report morti sul lavoro nel 2025 aggiornato al 27 giugno

Report morti sul lavoro nel 2025 27 giugno dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni in 506 sui luoghi di lavoro registrati in tabelle excel per giorno, mese e anno, identità, età, professione (anche in nero), nazionalità e cenni sulla tragedia e in 725 se si aggiungono i morti in itinere e sulle strade (parziale). Attenzione però, parliamo di un numero di morti ben più grande di quelli che diffonde INAIL che registra solo i suoi assicurati, mentre l’Osservatorio li monitora tutti, anche in nero o che dispongono di un’assicurazione diversa da INAIL NOTA BENE I MORTI IN ITINERE VENGONO AGGIORNATI OGNI TANTO MENTRE I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO OGNI GIORNO MORTI I SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE (itinere parziale). N.B i morti sono segnalati nelle Province e Regioni dove c’è stata la tragedia e non in quella di residenza della vittima: sono centinaia i morti in province e regioni diverse da quelle di residenza, a carico della Regione (provincia no) ci sono anche gli autotrasportatori morti in autostrada LOMBARDIA 67 sui luoghi di lavoro 95 con itinere Milano 10 Bergamo 12 Brescia 15 Como 7 Cremona 3 Lecco 1 Lodi 2 Mantova 4 Monza Brianza 2 Pavia 3 Sondrio 3 Varese 2 VENETO 46 sui luoghi di lavoro con itinere 62 Venezia 9 Belluno 2 Padova 10 Rovigo Treviso 6 Verona 4 Vicenza 6 EMILIA ROMAGNA 44 sui luoghi di lavoro diventano 62 con itinere Bologna 5 Piacenza 7 Parma 4 Reggio Emilia 6 Modena 4 Ferrara 3 Forlì Cesena 2 Ravenna 4 Rimini 3 SICILIA 39 sui luoghi di lavoro sui luoghi di lavoro con l’itinere 55 Palermo 11 Agrigento 6 Caltanissetta 4 Catania 5 Enna 1 1 Ragusa 5 Siracusa 4 Trapani 1‎ TOSCANA 45 luoghi di lavoro 60 con itinere Firenze 7Arezzo 6 Grosseto 2 Livorno 3 Lucca 4 Massa Carrara 5 Pisa 3 Pistoia 7 Siena 3 Prato 1 PUGLIA 37 sui luoghi di lavoro 51 con itinere Bari 13 BAT 1 Brindisi 8 Foggia 5 Lecce 4 Taranto 4 CAMPANIA 41 sui luoghi di lavoro 59 con itinere Napoli 11 Avellino 2 Benevento 3, Caserta 11Salerno 11 ABRUZZO 26 sui luoghi di lavoro 36 con itinere L'Aquila 3 Chieti 8 Pescara 3 Teramo 9 PIEMONTE 26 sui luoghi di lavoro che diventano 38 con l’itinere Torino 8 Alessandria 2 Asti 1 Biella 2 Cuneo 7 Novara 2 Verbano-Cusio-Ossola 1 Vercelli LAZIO sui luoghi di lavoro 24 con itinere 47 Roma 13 Viterbo Frosinone 7Latina 2 Rieti 1 LIGURIA 14 sui luoghi di lavoro 19 con itinere Genova 5 Imperia 2 La Spezia 1 Savona 5 TRENTINO ALTO ADIGE 15 sui luoghi di lavoro 20 con itinere Bolzano 7 Trento 7 UMBRIA 10 sui luoghi di lavoro 9 con itinere Perugia 6 Tern1 SARDEGNA 11 sui luoghi di lavoro con itinere 16 Cagliari 1 Sud Sardegna Nuoro 3 Oristano 2 Sassari 5 CALABRIA 14 sui luoghi di lavoro 18 con itinere Catanzaro 4 Cosenza 4 Crotone Reggio Calabria Vibo Valentia 2 MARCHE 10 sui luoghi di lavoro con itinere 14 Ancona 43 Macerata Fermo 1 Pesaro-Urbino 1 Ascoli Piceno 3 FRIULI VENEZIA GIULIA 9 si sui luoghi di lavoro con itinere 12 Pordenone 4 Triste 1 Udine 3 Gorizia BASILICATA 9 sui luoghi di lavoro con itinere 12 Potenza 5 Matera 4 Molise totali sui luoghi di lavoro 1 Campobasso 1 Isernia VALLE D’AOSTA totali sui luoghi di lavoro 1 72 gli schiacciati dal trattore e alcuni altri mezzi agricoli nel 2024 sono stati 143 75 gli autotrasportatori e autotrasportatrici 65 morti di fatica o stress da superlavoro tra operai/e, bracciati, autotrasportatori, medici, infermieri ecc. con il caldo aumentano moltissimo 38 i morti in infortuni domestici 11 potatura alberi 107 morti sui luoghi di lavoro sono ultrasessantenni, Gli stranieri sotto i 60 anni sui luoghi di lavoro, tra pochi anni saranno la maggioranza

Speciale TG1 sui morti sul lavoro 1 dicembre 2024

https://youtu.be/qMAiVFQXRJE?si=-9PsVpF3dsg7dMpT

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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sabato 18 settembre 2010

Articolo scritto da Sirio Valent e pubblicato sul giornale Liberazione di oggi

L’uomo che conta le “morti bianche”
di Sirio Valent
Un blog per ricordare le vittime del lavoro, con un pensiero o un saluto virtuale. “Caduti sul Lavoro” (www.cadutisullavoro.blogspot.com) lo ha fondato tre anni fa Carlo Soricelli, metalmeccanico in pensione, ma anche artista e scrittore di Bologna. Sul blog compaiono ogni giorno le morti in cantiere, in fabbrica e sui campi. E’ l’unico mezzo per conoscere tutte le storie, in diretta. Il rapporto annuale dell’Inail è diverso, mette insieme chi muore in cantiere e chi “in itinere”, mentre si reca sul luogo di lavoro. Ne nasce una gran confusione, perché oltre la metà dei 1000-1200 infortuni mortali contati ogni anno avviene per strada, nel traffico. Il silenzio ufficiale dura mesi, fino al rapporto successivo, dove nomi e facce scompaiono nella statistica. Per questo il lavoro di Soricelli ha un valore particolare: è ricordo e condanna, gesto di responsabilità e di rabbia.
Signor Soricelli, quando è nato “Caduti Sul Lavoro”?
Nel gennaio 2008, dopo la strage della ThyssenKrupp. Mi aveva colpito la sorte degli 8 operai bruciati vivi nella fabbrica torinese, e ho provato a cercare in rete notizie di casi simili. Le più recenti erano vecchie di 6 mesi, un anno: nessuno sembrava occuparsene. Così ho cominciato a monitorare quel che succedeva ogni giorno.
Ne è nato un blog che sembra un diario di guerra. Ma qualcuno l’ha contattata, ha chiesto cifre o commenti?
E’ questa la cosa sconvolgente: non interessa niente a nessuno. Giornalisti, politici e sindacalisti ignorano il problema, tranne quando ci sono morti collettive (vedi Capua, ndr). Poi basta. L’unico che si è interessato al mio lavoro è stato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, mi ha mandato una lettera di complimenti. Nessun altro.
E le visite?
Quelle sono tante: 200mila contatti unici in tre anni, con una media di 200-400 visite al giorno.
Nel suo blog scrive che quest’anno il peggio è avvenuto al Nord.
Sì. La Lega si fregia tanto di essere presente sul territorio, e di difendere gli interessi dei suoi lavoratori e agricoltori… eppure la regione più colpita è il Veneto. In otto mesi sono morti 40 lavoratori, più di quelli registrati in tutto il 2009. Poi c’è il Trentino Alto Adige, con 21 vittime: in rapporto alla popolazione locale, sono un’enormità. Ha un bel dire Zaia di essere stato un super-ministro dell’Agricoltura (e ora presidente del Veneto), ma è proprio sui campi del Nord che muoiono più persone ogni anno.
Sui campi?
Si, il 32% delle vittime sono agricoltori. Spesso anziani e piccoli proprietari, finiscono quasi sempre schiacciati dai trattori. Nessuno ne parla, ma basterebbe un po’ di prevenzione per salvarli. Invece non si muove niente.
Di solito si pensa alle morti in cantiere, piuttosto che sotto ai trattori…
E’ vero che anche nell’edilizia il tasso di mortalità è elevato, il 27% delle vittime sono operai edili: cadute da tetti non recintati, crolli di travi, gru fuori controllo… E’ la conseguenza dei sub-appalti.
In che senso?
Le aziende piccole, dove il sindacato è assente e i controlli sono molto diluiti, registrano un gran numero di morti sul lavoro. Perché, operando in subappalto – o peggio – devono ridurre all’osso i costi e i tempi del lavoro. A pagare questi “sconti” sono gli operai, soprattutto meridionali e stranieri. Dove il sindacato è più forte, come in industria e nelle grandi aziende, le regole vengono rispettate (a parte casi eclatanti, come la ThyssenKrupp), e il numero di infortuni mortali diminuisce drasticamente. Non superano il 10% del totale, concentrati nelle realtà minori e poco sindacalizzate.
Il ruolo del sindacato è importante, quindi.
Non è importante, è basilare. E ridurre la “burocrazia” – le carte, i documenti, gli studi di sicurezza – come vorrebbe qualcuno, è il primo passo per veder aumentare le morti al lavoro.
Qual è la causa più ricorrente, imprudenze dei lavoratori o mancato rispetto delle norme di sicurezza da parte delle imprese?
Decisamente le mancanze dell’azienda. Capita il caso dell’operaio che dimentica il casco, ma è marginale. Il problema sta nei tempi frenetici richiesti per completare un lavoro, a costi impossibili. Anziché risparmiare sul cemento si risparmia sui ponteggi, o sulle funi di sicurezza. E gli operai cascano giù.
Però nel 2009 c’è stato un calo di vittime, secondo l’Inail. Qualcosa si sta muovendo?
Sì, il calo c’è stato, ma era un anno di forte crisi (meno ore lavorate e meno cantieri, ndr). Già ora, guardando i dati, si vede un’accelerazione rispetto al 2009: se continua così, finiamo l’anno con un aumento del 2%. Ancora poco, ma abbastanza da far pensare ad una inversione di tendenza.
Lei ha vissuto e lavorato in fabbrica per quarant’anni, come racconta anche nei suoi libri (come “Maruchein”, dove narra l’emigrazione dei meridionali al Nord attraverso gli occhi di un bambino). Com’è oggi la fabbrica?
E’ un inferno. Le tutele dei lavoratori stanno sparendo tutte: guardate cosa stanno cercando di fare a Pomigliano. Il lavoratore, l’operaio ha perso la dignità sociale, non conta più.
Ha mai parlato, o incontrato, i parenti dei “protagonisti” del suo blog?
No. Chi è colpito da una tragedia così grande entra in una dimensione di amarezza, di tristezza, di rabbia. Lasciano un pensiero, a volte straziante, ma finisce lì. Preferiscono chiudersi.

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Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?