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morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO Il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia dal 1° gennaio 2008, anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione o che ne hanno una diversa da INAIL Attivo dal 1° gennaio 2008 Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie Morti sul lavoro nel 2024 al 5 novembre Dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni in 880 sui Luoghi di lavoro (tutti registrati) e 1275 se si aggiungono i morti in itinere e sulle strade di categorie non Assicurate a INAIL e in nero NOTA BENE I MORTI IN ITINERE VENGONO AGGIORNATI OGNI DUE MESI MENTRE I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO OGNI GIORNO MORTI TOTALI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE TRA QUESTI ANCHE I MORTI IN ITINERE E IN ALTRE SITUAZIONI LAVORATIVE la seconda voce in azzurro riguarda ESCLUSIVAMENTE i morti sui luoghi di lavoro. N.B i morti sono segnalati nelle Province e Regioni dove c’è stata la tragedia LOMBARDIA 173 totali 118 sui luoghi di lavoro Milano 14 (35 con itinere), Bergamo 9 Brescia 28 (43 con itinere) Como 6 Cremona 4 Lecco 4 Lodi 8 Mantova 7 Monza Brianza 14 Pavia 12 Sondrio 5 Varese5 CAMPANIA 130 totali 83 sui luoghi di lavoro Napoli 22 Avellino 11 Benevento 6 , Caserta 19 Salerno 24 VENETO 98 totali 63 luoghi di lavoro Venezia 9 Belluno 4 Padova 6 Rovigo 3 Treviso 11 Verona 13 Vicenza 13 EMILIA ROMAGNA 101 totali 65 sui luoghi di lavoro Bologna 19 Rimini 2 Ferrara 5 Forlì Cesena 5 Modena 9 Parma 7 Ravenna 2 Reggio Emilia 9 Piacenza 3 SICILIA 96 64 sui luoghi di lavoro Palermo 21 Agrigento 5 Caltanissetta 3 Catania 8 Enna Messina 10 Ragusa 5 Siracusa 2 Trapani‎ 8 TOSCANA 79 totali 52 sui luoghi di lavoro Firenze 10 Arezzo 2 Grosseto 5 Livorno 2, Lucca 6, Massa Carrara 1 Pisa 14 Pistoia 1 Siena 3 Prato 5LAZIO 115 totali 58 sui luoghi di lavoro Roma 17 Viterbo 11 Frosinone 11 Latina 13 Rieti 2 PIEMONTE 77 totali 48 sui luoghi di lavoro Torino 1 Alessandria 5 (+1 cantiere autostradale) Asti 3 Biella 1 Cuneo 7 Novara 3 Verbano-Cusio-Ossola 2 Vercelli 1PUGLIA 80 totali 52 sui luoghi di lavoro Bari 13 BAT 3 Brindisi 8 Foggia 3 Lecce 13 Taranto 5 TRENTINO ALTO ADIGE 49 totali 36 sui luoghi di lavoro Bolzano 16 Trento 19 ABRUZZO 39 totali 27 sui luoghi di lavoro L'Aquila 6 Chieti 10 Pescara 2 Teramo 6 SARDEGNA 47 totali 34 sui luoghi di lavoro Cagliari 8 Sud Sardegna 3 Nuoro 4 Oristano 4 Sassari 11MARCHE 45 totali 29 sui luoghi di lavoro Ancona 6 Macerata 10 Fermo 1 Pesaro-Urbino 6 Ascoli Piceno 6 CALABRIA 31 totali 22 sui luoghi di lavoro Catanzaro 4 Cosenza 9 Crotone 1 Reggio Calabria 4 Vibo Valentia 4FRIULI VENEZIA GIULIA 26 totali 17 sui luoghi di lavoro Pordenone 6 Triste 1 Udine 7Gorizia 2 LIGURIA 29 totali 16 sui luoghi di lavoro Genova 4 Imperia 2 La Spezia 3 Savona 1 UMBRIA 20 totali 13 sui luoghi di lavoro Perugia 11 Terni 2 BASILICATA 16 totali 12 sui luoghi di lavoro Potenza 9 Matera 3 Molise 11 totali 6 sui luoghi di lavoro Campobasso 4 Isernia 2 VALLE D’AOSTA 5 totali 4 sui luoghi di lavoro Nel 2024 DOVE SI MUORE DI PIU’ Il 32% sono ultrasessantenni. Gli stranieri sotto i 60 anni sui luoghi di lavoro sono il 35% Regioni Lombardia, Campania Veneto Emilia Romagna e Sicilia quelle con più morti 125 gli schiacciati dal trattore e alcuni altri mezzi agricoli nel 2023 sono stati 167 125 gli autotrasportatori 99 i morti di fatica o stress da superlavoro tra operai/e, bracciati, autotrasportatori, medici, infermieri ecc. con il caldo aumentano moltissimo come nel 2023 79 i morti per infortuni domestici, soprattutto anziani soli (e abbandonati socialmente) ma anche quelli che svolgono lavori pericolosi senza averne la preparazione Tantissime le donne che muoiono per infortuni, soprattutto in itinere e per fatica: per la fretta, per la fatica del doppio e triplo lavoro, in itinere muoiono percentualmente quasi quanto gli uomini 21 i boscaioli morti

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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lunedì 31 luglio 2017

Report morti per infortuni sul lavoro dall'inizio dell'anno al 31 luglio 2017

Report morti sul lavoro dall’inizio dell’anno al 31 luglio 2017
L’osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro monitora tutti i morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL
Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
Al 31 luglio 2017 dall’inizio dell’anno sono 399 i morti sui luoghi di lavoro, oltre 900 con le morti sulle strade e in itinere. Al 31 luglio nel 2016 erano 374 i lavoratori morti per infortuni sui LUOGHI DI LAVORO, registriamo un aumento del + 6,3%. Al 31 luglio del 2008 anno di apertura dell’Osservatorio i morti per infortuni sui LUOGHI DI LAVORO furono 354 +11,2%. Chi parla di continui cali non spiega agli italiani che quelli diffusi dall’INAIL e dai media non sono rappresentativi di tutti i morti sul lavoro.  Se si vogliono confrontare con i morti dell’Osservatorio con quelli dell’INAIL occorre fare riferimento ai morti di questo istituto senza il mezzo di trasporto. Tantissime denunce arrivate all’INAIL per infortuni mortali, che tra l’altro sono parziali e non comprensive di tutte le categorie, l’anno successivo, una volta valutate le cause spariranno dalle statistiche. Mediamente ogni anno sono il 30/40% di tutte le denunce arrivate a questo Istituto dello Stato non vengono riconosciute come infortuni mortali sul lavoro. Ma quelle denunce non riconosciute, chi riguardano, e perché non sono riconosciute? Parliamo di 400/500 denunce di lavoratori morti per infortuni. E’ un miracolo che fa resuscitare questi morti?
L’anno scorso in Europa sono stati 10.000 i lavoratori morti mentre andavano o tornavano dal lavoro (indagine europea). Tantissime le donne sovraccaricate sul posto di lavoro, oltre che dal carico famigliare e dai lavori domestici. Quando in itinere sono alla guida di un automobile hanno spesso incidenti anche mortali. Molti infortuni poi non vengono riconosciuti come tali a causa della normativa specifica dell’itinere. E quando andate a vedere ogni anno le denunce per infortuni pervenute all’INAIL vi accorgete che poi successivamente non vengono riconosciute come morti sul lavoro mediamente il 30/40% delle denunce per infortuni mortali. Occorre ricordare che anche quest’anno, come i precedenti, che un lavoratore su cinque muore schiacciato dal trattore che guida. Ma con questa casta parlamentare, nessuno escluso, parlare della vita di chi lavora e come parlare di niente. Le percentuali delle morti nelle varie categorie sono sempre quelle tutti gli anni. L’agricoltura ha sempre più del 30% delle morti sul totale, segue l’edilizia che supera ogni anno il 20%. Poi l’industria e l’autotrasporto che si contendono sempre il terzo e quarto posto in questa triste classifica. Ma queste due categorie sono sempre sotto il 10%, nonostante milioni di addetti e questo, per fortuna, abbiamo ancora sindacati che esercitano controlli sulla Sicurezza.  Gli stranieri morti per infortuni sui luoghi di lavoro sono in questo momento il 10% sul totale. E’ spaventoso pensare che i nostri giovani non trovano lavoro e si è innalzata l’età per andare in pensione di molti anni anche a chi svolge lavori pericolosi. Anche quest’anno il 31% dei morti sui LUOGHI DI LAVORO ha dai 61 anni in su.
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Le morti verdi provocate dal trattore
Strage continua, sono già 92 dall’inizio dell’anno gli agricoltori morti schiacciati dal trattore. A questi occorre aggiungere tanti altri che sono morti o perché trasportati a bordo (anche bambini) o per le strade a causa di incidenti provocati da questo mezzo. Da quando nel 2014 si insediò il Governo Renzi, poi Gentiloni abbiamo come ministro delle Politiche Agricole Martina, sono morti in modo così atroce ben 496 guidatori di questo mezzo mortale.  Tra l’altro il parlamento ha rinviata per l’ennesima volta la legge europea che obbliga chi giuda questo mezzo mortale a sottoporsi a un esame che ne verifichi l’idoneità alla guida. Un morto su cinque sui luoghi di lavoro di tutte le categorie è causato dal ribaltamento del trattore.  Occorrerebbe (ma lo scriviamo da tanti anni senza nessun risultato) che chi ci governa faccia una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo. E chi di dovere metta a disposizione forti incentivi per mettere in sicurezza i vecchi trattori.
Morti nelle Regioni e Province italiane nel 2017 per ordine decrescente, sono esclusi dalle province i morti sulle autostrade e all’estero.
N.B i morti segnalati nelle Regioni sono solo quelli sui LUOGHI DI LAVORO. Con le morti sulle strade e in itinere gli infortuni mortali in ogni provincia e regione sono mediamente il 120% in più ogni anno
VENETO 40 Venezia (5), Belluno (), Padova (4), Rovigo (5), Treviso (7), Verona (10), Vicenza (9). LOMBARDIA 39 Milano (6), Bergamo (6), Brescia (6), Como (1), Cremona (1), Lecco (3), Lodi (2), Mantova (3), Monza Brianza (4), Pavia (3), Sondrio (4), Varese () ABRUZZO 30 L'Aquila (7), Chieti (4), Pescara (12) Teramo (7) SICILIA 26 Palermo (4), Agrigento (5), Caltanissetta (), Catania (2), Enna (2), Messina (1), Ragusa (4), Siracusa (1), Trapani (7). CAMPANIA 28 Napoli (10), Avellino (2), Benevento (3), Caserta (7), Salerno (6). EMILIA ROMAGNA 25 Bologna (3). Forlì-Cesena (1), Ferrara (3), Modena (4), Parma (4), Piacenza (3), Ravenna (4), Reggio Emilia (3), Rimini (). PIEMONTE 23 Torino (8), Alessandria (2), Asti (2), Biella (1), Cuneo (8), Novara (), Verbano-Cusio-Ossola (1) Vercelli (1) TOSCANA 20 Firenze (2), Arezzo (), Grosseto (4), Livorno (3), Lucca (2), Massa Carrara (1), Pisa (5), Pistoia (1), Siena () Prato (1). LAZIO 19 Roma (6), Viterbo (6) Frosinone (2) Latina (5) Rieti (). PUGLIA 18 Bari (4), BAT (1), Brindisi (4), Foggia (3), Lecce (5) Taranto () CALABRIA 16 Catanzaro (2), Cosenza (8), Crotone (1), Reggio Calabria (3) Vibo Valentia (2) LIGURIA 11 Genova (3), Imperia (2), La Spezia (1), Savona (5). MARCHE 11 Ancona (2), Macerata (1), Fermo (), Pesaro-Urbino (6), Ascoli Piceno (2). SARDEGNA 9 Cagliari (3), Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (), Ogliastra (), Olbia-Tempio (), Oristano (3), Sassari (3). Sulcis inglesiente () UMBRIA 8 Perugia (5) Terni (3). FRIULI VENEZIA GIULIA 7 Trieste (2), Gorizia (1), Pordenone (), Udine (4). TRENTINO ALTO ADIGE 6 Trento (1), Bolzano (5).  Molise 6 Campobasso (3), Isernia (3) BASILICATA 1 Potenza (1) Matera () VALLE D’AOSTA ()
I morti sulle autostrade e all’estero non sono a carico delle province
Molte delle vittime del terremoto in Emilia erano lavoratori rimasti schiacciati per il crollo dei capannoni. Lo stesso terremoto che ha colpito l’Umbria e le Marche ha evidenziato che i capannoni industriali in Italia sono per la maggior parte a rischio sismico. E’ un miracolo che non ci siano stati morti nella cartiera a Pioraco di Macerata. Il tetto è crollato nel cambio turno, nella fabbrica stavano lavorando solo 20 persone che sono riuscite a scappare. L’intero tetto della sala macchine è crollato. In questa fabbrica ci lavorano complessivamente 146 lavoratori e se fossero stati tutti all’interno ci sarebbe stata una strage. E’ un miracolo, come nel terremoto in Emilia che pur provocando vittime tra i lavoratori è capitato di notte e in orari dove nelle fabbriche ci lavoravano pochissime persone. La maggioranza dei capannoni industriali in Italia sono stati costruiti in anni dove non si teneva in nessun conto del rischio sismico. Tantissimi di questi capannoni hanno le travi SOLO appoggiate sulle colonne e nel caso di terremoti possono muoversi dall’appoggio e crollare.
Se non si comincia a farli mettere in sicurezza è a rischio la vita di chi ci lavora sotto, e parliamo di milioni di lavoratori. Del resto con incentivi e detassazioni si potrebbero mettere tutti in sicurezza con una spesa non eccessivamente alta.
Report morti sul lavoro nell’intero 2016
Nel 2016 sono morti 641 lavoratori sui luoghi di lavoro e oltre 1400 se si considerano i morti sulle strade e in itinere (stima minima per l’impossibilità di conteggiare i morti sulle strade delle partite iva individuali e dei morti in nero), e di altre innumerevoli posizioni lavorative, ricordando che solo una parte degli oltre 6 milioni di Partite Iva individuali sono assicurate all’INAIL. L’unico parametro valido per confrontare i dati dell’INAIL e di chi li utilizza per fare analisi, e dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sono i morti per infortuni INAIL SENZA MEZZO DI TRASPORTO, e confrontare quanti ne registra in più l’Osservatorio. Si ha così il numero reale delle morti per infortuni sui LUOGHI DI LAVORO IN ITALIA e non solo degli assicurati INAIL.
Grazie amici di facebook che a centinaia visitate questo sito ogni giorno

Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente d Bologna morti sul lavoro, attivo dal 1° gennaio 2008 http://cadutisullavoro.blogspot.it

venerdì 28 luglio 2017

Ma tanti morti sul lavoro spariscono dalle statistiche ogni anno se si prendono in considerazione tutti i morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL. Succede anche quest'anno e nessuno va a vedere perchè. Neppure chi in Parlamento fa opposizione. Perchè?

leggere questo rapporto mi fa apparire l'Italia un paese fantastico. Faccio un esempio: si parla di un calo delle denunce: che poi alla fine dell'anno vengono quasi dimezzate (è così ogni anno il mancato riconoscimento da parte dell'INAIL di queste denunce come infortuni sul lavoro). questo solo perchè non sono assicurate all'INAIL?.Un altro esempio: viene scritto che sono morti "solo" 56 agricoltori. io ne ho monitorati 92 schiacciati dal trattore, se poi ci aggiungo gli alt...
Altro...
Confermato il trend in calo delle denunce relative a patologie lavoro-correlate: -3,5%
ILVELINO.IT

mercoledì 26 luglio 2017

Muore operaia mentre esce col motorino dalla fabbrica: le donne muoiono numerosissime in itinere a causa del doppio e triplo lavoro che svolgono tra casa e uffucio/fabbrica. la stanchezza le uccide sulla strade

Un'altra donna è morta per infortunio sul lavoro: si tratta di Luigina Lucchiari di 59 anni. Le notizie sono ancora vaghe. sembra che sia morta dopo aver sbattuto contro un cancello col motorino mentre usciva dalla fabbrica. La tragedia in una fabbrica del padovano. Proprio in questi giorni avevo postato che tante donne muoiono sulle strade e in itinere per la stanchezza accumulata per i carichi di lavoro, sul posto di lavoro e a casa. Mandiamogli un segnale fortissimo: non voteremo più nessuno di loro alle prossime elezioni. In Parlamento mandiamo
operai, impiegati, tecnici, precari, disoccupati, artigiani e casalinghe. Basta fare gli utili idioti. Comunque la pensiate mandate uno di voi. In Francia, Inghilterra, Spagna e Stati Uniti il segnale è stato fortissimo. Sarà così anche in Italia.Ieri ci sono stati altri tre morti sul lavoro: due di questi sono pescatori morti in mare. La quarta un manutentore stradale morto mentre raccoglieva i "birilli".

lunedì 24 luglio 2017

Se undici morti sui luoghi di lavoro negli utimi tre giorni non fanno inorridire la nostra classe politica di tutti i partiti e la classe dirigente di questo Paese cosa possiamo fare? Speriamo che alle prossime elezioni gli italiani si ricordino di loro, del loro menefreghismo, che verifichino se i "nominati" dai partiti siano già stati in Parlamento. Altre undici famiglie piangono i propri cari morti lavorando

24 luglio 2017 Sono undici i lavoratori morti in soli tre giorni: tre di questi schiacciati dal trattore, così si "recupera" la mancanza di morti in modo così orribile nei giorni precedenti. Sono morti a causa di questo mezzo mortale Massimo Riminucci nella provincia di Pesaro Urbino, Giovanni R. nella provincia di Benevento e Paolo Palma in quella di Caserta: quest'ultimo è finito in un corso d'acqua dopo che il trattore si è ribaltata. Sono 91 gli agricoltori morti con questo mezzo dall'inizio dell'anno e 494 da quando è ministro delle Politiche Agricole Martina. Ma sono state altre otto le  morti    qua e là per l'Italia. Gli altri morti nelle province di Sondrio, Perugia, Parma, Bergamo, Isernia, Napoli, Brindisi, un imprenditore morto in Italia ma  era stato vittima di un infortunio in Tunisia pochi giorni fa.  Altre undici famiglie piangono i propri morti per infortunio sul lavoro, già più di ottocento le vittime anche quest'anno se si aggiungono anche i morti in itinere

venerdì 21 luglio 2017

Non si può far morire gli angeli per infortunio sul lavoro. L'ingegnere Lisa Picozzi è diventata il simbolo dell'otto marzo e delle donne morte per infortunio sul lavoro

Lisa Picozzi, un angelo andata in cielo, inaccettabile morire per infortunio sul lavoro. l'8 AGOSTO a Bologna ci sarà la commemorazione della strage di Maricinelle dove morirono tantissimi minatori italiani in una miniera belga. nell'occasione Marianna Viscardi Parlerà dell'infortunio mortale che ha coinvolto sua figlia l'ingegnere Lisa Picozzi morta per infortunio sul lavoro. Lisa, giovane, bella e sportiva è diventata un simbolo dell'otto marzo .Care donne, in tante avete una sensibilità enorme verso le tragedie delle morti sul lavoro, sono dieci anni che lo vedo. Fate sentire la vostra vicinanza a Mamma Marianna, Sono tantissime le donne che muoiono per infortunio sul lavoro: soprattutto in itinere. Questo per l'eccessivo carico di lavoro.  Le donne tra lavoro nelle fabbriche, begli uffici ecc. e quelli di casa. Lavorano il doppio degli uomini e quando sono al volante sono spesso stanche e stressate. Occorre rivedere tutta la normativa sugli infortuni sul lavoro. Fare diventare l'itinere come prioritario nella lotta contro gli infortuni sul lavoro.

mercoledì 19 luglio 2017

Martino Maggi, un eroe della porta accanto.


Un bagnino di Ostuni Martino Maggi è morto mentre cercava di salvare una bimba di 11 anni.l Un turista inglese era andato ad aiutare la figlia e il padre in difficoltà nel mare molto mosso, a Ostuni.  Martino Maggi di 49 anni è intervenuto per soccorrere il padre che era più in difficoltà.   È stato trascinato, a sua volta, a fondo. Sono morti entrambi, uno direttamente in acqua e l’altro appena riportato a riva. Salvi nonno e nipotina. La disgrazia a metà mattinata,

martedì 18 luglio 2017

Le balle che tutti fanno finta di credere. I morti per infortuni aumentano da dieci anni. Ma chisssenefrega, tanto a morire sono per la maggioranza terroni (come me anche al nord), agricoltori anche in tarda età, artigiani e stranieri.

La strage continua, anche oggi 18 luglio 2017. sono stati cinque i morti sul lavoro in Italia. Non poteva mancare il "solito" agricoltore schiacciato dal trattore in provincia di Alessandria, e sono 88 dall'inizio dell'anno a morire in modo così atroce. Smetto di cercare di svegliare la coscienza dei responsabili delle  politiche agricole. Tanto non serve a niente, l'agricoltore chi????? Ha perso la vita anche un installatore di condizionatori cadendo dall'alto nella provincia di Lecce, aveva solo 44 anni. Ha perso la vita  un macedone di 50 anni nella provincia di Lecco, è crollato un muro di contenimento.. In quel di Lucca è morto dopo molti giorni di agonia un geometra 57enne. In provincia di Napoli, a causa del'incendio è morto sul tetto di un capannone, per cercare di fuggire dalle fiamme  un 57enne. Insomma l'Italia è in una condizione pietosa e si capisce anche perchè. Se non è capace di tutelare e cercare di proteggere la vita dei propri lavoratori come può occuparsi adeguatamente di tutto il resto? Il problema è sempre lo stesso: la mancanza di rappresentanza in parlamento dei lavoratori dipendenti. dentro c'è di tutto ma nessuno che viene dal mondo del lavoro.

lunedì 17 luglio 2017

Altri tre morti due di questi schiacciati dal trattore

Ancora tre morti sui luoghi di lavoro : tutti e tre schiacciati da mezzi. Due sono agricoltori schiacciati dal trattore nelle province di Treviso e di Lecce dove a perdere la vita è stato Antonio Specchia un 34enne. Non si conoscono le generalità della vittima della provincia di Treviso. E' stato invece un negoziante a morire in provincia di Caserta, anche lui schiacciato da un muletto mentre stava movimentando del materiale. Avanti così, caro nostro Paese che non si merita una classe dirigente così menefreghista

venerdì 14 luglio 2017

Ancora morti sul lavoro. Tanti altri "nessuno" sono morti per infortuni sul lavoro

Un operaio della Sirti è morto e altri due suoi colleghi sono rimasti feriti sull'autostrada A2 della Salerno Reggio Calabria nei pressi di Lauria. sono stati investiti da un camion quando erano sulla corsi d'emergenza. La vittima aveva 51 anni. Massimo Paglialunga è morto fulminato in un'azienda della provincia di Bari mentre la stavano ristrutturando, aveva 41 anni. Nelle province di Foggia e di Ancona sono morti schiacciati dal trattore altri due lavoratori. nella provincia di Foggia alla guida del trattore c'era una donna e stava trasportando sul mezzo la madre che è stata sbalzata fuori ed è morta sul colpo. Nella provincia di Chieti un giovane agricoltore di 36 anni è morto per uno choc anafilattico. Insomma un panorama desolante quello del mondo del lavoro in Italia e nessuno che prende a mano la situazione, sembra che questa strage non interessi nessuno e nessun one  è responsabile. Ma sono "nessuno" i tanti lavoratori che muoiono dimenticati da tutti

mercoledì 12 luglio 2017

Per quanti lavoratori suonerà la campana oggi? Morti altri tre lavoratori anche ieri, si raddoppiano se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere

Quanti saranno oggi i lavoratori che perderanno la vita? Non passa giorno senza avere 3/4 lavoratori che perdono la vita ogni giorno. Anche ieri sono stati tre sui LUOGHI DI LAVORO.Uno stillicidio continuo che lascia indifferente la nostra classe dirigente e soprattutto la politica che dovrebbe occuparsene. Ci dicono che i morti per infortuni calano ogni anno, ma in realtà crescono sempre. ma meglio credere dove e a chi fa più comodo. Ho voluto  fare riferimento a un vecchio film sulla guerra civile spagnola. I lavoratori ogni giorno partono per la guerra e non sanno mai se torneranno a casa.

i morti di ieri: in provincia di Reggio Calabria ha perso la vita Roberto Guadagnino di 50 anni, è rimasto travolto dall'albero che tagliava. In provincia di Alessandria è morto dopo 12 giorni di agonia Carlo Castelli colpito il 30 giugno da un braccio meccanico, anche lui era un cinquantenne. In provincia di palermo è morto il 31enne Giorgio Ciacimino, travolto dal suo camion che dopo una rottura di freni l'ha travolto. Per fortuna ieri non c'è stato il solito agricoltore morto schiacciato dal trattore

martedì 11 luglio 2017

Gli agricoltori sono figli di un dio minore? nessuna fa niente per salvaguardarne la vita, Altri due schiacciati dal trattore negli ultimi due giorni

Altri due nelle ultime 48 ore
Le morti verdi provocate dal trattore

Strage continua, sono già 81 dall’inizio dell’anno gli agricoltori morti schiacciati dal trattore. A questi occorre aggiungere tanti altri che sono morti o perché trasportati a bordo (anche bambini) o per le strade a causa di incidenti provocati da questo mezzo. Nelle ultime 48 ore ne sono morti altri due in modo così terribile. Da quando nel 2014 si insediò il Governo Renzi, poi Gentiloni sono morti in modo così atroce ben 492 guidatori di questo mezzo mortale.  Tra l’altro il parlamento ha rinviata per l’ennesima volta la legge europea che obbliga chi giuda questo mezzo mortale a sottoporsi a un esame che ne verifichi l’idoneità alla guida. Un morto su cinque sui luoghi di lavoro di tutte le categorie è causato dal ribaltamento del trattore.  Occorrerebbe (ma lo scriviamo da tanti anni senza nessun risultato) che chi ci governa faccia una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo. E chi di dovere metta a disposizione forti incentivi per mettere in sicurezza i vecchi trattori.

lunedì 10 luglio 2017

E arriviamo a contare l'incredibile numero di 80 agricoltori schiacciati dal trattore dall'inizio dell'anno

Con la morte oggi del giovane agricoltore Davide Squillace che aveva solo 37 anni arriviamo a contare ottanta morti schiacciati dal trattore dall'inizio dell'anno. Ormai arriviamo a contare 500 agricoltori morti schiacciati da questo mezzo da quando nel 2014 si insediò il Governo Renzi, Non commento e non critico più chi dovrebbe occuparsi e non lo fa. L'ho fatto innumerevoli volte, ma è solo uno sprecare di parole. La tragedia che ha colpito Squillace è’ avvenuta nella tarda serata di domenica in un terreno di proprietà della vittima, i tra i Comuni di Camini e Stignano nella provincia di Reggio calabria:   stava arando il terreno, conducendo un trattore, quando probabilmente a causa di un dislivello, lo sfortunato 37enne è stato catapultato fuori dal trattore e schiacciato dal mezzo che lo ha ucciso sul colpo, 

giovedì 6 luglio 2017

Basta balle. Mai tanti morti sul lavoro come nel 2016 e 2017. Altro che cali. Continua la strage di agricoltori e edili

Chi riceve questa mail e legge questo post deve sapere che non c’è stato nessun calo dei morti sul lavoro nel 2016 e che da quando è stato aperto l’osservatorio indipendente di Bologna morti sul lavoro il 1° gennaio 2008 i morti non sono mai calati. Noi registriamo tutti i morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL. Nel 2016 sono stati oltre 1400 se si prendono in considerazione tutti i morti sul lavoro. Solo sui luoghi di lavoro ne abbiamo registrati 641, l’ultimo del 2016 Diego Capelli  morto il 29 dicembre in provincia di Novara. Nel 2016 l’INAIL ha ricevuto 1104 denunce di lavoratori morti sul lavoro ma ne ha riconosciuti come tali 612. E gli altri sono resuscitati? Sappiano i cittadini che ricevano questa mail che i rapporti come questi sono mandati a innumerevoli politici del governo e dell’opposizione, ma che a nessuno di loro interessa approfondire. Questo perché a “loro” la vita di chi lavora non interessa. Se avessimo in parlamento persone serie salterebbero sulla sedia (meglio dire sulla poltrona) e andrebbero a verificare questa incongruenza sul reale numero di morti sul lavoro. Ma per loro la vita di chi lavora è un argomento poco importante. Davvero desolante essere nelle loro mani. Anche ieri sono tre gli agricoltori morti schiacciati dal trattore, arriviamo a contarne già 78 dall’inizio dell’anno morti in modo così orribile e 489 da quando abbiamo come Ministro delle Politiche Agricole Martina. Ma anche qui senti le opposizioni “abbaiare” su tutto, ma su questa carneficina nessuno che chiede a questo ministro cosa stia facendo per questa autentica piaga, dovuta soprattutto alla loro indifferenza. Pochi mesi fa è stata rinviata per l’ennesima volta una legge europea per l’obbligo di un patentino per questo mezzo mortale. E’ stata approvata in tutta Europa e la legge è del 2003. Nelle ultime 24 ore altri cinque lavoratori hanno perso la vita sui luoghi di lavoro. Oltre i tre agricoltori sono morti anche un polacco di 45 anni Krzysztof Boguslaw Kurpan, morto tra atroci sofferenze dopo che tre mesi fa era stato ustionato in un’azienda della provincia id Pisa. In provincia di Catania è morto schiacciato da una betoniera Daniele Cristaldi.

martedì 4 luglio 2017

3 morti sul lavoro, anche luglio non è iniziato bene

Già tre morti sul lavoro a luglio. Due di questi in veneto dove hanno perso  la vita Massimo Canel, schiacciato dal trattore  di 50 anni. Si  legge che anche suo padre ha perso la vita in modo così orribile. Sono già 75 i morti provocati da questo mezzo dall'inizio dell'anno e 486 da quando è Ministro delle Politiche Agricole Martina. L'altra vittima in veneto è un imprenditore edile siciliano. Antonio Triste è morto fulminato mentre stava ristrutturando un capannone, la sua gru ha colpito i cavi dell'alta tensione. La terza vittima un giovane giardiniere di 28 anni che è morto anche lui fulminato. con i morti sulle strade e in itinere si superano già abbondantemente i 700 morti complessivi

lunedì 3 luglio 2017

Strage continua.mai tanti morti per infortuni sui luoghi di lavoro da quando dieci anni fa è stato aperto l'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it
3 luglio 2017 339 morti sui luoghi di lavoro
Nei primi sei mesi dell’anno sono morti sui LUOGHI DI LAVORO 338 lavoratori, erano 304 nei primi sei mesi del 2016. Registriamo quindi un aumento di oltre il 10% rispetto all’anno scorso e l’aumento è rilevante anche senza le tragedie di Rigopiano e dell’elicottero precipitato in Abruzzo. Erano 291 il 30 giugno del 2008 anno d’apertura dell’Osservatorio + 12,5%. Chi tutti gli anni, per ingannare i cittadini, dice che ci sono stati cali, nasconde la verità, se si prendono in considerazione tutti i morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL. Del resto in base a questi cali inesistenti si sono fatte leggi contro la Sicurezza dei lavoratori. Occorre anche ricordare che almeno altrettanti sono i lavoratori che muoiono in itinere ogni anno. Complessivamente quest’anno sono oltre 700 i morti per infortuni in Italia compreso l’itinere. L’anno scorso in Europa sono stati 10.000 i lavoratori morti mentre andavano o tornavano dal lavoro (indagine europea). Tantissime le donne sovraccaricate di lavoro oltre che sul posto, anche dalla famiglia e dai lavori domestici e quando in itinere sono alla guida di un automobile hanno spesso incidenti anche mortali. Molti infortuni poi non vengono riconosciuti come tali a causa della normativa specifica dell’itinere. E quando andate a vedere ogni anno le denunce per infortuni pervente all’INAIL vi accorgete che poi successivamente non vengono riconosciute come morti sul lavoro mediamente il 30% delle denunce per infortuni mortali. Occorre ricordare che anche quest’anno, come i precedenti, che un lavoratore su cinque muore travolto dal trattore che guida. Ma nonostante i nostri continui appelli, lanciati ogni anno prima che ricominci la strage, chi dovrebbe occuparsene non lo fa, seppure avvertiti attraverso mail. Evidentemente sono impegnati in cose ben più gravi che la vita dei nostri agricoltori quali il posizionamento personale alle prossime elezioni politiche.
Ma con questa casta parlamentare, nessuno escluso, parlare della vita di chi lavora e come parlare di niente.   Sono la Lombardia e il Veneto a pari demerito ad avere fino a questo momento il maggior numero di morti sui LUOGHI DI LAVORO. Le percentuali delle morti nelle varie categorie sono sempre quelle tutti gli anni. L’agricoltura ha sempre più del 30% delle morti sul totale, segue l’edilizia che supera ogni anno il 20%. Poi l’industria e l’autotrasporto che si contendono sempre il terzo e quarto posto in questa triste classifica. Ma queste due categorie sono sempre sotto il 10%, nonostante milioni di addetti. Gli stranieri morti per infortuni sui luoghi di lavoro sono in questo momento il 10,5% sul totale. E’ spaventoso pensare che i nostri giovani non trovano lavoro e si è innalzata l’età per andare in pensione di molti anni anche a chi svolge lavori pericolosi. Anche quest’anno il 31% dei morti sui LUOGHI DI LAVORO ha dai 61 anni in su.
La legge Fornero ha contribuito a far morire lavoratori che a quell’età dovevano essere già in pensione e che sono morti a causa degli acciacchi e dei riflessi poco pronti. Adesso cercano di correre ai ripari, ma quando lo scrivevamo anche prima che entrasse in vigore la “Fornero” nessun parlamentare ascoltava e rispondeva alle mail. Tanto la casta mica ha parenti che vanno sui tetti o che fanno gli autotrasportatori, o ancora che guidano un trattore o lavorano su macchinari pericolosi. Politici parlamentari, dovreste solo vergognarvi ad aver contribuito a questa carneficina. Gli infermieri, i medici e il personale sanitario muoiono numerosissimi sulle strade a causa dell’eccessivo carico di lavoro. Lavoratori che distrutti dalla fatica e dallo stress si mettano alla guida di un’automobile rischiando spesso la vita come le cronache e le statistiche raccontano. Si legge che i medici e gli infermieri sono le categorie più a rischio sulle strade. Eppure anche qui ci sono delle leggi europee che dovrebbero tutelare questi lavoratori sull’orario massimo da non superare, ma che vengono spesso disattese per carenza di personale e per i tagli alla Sanità, e per fortuna per moltissimi, il loro lavoro è ancora dedizione e cura dei pazienti, viene considerato ancora una missione. Potrei continuare ma mi fermo qui, questo Paese davvero si merita questa classe dirigente? Io credo di no, e questi dieci anni di monitoraggio hanno visto l’indifferenza di chi ci governa, prova ne è anche l’aumento dei morti sul lavoro.  Nessuna differenza tra destra e sinistra. Stessa indifferenza. Purtroppo chi lavora non ha nessuna rappresentanza parlamentare ed è questa la vera anomalia: un parlamento dove comandano e fanno le leggi i lobbysti che di sicuro non hanno a cuore il lavoro dipendente.

Report morti per infortuni sui luoghi di lavoro dal 1°gennaio al 3 luglio 2017
Dall’inizio dell’anno sono morti sui luoghi di lavoro 339 lavoratori. Con i morti sulle strade e in itinere che sono considerati a tutti gli effetti morti sul lavoro si superano i 700 morti complessivi (ricordiamo che nell’intera Europa sono 10.000 i lavoratori morti l’anno scorso in itinere, e tra questi moltissime donne e impiegati che apparentemente non svolgono un lavoro pericoloso). Come vedete nessun calo delle morti per infortuni sui LUOGHI DI LAVORO, anzi, un aumento costante in questi dieci anni nonostante vogliono farci credere il contrario, e questo per giustificare l’incredibile massa di denaro speso per la Sicurezza in questi anni.
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Le morti verdi provocate dal trattore
Strage continua, sono già 75 dall’inizio dell’anno gli agricoltori morti schiacciati dal trattore. A questi occorre aggiungere tanti altri che sono morti o perché trasportati a bordo (anche bambini) o per le strade a causa di incidenti provocati da questo mezzo. L’ultimo morto in modo così atroce Massimo Canel in provincia di Treviso, aveva solo 50 anni. Martina batta finalmente un colpo su queste tragedie. Da quando è ministro sono morti schiacciati da questo mezzo 500 guidatori di trattori. Tra l’altro il parlamento ha rinviata per l’ennesima volta la legge europea che obbliga chi giuda questo mezzo mortale a sottoporsi a un esame che ne verifichi l’idoneità alla guida. Un morto su cinque sui luoghi di lavoro di tutte le categorie è causato dal ribaltamento del trattore. Ma se dal Paese non si alza un moto d’indignazione per la loro indifferenza, verso chi ci governa o che è all’opposizione, nulla cambierà. Nelle televisioni pubbliche trasmissioni pagate coi soldi dei contribuenti, mi riferisco a trasmissioni come “Linea verde”, fanno vedere idilliache terre incontaminate dove gli animali pascolano felici, ma mai che si occupano dell’altra faccia della medaglia: i tantissimi morti che ci sono sui campi e il colore rosso della terra impregnata dal sangue dei nostri agricoltori.  Occorrerebbe (ma lo scriviamo da tanti anni) che chi ci governa faccia una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo. E chi di dovere metta a disposizione forti incentivi per mettere in sicurezza i vecchi trattori.
Morti nelle Regioni e Province italiane nel 2017 per ordine decrescente, sono esclusi dalle province i morti sulle autostrade e all’estero.
N.B i morti segnalati nelle Regioni sono solo quelli sui LUOGHI DI LAVORO. Con le morti sulle strade e in itinere gli infortuni mortali in ogni provincia e regione sono mediamente il 120% in più ogni anno
VENETO 34 Venezia (5), Belluno (), Padova (1), Rovigo (5), Treviso (54), Verona (10), Vicenza (8). LOMBARDIA 33 Milano (6), Bergamo (2), Brescia (6), Como (1), Cremona (1), Lecco (2), Lodi (2), Mantova (3), Monza Brianza (4), Pavia (3), Sondrio (3), Varese () ABRUZZO 27 L'Aquila (7), Chieti (3), Pescara (12) Teramo (5) SICILIA 23 Palermo (3), Agrigento (5), Caltanissetta (), Catania (1), Enna (2), Messina (1), Ragusa (3), Siracusa (1), Trapani (7). EMILIA ROMAGNA 23 Bologna (3). Forlì-Cesena (1), Ferrara (3), Modena (4), Parma (3), Piacenza (2), Ravenna (4), Reggio Emilia (3), Rimini (). PIEMONTE 21 Torino (8), Alessandria (), Asti (2), Biella (1), Cuneo (8), Novara (), Verbano-Cusio-Ossola (1) Vercelli (1) CAMPANIA 21 Napoli (7), Avellino (1), Benevento (2), Caserta (5), Salerno (6). LAZIO 18 Roma (6), Viterbo (5) Frosinone (2) Latina (5) Rieti (). TOSCANA 16 Firenze (2), Arezzo (), Grosseto (3), Livorno (3), Lucca (1), Massa Carrara (1), Pisa (4), Pistoia (1), Siena () Prato (1). PUGLIA 11 Bari (3), BAT (), Brindisi (2), Foggia (2), Lecce (3) Taranto () CALABRIA 11 Catanzaro (2), Cosenza (6), Crotone (1), Reggio Calabria (1) Vibo Valentia (1) LIGURIA 9 Genova (2), Imperia (1), La Spezia (1), Savona (5). MARCHE 9 Ancona (2), Macerata (1), Fermo (), Pesaro-Urbino (5), Ascoli Piceno (1). SARDEGNA 8 Cagliari (2), Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (), Ogliastra (), Olbia-Tempio (), Oristano (3), Sassari (3). Sulcis inglesiente () FRIULI VENEZIA GIULIA 7 Trieste (2), Gorizia (1), Pordenone (), Udine (4).  TRENTINO ALTO ADIGE 6 Trento (1), Bolzano (5). UMBRIA 6 Perugia (4) Terni (2). Molise 5 Campobasso (3), Isernia (2) BASILICATA 1   Potenza (1) Matera () VALLE D’AOSTA ()
I morti sulle autostrade e all’estero non sono a carico delle province

Molte delle vittime del terremoto in Emilia erano lavoratori rimasti schiacciati per il crollo dei capannoni. Lo stesso terremoto che ha colpito l’Umbria e le Marche ha evidenziato che i capannoni industriali in Italia sono per la maggior parte a rischio sismico. E’ un miracolo che non ci siano stati morti nella cartiera a Pioraco di Macerata. Il tetto è crollato nel cambio turno, nella fabbrica stavano lavorando solo 20 persone che sono riuscite a scappare. L’intero tetto della sala macchine è crollato. In questa fabbrica ci lavorano complessivamente 146 lavoratori e se fossero stati tutti all’interno ci sarebbe stata una strage. E’ un miracolo, come nel terremoto in Emilia che pur provocando vittime tra i lavoratori è capitato di notte e in orari dove sotto e fabbriche ci lavoravano pochissime persone. La maggioranza dei capannoni industriali in Italia sono stati costruiti in anni dove non si teneva in nessun conto del rischio sismico. Tantissimi di questi capannoni hanno le travi SOLO appoggiate sulle colonne e nel caso di terremoti possono muoversi dall’appoggio e crollare.
 Se non si comincia a farli mettere in sicurezza è a rischio la vita di chi ci lavora sotto, e parliamo di milioni di lavoratori. Del resto con incentivi e detassazioni si potrebbero mettere tutti in sicurezza con una spesa non eccessivamente alta.
Report morti sul lavoro nell’intero 2016
Nel 2016 sono morti 641 lavoratori sui luoghi di lavoro e oltre 1400 se si considerano i morti sulle strade e in itinere (stima minima per l’impossibilità di conteggiare i morti sulle strade delle partite iva individuali e dei morti in nero), e di altre innumerevoli posizioni lavorative, ricordando che solo una parte degli oltre 6 milioni di Partite Iva individuali sono assicurate all’INAIL. L’unico parametro valido per confrontare i dati dell’INAIL e di chi li utilizza per fare analisi, e dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sono i morti per infortuni INAIL SENZA MEZZO DI TRASPORTO, e confrontare quanti ne registra in più l’Osservatorio. Si ha così il numero reale delle morti per infortuni sui LUOGHI DI LAVORO IN ITALIA e non solo degli assicurati INAIL.
Grazie amici di facebook che a centinaia visitate questo sito ogni giorno

Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente d Bologna morti sul lavoro, attivo dal 1° gennaio 2008 http://cadutisullavoro.blogspot.it

sabato 1 luglio 2017

Mai tanti morti sul lavoro da quando dieci anni fa è stato aperto l'Osservatorio

Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it
Dall’inizio dell’anno sono morti sui LUOGHI DI LAVORO 338 lavoratori, erano 304 nei primi sei mesi del 2016. Registriamo quindi un aumento di oltre il 10% rispetto all’anno scorso e l’aumento è rilevante anche senza le tragedie di Rigopiano e dell’elicottero precipitato in Abruzzo. Erano 291 il 30 giugno del 2008 anno d’apertura dell’Osservatorio + 12,5%. Chi tutti gli anni, per ingannare i cittadini, dice che ci sono stati cali, nasconde la verità, se si prendono in considerazione tutti i morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL. Del resto in base a questi cali inesistenti si sono fatte leggi contro la Sicurezza dei lavoratori. Occorre anche ricordare che almeno altrettanti sono i lavoratori che muoiono in itinere ogni anno. Complessivamente quest’anno sono oltre 700 i morti per infortuni in Italia compreso l’itinere. L’anno scorso in Europa sono stati 10.000 i lavoratori morti mentre andavano o tornavano dal lavoro (indagine europea). Tantissime le donne sovraccaricate di lavoro oltre che sul posto, anche dai lavori domestici e quando sono alla guida di un automobile hanno spesso incidenti anche mortali. Molti di infortuni poi non vengono riconosciuti come tali a causa della normativa specifica dell’itinere. E quando andate a vedere ogni anno le denunce per infortuni fatte all’INAIL vi accorgete che poi successivamente non vengono riconosciute come morti sul lavoro mediamente il 30% dei morti per infortuni. Occorre ricordare che anche quest’anno, come i precedenti, che un lavoratore su cinque muore travolto dal trattore che guida. Ma nonostante i nostri continui appelli, lanciati ogni anno prima che cominci la strage, chi dovrebbe occuparsene non lo fa, seppure avvertiti attraverso mail. Evidentemente impegnati in cose ben più gravi che la vita dei nostri agricoltori quali il posizionamento personale alle prossime elezioni politiche.
Ma con questa casta parlamentare, nessuno escluso, parlare della vita di chi lavora e come parlare di niente.   Sono la Lombardia e il Veneto a pari demerito ad avere fino a questo momento il maggior numero di morti sui LUOGHI DI LAVORO. Le percentuali nelle varie categorie sono sempre quelle tutti gli anni. L’agricoltura ha sempre più del 30% delle morti sul totale, segue l’edilizia che supera sempre il 20%. Poi l’industria e l’autotrasporto che si contendono sempre il terzo e quarto posto in questa triste classifica. Ma queste due categorie sono sempre sotto il 10%, nonostante milioni di addetti. Gli stranieri morti per infortuni sui luoghi di lavoro sono il 10,5% sul totale. E’ spaventoso pensare che i nostri giovani non trovano lavoro e si è innalzata l’età della pensione di molti anni anche a chi svolge lavori pericolosi. Anche quest’anno il 31% dei morti sui LUOGHI DI LAVORO ha dai 61 anni in su.
La legge Fornero ha contribuito a far morire lavoratori che a quell’età dovevano essere già in pensione e che sono morti a causa degli acciacchi e dei riflessi poco pronti. Adesso cercano di correre ai ripari, ma quando lo scrivevamo anche prima che entrasse in vigore la “Fornero” nessuno ascoltava. Tanto la casta mica ha parenti che vanno sui tetti o che fanno gli autotrasportatori, o ancora che guidano un trattore o lavorano su macchinari pericolosi. Politici parlamentari, dovreste solo vergognarvi ad aver contribuito a questa carneficina. Gli infermieri, i medici e personale sanitario muoiono numerosissimi sulle strade a causa dell’eccessivo carico di lavoro. Lavoratori che distrutti dalla fatica e dallo stress si mettano alla guida di un’automobile rischiando spesso la vita come le cronache e le statistiche raccontano? Si legge che i medici e gli infermieri sono le categorie più a rischio sulle strade. Eppure anche qui ci sono delle leggi europee che dovrebbero tutelare questi lavoratori sull’orario massimo da non superare, ma che vengono spesso disattese per carenza di personale e per i tagli alla Sanità e per fortuna per moltissimi il loro lavoro è ancora dedizione e cura dei pazienti. Potrei continuare ma mi fermo qui, questo Paese davvero si merita questa classe dirigente? Io credo di no, e questi dieci anni di monitoraggio hanno visto l’indifferenza di chi ci governa, prova ne è anche l’aumento dei morti sul lavoro.  Nessuna differenza tra destra e sinistra. Stessa indifferenza. Purtroppo chi lavora non ha nessuna rappresentanza parlamentare ed è questa la vera anomalia: un parlamento dove comandano e fanno le leggi i lobbysti.

Report morti per infortuni sui luoghi di lavoro dal 1°gennaio al 30 giugno 2017
Dall’inizio dell’anno sono morti sui luoghi di lavoro 338 lavoratori. Con i morti sulle strade e in itinere che sono considerati a tutti gli effetti morti sul lavoro si superano i 700 morti complessivi (ricordiamo che nell’intera Europa sono 10.000 i lavoratori morti l’anno scorso in itinere, e tra questi moltissime donne e impiegati che apparentemente non svolgono un lavoro pericoloso). Come vedete nessun calo delle morti per infortuni sui LUOGHI DI LAVORO, anzi, un aumento costante in questi dieci anni nonostante vogliono farci credere il contrario, e questo per giustificare l’incredibile massa di denaro speso per la Sicurezza in questi anni.
L'Osservatorio indipendente di Bologna è su Facebook
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Le morti verdi provocate dal trattore
Strage continua, sono già 74 dall’inizio dell’anno gli agricoltori morti schiacciati dal trattore. A questi occorre aggiungere tanti altri che sono morti o perché trasportati a bordo (anche bambini) o per le strade a causa di incidenti provocati da questo mezzo. Martina batta finalmente un colpo su queste tragedie. Da quando è ministro sono morti schiacciati da questo mezzo 500 morti provocati dal trattore. Un morto su cinque sui luoghi di lavoro di tutte le categorie è causato dal ribaltamento del trattore. Gli ultimi ieri a Modena e Verona. Ma se dal Paese non si alza un moto d’indignazione per la loro indifferenza, verso chi ci governa o che è all’opposizione, nulla cambierà. Nelle televisioni pubbliche trasmissioni pagate coi soldi dei contribuenti, fanno vedere idilliache terre incontaminate dove gli animali pascolano felici, ma mai che si occupano dell’altra faccia della medaglia: i tantissimi morti che ci sono sui campi e il colore rosso della terra impregnata dal sangue dei nostri agricoltori.  Occorrerebbe (ma lo scriviamo da tanti anni) che chi ci governa faccia una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo. E chi di dovere metta a disposizione forti incentivi per mettere in sicurezza i vecchi trattori.
Morti nelle Regioni e Province italiane nel 2017 per ordine decrescente, sono esclusi dalle province i morti sulle autostrade e all’estero.
N.B i morti segnalati nelle Regioni sono solo quelli sui LUOGHI DI LAVORO. Con le morti sulle strade e in itinere gli infortuni mortali in ogni provincia e regione sono mediamente il 120% in più ogni anno
LOMBARDIA 33 Milano (6), Bergamo (2), Brescia (6), Como (1), Cremona (1), Lecco (2), Lodi (2), Mantova (3), Monza Brianza (4), Pavia (3), Sondrio (3), Varese () VENETO 33 Venezia (5), Belluno (), Padova (1), Rovigo (5), Treviso (4), Verona (10), Vicenza (8). ABRUZZO 27 L'Aquila (7), Chieti (3), Pescara (12) Teramo (5) SICILIA 23 Palermo (3), Agrigento (5), Caltanissetta (), Catania (1), Enna (2), Messina (1), Ragusa (3), Siracusa (1), Trapani (7). EMILIA ROMAGNA 23 Bologna (3). Forlì-Cesena (1), Ferrara (3), Modena (4), Parma (3), Piacenza (2), Ravenna (4), Reggio Emilia (3), Rimini (). PIEMONTE 21 Torino (8), Alessandria (), Asti (2), Biella (1), Cuneo (8), Novara (), Verbano-Cusio-Ossola (1) Vercelli (1) CAMPANIA 21 Napoli (7), Avellino (1), Benevento (2), Caserta (5), Salerno (6). LAZIO 18 Roma (6), Viterbo (5) Frosinone (2) Latina (5) Rieti (). TOSCANA 16 Firenze (2), Arezzo (), Grosseto (3), Livorno (3), Lucca (1), Massa Carrara (1), Pisa (4), Pistoia (1), Siena () Prato (1). PUGLIA 11 Bari (3), BAT (), Brindisi (2), Foggia (2), Lecce (3) Taranto () CALABRIA 11 Catanzaro (2), Cosenza (6), Crotone (1), Reggio Calabria (1) Vibo Valentia (1) LIGURIA 9 Genova (2), Imperia (1), La Spezia (1), Savona (5). MARCHE 9 Ancona (2), Macerata (1), Fermo (), Pesaro-Urbino (5), Ascoli Piceno (1). SARDEGNA 8 Cagliari (2), Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (), Ogliastra (), Olbia-Tempio (), Oristano (3), Sassari (3). Sulcis inglesiente () FRIULI VENEZIA GIULIA 7 Trieste (2), Gorizia (1), Pordenone (), Udine (4).  TRENTINO ALTO ADIGE 6 Trento (1), Bolzano (5). UMBRIA 6 Perugia (4) Terni (2). Molise 5 Campobasso (3), Isernia (2) BASILICATA 1   Potenza (1) Matera () VALLE D’AOSTA ()
I morti sulle autostrade e all’estero non sono a carico delle province

Molte delle vittime del terremoto in Emilia erano lavoratori rimasti schiacciati per il crollo dei capannoni. Lo stesso terremoto che ha colpito l’Umbria e le Marche ha evidenziato che i capannoni industriali in Italia sono per la maggior parte a rischio sismico. E’ un miracolo che non ci siano stati morti nella cartiera a Pioraco di Macerata. Il tetto è crollato nel cambio turno, nella fabbrica stavano lavorando solo 20 persone che sono riuscite a scappare. L’intero tetto della sala macchine è crollato. In questa fabbrica ci lavorano complessivamente 146 lavoratori e se fossero stati tutti all’interno ci sarebbe stata una strage. E’ un miracolo, come nel terremoto in Emilia che pur provocando vittime tra i lavoratori è capitato di notte e in orari dove sotto e fabbriche ci lavoravano pochissime persone. La maggioranza dei capannoni industriali in Italia sono stati costruiti in anni dove non si teneva in nessun conto del rischio sismico. Tantissimi di questi capannoni hanno le travi SOLO appoggiate sulle colonne e nel caso di terremoti possono muoversi dall’appoggio e crollare.
 Se non si comincia a farli mettere in sicurezza è a rischio la vita di chi ci lavora sotto, e parliamo di milioni di lavoratori. Del resto con incentivi e detassazioni si potrebbero mettere tutti in sicurezza con una spesa non eccessivamente alta.
Report morti sul lavoro nell’intero 2016
Nel 2016 sono morti 641 lavoratori sui luoghi di lavoro e oltre 1400 se si considerano i morti sulle strade e in itinere (stima minima per l’impossibilità di conteggiare i morti sulle strade delle partite iva individuali e dei morti in nero), e di altre innumerevoli posizioni lavorative, ricordando che solo una parte degli oltre 6 milioni di Partite Iva individuali sono assicurate all’INAIL. L’unico parametro valido per confrontare i dati dell’INAIL e di chi li utilizza per fare analisi, e dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sono i morti per infortuni INAIL SENZA MEZZO DI TRASPORTO, e confrontare quanti ne registra in più l’Osservatorio. Si ha così il numero reale delle morti per infortuni sui LUOGHI DI LAVORO IN ITALIA e non solo degli assicurati INAIL.
Grazie amici di facebook che a centinaia visitate questo sito ogni giorno

Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente d Bologna morti sul lavoro, attivo dal 1° gennaio 2008 http://cadutisullavoro.blogspot.it


Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?