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morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre
Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"
Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier
Soricelli
Carlo Soricelli attività artistica
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- Alcune poesie
martedì 6 settembre 2016
Quando vengono diffusi dati parziali delle morti sul lavoro che sono molte di più.
REGIONI CON MORTI PER INFORTUNI SUI LUOGHI DI LAVORO DALL'INIZIO DELL'ANNO: A QUESTI OCCORRE AGGIUNGERNE MEDIAMENTE IL 110% CHE MUOIONO TUTTI GLI ANNI SULLE STRADE E IN ITINERE. NELLE OCCASIONI DI LAVORO L'inail INSERISCE ANCHE I MORTI SULLE STRADE E NEI DATI DI LUGLIO CI SONO ANCHE QUESTE VITTIME.
MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO DALL'INIZIO DELL'ANNO
Campania 48 Emilia-Romagna 43. Veneto 39. Lombardia 34. Toscana 35. Sicilia 33.
LE PROVINCE CON PIU' MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO DAL 1° GENNAIO.
Napoli 17 morti con i 3 pescatori morti in mare.
Salerno 13
Vicenza 15 morti
Brescia 13
Bologna 10
Roma 9
Per la situazione completa nelle varie province andare nella pagina d'introduzione dell'Osservatorio. Poi senza nessuna polemica: quanti dei 97 agricoltori schiacciati dal trattore sono riconosciuti come morti sul lavoro? Occorre tenere presente che tantissime denunce che vengono fatte all'INAIL una buona parte non vengono riconosciute come tali. Anche l'anno scorso che sembrava un anno catastrofico per l'inail alla fine una volta tolti i morti che non sono stati riconosciuti come tali si è arrivati a un numero inferiore al 2014.
Insomma un fenomeno complicatissimi che non si vuole affrontare nel modo giusto. A morire sono in tantissimi che non hanno nessuna assicurazione (nero) o che hanno un'assicurazione diversa da quella dell'INAIL. Categoria numerosissima come i metalmeccanici per esempio ha una percentuali di morti bassissima sui luoghi di lavoro, ma poi inserendo anche le morti sulle strade e in itinere arrivano ai vertici. TUTTO SBAGLIATO TUTTO DA FARE SE SI VUOLE COMPRENDERE QUESTE TRAGEDIE E FAR ARRIVARE LE RISORSE PER LA PREVENZIONE DOVE NON ARRIVANO MAI. Carlo Soricelli
Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2
via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli
1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati
2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza
3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica
4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere
5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro
6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)
7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi
8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni
9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.
10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.
11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.
12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori
13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.
14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.
15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.
16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.
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