Cari visitatori, il regista Gianluca Marcon girerà un film documentario sull'Osservatorio e la sua attività che ormai conclude 17 anni di monitoraggio e ovviamente su di me come artista sociale da oltre 50 anni Stiamo raccoglendo fondi dal basso (Crowdfunding) per non avere condizionamenti, se vuoi dare una mano alla realizzazione del progetto e dare anche un piccolo contributo vai al link https://sostieni.link/36551 se sei al computer inquadra e clicca sul qrcode col cell. e vai al link
morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre
Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"
Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier
Soricelli
Carlo Soricelli attività artistica
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- Alcune poesie
lunedì 18 luglio 2011
Volentieri pubblichiamo l'articol del Dott. Fornaro
di Fulvio Fornaro Sail626
L’avvocato De Gregorio dopo esser stato costretto ad abbandonare il tribunale a seguito di un tentativo di truffa operato per procurarsi denaro per salvare il figlio malato, si lascia andare diventando letteralmente il fantasma di se stesso. Ma un giorno incontra, in vicissitudini molto drammatiche, una donnina costretta a prostituirsi a seguito della morte del marito e la scoperta che quest’ultimo era rimasto vittima di un incidente sul lavoro mascherato da sciagura stradale, lo convinceranno a tornare alla professione. Ritroverà così anche la propria dignità umana. Il contrasto fra il populismo roboante del regista Squitieri e la magistrale interpretazione di Albertazzi, capace di passare senza sforzo dalla laidezza al sublime, valgono il film e anche qualcosa in più per il messaggio sociale vivido ed attualissimo. Purtroppo attualissimo se la vicenda per la quale torna in mente questa pellicola è quella occorsa in una cittadina pugliese allorché nei primi del mese di maggio un uomo di 53 anni, è deceduto pochi giorni dopo il ricovero in ospedale a seguito delle gravi lesioni subite per effetto dell'investimento da parte di un furgone. La dinamica della vicenda non sarà risultata chiara agli investigatori tanto che le indagini hanno evidenziato alcune incongruenze e l'autopsia, in particolare, ha rilevato che le lesioni midollari sono compatibili con una caduta dall'alto e non con un impatto a seguito di incidente stradale. E così le indagini subiscono ulteriori approfondimenti, vengono effettuati sopralluoghi e rilevi nel cantiere dove lavorava la vittima e interrogati gli altri operai. Questo consente la ricostruzione di una diversa dinamica dei fatti (degna della migliore puntata di C.S.I.!!): secondo gli inquirenti, la vittima, quel giorno di maggio, cadde da un ponteggio mentre stava effettuando lavori di intonacatura di un'immobile in costruzione. La vittima però era stata assunta “in nero" e pertanto “si decise” di inscenare un incidente stradale allo scopo di celare la circostanza. Il resto di questa triste vicenda la quale evoca i vari fotogrammi del film citato, interessa più la cronaca nera per come sono andate tutte le circostanze. Aggiungiamo soltanto che l'amministratore e il socio accomandatario dell'impresa che aveva costruito i ponteggi, sono stati denunciati a piede libero per violazione del D.L. n. 81 del 2008 (c.d. Testo Unico sulla sicurezza e salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro). E' stato, infatti, accertato che il ponteggio, smontato in tutta fretta il giorno dopo l'infortunio, non risultava essere a norma. Plauso, notevole, agli operatori sanitari di quel nosocomio, e al lavoro certosino condotto dagli investigatori: da tempo sostengo che “quel” film dovrebbe essere proiettato in almeno 100 piazze d’Italia a fronte di un programma specifico di divulgazione e sensibilizzazione da parte dell’INAIL. in quanto il lavoro nero (e la non cultura) rientra fra quelle cause che determinano questi misfatti. E chi sostiene che le cifre “ufficiali” relative agli infortuni sul lavoro, possono essere benissimo mistificate da tali circostanze di lavoro in nero (quanti realmente non vengono smascherati!), paventa la realtà e non racconta le scene un film.
Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2
via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli
1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati
2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza
3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica
4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere
5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro
6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)
7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi
8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni
9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.
10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.
11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.
12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori
13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.
14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.
15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.
16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.
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