MORTI SUL LAVORO 2017
Al 9 gennaio
6 MORTO SUI LUOGHI DI LAVORO
Nelle province di Roma, Milano, Siracusa, Genova, Vicenza, Sondrio
Report morti sul lavoro nell’intero 2016
Nel 2016 sono morti 641 lavoratori sui luoghi di lavoro e oltre 1400 se si
considerano i morti sulle strade e in itinere (stima minima per l’impossibilità
di conteggiare i morti sulle strade delle partite iva individuali e dei morti
in nero), e di altre innumerevoli posizioni lavorative, ricordando che solo una
parte degli oltre 6 milioni di Partite Iva individuali sono assicurate
all’INAIL. L’unico parametro valido per confrontare i dati dell’INAIL e di chi
li utilizza per fare analisi, e dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti
sul lavoro sono i morti per infortuni INAIL SENZA MEZZO DI TRASPORTO, e
confrontare quanti ne registra in più l’Osservatorio. Si ha così il numero
reale delle morti per infortuni sui LUOGHI DI LAVORO IN ITALIA e non solo degli
assicurati INAIL.
Lieve calo del 3,9% delle morti sui luoghi di lavoro rispetto allo
spaventoso 2015, ma un aumento dello 0.7% rispetto al 2008 anno d’apertura
dell’Osservatorio Indipendente di Bologna. Come potete vedere altro che
favolosi cali ogni anno, e nonostante un enorme spreco di euro spesi per la
Sicurezza senza vedere risultati concreti se si prendono in considerazione
tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL. Come tutti gli anni è
l’agricoltura a pagare un prezzo elevatissimo di sangue con il 31% di tutte le
morti per infortuni sui luoghi di lavoro. E delle morti in questo settore ben
il 65% sono provocate dal trattore. Una vergogna che nessuno se ne occupi se
pensate che un morto su cinque di tutte le morti sui luoghi di lavoro, di tutte
le categorie messe insieme sono provocate da questo mezzo. Sono anni che chiediamo ai ministri che si
susseguono di occuparsene. Ma niente, sono morti sul lavoro che non esistono e spariscono
dalle statistiche. La seconda categoria
con più morti sui luoghi di lavoro è l’edilizia con il 19,6%. La cadute dall’alto
è il maggior fattore di rischio. E’ l’autotrasporto con il 9,3% dei morti la
terza categoria con più vittime. In questo comparto sono inseriti i morti di
diverse categorie. Seguono L’industria, esclusa l’edilizia, comprese le imprese
più piccole, che ha complessivamente l’8,2% delle morti. Poi gli artigiani di
tantissime categorie muoiono numerosissimi, soprattutto nelle imprese
appaltatrici, la strage riguarda anche un numero impressionante di Partite Iva
che non sono inserite tra le morti sul lavoro nelle statistiche dell’INAIL. E
questo perché questo Istituto dello Stato monitora solo i propri assicurati (lo
scrivo per la milionesima volta, ma tanto non serve a niente). A questo
istituto arrivano moltissime denunce per infortuni, anche mortali, che poi non
vengono riconosciute come tali proprio per non avere questa assicurazione. NON
SONO ASSICURATI ALL’INAIL, QUINDI NON ESISTONO. Poi anche per le morti in
itinere spesso non vengono riconosciute per una normativa specifica, che la
maggioranza di chi lavora non conosce. Gli stranieri morti sui luoghi di lavoro
sono l’8,2%, un calo dell’1,6% rispetto al 2015, segno che anche più italiani
svolgono lavori pericolosi e con meno sicurezza pur di avere un lavoro. Impressionante
sapere che il 27,7% dei morti sul lavoro ha più di 61. Angosciante vedere che
tantissimi giovani non trovano lavoro, che svolgono anziani che non hanno più
la salute e i riflessi pronti per fare lavori pericolosi. Questo la dice lunga
anche sui motivi dell’enorme disoccupazione giovanile; si trattengono gli
anziani e si fanno morire lavorando, mentre i giovani sono costretti alla
disoccupazione o a emigrare. E’ la Campania la regione con più morti sui
luoghi di lavoro sempre se non si fanno giochini di prestigio e si inseriscono
tutti i morti sul lavoro. Seguono la mai regione, L’Emilia Romagna che nel 2016
raddoppia i morti sui luoghi di lavoro, poi il Veneto. Quinta la Lombardia che
ha un decremento importante del 27%. Occorre anche ricordare che, a nostro
parere, la Lombardia è tra le grandi regioni, da quando abbiamo aperto
l’Osservatorio, che ha l’andamento migliore, sempre se si considerano tutte le
morti sul lavoro. Ha il doppio degli abitanti di qualsiasi altra regione e
l’indice occupazionale non ha nessun valore statistico sugli infortuni, anche
mortali, visto che in tantissimi dei morti per infortuni non sono assicurati
all’INAIL, le statistiche vengono fatte solo tenendo in considerazione gli
assicurati a questo Istituto. E’ la provincia di Napoli quella con più morti sui
luoghi di lavoro, compresi tre pescatori morti in mare, la seconda in questa
triste classifica è la provincia di Vicenza con 20 morti, segue Brescia con 18
morti, a seguire qui sotto ci sono le morti sui luoghi di lavoro di tutte le
province italiane.
Morti per infortuni sui LUOGHI DI LAVORO nel 2016
Per Regione e Provincia in ordine decrescente.
(Sui luoghi di lavoro significa che sono esclusi da questo conteggio i
morti per le strade e in itinere che richiedono interventi completamente diversi)
I morti sulle autostrade e all’estero non sono conteggiati nelle province.
Se guardate qui sotto l’andamento delle regioni e delle province, calcolate che
ci sono almeno altrettanti morti per infortuni sulle strade e in itinere
Morti sui luoghi di lavoro nelle province nell’intero 2016
CAMPANIA 63 Napoli (22 di questi 3 in mare), Avellino (7),
Benevento (6), Caserta (11), Salerno (17). EMILIA
ROMAGNA 61 Bologna (12). Forlì-Cesena (7), Ferrara (4), Modena (12),
Parma (7), Piacenza (3), Ravenna (4), Reggio Emilia (11), Rimini (1). VENETO 57 Venezia (7), Belluno (6), Padova (9), Rovigo (3), Treviso (6), Verona (6), Vicenza (20). LOMBARDIA 54 Milano (4), Bergamo (6), Brescia (18),
Como (4), Cremona (4), Lecco (5), Lodi (1), Mantova (1), Monza Brianza (3),
Pavia (3), Sondrio (4), Varese (1). PIEMONTE 50
Torino (14), Alessandria (5), Asti (6), Biella (2), Cuneo (17), Novara (3),
Verbano-Cusio-Ossola (1) Vercelli (3) SICILIA 47
Palermo (10), Agrigento (4), Caltanissetta (7), Catania (6), Enna (2), Messina
(8), Ragusa (5), Siracusa (), Trapani (5). TOSCANA 48 Firenze (3), Arezzo (6), Grosseto (3),
Livorno (8), Lucca (5), Massa Carrara (8), Pisa (3), Pistoia (4), Siena (3) Prato (3). LAZIO
39 Roma (13), Viterbo (5) Frosinone (9) Latina (9) Rieti (3). PUGLIA 30 Bari (3), BAT (6), Brindisi (1), Foggia (6),
Lecce (6) Taranto (8) TRENTINO ALTO ADIGE 24
Trento (14), Bolzano (10). CALABRIA 23 Catanzaro
(6), Cosenza (7), Crotone (1), Reggio Calabria (5) Vibo Valentia (4) ABRUZZO 20 L'Aquila (3), Chieti (11), Pescara (3)
Teramo (3). MARCHE 17 Ancona (6), Macerata (6),
Fermo (1), Pesaro-Urbino (2), Ascoli Piceno (2). SARDEGNA
14 Cagliari (4), Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (2), Ogliastra
(), Olbia-Tempio (), Oristano (3), Sassari (5). Sulcis inglesiente (1) FRIULI VENEZIA GIULIA 12 Trieste (2), Gorizia (1),
Pordenone (2), Udine (7). UMBRIA 9 Perugia 4)
Terni (5). LIGURIA 8 Genova (4), Imperia (2), La
Spezia (1), Savona (1). VALLE D’AOSTA (3) BASILICATA 3 Potenza (1) Matera (2) I lavoratori morti
sulle autostrade, all’estero non sono segnalati a carico delle province.
Consigliamo a tutti quelli che si occupano di queste tragedie di separare
chi muore per infortuni sui luoghi di lavoro, da chi muore sulle strade e in
itinere con un mezzo di trasporto. I lavoratori che muoiono sulle strade e in
itinere sono a tutti gli effetti morti per infortunio sul lavoro, ma richiedono
interventi completamente diversi dai lavoratori morti sui luoghi di lavoro. E
su questo aspetto che si fa una gran confusione. Ci sono categorie come i
metalmeccanici che sui luoghi di lavoro hanno pochissime vittime per infortuni,
poi, nelle statistiche ufficiali, non separando chiaramente le morti causate
dall’itinere dalle morti sui luoghi di lavoro, risultano morire in tantissimi
in questa categoria che è numerosissima, e che ha una forte mobilità per
recarsi o tornare dal posto di lavoro. Anche quest’anno una strage di
agricoltori schiacciati dal trattore, sono 131. Tutti gli anni sui LUOGHI DI
LAVORO il 20% di tutte le morti per infortuni sono provocate da questo mezzo.
132 sono i morti schiacciati dal trattore nel 2015 e 152 nel 2014. Contiamo
molto della sensibilità dei media e dei cittadini che a centinaia ogni giorno
visitano il sito. In questi nove anni di monitoraggio le percentuali delle
morti nelle diverse categorie sono sempre le stesse: l’agricoltura è sempre la
categoria con più vittime, seguono l’edilizia, i servizi, l’industria (tutta) e
l’autotrasporto. Ricordo a tutti quelli che s’interessano di queste tragedie
l’unico parametro valido per valutare l’andamento di una provincia o di una
regione è il numero di abitanti. Tantissime sono le morti in nero.
Morti sul lavoro nel 2015
Le morti sulle autostrade e all’estero non sono segnalate nelle province
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Molte delle vittime del terremoto in Emilia erano lavoratori rimasti
schiacciati per il crollo dei capannoni. Lo stesso terremoto che ha colpito
l’Umbria e le Marche ha evidenziato che i capannoni industriali in Italia sono
per la maggior parte a rischi sismico. E’ un miracolo che non ci siano stati
morti nella cartiera a Pioraco di Macerata. Il tetto è crollato nel cambio
turno, nella fabbrica stavano lavorando solo 20 persone che sono riuscite a
scappare.
L’intero tetto della sala macchine è crollato. In questa fabbrica ci
lavorano complessivamente 146 lavoratori e se fossero stati tutti all’interno
ci sarebbe stata una strage. E’ un miracolo, come nel terremoto in Emilia che
pur provocando vittime tra i lavoratori è capitato di notte e in orari dove sotto
e fabbriche ci lavoravano pochissime persone. La maggioranza dei capannoni
industriali in Italia sono costruiti in anni dove non si teneva in nessun conto
del rischio sismico. Se non si comincia a farli mettere in sicurezza è a
rischio la vita di chi ci lavora sotto, e parliamo di milioni di lavoratori.
Del resto con incentivi e detassazioni si potrebbero mettere tutti in sicurezza
con una spesa non eccessivamente alta.
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