Un grande SI ai quesiti referendari di giugno

Un grande SI dell'Osservatorio ai quesiti referendari di giugno Quando Renzi introdusse il Jobs act  nel 2015 erano già otto anni che monitoravo imorti sul lavoro e vedevo nelle tabelle excel  dove c'erano più morti:per giorno, mese e anno, l'identità della vittima, l'età, la professione (anche in nero) e nazionalità. Oltre alnero morivano e muoiono numerosissimi nelle piccole e piccolissime aziende senza sindacati e senza Articolo 18 che Renzi aboliva per i nuovi assunti nel settore privato: la raccolta dati parlava chiaro, era lì che c'era la stragrande maggioranza dei morti per infortuni. abolire l'articolo 18 dello Statuto dei lavori, quello che recitava "no ai licenziamenti senza giusta causa e giustificato motivo", è stata un'autentica vigliaccata a favore delle aziende". Chi poteva più rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi se potevano licenziarti senza motivo e darti se il licenziamento era ingiusto una manciata di euro? Ma l'abolizione dell'articolo 18 aveva anche un altro scopo, demolire larappresentanza sindacale dei sindacati più combattivi e favorire quelli più accomodanti. Da allora come potete vedere dal grafico c'è stata un'impennatadei morti sul lavoro. Occorre ricordare che l'abolizione dell'articolo 18riguarda solo il settore privato, per il Settore Pubblico tutto rimane comeprima, ma se non passano i Referendum, anche loro possono subire la stessa sorte. E allora cosa fanno anche le grandi aziende del Settore Pubblico vistoche non potevano licenziare gli Statali? Cominciarono  a utilizzare il avoratori in appalto, invece di assumerli come dipendenti diretti, così scaricavano su quello che io chiamo Caporalato (anche) di Stato tutti i lavori più pericolosi e a più basso reddito: nuovi schiavi senza più diritti. Ricordo che le ultime recenti stragi di Brandizzo (ferrovia delloStato), Suviana (Enel) e Calenzano (Eni) sono grandi aziende a partecipazione statale. Poi c'è la strage all'Esselunga di Firenze dove lavoravano ben 49 aziende appaltata. Ma queste aziende che sono Capo Commesse non hanno nessuna responsabilità se per esempio ci sono morti sul lavoro, o non rispettano anche le più elementari misure di Sicurezza le aziende appaltate, SI. Il precariato è un’autentica piaga che colpisce i più deboli ericattabili. Si alla loro abolizione. Quindi è giusto votare Si anche a questoReferendum dove il Capo Commessa diventa responsabile di tutta la catena delsub appalto. Il precariato è un’autentica piaga che colpisce i più deboli ericattabili anche questo aspetto fa aumentare i morti sul lavoro. Si anche a questo quesito. È anche giusto votare Si e dare la cittadinanza italiana a chi già da 5 anni lavora in regola in Italia, dieci anni sono troppi. Ricordo atutti che l'anno scorso il 35% dei morti sui luoghi di lavoro, sotto i 60 anni sono stranieri, che fanno i lavori più umili e pericolosi, non possiamo considerarli e farli considerare diversi, e fare diventare questi lavoratori corpi estranei, per poi ritrovarci come nelle periferie francesi, anche in Italia ci sono le prime avvisaglie. Altra cosa se mi chiedete se occorre l'espulsione immediata per chi commette reati gravi: di delinquenti ne abbiamo già troppi tra gliitaliani e quindi ci vuole l’espulsione immediata per gli stranieri che commettono reati. Volevo dire a che essendo assunto prima del 2015 e che si sente protetto dall’articolo 18, che oltre alla solidarietà per gli altri lavoratori, difende così anche la sua posizione, tra pochi anni, se i Referendum non passeranno, la maggioranza dei lavoratori non avrà più l’articolo 18, eanche loro saranno meno tutelati e guardati come dei privilegiati, Poi se si hanno figli e nipoti occorre cercare di non farli entrare in una giunglalavorativa. In allegato l’andamento dei morti sui luoghi di lavoro dal 2014, l’anno prima dell’introduzione del Jobs Act e l’impennata dei morti anche dopo l’introduzionedegli appalti del Governo Meloni. Carlo Soricellicuratore dell’osservatorio di Bologna morti sul lavoro attivo dal 1° gennaio2008, e artista sociale da oltre 50 anni http://cadutisullavoro.blogspot.it  

Morti sui Luoghi di lavoro nell'intero 2025

Morti sui Luoghi di lavoro nell'intero 2025
intero 2024 Morti sui luoghi di Lavoro nelle Regioni (escluso itinere) in rapporto al numero di abitanti, così come li conta eurostat

Speciale TG1 sui morti sul lavoro 1 dicembre 2024

https://youtu.be/qMAiVFQXRJE?si=-9PsVpF3dsg7dMpT

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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giovedì 24 aprile 2025

anche ieri 4 morti sul lavoro dal sud al nord del Paese:Lombardia, Puglia e Sicilia

25 aprile 2025 ricordiamo i partigiani che allora sacrificarono la loro vita nella guerra di Liberazione, ricordiamo oggi i caduti della guerra del lavoro, come il 23enne Mattia Battistetti morto per infortunio sul lavoro a soli 23 anni. Lo ricordo così in questo dipinto, con grandi ali bianche simbolo di purezza che ho fatto in questi giorni che donerò alla famiglia di Mattia il 1° Maggio Festa dei lavoratori

giovedì 17 aprile 2025

Karoshi, la morte per troppo lavoro, gli italiani muoiono per troppo lavoro come i giapponesi

Karoshi,è il termine giapponese per indicare i lavoratori che muoiono per troppo lavoro, succede molto anche in Italia e quest'anno è diventata un'epidemia: succede massicciamente nell'autotrasporto, in tanti hanno malori mentre guidano e muoiono poi per incidenti: escono dalle strade, cadono nei burroni, si scontrano con altri bisonti della strade, e spesso coinvolgono altri mezz e automobilisti, sono già 55 gli autotrasportatori morti quest'anno, un'autentica strage. Io ho paura quando li vedo nel retrovisore o davanti, o che per la fretta sorpassano altri mezzi come quello cghe guidano. ma muoiono di Karoshi in tanti in altre categorie, anche artigiani, padroncini, operai ecc. Siamo gli ultimi in Europa e non solo (anche OCSE) in salari e Sicurezza.m % SI ai Referendum dell'8 di giugno

lunedì 14 aprile 2025

Cinque sì ai Referendum che personalmente chiedevo dal 2015, basta guardare i miei post di allora, in questa mail i motivi. Di carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio di Bologna morti sul lavoro

Quando Renzi introdusse il Jobs act nel 2015 erano già otto anni che monitoravo i morti sul lavoro e vedevo nelle tabelle excel dove registravo dove c'erano più morti:per giorno, mese e anno, l'identità della vittima, l'età, la professione (anche in nero) e nazionalità. Oltre al nero morivano e muoiono numerosissimi nelle piccole e piccolissime aziende senza sindacati e senza Articolo 18 che Renzi aboliva per i nuovi assunti nel settore privato: la raccolta dati parlava chiaro, era lì che c'era la stragrande maggioranza dei morti per infortuni. abolire l'articolo 18 dello Statuto dei lavori, quello che recitava "no ai licenziamenti senza giusta causa e giustificato motivo". Chi poteva più rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi se potevano licenziarti senza motivo e darti se il licenziamento era ingiusto una manciata di euro? Ma l'abolizione dell'articolo 18 aveva anche un altro scopo, demolire la rappresentanza sindacale dei sindacati più combattivi e favorire quelli più accomodanti. Da allora come potete vedere dal grafico c'è stata un'impennata dei morti sul lavoro. Occorre ricordare che l'abolizione dell'articolo 18 riguarda solo il settore privato, per il Settore Pubblico tutto rimane come prima, ma se non passano i Referendum, anche loro possono subire la stessa sorte. E allora cosa fanno anche le grandi aziende del Settore Pubblico visto che non potevano licenziare gli Statali? Cominciarono a utilizzare i lavoratori in appalto, invece di assumerli come dipendenti diretti, così scaricavano su quello che io chiamo Caporalato (anche) di Stato tutti i lavori più pericolosi e a più basso reddito: nuovi schiavi senza più diritti. Ricordo che le ultime recenti stragi di Brandizzo (ferrovia dello Stato), Suviana (Enel) e Calenzano (Eni) sono grandi aziende a partecipazione statale. Poi c'è la strage all'Esselunga di Firenze dove lavoravano ben 49 aziende appaltata. Ma queste aziende che sono capo commesse non hanno nessuna responsabilità se per esempio ci sono morti sul lavoro, o non rispettano anche le più elementari misure di Sicurezza le aziende appaltate, SI. Il precariato è un’autentica piaga che colpisce i più deboli e ricattabili. Si alla loro abolizione. Quindi è giusto votare Si anche a questo Referendum dove il Capo Commessa diventa responsabile di tutta la catena del sub appalto. Il precariato è un’autentica piaga che colpisce i più deboli e ricattabili anche questo aspetto fa aumentare i morti sul lavoro. Si anche a questo quesito. È anche giusto votare Si e dare la cittadinanza italiana a chi già da 5 anni lavora in regola in Italia, dieci anni sono troppi. Ricordo a tutti che l'anno scorso il 35% dei morti sui luoghi di lavoro, sotto i 60 anni sono stranieri, che fanno i lavori più umili e pericolosi, non possiamo considerarli e farli considerare diversi, e fare diventare questi lavoratori corpi estranei, per poi ritrovarci come nelle periferie francesi, anche in Italia ci sono le prime avvisaglie. Altra cosa se mi chiedete se occorre l'espulsione immediata per chi commette reati gravi: di delinquenti ne abbiamo già troppi tra gli italiani e quindi ci vuole l’espulsione immediata per gli stranieri che commettono reati. Volevo dire a che essendo assunto prima del 2015 e che si sente protetto dall’articolo 18, che oltre alla solidarietà per gli altri lavoratori, difende così anche la sua posizione, tra pochi anni, se i Referendum non passeranno, la maggioranza dei lavoratori non avrà più l’articolo 18, e anche loro saranno meno tutelati e guardati come dei privilegiati, Poi se si hanno figli e nipoti occorre cercare di non farli entrare in una giungla lavorativa. In allegato l’andamento dei morti sui luoghi di lavoro dal 2014, l’anno prima dell’introduzione del Jobs Act e l’impennata dei morti anche dopo l’introduzione degli appalti del Governo Meloni Carlo Soricelli curatore dell’osservatorio di Bologna morti sul lavoro attivo dal 1° gennaio 2008, e artista sociale da oltre 50 anni http://cadutisullavoro.blogspot.it

domenica 13 aprile 2025

Nella Basilica dei Servi, una delle più belle Chiese di Bologna c'è stato in Concerto il Requiem di Verdi dedicato ai morti sul lavoro, è stato commovente, hanno voluto che esponessi due mie opere sul tema hanno scelto il "Cristo operaio" dl 1984 e "morti bianche" che tutti conoscete, che apre l'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro è stato struggende e mi sono sentito onorato per aver esposto queste due opere così importanti in un luogo così importante dal punto di vista storico/artistica

giovedì 10 aprile 2025

Mi è appena giunta la notizia che un operaio è morto questa mattina sulla tangenziale di Bologna, ieri 3 morti (due schiacciati dal trattore) , sono stati 7 il giorno prima

sono qui al computer a registrare i morti, diieri, ma mi è appena giunta la notizia di un morto anche oggi
sulla tangenziale di Bologna , UN POVERO APPALTATO è morto alle 5 di mattina mentre stava smontando un cantiere, investito da un furgone, ieri sono morti due agricoltori schiacciati dal trattore dopo un altro del giorno prima (Ministro Lollobrigida?), diventano così 24 dall'inzio dell'anno, il giorno prima i morti sui luoghi di lavoro sono stati 7. Ma voglio dedicare questo post alla povera e bellissima operaia Anila Grishaj uccisa da un robot l'anno scorso, tra poco inizierà il processo

domenica 6 aprile 2025

Le stragi sono dovute a una nuova forma di caporalato, anche di Stato

Mercoledì 9 aprile ci sarà il primo anniversario della strage di Suviana dove 7 lavoratori persero la vita in una centrale dell’ENEL. Mi prende l’angoscia sapere che tre delle ultime stragi sono in grandissime aziende con compartecipazione dello Stato: parliamo di Enel (strage del Brasimone provincia di Bologna), di ENI (Calenzano di Firenze) e di Ferrovie dello Stato (Brandizzo di Torino). Solo all’Esselunga di Firenze la strage fu in un’azienda privata). Quello che caratterizza queste stragi è che quasi tutti i lavoratori morti non sono dipendenti diretti delle aziende ma sono lavoratori in appalto nelle aziende stesse. Come non definire queste nuove forme di lavoro come moderne forme di caporalato, che purtroppo utilizzano anche aziende dello Stato. Una strategia ben chiara: questi lavoratori non possono rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi, pena il licenziamento, hanno salari più bassi e non sono sindacalizzati. Il mondo del lavoro non ha mai avuto una situazione simile dal dopoguerra: sono riusciti a dividere il mondo del lavoro: molti dirigenti, anche sindacali, sono utili idioti che hanno fatto da cavalli di troia per smantellare i diritti dei lavoratori: per la costruzione di un semplice capannone del supermercato Esselunga di Firenze, ci lavoravano ben 47 aziende. Una situazione normale? No sfruttamento allo stato puro. A centinaia muoiono lontano da casa: fuori provincia e regione. E che anche lo Stato si presti a questo è davvero desolante. Tante le leggi liberticide che hanno ridotto il mondo del lavoro in questo stato. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it Ho chiamato questa installazione dove ci sono le foto di 300 lavoratori morti , tra questi anche di queste stragi "Muro delle farfalle bianche": tanti familiari di morti sul lavoro vedono farfalle bianche sulla tomba dei propri cari: simboleggiano in tante culture la purezza e l'immortalità. L'Osservatorio ha registrato a questa mattina del 6 aprile dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni sui luoghi di lavoro 246 lavoratori e 313 se si aggiungono i morti in itinere e sulle strade. Attenzione però, parliamo di un numero di morti ben più grande di quello che diffonde INAIL che monitora solo i suoi assicurati, mentre l’Osservatorio li monitora tutti, anche in nero o che dispongono di un’assicurazione diversa da INAIL

venerdì 4 aprile 2025

Oggi il funerale del povero Felice. riposa in pace, la tua famiglia non ha colpe per la tua morte :è la politica e i ministri che si sono succeduti all'Agricoltura che non hanno mai fatto e detto niente su questa strage

Io vi accuso Ministri siete voi i responsabili della morte di questo povero giovane. Domani i funerali di Felice Laveglia il povero 16enne morto schiacciato dal trattore. Da 17 anni denuncio la strage nella strage che sono gli schiacciati dal trattore, il povero Felice è già il 20esimo quest'anno. nel 2024 sono stati 143. Da quando ho aperto l'Osservatorio il 1° gennaio 2008 sono morti quasi in 3000 schiacciati da questo mezzo terrorizzante e assassino Vi accuso, siete voi ministri dell'Agricoltura che vi siete succeduti al ministero a non aver mai fatto niente seppure informati. Vi ho tempestato di mail ogni mese e ogni anno, vi ho pregati di fare almeno una campagna informativa sulla pericolosità di questo mezzo, ma mai vi siete degnati di rispondere. Poi avete dato incentivi per rinnovare il Parco Trattori ma solo a parole. I campi italiani sono impregnati del sangue degli agricoltori, considerati niente. Che dire? VERGOGNATEVI E ASSUMETEVI LA RESPONSABILITA' di queste morti dovute all'indifferenza o alla connivenza con le lobby agricole. Mi rivolgo al papà di Felice: non si senta in colpa per aver permesso a Felice di guidarlo: nessuno le aveva detto che 19 prima di lui erano già morti quest'anno. Se decide di citare in giudizio il Ministero dell'Agricoltura e del Lavoro io sarò al suo fianco.

Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?