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morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre
Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"
Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier
Soricelli
Carlo Soricelli attività artistica
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- Alcune poesie
lunedì 20 luglio 2009
E' MORTO GIUSTINIANO CADEN A TRENTO. E' MORTO ALESSIO MACCANTI A FIRENZE, E' MORTO ADONE DEL NEGRO A TERAMO. E' MORTO ANDREA PUCCINI A VERONA
VARESE 20 LUGLIO E' MORTO GIANNI MACCHI. Non ce l’ha fatta Gianni Macchi, l’operaio di 53 anni originario di Fagnano ma attualmente residente con la moglie a Veniano (Como), vittima del drammatico infortunio sul lavoro avvenuto l’altro ieri, intorno alle 11, a Gorla Maggiore. Nel pomeriggio di ieri i medici dell’ospedale di Legnano hanno dichiarato la morte cerebrale: le 6 ore di osservazione (scadute in nottata) non hanno portato a miglioramenti e il decesso è stato dichiarato mentre i familiari decidevano se autorizzare o meno l’espianto degli organi. Dalla Cgil, intanto, arriva un’accusa fortissima: «Il governo sta limitando le normative in materia di sicurezza sul lavoro – dice Gianmarco Martignoni, della segreteria provinciale Cgil – Questo significa minore tutela per i lavoratori e maggior rischio di infortuni mortali, come accaduto a Gorla Maggiore. E’ necessario, invece, un inasprimento dei controlli che obblighino gli imprenditori a fornire ai dipendenti tutta la necessaria assistenza nonché tutela».
Macchi, operaio esperto da anni dipendente in un’azienda di via Boschi Belli a Gorla Maggiore, azienda impegnata nella tornitura e nella filatura di pezzi in metallo, l’altro ieri mattina, come ogni mattina da molti anni a questa parte, ha raggiunto il posto di lavoro. Ha avviato il tornio, come sempre, e si è messo a lavorare. Quello stesso tornio l’ha risucchiato. Non è chiaro se la machina abbia agganciato un indumento oppure abbia agito sulla pelle: certo è che un braccio di Macchi è stato agganciato e praticamente aspirato dalla macchina. Macchina che ha continuato a funzionare mentre l’arto veniva menomato e l’operaio rimediava ferite molto gravi anche alla testa. La macchina non si è mai fermata: «Per questo – spiega Martignoni – chiederemo verifiche approfondite. E’ strano che un tornio dotato di tutte le misure di sicurezza necessarie continui ad agire anche in caso di un incidente tanto grave». Bloccato il macchinario, i colleghi di Macchi hanno chiamato i soccorsi. L’uomo è stato trasportato in ospedale a Legnano dove è stato sottoposto ad un grave intervento chirurgico e quindi ricoverato nel reparto di terapia intensiva. I medici non hanno mai sciolto la prognosi e ieri pomeriggio è arrivata la dichiarazione di morte cerebrale e quindi la contestazione del decesso in nottata.
Il tornio utilizzato da Macchi intanto è stato posto sotto sequestro. Asl e carabinieri dovranno determinare se ogni misura di sicurezza prevista dalle normative era stata applicata al momento dell’incidente. Al vaglio anche la possibilità dell’errore umano. «Resta la carenza di controlli e di leggi che garantiscano l’incolumità dei dipendenti – dice Martignoni – Senza i dovuti controlli le aziende non investiranno mai né nella formazione, che è indispensabile, né nell’applicare ogni misura necessaria per evitare incidenti gravi come quello avvenuto a Gorla. In Italia sono 1200 gli infortuni mortali in media all’anno sul lavoro; 600 riguardano i trasporti e la provincia di Varese è tra le prime 5 province in Italia per incidentalità. Certo perché qui la produttività è più alta, ma è necessario intervenire per garantire una maggiore sicurezza per tutti».Simona Carnaghi
Trento e’ morto Giustiniano Caden agricoltore di 84 anni. Giustiniano è stato schiacciato dal trattore al quale aveva dimenticato di tirare il freno a mano o che probabilmente si era avviato da solo per un guasto elettrico. Il mezzo lo ha travolto mentre che cercava di risalire sul trattore per fermarlo. Lascia la moglie e tre figli adulti.
18-lug Firenze Alessio Maccanti 44. Alessio era uno degli addetti alla pulizia della stazione Campo Marte di Firenze, dipendente della Ditta Operosà. Secondo la ricostruzione l'uomo era sul bordo della piattaforma con il busto sporto verso la massicciata, si pensa stesse cercando di pulire una canalina dell'acqua.L'Eurostar 9398 diretto a Trieste lo ha urtato scaraventandolo lontano. L'operaio è morto sul colpo.
18-lug TERAMO . e’ morto Adone Del Negro 47 anni. Adone stava lavorando con il trattore nella sua azienda vinicola, che si è ribaltato schiacciandolo. L'uomo è moro sul colpo il suo corpo è stato estratto dai vigili del fuoco in un costone. Lascia la moglie e due figli di cui la più piccola di pochi mesi.
19 Luglio Verona E’ morto Andrea Puccini. La morte di Andrea getta nel dolore l'intero comparto del marmo, più volte colpito da incidenti sul lavoro Disperazione dei colleghi: «Non c'entrano la bravura o la sicurezza, a volte basta una distrazione».
Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2
via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli
1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati
2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza
3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica
4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere
5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro
6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)
7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi
8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni
9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.
10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.
11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.
12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori
13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.
14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.
15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.
16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.
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