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morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO Il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia dal 1° gennaio 2008, anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione o che ne hanno una diversa da INAIL Attivo dal 1° gennaio 2008 Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie Morti sul lavoro nel 2024 al 5 novembre Dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni in 880 sui Luoghi di lavoro (tutti registrati) e 1275 se si aggiungono i morti in itinere e sulle strade di categorie non Assicurate a INAIL e in nero NOTA BENE I MORTI IN ITINERE VENGONO AGGIORNATI OGNI DUE MESI MENTRE I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO OGNI GIORNO MORTI TOTALI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE TRA QUESTI ANCHE I MORTI IN ITINERE E IN ALTRE SITUAZIONI LAVORATIVE la seconda voce in azzurro riguarda ESCLUSIVAMENTE i morti sui luoghi di lavoro. N.B i morti sono segnalati nelle Province e Regioni dove c’è stata la tragedia LOMBARDIA 173 totali 118 sui luoghi di lavoro Milano 14 (35 con itinere), Bergamo 9 Brescia 28 (43 con itinere) Como 6 Cremona 4 Lecco 4 Lodi 8 Mantova 7 Monza Brianza 14 Pavia 12 Sondrio 5 Varese5 CAMPANIA 130 totali 83 sui luoghi di lavoro Napoli 22 Avellino 11 Benevento 6 , Caserta 19 Salerno 24 VENETO 98 totali 63 luoghi di lavoro Venezia 9 Belluno 4 Padova 6 Rovigo 3 Treviso 11 Verona 13 Vicenza 13 EMILIA ROMAGNA 101 totali 65 sui luoghi di lavoro Bologna 19 Rimini 2 Ferrara 5 Forlì Cesena 5 Modena 9 Parma 7 Ravenna 2 Reggio Emilia 9 Piacenza 3 SICILIA 96 64 sui luoghi di lavoro Palermo 21 Agrigento 5 Caltanissetta 3 Catania 8 Enna Messina 10 Ragusa 5 Siracusa 2 Trapani‎ 8 TOSCANA 79 totali 52 sui luoghi di lavoro Firenze 10 Arezzo 2 Grosseto 5 Livorno 2, Lucca 6, Massa Carrara 1 Pisa 14 Pistoia 1 Siena 3 Prato 5LAZIO 115 totali 58 sui luoghi di lavoro Roma 17 Viterbo 11 Frosinone 11 Latina 13 Rieti 2 PIEMONTE 77 totali 48 sui luoghi di lavoro Torino 1 Alessandria 5 (+1 cantiere autostradale) Asti 3 Biella 1 Cuneo 7 Novara 3 Verbano-Cusio-Ossola 2 Vercelli 1PUGLIA 80 totali 52 sui luoghi di lavoro Bari 13 BAT 3 Brindisi 8 Foggia 3 Lecce 13 Taranto 5 TRENTINO ALTO ADIGE 49 totali 36 sui luoghi di lavoro Bolzano 16 Trento 19 ABRUZZO 39 totali 27 sui luoghi di lavoro L'Aquila 6 Chieti 10 Pescara 2 Teramo 6 SARDEGNA 47 totali 34 sui luoghi di lavoro Cagliari 8 Sud Sardegna 3 Nuoro 4 Oristano 4 Sassari 11MARCHE 45 totali 29 sui luoghi di lavoro Ancona 6 Macerata 10 Fermo 1 Pesaro-Urbino 6 Ascoli Piceno 6 CALABRIA 31 totali 22 sui luoghi di lavoro Catanzaro 4 Cosenza 9 Crotone 1 Reggio Calabria 4 Vibo Valentia 4FRIULI VENEZIA GIULIA 26 totali 17 sui luoghi di lavoro Pordenone 6 Triste 1 Udine 7Gorizia 2 LIGURIA 29 totali 16 sui luoghi di lavoro Genova 4 Imperia 2 La Spezia 3 Savona 1 UMBRIA 20 totali 13 sui luoghi di lavoro Perugia 11 Terni 2 BASILICATA 16 totali 12 sui luoghi di lavoro Potenza 9 Matera 3 Molise 11 totali 6 sui luoghi di lavoro Campobasso 4 Isernia 2 VALLE D’AOSTA 5 totali 4 sui luoghi di lavoro Nel 2024 DOVE SI MUORE DI PIU’ Il 32% sono ultrasessantenni. Gli stranieri sotto i 60 anni sui luoghi di lavoro sono il 35% Regioni Lombardia, Campania Veneto Emilia Romagna e Sicilia quelle con più morti 125 gli schiacciati dal trattore e alcuni altri mezzi agricoli nel 2023 sono stati 167 125 gli autotrasportatori 99 i morti di fatica o stress da superlavoro tra operai/e, bracciati, autotrasportatori, medici, infermieri ecc. con il caldo aumentano moltissimo come nel 2023 79 i morti per infortuni domestici, soprattutto anziani soli (e abbandonati socialmente) ma anche quelli che svolgono lavori pericolosi senza averne la preparazione Tantissime le donne che muoiono per infortuni, soprattutto in itinere e per fatica: per la fretta, per la fatica del doppio e triplo lavoro, in itinere muoiono percentualmente quasi quanto gli uomini 21 i boscaioli morti

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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venerdì 26 maggio 2017

Mai tanti morti sul lavoro da dieci anni

Osservatorio Indipendente di Bologna morti
sul lavoro
Per una settimana l’aggiornamento delle morti sarà parziale: andrò dopo tanti anni in ferie. Ma qui sotto la tragica conta delle morti per infortuni aggiornata a questa mattina del 27 maggio 2017. Come potete vedere non c’è stato nessun calo delle morti.
Dall’inizio dell’anno a oggi 27 maggio 2017 sono morti sui luoghi di lavoro 257 lavoratori. Con le morti sulle strade e in itinere, che sono considerati a tutti gli effetti morti sul lavoro si superano i 580 morti complessivi. Erano 225 sui luoghi di lavoro il 26 maggio del 2016 +12,9%. Erano 216 il 26 maggio del 2008 +16%. Come vedete nessun calo delle morti per infortuni sui LUOGHI DI LAVORO, anzi, un aumento costante in questi dieci anni nonostante vogliono farci credere il contrario, e questo per giustificare l’incredibile massa di denaro speso per la Sicurezza in questi anni.
Le morti verdi
Strage continua, sono già 50 dall’inizio dell’anno gli agricoltori morti schiacciati dal trattore. Le ultime 3 vittime di questi giorni. Ernesto Archini, Alessandro Franchetti e Paolo Tebano che aveva solo 49 anni. Il Ministro delle Politiche agricole Martina batta finalmente un colpo su queste tragedie. Da quando è ministro sono morti schiacciati da questo mezzo oltre 450 agricoltori, ma ci stiamo avviando a contare i 500 morti provocati da questo mezzo che con questo ritmo saranno inevitabili tra qualche mese. Un morto su cinque sui luoghi di lavoro di tutte le categorie è causato dal ribaltamento del trattore. Ma se dal Paese non si alza un moto d’indignazione verso chi ci governa, per la loro indifferenza, nulla cambierà. Nelle televisioni pubbliche trasmissioni pagate coi soldi dei contribuenti, fanno vedere idilliache terre incontaminate dove gli animali pascolano felici, ma mai che si occupano dell’altra faccia della medaglia: i tantissimi morti che ci sono sui campi e il colore rosso della terra impregnata dal sangue dei nostri agricoltori.  Occorrerebbe (ma lo scriviamo da tanti anni) che chi ci governa faccia una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo. E chi di dovere metta a disposizione forti incentivi per mettere in sicurezza i vecchi trattori.
Morti nelle Regioni e Province italiane nel 2017 per ordine decrescente, sono esclusi dalle province i morti sulle autostrade e all’estero.
VENETO 27 Venezia (4), Belluno (), Padova (1), Rovigo (5), Treviso (4), Verona (6), Vicenza (7). ABRUZZO 24 L'Aquila (6), Chieti (3), Pescara (12) Teramo (3) LOMBARDIA 24 Milano (5), Bergamo (2), Brescia (4), Como (1), Cremona (), Lecco (2), Lodi (1), Mantova (2), Monza Brianza (4), Pavia (2), Sondrio (1), Varese () EMILIA ROMAGNA 17 Bologna (2). Forlì-Cesena (1), Ferrara (2), Modena (1), Parma (2), Piacenza (2), Ravenna (4), Reggio Emilia (3), Rimini (). CAMPANIA 17 Napoli (6), Avellino (), Benevento (2), Caserta (4), Salerno (5). SICILIA 16 Palermo (2), Agrigento (3), Caltanissetta (), Catania (1), Enna (1), Messina (), Ragusa (3), Siracusa (1), Trapani (5). PIEMONTE 15 Torino (7), Alessandria (), Asti (1), Biella (1), Cuneo (4), Novara (), Verbano-Cusio-Ossola (1) Vercelli (1) TOSCANA 13 Firenze (2), Arezzo (), Grosseto (2), Livorno (3), Lucca (1), Massa Carrara (1), Pisa (2), Pistoia (1), Siena () Prato (1). LAZIO 12 Roma (5), Viterbo (1) Frosinone (2) Latina (4) Rieti (). CALABRIA 9 Catanzaro (2), Cosenza (5), Crotone (1), Reggio Calabria (1) Vibo Valentia () PUGLIA 10 Bari (3), BAT (), Brindisi (2), Foggia (2), Lecce (2) Taranto () UMBRIA 6 Perugia (4) Terni (2). LIGURIA 6 Genova (2), Imperia (1), La Spezia (1), Savona (2). MARCHE 6 Ancona (1), Macerata (1), Fermo (), Pesaro-Urbino (4), Ascoli Piceno (). FRIULI VENEZIA GIULIA 5 Trieste (1), Gorizia (1), Pordenone (), Udine (3). SARDEGNA 2 Cagliari (), Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (), Ogliastra (), Olbia-Tempio (), Oristano (1), Sassari (1). Sulcis inglesiente () BASILICATA 1   Potenza (1) Matera () Molise 2 Campobasso (2), Isernia /1) TRENTINO ALTO ADIGE 5 Trento (1), Bolzano (4). VALLE D’AOSTA ()
I morti sulle autostrade e all’estero non sono a carico delle province

Molte delle vittime del terremoto in Emilia erano lavoratori rimasti schiacciati per il crollo dei capannoni. Lo stesso terremoto che ha colpito l’Umbria e le Marche ha evidenziato che i capannoni industriali in Italia sono per la maggior parte a rischio sismico. E’ un miracolo che non ci siano stati morti nella cartiera a Pioraco di Macerata. Il tetto è crollato nel cambio turno, nella fabbrica stavano lavorando solo 20 persone che sono riuscite a scappare. L’intero tetto della sala macchine è crollato. In questa fabbrica ci lavorano complessivamente 146 lavoratori e se fossero stati tutti all’interno ci sarebbe stata una strage. E’ un miracolo, come nel terremoto in Emilia che pur provocando vittime tra i lavoratori è capitato di notte e in orari dove sotto e fabbriche ci lavoravano pochissime persone. La maggioranza dei capannoni industriali in Italia sono stati costruiti in anni dove non si teneva in nessun conto del rischio sismico. Tantissimi di questi capannoni hanno le travi SOLO appoggiate sulle colonne e nel caso di terremoti possono muoversi dall’appoggio e crollare.
 Se non si comincia a farli mettere in sicurezza è a rischio la vita di chi ci lavora sotto, e parliamo di milioni di lavoratori. Del resto con incentivi e detassazioni si potrebbero mettere tutti in sicurezza con una spesa non eccessivamente alta.
Superati i tanti morti per infortuni sui luoghi di lavoro del 10% rispetto ai primi 4 mesi del 2008 anno d’apertura dell’Osservatorio. Sono stati diffusi i dati delle denunce delle morti sul lavoro pervenute all’INAIL che tutti possono andare a vedere nella loro raccolta OPEN DATA INAIL, al 31 marzo ci sono state 190 denunce di morti per infortunio sul lavoro. Occorre ricordare che tutti gli anni molte di queste denunce non verranno accolte. Nei 190 morti denunciati all’INAIL al 31 marzo ci sono anche i morti sulle strade e in itinere.
Report morti sul lavoro nell’intero 2016
Nel 2016 sono morti 641 lavoratori sui luoghi di lavoro e oltre 1400 se si considerano i morti sulle strade e in itinere (stima minima per l’impossibilità di conteggiare i morti sulle strade delle partite iva individuali e dei morti in nero), e di altre innumerevoli posizioni lavorative, ricordando che solo una parte degli oltre 6 milioni di Partite Iva individuali sono assicurate all’INAIL. L’unico parametro valido per confrontare i dati dell’INAIL e di chi li utilizza per fare analisi, e dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sono i morti per infortuni INAIL SENZA MEZZO DI TRASPORTO, e confrontare quanti ne registra in più l’Osservatorio. Si ha così il numero reale delle morti per infortuni sui LUOGHI DI LAVORO IN ITALIA e non solo degli assicurati INAIL.

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Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente d Bologna morti sul lavoro, attivo dal 1° gennaio 2008 http://cadutisullavoro.blogspot.it
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giovedì 25 maggio 2017

Continua la strage di agricoltori ma anche di edili. Sono sempre gli edili e gli agricoltori a pagare un prezzo elevatissimo di sangue per gli infortuni sul lavoro

Continua la strage di agricoltori schiacciati dal trattore, ma anche gli edili piangono tantisisme morti per infortuni. due nell'Ultimo giorno gli edili morti; nelle province di Latina e Treviso. A sabaudia mattia Monti è morto a soli 40 anni schiacciato da un escavatore che veniva scaricato da un camion. A perdere la vita nella provincia di Treviso un Kossovaro di 34 anni cadut dall'alto all'interno di un capannone che stavano ristrutturando. ma neppure la strage di agricoltori si è fermata: negli ultimi due giorni sono morti Ernesto Archini, Alessandro Franchetti e Paolo Tebano.

martedì 23 maggio 2017

Io inascoltato come Cassandra, 11 agricoltori morti schiacciati dal trattore negli ultimi dieci giorni tre anche ieri. Papa Francesco pensaci tu

 Una settimana fa avevo spedito un migliaio di mail scrivendo che dopo tanta pioggia sarebbe arrivato il bel tempo e che sarebbero morti tantissimi agricoltori schiacciati dal trattore. Purtroppo così è stato: ho cercato di sensibilizzare tutti. Dal Ministro dee Politiche Agricole Martina in giù (ormai arriviamo a cinquecento morti a causa di questo mezzo da quando è ministro), ma niente, nessuno ha cuore la vita dei nostri agricoltori. Ne sono morti  negli ultimi 10 giorni in modo così orribile ben 11. Insomma come Cassandra non vengo ascoltato: eppure da dieci anni monitoro le morti sul lavoro, so quando queste stragi cominciano, quando ci può essere un maggior pericolo. Dopo gli ultimi tre morti di pochi giorni nella mia regione l’Emilia Romagna ho scritto al presidente Bonaccini: ma neppure si degna di rispondere, come del resto fanno tutti quelli che occupano un posto di responsabilità a livello locale e nazionale.  Ho anche scritto centinaia di volte, ed è così anche quest’anno, come del resto tutti gli anni, che un morto sui LUOGHI DI LAVORO su cinque è provocato dal trattore, ma si vede che questo non interessa. Occorrerebbe (ma lo scrivo da anni) una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo. Tra l’altro quello che angoscia di più è che per l’ennesima volta è stata rinviata una direttiva europea dove c’è scritto che occorrerebbe sottoporre ad esame d’idoneità alla guida “un patentino “chi guida questo mezzo mortale. E’ stato rinviato per l’ennesima volta la direttiva del 2003. Anche bravi giornalisti di quotidiani nazionali hanno cercato di sensibilizzare e hanno scritto che era assurdo l’ennesimo rinvio. Ma nulla: neppure l’opposizione si interessa a questa strage e questo la dice lunga. Non disturbare i manovratori su questioni cruciali per la gente normale, gli agricoltori votano e questa direttiva non è ben accolta. Molti che mi conoscono associano la mia immagine quando vedono un trattore: lo vedono ribaltato e con l’agricoltore schiacciato sotto. Proverò a scrivere a Papa Francesco. L’ho sognato questa notte e lo baciavo sulle guance, era su un letto: quando mi sono avvicinato ho sentito che aveva la barba non rasata. Come i nostri agricoltori che levandosi alla mattina presto pensano di rasarla dopo essere tornati dai campi. Se ritornano vivi.

venerdì 19 maggio 2017

Presidente Bonaccini, 3 morti schiacciati dal trattore nella nostra Regione. Faccia qualcosa

Caro Presidente Bonaccini, davvero non si può fare niente per la strage di agricoltori schiacciati dal trattore  nella nostra Regione? Ne sono morti così atrocemente 3 in pochi giorni. Il giorno 15 maggio è morto Sergio Croci nella provincia di Piacenza. Il 17 maggio è morto nella provincia di Reggio Emilia P.B. In quella di Ravenna è morto ieri Marino Ragazzini. Pochi giorni fa avevo scritto che con l'arrivo del beltempo sarebbe ricominciata la strage causata da questo mezzo. Apparentemente il terreno è asciutto, ma in realtà è impregnato di acqua subito sotto la superficie: è il momento più pericoloso, il territorio anche della nostra Regione è collinare ed è in questa morfologia del terreno che si verificano la maggior parte delle morti. Basta una manovra apparentemente banale per provocare il cedimento del terreno per il peso del mezzo e travolgere l'agricoltore che dalla cabina, spesso senza protezioni viene trascinato sotto il trattore. Occorrerebbe una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo, ma nessuna la fa. Da quando si è insediato il Ministro Martina lo "bombardo" di mail chiedendolo di farla. Ma niente. Sono già 44 in Italia nel 2015 e ci avviciniamo  a 500 morti schiacciati da quando è ministro Martina. Quelli come me, i volontari, che una volta erano considerati fiori all'occhiello delle amministrazioni di sinistra, adesso sono vissuti come rompiscatole che disturbano. La democrazia è fatta di critica e non di asserviti a chi esercita il potere. Le ricordo che anche complessivamente di tutte le morti per infortuni sul  lavoro, anche nel 2017 l'Emilia Romagna occupa le prime posizioni di questa triste classifica. Non si può fare niente? No si può fare tanto, basta non affidare la Sicurezza dei lavoratori ai burocrati che sono solo capaci di fare corsi che per altro, visti i risultati servono a poco. A disposizione

giovedì 18 maggio 2017

Nove lavoratori morti in 24 ore.

Italiani menefreghisti, amano più gli animali che i propri simili. Lo spunto l'ho preso dalla copertina del settimanale 7 del Corriere della Sera uscito questa mattina. In ventiquattro ore sono morti 9 lavoratori sui LUOGHI DI LAVORO, ma la nostra classe dirigente espressione degli italiani se ne frega. Io mi considero un animalista, chi mi conosce sa del mio impegno anche artistico a favore dei nostri amici; nel 200
1 ho anche fatto un calendario a favore di ENPA. Ma almeno mettiamo i nostri simili allo stesso livello degli animali che amiamo.  In questi dieci anni di monitoraggio delle morti sul lavoro con l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro, pur facendo un lavoro volontario che mi impegna diverse ore al giorno e senza interessi di nessun tipo ho visto l’indifferenza della politica di ogni colore per queste tragedie. Vedo che in parlamento si fanno leggi per la tutela degli animali, ma mai ho visto questi rappresentanti del popolo interessarsi della vita di chi lavora. Le morti poi degli agricoltori schiacciati dal trattore, che sono oltre 450 da quando abbiamo come Ministro delle Politiche Agricole Martina. E’ già da febbraio 2014 che avverto il suo ministero delle imminenti stragi ogni anno: purtroppo senza nessun risultato. Ma le mail sono arrivate anche alle opposizioni: anche loro non manifestano nessun interesse per la vita di chi lavora. Le morti sul lavoro non sono mai calate da quando dieci anni fa ho iniziato a monitore le morti per infortuni. Ieri ho scritto anche al Presidente Mattarella pregandolo che almeno lui dimostri sensibilità verso queste carneficina giornaliera. Speriamo che faccia sentire alta la sua voce: come si fa ad assistere impotenti a queste tragedie che portano il lutto in più di mille famiglie ogni anno? Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro   


mercoledì 17 maggio 2017

Presidente Mattarella, dica basta almeno lei. Politici andate tutti a casa: la vostra indifferenza uccide chi lavora più degli infortuni di cui dovreste occuparvi.

 Anche oggi 4 morti sui luoghi di lavoro: perde la vita anche una donna che era su un tetto a pulire il lucernario che è crollato.
In Liguria due morti sui luoghi di lavoro in poche ore. A perdere la vita un agricoltore che è caduto dopo un urto in una vasca piena d'acqua ed è morto annegato Bernardo Valle aveva 67 anni. nella provincia di La Spezia ha perso la vita un edile di 50 anni. A R.C.M è caduto da un'impalcatura. La mia amica di Facebook, Vincenza Medici  è rimasta molto colpita, questo lavoratore è caduto dall'alto come suo fratello. Vincenza di cui ho grande stima è candidata alle amministrative del Comune di La Spezia. Sono sicuro che lei si occuperà di queste tragedie, è per questo che si è candidata. non so neppure in quale lista, e neppure mi interessa: Sono sicuro che manderà un segnale fortissimo a tutto il mondo politico e alle Istituzioni, che si occupino finalmente di queste tragedie che con normative e controlli efficaci si dimezzerebbero. Anche una povera donna addetta alle pulizie di 51 anni è morto cadendo da un lucernario mentre lo stava pulendo. la tragedia in Veneto, nella provincia di Treviso. La quarta vittima è un altro edile di 50 anni: A Nazareno Bretti è gli è crollato addosso il tetto di una casa che stava ristrutturando. Ma oggi voglio rendere omaggio al sorridente Giorgio Colonna che è morto a soli 42 anni schiacciato dal trattore che guidava. 


martedì 16 maggio 2017

Pochi giorni fa lanciai un appello accorato, questa volta andato a segno. Tutti hanno compreso che la vita dei nostri agricoltori è in pericolo quando utilizzano un mezzo mortale come il trattore. Adesso non c'è più indifferenza: fanno tutti a gara per sensibilizzare i nostri agricoltori. Tanti politici apprendendo della morte ieri di altri 3 agricoltori non hanno trattenuto le lacrime e hanno dichiarato a stampa e televisione che impegneranno tutto il loro tempo per far cessare questa carneficina. Finalmente sembra che tantissimi anni di denunce siano finalmente andate a segno. Purtroppo mi ero appisolato sulla poltrona e vedere ministri, parlamentari e le istituzioni che si interessavano a questa strage è stato per l'appunto un sogno. Ma tu puoi fare qualcosa: sensibilizzare amici e parenti che usano questo mezzo del pericolo informandoli del pericolo che corrono.



Guarda in faccia tuo marito, tuo padre, tuo fratello, tuo zio. Se sta andando sui campi a guidare un trattore potrebbe essere l'ultima volta che lo vedi vivo. Chi lo guida corre mille volte di più il pericolo di morire che in un incidente con l'automobile. Da una settimana quasi uno ogni giorno un agricoltore muore schiacciato da questo mezzo che è di fatto una bara in movimento).
2017 sono già 41 i morti provocati dal trattore 
Lancio l’appello a tutte le persone di buona volontà: salviamo la vita ai nostri agricoltori che muoiono numerosissimi schiacciati dal trattore. Una strage provocata dall’indifferenza.
Ogni anno muoiono un numero spaventoso gli agricoltori schiacciati dal trattore. Sono stati 156 nel 2014, 136 nel 2015 e 141 nel 2016. Un morto su cinque sui LUOGHI DI LAVORO ogni anno muore per infortunio sul lavoro in modo atroce a causa di questo mezzo. Un mezzo spesso obsoleto che non lascia scampo nel caso di ribaltamento. Ma succede anche con trattori moderni. Spesso le cause non sono dovute a leggerezze nella guida, ma alle instabilità del terreno provocate dalle condizioni climatiche. Terreno asciutto in superficie, ma bagnato in profondità, troppo duro a causa della siccità, ma anche in altre situazioni climatiche che non sto ad elencare. Il terreno prevalentemente collinare del nostro paese complica poi la situazione in modo drammatico. Una manovra sbagliata su un terreno in pendenza può risultare mortale. Tra l’altro tantissimi di questi lavoratori spariscono anche dalle statistiche delle morti sul lavoro e non vengono riconosciuti come tali. Lo Stato non può essere indifferente verso queste Tragedie. Sono anni che avverto, come oggi il Primo Ministro, il Ministro del lavoro e e quello delle politiche Agricole di questa strage, ma mai se ne sono occupati. Lo Stato dovrebbe anche accertare lo stato di salute di chi guida questo mezzo mortale e incentivare l’acquisto di trattori nuovi, che comunque sono moto meno pericolosi. Ma dovrebbe fare anche una campagna informativa sulle pericolosità del trattore. Muoiono schiacciati dal trattore lavoratori di tutte le età: diversi con un’età superiore ai 65 anni. Chi guida questo mezzo deve essere in un ottimo stato di salute e avere i riflessi pronti. Lancio un appello ai familiari di queste potenziali vittime. Se volete bene al vostro caro mettetelo al corrente del pericolo che corre. Se volete bene a vostro marito, padre, nonno, ma anche a vostro figlio/a accertatevi del suo stato di salute. Piangere dopo non serve a niente. Amici di Facebook che a centinaia, a volte a migliaia che ogni giorno visitate l’Osservatorio, datemi una mano a far conoscere questa carneficina. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro. http://cadutisullavoro.blogspot.it

lunedì 15 maggio 2017

Terremoto in fabbrica. Le vite degli operai non meritano neppure un sopralluogo per verificare se corrono rischi lavorando ammassati in capannoni obsoleti dove le travi in cemento armato non sono neppure fissate alle colonne? Anche i sindacati non sembrano attenti a questo problema che mette in pericolo la vita di milioni di lavoratori che sotto quei capannoni ci lavorano.

Già il terremoto in Emilia del 2012 ha evidenziato che i capannoni industriali costruiti negli anni settanta, ottanta e novanta corrono il rischio di crollare nel caso di terremoto e anche di non fortissima intensità. A morire furono soprattutto operai che sotto quei capannoni ci lavoravano. Ci sono state relativamente poche vittime per la semplice ragione che il terremoto è capitato di notte. Stessa fortuna anche nel terremoto delle Marche dove la tragedia è stata solo sfiorata in una grande fabbrica e i lavoratori erano nel cambio turno. Qui nella zona industriale di  Casalecchio di Reno dove vivo, una trave in cemento armato di un capannone dello stessa tipologia e degli anni ottanta è crollata, apparentemente senza nessun motivo. Tutta la zona industriale di questa zana, ma si può dire lo stesso in tutto il Paese, è stata per la maggior parte costruita per la maggior parte in quegli anni: negli anni del bum economico. Abbiamo inserito il pericolo di crollo di questi capannoni, con la possibilità di avere migliaia di vittime in caso di terremoto. Purtroppo sembra che sia un problema che non riguardi nessuno. Non ci risultano interventi mirati e sistemici per fare mettere in sicurezza questi capannoni. Siamo andati in rete e abbiamo verificato che da quando c’è stato il terremoto in Emilia ci sono state oltre 600 scosse, per la maggior parte non sentite dai cittadini da quell’evento. Queste scosse creano problemi a queste travi? Ma anche se non le creassero sarebbe opportuno che almeno le travi in cemento armato siano fissate alle colonne. Ma chi dovrebbe fare o far fare i controlli: i proprietari? Lo Stato? La Regione? La protezione Civile?  I Comuni? O chi altro. E i Sindacati, pur molto attenti alla Sicurezza sui luoghi di lavoro non hanno niente da dire in merito? Chi lavora sotto questi capannoni, ma anche nei supermercati costruiti in quel periodo guarda in su e pensa “Io speriamo che me la cavo. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro


Terremoto in fabbrica. Le vite degli operai non meritano neppure un sopralluogo per verificare se corrono rischi lavorando ammassati in capannoni obsoleti dove le travi in cemento armato non sono neppure fissate alle colonne? Anche i sindacati non sembrano attenti a questo problema che mette in pericolo la vita di milioni di lavoratori che sotto quei capannoni ci lavorano.


Già il terremoto in Emilia del 2012 ha evidenziato che i capannoni industriali costruiti negli anni settanta, ottanta e novanta corrono il rischio di crollare nel caso di terremoto e anche di non fortissima intensità. A morire furono soprattutto operai che sotto quei capannoni ci lavoravano. Ci sono state relativamente poche vittime per la semplice ragione che il terremoto è capitato di notte. Stessa fortuna anche nel terremoto delle Marche dove la tragedia è stata solo sfiorata in una grande fabbrica e i lavoratori erano nel cambio turno. Qui nella zona industriale di  Casalecchio di Reno dove vivo, una trave in cemento armato di un capannone dello stessa tipologia, e degli anni ottanta è crollata, apparentemente senza nessun motivo. Le cause al vaglio dei tecnici, sicuramente il vecchio terremoto non c'entra, ma le centinaia di piccole scosse che si sono succedute? Tutta la zona industriale  di Casalecchio, ma si può dire lo stesso in tutto il Paese, è stata per la maggior parte costruita in quegli anni: negli anni del bumm economico. Abbiamo inserito, già dal 2012 il pericolo di crollo di questi capannoni, con la possibilità di avere migliaia di vittime in caso di terremoto. Purtroppo sembra che sia un problema che non riguardi nessuno. Non ci risultano interventi mirati e sistemici per fare mettere in sicurezza questi capannoni. Siamo andati in rete e abbiamo verificato che da quando c’è stato il terremoto in Emilia ci sono state oltre 600 scosse solo nel raggio di 40 km da Bologna, per la maggior parte non sentite dai cittadini da quell’evento. Queste scosse creano problemi a queste travi? Ma anche se non le creassero sarebbe opportuno che almeno le travi in cemento armato fossero fissate alle colonne. Ma chi dovrebbe fare o far fare i controlli: i proprietari? Lo Stato? La Regione? La protezione Civile?  I Comuni? O chi altro? E i Sindacati, pur molto attenti alla Sicurezza sui luoghi di lavoro non hanno niente da dire in merito? Chi lavora sotto questi capannoni, ma anche nei supermercati costruiti in quel periodo guarda in su e pensa “Io speriamo che me la cavo". Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

domenica 14 maggio 2017

Strage annunciata continua,



MORROVALLE di Macerata 13 maggio 2017. Come avevamo annunciato pochi giorni fa è ricominciata la strage di agricoltori schiacciati dal trattore. A perdere la vita è Fulvio Capponi di soli 57 anni. Il suo trattore si è ribaltato su di un campo in forte pendenza e lo ha schiacciato. È successo alle 20 di ieri sera. La vittima è titolare di una impresa agricola. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del comando provinciale di Macerata, il 118 e i carabinieri della Compagnia di Civitanova.
Da quando si è insediato il Governo Renzi, il 28 febbraio 2013 abbiamo chiesto al Ministro Martina, allo stesso Renzi e a al Ministro Poletti di fare una campagna mediatica per sensibilizzare gli agricoltori   sulla pericolosità di questo mezzo che ha già ucciso oltre 450 agricoltori in poco più di 3 anni. Su Ministro Martina, faccia sentire finalmente la sua voce su queste tragedie: dica agli italiani che è scosso da tutte queste morti, che alleviare le dimensioni di questa carneficina è per Lei prioritario. Ma temo che se lo farà sarà per polemizzare con L'Osservatorio come ha fatto tempo fa rispondendo a una mia lettere sul Manifesto. Ma noi non molliamo e vorremmo che alla guida di questo ministero ci fosse qualcuno che è sensibile e che conosce la gravità di questo fenomeno che lascia indifferenti la nostra classe dirigente e la politica tutta. Poi trasmissioni come "Linea Verde" sono ipocrite e non si occupano mai, anzi evitano di raccontare che i campi sono impregnati del sangue dei nostri agricoltori.

giovedì 11 maggio 2017

Tre morti sui LUOGHI DI LAVORO anche oggi 11 maggio 2017

Altri tre lavoratori sono morti sui luoghi di lavoro anche oggi. Un autrasportatore Antonino Lo Faro  è morto schiacciato dall'ammortizzatore del camion che ha ceduto mentre cambiava una gomma. La tragedia nell'area di servizio in provincia di Rovigo

E' morto fulminato a Licata un lavoratore nell'agrigentino di cui non si conosce ancora l'identità

Un imprenditore Paolo D'Elia è morto in provincia dell'Aquila cadendo dalle scale mentre effettuava un sopralluogo

Anche il muletto è un assassino silente, quasi quanto i trattori. L'ennesima morte di un lavoratore schiacciato da un muletto: l'ultimo ieri a Vignola nella provincia di Modena



E' morto a 47 anni schiacciato dal muletto in una ditta di Vignola presso la ditta Garavini dove un 47enne di Savignano è rimasto schiacciato da un muletto.

I sanitari hanno trattato il povero operaio sul posto stabilizzandolo, prima del trasporto all'ospedale Maggiore di Bologna dove il 47enne è deceduto poco dopo. 

Nella sede della ditta è intervenuta anche la Medicina del Lavoro per gli accertamenti del caso. Sono innumerevoli le vittime provocate dai muletti. Sono mezzi che uccidono quasi quanto i trattori sui campi. Basta innescare una marcia sbagliata, non calcolare bene il carico, soprattutto quando è in alto, oppure ancora rimanere schiacciati contro un altro mezzo, o tra il muletto, muro o altro ostacolo e questo capita con i muletti più piccoli, quelli dove chi lo guida è a terra dietro al motoe e alle pale doce ci sono i comandi. E' facilissimo inserire la retromarcia convinto che il muletto deve andare avanti. Insomma anche questo "un mostro" come i trattori. ma tanto chi svolge un lavoro manuale non conta niente. Anche la provincia Modena che per quest'anno sembrava immune alle morti SUI LUOGHI DI LAVORO paga il suo contributo col sangue dei poveri lavoratori.

Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?