(di Mila Onder) Sanzioni modificate, in alcuni casi aumentandole, in altri diminuendole; conferma dell' arresto in caso di violazione delle norme nelle imprese ad alto rischio, ma sostituzione del carcere con la sola multa pecunaria nell' eventualità di pura violazione formale delle regole. Sono alcuni dei punti cardine del decreto legislativo che modifica il Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro del governo Prodi. Il decreto, assicura il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, "irrobustisce la protezione" dei lavoratori, fa chiarezza lì dove regnava invece l'incertezza, e ristabilisce criteri "ragionevoli" nelle sanzioni alle imprese. E, soprattutto, resta "aperto" perché, oltre all'esame della Conferenza Stato-Regioni e delle Commissioni parlamentari, sarà anche sottoposto alle parti sociali. Tra i sindacati c'é però già chi insorge, come il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, che giudica le modifiche "un grave errore". SANZIONI - Secondo Epifani le sanzioni vengono infatti "attenuate". Ma per il ministro del Lavoro non è affatto così e, dice, la Cgil dimostra in questo caso che il suo "é solo un pregiudizio". Rispetto al Testo Unico "qualche volta la sanzione è di più, qualche volta è di meno", ha precisato Sacconi. Per aggiornarle il governo ha preso come riferimento i valori della legge 626 del '94, ha calcolato l'inflazione accumulata nel periodo, che è del 36%, ed è "andato oltre", stabilendo un aumento del 50% rispetto a quegli standard. In questo modo la sanzione arriva per il datore di lavoro a un massimo di 8.000 euro. E' stato inoltre introdotto un meccanismo "di scala mobile" che permette di adeguare le sanzioni "automaticamente" nel tempo. Si è così posto fine al sistema "irrazionale" del Testo Unico, ha detto Sacconi, adottando criteri "ragionevoli". ARRESTO - Nel nuovo decreto rimane l'arresto per il datore di lavoro che non procede alla valutazione del pericolo nelle aziende ad alto rischio. Insomma resta valido nel caso di violazioni sostanziali. Per le violazioni formali, invece, laddove era prevista l'alternativa arresto-ammenda si passa alla sola sanzione amministrativa ma, assicura Sacconi, "in pochissimi casi". VIOLAZIONE PLURIMA - Rispetto al Testo Unico viene sostituito inoltre il concetto di "violazione reiterata" con quello di "violazione plurima". Se cioé nel precedente testo, ha sottolineato il ministro, la sospensione dell'attività aziendale era prevista in caso di violazioni dello stesso tipo reiterate nel tempo, ora è prevista invece, si legge nel testo del decreto, nel caso in cui alla prima verifica si riscontrino "almeno tre ipotesi di gravi violazioni" o la stessa violazione si ripeta "per la seconda volta in un biennio". TUTELE PRECARI - Nel provvedimento sono previste inoltre tutele specifiche per i lavoratori atipici e flessibili, e viene rafforzato il ruolo dell'Inail. PLAUSO IMPRESE - Le modifiche piacciono alle organizzazioni datoriali, che avevano criticato il precedente Testo Unico. Per Confartigianato, Cna, Confcooperative e Confcommercio il nuovo decreto è sulla strada giusta, mentre i sindacati aspettano il confronto con il governo per proporre i loro miglioramenti. Unica voce critica quella di Cgil e Fiom, che giudicano le modifiche "inaccettabili". "Per colpa del Governo - afferma il segretario nazionale Giorgio Cremaschi - ci saranno più morti sul lavoro".
Cari visitatori, il regista Gianluca Marcon girerà un film documentario sull'Osservatorio e la sua attività che ormai conclude 17 anni di monitoraggio e ovviamente su di me come artista sociale da oltre 50 anni Stiamo raccoglendo fondi dal basso (Crowdfunding) per non avere condizionamenti, se vuoi dare una mano alla realizzazione del progetto e dare anche un piccolo contributo vai al link https://sostieni.link/36551 se sei al computer inquadra e clicca sul qrcode col cell. e vai al link
morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre
Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"
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venerdì 27 marzo 2009
RIDOTTI I CASI DI ARRESTO PER LE AZIENDE CHE VIOLANO LE NORME SUL LAVORO. LE ORGANIZZAZZIONI PADRONAI PLAUDANO A SACCONI
(di Mila Onder) Sanzioni modificate, in alcuni casi aumentandole, in altri diminuendole; conferma dell' arresto in caso di violazione delle norme nelle imprese ad alto rischio, ma sostituzione del carcere con la sola multa pecunaria nell' eventualità di pura violazione formale delle regole. Sono alcuni dei punti cardine del decreto legislativo che modifica il Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro del governo Prodi. Il decreto, assicura il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, "irrobustisce la protezione" dei lavoratori, fa chiarezza lì dove regnava invece l'incertezza, e ristabilisce criteri "ragionevoli" nelle sanzioni alle imprese. E, soprattutto, resta "aperto" perché, oltre all'esame della Conferenza Stato-Regioni e delle Commissioni parlamentari, sarà anche sottoposto alle parti sociali. Tra i sindacati c'é però già chi insorge, come il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, che giudica le modifiche "un grave errore". SANZIONI - Secondo Epifani le sanzioni vengono infatti "attenuate". Ma per il ministro del Lavoro non è affatto così e, dice, la Cgil dimostra in questo caso che il suo "é solo un pregiudizio". Rispetto al Testo Unico "qualche volta la sanzione è di più, qualche volta è di meno", ha precisato Sacconi. Per aggiornarle il governo ha preso come riferimento i valori della legge 626 del '94, ha calcolato l'inflazione accumulata nel periodo, che è del 36%, ed è "andato oltre", stabilendo un aumento del 50% rispetto a quegli standard. In questo modo la sanzione arriva per il datore di lavoro a un massimo di 8.000 euro. E' stato inoltre introdotto un meccanismo "di scala mobile" che permette di adeguare le sanzioni "automaticamente" nel tempo. Si è così posto fine al sistema "irrazionale" del Testo Unico, ha detto Sacconi, adottando criteri "ragionevoli". ARRESTO - Nel nuovo decreto rimane l'arresto per il datore di lavoro che non procede alla valutazione del pericolo nelle aziende ad alto rischio. Insomma resta valido nel caso di violazioni sostanziali. Per le violazioni formali, invece, laddove era prevista l'alternativa arresto-ammenda si passa alla sola sanzione amministrativa ma, assicura Sacconi, "in pochissimi casi". VIOLAZIONE PLURIMA - Rispetto al Testo Unico viene sostituito inoltre il concetto di "violazione reiterata" con quello di "violazione plurima". Se cioé nel precedente testo, ha sottolineato il ministro, la sospensione dell'attività aziendale era prevista in caso di violazioni dello stesso tipo reiterate nel tempo, ora è prevista invece, si legge nel testo del decreto, nel caso in cui alla prima verifica si riscontrino "almeno tre ipotesi di gravi violazioni" o la stessa violazione si ripeta "per la seconda volta in un biennio". TUTELE PRECARI - Nel provvedimento sono previste inoltre tutele specifiche per i lavoratori atipici e flessibili, e viene rafforzato il ruolo dell'Inail. PLAUSO IMPRESE - Le modifiche piacciono alle organizzazioni datoriali, che avevano criticato il precedente Testo Unico. Per Confartigianato, Cna, Confcooperative e Confcommercio il nuovo decreto è sulla strada giusta, mentre i sindacati aspettano il confronto con il governo per proporre i loro miglioramenti. Unica voce critica quella di Cgil e Fiom, che giudicano le modifiche "inaccettabili". "Per colpa del Governo - afferma il segretario nazionale Giorgio Cremaschi - ci saranno più morti sul lavoro".
Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2
via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli
1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati
2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza
3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica
4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere
5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro
6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)
7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi
8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni
9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.
10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.
11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.
12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori
13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.
14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.
15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.
16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.
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