Si è concluso l’ennesimo anno catastrofico per quanto
riguarda i morti sul lavoro: ne sono morti nel 2017 ben 632 sui luoghi di
lavoro e oltre 1350 con il mezzo di trasporto, compreso l’itinere. Nel 2016
sono stati 641 senza mezzi di trasporto e 1380 sul totale mentre nel 2015 sono
stati 650 sui luoghi di lavoro, 1400 compreso itinere e mezzi di trasporto. Se andiamo
al 2008, primo anno di apertura dell’Osservatorio, i morti sui luoghi di lavoro
furono 636. è desolante vedere
che da quell’anno non c’è stato nessun miglioramento. Ma questo è per me stato
prevedibile, visto che la politica e chi ci ha governato in questi anni non ha
mai mostrato interesse per quanto riguarda la vita dei lavoratori. Purtroppo è
un’amara verità ma che occorre denunciare con tutte le forze che si hanno.
Anche quest’anno abbiamo assistito all’incredibile numero di agricoltori
schiacciati dal trattore, sono stati 139, e se guardiamo gli ultimi dieci anni oltre
1350, un numero impressionante di vite perse in modo così atroce. Alle Politiche
Agricole si sono succeduti diversi Ministri, ma nessuno ha fatto niente di
concreto per questa autentica piaga. Si sono visti in tantissime trasmissioni
televisive, a inaugurare Fiere e Mostre e a decantare la loro bravura, ma per i
lavoratori dei campi mai sentito una parola di impegno e solidarietà per le
vite perse. E questo neppure dal Ministro del Lavoro.
Voglio urlare agli italiani che la terra è impregnata di sudore e sangue di chi
la lavora. Ma davvero noi italiani ci meritiamo questa classe dirigente,
attenta solo alle lobby e ai più abbienti? Io credo di no, spero solo che a
marzo ci sia un forte cambiamento e che si affacci finalmente alla ribalta una
nuova generazione di politici, che non sia espressione delle lobby partitiche e
economiche che hanno controllato il Parlamento in questo ultimo ventennio. Che
il prossimo si riempia di lavoratori, eletti da altri lavoratori. Se guardiamo
l’attuale Parlamento vediamo che si contano sulle dita di una mano quelli che
vengono dal lavoro dipendente seppure è espressione di decine di milioni di
addetti. è pieno di
professionisti della politica, giornalisti, industriali, avvocati, medici e
rappresentanti di lobby. Come si dice qui a Bologna: bona lè.
Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di
Bologna morti sul lavoro. http://cadutisullavoro.blogspot.it
Negli ultimi tre anni sono morti complessivamente 4080
lavoratori (compreso autotrasporto), di questi ben 1922 sono morti sui luoghi
di lavoro. Se andiamo a vedere negli ultimi dieci anni, da quando è stato
aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro, ci sono stati
oltre 14000 morti complessivi.
In questi ultimi tre anni, così si ha una visione più ampia
di quello che è successo su questo fronte, sui luoghi
di lavoro ne sono morti 622 in agricoltura (32,7% sul totale delle morti
sui luoghi di lavoro), di questi ben 404 morti schiacciati dal trattore, ben il
64% in questo comparto e addirittura il 21,1% di tutte le morti sui LUOGHI DI
LAVORO
Vi chiedo perdono Aldo, Giacomo, Carlo, Ferruccio, Marcello,
Graziano, Maurizio, Massimo, Danilo, Giovanni, Vincenzo, Rocco, Claudio, Nicola,
Linda morta a soli 29 anni, e tutti gli altri 392 morti schiacciati dal
trattore in questi ultimi 3 anni. Oltre 1350 da quando dieci anni fa ho aperto
l’Osservatorio. Vi chiedo perdono da italiano, anche per questa politica che in
questi dieci anni non ha mosso un dito per salvare le vostre vite. Per non
essere riuscito a sensibilizzare il Parlamento, Il Primo Ministro, quello del
Lavoro e delle Politiche Agricole, su questa strage dell’indifferenza. Ce l’ho
messa tutta, ma potevo certo fare di più, quando mi sono reso conto di quanti
di voi perdevano la vita guidando questo mezzo mortale. Ma da tanto tempo ho
compreso che le vostre vite non contavano niente, se non per i vostri familiari,
nonostante il vostro umile lavoro è fondamentale per l’economia del nostro
Paese. Il tanto decantato agroalimentare italiano che ci fa vedere Valli
incantate e Arcadie inesistenti e virtuali, come quelle di trasmissioni
televisive che pur se sollecitate più volte, mai si sono interessate della
vostra vita e della sensibilizzazione e conoscenza di queste tragedie provocate
dal trattore. Mai le televisione pubblica, che utilizzano i soldi dei
contribuenti italiani, quali siete stati anche voi, hanno parlato in queste
trasmissioni bugiarde e succube del potere che occulta tutto quello che è
scomodo, della terra impregnata dal vostro sudore e sangue. Quando scorrevo il database
e vedevo dietro ai numeri, uomini e donne di ogni età, con nomi e cognomi morti
in modo così orribile schiacciati da questo mezzo, non nascondo che gli occhi
mi si sono bagnati. Di molti di voi, poi, non sono riuscito neppure a sapere il
nome. Non sempre si riesca a risalire all’identità di queste morti attraverso
Internet, unica vera fonte di informazione libera. La Classe Dirigente di
questo Paese è stata ingiusta e indifferente verso di voi. Che almeno la terra
vi sia lieve. Riposate in Pace, se Dio c’è vi sarà vicino. Noi continueremo con
più forza di prima a denunciare le morti sul lavoro che solo con un po’ di
buona volontà si potrebbero dimezzare. Carlo Soricelli curatore
dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
Edilizia
Andamento Industria: gli ultimi tre
anni di morti sul lavoro
Dopo esserci occupati della strage di agricoltori, oggi ci
occupiamo di quella degli edili. Gli edili che cadono dall’alto, un’altra
strage dimenticata dalla politica, che si occupa di tutto ma non della vita di
chi lavora. Sul totale dei morti sui
LUOGHI DI LAVORO che sono stati in questi tre anni 1922 (oltre 4080 con i morti
sulle strade e in itinere) ben 354 (18,6 sul totale di tutte le morti sui
luoghi di lavoro) sono morti nel comparto dell’edilizia, di questi sono caduti
dall’alto 164 lavoratori, molti in nero (compresi pensionati) o che svolgevano in
regola in altre professioni. Una strage anche quella della caduta dall’alto in edilizia,
oltre il 46% di tutti i morti sui luoghi di lavoro in questo comparto e ben
l’8,6% di tutti i morti sui luoghi di lavoro sono edili caduti dall’alto.
In tanti in questa categoria lavorano in nero, non dotati di
un’attrezzatura adeguata, a volte pensionati che arrotondano la pensione o
stranieri che a volte non conoscono neppure una parola di italiano e lavorano
in nero. Anche qui basterebbe poco per far diminuire in modo significativo
questa strage. Se solo ci fosse la volontà di farlo. Ma le normative sulla
Sicurezza dei lavoratori è stata diminuita dai vari governi che si sono avvicendati
nel Paese, NESSUNO ESCLUSO. La legge Fornero ha incrementato la strage di
questi lavoratori, costretti a svolgere lavori pericolosi in tarda età. C’è un
numero impressionante di morti in questo comparto, come in agricoltura: dei 350
morti in edilizia ben 60, il 16% sul totale, ha oltre 60 anni. Davvero folle
far svolgere lavori pericolosi a tarda età. Ma ormai noi cittadini volontari,
che il “potere” considera un corpo estraneo, se non pericoloso, non ci
meravigliamo più di niente. Siamo considerati pericolosi sovversivi, solo
perché chiediamo di RISPETTARE chi lavora in tutti i suoi aspetti. E la vita
dei lavoratori è prioritaria. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio
Indipendente di Bologna morti sul lavoro
Dopo i morti sul lavoro dell’agricoltura e dell’edilizia vediamo
cosa è successo nell’industria (tutta l’industria esclusa l’edilizia) in questi
ultimi tre anni. Sono morti sui luoghi di lavoro 176
lavoratori, che rappresentano percentualmente “solo” l’8,8% sul totale delle
morti sui luoghi di lavoro. Un risultato che stupisce se si pensa che tutte le
industrie di diversi settori: dal metalmeccanico, al tessile, al ceramico, al
legno ecc. che rappresentano moltissimi milioni di addetti. Come si spiega
questo? Con una risposta semplicissima: nelle industrie le rappresentanze
sindacali sono ancora forti e pur se criticabilissimi su tanti fronti, i
sindacati svolgono un ruolo
fondamentale nella tutela sulla Sicurezza sui luoghi di lavoro, soprattutto
dove c’è una collaborazione attenta tra i Rappresentanti dei Lavoratori e la
Direzione Aziendale, come succede in molte aziende qui in Emilia. Tra l’altro molti di queste 176 morti sono in
aziende molto piccole dove la rappresentanza sindacale è spesso inesistente, o
senza nessuna influenza in azienda. I pochi morti sui LUOGHI DI LAVORO nelle
grandi aziende sono soprattutto tra gli appalti: aziende artigiane che svolgono
lavori nelle aziende stesse. Corpi estranei che non vengono controllati da
nessuno se non lavorano in Sicurezza. Ho seguito con molta attenzione questo
aspetto. Basta poi andare a leggere la cronaca di queste morti per rendersi
conto di questo. Invito i Sindacati e anche le Direzioni Aziendali di fare
attenzione a chi appaltano il lavoro: se questi artigiani hanno tutti i
requisiti per lavorare in sicurezza. Se muoiono o hanno infortuni gravi la
responsabilità cade sull’azienda stessa. Ma se poi andiamo a guardare le fonti
“ufficiali” tutto viene stravolto e l’industria appare come la categorie con
più morti sul lavoro. Perché succede questo? Perché non si separano in modo
chiaro i lavoratori che muoiono sui luoghi di lavoro da quelli che muoiono
sulle strade o in itinere nella categoria stessa di appartenenza. E’ perfino
banale comprenderlo che se si mettono insieme nella stessa categoria chi muore
sui luoghi di lavoro con i morti in itinere, chi, come le industrie che hanno
milioni di dipendenti che si spostano per raggiungere il posto di lavoro, e
quindi con maggiori possibilità di avere infortuni anche mortali, si altera la
percezione del fenomeno. Se si separano queste morti, che richiedono come
l’itinere interventi specifici, si ha questo risultato. Direi confortante su
tanti aspetti. Le donne in queste categorie, ma non solo, muoiono numerosissime
in itinere per la stanchezza accumulata nello svolgere doppi, a volte tripli
lavori, con genitori e figli da accudire, e che alla guida del mezzo per
raggiungere o tornare dal lavoro hanno a volte incidenti stradali che sono considerati
a tutti gli effetti infortuni sul lavoro. Ma qui ci vorrebbe un cambiamento dei
costumi, che per ora non si affaccia neppure all’orizzonte. Carlo soricelli
curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it
Gli autotrasportatori morti negli ultimi 3 anni sono stati
192, rappresentano da soli il 9,9% di tutti i morti sui loghi di lavoro in
questi ultimi 3 anni. sono un numero
impressionante, più addirittura di tutti i morti dell’industria (esclusa
edilizia). In questa categoria abbiamo inseriti, indipendentemente della
categoria specifica di appartenenza tutti i guidatori di camion, tir, e
furgoni. Il loro campo d lavoro è la strada. Oltre il 10% di questi lavoratori
aveva oltre 60 anni, ma di molti di questi purtroppo non è stato possibile
neppure sapere l’identità e gli anni, quindi la percentuale di questi
lavoratori morti in tarda età potrebbe essere ben maggiore. Moltissime di
queste morti sulle autostrade italiane in incidenti anche con altri mezzi
pesanti e automobilisti che hanno perso la vita a loro volta. Alcuni di questi
sono stranieri. La strage riguarda anche tantissimi autoasportatori
Gli autotrasportatori morti negli ultimi 3 anni sono stati
192, rappresentano da soli il 9,9% di tutti i morti sui loghi di lavoro in
questi ultimi 3 anni. sono un numero
impressionante, più addirittura di tutti i morti dell’industria (esclusa
edilizia). In questa categoria abbiamo inseriti, indipendentemente della
categoria specifica di appartenenza tutti i guidatori di camion, tir, e
furgoni. Il loro campo di lavoro è la strada. Oltre il 10% di questi lavoratori
aveva oltre 60 anni, ma di molti di questi purtroppo non è stato possibile
neppure sapere l’identità e gli anni, quindi la percentuale di questi
lavoratori morti in tarda età potrebbe essere ben maggiore. Moltissime di
queste morti sulle autostrade italiane in incidenti anche con altri mezzi
pesanti e automobilisti che hanno perso la vita a loro volta. Alcuni di questi
sono stranieri. Tanti di questi lavoratori sono “padroncini” o dipendenti di
piccole aziende di trasporto. Qui sarebbe opportuno aumentare i controlli sul
reale numero di ore lavorate, di sottoporre
a una visita medica specifica e mirata in tarda età e se non più idonei
per motivi di salute e con riflessi poco pronti di mandarli in pensione
anticipatamente, indipendentemente dalla Legge Fornero, che per loro non
avrebbero mai dovuta applicare, visto che coinvolgono spesso negli incidenti
anche altre persone. Anche altre vite dipendono dalla loro salute psicofisica. Tanti
di questi lavoratori sono “padroncini” o dipendenti di piccole aziende di
trasporto. Qui sarebbe opportuno aumentare i controlli sul reale numero di ore
lavorate, di sottoporre a una visita medica specifica e mirata in
tarda età e se non più idonei per motivi di salute e con riflessi poco pronti
di mandarli in pensione anticipatamente. Anche altre vite dipendono dalla loro
salute psicofisica.
Stranieri morti per infortuni in Italia
Un decremento molto sensibile delle morti tra gli stranieri
nell’ultimo anno, sono 55 che rappresentano l’8,7 % sul totale sui luoghi di
lavoro nel 2017. Negli ultimi tre anni sono stati complessivamente 198: il
10,39% sul totale di tutti i morti sui luoghi di lavoro. Le comunità straniere
con più morti sul lavoro in Italia. Negli ultimi tre anni sono 38 i rumeni
morti per infortunio, seguono gli albanese con 24 morti, 10 marocchini, 10
indiani, 7 bosniaci, 6 macedoni, 6 cinesi, 5 moldavi, 5 bulgari, 5 serbi, 4
tedeschi. Di almeno 15 stranieri non è stato possibile conoscere la nazionalità.
Attenzione, in questo
conteggio sono esclusi i morti sulle strade e in itinere che richiedono
interventi diversi
Le province con più morti in questi ultimi tre anni sui
LUOGHI DI LAVORO è stata quella di Napoli con 51 morti, segue quella di Brescia
con 50, di Vicenza 47, di Salerno 45, di Torino 44, di Roma 38, di Cuneo con 32.
Palermo 27, In Emilia Romagna Modena 23, Bologna 21
In
Allegato: grafico andamento morti sul lavoro in questi dieci anni, purtroppo
senza nessun miglioramento dal 1° gennaio 2008 nonostante ci vogliono far
credere il contrario. Report morti sul lavoro nell'intero 2017, Analisi morti
sui LUOGHI DI LAVORO negli ultimi tre anni, con andamento nei comparti più
significativi, con autentica mattanza nell'agricoltura dovute al trattore, e
dell'edilizia per le cadute dall'alto, con andamento confortante nell'industria
e questo merito dei Sindacati che hanno una forte rappresentanza dove c'è
l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori abolito col Jobs act.
Registriamo un lieve decremento in questo ultimo anno degli stranieri
morti sul lavoro che sono il 10% di tutti i morti sul lavoro, i romeni muoiono
numerosissimi tra gli stranieri. Sono le province di Napoli e di Brescia quelle
che hanno avuto il maggior numero di morti sui luoghi di lavoro in questi
ultimi tre anni. Gli ultrasessantenni che muoiono sui luoghi di lavoro sono
stati il 16% di tutti i morti sui luoghi di lavoro.
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