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morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre
Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"
Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier
Soricelli
Carlo Soricelli attività artistica
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- Rifiutismo corrente pittorica di Soricelli
- Opere nello studio bunker di Casalecchio di Reno
- Opere di pittura e scultura
- Opere del museo di Casa Trogoni di Granaglione
- le mie opere nel patrimonio della Regione Emilia Romagna
- i libri scritti
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- Alcune poesie
martedì 1 marzo 2011
Volentieri pubblichiamo l'articolo di Alessandro Gatta
188 decessi nel 2011, alto rischio nel Lazio a causa del maltempo
Milano – L’Osservatorio Indipendente di Bologna sulle Morti per Infortuni sul Lavoro lancia un nuovo e drammatico allarme sulla situazione delle morti bianche in Italia, in continuo e costante aumento. Dall’inizio dell’anno infatti si contano già 188 decessi (a cui si può e si deve aggiungere quello dell’alpino Massimo Ranzani ucciso da una mina in Afghanistan) di cui 102 sui luoghi di lavoro, con una crescita esponenziale incontrollata di cui però nessuno sembra preoccuparsi. A guidare questa triste classifica sono l’Emilia Romagna e la Lombardia con 14 vittime (oltre il doppio se si aggiungono i lavoratori morti sulle strade), seguite dalla Sicilia con 13.
“Ci chiediamo quali sono le misure che gli Assessorati dell’Agricoltura, dell’Industria e dei Lavori pubblici delle Regioni e delle varie Province stanno mettendo in campo – scrive Carlo Soricelli del blog cadutisullavoro.blogspot.com – per porre rimedio a queste autentiche stragi che portano lutto a tantissime famiglie”. L’Osservatorio ha deciso di pubblicare le cartine regionali e provinciali delle morti per infortuni sul lavoro dei primi due mesi del 2011, affiancando ad esse le previsioni meteo per la Regione Lazio e per le Regioni del Centro Sud, dove negli ultimi anni si rileva un alto rischio d’infortuni mortali in questo periodo.
“E’ il primo esperimento in Italia per verificare anticipatamente se esiste una correlazione tra infortuni sul lavoro e condizioni meteorologiche – continua Soricelli, prima voce dell’Osservatorio – Se questa correlazione esiste, possiamo estendere queste previsioni meteo con il fattore rischio a tutto il Paese, così da poter riuscire ad allarmare per tempo le categorie che lavorano all’aperto”.
In questi primi due mesi gli agricoltori morti sono stati il 24,1% del totale, gli edili il 20,2%, gli autotrasportatori l’11,1%, mentre la percentuale di stranieri si attesta ancora una volta su cifre vicine al 15%.
Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2
via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli
1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati
2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza
3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica
4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere
5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro
6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)
7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi
8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni
9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.
10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.
11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.
12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori
13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.
14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.
15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.
16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.
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