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morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO Il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia dal 1° gennaio 2008, anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione o che ne hanno una diversa da INAIL Attivo dal 1° gennaio 2008 Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie Morti sul lavoro nel 2024 al 5 novembre Dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni in 880 sui Luoghi di lavoro (tutti registrati) e 1275 se si aggiungono i morti in itinere e sulle strade di categorie non Assicurate a INAIL e in nero NOTA BENE I MORTI IN ITINERE VENGONO AGGIORNATI OGNI DUE MESI MENTRE I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO OGNI GIORNO MORTI TOTALI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE TRA QUESTI ANCHE I MORTI IN ITINERE E IN ALTRE SITUAZIONI LAVORATIVE la seconda voce in azzurro riguarda ESCLUSIVAMENTE i morti sui luoghi di lavoro. N.B i morti sono segnalati nelle Province e Regioni dove c’è stata la tragedia LOMBARDIA 173 totali 118 sui luoghi di lavoro Milano 14 (35 con itinere), Bergamo 9 Brescia 28 (43 con itinere) Como 6 Cremona 4 Lecco 4 Lodi 8 Mantova 7 Monza Brianza 14 Pavia 12 Sondrio 5 Varese5 CAMPANIA 130 totali 83 sui luoghi di lavoro Napoli 22 Avellino 11 Benevento 6 , Caserta 19 Salerno 24 VENETO 98 totali 63 luoghi di lavoro Venezia 9 Belluno 4 Padova 6 Rovigo 3 Treviso 11 Verona 13 Vicenza 13 EMILIA ROMAGNA 101 totali 65 sui luoghi di lavoro Bologna 19 Rimini 2 Ferrara 5 Forlì Cesena 5 Modena 9 Parma 7 Ravenna 2 Reggio Emilia 9 Piacenza 3 SICILIA 96 64 sui luoghi di lavoro Palermo 21 Agrigento 5 Caltanissetta 3 Catania 8 Enna Messina 10 Ragusa 5 Siracusa 2 Trapani‎ 8 TOSCANA 79 totali 52 sui luoghi di lavoro Firenze 10 Arezzo 2 Grosseto 5 Livorno 2, Lucca 6, Massa Carrara 1 Pisa 14 Pistoia 1 Siena 3 Prato 5LAZIO 115 totali 58 sui luoghi di lavoro Roma 17 Viterbo 11 Frosinone 11 Latina 13 Rieti 2 PIEMONTE 77 totali 48 sui luoghi di lavoro Torino 1 Alessandria 5 (+1 cantiere autostradale) Asti 3 Biella 1 Cuneo 7 Novara 3 Verbano-Cusio-Ossola 2 Vercelli 1PUGLIA 80 totali 52 sui luoghi di lavoro Bari 13 BAT 3 Brindisi 8 Foggia 3 Lecce 13 Taranto 5 TRENTINO ALTO ADIGE 49 totali 36 sui luoghi di lavoro Bolzano 16 Trento 19 ABRUZZO 39 totali 27 sui luoghi di lavoro L'Aquila 6 Chieti 10 Pescara 2 Teramo 6 SARDEGNA 47 totali 34 sui luoghi di lavoro Cagliari 8 Sud Sardegna 3 Nuoro 4 Oristano 4 Sassari 11MARCHE 45 totali 29 sui luoghi di lavoro Ancona 6 Macerata 10 Fermo 1 Pesaro-Urbino 6 Ascoli Piceno 6 CALABRIA 31 totali 22 sui luoghi di lavoro Catanzaro 4 Cosenza 9 Crotone 1 Reggio Calabria 4 Vibo Valentia 4FRIULI VENEZIA GIULIA 26 totali 17 sui luoghi di lavoro Pordenone 6 Triste 1 Udine 7Gorizia 2 LIGURIA 29 totali 16 sui luoghi di lavoro Genova 4 Imperia 2 La Spezia 3 Savona 1 UMBRIA 20 totali 13 sui luoghi di lavoro Perugia 11 Terni 2 BASILICATA 16 totali 12 sui luoghi di lavoro Potenza 9 Matera 3 Molise 11 totali 6 sui luoghi di lavoro Campobasso 4 Isernia 2 VALLE D’AOSTA 5 totali 4 sui luoghi di lavoro Nel 2024 DOVE SI MUORE DI PIU’ Il 32% sono ultrasessantenni. Gli stranieri sotto i 60 anni sui luoghi di lavoro sono il 35% Regioni Lombardia, Campania Veneto Emilia Romagna e Sicilia quelle con più morti 125 gli schiacciati dal trattore e alcuni altri mezzi agricoli nel 2023 sono stati 167 125 gli autotrasportatori 99 i morti di fatica o stress da superlavoro tra operai/e, bracciati, autotrasportatori, medici, infermieri ecc. con il caldo aumentano moltissimo come nel 2023 79 i morti per infortuni domestici, soprattutto anziani soli (e abbandonati socialmente) ma anche quelli che svolgono lavori pericolosi senza averne la preparazione Tantissime le donne che muoiono per infortuni, soprattutto in itinere e per fatica: per la fretta, per la fatica del doppio e triplo lavoro, in itinere muoiono percentualmente quasi quanto gli uomini 21 i boscaioli morti

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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giovedì 30 novembre 2017

Dieci anni di morti sul lavoro dalla ThyssenKrupp di Torino

L’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
compie 10 anni
http://cadutisullavoro.blogspot.it/
La strage giornaliera dimenticata dalla ThyssenKrupp di Torino

Sono oltre 13.000 i morti per infortunio sul lavoro in questi dieci anni di monitoraggio, 6.229 sui luoghi di lavoro, gli altri sulle strade e in itinere
Il 31 dicembre 2017 l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro compirà dieci anni.
L’Osservatorio è nato per non far dimenticare la tragedia della Thyssenkrupp di Torino che avvenne esattamente dieci anni fa, nella notte tra il 6 e il 7 dicembre 2007.
Mi ricordo che rimasi sconvolto quando appresi della tragedia che colpì quei sette lavoratori, arsi vivi. Ricordo che le guance mi si bagnarono di lacrime. Per curiosità feci una ricerca su Internet per capire quanti erano i lavoratori morti per infortuni quell’anno, ma le notizie più recenti avevano almeno sei mesi o un anno e la fonte era sempre l’INAIL.
Ero appena andato in pensione e il mio unico desiderio era quello di potermi dedicare finalmente all’arte, che è sempre stata la passione della mia vita. Ma non riuscivo a restare indifferente a quello che era successo e decisi di occuparmi in prima persona del monitoraggio delle morti sul lavoro e con l’aiuto dei miei due figli creammo un sito e tabelle specifiche dove venivano registrati tutti i decessi. Nelle tabelle registravo anche tutte le notizie relative all’infortunio mortale: le generalità della vittima, la data dell’infortunio, la provincia dove l’infortunio si era verificato, l’età della vittima, professione e brevi cenni sulle modalità dell’infortunio.
Dopo un anno le prime sorprese: i morti che registravo sui luoghi di lavoro erano molti di più di quelli che venivano diffusi. Come mai?
Dopo anni, anche con l’aiuto di bravi giornalisti come Santo della Volpe, che ricordo con affetto, scoprimmo che l’INAIL monitorava solo i propri assicurati e che tantissimi non lo erano, che quelle che diffondeva inoltre erano solo le denunce che riceveva questo Istituto, poi dopo un iter burocratico, molte di queste non venivano riconosciute come tali.
Che le morti in nero non le prendeva in considerazione nessuno.
Dunque, un terzo delle morti per infortunio sul lavoro non sono presenti in nessun monitoraggio: solo l’Osservatorio le registra tutte.

Inoltre, oltre la metà dei morti per infortunio sul lavoro erano sulle strade e con un mezzo di trasporto; che sulle strade muoiono in itinere tantissime donne.
Che, contrariamente a quello che si pensa, le principali categorie dove si muore di più sono l’agricoltura, l’edilizia, quelle inerenti ai servizi all’impresa, l’autotrasporto, e l’industria.
Nessuno avrebbe mai immaginato che ogni anno muoiono schiacciati dal trattore dai 120 ai 150 agricoltori: complessivamente sono morti in modo così atroce in questi dieci anni oltre 1000 guidatori di questo mezzo, 1 morto su 5 (esclusi i morti senza mezzo di trasporto) è causato da questo mezzo e chi guida il trattore e muore ha tra i 17 e gli 85 anni.
Tra l’altro occorrerebbe aggiungerne altri, come bambini e adolescenti che vengono trasportati a bordo, o che provocano le morti sulle strade.
Nessuno immagina che  ogni anno dal 20 al 25% di tutti i morti ha un’età superiore ai sessantanni e che con la Legge Fornero si è registrato un ulteriore incremento del numero di lavoratori morti per infortunio in tarda età, com’era addirittura ovvio prevederlo, ma che pur avendolo denunciato innumerevoli volte a tutti i partiti rappresentati in parlamento, a nulla è servito: mandare su un tetto un anziano con acciacchi, fargli guidare un trattore (pochi mesi fa il parlamento, ha rinviato per l’ennesima volta una legge europea che obbliga gli stati membri a far sottoporre a un esame per il patentino per guidare questo mezzo mortale più di ogni altro).
Per non parlare poi del pericolo che si corre su una strada con guidatori di TIR anziani, che muoiono numerosissimi sulle strade a causa dell’eccessivo numero di ore, dell’età e degli acciacchi.
Quindi è stata fatta nessuna distinzione tra chi svolge un lavoro sicuro e chi invece corre il pericolo di morire per la mancanza di riflessi poco pronti e che è pericoloso per sé e per gli altri.
In questi dieci anni sono morti complessivamente per infortuni 13.780 lavoratori (compresi i morti sulle strade e in itinere, di cui 6231 sui luoghi di lavoro).
Morti sui luoghi di lavoro
2008 637
2009 552
2010 561
2011 663
2012 624
2013 588
2014 662
2015 650
2016 641
2017 1° novembre 603

Carlo Soricelli
Curatore dell’Osservatorio indipendente di Bologna dei morti sul lavoro




martedì 28 novembre 2017

Qui si che ci vorrebbe un bel "Mi piace". Incredibile, siamo alle 17 di oggi 28 novembre e non ho notizie di morti sui luoghi di lavoro in questi due giorni

Davvero incredibile, una situazione che si è verificata solo un paio di volte in questi dieci anni di monitoraggio dell'Osservatorio. NON SIAMO A CONOSCENZA DI MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO NEGLI ULTIMI DUE GIORNI. Una situazione che dovrebbe essere normale in un Paese che presta attenzione alla vita di chi lavora. Ma quest'anno in ogni caso, con già 600 lavoratori monitorati vittime per infortuni sul lavoro si arriverà a superare ogni record di morti, a meno che questa situazioni continui, ma purtroppo dubito. ricominceremo a contarli i morti. Tra poco più di una settimana ci sarà l'anniversario della morti dei sette lavoratori della Thyssenkrupp di Torino. Da allora se si può scrivere, la situazione è addirittura peggiorata. Il Report parlerà dei morti complessivi per infortunio in questi dieci anni. davvero sconvolgente. Ma almeno oggi mettete un bel "mi piace" su questa bella anomalia.

lunedì 27 novembre 2017

Raggiunti i 600 morti sui luoghi di lavoro dall'inizio dell'anno e oltre 1250 se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere.

Con la morte del giovane agricoltore schiacciato dal trattore in provincia di Cambobasso si arriva a superare ogni record dei morti sui luoghi di lavoro da quando l'Osservatorio è stato aperto il 1° gennaio 2008. se le vittime d'infortunio sul lavoro vengono monitorate tutte ci si renderà conto della colossale sottovalutazione che c'è stata in questi anni su queste tragedie. ma non possono esserci morti di serie A e di serie b, che spariscono dalle statistiche.

venerdì 24 novembre 2017

Continua la strage di autotrasportatori. Ricordiamoci anche di loro: altri due sono morti ieri sul lavoro: Nelle province di Pordenone e Pistoia

Gli autotrasportatori muoiono numerosissimi. Nessuno li ricorda mai, ma sono la terza categoria di lavoratori che muoiono per infortuni sui luoghi di lavoro. Il loro "luogo" di lavoro sono le strade. Questa categoria, tutti gli anni, da quando ho aperto l'Osservatorio, presenta sempre una percentuale che va dal 7 al 10% di tutti i morti sul lavoro. Ricordiamo che l'Osservatorio li riunisce in un'unica categorie, per il semplice fatto che quando si apprende della tragedia di cui sono coinvolti non è possibile sapere in quale comparto specificano operano. Ogni anno ci sono praticamente lo stesso numero di morti di tutto il comparto dell'Industria che ha diversi milioni di addetti. Insomma una categoria che è tra le più vulnerabili sul fronte della Sicurezza. Tra l'altro pericolosa per se e per gli altri. Non mi risulta ci sia stata nessuna agevolazioni per la Pensione di questi lavoratori che anche in tarda età svolgono questo lavoro. In tanti poi, oltre che per infortunio, muoiono per malori improvvisi. turni massacranti, spesso sono piccoli padroncini che lavorano per conto terzi. Ricordiamo gli ultimi due morti nella provincia id Pistoia dove un 51enne è morto alle 4 di mattina scendendo dal camion e travolto da un'automobilista. la nebbia era fittissima. L'altro autotrasportatore è morto per essere stato schiacciato dalla cabina del camion mentre lo stava pulendo. Di questi lavoratori poi, non vengono quasi mai diffuse le generalità. Questa è una cateogoira dove lavorare in tarda età è pericolosissimo, oltre che per loro anche per i tanti automobilisti coinvolti negli incidenti. Facciamoli riposare,almeno in tarda età.

giovedì 23 novembre 2017

Altri sei "Nessuno" morti sui LUOGHI DI LAVORO anche il 22 novembre. ma la politica ha altro a cui pensare che la vita dei lavoratori. nella provincia di Siena l'edile aveva 78 anni. ed è morto cadendo da un'impalcatura.

La strage continua inesorabile, morti nelle province di Siena, Varese, Roma, Torino e Cagliari e sulla Palermo Catania.. Hanno perso la vita ieri edili, imprenditori, autotrasportatori, agricoltori schiacciati dal trattore (già 133 dall'inzio dell'anno). Quest'anno probabilmente avremo lo stesso numero di morti del 2016, con oltre il 10% in più rispetto al 2008 anno di apertira dell'Osservarorio. Insomma strage continua ma la politica ha alto a cui pensare che la vita di chi lavora. Il morto della Provincia di Siena caduto da un'impalcatura aveva 78 anni e ancora lavora. Probablmente in nero.

mercoledì 22 novembre 2017

Incidente in autostrada. Morti due operai della Campania. Ma quanti sono complessivamente i lavoratori che muoiono sulle strade o in itinere? Nessuno lo sa con certezza.


Napoli – Due lavoratori di 50 anni sono morti ieri sera sull'autostrada A11 tra Firenze e Pisa. Le vittime sono Salvatore Abbate e Luigi Balzano, Le due vittime si stavano recando in Liguria in quanto dipendenti di una ditta. hanno tamponato un tir con l'automobile. 
ma quanti sono i lavoratori che muoiono ogni anno con un mezzo di trasporto sulle strade o in itinere. nessuno lo sa con certezza. l'INAIL monitora attraverso le dunence i suoi assicurati. Ma in tantissimi non sono assicurati a questo Istituto e molti muoiono anche svolgendo un lavoro in nero. Molte denunce pervenute all'INAIL non vengono poi riconosciute come morti sul lavoro. Sono circa il 30% ogni anno e quasi 500 nel 2016. Quali sono poi le ragioni? Non sono mai stato dette all'opinione pubblica le ragioni di questo mancato riconoscimento. Poi ci sono cause che durano anni prima di sapere chi l'ha vinta.





martedì 21 novembre 2017

Solo alcuni lavori usuranti hanno beneficiato del mancato allungamento dell'età della pensione.

Ne beneficiano chi svolge solo un lavoro usurante? E quelli che a causa degli acciacchi e della mancanza di riflessi corrono il rischio di morire sul lavoro? No quelli NO. Edili che salgono su tetti e impalcature, autisti di Tir e di treni, agricoltori che muoiono numerosissimi schiacciati dal trattore. Chi utilizza macchinari pericolosi per se e per gli altri. Davvero un altro mondo quello della politica e dei sindacati istituzione.. Ricordo a tutti, soprattutto a quei sindacalisti che si sono accontentati, come Barbagallo e Furlan che un lavoratore su quattro tra i morti SUI LUOGHI DI LAVORO (escluso itinere e sulle strade con un mezzo di trasporto) è un ultra sessantenne. Che la la Legge Fornero ha visto aumentare i morti sul lavoro in tarda età. Quando la politica continua ad essere lontana anni luce dai cittadini. Sindacati, e mi riferisco a tutti, finitela di fare le cinghie di trasmissione della politica e cominciate ad occuparvi concretamente della vita di chi lavora. Fino ad ora non l'avete fatto se non le dichiarazioni alla stampa dopo qualche infortunio mortale che colpisce l'opinione pubblica. Carlo Soricelli curatore dell'osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

lunedì 20 novembre 2017

Un operaio romeno trovato morto sulla strada nel foggiano. Secondo la ricostruzione la vittima era su un trattore assieme ad altre persone.


Sempre più terribile il nostro Paese. Il cadavere di un rumeno, di 47 anni, è stato trovato questa mattina sulla sede stradale della SP 87, tra Ascoli Satriano e Orta Nova.
Dopo i successivi approfondimenti hanno consentito ai militari di ipotizzare un incidente sul lavoro. 
Secondo le ricostruzioni, la povera vittima era a bordo di un trattore, insieme ad altre persone, quando, per cause ancora da chiarire, è caduto dal mezzo venendo poi travolto dallo stesso. Accortosi dell'incidente gli altri lavoratori hanno tentato inizialmente di soccorrerlo, ma una volta constatata la morte, hanno deciso di abbandonarlo sulla 'sede stradale'. Per questo motivo, il datore di lavoro e un connazionale della vittima sono stati denunciati

mercoledì 15 novembre 2017

Continua la strage di agricoltori schiacciati dal trattore e di edili che cadono dall'alto. Le Regioni e Province con più morti sui luoghi di lavoro a oggi 14 novembre 2014

Se vogliamo parlare seriamente dei morti sul lavoro separiamo senza fare confusione i morti sui Luoghi di lavoro da quelli che muoiono sulle strade che richiedono interventi completamente diversi se si ha la volontà di fare qualcosa per questa strage dell'indiffernza. Le cinque Regioni con più morti sui LUOGHI DI LAVORO dall'inizio dell'anno. Esclusi i lavoratori morti con mezzi di trasporto. Lombardia con 58 morti, seguono Veneto con 53, Campania con 43, Emilia Romagna con 40. Abruzzo 38 (comprese le vittime di Rigopiano e dell'elicottero. Con le morti sulle strade i morti più che raddoppiano. Province con più morti sui luoghi di lavoro. Napoli 16 morti, Verona 13, Pescara 12 (compreso Rigopiano) , Treviso 11, Torino e Milano 10. Ieri è morto Giancarlo ferrari di 65 anni, è il 131 agricoltore schiacciato dal trattore. Insomma ancora nessun interesse per queste tragedie da parte della politica TUTTA.

lunedì 13 novembre 2017

Tutti urlano il loro sdegno, politici, giornalisti, sindacati, media. E poi???? Nel dimenticatoio anche questo morto per infortunio sul lavoro, come per le migliaia di morti sul lavoro in queti dieci anni di monitoraggio dell'Osservatorio




Ormai ci siamo abituati anche a queste carneficine dell'indifferenza. Ancora dichiarazioni alla stampa. Basta morti sul lavoro. E poi? Alam Magbaul è morto dopo tre settimane di coma. Era seduto sul ponteggio collegato alla nave che stavano dipingendo quando l’impalcatura ha ceduto ed è caduto al suolo da un’altezza di diversi metri. Erano in 4 su quel ponteggio, Magbul arrivò al Pronto Soccorso dell’ospedale regionale di Torrette di Ancona in eliambulanza con un grave trauma cranico. Il povero lavoratore morto oggi aveva lasciato la sua famiglia in Bangladesh per trovare lavoro in Italia. 

MASSIMA ATTENZIONE. SE SEI UN PRIVATO E COMMISSIONI UN LAVORO A UN'AZIENDA, MA ANCHE A UN ARTIGIANO, SEI RESPONSABILE DELLA SUA SICUREZZA, ANCHE SE QUESTI LAVORATORI SONO IN REGOLA.


MASSIMA ATTENZIONE

proprietari di immobili devono accertarsi che a chi hanno commissionato il lavoro operi in Sicurezza, se affidano a una sola ditta, o anche a un solo operaio, l'esecuzione di lavori per la manutenzione del loro immobile. In particolare per le situazioni di evidente pericolo per individuare le quali non serve avere specifiche competenze tecniche. E' una sentenza della Cassazione

 che ha confermato  la condanna per omicidio colposo a carico di una signora  Francesca A. che aveva commissionato la tinteggiatura dell'esterno di casa sua a un unico operaio. Il lavoratore morì cadendo dall'impalcatura che lui stesso aveva predisposto e che aveva evidenti caratteristiche di instabilità. Questa sentenza dovrebbe rivoluzionare i rapporti di lavoro tra committente e ditta che esegue i lavori. Affidare i lavori a aziende che non lavorano in Sicurezza (la sicurezza costa) può diventare fonte di guai per chi li commissiona, anche a fronte di controlli.

domenica 12 novembre 2017

MASSIMA ATTENZIONE. SE SEI UN PRIVATO E COMMISSIONI UN LAVORO A UN'AZIENDA, MA ANCHE A UN ARTIGIANO, SEI RESPONSABILE DELLA SUA SICUREZZA, ANCHE SE QUESTI LAVORATORI SONO IN REGOLA.

domenica 12 novembre 2017


MASSIMA ATTENZIONE

proprietari di immobili devono accertarsi che a chi hanno commissionato il lavoro operi in Sicurezza, se affidano a una sola ditta, o anche a un solo operaio, l'esecuzione di lavori per la manutenzione del loro immobile. In particolare per le situazioni di evidente pericolo per individuare le quali non serve avere specifiche competenze tecniche. E' una sentenza della Cassazione

 che ha confermato  la condanna per omicidio colposo a carico di una signora  Francesca A. che aveva commissionato la tinteggiatura dell'esterno di casa sua a un unico operaio. Il lavoratore morì cadendo dall'impalcatura che lui stesso aveva predisposto e che aveva evidenti caratteristiche di instabilità. Questa sentenza dovrebbe rivoluzionare i rapporti di lavoro tra committente e ditta che esegue i lavori. Affidare i lavori a aziende che non lavorano in Sicurezza (la sicurezza costa) può diventare fonte di guai per chi li commissiona, anche a fronte di controlli.

sabato 11 novembre 2017

Strage Verde. E fanno 130 i morti schiacciati dal trattore dall'inizio dell'anno. E oltre 600 in questa ultima legislatura

Con l'agricoltore schiacciato nella provincia in Macerata arriviamo a contare un numero incredibili di agricoltori schiacciati da questo mezzo mortale, che uccide "solo a guardarlo". Dalle elezioni del 2013 ne sono già morti oltre 600 in modo così atroce. Da soli i guidatori di questo mezzo rappresentano oltre il 20% di tutti i morti per infortuni in Italia; escluso morti con mezzo proprio sulle strade e in itinere, ma l'agricoltura non ha solo i morti schiacciati dal trattore, tanti altri muoiano in circostanze diverse. Questa categoria ha da sola il 30% di tutti i morti sul lavoro.

martedì 7 novembre 2017

Il 31 dicembre 2017 l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro compirà 10 anni
Oltre un milione di persone hanno vistato l’Osservatorio in questi dieci anni. Vi ringraziamo per la vostra sensibilità per queste tragedie dell’indifferenza. Noi diamo visibilità agli ultimi che muoiono lavorando nell'indifferenza  della nostra classe dirigente.

Anche ieri è morto un altro "nessuno". Raffaele pagano un giovane di 35 anni è morto a Leonessa di Rieti travolto dal fango assieme a un suo collega di lavoro mentre stavano lavoranso dentro una fomgnatura.


lunedì 6 novembre 2017

La vendetta delle classi dominanti e tutto merito delle patenti a punti il calo delle morti per infortunio sul lavoro, ma sui luoghi di lavoro, pur spendendo una montagna di soldi non c'è mai stato nessun calo

Cerchiamo di fare chiarezza per l'ennesima volta su queste tragedie. I morti sui LUOGHI DI LAVORO da quando dieci anni fa abbiamo aperto lì'Osservatorio non sono mai calati, il calo che ci propinano nelle statistiche ufficiali è dovuto soprattutto alle morti sulle strade e in itinere. quando gli italiani sentono queste statistiche pensano che bravi che sono, hanno fatto calare i morti sul lavoro. Il calo se c'è stato è sui morti sulle strade e per merito della patente a punti che reprime comportamenti scorretti. In realtà è una falsità, non c'è stato nessun calo delle morti sui LUOGHI DI LAVORO, cioè di lavoratori che perdono la vita lavorando in Fabbrica, in Cantiere, sui campi che vede già anche quest'anno 128 agricoltori che hanno perso la vota schiacciati dal trattore, innumerevoli poi le morti tra gli artigiani. Insomma cari italiani, prendete coscienza che questa piaga è sempre più ampia, che aver allungato l'età lavorativa a anziani che lavorano sui campi, in cantieri, nelle officine, tra le partite IVA, tra gli artigiani provoca un'ulteriore aumento delle morti. Che non solo la Fornero, ma lo stesso Jobs act provocherà un aumento ancora maggiore dei morti per inofrtunio sui LUOGHI DI LAVORO. Precarizzare la vita di tutti i nuovi assunti, che senza l'articolo 18 non potranno neppure più rifiutarsi di svolgere un lavoro pericoloso. Un paese civile allargherebbe questo diritto a tutti quelli che lavorano, anche agli artigiani. Del resto l'articolo 18 recitava che non si può licenziare se non per "giusta causa e giustificato motivo", quindi se l'azienda aveva un calo delle commesse, se l'azienda aveva delle ragioni oggettive per diminuire il personale, lo poteva fare e lo faceva sempre se ce n'era bisogno. Aver abolito l'articolo 18  e aumentare l'età della pensione con la Fornero è stata una vendetta di classe verso il mondo del lavoro, che dopo le lotte del 68, aveva introdotto questo articolo di civiltà. Ma Renzi e tutti quelli che lo hanno firmato si sono vendicati dei lavoratori, che dopo secoli di "schiavitù" avevano trovato dignità anche sui luoghi di lavoro. Adesso testa bassa, silenzio che il padrone lo vuole e tanti (per fortuna non tutti) abuseranno di questa libertà di fare tutto quello che vogliono all'interno delle aziende, i diritti civili lasciamoli fuor dalle fabbriche.
Altri tre lavoratori morti in questo fine settimana. In provincia di Pavia ha fatto una fine orribile un operaio: risucchiato da una trivella mentre stavano scavando un oleodotto. ma un'altra versione dice che la trivella è crollata dopo uno scoppio. Vediamo quale sarà la versino definitiva dell'infortunio mortale. A Gela di Caltanissetta Rocco Iacona, un operaio addetto alla raccolta rifiuti di soli 44 anni, come l'operaio morto a Pavia ha perso la vita schiacciato da un camion. un autotrasportatore albanese ha perso la vita  sull'A16 nei pressi di Avellino.

mercoledì 1 novembre 2017

566 "Nessuno" morti sui luoghi di lavoro dall'inizio dell'anno al 31 ottobre 2017



Report morti sul lavoro dal 1° gennaio al 31 ottobre 2017
Domani, giorno dei nostri morti, ricordiamoci di dire una preghiera per quelli dimenticati: dei tanti “Nessuno” morti lavorando.Sono 566 i morti sui luoghi di lavoro dall'inzio dell'anno. Solo negli ultimi due giorni di ottobre ne sono morti 10.
. Che Papa Francesco apra i cuore e i cervelli dei nostri politici e amministratori che mai si occupano dei caduti sul lavoro sul lavoro: chi non è credente si ricordi con un pensiero di queste vittime dell’indifferenza. In questi dieci anni di monitoraggio dell’Osservatorio Indipendente di Bologna i morti sul lavoro non sono calati, ma sono addirittura aumentati.   

Dall’inizio dell’anno sono morti sui luoghi di lavoro 566 lavoratori: con i morti sulle strade e in itinere con il mezzo di trasporto, si superano i 1150 morti complessivi. Erano il 31 ottobre 2016 544 + 3,9%. Erano il 31 ottobre del 2008 551 + 2,7%. Gli agricoltori schiacciati dal trattore sono come tutti gli anni il 20% di tutti i morti sui luoghi di lavoro. L’agricoltura, come tutti gli anni, supera abbondantemente il 30% di tutti i morti sul lavoro.  Oltre il 25% di tutti i morti sui luoghi di lavoro hanno più di 60 anni. Gli edili superano il 20% di tutti i morti sul lavoro. La maggioranza di queste vittime cadono dall’alto; dai tetti e dalle impalcature. Nelle aziende dove è presente il sindacato le morti sono quasi inesistenti: le poche vittime nelle fabbriche che superano i 15 dipendenti sono per la stragrande maggioranza lavoratori che lavorano in aziende appaltatrici nell’azienda stessa: spesso manutentori degli impianti. La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni. Gli stranieri morti per infortunio, sono oltre il 10% dall’inizio dell’anno, è così tutti gli anni. Il 30% dei morti sul lavoro spariscono ogni anno dalle statistiche. Tra l’altro e in ogni caso i morti sui luoghi di lavoro monitorati dall’Osservatorio sono sempre molti di più di quelli monitorati dell’INAIL. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it

SILENZIO politico e mediatico. Altri sei "Nessuno" morti anche ieri 31 ottobre, dopo i 4 del 30 ottobre

In appena due giorni lavorativii sono morti 10 "nessuno", dopo i 4 del giorno 30 ottobre anche ieri ne sono morti altri 6. Questo l'elenco dei morti del 31 ottobre.Nelle province di Brescia dove ha perso la vita un operaio schiacciato da una bobina, in quella di Caltanissetta dove un operaio è caduto con l'escavatore in un invaso, in quella di La Spezia dove ha perso la vita schiacciato dal trattore un albanese di 41 anni, in quella di Latina dove un operaio ha perso la vita schiacciato dal suo furgone, in quella di Torino dove ha perso la vita Angelo Marno travolto dal grano che gli ha fatto battere la testa e il null. E' morto dopo 15 giorni di agonia. 

Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?