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morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO Il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia dal 1° gennaio 2008, anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione o che ne hanno una diversa da INAIL Attivo dal 1° gennaio 2008 Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie Morti sul lavoro nel 2024 al 5 novembre Dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni in 880 sui Luoghi di lavoro (tutti registrati) e 1275 se si aggiungono i morti in itinere e sulle strade di categorie non Assicurate a INAIL e in nero NOTA BENE I MORTI IN ITINERE VENGONO AGGIORNATI OGNI DUE MESI MENTRE I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO OGNI GIORNO MORTI TOTALI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE TRA QUESTI ANCHE I MORTI IN ITINERE E IN ALTRE SITUAZIONI LAVORATIVE la seconda voce in azzurro riguarda ESCLUSIVAMENTE i morti sui luoghi di lavoro. N.B i morti sono segnalati nelle Province e Regioni dove c’è stata la tragedia LOMBARDIA 173 totali 118 sui luoghi di lavoro Milano 14 (35 con itinere), Bergamo 9 Brescia 28 (43 con itinere) Como 6 Cremona 4 Lecco 4 Lodi 8 Mantova 7 Monza Brianza 14 Pavia 12 Sondrio 5 Varese5 CAMPANIA 130 totali 83 sui luoghi di lavoro Napoli 22 Avellino 11 Benevento 6 , Caserta 19 Salerno 24 VENETO 98 totali 63 luoghi di lavoro Venezia 9 Belluno 4 Padova 6 Rovigo 3 Treviso 11 Verona 13 Vicenza 13 EMILIA ROMAGNA 101 totali 65 sui luoghi di lavoro Bologna 19 Rimini 2 Ferrara 5 Forlì Cesena 5 Modena 9 Parma 7 Ravenna 2 Reggio Emilia 9 Piacenza 3 SICILIA 96 64 sui luoghi di lavoro Palermo 21 Agrigento 5 Caltanissetta 3 Catania 8 Enna Messina 10 Ragusa 5 Siracusa 2 Trapani‎ 8 TOSCANA 79 totali 52 sui luoghi di lavoro Firenze 10 Arezzo 2 Grosseto 5 Livorno 2, Lucca 6, Massa Carrara 1 Pisa 14 Pistoia 1 Siena 3 Prato 5LAZIO 115 totali 58 sui luoghi di lavoro Roma 17 Viterbo 11 Frosinone 11 Latina 13 Rieti 2 PIEMONTE 77 totali 48 sui luoghi di lavoro Torino 1 Alessandria 5 (+1 cantiere autostradale) Asti 3 Biella 1 Cuneo 7 Novara 3 Verbano-Cusio-Ossola 2 Vercelli 1PUGLIA 80 totali 52 sui luoghi di lavoro Bari 13 BAT 3 Brindisi 8 Foggia 3 Lecce 13 Taranto 5 TRENTINO ALTO ADIGE 49 totali 36 sui luoghi di lavoro Bolzano 16 Trento 19 ABRUZZO 39 totali 27 sui luoghi di lavoro L'Aquila 6 Chieti 10 Pescara 2 Teramo 6 SARDEGNA 47 totali 34 sui luoghi di lavoro Cagliari 8 Sud Sardegna 3 Nuoro 4 Oristano 4 Sassari 11MARCHE 45 totali 29 sui luoghi di lavoro Ancona 6 Macerata 10 Fermo 1 Pesaro-Urbino 6 Ascoli Piceno 6 CALABRIA 31 totali 22 sui luoghi di lavoro Catanzaro 4 Cosenza 9 Crotone 1 Reggio Calabria 4 Vibo Valentia 4FRIULI VENEZIA GIULIA 26 totali 17 sui luoghi di lavoro Pordenone 6 Triste 1 Udine 7Gorizia 2 LIGURIA 29 totali 16 sui luoghi di lavoro Genova 4 Imperia 2 La Spezia 3 Savona 1 UMBRIA 20 totali 13 sui luoghi di lavoro Perugia 11 Terni 2 BASILICATA 16 totali 12 sui luoghi di lavoro Potenza 9 Matera 3 Molise 11 totali 6 sui luoghi di lavoro Campobasso 4 Isernia 2 VALLE D’AOSTA 5 totali 4 sui luoghi di lavoro Nel 2024 DOVE SI MUORE DI PIU’ Il 32% sono ultrasessantenni. Gli stranieri sotto i 60 anni sui luoghi di lavoro sono il 35% Regioni Lombardia, Campania Veneto Emilia Romagna e Sicilia quelle con più morti 125 gli schiacciati dal trattore e alcuni altri mezzi agricoli nel 2023 sono stati 167 125 gli autotrasportatori 99 i morti di fatica o stress da superlavoro tra operai/e, bracciati, autotrasportatori, medici, infermieri ecc. con il caldo aumentano moltissimo come nel 2023 79 i morti per infortuni domestici, soprattutto anziani soli (e abbandonati socialmente) ma anche quelli che svolgono lavori pericolosi senza averne la preparazione Tantissime le donne che muoiono per infortuni, soprattutto in itinere e per fatica: per la fretta, per la fatica del doppio e triplo lavoro, in itinere muoiono percentualmente quasi quanto gli uomini 21 i boscaioli morti

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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sabato 29 febbraio 2020

La strage di lavoratori non si ferma: altri quattro perdono la vita tra venerdì e sabato, più uccisi sul lavoro che col coronavirus

Purtroppo l'attenzione è tutta concentrata sul coronavirus che sta uccidendo tanti anziani, ma anche sul lavoro continua la strage: ne sono morti 4 tra venerdì e sabato, giovedì ne erano morti altrettanti. due di questi nelle province di Cremona e Bolzano sono stati schiacciati dal trattore; quello di Cremona aveva solo 16 anni ed era a casa da scuola per il coronavirus. Un edile è morto in provincia di cuneo, e un altro lavoratore è morto in provincia di Monza cadendo in un forno spento. Tutti e due i lavoratori sono extracomunitari di 56 e 44 anni. Sono diventati già 15 gli schiacciati dal trattore

venerdì 28 febbraio 2020

Quattro morti sui luoghi di lavoro il giorno 27: tra questi un sedicenne e un trentunenne. Apprendiamo della morte di altri 3 lavoratori anche venerdì e sabato

Continua la strage di lavoratori che rimangono vittime per infortuni sul lavoro: ne vengono uccisi per infortunio più del coronavirus. quello che colpisce è la morte di un sedicenne a Campo torres in Trentino alto Adige, E' stato colpito dal tronco che stava tagliando il padre, gli è morto tra le braccia. Muore anche un altro boscaiolo in provincia di Bolzano, questa volta si tratta di un anziano, anche lui stava tagliano un albero. A Vittoria, in provincia di Ragusa è morto Saverio Gilestro un elettricista di 31 anni, morto fulminato a Vittoria. Siamo in questo momento a 83 morti. Perde la vita sulla strada anche un "Portapizza a Genova".

martedì 25 febbraio 2020

Coronavirus e morti per infortuni sul lavoro: due morti sui luoghi di lavoro anche il giorno 24 febbraio

Non è mia intenzione sottovalutare l'epidemia di coronavirus in Italia, che considero gravissima, per le implicazioni e i disagi che ci sono anche nella mia famiglia, oltre alla paura per i propri cari. ieri è morto un giovane di 23 anni e un 61enne, dall'inzio dell'anno sono già morti sui Luoghi di lavoro 76 lavoratori, oltre 160 con i morti sulle strade, in questi 13 anni di monitoraggio sono morti complessivamente oltre 17000 lavoratori, 1600 tra questi sono morti schiacciati dai trattori che guidavano. questo per ribadire che anche questa è un'emergenza per un paese civile. Se ci fosse solo un decimo dell'attenzione che viene prestata al coronavirus questa strage che vede anche in questi giorni 8 morti sul lavoro, probabilmente il numero di morti si dimezzerebbe.

lunedì 24 febbraio 2020

Muore Gabriel Vasile Popa operaio romeno di 50 anni colpito al torace da un palo in Valcamonica

Un colpo al torace che non gli ha lasciato scampo. E' morto così Gabriel Vasile Popa, 50 anni, operaio di origine rumena e dipendente dell’azienda Arrighini di Cividate Camuno, coinvolto sabato mattina in un infortunio sul lavoro . Inutile la disperata corsa all'ospedale di Esine perché l'operaio è deceduto prima del suo arrivo. Popa l'operaio alla guida di un mezzo stava movimentando un palo di circa sette-otto metri quando, per cause in corso di accertamento, sarebbe stato colpito dallo stesso al torace. Un colpo violento che ha subito allarmato compagni e datore di lavoro a cui si deve la corsa contro il tempo verso l'ospedale.

domenica 23 febbraio 2020

Muore il 13esimo agricoltore schiacciato dal trattore

Continua la strage nella strage, il giorno 22 febbraio è morto il tredicesimo agricoltre schiacciato dal trattore, questa volta la vittima nel vicentino. E nessuno che fa niente per cercare di arginare questa strage, di competenza della Ministra delle politiche Agricole Bellanova

venerdì 21 febbraio 2020

il 65enne Paolo Guerino costretto a lavorare anche con la febbre è morto sepolto vivo

Paolo Guarino il 65enne sepolto vivo da una frana dopo aver perso l'equlibrio lavorava con la febbre. Che Paese il nostro dove hanno tolto la possibilità d'andare in pensione anche persone come Guerino. Com'è stato possibile che è stato tolto il diritto d'andare in pensione a lavoratori anziani che svolgono lavori pericolosi. Tra l'altro Guerino lavorava con la febbre. La Legge Fornero, votata praticamente da tutti i partiti ha fatto aumentare gli infortuni mortali tra i lavoratori anziani. Ricordo a tutti che un lavoratore su quattro che muore sui Luoghi di lavoro (escluso itinere) ha più di 60 anni. Muoiono numerosissini artigiani, operai e a gricoltori ultrassessantenni. ma nessuna categoria è immune da questa strage

mercoledì 19 febbraio 2020

Strage di lavoratori il 18 febbraio: un martedì di sangue con 5 morti sui luoghi di lavoro: muore sepolto vivo a 65 anni e a pochi mesi dalla pensione

Un martedì di sangue che dovrebbe impressionare. Tragedia a San Benedetto del Tronto, dove un operaio in trasferta da Casertaa è morto, letteralmente sepolto vivo da una valanga di terra che l'ha travolto. L'uomo, un 65enne che tra qualche mese sarebbe andato in pensione stava eseguendo alcuni lavori di posa in opera di una condotta fognaria per lo scarico delle acque bianche quando è stato travolto dalla terra. Lo hanno soccorso alcuni colleghi che sono riusciti a rimuovere la terra e a recuperare il corpo cercando di rianimarlo in attesa dell'arrivo dell'ambulanza. I sanitari non sono riusciti a stabilizzarlo ed è stato trasportato al pronto soccorso in condizioni critiche. Poco dopo il suo cuore ha smesso di battere. Muore schiacciato un operaio di 44 anni in provincia di Ragusa, si è ribaltato il muletto sui cui lavorava ed è rimasto schiacciato, memmo Paolello aveva 44 anni ed è morto nel mercato ortofrutticolo di Donnalucata Muore un 35enne cadendo da una gru nel bresciano e finendo in un canale Le altre due morti nel salernitano e nel ragusano

martedì 18 febbraio 2020

La disfatta culturale dei lavoratori. Pensionato muore a 75 anni cadendo dal quarto piano mentre lavora.

La disfatta culturale. Era in pensione ormai da tempo e aveva ceduto la sua impresa edile ai figli, dopo una vita dedicata al lavoro, non riusciva ancora a rassegnarsi all’idea di staccarsi completamente dai cantieri. Ma i figli avevano il dovere di non farlo lavorare a quell’età, soprattutto aq non fargli svolgere lavori pericolosi. Ora, oltre all’enorme dispiacere nel vedere il padre che è morto sul lavoro, avranno anche dei risvolti penali per non avergli impedito di lavorare. Ed è per questo che parlo di disfatta culturale. In diversi casi, anche se relativamente pochi, rispetto all’imponente numero di morti sul lavoro, veniamo a conoscenza di pensionati morti che svolgevano lavori, anche pericolosi. A volte sono responsabilità individuali della vittima, ma altre, come in questo caso, anche di terzi. Occorre fare una grande campagna informativa, sui rischi e sulle responsabilità, anche penali per chi fa svolgere lavori a persone non in regola o in pensione. In tanti poi si fanno male e per fortuna hanno infortuni non mortali, che poi porteranno a conseguenze, anche sul piano pensionistico. Chi è in pensione, non può svolgere lavori in conto terzi. Questo deve essere molto chiaro. Moltissimi sono anche gli agricoltori che percepiscono una pensione e poi che muoiono schiacciati dal mezzo. Sta alle Istituzioni, ai Ministeri competenti, ma anche ai familiari vigilare, sensibilizzare e opporsi se un proprio caro fa lavori pericolosi. . Nello specifico di questa tragedia ora indagando gli agenti della polizia locale di Nichelino e gli ispettori dello Spresal dell’Asl To 5. In particolare gli investigatori dovranno ricostruire dalla dinamica dell’incidente, verificare le misure di sicurezza presenti nel cantiere e, soprattutto, chiarire il motivo della presenza dell’anziano manovale nichelinese all’interno dell’alloggio.

sabato 15 febbraio 2020

E' morto il dodicesimo agricoltore schiacciato dal trattore dall'inizio dell'anno. Ministra delle Politiche Agricole Bellanova se ne vuole occupare?

E' paolo Zuccaro, di 67 anni il docicesimo agricoltore schiacciato dal trattore che guidava stava dedicandosi a lavori in campagna ed è stato travolto da un macchinario agricolo. La tragedia nel pomeriggionei pressi dell'abitazione di Zuccaro, tra Isola d'Asti e Vigliano. L'ex vigile, dopo la pensione si dedicava con altrettanta passione alla coltivazione della sua terra e oggi mentre era intorno al suo trattore, un macchinario agricolo si è rovesciato travolgendolo e uccidendolo. Purtroppo anche con una ministra donna, ex sindacalista della CGIL ora politica di primo piano di Italia Viva vediamo lo stesso atteggiamento dei suoi predecessori: tanto si potrebbe fare, basterebbe volerlo e lavorare su queste tragedie che non danno visibilità mediatica.

venerdì 14 febbraio 2020

Terribile: dipendente di una ditta di traslochi si addormenta per la stanchezza nella parte posteriore del furgone, cade sull'asfalto, viene investito e muore

Incidente mortale sulla A2: Muore sulla Autostrada del Mediterraneo nei pressi di Cosenza. Secondo le prime ricostruzioni effettuate dalla polizia stradale, la vittima sarebbe un dipendente di una ditta di traslochi che stava rientrando dalla Sicilia nel Lazio. La vittima, che forse viaggiava nella parte posteriore di un furgone, sarebbe finito sull’asfalto e poi è stato investito da un camion di passaggio. L’autista del mezzo investitore ha dichiarato che il corpo dell’uomo era già sulla strada al suo arrivo. Gli agenti della polstrada stanno ancora effettuando i rilievi e sentendo alcuni testimoni. Che dire, se la dinamica è questa la dice lunga sul livello del nostro Paese e delle condizioni di tanti lavoratori.

giovedì 13 febbraio 2020

Occultarono il cadavero di un operaio morto sul lavoro sotto un divano in una discarica abusiva in un bosco

Avevano fatto sparire il corpo di un operaio morto in un incidente sul lavoro, nascondendolo sotto ad un vecchio divano in una discarica abusiva, in un bosco dell'astigiano. La Cassazione ha confermato le condanne in Appello a 7 e 4 anni per Vittorio Opessi e Antonino Marino, i due impresari edili torinesi di 56 e 55 anni accusati di omicidio colposo e occultamento del cadavere di Mihai Istoc, operaio romeno 45enne trovato senza vita nel giugno 2009 nei boschi di Montafia, cittadina in provincia di Asti. I due imputati erano stati condannati in primo grado il 28 novembre 2016 a sette anni e a sei anni e due mesi. La Corte d'appello di Torino aveva poi confermato la condanna per Opessi, mentre aveva diminuito la pena per Marino.

mercoledì 12 febbraio 2020

Muore in una fabbrica svizzera frontaliere italiano

La tragedia a Monteggio, nei pressi del confine di Cremenaga. Intorno alle 15,30 un operaio di 44 anni, residente in provincia di Varese, è stato ricoverato all’ospedale di Lugano e nel tardo pomeriggio ne è stato constatato il decesso inseguito alle ferite riportate da un grave trauma. La morte del frontaliere all’interno di un’azienda di via Cantonale, specializzata nella produzione di trasformatori e reattori; la vittima, secondo la ricostruzione comunicata dalle forze dell’ordine elvetiche, era intento a piegare una sbarra di metallo con un macchinario, quando un pezzo si è staccato dalla stessa apparecchiatura e lo ha colpito al petto. Sul posto, oltre alla Croce Verde di Lugano, alla Polizia Cantonale e a quella comunale del Malcantone Ovest, è intervenuta la Rega – e cioè la guardia aerea di soccorso – che ha provveduto a trasportare con l’elicottero il ferito all’ospedale, dove però è morto.

martedì 11 febbraio 2020

La strage nella strage:muore il decimo agricoltore schiacciato dal trattore.

Si chiama Valerio Pagliano,l'agricoltore travolto dal suo trattore a Mondovì, in provincia di Cuneo. Pagliano aveva messo in moto il mezzo agricolo e, nell'attesa che si scaldasse il motore, era sceso a terra. Per cause in corso di accertamento da parte dei Carabinieri e dei tecnici dei Servizi di prevenzione e sicurezza sugli ambienti di lavoro (Spresal), però, il trattore si sarebbe messo in movimento schiacciandolo contro il muro di un capannone. Pagliano è il decimo a morire in questo modo atroce dall'inziio dell'anno. !41 morti nel 2019 e oltre 1500 da quando il 1° gennaio 2008 ho aperto l'Osservatorio. Si sono susseguiti diversi ministri delle poilitiche ma tutti si sono distiniti per l'indifferenza verso questa strage: se ne stanno lontano. meglio è parlare di cavalli, pecore, di vino e delle eccellenze italiane. Troppo scomodo parlare dei campi italiani impregnati dal sangue dei nostri agricoltori: anche questa nuova ministra ha seguito l a linea dei suoi predecessori; stare lontana da queste tragedie che non danno lustro, ma renderebbe visibile la loro inadeguatezza, dovuta all'indifferenza. Tanto si potrebbe fare contro questa ecatombe di agricoltori, ma occorrerebbe impegnarsi a testa bassa e dedicare tanto tempo. poi alla fine uno si chiede: cosa ci stanno a fare se non si occupano della vita degli agricoltori che dovrebbero tutelare? Carlo Soricelli

sabato 8 febbraio 2020

Sono stati quattro i morti sui luoghi di lavoro il 7 febbraio

Purtroppo le morti per inofrtunio sul lavoro riprendono un ritmo impressionante: sono stati 4 i morti venerdì 7 febbriao. Un operaio di 37 anni è morto all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo in seguito a un incidente sul lavoro avvenuto alla Mondini di Cologne in provincia di Brescia. Secondo le prime informazioni, la vittima, dipendente di una ditta esterna, stava riparando un tetto quando è precipitato da un’altezza di diversi metri. Il trasporto in ospedale si è rivelato poi inutile: troppo gravi le lesioni riportate nella caduta. Muoiono anche due boscaioli in Trentino Alto Adige e in provincia di Reggio Emilia. non dò indicazioni specifiche, se non su richiesta per le altre vittime, ci sono quelli che speculano sul lavoro degli altri e senza nessuna fatica nel cercare le vittime, copiano e si spacciano come impegnati su questo fronte. No, questo lavoro di monitoraggio richiede molti sacrifici e tanto tempo e rispetto per il lavoro svolto su base volontaria

giovedì 6 febbraio 2020

Muoiono due macchinisti ferrovieri: deraglia un treno sulla linea dell'altà velocità questa mattina nei pressi di Lodi in direzione Roma

La tragedia provincia di Lodi, con due macchinisti morti e 27 passeggeri feriti: il deragliamento del treno ad alta velocità partito da Milano e diretto a Salerno è avvenuto nel comune di Ospedaletto Lodigiano,in zona cascina Griona. Sembra che la motrice del Frecciarossa si sia staccata dal resto del treno e avrebbe urtato un carrello merci sui binari e - dopo aver percorso trecento o quattrocento metri fuori dalle rotaie, si sarebbe schiantata su un casotto delle Ferrovie dello Stato. Carrozza 1 ribaltata. Le altre carrozze sono più più o meno intatte. I due conduttori del treno sono morti. ma segnaliamo la morte di altri due lavoratori nella giornata di ieri5 febbraio

mercoledì 5 febbraio 2020

Muore sul lavoro a 20 anni schiacciato da un tir

Muore a vent'anni schiacciato tra tir e muro. È successo nel lodigiano a un povero giovane di Sondrio dì origine indiana che stava lavorando lontano da casa. Una morte orribile: schiacciato tra tir e muro. È la 44esima vittima sui luoghi di lavoro mel 2020

martedì 4 febbraio 2020

febbraio 2020 – Drammatico giornata di lavoro con tre morti sui luoghi di lavoro. Le tragedie nelle province di Benevento, Lucca e Verona. Loriano Martini, imprenditore 68enne titolare della omonima ditta ortofrutta e castagne a Pieve San Lorenzo (Lucca) è rimasto schiaccato dal muletto che si è rovesciato mentre stava percorrendo una strada. Inutili i soccorsi A Benevento un operaio 58enne è morto dopo essere caduto da un’impalcatura del cantiere della stazione ferroviaria centrale di Benevento. A Vallese di Oppeano di Verona un operaio è caduto da alcuni metri d'altezza, sembra da una scala, restando ucciso sul colpo. La zona industriale di Oppeano è stata colpita diverse volte da tragedie come queste. Il mio ottimismo sul calo delle morti in questo primo scorcio del 2020 è stato evidentemente mal riposto. Non esistono strategie da parte delle Istituzioni e politica contro queste stragi, tutto dipende dalla casualità. Carlo Soricelli

lunedì 3 febbraio 2020

Muore l'ottavo agricoltore schiacciato dal trattore, ma forte calo dei morti sui luoghi di lavoro nel primo mese del 2020

Gli schiacciati dal trattore sono stati 8 in questa prima parte del 2020, rispetto al 2019 c'è un aumento di due morti, ma assistimao per la prima volta dopo tanto tempo a un forte calo delle morti sui luoghi di lavoro: sono a oggi, dall'inzio dell'anno 40 contro i 54 dello stesso periodo del 2019 -26%. Speriamo che ci sia finalmente un'inversione di tendenza, ma molto probabilmente la crisi si è inasprita e la disoccupazione è aumentata soprattutto nelle fascie meno protette. Vediamo se finalmente registreremo un calo quest'anno dopo tanti anni di aumenti delle morti

sabato 1 febbraio 2020

Muore dopo una settimana di agonia Antonio Valente

Una tragedia si abbatte su Grassanise per la morte dell’operaio Antonio Valente. La Tragedia: Lo scorso 23 gennaio l’uomo è precipitato da un capannone ed è stato poi trasportato in gravi condizioni presso la clinica Pineta Grande di Castel Volturno. Purtroppo a causa di complicazioni è sopraggiunta la morte di Valente. Ora è stato disposto l’esame autoptico sulla salma per accertare le cause precise della morte.

Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?