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morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre
Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"
Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier
Soricelli
Carlo Soricelli attività artistica
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- Alcune poesie
lunedì 6 aprile 2009
ANCH'IO ESPRIMO TUTTO IL MIO DOLORE PER LA TRAGEDIA CHE HA COLPITO IL POPOLO ABRUZZESE
Una giovane donna ancora in vita, forse una studentessa, è stata individuata poco fa dai soccorritori sotto le macerie di una casa crollata nel centro dell'Aquila, in via Sant'Andrea. I vigili del fuoco e gli uomini della protezione civile stanno scavando per raggiungerla. L'abitazione è ad un centinaio di metri di distanza dalla Casa dello studente, crollata interamente, in una zona dove molti appartamenti sono affittati a studenti. Sono 60 le persone che sono state estratte vive dalle macerie degli edifici crollati a l'Aquila e in provincia a causa del terremoto della scorsa notte. I dati, dei vigili del fuoco, sono stati resi noti al centro di coordinamento dei soccorsi allestito nella scuola della guardia di finanza.Ha avuto invece esito tragico il salvataggio di un'altra giovane avvenuto in serata a L'Aquila. La donna è deceduta poco dopo essere stata estratta dalle macerie.L'INFERNO NELLA NOTTE, OLTRE 150 MORTIdi Stefano FabbriPESCARA - La terra ha tremato nel buio, alle 3:32 e la forza distruttiva della scossa, di magnitudo 5,8 - un livello che corrisponde all'ottavo-nono della scala Mercalli - ha devastato l'Aquila e i piccoli centri attorno al capoluogo abruzzese, portandosi via almeno 150 vite umane.Le urla degli abitanti e gli schianti dei crolli hanno spezzato il buio, ma solo le prime luci del giorno hanno mostrato gli effetti del terremoto: case venute giù come se fossero di carta velina. Alla fine della giornata i morti stimati sono 150 e almeno 1.500 i feriti, ma con l'alta probabilità che si tratti di un bilancio assolutamente provvisorio. Devastati tanti piccoli centro, oltre al capoluogo che pare colpito da un bombardamento: Paganica, Camarda, Tempera, San Demetrio nei Vestini, Castelnuovo. A Onna, il centro a pochi chilometri dall'Aquila che è il più danneggiato, è la disperazione: "A Onna siamo in 350. Finora avrò contato una cinquantina delle persone che conosco, ancora vive", ha riferito un uomo che risiede nella frazione dove stamani le prime bare sono state allineate su un prato. Nel capoluogo i crolli hanno interessato tutte le zone della città sei ragazzi sono stati estratti vivi dalla Casa dello studente, ma un loro collega è ancora disperso. Un po' ovunque giù cupole di chiese e campanili: crollata la parte absidale della Basilica di S. Maria di Collemaggio, della cupola di Giuseppe Valadier della chiesa delle Anime Sante, del campanile della chiesa di San Bernardino. Crollato parzialmente anche il transetto del Duomo dell'Aquila. "Nessuno sarà lasciato da solo", è la promessa del premier Silvio Berlusconi che ha definito l'accaduto come "una tragedia senza precedenti", dopo aver raggiunto L'Aquila ed aver sorvolato in elicottero l'area colpita dal sisma. Subito dopo ha presieduto a Roma la sedua del Consiglio dei ministri che ha conferito "i poteri di attuazione degli interventi d'emergenza" al sottosegretario Guido Bertolaso. "Per i primi giorni sono stati stanziati 30 milioni di euro di fondi immediati, in attesa di quantificare giovedì le risorse strutturali", ha spiegato Berlusconi. Fin da subito si sono mossi i soccorsi coordinati dalla protezione civile, ma dalle aree del terremoto si sono levate anche critiche: "Dove sono gli aiuti? E le tende?" chiede qualcuno a Onna, lamentando di essere rimasti per ore senza contatti con i soccorritori. Il ministro dell'interno Roberto Maroni e Bertolaso, hanno però sottolineato la prontezza con cui si è messa in moto la macchina dei soccorsi, sia a livello locale che nazionale. "Le operazioni erano già partite un quarto d'ora dopo il sisma. Più rapido di così non si poteva fare", ha detto il ministro. E concorda un volontario della protezione abruzzese: "Abbiamo corso pericoli per arrivare in case crollate in vicoli piccoli". E se qualche ritardo c'é stato, spiega uno dei componenti della protezione civile regionale, va tenuto conto che era praticamente impossibile far fronte subito a tutte le esigenze e controllare un territorio tanto vasto". Alcuni centri sono delle vere e proprie città fantasma. E nelle tante abitazioni lasciate vuote dalla fuga notturna sono già avvenuti i primi arresti per sciacallaggio. A riferirlo è stato il capo della polizia, Antonio Manganelli, secondo quanto riportato dal sito della stessa polizia di Stato: "Ho visto arrivare nella tendopoli adibita a questura - ha spiegato Manganelli - degli arrestati sorpresi mentre rubavano nelle case abbandonate. E' una triste consuetudine". Intanto ci si prepara alla prima notte dopo il terremoto, una notte fredda e di pioggia che ha cominciato a cadere sugli sfollati per i quali si stanno predisponendo le tendopoli o crecando migliaia di posti letto negli alberghi lungo la costa. A L'Aquila in tantissimi si apprestano a trascorrete la notte nelle auto parcheggiate in piazzali o comunque in aree lontane dagli edifici: la paura non è passata e la scossa del tardopomeriggio di magnitudo 4.1 fa ricordare che il terremoto é ancora lì, in agguato, ancora una volta nella notte.
Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2
via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli
1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati
2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza
3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica
4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere
5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro
6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)
7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi
8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni
9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.
10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.
11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.
12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori
13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.
14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.
15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.
16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.
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