Cari visitatori, il regista Gianluca Marcon girerà un film documentario sull'Osservatorio e la sua attività che ormai conclude 17 anni di monitoraggio e ovviamente su di me come artista sociale da oltre 50 anni Stiamo raccoglendo fondi dal basso (Crowdfunding) per non avere condizionamenti, se vuoi dare una mano alla realizzazione del progetto e dare anche un piccolo contributo vai al link https://sostieni.link/36551 se sei al computer inquadra e clicca sul qrcode col cell. e vai al link
morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre
Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"
Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier
Soricelli
Carlo Soricelli attività artistica
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Elenco link
- Rifiutismo corrente pittorica di Soricelli
- Opere nello studio bunker di Casalecchio di Reno
- Opere di pittura e scultura
- Opere del museo di Casa Trogoni di Granaglione
- le mie opere nel patrimonio della Regione Emilia Romagna
- i libri scritti
- https://soricellifioriscolpiti.blogspot.com/
- http://pitturapranica.blogspot.it/
- Alcune poesie
mercoledì 31 agosto 2011
Agosto si chiude con altre due vittima.
Reggio Calabria.E' morto R.F un edile di 40 anni cadendo da una impalcatura da un'altezza di circa 15 metri di un edificio in costruzione. Sono ancora da stabilire le cause che ne hanno provocato la caduta probabilmente a causa di un malore. I carabinieri stanno indagando sulla tragedia.
martedì 30 agosto 2011
E' morto roberto Tramelli. E' morto Carlo Ragnoli
Brescia E' morto Carlo Ragnoli, di 60 anni. Rognoli è morto questa mattina a Serle, al confine con il Comune di Botticino. Rognoli stava effettuando un lavoro con un trattore che si è ribaltato travolgendolo: inutili i soccorsi del 118 che ha pure inviato sul posto l'eliambulanza.
Sul luogo della tragedia sono intervenuti anche i Vigili del Fuoco e i carabinieri della stazione di Nuvolento stanno cercando di ricostruire l'esatta dinamica dell'infortunio mortale.
lunedì 29 agosto 2011
E' morto Paolo Giannotti schiacciato dal trattore a seguito di un incidente stradale. E' morto Ndoc Gomila albanese di 44 anni nel fiorentino
Lucca 28 agosto E' morto Paolo Giannotti agricoltore di 65 anni. Giannotti è morto in un incidente stradale con il suo trattore carico di legna nel pomeriggio sulla variante di Castelnuovo Garfagnana. Giannotti si è scontrato con un'automobile in una galleria ed il trattore si è ribaltato schiacciandolo.
Firenze 29 agosto E' morto Ndoc Gomila albanese irregolare di 44 anni con il permesso di soggiorno scaduto e sposato con tre figli. A causa di questa tragedia è finito in manette il titolare dell'impresa. Il povero Gomila In base a quanto ricostruito dai carabinieri, insieme agli ispettori dell'Asl, e' caduto da un tetto da circa 8 metri d'altezza a causa di un cedimento strutturale: Gomila era sposato e padre di tre figli: il suo permesso di soggiorno era scaduto. Sempre secondo la ricostruzione Gomila camminando sulla copertura dell'edificio, e' salito su due lastroni di plexiglas che, sotto il suo peso hanno ceduto. Oltre che l'omicidio colposo e l'impiego di manodopera clandestina, al datore di lavoro e' stato contestato il mancato rispetto della norme sulla sicurezza sui luoghi sul lavoro.
domenica 28 agosto 2011
Continua anche in questi giorni di vacanza la tragica sequenza di morti sul lavoro
BRINDISI E' morto Giuseppe Del Re operaio di 55 anni. Del Re è morto dopo 3 mesi d'agonia.–L'infortunio sul lavoro il 16 giugno scorso nell’azienda dove lavorava Del Re rimase colpito al torace da un pezzo di un carrello elevatore che stava smontando insieme ad altri colleghi. E dal quel giorno non si è più ripreso: ha lottato con tutte le sue forze nel letto della sala rianimazione dell’ospedale Perrino dove era stato ricoverato
Rimini E' morto Maurizio Mereu di 31 anni. Maurizio è morto dopo essere sbalzato fuori dal suo trattore a Schiarno di Gemmano. Mereu di professione faceva il carpentiere ed era andato ad aiutare suo padre proprietario di un fondo. Nessuno ha assistito alla tragedia. I carabinieri stanno cercando di ricostruire la dinamica della tragedia I
Forlì Cesena E' morto Manuel Sbrighi operaio di 40 anni. Sbrighi è morto tre giorni dall'infortunio sul lavoro, ed è deceduto all'ospedale "Bufalini" dopo essere rimasto schiacciato da un muletto. Era ricoverato nel reparto di Rianimazione da martedì pomeriggio, quando un carrello elevatore l'aveva schiacciato mentre lui era intento alla riparazione del muletto. Il cedimento del sostegno
Igli ha fatto cadere addosso il mezzo.
giovedì 25 agosto 2011
E' morto Giuseppe Sparacino in provincia di Siracusa
martedì 23 agosto 2011
Muore operaio a Parma
sabato 20 agosto 2011
E' morto Arsim Jahiri un edile Kosovaro di 27 anni a Rubiera di Reggio Emilia
un edile Kosovaro di 27 anni. Arsim è morto cadendo da un tetto di uno stabilimento ceramico di Rubiera. L'operaio di cui non si conosce ancora l'identità, stava bonificando una copertura in eternit. La tragedia probabilmente causata da un cedimento della copertura che ha provocato la caduta al suolo della vittima da una decina di metri. Sulla vicenda sono state avviate indagini da parte dei Carabinieri.
Ancora due vittime del trattore killer
TRAPANI, 20 AGO - E' morto Mario Catalano di 86 anni schiacciato dal trattore che guidava. Catalano, e' morto oggi in un incidente stradale che si e' verificato a Valderice. Catalano e' morto mentre si trovava alla guida di un trattore che, per cause ancora da chiarire si e' ribaltato. Purtroppo con Catalano dall'inizio dell'anno sono già oltre ottanta gli agricoltori schiacciati dal trattore.
venerdì 19 agosto 2011
Ancora tanto sangue a causa dal trattore tra gli agricoltori
Benevento E' morto Nicola Varone elettricista di 38 anni. Nicola è morto fulminato Alla frazione Luzzano di Moiano nel verificare il funzionamento delle luminarie in occasione dei festeggiamenti in onore di S. Antonio di Padova, per cause in corso di accertamento, è rimasto folgorato.
Su ordine dell’Autorità Giudiziaria è stata disposta la visita esterna cadaverica da parte del medico legale e il trasporto della salma all’obitorio dell’ospedale civile di Benevento.
Alessandria 19 AGO - E' morto Giovabnni Porzio, di 76 anni, di Quattordio. Porzio e' morto nel pomeriggio cadendo dal tetto di uno stabile del paese dove stava facendo dei lavori di manutenzione insieme al figlio.
Sul posto e' intervenuto personale sanitario a bordo di un elicottero, ma per Giovanni Porzio non c'e' stato nulla da fare.
Salerno E' morto Domenico Capasso di 26 anni. Capasso è l'82 vittima causata dal ribaltamento del trattore dall'inizio dell'anno. La tragedia a Caste dei Santi, frazione del comune di Cicerale: Capasso è morto mentre era allla guida del sul suo trattore. Secondo le prime ricostruzioni del comando provinciale dei carabinieri di Salerno il trattore si sarebbe ribaltato sbalzando via il povero giovane schiacciandolo. Prontamente soccorso è stato trasportato prima all'ospedale di Vallo della Lucania e quindi trasferito presso l'ospedale "Ruggi" di Salerno, dove purtroppo è deceduto.
sabato 13 agosto 2011
E' morto Vincenzo Orabona un agricoltore di 83 anni
Articolo di Alessandro Gatta LA VOCE
Torino triplica i morti sul lavoro rispetto al 2010
In poco piu' di otto mesi ha raggiunto lo stesso numero di vittime dello scorso anno
Torino – L’Osservatorio Indipendente sulle Morti per Infortunio sul Lavoro lancia un nuovo allarme locale, questa volta in riferimento alla città e alla Provincia di Torino. In poco più di otto mesi infatti si registrano già dieci vittime, lo stesso numero dello scorso anno. Questo implica un’incidenza addirittura tripla, e una situazione preoccupante che coinvolge tutto il Piemonte, alle prese con una vera e propria emergenza.
A firma di Carlo Soricelli, l’Osservatorio bolognese ha scritto una lettera all’onorevole Antonio Bocuzzi, da sempre attento alla sicurezza e che non ha mai esitato nel definirsi come un onorevole-operaio. “Onorevole Bocuzzi – si legge nella lettera – il tuo impegno costante contro le morti sul lavoro sembra non dare i risultati sperati”.
“Purtroppo il Piemonte con 28 morti sui luoghi di lavoro ha raggiunto lo stesso numero di vittime dell’intero 2010 e la Provincia di Torino, con dieci morti ha più che triplicato i decessi. E’ dalla tragedia della Thyssen che non si aveva un aumento così terrificante dopo il calo costante delle vittime che si è registrato dal giorno di quel tragico evento”.
“Si vede che tragedie come quella non lasciano tracce in chi dovrebbe avere a cuore la vita di tanti lavoratori e credo che l’ulteriore precarizzazione del lavoro che si tenta di introdurre con la libertà di licenziamento peggiorerà ulteriormente la situazione”.
A.G.
venerdì 12 agosto 2011
E' morto Diego Gallia, di 25 anni nel bresciano. La provincia di Brescia si sta confermando quella che si muore di più per infortuni in Italia
La Provincia di Brescia con 12 morti dall'inizio dell'anno si conferma quella con più vittime sul lavoro in Italia e sta eguagliando il triste primato dell'anno scorso.
ll Piemonte ha raggiunto lo stesso numero di vittime dell'intero 2010 e la provincia di Torino ha più che triplicato le vittime sui luoghi di lavoro
Non ci sono più speranze di ritrovare in vita i due pescatori
E' morto Roberto Blanco di 48 anni. E' morto Domenico Actis Milanesio
Ancora una “morte bianca” in provincia di Ragusa , sono già sette dall'inizio dell'anno i morti sui luoghi di lavoro nella provincia di Ragusa. Non è ancora chiara la dinamica della tragedia.
TORINO, 11 AGO -E' morto Domenico Actis Milanesio, agricoltore di 83 anni, di Caluso. Domenico è morto nel pomeriggio all'ospedale Cto di Torino dopo avere subito gravissime lesioni a causa del ribaltamento del suo trattore, avvenuto in un terreno di sua proprietà. Purtroppo non finisce questa strage di anziani agricoltori schiacciati dal trattore. Dall'inizio dell'anno sono già 80 gli agricoltori schiacciati dal trattore. Oltre il 20% di tutte le vittime sul lavoro sono agricoltori schiacciati da questo killer che uccide senza pietà.
mercoledì 10 agosto 2011
Altre sei vittime, due a causa trattore killer. E' morto Angelo Fagioni, di 75 anni. E' morto un altro agricoltore di 79 anni in provincia di Bolzano
Arezzo 9 agosto E’ morto Mekaiel Hedra Adly-Riad egiziano di 35 anni . Mekaiel è morto mentre si trovava ai margini di un cantiere di una ditta edile operante sul territorio bucinese. Il giovane egiziano secondo quanto riportato da alcuni presenti era intento a smontare una gru. Non vedendolo arrivare il titolare dell'impresa è andato a controllare e lo ha trovato sotto uno dei bracci della gru parzialmente crollata, per cause ancora d’accertare. Immediata la chiamata al 118. Sul posto sono giunte due ambulanze con medico a bordo e l'elisoccorso. I medici hanno tentato la rianimazione, ma purtroppo per Adly-Riad non c’è stato niente da fare.
Arezzo 10 agosto E’ morto Vincenzo Faraci operaio di 27 anni dopo dodici giorni di agonia, al centro grandi ustioni dell'ospedale Cisanello di Pisa. Faraci era rimasto ustionato lo scorso 29 luglio nell'azienda in cui lavoarava specializzata in lavorazione di materiali di scarto di Levane (Arezzo) Nell'incidente sul lavoro il povero giovane aveva riportato ustioni sul 90 per cento del corpo ed era stato trasportato in elicottero al centro grandi ustioni di Pisa.
Roma,E' morto un benzinaio di 62 anni ucciso in una sparatoria in pieno giorno: anche il fratello è stato ferito.
Napoli E’ morto Raffaele Di Monda un operaio di 43 autista di un autocompattatore anni a causa del cedimento della strada al passaggio del mezzo.. Di Monda insieme a due colleghi erano intenti a svolgere il loro lavoro di raccolta rifiuti a Casalnuovo, nel napoletano. La strada ha improvvisamente ceduto durante il passaggio del mezzo. Il conducente è morto sul colpo. I due compagni di lavoro sono rimasti feriti e attualmente ricoverati all’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli. Sulla tragedi aè stata aperta una inchiesta. Indagano i Carabinieri del Nucleo Operativo di Tenenza.
lunedì 8 agosto 2011
E' morto un altro agricoltore schiacciato dal trattore. E' morto Adriano Faggi l'artigiano rimasto gravemente ustionato il 15 giugno
Prato 8 giugno. E' morto Adriano Faggi morto nei giorni scorsi in seguito alle gravi ferite riportate nell’incendio avvenuto il 15 giugno scorso nella sua officina a Bagnolo, Faggi rimase investito dalle fiamme che si erano sprigionate nella sua officina e purtroppo quelle ustioni lo hanno condotto alla morte.
domenica 7 agosto 2011
E' morto Antonio Manzione di 77 anni, E' morto Mauro Tamburlani
Latina 2 agosto E' morto Mauro Tamburlani di 54 anni. Tamburlani era rimasto coinvolto in un incidente sul lavoro venerdì scorso a Cisterna. L'operaio è morto all'ospedale Santa Maria Goretti di Latina . La tragedia in un cantiere nella zona industriale di Cisterna. Tamburlani stava lavorando su una impalcatura quando all'improvviso è precipitato da un'altezza di diversi metri. Le ferite gravissime non gli hanno lasciato scampo, ed è dopo 3 giorni di agonia
venerdì 5 agosto 2011
Agosto di sangue anche oggi 5 vittime. E’ morto Bruno Castellini un pensionato di 86 anni. Sono morti Agatino Guerrero e Fortunato Caprino Miceli ne
Frosinone 5 agosto E’ morto Guido Pessia, agricoltore di 71 anni. Pessia è morto questa mattina nelle campagne di Castelliri Pessia stava lavorando al disboscamento di un pezzo terreno a bordo di una motozappa, quando il mezzo si è ribaltato travolgendo l’agricoltore. Le lame hanno reciso parte degli arti causando un'emorragia fatale, inutili i soccorsi prestati prima dai alcuni familiari e poi dal personale del 118.
CATANIA 5 agosto Sono morti Agatino Guerrero di 34 anno e Fortunato Caprino Miceli di 53. La tragedia poco prima di mezzogiorno mentre sistemavano le grondaie sul tetto di un capannone, in contrada Tre Fontane a Paternò. Mentre Agatino Guerrera, è morto sul colpo, Miceli è spirato all'ospedale "Cannizzaro" di Catania. Il titolare della ditta, che lavora in subappalto, sarebbe giunto in un secondo momento e avrebbe trovato i lavoratori a terra: Del caso si occupa la Compagnia dei carabinieri di Paternò. Nel 2011 a Catania sono stati ben sei i morti sul lavoro. Al capoluogo etneo spetta il primato siciliano della cosiddette “morti bianche” .
Alessandria E’ morto Bruno Castellini un pensionato di 86 anni, Bruno Castellini di Fubine, ha perso schiacciato dal trattore. L'incidente si è verificato nel primo pomeriggio in regione Nani, frazione di Fubine. Castellini stava andano sui campi col trattore, Non ancora chiare le dinamiche che hanno provocato la tragedia. L'allarme è stato dato da un vicino.
GLI AGRICOLTORI SCHIACCIATI DAL TRATTORE RAGGIUNGONO L'INCREDIBILE PERCENTUALE DEL 20% DI TUTTI I MORTI SUL LAVORO E LA MAGGIORANZA DI QUESTE VITTIME INNOCENTI SONO OLTRE I 65 ANNI.
E’ incredibile che tante persone anziane, alcune addirittura di 90 anni, spesso non in buona salute, guidino ancora dei “mostri” che non lasciano scampo al più piccolo errore o distrazione. Castellini purtroppo è la settantottesima vittima dall’inzio dell’anno causate dal ribaltamento del trattore con conseguente schiacciamento mortale dell’agricoltore che lo guidava.
E' morto un pilota di un elicottero in provincia di Trento
giovedì 4 agosto 2011
Intervista a Graziella Marota dell'Associazione Nazionale Familiari caduti sul lavoro su Quotidiano Sicurezza
L’Associazione è nata per iniziativa dell’ “Osservatorio indipendente di Bologna morti sul lavoro”, condotto e guidato da Carlo Soricelli, e dalla Sig.ra Graziella Marota, madre di Andrea Gagliardoni, ragazzo morto all’età di 23 anni, ucciso da una macchina tampografica. Due persone quotidianamente impegnate nell’osservare e denunciare gli incidenti sul lavoro nel nostro Paese, con l’intento accorato di proteggere il lavoro, denunciarne le lacune e le carenze capaci di renderlo letale.
“Chiedo ai familiari di tutte le vittime sul lavoro di unirci e collaborare per poter dare voce ai nostri cari e per far sì che tutto questo sangue non scorra più! L’unione fa la forza quindi cerchiamo di formare questa rete on- line per poter ottenere anche dei piccoli risultati…insieme ce la possiamo fare”. Questo l’incipit del primo post apparso sul blog dell’Associazione il 21 luglio 2011.
Un appello lanciato dalla Sig.ra Marota, che dalla propria straziante storia dilaniata da una perdita incolmabile e da successive difficoltà “burocratiche” trae la forza per chiamare e spingere ad avvicinarsi le famiglie dei caduti sul lavoro. Le famiglie che hanno scelto di ricordare in privato e non proseguire oltre, le famiglie che necessitano di aiuto morale pratico, le famiglie che si trovano impegnate in lungaggini assicurative e cause indurite già troppo dallo stesso motivo dei dibattimenti. Famiglie accumunate da un unico indicibile e tragico dramma.
Il blog dell’Osservatorio caduti sul lavoro ha pubblicato dei dati relativi alle morti sul lavoro in Italia riguardanti il periodo che va tra il 1 gennaio al 3 agosto 2011. “Dall’inizio dell’anno ci sono stati 380 morti per infortuni sui luoghi di lavoro, ma si arriva a contarne oltre 680 se si aggiungono i lavoratori deceduti sulle strade e in itinere. Erano 325 sui luoghi di lavoro il 3 agosto del 2010, l’aumento è del 14,5%”. Dati e numeri allarmanti in controtendenza rispetto alle stime riportate dall’INAIL nel suo report annuale 2010. Per una differenza che si innesta in particolare sul calcolo o meno del lavoro sommerso, dei lavoratori non regolari, “nascosti”, di cui non si ha denuncia né quindi notizia.
La discussione in Italia su queste ferite è aperta. Abbiamo ascoltato la voce di un’Associazione nata per creare una rete di intenti e assistenza tra le famiglie colpite da una “bianca” e salariale tragedia.
Sig.ra Marota a chi si rivolge l’Associazione nella quale ha deciso di impegnarsi. Che speranze ripone in essa.
L’Associazione nazionale familiari morti sul lavoro è nata con lo scopo di riunire, avvicinare le famiglie dei lavoratori caduti. Vuole essere uno strumento di coesione, un punto di ritrovo per chi si trova ormai dentro una lotta fatta di sofferenze, mancanze. Per riunirne gli intenti, i sentimenti e le difficoltà. È nata grazie a Carlo Soricelli, e al suo impegno quotidiano che ritengo impagabile. Con lui abbiamo buttato giù l’idea che in pochi giorni si è concretizzata sul web e che ricominceremo concretamente a sostenere dal prossimo e vicino mese di settembre.
Ho voluto aderire convinta che l’unione faccia veramente la forza, che unite insieme, persone che ricordo sono state colpite da una tragedia improvvisa, inaspettata, possano far sentire la propria voce, le proprie denunce per cercare giustizia per ciò che è accaduto e soluzioni perché ciò non accada più.
La morte sul lavoro è spesso ostracizzata, lasciata fuori dai media, dalla comunicazione. Riesce a venire a galla soltanto in casi eclatanti, come nel caso della Thyssen per esempio, in tragedie di gruppo che non possono non essere descritte. Si avverte la sensazione che pochi facciano qualcosa, pochi ne parlino, come se non stessimo affrontando discorsi che riguardino la vita di giovani, donne e uomini morti mentre stavano lavorando. Nel corso del mio dramma mi sono trovata spesso sola, su tutti i fronti, lottando contro i mulini a vento.
Spero che l’Associazione possa essere un rimedio a questa solitudine, che unisca che avvicini e crei condizioni utili al sollievo e al riconoscimento di diritti per i lavoratori che sono venuti a mancare e per i loro familiari. Diritti dei quali non sempre è scontato il riconoscimento.
Che sostegno darete ai familiari, come si articolerà il vostro impegno.
Dare un sostegno innanzitutto morale, personale, e poi nel districarsi nella burocrazia, nei riconoscimenti, nelle indennità assicurative. Un sostegno psicologico quindi e concreto. L’Associazione è nata da pochi giorni, ci stiamo strutturando, stiamo raccogliendo le adesioni di avvocati, psicologi. Colgo quindi l’occasione per invitare chi volesse entrare a far parte del gruppo di contattarci e mettere a disposizione la propria professionalità.
Per cercare di scongiurare per gli altri la sua esperienza.
Dal giorno in cui è morto mio figlio ho urlato, per il riconoscimento delle cause, delle responsabilità. Mi sono rivolta a tutte le istituzioni, ho girato e parlato. Ma se si è da soli si riesce a far poco. Si è una voce nel caos e nel nulla. Per questo l’Associazione può unire le voci, far leva sui media, sulla politica, ancora, sulle istituzioni. Unire gli intenti.
Sono centinaia le famiglie che stanno attualmente vivendo il dramma della perdita di un caro sul lavoro. Che lo stanno vivendo o che l’hanno vissuto. Parecchie di queste hanno riscontrato reticenze, difficoltà, semplicemente per il fatto di aver avanzato quanto di legale si può richiede per far corrispondere un’equa giustizia all’ultima tragedia che ha colpito il proprio familiare. Andando incontro a estenuanti iter che rinnovano il ricordo, la pena e a volte sembrano di uccidere ancora chi è già caduto. Uccidere, forse è un termine crudo, ma penso che la morte sul lavoro quando causata da noncuranza, dal mancato rispetto della vita di chi sta lavorando, sia da considerare un omicidio e come tale vada giudicata.
Per questo invito le famiglie a unirsi, anche quelle che hanno deciso per il massimo riserbo, che vivono in casa la propria sofferenza. Una sofferenza che ci accomuna e che può unirci.
Avremmo voluto evitare di farle per l’ennesima volta ripercorrere quanto accaduto a suo figlio.
Mio figlio Andrea è morto a 23 anni, nel 2006. Da quel momento ho cominciato un lungo e straziante percorso nei tribunali. Il processo, in preliminare e svolto con patteggiamento è stato archiviato condannando i responsabili a otto mesi con la sospensione della pena. Ora è in piedi una causa civile con l’assicurazione che ha sospeso il risarcimento.
Una lotta continua da condurre per farsi riconoscere il fatto che tuo figlio non ci sia più. Un paradosso quantomeno. Non posso non andare avanti, e non è un lucrare sulla mia disgrazia come detrattori potrebbero pensare. Lo faccio perché lo devo al mio ragazzo e a sua sorella e alla vita per la quale spero di ottenere ciò a cui penso di avere diritto. Motivazioni che animano le mie giornate e che mi hanno condotta a impegnarmi in quest’Associazione che spero riesca a riunire e a stringere persone che vivono identiche sofferenze e necessità.
mercoledì 3 agosto 2011
sono morti Massimiliano Negrini, Natale Spampinato, Claudio Pizzo e Luigi Pennati
Latina 3 agosto Massimiliano Negrini operaio di 41. anni Negrini è morto nelle prima mattinata, presso la ditta Metalpontina srl in strada di Santa Maria a Borgo Santa Maria. Santini è rimasto schiacciato da una pesante trave che stava lavorando, sembra che il sostegno su cui era appoggiata abbia ceduto finendogli addosso e colpendolo violentemente sul petto. I soccorsi sono stati mmediati, sul posto anche una eliambulanza del 118, ma purtroppo i tentativi per rianimarlo sono stati inutili
BOLZANO, 3 AGO E’ morto Luigi Pennati agricoltore di 72 anni. Pennati è morto schiacciato dal trattore. Purtroppo ormai è diventata una triste conat giornaliera gli agricoltori schiacciati dal trattore. Pennati ha perso la vita nelle campagne fra Ora e Bronzolo, a sud di Bolzano. L'incidente, secondo i primi accertamenti, e' avvenuto almeno due giorni fa, ma e' stato scoperto solo oggi, intorno a mezzogiorno.
Giornata tragica per Padova che ha avuto due morti
PADOVA E’ morto Natale Spampinato commerciante di 73 anni. Spampinato è morto cadendo dall’alto al mercato ortofrutticolo di Corso Stati Uniti dove aveva un deposito. Non si conoscono ancora le cause che hanno provocato la tragedia. E’ possibile si sia trattato di un malore che gli ha fatto perdere l’equilibrio.
PADOVA E’ morto Claudio Pizzo facchino di 57 anni. Pizzo, che è stato schiacciato da un pianoforte. La vittima stava sollevando con un elevatore il pianoforte per cause da chiarire lo ha travolto. Sul posto per i rilievi del caso sono intervenuti i carabinieri di Albignasego e i tecnici dello Spisal.
LA PENISOLA DEL LAVORO, UNA LUNGA LINEA DI SANGUE E INDIFFERENZA
Chi Vi scrive è un gruppo di persone: Rls, operai, liberi professionisti, tecnici prevenzione Asl, familiari vittime del lavoro, che ha cercato e cerca in tutti i modi e con un impegno quotidiano, di tenere viva l'attenzione sulla carenza di prevenzione, protezione e sul dramma delle morti sul lavoro, chiamate ancora ed inaccettabilmente "morti bianche".
L'uso dell'aggettivo "bianco" è fuorviante e sbagliato, perché sono sporche, di calcinaccio, di nerofumo, di terra e di sangue, inaccettabile perché allude all'assenza di una responsabilità per l'accaduto: NESSUN RESPONSABILE, NESSUN COLPEVOLE, NESSUNA GIUSTIZIA!!!.
Quello che non si dice in modo chiaro e netto e non si scrive mai abbastanza è che i morti sul lavoro quasi mai sono dovuti alla fatalità o alla “leggerezza” delle vittime (quasi che per una leggerezza fosse plausibile una sorta di ‘pena di morte’ immediata, sul campo e senza processo), ma il più delle volte sono causati dalla decisione dei responsabili di “tagliare”, sia nelle risorse sia nei tempi di lavorazione, imponendo prestazioni sempre più elevate e veloci, consapevoli del rischio conseguente sulla prevenzione, formazione e sicurezza
Andrebbero quindi chiamati col loro nome e molti sarebbe giusto definirli omicidi, di cui questo governo è corresponsabile, con la sua politica di risparmi e tagli fatta sulla pelle delle persone.
Quello che non si dice e non si scrive è che esistono da anni leggi, norme tecniche, procedure, che se applicate correttamente porterebbero il rischio di infortunio e di malattia professionale a livelli enormemente più bassi rispetto agli attuali, ma che da parte degli imprenditori non c’è la volontà di farlo, così come da parte del governo non c’è la volontà di intensificare le misure di promozione e controllo, aumentando le risorse delle ASL, affinché queste norme siano rispettate (sia in termini economici che di persone, in specie di tecnici della prevenzione, in barba agli impegni assunti solennemente in Parlamento OdG della legge 123/2007, reinvestimento somme delle sanzioni ex 758/94).
C’è bisogno di più risorse, per maggiori verifiche e migliori programmi di ricerca.
La sicurezza sul lavoro è importante, purtroppo non viene presa molto in considerazione: molti datori di lavoro la considerano un costo per l'azienda insopportabile da tagliare, non un valore su cui investire, i mezzi d'informazione ne parlano raramente e solo quando accadono gravi infortuni mortali; non c'è ( e non viene favorita) cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro e la politica, il governo in particolare, ne parlano solo quando costretti dagli eventi, con un insopportabile atteggiamento ipocrita che fa pensare alle "lacrime di coccodrillo".
Partiamo da qui e quando parliamo e scriviamo di sicurezza è bene chiarire dove stanno i meriti e le colpe di ciascuno, sapendo ( e sottolineando) che il calo nelle morti registrato dall’Inail negli ultimi due anni è certamente un risultato importante, ma non è certo merito del ministro Sacconi, che in questi tre anni di intenso e silenzioso lavoro ha smantellato a colpi di decreti il Testo Unico e da ultimo ha banalizzato la sicurezza con la campagna in cui il suo ministero dice che “la sicurezza la pretende chi si vuole bene” (come se fosse un problema di mancanza di amor proprio, ed anzi sottendendo che la responsabilità della sicurezza è spostata dal datore di lavoro al lavoratore).
E l'Inail ci fornisce dei dati sugli infortuni e le morti sul lavoro molto ottimistici, ma fortemente sottostimati, perché tengono conto solo degli infortuni denunciati, come è stato sottolineato anche del Presidente dell'Inail, visto che gli infortuni che appartengono al sommerso, ammontano a circa 200 mila ogni anno: un enormità, ed i morti??? Bho?Sfuggono ad ogni statistica ufficiale!!!
Oltre a questo, occorre considerare che il calo degli infortuni è in gran parte dovuto anche alla contrazione del numero di occupati e delle ore lavorate derivanti dalla crisi economica, alla delocalizzazione dei siti produttivi, allo spostamento dei lavoratori “regolari” verso settori meno a richio.
Peccato che di queste cose l’INAIL non ne tenga conto, anche se standard tecnici richiedano di analizzare il fenomeno infortunistico non in termini assoluti, ma proprio in funzione dei parametri di cui sopra.
Se analizziamo tali dati (fonte Carmine Tomeo su Articolo 21) scopriamo che considerando i dati dell’ISTAT su ore lavorate e numero di lavoratori dipendenti, la fredda statistica racconta che il 2010 ha fatto registrare 25,6 infortuni ogni milione di ore lavorate, praticamente come il 2009 (quando erano stati 25,9) e che i dati infortunistici non migliorano se messi in rapporto con il numero di lavoratori, per cui, ogni 100.000 dipendenti si sono infortunati in 41 nel 2010, come nel 2009. E per ogni 100.000 dipendenti, nel 2010 sono morte sul lavoro poco più di 5 persone (5,5 è il rapporto nel 2009).
L'Inail ha un “tesoretto”, derivante dagli avanzi di bilancio annuale, che ammonta a circa 15 miliardi di euro, con avanzi di bilancio, che arrivano alla considerevole cifra di circa 2 miliardi di euro l'anno.
Purtroppo questi soldi, non vengono spesi per aumentare le rendite da fame agli invalidi del lavoro, alle famiglie dei morti sul lavoro, ma sono depositati in un conto infruttifero della Tesoreria dello Stato, e possono essere spesi, solo per ripianare i debiti dello Stato: VERGOGNA!!!
Inoltre, c'è un dramma molto spesso sottovalutato, cioè quello delle malattie professionali, che ogni anno fanno migliaia di morti.
Per l'anno 2010, c'è un nuovo record delle malattie professionali: +22%, pari a 42.347 denunce, 7.500 circa in più rispetto al 2009 e oltre 15 mila rispetto al 2006, +58%''.
Crediamo che sia fondamentale investire in “cultura”, in educazione del lavoro: in questo Paese manca quel minimo di consapevolezza, di forza, che permetta a chi lavora di alzare la testa e dire a chi sta in ufficio “NO! Questo non lo faccio perché è pericoloso!”. Abbiamo trascorso troppo tempo con la testa bassa, piangendo in silenzio le morti dei colleghi e abbracciando i loro cari, senza reagire. Investire in cultura significa poter un giorno arrivare a rompere il ricatto di chi ci dice “O lo fai o te ne vai!”.
Come cittadini e “addetti ai lavori” ci auguriamo che almeno in materia di sicurezza, formazione e prevenzione sul lavoro ci sia il coraggio, la volontà e il senso di responsabilità da parte di tutti (partiti, parti sociali, media, associazioni, movimenti), di mettere da parte le discussioni spesso stucchevoli di questi mesi, perché il continuare a tacere in modo omertoso su questo argomento in “una Repubblica democratica fondata sul lavoro” , che però in concreto non tutela proprio i cittadini che con il loro lavoro ne rappresentano le fondamenta, significa di fatto divenire complici di questi omicidi, in attesa della prossima Thyssen…….e noi questa responsabilità morale non la vogliamo.
FIRMATARI:
Bazzoni Marco, Rls,
Coppini Andrea, Rls
De Angelis Dante, Rls
Di Nucci VIncenzo, Tecnico Prevenzione Asl
Gandolfi Claudio, RlsT
Spezia Marco, Ingegnere libero professionista Tecnico della sicurezza
Pratelli Massimo, figlio di Carlo Pratelli morto sul lavoro il 26 Giugno 2006 alla Saint-Gobain di Pisa
Serranti Patrizia, Consulente RSPP Tecnico della sicurezza
Importantissimo il vostro documento, ma come ho scritto a Bazzoni le morti registrate dall'Osservatorio sono molte di più di quelle che dichiara l'INAIL. Ci sono sempre equivoci e poca chiarezza quando si parla dei morti sul lavoro. All'Osservatorio risultano 1080 morti mentre per l'INAIL sono 980. Ma l'INAIL non trucca le carte. registra solo le vittime che assicura e non segnala tra le vittime gli agricoltori morti in tarda età, i militari morti in Afghanistan e tantissime altre situazioni, soprattutto se le morti in itinere sono contestabili per mancanza di percorso "lineare". Ma perchè poi non valorizzate l'importantissimo lavoro sulla Sicurezza che state facendo? Percentualmente i morti nelle grandi realtà industriali, nelle Ferrovie e in altri importani Enti sono percentualemente molto inferiori che nelle altre realtà e questo soprattutto merito vostro. Io parlo solo delle vittime sul lavoro perchè conosco molto bene il problema,da cinque anni l'Osservatorio registra tutte le vittime sui luoghi di lavoro e posso affermare senza tema di smentita che l'anno scorso sui luioghi di lavoro ci sono stati il 7% in più rispetto al 2009. Ma a morire sono soprattutto agricoltori in tarda età ed edili meridionali e stranieri per oltre il 60% di tutte le vittime sui luoghi di lavoro. Morti in situazioni di lavoro dove il sindacato non esiste. Il calo registrato dall'INAIL è dovuto ai morti sulle strade. Ma il merito in questo caso non è di nessuno ma solo perchè anche i lavoratori (per fortuna) riescono a comprare automobili più sicure una volta rottamate le vecchie. Ad oggi 3 agosto i morti sui luoghi di lavoro (esclusi itinere) sono il 15% in più ripsetto allo steso giorno dell'anno scorso.
03 agosto 2011 03:13
E' morto Carmelo Giglio operaio di 56 anni
martedì 2 agosto 2011
E' morto Gianni Soppelsa, di 51 anni schiacciato dal trattore nel bellunese
2 agosto Belluno E’ morto Gianni Soppelsa, di 51 anni schiacciato dal trattore. Soppelsa, gestore della Murada di Saviner di Laste a Rocca Pietore, Sembra che la vittima stava scendendo su un prato col mezzo quando si è rovesciato schiacciandolo.L'intervento del personale sanitario sopraggiunto con l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore è stato inutile. La squadra del Soccorso alpino della Val Pettorina, intervenuta sul posto, non ha potuto che sollevare il mezzo e ricomporre la salma. Soppelsa è la settantasettesima vittima causata dal ribaltamento del trattore killer dall'inizio dell'anno.
lunedì 1 agosto 2011
E' morto Angelo Citaro l'ennesima vittima del trattore killer
Crotone E’ morto Angelo Cistaro pensionato di 71 anni. Angelo ha i ha perso la vita mentre lavorava nei campi. Cistaro era intento a lavorare con trattore, quando il mezzo si è improvvisamente ribaltato e lo ha schiacciato. Per Citaro purtroppo a nulla sono serviti i soccorsi del 118. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri
Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2
via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli
1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati
2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza
3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica
4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere
5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro
6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)
7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi
8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni
9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.
10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.
11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.
12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori
13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.
14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.
15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.
16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.