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morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre
Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"
Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier
Soricelli
Carlo Soricelli attività artistica
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Elenco link
- Rifiutismo corrente pittorica di Soricelli
- Opere nello studio bunker di Casalecchio di Reno
- Opere di pittura e scultura
- Opere del museo di Casa Trogoni di Granaglione
- le mie opere nel patrimonio della Regione Emilia Romagna
- i libri scritti
- https://soricellifioriscolpiti.blogspot.com/
- http://pitturapranica.blogspot.it/
- Alcune poesie
venerdì 17 dicembre 2010
AD OGGI REGISTRIAMO 561 VITTIME SUI LUOGHI DI LAVORO DALL'INIZIO DELL'ANNO. 1040 CON I LAVORATORI MORTI IN ITINERE. + 3,6% RISPETTO ALL'ANNO SCORSO.
Report del 16 dicembre 2010
Ad oggi i morti sui luoghi di lavoro sono 561, se si aggiungono i morti in itinere o sulle strade come gli agenti di commercio, autisti ecc. si raggiungono già 1040 vittime; rispetto all’anno scorso registriamo un aumento del 3,6% confrontando i dati allo stesso periodo del 2009.
I mesi in cui ci sono state più vittime sono luglio con 65 decessi seguito da giugno e settembre con 59 e ottobre con 58.
Gli agricoltori muoiono quasi tutti in tarda età (dai 60 ai 90 anni) schiacciati dai trattori che guidano.
Agricoltori e gli edili muoiono di più dopo un periodo persistente di mal tempo probabilmente a causa del tentativo di recuperare i lavori rimasti indietro.
In edilizia muoiono soprattutto meridionali e stranieri, anche nelle regioni del nord; a morire nei cantieri sono lavoratori di piccole e piccolissime aziende occupati in ristrutturazioni o in subappalto. Gli occupati di questa categoria lavorano in condizioni di sicurezza scarse o inesistenti, anche perché spesso sono precari o con contratti di lavoro dov’è possibile licenziare senza giusta causa. Di conseguenza subiscono in silenzio, oltre che ogni tipo d’angheria, anche la mancanza della dotazione di equipaggiamenti di sicurezza adeguati.
Nell’industria le vittime sono aumentate di oltre il 30%, occorre però dire che il 2009 è stato caratterizzato da una grande crisi che ha dimezzato le ore lavorate. Anche nell’industria a morire per infortuni sono soprattutto lavoratori di piccole e piccolissime aziende dove la sicurezza è scarsa, per non dire inesistente.
Nelle grandi aziende sindacalizzate muoiono percentualmente pochissimi lavoratori. Le province con più vittime sui luoghi di lavoro sono quelle di Bolzano con 21, Brescia con 20, seguite da Milano e Roma con 18, Napoli con 17, Foggia con 15 e Vicenza con 13. Le regioni con più morti per infortuni sui luoghi di lavoro in rapporto al numero di abitanti sono il Trentino Alto Adige con 32 vittime, il Veneto con 54, la Lombardia, la regione con più abitanti in Italia ne ha 77.
Percentualmente i settori con più vittime sono: Agricoltura 31%,: Edilizia 29% Industria 13% e Autotrasporto 8,2%. Gli stranieri morti sui luoghi di lavoro sono il 9% sul totale. I romeni da soli hanno il 40% di tutte le vittime tra gli stranieri.
Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2
via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli
1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati
2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza
3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica
4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere
5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro
6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)
7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi
8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni
9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.
10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.
11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.
12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori
13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.
14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.
15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.
16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.
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