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morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre
Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"
Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier
Soricelli
Carlo Soricelli attività artistica
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Elenco link
- Rifiutismo corrente pittorica di Soricelli
- Opere nello studio bunker di Casalecchio di Reno
- Opere di pittura e scultura
- Opere del museo di Casa Trogoni di Granaglione
- le mie opere nel patrimonio della Regione Emilia Romagna
- i libri scritti
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- Alcune poesie
sabato 28 gennaio 2012
Cesare Fiumi su "Sette" del Corriere della Sera
Andrea schiacciato da una balla, Giuseppe da una ruspa, Paolo da una trivella: è cominciato così il nuovo anno, com’era finito l’altro. Un “anno orribile”, secondo Carlo Soricelli, ex metalmeccanico, che a questi morti ha dedicato un sito
Aveva trent’anni, si chiamava Andrea, guidava il trattore sull’Appennino modenese dalle parti di Pavullo. Era nato sui campi e il suo mestiere, il mestiere di famiglia, l’agricoltore, lo sapeva fare. E bene. S’era alzato presto come ogni mattina e assieme al fratello minore aveva inserito il forcone per il carico sul muso
del mezzo a motore. Doveva portare qualche rotoballa alle mucche, ma alla stalla non c’è mai arrivato: una di quelle gigantesche forme di fieno all’improvviso è venuta giù dalla catasta.
E lui non ha avuto il tempo di saltare, di scappare.
L’hanno liberato da quel coperchio di paglia che non c’era più nulla da fare.
Il signor Giuseppe invece di anni ne aveva ottantadue e una passione che non rimava con pensione: la sua ditta e il lavoro come il capro espiatorio di un’inquietudine travolgente che non se ne andava se non metteva mano a qualcosa – tagliare marmi o piantare arbusti, qualsiasi cosa pur di darsi da fare –,
fossero anche i comandi di quella ruspa gialla, usata per dissodare un fazzoletto di terreno, con la quale è volato giù nella scarpata, forse per un guasto, forse per una manovra sbagliata.
E dalla quale è stato travolto, un gelido venerdì pomeriggio, in un paese del Bergamasco.
L’operaio Paolo invece lavorava al cantiere per la realizzazione della terza corsia dell’autostrada A4, nel Veneziano, sotto a una benna trivellatrice.
Aveva 42 anni, una compagna, due figlie gemelle di undici e una vita, come il suo mestiere, in costruzione. Quando i cavi hanno ceduto, e una parte del macchinario s’è staccata venendo giù di colpo, non ha avuto
neppure il tempo di capire. Anche lui morto schiacciato. Schiacciato sul lavoro, dal lavoro, anche lui in un giorno di gennaio come gli altri. Ad allungare la lista dei caduti sul posto di mansione.
Ogni nome è un sospiro. Ogni nome è una storia, sempre la stessa, quella di una sconfitta.
E sempre diversa, perche ogni dolore abita la vita a modo suo. Nomi e storie che il signor Carlo racconta, riassume, certifica con l’identico rigore e la medesima pena della prima volta – ormai quattro anni fa – quando decise di piantare ogni croce sul web, perche le morti bianche di questo Paese avessero una degna letteratura.
E un luogo della memoria che rammentasse giorno dopo giorno generalità e numeri di una strage quotidiana. Chiamatele pure morti bianche/ ma non è il bianco dell’innocenza/ non e il bianco della purezza/
non e il bianco di una nevicata in montagna/
E il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli/ che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto,
recitano i suoi versi asciutti.
C’era appena stato il rogo alla Thyssen di Torino e quei sette operai bruciati vivi il 6 dicembre 2007 – ai quali il signor Carlo ha dedicato il suo sito – gli avevano tolto il fiato.
Lui, operaio in pensione, s’era sentito in dovere di fare qualcosa: almeno, ricordare chi cade sul lavoro.
Perche volare giù dall’impalcatura della Costituzione, tirata su a partire da quel fondamento, non può finire nel dimenticatoio dove si accatastano, sbarazzandosi la coscienza, le comode fatalità.
E cosi il 1˚ gennaio 2008, e nato “l’Osservatorio Indipendente dei morti sul lavoro” di Carlo Soricelli da Bologna: non solo un esercizio di contabilità, amara e necessaria,ma anche un tentativo di capire, di aiutare (uno psicoterapeuta offre consulenza gratuita ai familiari delle vittime), di prevenire (vengono fornite informazioni meteorologiche per agricoltori, edili, autotrasportatori, operatori stradali ecc.).
E soprattutto un database formidabile di questo dramma italiano, spesso più aggiornato e puntuale della fonte Inail: capace di fotografare la realtà in mutazione come di fornire il resoconto, proprio in questi giorni,
dell’≪anno orribile≫ che ci siamo lasciati alle spalle.
Di certificare che i morti sul lavoro -nel 2011 sono stati piu di 1.170- tra vittime in loco (663) e in itinere. Perche queste cifre dicono che siamo tornati indietro di cinque anni, che le donne che hanno perso la vita
sono triplicate rispetto al 2010: 15 contro le 5 di un anno fa. E che l’agricoltura con 207 morti continua a pagare il tributo piu alto: praticamente ogni tre giorni muore un agricoltore schiacciato da una ruspa o da un trattore.
Come raccontano due delle tre storie di un giorno di gennaio come tanti, che il signor Carlo ha aggiunto a quella lapide che e il suo
http://cadutisullavoro.blogspot.com/.
E sul quale cliccare, per non scordare, e un po’ come lasciare un fiore.
cfiumi@corriere.it
Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2
via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli
1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati
2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza
3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica
4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere
5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro
6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)
7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi
8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni
9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.
10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.
11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.
12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori
13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.
14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.
15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.
16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.
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