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morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO Il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia dal 1° gennaio 2008, anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione o che ne hanno una diversa da INAIL Attivo dal 1° gennaio 2008 Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie Morti sul lavoro nel 2024 al 5 novembre Dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni in 880 sui Luoghi di lavoro (tutti registrati) e 1275 se si aggiungono i morti in itinere e sulle strade di categorie non Assicurate a INAIL e in nero NOTA BENE I MORTI IN ITINERE VENGONO AGGIORNATI OGNI DUE MESI MENTRE I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO OGNI GIORNO MORTI TOTALI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE TRA QUESTI ANCHE I MORTI IN ITINERE E IN ALTRE SITUAZIONI LAVORATIVE la seconda voce in azzurro riguarda ESCLUSIVAMENTE i morti sui luoghi di lavoro. N.B i morti sono segnalati nelle Province e Regioni dove c’è stata la tragedia LOMBARDIA 173 totali 118 sui luoghi di lavoro Milano 14 (35 con itinere), Bergamo 9 Brescia 28 (43 con itinere) Como 6 Cremona 4 Lecco 4 Lodi 8 Mantova 7 Monza Brianza 14 Pavia 12 Sondrio 5 Varese5 CAMPANIA 130 totali 83 sui luoghi di lavoro Napoli 22 Avellino 11 Benevento 6 , Caserta 19 Salerno 24 VENETO 98 totali 63 luoghi di lavoro Venezia 9 Belluno 4 Padova 6 Rovigo 3 Treviso 11 Verona 13 Vicenza 13 EMILIA ROMAGNA 101 totali 65 sui luoghi di lavoro Bologna 19 Rimini 2 Ferrara 5 Forlì Cesena 5 Modena 9 Parma 7 Ravenna 2 Reggio Emilia 9 Piacenza 3 SICILIA 96 64 sui luoghi di lavoro Palermo 21 Agrigento 5 Caltanissetta 3 Catania 8 Enna Messina 10 Ragusa 5 Siracusa 2 Trapani‎ 8 TOSCANA 79 totali 52 sui luoghi di lavoro Firenze 10 Arezzo 2 Grosseto 5 Livorno 2, Lucca 6, Massa Carrara 1 Pisa 14 Pistoia 1 Siena 3 Prato 5LAZIO 115 totali 58 sui luoghi di lavoro Roma 17 Viterbo 11 Frosinone 11 Latina 13 Rieti 2 PIEMONTE 77 totali 48 sui luoghi di lavoro Torino 1 Alessandria 5 (+1 cantiere autostradale) Asti 3 Biella 1 Cuneo 7 Novara 3 Verbano-Cusio-Ossola 2 Vercelli 1PUGLIA 80 totali 52 sui luoghi di lavoro Bari 13 BAT 3 Brindisi 8 Foggia 3 Lecce 13 Taranto 5 TRENTINO ALTO ADIGE 49 totali 36 sui luoghi di lavoro Bolzano 16 Trento 19 ABRUZZO 39 totali 27 sui luoghi di lavoro L'Aquila 6 Chieti 10 Pescara 2 Teramo 6 SARDEGNA 47 totali 34 sui luoghi di lavoro Cagliari 8 Sud Sardegna 3 Nuoro 4 Oristano 4 Sassari 11MARCHE 45 totali 29 sui luoghi di lavoro Ancona 6 Macerata 10 Fermo 1 Pesaro-Urbino 6 Ascoli Piceno 6 CALABRIA 31 totali 22 sui luoghi di lavoro Catanzaro 4 Cosenza 9 Crotone 1 Reggio Calabria 4 Vibo Valentia 4FRIULI VENEZIA GIULIA 26 totali 17 sui luoghi di lavoro Pordenone 6 Triste 1 Udine 7Gorizia 2 LIGURIA 29 totali 16 sui luoghi di lavoro Genova 4 Imperia 2 La Spezia 3 Savona 1 UMBRIA 20 totali 13 sui luoghi di lavoro Perugia 11 Terni 2 BASILICATA 16 totali 12 sui luoghi di lavoro Potenza 9 Matera 3 Molise 11 totali 6 sui luoghi di lavoro Campobasso 4 Isernia 2 VALLE D’AOSTA 5 totali 4 sui luoghi di lavoro Nel 2024 DOVE SI MUORE DI PIU’ Il 32% sono ultrasessantenni. Gli stranieri sotto i 60 anni sui luoghi di lavoro sono il 35% Regioni Lombardia, Campania Veneto Emilia Romagna e Sicilia quelle con più morti 125 gli schiacciati dal trattore e alcuni altri mezzi agricoli nel 2023 sono stati 167 125 gli autotrasportatori 99 i morti di fatica o stress da superlavoro tra operai/e, bracciati, autotrasportatori, medici, infermieri ecc. con il caldo aumentano moltissimo come nel 2023 79 i morti per infortuni domestici, soprattutto anziani soli (e abbandonati socialmente) ma anche quelli che svolgono lavori pericolosi senza averne la preparazione Tantissime le donne che muoiono per infortuni, soprattutto in itinere e per fatica: per la fretta, per la fatica del doppio e triplo lavoro, in itinere muoiono percentualmente quasi quanto gli uomini 21 i boscaioli morti

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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mercoledì 30 ottobre 2013

Se dieci lavoratori morti sui LUOGHI DI LAVORO in due giorni vi sembrano pochi

Con i 5 morti sui LUOGHI DI LAVORO registrati oggi siamo all'incredibile numero di 10 lavoratori morti in due giorni. Le vittime di oggi sono in Puglia, in Lombardia, in Abruzzo, in Campania e nel Molise Le tragedie colpiscono diverse categorie: l'edilizia, il turismo, l'agricoltura e l'industria. Per approfondimenti mandare mail all'Osservatorio

E' morto F.S sommerso dal fango in una vigna

Pavia 29 ottobre 2013 E' morto S. F., 43 anni, nel pomeriggio in una vigna di Canevino. S.F con il fratello stava preparando la posa di tubature per il drenaggio del terreno: era vicino alla ruspa e stava controllando un fosso quando uno smottamento l'ha sommerso di fango. Il fratello è riuscito salvarsi e a chiamare il 118. I soccorritori giunti sul posto hanno estratto l'uomo dal fango e tentato per oltre un'ora di rianimarlo, ma purtroppo senza nessun risultato.

martedì 29 ottobre 2013

Anche oggi 3 morti sui LUOGHI DI LAVORO

Anche oggi ci sono stati 3 morti sui luoghi di lavoro. In piemonte, in Sicilia e in Puglia. Il lavoratore piemontese è morto nei servizi di autoriparazione, in Sicilia un agricoltore schiacciato dal trattore e in Puglia un edile è morto rimanendo schiacciato sotto il peso di un muro crollato. Per notizie più dettagliate chiedere con mail all'Osservatorio

lunedì 28 ottobre 2013

Altri due morti nelle due categorie con più vittime sui luoghi di lavoro

27 ottobre 2013 Altri due lavoratori sono morti: un edile in Abruzzo e un agricoltore in Basilicata. Per notizie più approfondite mandare mail all'Osservatario

sabato 26 ottobre 2013

E' morto un operaio a Milano

Milano 25 ottobre 2013 E' morto un lavoratore di 43 anni cadendo da un cestello elevatore mentre stava installando un cartellone pubblicitario. È successo intorno 21 a Milano. Sembra che la vittima, con l’aiuto di un collega, stava sistemando un cartellone pubblicitario sul supporto metallico alto una decina di metri. Entrambi si trovavano al lavoro sul cestello per assicurare il pesante telone alla parte più alta del supporto per poi srotolarvelo sopra. Al momento della caduta il compagno della vittima era concentrato sul proprio compito e pare che non abbia fatto in tempo ad accorgersi di quello che stava accadendo: un grido, e un attimo dopo il compagno d lavoro era terra sul selciato. Immediato l’arrivo del 118 e il tentativo di salvare la vita dell’operaio di cui non si conosce ancora l'identità, per il quale purtroppo non c’è stato nulla da fare. Stando alle primissime e ancora parziali verifiche sembra che le attrezzature di sicurezza previste per questo genere di lavoro, dai caschi alle imbragature, fossero regolarmente in dotazione di entrambi i lavoratori.

giovedì 24 ottobre 2013

Continua la strage di agricoltori anche quest'anno nell'indifferenza della politica. Cosa fate Presidente del Senato Grasso e Presidenta della Camera Boldrini per far cessare queste tragedie? Eppure sapete, eppure siete informati anche da questo osservatorio su cosa sta succedendo nelle campagne e nei cantieri, ma non siete capaci di far intervenire i deputati e senatori per far finire queste stragi?

E' morto Silvio Favazzo di 60 anni in provincia di Messina schiacciato dal trattore. La vittima stava lavorando per conto una ditta in un terreno e probabilmente per un dislivello del terreno il mezzo agricolo si e' ribaltato e S.F e' rimasto schiacciato. Continua purtroppo la strage di agricoltori di ogni età schiacciati da questo "mostro" che uccide al più piccolo errore a causa del territorio italiano che è per la maggior parte collinare. gli agricoltori rappresentano da soli quasi il 40% delle morti sui LUOGHI DI LAVORO, ed è così tutti gli anni perchè la politica e il parlamento si occupa sempre di cose più importanti che la vita dei propri lavoratori.....VERGOGNATEVI BASTEREBBERO SOLO PICCOLI INTERVENTI LEGISLATIVI E CON POCHISSIME RISORSE PER SALVARE TANTISSIME VITE DI QUESTI SFORTUNATI AGRICOLTORI DIMENTICATI DA TUTTI E VOI DEL MOVIMENTO CINQUE STELLE STATE FACENDO UN'OPPOSIZIONE FANTASMA, CON BEPPE GRILLO CHE AVEVA MESSO NEL PROGRAMMA COME PRIORITARIA LA LOTTA CONTRO LE MORTI SUL LAVORO, RECENSENDO ANCHE LIBRI SU QUESTE TRAGEDIE, COSA STATE FACENDO? NIENTE VERGOGNATEVI ANCHE A VOI

mercoledì 23 ottobre 2013

Continua la strage tra gli edili

Purtroppo ci sono stati altri 3 morti in edilizia, In Lombardia, in Toscana e in Veneto. tutte le vittime lavoravano in edilizia che ha già complessivamente 106 morti dall'inizio dell'anno. Gli stranieri in questo comparto sono oltre il 18% e i romeni la metà di tutte le morti tra gli stranieri. Rispetto al totale di tutte le morti sui LUOGHI DI LAVORO in tutte le categorie l'edilizia ha il 22,2% .

martedì 22 ottobre 2013

Altre due vittime sui luoghi di lavoro

Brescia 22 ottobre 2013 E' morto un operaio travolto da massi mentre lavorava con un escavatore nella cava della Cooperativa Operai Cavatori del Botticino. Verso le 11 alcuni massi si sono staccati dalla montagna ed hanno travolto il mezzo, schiacciando l'operaio nella sua cabina. L'operaio era ancora vivo quando sono arrivati i soccorritori ma durante le operazioni di recupero - rese più difficoltose dal pericolo ulteriore di frana il povero operaio di cui non i conosce ancora l'identità è spirato. Sul posto i Vigili del Fuoco, i carabinieri e gli uomini del 118. Lecce 22 ottobre 2013 è morto Piero Miccoli di 47 anni schiacciato dal braccio meccanico della gru che stava manovrando. La tragedia sul lavoro si è verificato nella tarda mattinata a Porto Cesareo, in località “Serra degli Angeli”, a nord di Torre Lapillo. Da quanto si apprende, Miccoli stava scaricando tufo nel giardino di una famiglia, quando si sarebbe staccato un pezzo meccanico dal mezzo pesante con in quale era arrivato sul posto posizionato a ridosso del muro di cinta di un'abitazione estiva. Il braccio meccanico lo avrebbe travolto in pieno, inutili i soccorsi dei sanitari del 118, Il luogo è stato presto raggiunto dai carabinieri della stazione locale e dai colleghi della compagnia di Campi Salentina, i quali stanno ora cercando di ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto e di capire come mai si sia staccata la gru; necessario è stato anche l’intervento dei vigili del fuoco, che hanno dovuto liberare la vittima.

lunedì 21 ottobre 2013

Morti sul lavoro di Marco Bazzoni

Interni Morti sul lavoro, una piaga che non si arresta nella sostanziale indifferenza dei media di Marco Bazzoni morti_sul_lavoro C’è un tema molto importante, di cui si discute mai, forse perché è un tema scomodo, spinoso, indigesto: le morti sul lavoro. Un dramma che nel 2012 (dati Osservatorio Indipendente di Bologna diretto da Carlo Soricelli, ex operaio metalmeccanico in pensione) ha causato oltre 1180 morti, anche se l’Inail da anni, ci va ripetendo che le morti sul lavoro (e anche gli infortuni) sono in calo, tanto che secondo i dati Inail, nel 2012 ci sono state 790 morti sul lavoro. Un dato tutt’altro che esatto, dal momento che 790 morti, sono solo quelli riconosciuti dall’Inail ma le denunce per infortunio mortale sono state 1296 nel 2012. Sembra pertanto ci sia un evidente problema di riconoscimento della natura degli infortuni mortali sul lavoro, visto che 481 denunce, nel 2012, non sono state classificate come morti sul lavoro! E voglio essere anche più chiaro, visto che negli ultimi anni l’Inail ci va parlando di un costante calo delle morti sul lavoro. A questo link: http://www.inail.it/internet_web/wcm/idc/groups/salastampa/documents/document/ucm_090208.pdf scopriamo, che: - 2008, le denunce per infortunio mortale sul lavoro sono state 1624, ma l’Inail ne ha riconosciute solo 1110, 514 lavoratori non sono stati considerati morti sul lavoro - 2009, le denunce per infortunio mortale sul lavoro sono state 1534, ma l’Inail ne ha riconosciute solo 1011, 521 lavoratori non sono stati considerati morti sul lavoro 2010, le denunce per infortunio mortale sul lavoro sono state 1483, ma l’Inail ne ha riconosciute solo 983 , 500 lavoratori non sono stati considerati morti sul lavoro 2011, le denunce per infortunio mortale sul lavoro sono state 1367, ma l’Inail ne ha riconosciute solo 866 , 496 lavoratori non sono stati considerati morti sul lavoro 2012, le denunce per infortunio mortale sul lavoro sono state 1296, ma l’Inail ne ha riconosciute solo 790, 481 lavoratori non sono stati considerati morti sul lavoro Le denunce per infortunio mortale saranno anche calate in questi anni (molto probabilmente a causa della crisi e della crescente disoccupazione), ciò che è strano è che in tutti questi anni il numero di lavoratori che non sono stati considerati morti sul lavoro dall’Inail ammonta, ogni anno, a circa 500. Se prendiamo in esame l’intervallo di tempo dal 2008 al 2012, la cifra complessiva, incredibile è di 2512 unità. A questo punto la domanda sorge spontanea: con quali criteri l’Inail considera che un lavoratore è morto sul lavoro e un altro no? 500 denunce annue per infortunio mortale sul lavoro non vengono classificate come morti sul lavoro. Perché? Possibile che non ci sia un giornalista in Italia che si è fatto questa domanda? Il dramma delle morti sul lavoro, deve essere centrale in un Paese che si definisce democratico, poiché un Paese civile non si può permettere tutte queste morti sul lavoro. E anche se l’Inail, da anni, continua a dire, che le morti sul lavoro sono in calo, non bisogna assolutamente abbassare la guardia sul tema della salute e sicurezza sul lavoro, cosa che purtroppo in questi anni è accaduta! Basterebbe citare il Dlgs 106/09 voluto dall’ex Governo Berlusconi, di cui non basterebbe un articolo per elencare tutte le norme negative in esso contenute. Un decreto che all’inizio fu definito “correttivo”, ma che di correttivo non aveva un bel niente ma che si configurava semplicemente uno stravolgimento del testo unico per la sicurezza sul lavoro voluto dal Governo Prodi (Dlgs 81 del 9 Aprile 2008). Tanto per citare alcune modifiche negative: sanzioni dimezzate ai datori di lavoro, dirigenti e preposti, autocertificazione dvr per le aziende fino a 10 dipendenti, proroga di 90 giorni per le nuove imprese o modifiche sostanziali apportate a imprese esistenti. Ma non finisce qui, in tutti questi anni poco o nulla è stato fatto per aumentare i controlli per la sicurezza sul lavoro. A ciò si unisce ill blocco dell’assunzione dei tecnici della prevenzione dell’Asl, che sono gli unici titolati a fare i controlli per la sicurezza e salute sul lavoro, gli ispettori sul lavoro hanno solo una piccola deroga per la sicurezza nei cantieri, ma devono sempre preavvisare le Asl territorialmente competenti. In questi anni molti tecnici Asl sono andati in pensione e non sono stati rimpiazzati, quindi va da se che ogni anno che passa ci sono sempre meno controlli per la sicurezza sul lavoro, perché il personale è scarso ed è ridotto all’osso e non si sta facendo nulla per aumentarlo, tanto che che qualche anno fa in tutta Italia c’erano circa 1850 tecnici della prevenzione dell’Asl, ma ad oggi sono sicuramente molti meno (di sicuro molto meno di 1850). In Italia ci sono 3-4 milioni di aziende, se dovessero controllarle tutte, ogni azienda riceverebbe un controllo ogni 33 anni, praticamente mai! Non c’è un programma di attualità, che abbia la forza, il coraggio di parlare di un dramma che affligge questo Paese, che è quello delle morti sul lavoro, si parla di tutto nei programmi di attualità in prima serata, di tutto, ma non dei lavoratori che muoiono sul lavoro: che tristezza! Rivolgo un forte appello al mondo dell’informazione, riaccendete, come si suol dire, i riflettori, sul dramma, troppo spesso dimenticato delle morti sul lavoro. Una dramma che non fa solo morti, ma rovina famiglie e rende tanti giovani orfani e soli! *Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza-Firenze Email: bazzoni_m@tin.it

domenica 20 ottobre 2013

Ancora due vittime sui luoghi di lavoro a Napoli e Ancona

Ancona 19 ottobre 2013 E' morto un operaio di 61 annni nella stazione ferroviaria di Ancona. Dalle prime notizie sembra che la vittima di cui non conosce ancora l'identità stesse manovrando una macchina per la pulizia dei vagoni che si è ribaltata schiacciandolo. Sul posto la Polfer per le indagini, i vigili del fuoco e i sanitari del 118, che al loro arrivo non hanno potuto far altro che constatarne la morte. Napoli, 20 ottobre E' morto Vincenzo De Matteo di di 60 anni. Secondo una ricostruzione fatta dalla Polmare, Di Matteo, era intento a lavorare su una nave, ancorata al molo 29, quando per motivi ancora da chiarire e' precipitato nella stiva, compiendo un volo di circa 15 metri. Scattata l'emergenza, intorno alle 23, sul posto si sono portati i vigili del fuoco che hanno provveduto ad estrarlo ed il 118. Le condizioni di Di Matteo, sono apparse immediatamente gravi e come codice rosso e' stato ricoverato nel Reparto Rianimazione del Loreto Mare. In seguito ai gravi danni subiti dal violento impatto con il fondo della stiva,la vittima è morta poco dopo. La salma e' stata quindi portata al Policlinico per l'esame autoptico mentre la nave e' stata sequestrata per consentire gli accertamenti del caso.

sabato 19 ottobre 2013

E' morto un operaio di 56 anni cadendo da un ponteggio a Torino

Torino 18 ottobre 2013 E' morto Francesco Esposito cadendo da un ponteggio alla stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova. La vittima è un italiano di 56 anni. Secondo una prima ricostruzione il povero operaio ha messo un piede in fallo appoggiandolo su un pannello in vetro ed è caduto nel vuoto da un'altezza di diversi metri. E' morto poco dopo l'arrivo dell'ambulanza del 118.

giovedì 17 ottobre 2013

Giovane romeno muore per infortunio sul lavoro a soli 29 anni e dona gli organi. La tragedia in provincia di Perugia

Perugia 17 ottobre 2013 E' morto P.R un giovane romeno di 29 anni. La morte del giovane all'ospedale Santa Maria della Misericordia Branca ma l'infortunio mortale risale a mercoledì. Purtroppo oggi c'è stata la morte cerebrale e P.R essendo iscritto all’Aido, quindi è donatore di organi. Questa notte si procederà all’espianto degli organi all'ospedale Santa Maria della Misericordia. La direzione medica attraverso l’ufficio stampa informa che è l’uomo è tuttora «in Rianimazione» con l’encefalogramma che certifica la «morte cerebrale». I romeni hanno quest'anno ( ma è così da diversi anni)da soli il 3,8% di tutte le morti sul lavoro in Italia e sono il 35% tra gli stranieri morti per infortuni sul lavoro. tutti gli stranieri sono il 10,8% sul totale di tutti i morti sui LUOGHI DI LAVORO

martedì 15 ottobre 2013

E' morto Giuseppe Spagnolo a causa del crollo del solaio di una cantina sociale già in disuso

Lecce 15 ottobre 2013 E' morto Giuseppe Spagnolo di 61 anni. Spagnolo è morto a causa del crollo del solaio di una cantina Sociale di Sava. La cooperativa era fallita già da tempo e i locali destinati alla produzione e all’imbottigliamento del vino erano abbandonati e in disuso. A dare l’allarme del cedimento sono stati i residenti delle abitazioni vicine al capannone. Subito avviate le ricerche di Spagnolo che però è stato ritrovato senza vita sotto le macerie, grazie al lavoro dei Vigili del Fuoco; “è un’altra vittima della crisi che attanaglia il Paese”, ha detto il sindaco di Sava che, accorso sul luogo appena accaduto il crollo, è rimasto lì fino al momento in cui è stato estratto il corpo di Spagnolo.

Volentieri pubblichiamo

Numero monografico "E' tempo di tutela: Infortuni e Malattie Professionali" Ottobre 2013 – anno 1 . Per comunicazioni incatoscananews@tosc.cgil.it Lo sai che ogni anno vengono denunciati oltre 700.000 infortuni sul lavoro? Nel 2012 sono stati denunciati 744.916 infortuni sul lavoro di cui 790 mortali. Le malattie professionali denunciate sono state 47.500 e i casi mortali riconosciuti 1.583. (Fonte INAIL) Numeri impressionanti ma queste cifre ufficiali non rappresentano però la realtà che è ancora più drammatica in quanto: nelle statistiche sulle “morti bianche” vengono conteggiati solo gli infortuni sul lavoro e mai anche le morti per malattie professionali : 46.000 casi denunciati ogni anno con circa 200 decessi e una grande parte sommersa di cui non si conoscono le dimensioni. I dati non tengono conto degli infortuni che non vengono denunciati, che sono tra il 10 e il 20% del totale. Lo stesso Istituto assicuratore infatti stima in almeno 200 mila l’anno gli infortuni che non vengono mai denunciati. È un fatto ampiamente accertato che in gran parte dell'Italia e in tutte le aree meno sviluppate d'Europa gli infortuni meno gravi si risolvono in molti casi senza il ricorso alle forme assicurative pubbliche, presso le quali spesso i lavoratori non vengono nemmeno registrati. E ciò dipende soprattutto dalla grande diffusione di lavoro nero e irregolare. Infortuni e malattie professionali non sono una fatalità. Sono sempre frutto di scarsa attenzione per le misure di prevenzione e di protezione che obbligatoriamente i datori di lavoro sono tenuti ad adottare nell'impresa per tutelare l'integrità psico-fisica dei propri dipendenti. Per questo è essenziale che ogni lavoratore conosca quali sono i suoi diritti e i suoi doveri e per sapere come fare affinché il datore di lavoro, che è il responsabile della salvaguardia della salute dei lavoratori nell'azienda, attui i provvedimenti necessari a tale scopo. Salute e sicurezza sul lavoro sono quindi un diritto fondamentale, ma se si verifica un infortunio o una malattia professionale, è necessario che sia anche rispettata la legge che prevede la tutela assicurativa obbligatoria a favore del lavoratore infortunato o ammalato. Cosa fare quando sei vittima di un'incidente sul lavoro o ti ammali a causa di lavori insalubri? In italia vige un sistema assicurativo contro gli infortuni e le malattie professionali ( Testo Unico n. 1124/1965 e Decreto Leg.vo 38/2000) che fa capo all' INAIL, il quale gestisce risorse finanziarie per garantire gli indennizzi e i risarcimenti a quei lavoratori e a quelle lavoratrici che dovessero subire dei danni alla loro salute causati dall'attività professionale. Gli importi variano in ragione della gravità degli eventi. Per quanto riguarda gli infortuni e le malattie professionali esiste una tabella delle menomazioni indicante le le patologie e le relative percentuali di invalidità che possono essere riconosciute dalle quali scaturiscono le prestazioni C'è più di un motivo per denunciare sempre un infortunio Un evento, anche di piccola entità, se trascurato può avere conseguenze più grandi. Infortuni trattati come malattie comuni possono mettere in forse il rapporto di lavoro a causa del superamento del comporto. Gli infortuni riconosciuti dall'INAIL possono dare diritto ad un riconoscimento di invalidità permanente con un'erogazione economica: per Danno Biologico dal 6% al 15% in capitale: per rendita mensile dal 16% al 100%. E' possibile riaprire l'infortunio a fronte di problematiche riconducibili all'evento in questione. Se subisci un infortunio Contatta subito il delegato sindacale che può aiutarti ad avere dal patronato INCA l'assistenza e la tutela necessarie; Avverti immediatamente il datore di lavoro Coinvolgi il Responsabile dei lavoratori alla sicurezza che può intervenire subito e raccogliere le informazioni necessarie per ricostruire il contesto nel quale è avvenuto l'incidente Fatti accompagnare al più vicino Pronto Soccorso, se l'infortunio è grave. In caso di ricovero, l'ospedale ha l'obbligo di inviare una copia del certificato di prognosi all'INAIL. Un'alltra copia consegnala al tuo datore di lavoro. Fai attenzione a conservare una copia anche per te, affinchè tu possa avere tutta la documentazione necessaria. Il ruolo fondamentale del Patronato INCA Se sei vittima di un'incidente sul lavoro o presumi di essere affetto da una malattia professionale è importante rivolgersi all'INCA Presso il Patronato della CGIL potrai: Accertarti che l'infortunio o la malattia professionale siano stati denunciati all'INAIL Controllare che il datore di lavoro abbia descritto correttamente la dinamica dell'infortunio o abbia riferito sulle sostanze nocive con le quali sei venuto a contatto che hanno causato la malattia Verificare che il datore di lavoro e l'INAIL ti riconoscano la retribuzione dovuta Trovare l'assistenza nella presentazione delle domande per ottenere il riconoscimento del danno e le prestazioni sanitarie che ti spettano Ricorrere in sede amministrativa e legale contro le decisioni dell'INAIL, qualora fossero insufficenti e sbagliate Per quanto riguarda le malattie professionali, al Patronato della CGIL potrai: Accertarti che la malattia sia connessa alla tua attività di lavoro Avere l'assistenza medico legale gratuita, senza ricorrere agli studi medici privati Avviare la domanda per ottenere l'indennizzo o il risarcimento Impedire che il tuo datore di lavoro tenti di nascondere la malattia professionale Ricorrere in sede amministrativa e legale contro le decisioni dell'INAIL, qualora fossero insufficenti o sbagliate Seguire l'evoluzione della malattia professionale e aiutarti ad ottenere una revisione delle prestazioni in cui le tue condizioni di salute dovessero aggravarsi Sostenere la tua causa davanti al tribunale qualora la salute non ti consenta di continuare a svolgere la mansione per cui sei stato assunto Per trovare l'ufficio INCA pi— vicino a te Visita il sito www.incatoscana.it oppure telefona al Legge 675/96.Tutela delle persone e di soggetti rispetto al trattamento di dati personali. I dati dei destinatari del messaggio sono acquisiti, conservati e trattati nel rispetto della Legge 675/96. Il titolare dei dati potr… richiederne in qualsiasi momento la conferma dell'esistenza, la modifica o cancellazione come previsto dall'articolo 13. Se non sei interessato a ricevere questo messaggio basta inviare una e-mail all’indirizzo incatoscananews@tosc.cgil.itavente come oggetto la dicitura CANCELLA.

lunedì 14 ottobre 2013

E' morto a soli 23 anni Francesco Siracusa cadendo da un tetto di una ditta che stava ristrutturando

Palermo 12 ottobre 2013 E' morto Francesco Siracusa a soli 23 anni cadendo da un tetto di una ditta che stava ristrutturando. L’operaio stava realizzando dei lavori di riparazione ed è volato da un altezza di sette metri. Il giovane è morto sul colpo. Sul posto sono anche giunti i sanitari del 118, ma non hanno potuto che constatarne la morte. la caduta dall'alto è la principale causa di morte tra gli edili. Lee indagini sono condotte dal dipartimento di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro dell’Asp 6 e dai carabinieri della compagnia di Bagheria.

venerdì 11 ottobre 2013

Anche oggi registriamo due morti sui luoghi di lavoro

Cosenza 11 ottobre E' morto F.M un imprenditore del settore movimento terra, F.M. di 43, e’ morto in provincia in un incidente sul lavoro. Il cadavere didell'autotrasportatore e’ stato trovato dalla madre che non aveva sue notizie da ore. Indagano i carabinieri. L’ipotesi piu’ accreditata e’ che la vittima in una sua proprieta’, dopo avere fermato uno dei suoi camion in discesa sia stato travolto e schiacciato tra due mezzi pesanti. E' morto Francesco Cardella, operaio di 47 anni. è morto dopo due giorni di agonia all´ospedale Sant’Antonio Abate. Era stata colpito da una lastra di marmo che gli è caduta addosso, presso l’azienda per la quale lavorava. La lastra gli ha provocato la lacerazione dell’arteria femorale. Una corsa contro il tempo verso il nosocomio trapanese per cercare di aiutarlo a vincere quella lotta tra la vita e la morte durata 48 ore che non è servita a nulla. Cardella si è spento.

giovedì 10 ottobre 2013

Muore un edile in Irpinia e un giovane operaio nel barese

10 ottobre 2013 Muore un edile cadendo dal tetto di una casa che stava ristrutturando in Irpinia, sono ancora poche e frammentate le noizie della tragedia. Bari, 10 ottobre. E' morto un operaio di 35 anni a Gioia del Colle, questo pomeriggio nella vetreria che produce bottiglie. La vittima è stata trovata con la testa schicciata vicino a un nastro trasportatore che potrebbe essersi azionato all'improvviso mentre la vittima effettuava la manutenzione e potrebbe averlo sbattuto contro uno spigolo. Sul posto sono intervenuti i carabinieri che stanno effettuando i rilievi e le indagini.

mercoledì 9 ottobre 2013

Anche oggi due agricoltori sono morti a causa del trattore

Trento, 9 ottobre E' morto Diego Scalfi, agricoltore di 67 anni in provincia di Trento, è morto, schiacciato dalla barra del trattore che guidava In Provincia di Brescia è morto Giuseppe Fornasari, di 49 anni, anche lui schiacciato dal suo trattore nella sua cascina Santi Pietri ad Offlaga. La tragedia questa mattina; sembr che il mezzo si sia messo improvvisamente in moto e aveva la retromarcia innestata.La vittima è stata travolta dalla ruota anteriore del mezzo che gli ha schiacciato l’addome provocando lesioni interne mortalii. Immediato l’arrivo sul posto dell’eliambulanza e dei vigili del fuoco ma per Fornnsari non c’è stato purtroppo nulla da fare: è morto pochi secondi dopo l’incidente.

martedì 8 ottobre 2013

Muore un lavoratore indiano di 38 anni ulminato

E' morto un bracciante indiano di 38 anni colpito da un fulmine all’interno di un’azienda agricola a borgo Bainsizza. La tragedia questa mattina lavorava nelle serre quando è stato centrato dalla scarica. Inutili i soccorsi dei compagni di lavoro che dei sanitari dell’Ares 118 hanno provato invano a rianimarlo. Sul posto polizia scientifica e tecnici Asl.

giovedì 3 ottobre 2013

Oggi due morti sul lavoro in Toscana

Massa Carrara 3 ottobre 2013 E' morto Antonio Borgia un artigiano di 79 anni caduto da un lucernaio. L'anziano, che è incredibile lavori ancora a quell'età, anche se l'azienda di costruzioni meccaniche fosse di sua proprietà, è precipitato da un lucernaio che stava cercando di liberare dalle foglie cadute. La vittima è precipitata da un'altezza di circa dieci metri. La tragedia a Pontremoli, SIENA 3 ottobre E' morto un autotrasportatore questa mattina, intorno alle ore 9, sul cavalcavia della Tangenziale Ovest di Siena, presso l'uscita Siena Sud. Il conducente di un mezzo pesante che trasportava olio, ha perso il controllo del mezzo, sfondando il guard rail e volando sulla strada sottostante. Nell'incidente è deceduto il conducente del camion ma non sono stati coinvolti altri veicoli.Sul posto è intervenuto il personale Anas per la regolazione del traffico, la rimozione del mezzo incidentato e la bonifica del piano viabile, al fine di ripristinare la circolazione appena possibile. L

mercoledì 2 ottobre 2013

Muore un lavoratore che a 69 anni lavorava ancora sui tetti

trapani 1 ottobre 2013 E' morto un muratore di 69 anni nel pomeriggio dopo essere caduto dal tetto di un'abitazione, a Santa Ninfa nel trapanese mentre stava lavorando. L'anziano lavoratore, ricordiamo che gli ultrasessantenni morti sul lavoro sfiorano il 30%,è stato trasportato con l'Elisoccorso già in coma in un ospedale a Palermo dove dopo qualche ora è morto. Sono intervenuti i carabinieri che hanno sequestrato l'immobile nel quale si è verificato l'incidente.

PURTROPPO IL BLOG NELLA PAGINA INIZIALE NON SI AGGIORNA ED E' IMMODIFICABILE

PURTROPPO NON RIESCO AD AGGIORNARE LA DATA E IL NUMERO DI MORTI DEL BLOG, RIMANE LA DATA DEL 29 SETTEMBRE.

martedì 1 ottobre 2013

Le mistificazioni sul presunto calo delle morti sul lavoro

Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.com Morti sui luoghi di lavoro dal 2008 al 30 settembre d’ogni anno Al 30 settembre del 2008 i morti sui luoghi di lavoro furono 462 Al 30 settembre del 2009 i morti sui luoghi di lavoro furono 419 Al 30 settembre del 2010 i morti sui luoghi di lavoro furono 430 Al 30 settembre del 2011 i morti sui luoghi di lavoro furono 495 Al 30 settembre del 2012 i morti sui luoghi di lavoro furono 465 Al 30 settembre del 2012 i morti sui luoghi di lavoro furono 446 Come potete vedere con un andamento di poco altalenante la situazione delle morti sui luoghi di lavoro praticamente è sempre la stessa, anzi, se si pensa che da quell’anno si sono persi milioni di posti di lavoro si può affermare con certezza che la situazione è nettamente peggiorata. E quello che scrivo è incontestabile perchè le morti sono tutte documentate. Occorre ricordarsi anche che a queste vittime dell’indifferenza, occorre aggiungerne almeno altrettante per le morti in itinere e sulle strade, quindi potete tranquillamente raddoppiare il numero di morti e saremmo sempre in difetto. Per poi non parlare dei lavoratori in nero che muoiono sulle strade e che passano “genericamente” per vittime “d’incidenti stradali” e che nessuno può quantificare, e anche noi purtroppo non possiamo inserire tra queste vittime del lavoro non conoscendo l’entità del fenomeno. Tutti gli anni si parla di “favolosi cali” delle morti sul lavoro. Una vera mistificazione, che fa presa anche sulla politica che mai s’interessa di queste tragedie. Ma di che cali parliamo? Se andate a vedere le statistiche ufficiali sulle morti sui luoghi di lavoro potete vedere con i vostri occhi che sono tutti gli anni mediamente il 20/30% in meno da quelle registrate da noi. Ma quelle persone che noi abbiamo registrato come morti sul lavoro cosa sono dei manichini e non vite spezzate da infortuni sul lavoro che spesso sono dovute alla mancanza di scurezza? Ci sono morti sul lavoro di serie A e di serie B? Sono uomini e donne a cui non danno neppure la dignità di essere classificati come morti sul lavoro. INCREDIBILE. Soprattutto è incredibile l’indifferenza della politica che nulla ha fatto in questi anni per cercare di far diminuire queste morti, anzi, hanno vergognosamente “alleggerito” la normativa sulla Sicurezza con leggi che anche l’Europa ci contesta, dopo che un operaio testardo e determinato come Marco Bazzoni (eroe oscuro del nostro tempo, come ce ne sono tanti sparsi per l’Italia) ha fatto addirittura mettere in mora il nostro paese perchè tali stravolgimenti sulla Sicurezza non sono adeguati e indegni per l’Europa di cui facciamo parte. E questo con il Governo Berlusconi che aveva come ministro uno come Sacconi, sempre schierato a favore degli industriali e contro la più grande organizzazione dei lavorati come la CGIL…Poi è arrivato il Governo Monti, appoggiato anche dal PD, un partito che aveva per tradizione, prima che si trasformasse in un “ammasso” di non si sa che cosa, la maggioranza dei lavoratori tra i suoi elettori. Quel governo pieno d’industriali, medici, professionisti della politica, avvocati (oltre 100) soubrette riciclate, tecnocrati che prendevano gli ordini dalle banche ha indistintamente allungato l’età della pensione di diversi anni per tutti, indipendentemente dal lavoro che svolgevano. Come si fa a mettere sullo stesso piano un agricoltore che guida un trattore, un edile che lavora su un tetto, un operaio che lavora su macchinari pericolosi, un autista di un Tir con uno che lavora con un computer? Io ho 64 anni, da alcuni anni ho artrosi in diverse parti del corpo, i miei riflessi non sono più così pronti come quando ne avevo 50 0 60. Ma a questa gente poco interessa, mica ci sono loro a svolgere questi lavori pericolosi, e neppure i loro familiari. Non s’interessano neppure dei tantissimi capannoni industriali che non rispettano le norme antisismiche del 2005 e questo dopo un terremoto come quello in Emilia dell’anno scorso che ha messo in luce la fragilità di queste strutture. Nessuno si è degnato di rispondere, di smentire o di riassicurare che qualcosa si sta facendo. Io dico VERGOGNA. Le tante persone che con lavoro volontario e con la passione che ci mettono per migliorare il nostro paese, non si meritano una classe dirigente come questa. Ringrazio le centinaia di persone che mi hanno scritto di non mollare, ma è molto difficile continuare così. Spero che l’indignazione degli italiani arrivi ad un punto tale da farli sobbalzare dalla vergogna. Ma ne dubito. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro.

Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?