Cari visitatori, il regista Gianluca Marcon girerà un film documentario sull'Osservatorio e la sua attività che ormai conclude 17 anni di monitoraggio e ovviamente su di me come artista sociale da oltre 50 anni Stiamo raccoglendo fondi dal basso (Crowdfunding) per non avere condizionamenti, se vuoi dare una mano alla realizzazione del progetto e dare anche un piccolo contributo vai al link https://sostieni.link/36551 se sei al computer inquadra e clicca sul qrcode col cell. e vai al link
morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre
Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"
Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier
Soricelli
Carlo Soricelli attività artistica
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venerdì 11 luglio 2008
TABELLE EXCEL SUI MORTI SUL LAVORO DALL 1 GENNAIO AL 30 GIUGNO 2008
Ai numerosissimi visitatori del blog faccio conoscere questa mail che ho mandato al nostro Presidente Napolitano che tanto sta facendo per eliminare questo terribile tributo di sangue che i lavoratori stanno pagando nell'indifferenza della politica, che è più attenta a risolvere i problemi personali di "qualcuno" piuttosto che occuparsi di questi tragici eventi e dei salari dei lavoratori e dei pensionati che sono ormai ridotti alla fame, la drammatica frequenza dei morti sul lavoro sono il più terribile aspetto di quest'abbandono del mondo del lavoro. Dai dati raccolti in questi sei mesi ho elaborato tre tabelle excel che purtroppo non si riescono ad inserire così come sono nel blog, ma gli aspetti più drammatici dei morti sul lavoro li ho trasmessi nella mail che ho mandato alla Segreteria del Presidente Giorgio Napolitano . Chi è interessato ad avere le tabelle excel per ricavarne ulteriori dati è pregato di mandarmi l'indirizzo di posta elettronica e gli saranno mandati immediatamente. Carlo Soricelli
Caro Presidente Giorgio Napolitano, sono il metalmeccanico in pensione Carlo Soricelli, l'anno scorso so rimasi molto scosso per la tragica morte degli operai della Thyssen di Torino. Anche i suoi accorati richiami contro questi tragici eventi mi hanno spinto dal 1 gennaio 2008 a monitorare attraverso la stampa e Internet tutti i morti sul lavoro Alla fine di giugno ci sono già quasi duecento morti e con questi dati che ho raccolto sono già in grado di elaborare alcune statistiche. Con questi dati, ho elaborato, attraverso 3 tabelle excel i morti sul lavoro dal 1 gennaio al 30 giugno. Li ho suddivisi per provincia( 1° tabella), professione (2° tabella) ed età(3° tabella).
Nella prima tabella si evidenzia che i morti sono disseminati su 2/3 delle provincia italiane (68). I lavoratori stranieri pagano con un grande contributo di sangue il benessere italiano 10% circa. Le
province con il il più alto numero di morti sono Milano con 10 morti, Bari con 9 morti (strage) Catania con 9 morti (strage). IN QUESTA DRAMMATICA SEQUENZA VIENE PERO' FUORI UN DATO ANCORA BEN PIU' EVIDENTE, IL NUMERO DI MORTI (TANTISSIMI) NON SONO QUELLI CHE CIRCOLANO LIBERAMENTE SENZA DATI PROVATI.I LAVORATORI MORTI REALMENTE SUL LUOGO DI LAVORO SONO CIRCA 200 E NON PIÙ DEL DOPPIO O TRIPLO COME VIENE RIPORTATO IN QUASI TUTTA LA STAMPA. A MIO PARERE NON SI POSSONO SEGNALARE COME MORTI "SUL LAVORO" I LAVORATORI CHE MUOIONO MENTRE SI RECANO O RITORNANO DAL LAVORO. QUESTO E' UN ALTRO PROBLEMA GRAVE CHE OCCORREREBBE VALUTARE IN ALTRI MODI. SE NON SI FA QUESTO LAVORO DI SEPARAZIONE SI FA SOLO DELLA CONFUSIONE E SI METTONO A RISCHIO LA VALUTAZIONE E LE SOLUZIONI DA ADOTTARE. Come abitante della provincia di Bologna noto con molto piacere che la provincia di Bologna, di Modena e dell'Emilia Romagna in generale hanno un più basso numero di morti rispetto ad altre regioni industrializzate.
Nella seconda tabella suddivido per età le vittime. Dai 40 e 50 è la fascia d'età con il maggior numero di morti (46), dai 30 e 40 (32). Di diversi lavoratori non si conoscono le generalità e l'età ma solo la località dell'infortunio mortale e della professione.
Nella terza tabella ho suddiviso le vittime per professione. E' molto evidente, ed era risaputo che sono gli operai che pagano in assoluto il più grande contributo di sangue. Per operai s'intendono tutti i lavoratori che svolgono lavori manuali nell'edilizia e nel metalmeccanico ( il maggior numero). sono moltissimi anche gli agricoltori morti. Il dato che mi ha più colpito, nei morti in agricoltura, è stato l'elevatissimo numero di agricoltori morti per essere rimasti schiacciati, a causa del ribaltamento del trattore, un autentico Killer. E da metalmeccanico penso che basterebbe poco per evitare, con barre in acciaio aperte ai lati mentre i trattori sono in movimento, il ribaltamento di questo mezzo assassino. Per notizie più dettagliate sui morti sul lavoro nel blog http://cadutisullavoro.blogspot.com
Con l'occasione la saluto cordialmente
Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2
via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli
1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati
2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza
3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica
4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere
5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro
6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)
7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi
8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni
9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.
10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.
11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.
12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori
13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.
14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.
15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.
16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.
Salve,
RispondiEliminasono una studentessa universitaria, che sta finendo di scrivere una tesi proprio in materia di sicurezza sul lavoro. E mi sarebbe molto utile ricevere via mail le tabelle degli infortuni mortali sul lavoro riferite a questi ultimi anni. Grazie,
Irene Leoncini
ireneleoncini@alice.it