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morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO Il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia dal 1° gennaio 2008, anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione o che ne hanno una diversa da INAIL Attivo dal 1° gennaio 2008 Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie Morti sul lavoro nel 2024 al 5 novembre Dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni in 880 sui Luoghi di lavoro (tutti registrati) e 1275 se si aggiungono i morti in itinere e sulle strade di categorie non Assicurate a INAIL e in nero NOTA BENE I MORTI IN ITINERE VENGONO AGGIORNATI OGNI DUE MESI MENTRE I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO OGNI GIORNO MORTI TOTALI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE TRA QUESTI ANCHE I MORTI IN ITINERE E IN ALTRE SITUAZIONI LAVORATIVE la seconda voce in azzurro riguarda ESCLUSIVAMENTE i morti sui luoghi di lavoro. N.B i morti sono segnalati nelle Province e Regioni dove c’è stata la tragedia LOMBARDIA 173 totali 118 sui luoghi di lavoro Milano 14 (35 con itinere), Bergamo 9 Brescia 28 (43 con itinere) Como 6 Cremona 4 Lecco 4 Lodi 8 Mantova 7 Monza Brianza 14 Pavia 12 Sondrio 5 Varese5 CAMPANIA 130 totali 83 sui luoghi di lavoro Napoli 22 Avellino 11 Benevento 6 , Caserta 19 Salerno 24 VENETO 98 totali 63 luoghi di lavoro Venezia 9 Belluno 4 Padova 6 Rovigo 3 Treviso 11 Verona 13 Vicenza 13 EMILIA ROMAGNA 101 totali 65 sui luoghi di lavoro Bologna 19 Rimini 2 Ferrara 5 Forlì Cesena 5 Modena 9 Parma 7 Ravenna 2 Reggio Emilia 9 Piacenza 3 SICILIA 96 64 sui luoghi di lavoro Palermo 21 Agrigento 5 Caltanissetta 3 Catania 8 Enna Messina 10 Ragusa 5 Siracusa 2 Trapani‎ 8 TOSCANA 79 totali 52 sui luoghi di lavoro Firenze 10 Arezzo 2 Grosseto 5 Livorno 2, Lucca 6, Massa Carrara 1 Pisa 14 Pistoia 1 Siena 3 Prato 5LAZIO 115 totali 58 sui luoghi di lavoro Roma 17 Viterbo 11 Frosinone 11 Latina 13 Rieti 2 PIEMONTE 77 totali 48 sui luoghi di lavoro Torino 1 Alessandria 5 (+1 cantiere autostradale) Asti 3 Biella 1 Cuneo 7 Novara 3 Verbano-Cusio-Ossola 2 Vercelli 1PUGLIA 80 totali 52 sui luoghi di lavoro Bari 13 BAT 3 Brindisi 8 Foggia 3 Lecce 13 Taranto 5 TRENTINO ALTO ADIGE 49 totali 36 sui luoghi di lavoro Bolzano 16 Trento 19 ABRUZZO 39 totali 27 sui luoghi di lavoro L'Aquila 6 Chieti 10 Pescara 2 Teramo 6 SARDEGNA 47 totali 34 sui luoghi di lavoro Cagliari 8 Sud Sardegna 3 Nuoro 4 Oristano 4 Sassari 11MARCHE 45 totali 29 sui luoghi di lavoro Ancona 6 Macerata 10 Fermo 1 Pesaro-Urbino 6 Ascoli Piceno 6 CALABRIA 31 totali 22 sui luoghi di lavoro Catanzaro 4 Cosenza 9 Crotone 1 Reggio Calabria 4 Vibo Valentia 4FRIULI VENEZIA GIULIA 26 totali 17 sui luoghi di lavoro Pordenone 6 Triste 1 Udine 7Gorizia 2 LIGURIA 29 totali 16 sui luoghi di lavoro Genova 4 Imperia 2 La Spezia 3 Savona 1 UMBRIA 20 totali 13 sui luoghi di lavoro Perugia 11 Terni 2 BASILICATA 16 totali 12 sui luoghi di lavoro Potenza 9 Matera 3 Molise 11 totali 6 sui luoghi di lavoro Campobasso 4 Isernia 2 VALLE D’AOSTA 5 totali 4 sui luoghi di lavoro Nel 2024 DOVE SI MUORE DI PIU’ Il 32% sono ultrasessantenni. Gli stranieri sotto i 60 anni sui luoghi di lavoro sono il 35% Regioni Lombardia, Campania Veneto Emilia Romagna e Sicilia quelle con più morti 125 gli schiacciati dal trattore e alcuni altri mezzi agricoli nel 2023 sono stati 167 125 gli autotrasportatori 99 i morti di fatica o stress da superlavoro tra operai/e, bracciati, autotrasportatori, medici, infermieri ecc. con il caldo aumentano moltissimo come nel 2023 79 i morti per infortuni domestici, soprattutto anziani soli (e abbandonati socialmente) ma anche quelli che svolgono lavori pericolosi senza averne la preparazione Tantissime le donne che muoiono per infortuni, soprattutto in itinere e per fatica: per la fretta, per la fatica del doppio e triplo lavoro, in itinere muoiono percentualmente quasi quanto gli uomini 21 i boscaioli morti

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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mercoledì 29 novembre 2023

Scontro tra treno e camion: muoiono la Capotreno Maria Pansini che a 61 ancora lavorava (nella foto) e Said Hannaqui magrebino che guidava il camion rimasto incastrato dentro il passaggio a livello che di anni ne aveva 24

 

Una tragedia inspiegabile quella accaduta in Calabria dove hanno perso la vita due persone, ma è inspiegabile che il camion sia rimasto intrappolato sui binari, se il conducente del camion, questo povero giovane, è passato mentre le sbarre si stavano chiudendo, non esiste come logico uno spazio tra i binari e le sbarre abbassate? oppure  si è verificato un guasto del mezzo proprio sui binari? ma anche ieri i morti sul lavoro sono stati 5, con una media impressionante negli ulti giorni, anche se nessuno ne parla


martedì 28 novembre 2023

Ma davecchi occorre non lavorare più, il 40% dei morti sui luoghi di lavoro sono ultrasessantenni

 Ma come si fa a morire sul lavoro a 84 anni cadendo da un muletto?

Ivo Campo proprietario di un'officina Cambio gomme di Vigevano (Pavia) è caduto da tre metri d'altezza mentre stava lavorando sulle benne di un muletto i facendo manutenzione nelle officine il muletto è uno dei mezzi sui quali si muore di più. No, la sua morte è inaccettabile, a quell'età bisogna smettere di lavorare, non si hanno più i riflessi pronti per un imprevisto, che è sempre in agguato. Ma ieri sono stati complessivamente 8 i morti se si conta anche dell'itinere

lunedì 27 novembre 2023

Grazie a tutti quelli che dal mondo visitano l'Osservatorio, spero che anche in altre Nazioni nascono osservatori indipendenti che monitorono i morti: altri due lavoratori vecchi morti in questi due giorni, ma 6 complessivi. Muore per malore dovuto a stanchezza un 65enne sull'A6 che vigilava, probabilmente dalla notte un cantioere stradale. Superati i 900 morti sui luoghi di lavoro dall'inzio dell'anno, ma sono già quasi 1372 complessivi con itinere

 OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO

National Observatory of Bologna deaths due to accidents at work active since 1 January 2008

Observatoire national de Bologne des décès dus aux accidents du travail actif depuis le 1er janvier 2008

Nationale Beobachtungsstelle für Todesfälle aufgrund von Arbeitsunfällen, aktiv seit 1. Januar 2008

Attivo dal 1° gennaio 2008

A questa mattina 27 novembre sono morti dall’inizio dell’anno 903 morti sui luoghi di lavoro, già 148 in più dell'intero 2022, 1372 (in continuo aggiornamento) se si contano tutti, compreso l'itinere.

Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie

L’unico osservatorio che monitora da 16 anni i morti sul lavoro, compresi i non assicurati a INAIL e i lavoratori in nero, nelle province ci sono i morti monitorati dall’Osservatorio, tra parentesi nelle regioni i morti con itinere e in altri ambiti lavorativi.

Per noi chiunque muore mentre svolge un lavoro è considerato un morto sul lavoro, ci sono tutti anche chi ha un’assicurazione diversa da INAIL o che muore in nero.

Nel 2022 i lavoratori morti per infortuni sono stati 1499, 755 di questi sui Luoghi di lavoro gli altri sulle strade e in itinere, nel 2022 le donne morte per infortunio sono stata 15 sui luoghi di lavoro ma ben 123 in itinere e in altri ambiti lavorativi, gli stranieri già oltre il 15%, gli anziani ultra sessantenni sono stati uno su quattro, soprattutto in agricoltura e in edilizia

Aperto da Carlo Soricelli per non dimenticare i sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti poche settimane prima. Da 16 anni i morti sui luoghi di lavoro sono tutti registrati in apposite tabelle Excel con l’indicazione di data del decesso, provincia e regione della tragedia, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sull’infortunio mortale. Chiunque svolge un lavoro e muore per infortunio è per noi un morto sul lavoro, indipendentemente dall’assicurazione che ha o se non l’ha affatto (lavoro in nero) o agricoltore anziano.

Dal 1° gennaio 2008, anno di apertura dell’Osservatorio al 31 dicembre 2022, sono morti complessivamente 19519 lavoratori, di questi 9.489 per infortuni sui luoghi di lavoro. ma purtroppo sulle strade e in itinere sfuggono comunque diversi lavoratori Le ore impiegate in questi 15 anni di monitoraggio con lavoro volontario sono state oltre 29.000 Continuano ad alterare la percezione del fenomeno con dati parziali e assurdi anche nel 2023 con “indici occupazionali” quando il 30% dei morti non ha nessuna assicurazione o hanno un’assicurazione diversa da INAIL che diffonde solo i propri morti

 

Qui sotto i morti sui luoghi di lavoro nelle Regioni e Province. In questi dati non sono contati i morti per covid, i morti in itinere e sulle strade se non autotrasportatori, i morti sulle autostrade, in mare e all’estero. Bisogna tenere presente che i morti in itinere e sulle strade ogni anno sono quasi altrettanti rispetto a quelli segnalati qui di seguito, ma noi preferiamo tenerli separati perché richiedono altri interventi, che sono differenti da quelli delle morti sui luoghi di lavoro. In itinere ci sono anche i lavoratori e le lavoratrici che muoiono in bicicletta o a piedi, ma anche i morti sulle strade.. I morti sul lavoro sono segnati nella provincia dove è avvenuto l’infortunio mortale e non in quella di residenza.

I morti sui LUOGHI DI LAVORO nelle Regioni e Province nel 2023 senza i morti sulle strade e in itinere. Non a carico delle Regioni, gli altri morti per incidenti di autotrasportatori in autostrada, morti in mare fuori delle acque territoriali.

 Attenzione tra parentesi nelle Regioni ci sono anche i lavoratori morti sul lavoro sulle strade in itinere e in altri ambiti lavorativi, 39 morti sono da aggiungere al numero, sono camionisti morti nelle autostrade

LOMBARDIA  115 sui Luoghi di Lavoro (1180 totali. con itinere e autostrade così come li conta INAIL, idem per le altre Regioni) Milano 14, Bergamo 12 Brescia 29, Como 9, Cremona 4, Lecco 6, Lodi 1, Mantova 5, Monza Brianza 5 Pavia 9 Sondrio 3, Varese 7 VENETO 85 (+ itinere135 tot.) Venezia 11 Belluno 7, Padova‎ 11, Rovigo 7, Treviso 18 Verona 19, Vicenza 8 CAMPANIA 75 (+ itinere 121 tot.) Napoli 21, Avellino 9 Benevento 8, Caserta 20, Salerno 15  SICILIA 70  (+ itinere 104 tot.) Palermo 14 Agrigento 11 Caltanissetta 1, Catania 10, Enna 1, Messina 12, Ragusa 5, Siracusa 8, Trapani‎ 8   PIEMONTE 63 (+ itinere 100 tot.) Torino 21, Alessandria 6, Asti 8, Biella 3, Cuneo 16, Novara 1, Verbano-Cusio-Ossola 5 Vercelli 2 EMILIA ROMAGNA 68 (+ itinere e autostrade 91 tot.) Bologna 5, Rimini 2 Ferrara 9 Forlì Cesena 8 Modena 17 Parma 6 Ravenna 5 Reggio Emilia 9 Piacenza 5  PUGLIA 55 (più itinere 89 tot.) Bari 18 (29), BAT 3, Brindisi 9, Foggia 9, Lecce 9 Taranto 3  TOSCANA 51 (+ itinere 77 tot.) Firenze 11, Arezzo 10, Grosseto 4, Livorno, Lucca 5, Massa Carrara 4 Pisa‎ 6, Pistoia 1, Siena 3 Prato 4  LAZIO 52 (+ itinere 93 tot.) Roma 20, Viterbo 7 Frosinone 5 Latina 6 Rieti 10  CALABRIA 43  (70 tot.) Catanzaro 10, Cosenza 17, Crotone 5 Reggio Calabria 6 Vibo Valentia 5 MARCHE 28 (più itinere 46 tot.) Ancona 6, Macerata 7, Fermo 4, Pesaro-Urbino 6, Ascoli Piceno 1 ABRUZZO 31 (+ itinere 51 tot.) L'Aquila 12, Chieti 9, Pescara 3 Teramo 6 FRIULI VENEZIA GIULIA 26 (+ itinere 39 tot.) 11 Pordenone 8 Triste 2 Udine 14  SARDEGNA 21 (+ itinere 42 tot.) Cagliari 3 Carbonia-Iglesias 3 Medio Campidano 2, Nuoro 3, Ogliastra 1, Olbia-Tempio 2, Oristano 4,Sassari 3  TRENTINO ALTO ADIGE 23 (+ itinere 33 tot.) Trento 11 Bolzano 12 UMBRIA 16 (+ itinere 27 tot.) Perugia 13 Terni 3  BASILICATA 8  (14 tot.) Potenza 5 Matera 3 LIGURIA 18 (30 tot.) Genova 4 Imperia 5 La Spezia 7, Savona 2  Molise 7 (10 tot.) Campobasso 5 Isernia 1.

 VALLE D’AOSTA 2 (5 tot,3)

Curatore Carlo Soricelli, metalmeccanico in pensione e artista sociale da oltre 50 anni 

Per contatti carlo.soricelli@gmail.com https://www.facebook.com/carlo.soricelli https://www.facebook.com/osservatorioindipendente/ https://www.instagram.com/pittorepranico/channel/?hl=it su Twitter @pittorecarlosor

 

159 gli schiacciati dal trattore

103 morti gli autotrasportatori alla guida del mezzo, altrettanti morti tra gli automobilisti e i passeggeri (non inseriti tra i morti sul lavoro) che hanno la sventura di incrociarli o di essere a bordo, spesso gli incidenti sono provocati da stanchezza e malori alla guida

91 gli operai/e, impiegati/e, agricoltori/e, braccianti ecc. morti per malori sui luoghi di lavoro: in luglio e agosto per il caldo, che sono a tutti gli effetti morti per infortuni sul lavoro, sono stati moltissimi soprattutto nei cantieri

54 i morti in infortuni domestici

33 i taglialegna morti travolti dall’albero che tagliavano

venerdì 24 novembre 2023

Rendiamo omaggio a chi perde la vita con lavoro volontario

 Omaggio a Achille Brigà ex Sindaco che ha continuato a impegnarsi sul sociale anche a 74 anni: è morto in Tanzania come volontario mentre era su un tetto per aiutare persone del luogo: era Presidente del gruppo Missionario Alto Garda e Ledro. Davvero una vita bella e importante la sua. Ma ieri non è morto solo lui, ma hanno perso la vita altri 4 lavoraori; ricordiamo Francesco Mancuso, di Torino che è morto nel museo ferroviario di La Spezia, travolto da un pistone gigante e A.T il 157esimo agricoltore schiacciato dal trattore, morto nel veronese


Quei morti sul lavoro in giro per il Paese

 RaiNews

Era di Torino Francesco Mancuso, di 55 anni, è l'operaio ucciso a La Spezia da un pistone di un treno d'epoca,: Mancusoè morto nel pomeriggio di ieri è uno dei tantissimi lavoratori in appalto che muoiono numerosissimi qua e là per il Paese. Sono dipendenti di piccole e piccolissime aziende supersfruttati, una forma di caporalato utilizzata anche dallo Stato in questo caso dalle Ferrovie

giovedì 23 novembre 2023

ATTENZIONE IN CASA muore un'altra donna Celestina Valdes Bustenin un infortunio domestico; morto per le ustioni nel 60% del corpo

 Attenzione il lavoro di casalinga/o è uno dei lavori più pericolosi, per i molteplici rischi che nasconde la casa: muoiono tantissime donne per infortuni domestici, ma anche molti uomini: ne abbiamo monitorati 53, ma se andiamo a vedere in rete  fai una ricerca superano ormai i 100. Cadute dal balcone mentre stendono i panni, o dalla scale mentre si puliscono i vetri,  intossicate dai detervisi o solventi, incendi scaturiti da elettrodomestici, accensione del camino utilizzando alcol che fa da ponte e ti brucia i vestiti, fulminati, potatura di alberi condominiali, cadendo dal tetto mentre si va su per verificare le coperture e per riposizionare le antenne, cadute dalle scale, utilizzando un attrezzo in garage. Ma tante altre le situazioni pericolose. 

martedì 21 novembre 2023

Grande clamore mediatico per la morte a Roma di Vincenzo Torella di 60 anni, che per l’età che ha non dovrebbe svolgere lavori pericolosi (nella foto) ma il Lazio è la Regione più sicura d’Italia se si contano tutti i morti e non solo gli assicurati a INAIL e se si separano i morti sui luoghi di lavoro da quelli che muoiono in itinere

 


Grande clamore mediatico per la morte a Roma di Vincenzo Torella di 60 anni, che per l’età che ha non dovrebbe svolgere lavori pericolosi (nella foto) ma il Lazio è la Regione più sicura d’Italia se si contano tutti i morti e non solo gli assicurati a INAIL e se si separano i morti sui luoghi di lavoro da quelli che muoiono in itinere. L’unico parametro valido per valutare l’andamento su queste tragedie è quello dell’incidenza del numero di morti rispetto alla popolazione, così come vogliono le statistiche europee con EUROSTAT, l’indice occupazionale può andare bene per INAIL che monitora solo i suoi morti, ma non tutti quelli che muoiono sul lavoro di altre categorie o in nero; tra l’altro quelli che vengono diffusi sono messi insieme come numero di morti: ricordo che sui luoghi di lavoro. Situazione nel lazio a questa mattina, la Regione ha 51 morti sui luoghi di lavoro, che diventano 92 con i morti sulle strade e in itinere. Ma perché questa Regione ha il più basso numero di morti sui Luoghi di lavoro rispetto alla popolazione?  C’è una risposta molto semplice, Roma è soprattutto una città di terziario avanzato, è la Capitale d’Italia con centinaia di migliaia di persone impiegate nei Ministeri e in Enti e altri ambiti del terziario. Lì non puoi svolgere lavori in nero. Dopo la Lombardia è la regione più popolosa d’Italia e questo spiega la sua ultima posizione su queste tragedie. Ma ieri è uscito anche il report di Italia Oggi dove Modena nel 2022 è addirittura classificata per i morti sul lavoro come 106esima su 107. Ci sarebbe da ridere a crepapelle se non parlassimo delle tragedie dei morti sul lavoro, e questo fa perdere (per loro) diverse posizioni sulla qualità della vita. Modena invece nel 2022 sui Luoghi di Lavoro (escluso itinere9 ha avuto solo 7 morti e 15 se si mettono tutti, questo perché per la forte industrializzazione   tantissimi lavoratori e lavoratrici si spostano qua e là per la provincia e tanti muoiono sulle strade. Ma è assurdo non tenere conto della diversità delle morti; i morti sui luoghi di lavoro sono cosa ben diversa dai lavoratori che muoiono sulle strade che richiedono interventi diversi, se si mettono insieme si fa solo del CASINO che a tanti evidentemente conviene, visto i miliardi di euro spesi sulla sicurezza in posti di lavoro dove praticamente non ci sono morti come nell’industria dove c’è il Sindacato, mentre non ne arrivano nelle piccole e piccolissime aziende dove sono concentrati la maggioranza dei morti. Modena nel 2022 una delle province più sicure d’Italia, come del resto Ravenna e l’intera Emilia Romagna che è quella con meno morti sui Luoghi di lavoro tra le grandi Regioni. Del resto la povera operaia di soli 26 anni Anila Grishaj(nella foto) non sarebbe morta se al sindacato fosse stato permesso di entrare in azienda. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro

sabato 18 novembre 2023

Muore a soli 22 anni Nicholas Foresti, studente lavoratore che per mantenersi agli studi portava le pizze, la tragedia in provincia di Bergamo, in Italia non esiste più l'ascensore sociale dove un figlio di un operaio poteva studiare, ora non riescono neppure ad arrivare al fine mese e i figli/e per studiare devono fare il doppio o il triplo lavoro, per non parlare poi se devono studiare in un'altra città, ora non è più possibile. Ma ieri 5 morti sui luoghi di lavoro, quattro di questi ultrassessantenni con buona pace delle assicurazioni: tutte e quattro sono morti in "nero" cioè che non disponevano di nessuna assicurazione per il lavoro che stavano svolgendo, poi anche di questo giovane non si sa se era in regola, ma dubito


 

Non c'è mai limite all'orrore: muore operai sessantottista, una categoria di lavoratori che non conoscevo: sessantottista è un lavoratore forestale assunto per 68 giorni all'anno. Ma è morto anche il 153 agricoltore schiacciato dal trattore. Stiamo correndo veloci verso i 900 lavoratori morti sui luoghi di lavoro e 1400 se si contano anche i morti in itinere e sulle strade

 C

Ca­lo­ge­ro Rac­cu­glia, 66 anni, di Tor­ret­ta, ri­co­ve­ra­to in ospe­da­le su­bi­to dopo l’in­for­tu­nio, non ce l’ha fat­ta. Era un la­vo­ra­to­re set­tan­tot­ti­sta, os­sia an­nual­men­te as­sun­to per set­tan­tot­to gior­ni dal­l’Uf­fi­cio Svi­lup­po Ter­ri­to­ria­le di Pa­ler­mo.

giovedì 16 novembre 2023

La strage di operaie: trovato il colpevole della morte di ALINA

Trovato il colpevole della morte della povera Anlina, E' LUI", l'operaio che a spinto per sbaglio il bottone che ha messo in moto il robot, che ha scambiato Alina per un pacco. Non lo è l'azienda che ha impedito al sindacato di entrare in fabbrica, un diritto costituzionale la rappresentanza dei lavoratori, Sindacati che probabilmente avrebbero evitato questa morte atroce, che avrebbe imposto corsi di addestramento per queste macchine supertecnologiche che richiedono una preparaione specifica, ma possibile che non ci sia neppure un sensore che l'avrebbe bloccato? O anche qui, come con la morte di Luana D'Orazio e Laila El Harim hanno manomesso i macchinari per far prima? Ricordo ancora una volta che i Sindacati si possono pure criticare, ma dove sono presenti le morti sono quasi inesistenti, anche se parliamo di milioni di addetti. Già oltre 100 le donne morti sul lavoro: tantissime sulle strade e in itinere, Anila era albanese, Laila marocchina, come un'altra morta in precedenza

 

L''orrore sul lavoro

 Stefano Poletti è morto a causa del sub sub sub appalto. Davvero incredibile vedere com'è ridotto gran parte del mondo del lavoro. Siamo a forme di schiavismo legalizzato. Stefano Poletti era sceso dal suo escavatore, per quale ragione stava andando da l'altro lavoratore che l'ha travolto  in manovra con un altro? Neppure si conoscevano erano sub appaltati in due aziende diverse ma lavoravano nello stesso appalto. Siamo alla mostruosità, spero solo.....

mercoledì 15 novembre 2023

Un orrore senza fine Alina Grishajn di 26 anni (NELLA FOTO SORRIDE ALLA VITA) è stata uccisa da un robot palettizzatore impazzito che scambiandola per un surgelato gli ha spezzato le vertebre del collo

 

Anila Grishaj, 26 anni, di origine albanese, capolinea di uno stabilimento di surgelati dell'azienda Bocon a Pieve di Soligo (Treviso) in cui lavorava da oltre cinque anni, è morta ieri stritolata da un grosso macchinario per l'imballaggio. Le ha schiacciato le vertebre cervicali il robot pallettizzatore (è il nome in gergo tecnico del macchinario che automatizza la movimentazione dei bancali con i prodotti). L'operaia Alina è morta in modo orribile come  Luana D'Orazio e Laila El Harim, ma sono già oltre 100 le donne morte per infortuni sul lavoro molte di queste in itinere e sulle strade e questo per la stanchezza di chi normalmente svolge il doppio e a volte anche il terzo lavoro nell'accudire figli e genitori 


Muore una giovane donna con la testa schiacciata in un macchinario. Muore un operaio nel polo chimico di Ravenna era in sub sub sub sub sub appalto: sono i nuovi schiavi legalizzati

 



Un'operaia di 26 anni, Grishaj Anila, è morta nel pomeriggio di martedì 14 novembre a causa di un grave incidente sul lavoro a Pieve di Soligo, 
Muore l'ennesimo operaio del sub sub sub appalto, la tragedia nel polo chimico di Ravenna. Due operai di due aziende diverse, tutte e due con un escavatore lavoravano di fianco a fianco, la vittima è scesa per parlare all'altro, per chiedergli qual'era il suo lavoro e quello dell'altro, che non l'ha visto e investito. Un orrore contro il quale mi sto battendo inutilmente da 16 anni. Che dire? Hanno ridotto in schiavitù legalizzata la parte più debole del mondo del lavoro: sono soprattutto meridionali e stranieri/e a morire sul lavoro, già oltre 100 le donne morte sul lavoro, la maggioranza in itinere e nei lavori casalinghi.

martedì 14 novembre 2023

Lettera del papà a Dante morto caus trattore

 https://www.ilgiorno.it/varese/cronaca/caronno-varesino-dante-mercanti-pxzxsb6d tutta la vicinanza dell'Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro ai suoi genitori. Non si senta in colpa il papà, il trattore è un mezzo mortale che uccide con estrema facilità, già 150 anche quest'anno prima di Dante e oltre 2700 da quando aprii nel 2008 l'osservatorio. Ho sempre denunciato questa strage provocata da questo mezzo, ho pregato in migliaia di mail di cercare di arginarla rinnovando il parco trattori con incentivi, ma soprattutto di fare una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo. Ma non hanno mai fatto niente, anzi hanno occultato questi morti. No, caro papà di Dante non si senta in colpa, se avesse saputo di questa strage Dante non l'avrebbe fatto neppure avvicinare al trattore, così come i famigliari tante altre vittime. Nulla hanno mai fatto i ministeri competenti, seppur avvertiti

domenica 12 novembre 2023

Questa si che è sfortuna

 

Una lavoratrice di 57 anni, Giuliana Massimiani, è morta ieri mattina dopo essersi scontrata con un cavallo mentre era alla guida della sua macchina. Lei era una è un’operatrice dell’ospedale di Spoleto e stava andando a lavorare. L’incidente è avvenuto nelle prime ore del mattino,sulla Flaminia quando un cavallo, fuggito da una proprietà privata, ha attraversato improvvisamente la carreggiata a quattro corsie, causando un impatto violento con l’auto in transito e l'ha uccisa sul colpo, anche il cavallo è morto


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sabato 11 novembre 2023

I funerali di Dante Mercanti di soli 14 anni ucciso dal trattore

 Ieri ci sono stati i funerali del povero Dante Mercanti di soli 14 anni (nella foto) stritolato dal trattore del padre, c'era un'enorme folla commossa. Come non posso non indignami sapendo che denuncio inutilemnte questa strage a ogni livello, con migliaia di mail e non vedendo che nessuno se ne interessa, e che anzi, cercano anche di boicottarmi nella mia attività di artista con il loro potere economico, politico e mediatico. Mi censurano, nomi non ne posso fare per non danneggiare che mi scrive di questo. Dante, Salvatore e centinaia di altri si sarebbero potuti salvare se fossero stati consasvoli degli enormi rischi che correvano con questo mezzo, che anche quest'anno ha già uccise 152  persone. L'Osservatorio è vicino alla famiglia di Dante e se hanno bisogno siamo a disposizione


  

martedì 7 novembre 2023

Ecco la reale situazione dei morti sui luoghi di lavoro con i colori dal nero al verde (escluso itinere se si contano tutti e non solo gli assicurati a INAIL

 


Morti sul lavoro è il Lazio la Regione più virtuosa d’Italia per il numero di morti sui Luoghi di lavoro (escluso itinere) in rapporto al numero di abitanti, meglio di tutte le altre anche Liguria e Lombardia, questo perché sono regioni con un forte terziario. E’ ora di fare chiarezza sui lavoro sul lavoro, come qualità e dimensioni delle tragedie: l’Osservatorio Indipendente di Bologna è stato il primo ed è ancora l’unico Osservatorio che registra tutti i morti sul lavoro e non solo gli assicurati a INAIL, altri hanno cominciato dopo, ma elaborano i morti che diffonde INAIL

1)     I morti sul lavoro che diffonde INAIL sono solo quelli che gli arrivano dal territorio e sono SOLO i suoi assicurati, oltre 4milioni di lavoratori hanno assicurazioni diverse e a questi occorre aggiungere i morti in nero, quindi quando INAIL li diffonde ai media non dice chiaramente che sono solo una parte dei morti sul lavoro, il 40% dei morti sui Luoghi di lavoro non sono assicurati a INAIL.

2)     Occorre tenere distinti chiaramente i morti sui Luoghi di Lavoro da quelli che muoiono in itinere, mettendoli insieme si fa solo una grande confusione: categorie dell’industria che hanno un numero molto elevato di addetti, sembrano le meno sicure, ma se si separano dai lavoratori che muoiono sulle strade ci si accorge che sono quelle che hanno meno morti sul lavoro, e le risorse dello Stato vanno soprattutto a loro:  a chi gestisce la Sicurezza e organizza iniziative di varia natura, dove ce n’è meno bisogno. La stragrande maggioranza dei morti sul lavoro sono concentrate nelle piccole e piccolissime aziende, nell’artigianato e nei servizi, dove questo denaro praticamente non arriva. Questo punto richiede la massima chiarezza, non si possono spendere i soldi che vengono detratti dalle buste paghe dei  lavoratori solo per far arricchire chi gestisce queste ingentissime risorse.

3)     Lo Stato controlla come vengono spesi questi soldi? A chi vanno? Esiste un Ente indipendente che controlla?

4)     Oltre 7000 lavoratori sono morti in questi 16 anni senza avere neppure “l’onore” di essere considerati caduti sul lavoro, sono spariti nel nulla perché non c’è stato nessun organo dello Stato che li ha monitorati: solo gli schiacciati dal trattore sono stati oltre 2600 in questi 16 anni, ma nessuno dello Stato se ne accorge, neppure il Ministero dell’Agricoltura si è mai sentito dire una sola parola su questa strage che uccide  nonni, figli, padri, nipoti e creatura innocenti, come il povero Dante che è morto pochi giorni fa a 14 anni; se il padre e la madre, che saranno distrutti dall’angoscia: avranno il senso di colpa per il resto della loro vita, ma se avessero saputo che anche quest’anno prima del loro povero figlio già altri 150 avevano perso la vita prima di lui con questo “mostro” che chiamano trattore forse avrebbero prestato molta più attenzione, così anche per gli altri schiacciati e i loro famigliari. A mio parere ci sono gravi responsabilità dello Stato che avrebbe dovuto allarmare chi li guida e i loro famigliari.

5)     Se si contano tutti i morti sui Luoghi di lavoro e non solo gli assicurati a INAIL si nota un vero drammatico dato: un morto su tre sui luoghi di lavoro è un ultrasessantenne, possibile che in una nazione considerata civile non faccia nessuna distinzione tra chi svolge un lavoro pericoloso, per se e per gli altri, come per esempio nell’autotrasporto, e manda in pensione con lo stesso numero di anni che svolge un lavoro impiegatizio: chi ha più di 60 anni, ha i riflessi poco pronti, non ci sente più bene, la vista è calata ecc.  Sono andato a vedere i morti che avevo registrati il primo anno di monitoraggio: nel 2008 ci furono 67 morti  che morirono sui luoghi di lavoro, quest’anno al 30 ottobre sono già 303, questo qualcosa vorrà pur dire; vecchi che continuano a lavorare per le magre pensioni, spesso in nero perché perdono il lavoro in tarda età e non hanno ancora maturato il diritto d’andare in pensione .

6)     In questi 16 anni spedite migliaia di mail all’anno, a tutti i livelli, ma nessuno ha voluto venire a vedere se quello che l’Osservatorio scrive è vero: una sorta di autocensura, di indifferenza, di opportunismo e vigliaccheria e anche di interessi economici e mediatici da parte della nostra classe dirigente: davvero non hanno nessun moto di coscienza sapere che un osservatorio denuncia inutilmente che ci sono dai 300 ai 400 morti sui luoghi di lavoro in più ogni anno? Purtroppo è così, è un argomento di poca importanza per loro. Ma gli italiani sanno venissimo che ci sono tanti morti in più e si indignano e visitano a centinaia, a volte migliaia il sito dell’Osservatorio

7)     In questo momento siamo a pochi morti in meno rispetto all’incredibile numero di 1300 morti complessivi, di questi 847 sui luoghi di lavoro. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio indipendente di Bologna morti sul lavoro. sito http://cadutisullavoro.blogspot.it 

domenica 5 novembre 2023

Antonio Garau Muore d'infarto per cercare di spegnere le fiamme e proteggere il suo posto di lavoro

 sono queste le persone vere e gli eroi per caso che portano avanti il Paese È morto nel disperato tentativo di proteggere dalle fiamme la casa per anziani nella quale lavorava, in Sardegna Antonio Garau, classe ‘68, si è sentito male ieri notte poco dopo le 23 mentre aiutava i vigili del fuoco, la Protezione civile e gli agenti della polizia locale a spegnere un rogo di sterpaglie.

Garau

si è accasciato al suolo, pare colpito da un infarto

venerdì 3 novembre 2023

lettera al Presidente Mattarella FERMI LA STRAGE degli schiacciati dal trattore, 151 quest'anno l'ultimo pochi giorni fa aveva solo 14 anni

 Egregio Sig. Presidente Mattarella, PC. Cardinale Zuppi, Presidente della Regione Emilia Romagna Bonaccini, Sindaco di Bologna e Presidenti delle Regioni Italiane.

Come può lo Stato nelle sue articolazioni assistere inerme alla strage di lavoratori, scioccante la morte di un povero ragazzino di 14 anni che è morto schiacciato dal trattore guidato dal padre il 31 ottobre di quest’anno. Nessuno che si occupa seriamente di questa strage nella strage, provocata dal trattore; non si sentono i Ministro dell’Agricoltura e del Lavoro: eppure ne sono già morti in questo modo orrendo già 151 quest’anno: neppure fanno una campagna informativa sulla pericolosità di questo mezzo che uccide con estrema facilità: l’Osservatorio Indipendente di Bologna ne ha monitorati 167 anche nel 2022 e oltre 2600 da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio. Non ne faccio una questione politica: la stessa indifferenza l’hanno manifestata anche i loro predecessori: destra, sinistra, centro stessa indifferenza seppur tempestati da me personalmente di mail. Caro Presidente INAIL non scrive mai chiaramente che non fa nessun monitoraggio dei morti sul lavoro, ma che raccoglie solo le denunce che gli arrivano dal territorio e solo dei suoi assicurati. E i morti di altre categorie (oltre 4 milioni non hanno INAIL come assicurazione, e quelli in nero, o come tanti giovani come questo 14enne e gli anziani che continuano a lavorare per le magre pensioni e per non vedere i loro campi incolti?  Spariscono nel nulla. Per 16 anni ho mandato migliaia di mail cercando di sensibilizzare la politica nelle varie forme ecc. lo stesso Presidente dell’INAIL Bettoni sa bene che quello che scrivo è vero, ho avuto con lui anche scontri televisivi quando era Presidente ANMIL. Ma niente, continuano tutti a far finta che INAIL e i morti che diffonde siano rappresentativi di tutto il panorama lavorativo. E in questo momento abbiamo superato i morti dell’intero 2022, e hanno pure il coraggio di parlare di cali, quando un terzo vengono occultati dal sistema “morti e infortuni sul lavoro”. E’ semplicemente vergognoso caro Presidente che nessuno di questa classe dirigente, seppur avvertita, non si è mai fatta sentire per verificare se quello che scrivevo era vero, e da 15 anni. Interessi molteplici anche sugli infortuni sul lavoro e indifferenza dall’altra. E stiamo parlando di centinaia di lavoratori che spariscono nel nulla ogni anno, poi sono gli stessi morti che vengono mandati in Europa, così il nostro Paese appare più virtuoso di quello che è: semplicemente vergognoso per un paese democratico. L’informo io che il 35/40% dei morti sui luoghi di lavoro, escluso itinere, ha più di 60 anni, un Paese civile avrebbe fatto distinzione tra chi lavora in ufficio, da chi svolge un lavoro pericoloso in tarda età e che con acciacchi di vario genere, con vista e udito calati continuano a lavorare e a morire numerosissimi. No, caro Presidente, non voglio che i miei 4 nipoti vivano in un Paese come questo, che tratta come nemici o sudditi i suoi cittadini e i lavoratori. Carlo Soricelli

mercoledì 1 novembre 2023

Ve li do io i colori delle Regioni, senza trucchi

 Ma che cali delle morti sul lavoro….sembra di vedere il gioco delle tre carte quando si parla di queste tragedie, morti che calano, aumentano, tornano a calare nelle stime INAIL. Ora sono  per INAIL nel 2023 al 30 settembre 761 (ma non è specificato chiaramente che queste morti sono comprensive anche dell’itinere). L’Osservatorio ne ha monitorati al 30 settembre 732, tutti registrati in tabelle Excel, e che inali ne denuncia 125 morti in itinere, si fa presto a fare i conti e ha capire che tanti morti non ci sono nelle loro statistiche, ma lo scrivo inutilmente da 15 anni. Ma un can can mediatico a febbraio 2023, quando INAIL diffonde “solo” 1090 morti a gennaio, il 3 gennaio se ricordo bene noi ne diffondemmo 1499 complessivi (una bella differenza no?) ma poi scopriamo che il 4 ottobre di quest’anno , per voce del Commissario INAIL D’Ascenzo i morti INAIL nel 2022 sono diventati 1208, Ma non erano 1090? Sono aumentati o diminuite nel 2022? Poi leggi anche che quelli accertati sono poco più di 600, e gli altri 600 sono per caso resuscitati? Ma ecco i morti che ha registrato l’osservatorio nei primi 10 mesi del 2023 sui luoghi di lavoro al 31 ottobre 2023 835 contro i 735 dell’intero 2022 e quasi 1300 se si contano anche quelli in itinere, tutti, non solo gli assicurati a INAIL. Ecco, senza trucchi i veri colori della in”Sicurezza” Regionale se si contano tutti i morti sui luoghi di lavoro (escluso itinere) e non solo gli assicurati a INAIL, si inventano indici occupazionali e colori, quando buona parte dei morti sono in nero o anziani non assicurati a INAIL. C’è un vero business miliardario su queste tragedie, ma nessuno che va a vedere come vengono spesi i soldi che i lavoratori italiani versano allo Stato con i loro contributi detratti dalle buste paghe. Sta di fatto che arrivano dove ce n’è meno bisogno, la stragrande maggioranza vanno alle aziende strutturate che hanno consulenti, e così si organizzano corsi di ogni tipo ma in quest’ambito sono percentualmente molto pochi i morti e gli infortuni gravi, che sono concentrati per la maggior parte nelle aziende piccole e piccolissime, anche a conduzione familiare; quanti ne arrivano in queste aziende? Chi controlla come vengono spesi e se vengono spesi bene? Da 16 anni mi batto con l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro, l’unico con lavoro volontario e che spende di suo per monitorare questi morti, tanti si sono fatte le “budella d’oro” con queste tragedie.  Per far emergere quello che scrivo, combatto da 16 anni contro una burocrazia stupida, contro opportunisti e vili e con mani in pasta, c’è un muro di omertà verso chi distribuisce soldi: viene in  questo modo condizionata la politica, i media, insomma una lobby potentissima quella del sistema “morti e infortuni sul lavoro”; tanti che dentro a questo business che fa loro chiudere gli occhi e tappare le orecchie, non sentono la disperazione nella quale vengono portati i familiari che perdono un proprio caro sul lavoro? In questi 16 anni, se si contano tutti i morti si arriva alla terribile conta di oltre 23000 lavoratori, dentro a questo sistema ci sono anche sindacalisti o ex potenti, poi passati in politica. Intanto i morti aumentano e non si possono più nascondere e che cerco di far emergere da 16 anni, e devo dire che ci sto riuscendo. Ora tutti dicono “ci sono altri morti sul lavoro oltre a INAIL” e sono gli stessi che per interesse li hanno nascosti e che si stanno riposizionando a una nuova narrativa. Sono in agricoltura ci sono già stati 150 agricoltori schiacciati dal trattore anche quest’anno: in questi 16 anni ne sono stati occultati oltre 2600 e nessuno che ha mosso un dito quando ho mandato mail a partire dai ministri in giù denunciando questa carneficina. Come non scandalizzarsi quando denuncio, documenti alla mano, che il 36% dei morti sui luoghi di lavoro hanno più di 60 anni e che sono complessivamente a questa mattina 305 su 836 dall’inizio dell’anno e che ne 2008, nel primo anno di monitoraggio dell’Osservatorio erano solo 67?  E continuano a aumentare l’età per andare in pensione truccando anche le carte con quota 103 di fatto e concretamente più di quota 104, anche a quelli che svolgono un lavoro pericoloso: che hanno acciacchi dovuti all’età e riflessi poco pronti: chiamiamoli col loro vero nome “omicidi sociali” perpetrati dalla politica e dalla nostra classe dirigente. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it

 Regioni                                       morti             abitanti   Morti per numero di abitanti    

Molise

7

289000

41285

Trentino Alto Adige

22

1075317

48059

Friuli Venezia Giulia

25

1192000

47860

Abruzzo

25

127500

50794

Calabria

36

1841000

518380

Marche

27

1480838

54835

Valle D'Aosta

2

122955

61477

Umbria

14

854137

61009

Veneto

76

4838253

63657

Piemonte

63

4240737

67391

Emilia Romagna

63

4426929

70507

Sicilia

64

4802016

75125

Campania

75

5592175

74590

Basilicata

7

536659

76571

Toscana

48

3651152

76062

Puglia

49

3900852

79609

Sardegna

18

1575028

83722

Lombardia

105

9950742

94816

Liguria

15

1502624

100174

Lazio

47

5707122

121428

 

 

 




Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?