Ma che cali delle morti sul lavoro….sembra di vedere il gioco delle tre carte quando si parla di queste tragedie, morti che calano, aumentano, tornano a calare nelle stime INAIL. Ora sono per INAIL nel 2023 al 30 settembre 761 (ma non è specificato chiaramente che queste morti sono comprensive anche dell’itinere). L’Osservatorio ne ha monitorati al 30 settembre 732, tutti registrati in tabelle Excel, e che inali ne denuncia 125 morti in itinere, si fa presto a fare i conti e ha capire che tanti morti non ci sono nelle loro statistiche, ma lo scrivo inutilmente da 15 anni. Ma un can can mediatico a febbraio 2023, quando INAIL diffonde “solo” 1090 morti a gennaio, il 3 gennaio se ricordo bene noi ne diffondemmo 1499 complessivi (una bella differenza no?) ma poi scopriamo che il 4 ottobre di quest’anno , per voce del Commissario INAIL D’Ascenzo i morti INAIL nel 2022 sono diventati 1208, Ma non erano 1090? Sono aumentati o diminuite nel 2022? Poi leggi anche che quelli accertati sono poco più di 600, e gli altri 600 sono per caso resuscitati? Ma ecco i morti che ha registrato l’osservatorio nei primi 10 mesi del 2023 sui luoghi di lavoro al 31 ottobre 2023 835 contro i 735 dell’intero 2022 e quasi 1300 se si contano anche quelli in itinere, tutti, non solo gli assicurati a INAIL. Ecco, senza trucchi i veri colori della in”Sicurezza” Regionale se si contano tutti i morti sui luoghi di lavoro (escluso itinere) e non solo gli assicurati a INAIL, si inventano indici occupazionali e colori, quando buona parte dei morti sono in nero o anziani non assicurati a INAIL. C’è un vero business miliardario su queste tragedie, ma nessuno che va a vedere come vengono spesi i soldi che i lavoratori italiani versano allo Stato con i loro contributi detratti dalle buste paghe. Sta di fatto che arrivano dove ce n’è meno bisogno, la stragrande maggioranza vanno alle aziende strutturate che hanno consulenti, e così si organizzano corsi di ogni tipo ma in quest’ambito sono percentualmente molto pochi i morti e gli infortuni gravi, che sono concentrati per la maggior parte nelle aziende piccole e piccolissime, anche a conduzione familiare; quanti ne arrivano in queste aziende? Chi controlla come vengono spesi e se vengono spesi bene? Da 16 anni mi batto con l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro, l’unico con lavoro volontario e che spende di suo per monitorare questi morti, tanti si sono fatte le “budella d’oro” con queste tragedie. Per far emergere quello che scrivo, combatto da 16 anni contro una burocrazia stupida, contro opportunisti e vili e con mani in pasta, c’è un muro di omertà verso chi distribuisce soldi: viene in questo modo condizionata la politica, i media, insomma una lobby potentissima quella del sistema “morti e infortuni sul lavoro”; tanti che dentro a questo business che fa loro chiudere gli occhi e tappare le orecchie, non sentono la disperazione nella quale vengono portati i familiari che perdono un proprio caro sul lavoro? In questi 16 anni, se si contano tutti i morti si arriva alla terribile conta di oltre 23000 lavoratori, dentro a questo sistema ci sono anche sindacalisti o ex potenti, poi passati in politica. Intanto i morti aumentano e non si possono più nascondere e che cerco di far emergere da 16 anni, e devo dire che ci sto riuscendo. Ora tutti dicono “ci sono altri morti sul lavoro oltre a INAIL” e sono gli stessi che per interesse li hanno nascosti e che si stanno riposizionando a una nuova narrativa. Sono in agricoltura ci sono già stati 150 agricoltori schiacciati dal trattore anche quest’anno: in questi 16 anni ne sono stati occultati oltre 2600 e nessuno che ha mosso un dito quando ho mandato mail a partire dai ministri in giù denunciando questa carneficina. Come non scandalizzarsi quando denuncio, documenti alla mano, che il 36% dei morti sui luoghi di lavoro hanno più di 60 anni e che sono complessivamente a questa mattina 305 su 836 dall’inizio dell’anno e che ne 2008, nel primo anno di monitoraggio dell’Osservatorio erano solo 67? E continuano a aumentare l’età per andare in pensione truccando anche le carte con quota 103 di fatto e concretamente più di quota 104, anche a quelli che svolgono un lavoro pericoloso: che hanno acciacchi dovuti all’età e riflessi poco pronti: chiamiamoli col loro vero nome “omicidi sociali” perpetrati dalla politica e dalla nostra classe dirigente. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.
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