Morti sul lavoro è il Lazio la Regione più virtuosa d’Italia
per il numero di morti sui Luoghi di lavoro (escluso itinere) in rapporto al
numero di abitanti, meglio di tutte le altre anche Liguria e Lombardia, questo perché
sono regioni con un forte terziario. E’ ora di fare chiarezza sui lavoro sul
lavoro, come qualità e dimensioni delle tragedie: l’Osservatorio Indipendente
di Bologna è stato il primo ed è ancora l’unico Osservatorio che registra tutti
i morti sul lavoro e non solo gli assicurati a INAIL, altri hanno cominciato
dopo, ma elaborano i morti che diffonde INAIL
1)
I morti sul lavoro che diffonde INAIL sono solo
quelli che gli arrivano dal territorio e sono SOLO i suoi assicurati, oltre 4milioni
di lavoratori hanno assicurazioni diverse e a questi occorre aggiungere i morti
in nero, quindi quando INAIL li diffonde ai media non dice chiaramente che sono
solo una parte dei morti sul lavoro, il 40% dei morti sui Luoghi di lavoro non
sono assicurati a INAIL.
2)
Occorre tenere distinti chiaramente i morti sui Luoghi
di Lavoro da quelli che muoiono in itinere, mettendoli insieme si fa solo una
grande confusione: categorie dell’industria che hanno un numero molto elevato
di addetti, sembrano le meno sicure, ma se si separano dai lavoratori che
muoiono sulle strade ci si accorge che sono quelle che hanno meno morti sul
lavoro, e le risorse dello Stato vanno soprattutto a loro: a chi gestisce la Sicurezza e organizza
iniziative di varia natura, dove ce n’è meno bisogno. La stragrande maggioranza
dei morti sul lavoro sono concentrate nelle piccole e piccolissime aziende,
nell’artigianato e nei servizi, dove questo denaro praticamente non arriva.
Questo punto richiede la massima chiarezza, non si possono spendere i soldi che
vengono detratti dalle buste paghe dei
lavoratori solo per far arricchire chi gestisce queste ingentissime
risorse.
3)
Lo Stato controlla come vengono spesi questi
soldi? A chi vanno? Esiste un Ente indipendente che controlla?
4)
Oltre 7000 lavoratori sono morti in questi 16
anni senza avere neppure “l’onore” di essere considerati caduti sul lavoro, sono
spariti nel nulla perché non c’è stato nessun organo dello Stato che li ha
monitorati: solo gli schiacciati dal trattore sono stati oltre 2600 in questi
16 anni, ma nessuno dello Stato se ne accorge, neppure il Ministero
dell’Agricoltura si è mai sentito dire una sola parola su questa strage che
uccide nonni, figli, padri, nipoti e
creatura innocenti, come il povero Dante che è morto pochi giorni fa a 14 anni;
se il padre e la madre, che saranno distrutti dall’angoscia: avranno il senso
di colpa per il resto della loro vita, ma se avessero saputo che anche
quest’anno prima del loro povero figlio già altri 150 avevano perso la vita
prima di lui con questo “mostro” che chiamano trattore forse avrebbero prestato
molta più attenzione, così anche per gli altri schiacciati e i loro famigliari.
A mio parere ci sono gravi responsabilità dello Stato che avrebbe dovuto
allarmare chi li guida e i loro famigliari.
5)
Se si contano tutti i morti sui Luoghi di lavoro
e non solo gli assicurati a INAIL si nota un vero drammatico dato: un morto su
tre sui luoghi di lavoro è un ultrasessantenne, possibile che in una nazione considerata
civile non faccia nessuna distinzione tra chi svolge un lavoro pericoloso, per
se e per gli altri, come per esempio nell’autotrasporto, e manda in pensione
con lo stesso numero di anni che svolge un lavoro impiegatizio: chi ha più di
60 anni, ha i riflessi poco pronti, non ci sente più bene, la vista è calata
ecc. Sono andato a vedere i morti che
avevo registrati il primo anno di monitoraggio: nel 2008 ci furono 67
morti che morirono sui luoghi di lavoro,
quest’anno al 30 ottobre sono già 303, questo qualcosa vorrà pur dire; vecchi
che continuano a lavorare per le magre pensioni, spesso in nero perché perdono
il lavoro in tarda età e non hanno ancora maturato il diritto d’andare in
pensione .
6)
In questi 16 anni spedite migliaia di mail
all’anno, a tutti i livelli, ma nessuno ha voluto venire a vedere se quello che
l’Osservatorio scrive è vero: una sorta di autocensura, di indifferenza, di
opportunismo e vigliaccheria e anche di interessi economici e mediatici da
parte della nostra classe dirigente: davvero non hanno nessun moto di coscienza
sapere che un osservatorio denuncia inutilmente che ci sono dai 300 ai 400
morti sui luoghi di lavoro in più ogni anno? Purtroppo è così, è un argomento
di poca importanza per loro. Ma gli italiani sanno venissimo che ci sono tanti
morti in più e si indignano e visitano a centinaia, a volte migliaia il sito
dell’Osservatorio
7)
In questo momento siamo a pochi morti in meno
rispetto all’incredibile numero di 1300 morti complessivi, di questi 847 sui
luoghi di lavoro. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio indipendente di
Bologna morti sul lavoro. sito http://cadutisullavoro.blogspot.it
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