Certo che mi mette amarezza leggere questa mattina sul Resto del Carlino un articolo sulle morti sul lavoro a firma Tommaso Strambi, che prende come comprensive di tutte le morti sul lavoro quelle diffuse da INAIL, ma che non sono rappresentative di tutte le morti sul lavoro, ma solo degli assicurati a questo Istituto: altri analizzano questi dati e diffondono “classifiche” tra le varie Regioni dei morti sul lavoro che non sono reali, perché come scrivo da 15 anni, da quando il 1° gennaio 2008 ho cominciato con l’Osservatorio Nazionale di Bologna a monitorare tutti i morti sul lavoro: è stato il primo in Italia a farlo. INAIL non fa un monitoraggio delle morti, ma raccoglie solo le denunce che gli arrivano dal territorio tra i suoi assicurati, ma oltre 4 milioni, come ha detto in un’intervista il Presidente di INAIL Bettoni , non sono assicurati a questo Istituto: Per esempio proprio come i giornalisti come Strambi, come le Forze Armate, i Vigili del Fuoco e innumerevoli partite IVA, poi ci sono i morti in nero e gli agricoltori che muoiono numerosissimi schiacciati dai trattori, già 122 quest’anno e oltre 2100 da quando ho aperto l’Osservatorio. Questi morti che sono oltre il 30% ogni anno sui Luoghi di Lavoro non vengono conteggiati: e allora che analisi si possono fare se una buona parte di queste morti nei rapporti INAIL non ci sono? Tra l’altro mettono tutti in un calderone, non separando come facciamo noi i morti sul lavoro che muoiono sul posto di lavoro dai morti sulle strade e in itinere. Ma l’assurdo è che vengono elaborate “classifiche” sulle varie regioni e province, Le più virtuose diventano pessime, mentre quelle che hanno più morti diventano virtuose, faccio il paragone tra Veneto e Emilia Romagna, e leggo nell’articolo che hanno lo stesso numero di morti mentre in realtà sui Luoghi di Lavoro il Veneto, prima regione in rapporto al numero di abitanti (unico parametro valido per stabilire quanti morti hanno le varie regioni e province, questo perché come scrivo da tanto una buona percentuale dei morti sul lavoro lavorano in nero, o sono pensionati che continuano a lavorare per arrotondare le magre pensioni), oppure hanno altre assicurazioni. L’Emilia Romagna tra le grandi regioni è ultima come numero di morti, l’ottava in questa triste classifica aggiornata a questa mattina, contrariamente a quello che fa INAIL qui non ci sono i morti in itinere che sono tantissimi ma solo i morti sui Luoghi di lavoro. Lombardia 72 Milano (16), Bergamo (8), Brescia (19), Como (2), Cremona (4), Lecco (7), Lodi (), Mantova (4), Monza Brianza (3), Pavia (5, Sondrio (2), Varese (3) VENETO 46 Venezia (8), Belluno (2), Padova (7), Rovigo (3), Treviso (4), Verona (10, Vicenza (12) CAMPANIA 43 Napoli (10), Avellino (3), Benevento (3), Caserta (14), Salerno (15) PIEMONTE 40 Torino (18), Alessandria (6), Asti (2), Biella (1), Cuneo (8), Novara (1),Verbano-Cusio-Ossola() Vercelli (3) LAZIO 33 Roma (12), Viterbo (5) Frosinone (8) Latina (3) Rieti (5) SICILIA 29 Palermo (5), Agrigento (3), Caltanissetta (4), Catania (5), Enna (1), Messina (5), Ragusa (2), Siracusa (), Trapani (4) EMILIA ROMAGNA 28 Bologna (4), Rimini (2) Ferrara (3) Forlì Cesena (4) Modena (5) Parma () Ravenna (3) Reggio Emilia (4) Piacenza (3). Rendiamo omaggio anche ai lavoratori stranieri che muoiono numerosissimi in Italia, metà degli ultimi 14 morti non sono italiani. Chiedo che qualcuno, qualche giornalista, si interroghi su quello che scrivo, che vada a vedere i dati, e visto che siamo sotto le elezioni un confronto serio su queste tragedie che si potrebbero dimezzare se si affrontassero in modo serio e senza alterazioni del fenomeno. Sono solo un metalmeccanico in pensione e artista che voleva e credeva di poter dare un contributo per far conoscere queste tragedie nella sua reale dimensione, ma ci sono troppi interessi politici, economici e mediatici anche su questo tema spinoso.
Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Nazionale morti sul lavoro http://cadutisullavoro.
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