corrono sulle strade per arrivare in tempo sui luoghi di lavoro, dopo aver accudito la famiglia, i figli, a volte gli anziani genitori: lo stesso quando finiscono il turno di lavoro. Allucinante il caso di una mamma che aveva chiesto un quarto d’ora di orario flessibile per riuscire a portare i figli a scuola, ma gli è stato negato dall’azienda nella quale lavorava ed è stata costretta a licenziarsi, poi non lamentiamoci che in Italia non si fanno più figli, le donne mica sono votate al martirio.

Anche Eurostat, conteggia come morti sul lavoro solo quelli che muoiono sul posto di lavoro. E’ per questo che l’Osservatorio tiene separate nettamente queste due tipologie di morti sul lavoro, i morti sui luoghi di lavoro sono concentrati nelle piccolissime aziende, tra gli stessi artigiani dove muoiono numerosissimi, tra i morti in nero, soprattutto anziani che perdono il lavoro in tarda età, che continuano a lavorare per le magre pensioni e perché spesso sono l’unico sostentamento, per aiutare con il loro lavoro i figli e le famiglie dei figli, che continuano a lavorare  la terra nonostante l’età, per le basse pensioni, ma anche per non vedere andare in malora il lavoro di una vita: il 33% dei morti sui Luoghi in Italia hanno più di 60 anni Sconvolgente vedere che i morti schiacciati dal trattore sono stati nel 2023 167, lo stesso numero del 2022, e oltre 2300 da quando ho aperto l’Osservatorio,

Avvertenza speciale, i morti sono addebitati nella provincia dove è accaduta la disgrazia o la strage e non  a quella di residenza: sono molti i lavoratori che sono morti in trasferta in altre Province e Regioni. Complessivamente le donne morti sul lavoro hanno superato quest’anno il numero di 100, con un leggero decremento rispetto al 2022, dove sono state complessivamente 137

La nazionalità dei morti sui luoghi di lavoro sotto i 60 anni e non italiani sono: Albania 24 morti, Romania 20.  Marocco 10, India 6, Moldavia 5, Serbia 4, Egitto 3, Ghana 3, Polonia 2, Bulgaria 2, Grecia 2, Ucraina 2, Tunisia 2, Kenya 1, Mali 1, Nigeria, Perù 1, Russia 1, Sri Lanka 1, Slovacchia 1, Stati Uniti 1, Colombia, 1 Argentina, Gambia 1, Bangladesh 1 Bosnia 1, Cina 1, Costa D’avorio 1, Croazia 1, poi altri 9 stranieri che però non è stato possibile risalire alla nazionalità, a volte è difficilissimo riuscire a sapere addirittura chi sono. Gli stranieri sotto i 60 anni i morti sui luoghi di lavoro sono già il 28% sul totale e siccome svolgono i lavori che gli italiani non fanno più diventeranno la maggioranza in pochi anni.

E’ una situazione che dovrebbe essere ben valutata e cercare di rimediare, per non trovarci tra qualche anno a fare i conti con questa realtà: basta vedere le Banlieue francesi per rendersi conto di come potrà essere il nostro Paese tra qualche anno.

Sono a darvi i morti sui luoghi di lavoro di tutte le province e regioni italiane con le percentuali dei morti sui luoghi di lavoro rispetto al numero di abitanti, che riteniamo l’unico parametro valido. Non si possono fare statistiche e indici occupazionali e dare colori diversi a Regioni o Province quando a morire sono per il 40% lavoratori che non dispongono di nessuna assicurazione specifica, o che sono assicurati a istituti diversi da INAIL, che soprattutto muoiono in nero. 

Abbiamo fatto questo per fare chiarezza su quanti in realtà muoiono sui luoghi di lavoro, separandoli dai morti in itinere, che richiedono interventi diversi, soprattutto per chi ha un carico famigliare, che dovrebbe sempre avere un orario flessibile di entrata e uscita dal lavoro.

In allegato le Regioni e le Province italiane che hanno più morti sul lavoro per numero di abitanti, così come fa Eurostat. Partendo dalle più virtuose Facendo diversamente sommando i morti sui luoghi di lavoro e sulle strade si inquinano i parametri, e si fanno interventi dove ce n’è meno bisogno. Buon 2024 per i lavoratori italiani, sperando che quest’anno sia migliore del 2023.

Chiedo all’Europa di interessarsi a queste tragedie italiane: con le Istituzioni italiane  non è possibile avere nessuna collaborazione e ascolto: non si sono mai degnate di rispondere e commentare le migliaia di mai spedite dall’Osservatorio in queste 17 anni di monitoraggio, e questo perché contestavo la loro narrazione minimalistica che è poi la stessa che viene mandata in Europa da INAIL. E’ questa la democrazia in Italia? Non c’è che da sperare nell’Europa per farsi finalmente ascoltare.

Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro sito Internet http://cadutisullavoro.blogspot.it in allegato i morti sui luoghi di lavoro nelle Regioni e nelle province italiane nel 2023

 

 

 

 


martedì 16 gennaio 2024

Abruzzo la regione con più morti sul lavoro

 Muore sul lavoro un operaio precario di 47 anni, la tragedia nel chietinoUn tragico incidente sul lavoro ha causato la morte di un addetto di 48 anni, originario di Lanciano, presso un’azienda della Val di Sangro ad Atessa (Ch). La vittima è stata colpita da un tubo espulso improvvisamente da una pressa. Nonostante l’intervento tempestivo dei servizi di soccorso, incluso l’invio di un elisoccorso 118 da Pescara, il lavoratore è deceduto. L'Abruzzo come vedete nella foto che dà la posizione delle regioni è stata quella con più morti sui luoghi di lavoro in rapporto al numero di abitanti. ma ieri sempre nel chietino è morto d'infarto anche un altro operaio.Precario anche lui?


domenica 14 gennaio 2024

Rendiamo omaggio a Luca Rossi, l'operaio ecologista che andava e tornava dal lavoro in bicicletta ed è morto al ritorno dal lavoro, sbalzato a oltre 50 metri dall'automobilista che l' travolto alla sera al rientro dal lavoro


sabato 13 gennaio 2024

Muore Rider di 50 anni

 Muore rider di 50 anni nella provincia di Salerno: il povero lavoratore di cui non si conoscono ancora le generalità aveva attraversato il binario di un treno, alla sera, ma l'incrocio aveva solo il segnale luminoso, senza sbarre, si darà come al solito la colpa a lui che non doveva attraversare coi segnali luminosi, di sicuro non in regola come è la prassi per questi lavoratori che devono correre a più non posso per guadagnare pochi euro, così come nell'autotrasporto, già cinque morti in incidenti quest'anno, stima assistento ad una vera forma di caporalato per questi lavoratori. Complessivamente sono già morti oltre 40 lavoratori.

martedì 9 gennaio 2024

Medaglia d'oro alla Provincia di Livorno con tante sorprese se i morti si contano tutti: molte province del sud meglio di quelle del nord

 Cari amici guardate come è messa la vostra provincia  rispetto alle altre per quanto riguarda i morti sul lavoro se si contano tutti e non solo gli assicurati a INAIL, ma sono quelli dei morti sui luoghi di lavoro escluso itinere, che è una boiata metterli insieme perchè necessitano interventi diversi

Province

Regioni

 

morti sui luoghi di lavoro escluso itinere

Morti per numero di abitanti

Buongiorno, sono a darvi la situazione delle morti sui Luoghi di lavoro dell’intero 2023 (escluso Itinere) in rapporto al numero di abitanti, abbiamo scelto di monitorarle in questo modo per la semplice ragione che il 40% dei morti sui luoghi di lavoro non dispongono di nessuna assicurazione, cioè che lavorano in nero, o che sono agricoltori spesso anziani che continuano a lavorare per arrotondare le magre pensioni o per non vedere andare in malora la loro terra; 167 anche quest’anno sono morti schiacciati dal trattore, lo stesso numero del 2023 , o ne hanno una diversa da INAIL, del resto lo stesso EUROSTAT l’Istituto di statistiche europeo fa questo. Metterli insieme si fa solo confusione, anzi, si fa un’enorme danno economico e di conoscenza, perché le risorse (cioè i soldi che i lavoratori pagano con le loro buste paghe, per una sicurezza che non c’è) vanno per lo più a aziende strutturate, che possono disporre di consulenti e efficienti rappresentanti della Sicurezza, mentre la stragrande maggioranza dei morti sui luoghi di lavoro è concentrata tra gli agricoltori, nelle aziende piccole e piccolissime, tra singoli artigiani senza dipendenti,  utilizzare poi come viene fatto in rete l’indice occupazionale è forviante, proprio per le ragioni che vi abbiamo detto. In Italia lavorano in tutte le Regioni, dal nord al sud, il sud ha più lavoro nero, ma anche il centro nord non ne è immune, ed è per questo, con la mia esperienza di monitoraggio e avendo a disposizione la registrazione dei morti di oltre 16 anni posso affermare che quello che scrivo è vero, e non è dettato da nessun interesse, se non quello di aiutare gli italiani alla comprensione di questo fenomeno devastante, che porta il lutto in quasi 1500 famiglie ogni anno. E al sud non nascondono i morti in piloni di cemento come dicono certi c……. qui al nord. Oggi con i nuovi media è impossibile occultare qualsiasi notizia. Drammatica la situazione dei morti itineranti: napoletani, campani in genere, calabresi, siciliani e pugliesi muoiono numerosissimi nei cantieri del centronord, in aziende spesso del sub/sub appalto, ci sono stati morti nello stesso cantiere provocati da lavoratori di due ditte diverse, il sub appalto è soltanto una nuova forma di caporalato, purtroppo utilizzato anche dallo Stato Italiano, come chiamarlo diversamente? L’esempio più tragico è la strage di Brandizzo di poco tempo fa; non erano dipendenti delle Ferrovie, ma di un’azienda in appalto: come dimenticarsi di “se dico treno spostatevi”? Gli stranieri morti sui luoghi di lavoro e che hanno meno di 60 anni sono ormai oltre al 30% dei morti, e aumenteranno sempre di più. Le donne lavoratrici: non ho ancora elaborato i dati definitivi, ma nel 2022 sono state 137 complessive, soprattutto in itinere. Donne costrette ad andare di corsa per conciliare il lavoro e la famiglia; accudiscono spesso oltra alla famiglia anche i genitori, i diversamente abili ecc. ma per tante di loro, soprattutto nel privato loro non c’è neppure la possibilità di avere un orario flessibile in entrata e in uscita. Proprio poco tempo fa una donna è stata costretta a licenziarsi: aveva chiesto una flessibilità di 15 minuti in entrata per portare i bambini a scuola, gli è stato negato ed è stata costretta a licenziarsi. C’è il crollo della natalità in Italia: certo, non si può chiedere alle donne il martirio, proprio questa mattina ho letto l’intervista alla Ministra Roccella, ma di concreto cosa è stato fatto per le donne in questi anni per incentivare la maternità? Niente praticamente, la Società se vuole sopravvivere a se stessa deve mettere il lavoro al servizio delle donne soprattutto. Un’ultima cosa: sono pittore e scultore da oltre 50 anni, il tema dei morti sul lavoro lo tratto da oltre 40 anni, ero d’accordo per farne due sul tema a Ravenna e Bologna, ma da Roma si sono fatti sentire e sono riusciti a bloccarle,  a mettermi dei paletti inaccettabili, questa non si può altro che definire censura, che storicamente riportano a periodi molto bui del secolo scorso. Ma andiamo avanti ugualmente.  Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it

Province

Regione

Numero di morti

Incidenza morti

sui luoghi di lavoro

per numero di abitanti

escluso itinere

dalla migliore provincia

Medaglie

Livorno

(Toscana)

0

                        Zero morti

Medaglia d'oro

Novara

(Piemonte)

1

370143

medaglia d'argento

Pistoia

(Toscana)

1

291839

medaglia d'argento

Caltanisetta

(Sicilia)

1

263910

medaglia d'argento

Mantova

(Lombardia)

2

206305

medaglia d'argento

Milano

(Lombardia)

17

191176

medaglia d'argento

Enna

(Sicilia)

1

168052

medaglia d'argento

Bologna

(Emilia-Romagna)

6

168000

medaglia d'argento

Genova

(Liguria)

5

162725

medaglia d'argento

Roma

(Lazio)

28

155650

medaglia d'argento

Taranto

(Puglia)

4

142060

medaglia d'argento

Napoli

(Campania)

22

141228

medaglia d'argento

Cagliari

(Sardegna)

4

140093

medaglia d'argento

Gorizia

(Friuli-Venezia Giulia)

1

139673

medaglia d'argento

Varese

(Lombardia)

7

127149

medaglia d'argento

Potenza

(Basilicata)

3

119429

medaglia d'argento

Catania

(Sicilia)

9

118720

medaglia d'argento

Trieste

(Friuli-Venezia Giulia)

2

117341

medaglia d'argento

Lodi

(Lombardia)

2

114669

medaglia d'argento

Rimini

(Emilia-Romagna)

3

112262

medaglia d'argento

Monza Brianza

(Lombardia)

8

108607

medaglia d'argento

Ascoli Piceno

(Marche)

2

104725

medaglia d'argento

Torino

(Piemonte)

22

99672

medaglia di Bronzo

Barletta-Andria-Trani

(Puglia)

4

94554

medaglia di Bronzo

Savona

(Liguria)

3

93136

medaglia di Bronzo

Lecce

(Puglia)

9

89120

medaglia di Bronzo

Reggio Emilia

(Emilia-Romagna)

6

88747

medaglia di Bronzo

Vicenza

(Veneto)

10

86508

medaglia di Bronzo

Isernia

(Molise)

1

85805

medaglia di Bronzo

Latina

(Lazio)

7

82127

medaglia di Bronzo

Ancona

(Marche)

6

81487

medaglia di Bronzo

Ragusa

(Sicilia)

4

80340

medaglia di Bronzo

Palermo

(Sicilia)

15

79815

medaglia di Bronzo

Reggio Calabria

(Calabria)

7

79123

medaglia di Bronzo

Firenze

(Toscana)

13

78033

medaglia di Bronzo

Lucca

(Toscana)

5

78008

medaglia di Bronzo

Terni

(Umbria)

3

76073

medaglia di Bronzo

Parma

(Emilia-Romagna)

6

74817

medaglia di Bronzo

Bergamo

(Lombardia)

15

73996

medaglia di Bronzo

Cremona

(Lombardia)

5

71878

medaglia di Bronzo

Pisa

(Toscana)

6

70309

medaglia di Bronzo

Venezia

(Veneto)

12

69950

medaglia di Bronzo

Frosinone

(Lazio)

7

69867

medaglia di Bronzo

Siena

(Toscana)

4

67085

medaglia di Bronzo

Padova

(Veneto)

14

66877

medaglia di Bronzo

Sud Sardegna

(Sardegna)

5

66724

medaglia di Bronzo

Sassari

(Sardegna)

5

66623

medaglia di Bronzo

Salerno

(Campania)

17

64984

medaglia di Bronzo

Oristano

(Sardegna)

4

64500

medaglia di Bronzo

Aosta

(Valle d'Aosta)

2

63442

medaglia di Bronzo

Alessandria

(Piemonte)

7

60951

medaglia di Bronzo

Trapani

(Sicilia)

8

60702

medaglia di Bronzo

Sondrio

(Lombardia)

3

60479

medaglia di bronzo

Biella

(Piemonte)

3

59517

medaglia di ottone

Vercelli

(Piemonte)

3

57956

medaglia di ottone

Bari

(Puglia)

22

57279

medaglia di ottone

Lecco

(Lombardia)

6

56540

medaglia di ottone

Ravenna

(Emilia-Romagna)

7

55916

medaglia di ottone

Grosseto

(Toscana)

4

55761

medaglia di ottone

Pavia

(Lombardia)

10

54725

medaglia di ottone

Como

(Lombardia)

11

54563

medaglia di ottone

Pescara

(Abruzzo)

6

53552

medaglia di ottone

Foggia

(Puglia)

12

51321

medaglia di ottone

Prato

(Toscana)

5

50922

medaglia di ottone

Forlì-Cesena

(Emilia-Romagna)

8

49258

medaglia di ottone

Trento

(Trentino Alto Adige)

11

48909

medaglia di ottone

Udine

(Friuli-Venezia Giulia)

11

48315

medaglia di ottone

Piacenza

(Emilia-Romagna)

6

47793

medaglia di ottone

Perugia

(Umbria)

14

47192

medaglia di ottone

Siracusa

(Sicilia)

8

46764

medaglia di ottone

Treviso

(Veneto)

19

46630

medaglia di ottone

Viterbo

(Lazio)

7

45573

medaglia di ottone

Teramo

(Abruzzo)

7

44266

medaglia di ottone

Verona

(Veneto)

21

43884

medaglia di ottone

Bolzano

(Trentino Alto Adige)

12

43688

medaglia di ottone

Chieti

(Abruzzo)

9

43241

medaglia di ottone

Campobasso

(Molise)

5

43004

medaglia di ottone

Brindisi

(Puglia)

9

42846

medaglia di ottone

Caserta

(Campania)

21

42381

medaglia di ottone

Modena

(Emilia-Romagna)

17

41227

medaglia di ottone

Brescia

(Lombardia)

31

40720

medaglia di ottone

Messina

(Sicilia)

15

39812

medaglia di latta

Massa-Carrara

(Toscana)

5

39316

medaglia di latta

Nuoro

(Sardegna)

4

39024

medaglia di latta

Avellino

(campania

11

38073

medaglia di latta

Cuneo

(Piemonte)

16

36694

medaglia di latta

Pesaro e Urbino

(Marche)

10

36071

medaglia di latta

Imperia

(Liguria)

6

35500

medaglia di latta

Macerata

(marche)

9

34.908

medaglia di latta

Catanzaro

(Calabria)

10

34063

medaglia di latta

Ferrara

(Emilia-Romagna)

10

33929

medaglia di latta

Matera

(Basilicata)

6

33588

medaglia di latta

Arezzo

(Toscana)

10

33302

medaglia di latta

Cosenza

(Calabria)

22

33092

medaglia di latta

La Spezia

(Liguria)

7

32286

medaglia di latta

Verbano-Cusio-Ossola

(Piemonte)

5

31933

medaglia di latta

Agrigento

(Sicilia)

14

31613

medaglia di latta

Benevento

(Campania)

9

30779

Medaglia nera

Crotone

(Calabria)

6

29261

medaglia nera

Pordenone

(Friuli-Venezia Giulia)

11

28368

medaglia nera

Asti

(Piemonte)

8

27085

Medaglia nera

Fermo

(Marche)

6

26926

medaglia nera

Rovigo

(Veneto)

8

25.616

medaglia nera

Belluno

(Veneto)

9

22865

Medaglia nera

Vibo Valentia

(Calabria)

7

22857

medaglia nera

L'Aquila

(Abruzzo)

14

21565

medaglia nera

Rieti

(Lazio)

10

15742

Medaglia nera

Morti all'estero

                             5

 

Morti sulle autostrade

                            61

 

Totale morti sui luoghi di lavoro

                          985

 

 Morti con itinere e altri ambiti lavorativi                                1467


Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?