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morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO Il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia dal 1° gennaio 2008, anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione o che ne hanno una diversa da INAIL Attivo dal 1° gennaio 2008 Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie Morti sul lavoro nel 2024 al 5 novembre Dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni in 880 sui Luoghi di lavoro (tutti registrati) e 1275 se si aggiungono i morti in itinere e sulle strade di categorie non Assicurate a INAIL e in nero NOTA BENE I MORTI IN ITINERE VENGONO AGGIORNATI OGNI DUE MESI MENTRE I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO OGNI GIORNO MORTI TOTALI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE TRA QUESTI ANCHE I MORTI IN ITINERE E IN ALTRE SITUAZIONI LAVORATIVE la seconda voce in azzurro riguarda ESCLUSIVAMENTE i morti sui luoghi di lavoro. N.B i morti sono segnalati nelle Province e Regioni dove c’è stata la tragedia LOMBARDIA 173 totali 118 sui luoghi di lavoro Milano 14 (35 con itinere), Bergamo 9 Brescia 28 (43 con itinere) Como 6 Cremona 4 Lecco 4 Lodi 8 Mantova 7 Monza Brianza 14 Pavia 12 Sondrio 5 Varese5 CAMPANIA 130 totali 83 sui luoghi di lavoro Napoli 22 Avellino 11 Benevento 6 , Caserta 19 Salerno 24 VENETO 98 totali 63 luoghi di lavoro Venezia 9 Belluno 4 Padova 6 Rovigo 3 Treviso 11 Verona 13 Vicenza 13 EMILIA ROMAGNA 101 totali 65 sui luoghi di lavoro Bologna 19 Rimini 2 Ferrara 5 Forlì Cesena 5 Modena 9 Parma 7 Ravenna 2 Reggio Emilia 9 Piacenza 3 SICILIA 96 64 sui luoghi di lavoro Palermo 21 Agrigento 5 Caltanissetta 3 Catania 8 Enna Messina 10 Ragusa 5 Siracusa 2 Trapani‎ 8 TOSCANA 79 totali 52 sui luoghi di lavoro Firenze 10 Arezzo 2 Grosseto 5 Livorno 2, Lucca 6, Massa Carrara 1 Pisa 14 Pistoia 1 Siena 3 Prato 5LAZIO 115 totali 58 sui luoghi di lavoro Roma 17 Viterbo 11 Frosinone 11 Latina 13 Rieti 2 PIEMONTE 77 totali 48 sui luoghi di lavoro Torino 1 Alessandria 5 (+1 cantiere autostradale) Asti 3 Biella 1 Cuneo 7 Novara 3 Verbano-Cusio-Ossola 2 Vercelli 1PUGLIA 80 totali 52 sui luoghi di lavoro Bari 13 BAT 3 Brindisi 8 Foggia 3 Lecce 13 Taranto 5 TRENTINO ALTO ADIGE 49 totali 36 sui luoghi di lavoro Bolzano 16 Trento 19 ABRUZZO 39 totali 27 sui luoghi di lavoro L'Aquila 6 Chieti 10 Pescara 2 Teramo 6 SARDEGNA 47 totali 34 sui luoghi di lavoro Cagliari 8 Sud Sardegna 3 Nuoro 4 Oristano 4 Sassari 11MARCHE 45 totali 29 sui luoghi di lavoro Ancona 6 Macerata 10 Fermo 1 Pesaro-Urbino 6 Ascoli Piceno 6 CALABRIA 31 totali 22 sui luoghi di lavoro Catanzaro 4 Cosenza 9 Crotone 1 Reggio Calabria 4 Vibo Valentia 4FRIULI VENEZIA GIULIA 26 totali 17 sui luoghi di lavoro Pordenone 6 Triste 1 Udine 7Gorizia 2 LIGURIA 29 totali 16 sui luoghi di lavoro Genova 4 Imperia 2 La Spezia 3 Savona 1 UMBRIA 20 totali 13 sui luoghi di lavoro Perugia 11 Terni 2 BASILICATA 16 totali 12 sui luoghi di lavoro Potenza 9 Matera 3 Molise 11 totali 6 sui luoghi di lavoro Campobasso 4 Isernia 2 VALLE D’AOSTA 5 totali 4 sui luoghi di lavoro Nel 2024 DOVE SI MUORE DI PIU’ Il 32% sono ultrasessantenni. Gli stranieri sotto i 60 anni sui luoghi di lavoro sono il 35% Regioni Lombardia, Campania Veneto Emilia Romagna e Sicilia quelle con più morti 125 gli schiacciati dal trattore e alcuni altri mezzi agricoli nel 2023 sono stati 167 125 gli autotrasportatori 99 i morti di fatica o stress da superlavoro tra operai/e, bracciati, autotrasportatori, medici, infermieri ecc. con il caldo aumentano moltissimo come nel 2023 79 i morti per infortuni domestici, soprattutto anziani soli (e abbandonati socialmente) ma anche quelli che svolgono lavori pericolosi senza averne la preparazione Tantissime le donne che muoiono per infortuni, soprattutto in itinere e per fatica: per la fretta, per la fatica del doppio e triplo lavoro, in itinere muoiono percentualmente quasi quanto gli uomini 21 i boscaioli morti

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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mercoledì 28 settembre 2016

Un altro morto schiacciato dal trattore anche oggi

27 settembre 2016 Un morto schiacciato dal trattore al giorno toglie le pensioni di torno. Amara ironia. Ormai siamo a 400 morti schiacciati dal trattore da quando si  è insediato il Governo Renzi e il Ministro Martina. Con la morte del 62enne di Venezia, morto oggi schiacciato da questo mezzo mortale arriviamo a 104 morti in modo così atroce dall'inizio dell'anno e ormai sfioriamo i 400 morti da quando si è insediato questo governo, che non ha certo nelle sue priorità la vita di chi lavora. Ne ho dette di ogni per cercare di scutere il Ministro Martina : che s'interessi della vita degli agricoltori, ma niente.......Lui, Renzi e Poletti sono troppo impegnati in cose ben più importanti della vita di chi lavora.

martedì 27 settembre 2016

Anche oggi non può mancare almeno un morto sul lavoro. La tragedia in provincia di Udine. In Olanda un aumento spaventoso dei morti per infortuni sul lavoro, sono stati ben 43

27 settembre 2016 E' morto mentre stava smontando con dei colleghi un cantiere su cui avevano lavorato in agosto il goriziano di 53 anni Andrea Mian. La vittima è stato colpito da una lastra di ferro. Insomma anche nell'edilizia si "viaggia" a un numero spaventoso  di morti sul lavoro. In Olanda a quanto si legge sono molto preoccupati nell'apprendere che c'è stato un incremento notevole delle morti sul lavoro nei primi sei mesi del 2016. udite, udite l'Olanda ha avuto in questi primi sei mesi ben 43 morti sul lavoro, contro i nostri 301 che sono solo quelli sui luoghi di lavoro...se poi si aggiungono i morti sulle strade e in itinere si stupravano già allora i 600 morti per infortuni. Poi se si legge l'articolo si dà la colpa alla ripresa dell'occupazione che vede tantissimi precari (qui diremmo jobsactati). Sarebbe bello se si verrebbe a sapere che c'è un disegno strategico in tutta Europa (dove governano le banche e la finanza) per precarizzare la vita di tutti gli europei...A me qualche dubbio viene...Lo stesso hanno fatto in Francia e in Spagna e Italia precedentemente. Insomma chi dà gli ordini ai governi europei?

lunedì 26 settembre 2016

Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro : Superati i mille morti sul lavoro anche quest'anno...

Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro : Superati i mille morti sul lavoro anche quest'anno...: Anche oggi 26 settembre ci sono stati  tre morti sui luoghi di lavoro. C'è purtroppo il solito agricoltore schiacciato dal trattore: que...

Superati i mille morti sul lavoro anche quest'anno, Sui luoghi di lavoro sono 483,si arriva a superare i mille morti con le vittime sulle strade e in itinere. ricordiamoci sempre che lo Stato Italiano considera morti sul lavoro anche chi muore sulle strade e in itinere. Tante di queste morti non verranno poi riconosciute come tali. Ma sempre morti per infortunio sono: anche quelli che muoiono in nero sulle strade.

Anche oggi 26 settembre ci sono stati  tre morti sui luoghi di lavoro. C'è purtroppo il solito agricoltore schiacciato dal trattore: questa volta la vittima è Antonio D'Addario, morto mentre vendemmiava: sconosciute ancora le cause che hanno provocato il ribaltamento del trattore. In provincia di Novara è morto un edile di cui non si conosce ancora l'identità. Stava lavorando all'ampliamento di un ponte sull' A 4. In provincia di genova è morto un imprenditore che era andato sul tetto, per valutare un'eventuale intervento. E' stato trovato sul retro del capannone di zincatura.

domenica 25 settembre 2016

Muore un bambino di otto anni schiacciato dal trattore. Un edile di 65 anni cade dal tetto. Se non c'era la Legge Fornero sarebbe morto per infortunio cadendo dall'alto?



Con 1984 Orwell era in anticipo opera del 1992
Domenica 25 Settembre 2016
Non si può certo inserire tra le morti per lavoro un bambino di otto anni investito dal trattore del padre in provincia di Reggio Emilia. Ma di sicuro non è il padre che deve sentirsi responsabile di questa tragedia. Sono anni e anni che chiediamo di fare una campagna informativa sulla pericolosità del trattore e di mettere eventualmente a disposizione dei fondi per la messa in sicurezza di questo mezzo mortale. Niente. L'ho fatto anche un mese dopo l'inserimento del Governo Renzi e del Ministro Martina. Mandai alle loro segreterie nel febbraio 2014 una mail scrivendo  che il governo sarebbe stato giudicato dai fatti. Che entro pochi giorni sarebbe ricominciata la strage di agricoltori schiacciati dal trattore. Di fare almeno una campagna informativa sul pericolosità del mezzo. quell'anno ne morirono più di 150. feci la stessa cosa nel 2015. Niente ne sono morti oltre 130 anche nel 2015. Quest'anno siamo già a 102, più alcuni bambini. Niente. Insomma diciamolo CHIARAMENTE a questo governo neoliberista della vita di chi lavora non importa niente. E' cambiato il governo ma a governare sono sempre loro. Tutto fatto a favore dei ceti più abbienti e per chi lavora ed è pensionato solo sacrifici.  Lavoratori dipendenti e pensionati utilizzati come "utili idioti" che votano per i propri carnefici. Non l'avevo mai scritto, ma questo governo prima se ne va meglio è. Sono riusciti a fare cose impopolari e impensabili come il Jobs act. In Francia stanno ancora facendo manifestazioni oceaniche per una legge molto più blanda. Qui da noi il silenzio. ma non diamo colpa sempre ai sindacati. Sono i lavoratori che sono addormentati da oltre vent'anni dalle televisioni commerciali e da quelle dell'informazione pubblica, tutte controllate dagli stessi soggetti.  Non ho mai votato Cinque Stelle, cercano di demonizzarli tra i lavoratori dicendo che sono di destra. Ma più a destra di questo governo cosa c'è? Purtroppo le solite divisioni a sinistra, le posizioni  di alcuni che ti lasciano basito: rivoluzionari che appena gli danno una poltrona o una poltroncina diventano più liberisti di Berlusconi e Renzi.  Alcuni mi toglieranno l'amicizia su F. anche dopo questo post. Soprattutto tra i nuovi che me la chiedono e non conoscono le mie idee di fondo. Rispondo ancora una volta CHISSENEFREGA.  Poi vedere morire a 65 anni e alla soglia della pensione Francesco Romano  un edile che a quell'età non dovrebbe andare sui tetti ma a causa della legge Fornero lavora ancora e muore, non può che ferirti e farti ancora più arrabbiare. Ma tanto a fare quei lavori ci sono solo terroni come me e stranieri.  .Opera del 1992.

Opera sopra
Con il libro 1984 Orwell era in anticipo. Già allora chi voleva poteva immaginare quello che stava per succedere per il mondo del lavoro. Io ero solo un metalmeccanico che dipingeva e scolpiva. Quest'opera fu esposta qnando mi chiamarono alla festa nazionale de l'Unità di Reggio Emilia ad esporre con una personale con Cesare Zavattini. Era il 1995. Profetica? No solo un sano realismo che non sono riuscito a trasmettere. Io sono sempre lo stesso, ma tanti altri che allora mi davano del moderato? E i "rivoluzionari" dove sono finiti? Quasi tutti alle corti dei potenti di turno


sabato 24 settembre 2016

Inarrestabile le morti provocate dal trattore: sono già 102 dall'inizio dell'anno con gli ultimi due morti nel modenese e nel reggino

24 settembre 2016. Ancora due i guidatori di trattori schiacciati dal mezzo. In provincia di Reggio Calabria a morire in modo così atroce è Andrea Arena un poliziotto di 43 anni che è morto arando probabilmente il terreno di famiglia. Nel modenese ha perdere  la vita aè Mauro Fogliani di 82 anni, Anche lui travolto dal trattore che guidava.

mercoledì 21 settembre 2016

SILENZIO....ANCORA DUE MORTI SUL LAVORO

21 settembre Dopo il clamore mediatico e lo sciopero di oggi del metalmeccanici (gli unici che tengono botto contro il neoliberismo che oltre che affamare, precarizzare e uccidere chi lavora e che ha affascinato la sinistra governativa) ci sono stati altri due morti per infortuni anche oggi. Una volta erano considerati due anziani. Da pensione. Aveva addirittura 83 anni Lino Conte ed è morto oggi cadendo da un ponteggio con un suo dipendente. Aveva bisogno ancora di lavorare? Non lo so. e non commento. Un autotrasportatore sessantatreenne è morto mentre conduceva un camion del latte in provincia di Foggia

martedì 20 settembre 2016

Ma il clamore mediatico, gli "scandalizzati" per i due morti di Taranto e Roma dove sono finiti? Informo che nel silenzio più assoluto, di lavoratori ne sono morti altri sei sui luoghi di lavoro. Poi non dimentichiamoci di quelli che muoiono sulle strade e in itinere

Certo che il nostro è un paese incredibile. Un gran casino per le morti per infortuni sul lavoro a Roma e Taranto e questo principalmente perchè il Presidente Mattarella s' è indignato al punto d'alzare alta la sua voce. Ma zitti, zitti, come capita ormai da dieci anni di monitoraggio, nel frattempo ne sono morti altri sei, avete capito bene? ALTRI SEI. silenzio...non disturbiamo gli ottimisti quelli che vedono rosa anche la merda. In Provincia di Trieste è morto Jozko Colja di 59 anni incastrato con la testa in un macchinario mentre vendemmiava. In provincia di Grosseto un agricoltore Enzo Anzidei tira giù con il trattore un pilone e rimane morto sotto le macerie. In provincia di Ragusa un giovane di 19 anni muore in un incidente mentre utilizzava il furgone della ditta di famiglia.In provincia di Trento, in una ditta di servizi ecologici viene trovato un lavoratore dentro un cassone di detriti: ancora sconosciute la causa della morte. In Provincia di Salerno, un bulgaro di 60 anni muore dissanguato recidendosi un'arteria femorale. In Provincia di Como un fabbro di 69 anni (sig.) che lavorava su un tetto è caduto da un ponteggio. Poi ricordiamo al Ministro Martina che sono 100 gli agricoltori morti schiacciati dal trattore.....

lunedì 19 settembre 2016

Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro : Altri due morti sul lavoro, e questi sono morti se...

Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro : Altri due morti sul lavoro, e questi sono morti se...: Questo osservatorio è seguitissimo, oltre 500 persone si sono collegate ieri, in un mese oltre 8300 e 100000 in un anno. La sensibilità degl...

Altri due morti sul lavoro, e questi sono morti senza clamore mediatico: capita tutti i giorni d'avere mediamente due morti sui LUOGHI DI LAVORO. Se in alcuni giorni non ce ne sono in altri raddoppiano o triplicano. Le due nuove vittime sul lavoro nelle province di Grosseto e Ragusa

Questo osservatorio è seguitissimo, oltre 500 persone si sono collegate ieri, in un mese oltre 8300 e 100000 in un anno. La sensibilità degli italiani è morto forte su questo fronte. lo è meno, anzi e nulla da parte della politica e soprattutto di chi di queste tragedie se ne dovrebbe occupare e non lo fa. Abbiamo sentito la rabbia del Presidente Matarella, che spero scuoti le coscienze, ma dubito. Nel corso si questi anni mi sono accorto che le tragedie provocate dagli infortuni sono soprattutto un fatto culturale. L'uomo, il lavoro, il Cittadino non è più considerato il perno su cui ruota tutta la Società (senza lavoro nessuno mangia più) ma è diventato solo una componente del mercato; una variabile neppure delle più importanti. La finanza non ha  cuore e anima. Gli Stati non contano più niente: basta vedere il potere che hanno certe multinazionali. Solo alcune persone (a mio parere malate) dominano il mondo, il loro unico scopo compulsivo è quello dell'accumulo, non quello di  potare benessere nel mondo.  Ma uno Stato non può sottostare a queste logiche. Non può farsi dettare "l'agenda" e il "programma" altrimenti ritirano i capitali. Ed è anche per questo che muoiono in tantissimi sul lavoro. Che fare? Non lo so. Solo un'Europa forte e dei lavoratori  con la sua grande tradizione sociale può se unita tornare a dare dignità al lavoro. 

domenica 18 settembre 2016

Mail al Presidente Mattarella. Il Presidente Mattarella fa sentire alta la sua voce per le morti sul lavoro in un deposito dell'ATAC di Roma e all'ILVA di Taranto, ma purtroppo si apprende che anche un altro lavoratore è morto stritolato con la testa dentro un macchinario mentre raccoglieva l'uva in Provincia di Trieste.



Carissimo Presidente Mattarella, sono Carlo Soricelli  curatore dell'osservatorio indipendente di Bologna morti sul lavoro. Ho letto la sua indignazione per le morti sul lavoro di oggi: quelle di Taranto e dell'ATC a Roma. Ma mi creda, questa condizione si verifica praticamente ogni giorno. l'INAIL che diffonde i dati non spiega mai chiaramente che monitora solo i propri assicurati diffonde l'idea di un calo delle morti per infortuni che non esiste se si prendono in considerazione tutte le morti per infortuni. Non sono ami stati così tanti dal 2008 anno d’apertura dell’osservatorio. Ci sono giorni dove i morti arrivano all'incredibile numero di otto/dieci. Dall'inizio dell'anno sono oltre 900 e di questi 463 sui luoghi di lavoro. Tutti registrati in appositi file dall'Osservatorio che è formato solo da volontari. Ma è difficile riuscire a sfondare quel muro che è anche fatto di omertà su queste tragedie. Ma l'hanno messa al corrente che per esempio le partite iva individuali non sono assicurate all'INAIL e che quindi non vengono conteggiate in caso d'infortuni anche mortali? Che tutte le Forze Armate compresi carabinieri, poliziotti, esercito non sono conteggiati in caso d’infortuni dall’INAIL. Che anche i lavoratori in nero non lo sono? Che non lo sono tantissimi agricoltori. Che dall'inizio dell'anno sono morti schiacciati dal trattore che guidavano 100 agricoltori. Che da quando si è insediato il Governo Renzi e il Ministro Martina ne sono morti in modo così atroce oltre 300 e senza ver sentito prendere mai posizione verso queste tragedie che bagnano di sangue i campi italiani? Il Primo Ministro Renzi, il Ministro delle Politiche Agricole Martina e del lavoro Poletti sono stati avvertiti un mese dopo l'insediamento attraverso le loro segreterie e tramite mail che a breve sarebbe cominciata la strage di agricoltori schiacciati dal trattore: chiedevo loro di fare almeno una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo, oltre che di mettere a disposizione fondi per la messa in sicurezza dei vecchi trattori. Sono già tre anni che li avviso all'inizio della bella stagione dell'imminente strage, ma mai se è sentita una parola, neppure di umana pietà verso queste morti. Poi mi fermo qui. L'amarezza è tanta, un privato cittadino come me credeva che fosse importante fare qualcosa per aiutare il nostro Paese. Passo ore e ore tutti i giorni a monitore e registrare, senza interessi di nessun genere queste morti. Ma non interessano a nessuno. Mi piacerebbe sapere anche cosa ci stanno a fare le Commissioni Parlamentari che si occupano di questo fenomeno. Non sanno neppure quante sono in realtà le morti per infortuni in Italia. Questa è l'amara verità. Come massima autorità dello Stato e come Presidente apprezzo molto il suo lavoro, come del resto quello dei suoi predecessori. Ma purtroppo temo che anche la Sua autorità può poco contro una burocrazia, anche parlamentare che pensa solo alla sua autoconservazione e che mai ascolta i cittadini. A Sua disposizione. Con stima carlo Soricelli

sabato 17 settembre 2016

Un giovane di 25 anni Giacomo Campo muore all'ILVA di Taranto. Un altro morto che non è un dipendente diretto dell'azienda. Nelle grandi aziende muoiono quasi esclusivamente lavoratori che prestano la loro opera senza essere dipendenti. una vera infamia la loro mancanza di tutele come i dipendenti diretti.

Travolto da un nastro trasportatore dell'altoforno 4 che stata ripristinando. E' morto così stamattina all'Ilva di Taranto Giacomo Campo, operaio 25enne  dipendente dell'impresa di appalto Steel Service.
«Il nastro - spiega l'Ilva in una nota - risultato danneggiato a seguito di un taglio longitudinale, era stato fermato nella notte per consentire l'intervento di riparazione. Come da procedura aziendale - afferma ancora l'azienda -, il nastro è stato preventivamente messo in sicurezza ed è stato privato di alimentazione elettrica. Nonostante l'applicazione di tutte le misure di sicurezza, durante le attività di rimozione del materiale ferroso che si era depositato sul rullo di invio, effettuate dall'operatore con un tubo aspirante, il nastro si è attivato e lo ha ucciso. Da tanto tempo scrivo che i lavoratori che lavorano per ditte appaltatrici non hanno la stessa tutela. Chiedo ancora una volta a Sindacati e ai Rappresentanti dei Consigli di Fabbrica e della Sicurezza di occuparsi concretamente anche di loro. Non possono essere considerati lavoratori di serie B e sono sottoposti a ogni tipo di ricatto. Praticamente una forma di lavoro che ha anticipato il Jobs act. Lavoratori che possono essere licenziati in ogni momento. e senza neppure una scusa plausibile. Prevedo nei prossimi anni un aumento rilevante delle morti per inofrtuni sul lavoro

venerdì 16 settembre 2016

Un altro giovane di 34 anni muore mentre cerca di mettere una rete di protezione su un dirupo

16 settembre 2016
E' morto cadendo da 25 metri d'altezza a Gragnao di Napoli.
Quello che appare certo è che il fratello di Vincenzo si accorge di quanto sta accadendo e cerca di trattenerlo, ma non ce la fa: sulle sue mani  porterebbe ancora i segni della bruciatura. Accanto al corpo del giovane rocciatore è stata trovata una motosega.

Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?