Cari visitatori, il regista Gianluca Marcon girerà un film documentario sull'Osservatorio e la sua attività che ormai conclude 17 anni di monitoraggio e ovviamente su di me come artista sociale da oltre 50 anni Stiamo raccoglendo fondi dal basso (Crowdfunding) per non avere condizionamenti, se vuoi dare una mano alla realizzazione del progetto e dare anche un piccolo contributo vai al link https://sostieni.link/36551 se sei al computer inquadra e clicca sul qrcode col cell. e vai al link
morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre
Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"
Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier
Soricelli
Carlo Soricelli attività artistica
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Elenco link
- Rifiutismo corrente pittorica di Soricelli
- Opere nello studio bunker di Casalecchio di Reno
- Opere di pittura e scultura
- Opere del museo di Casa Trogoni di Granaglione
- le mie opere nel patrimonio della Regione Emilia Romagna
- i libri scritti
- https://soricellifioriscolpiti.blogspot.com/
- http://pitturapranica.blogspot.it/
- Alcune poesie
lunedì 5 dicembre 2011
Giovanni Stinco IL FATTO QUOTIDIANO
Nato dal basso, senza pretese istituzionali ma con la sicurezza di potere contribuire alla prevenzione degli infortuni sul lavoro in Italia: "Non abbiamo le statistiche Inail, le morti noi le cerchiamo sui giornali e sui siti internet, ma proprio per questo i nostri dati sono sorprendenti, aggiornati in tempo quasi reale, e ci permettono di vedere cose che alle istituzioni sfuggono sistematicamente"
Un osservatorio sulle morti sul lavoro nato dal basso, senza pretese istituzionali ma con la sicurezza di potere contribuire alla prevenzione degli infortuni in Italia. A crearlo un metalmeccanico in pensione, Carlo Soricelli , che ogni giorno dedica almeno 4 o 5 ore alla ricerca e catalogazione delle morti sul lavoro in tutta la penisola. “Non abbiamo le statistiche Inail, le morti noi le cerchiamo sui giornali e sui siti internet, ma proprio per questo i nostri dati sono sorprendenti, aggiornati in tempo quasi reale, e ci permettono di vedere cose che alle istituzioni stanno sistematicamente sfuggendo”.
Ad esempio che quest’anno l’Emilia-Romagna è la prima regione in Italia in termini di morti sul lavoro rispetto alla popolazione (51 morti al 29 novembre 2011, contro i 40 del 2010) , o che le la situazione sta peggiorando, ed entro dicembre le morti bianche in Italia avranno superato quota mille. “Abbiamo presentato un’interrogazione usando i dati dell’Osservatorio di Bologna – spiega Giovanni Favia, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle – e fino ad ora quei numeri non sono mai stati smentiti, ma solo sistematicamente ignorati. Forse perché sconfessano i dati presentati dalla Regione, tra l’altro vecchi di almeno 12 mesi?”
Soricelli, attraverso i suoi corrispondenti che ogni giorno gli segnalano decessi sul lavoro da tutte le province della penisola, è riuscito dal 2008 a mettere in piedi un sito (Osservatorio Indipendente di Bologna sulle morti per infortuni sul lavoro) che riporta alcuni dei risultati del proprio lavoro di ricerca. “Ormai – spiega – riusciamo a non farci sfuggire più nessuna morte bianca, e i nostri dati sono costantemente aggiornati”. A spingere l’anziano metalmeccanico a dedicarsi all’Osservatorio è stata la tragedia della Thyssen Krupp del dicembre 2007, che costò la vita a sette operai, arsi vivi dalle fiamme nate da un incidente di lavorazione nello stabilimento torinese del gruppo.
I dati raccolti dall’Osservatorio di Bologna ribaltano molti dei luoghi comuni in materia di morti sul lavoro, e si scontrano a volte con i dati ufficiali che negli ultimi 12 mesi hanno registrato una diminuzione dei decessi. “Non è così, da gennaio a fine novembre 2011 sono state 617 le persone morte sul lavoro, otto in più dell’anno scorso”. Numeri preoccupanti che per il 31 dicembre faranno abbondantemente superare quota mille.
Proprio quella che l’anno scorso non era stata raggiunta secondo i dati ufficiali Inail. “Spulciando tutte le notizie su carta e web siamo in grado di mettere in conto anche gli incidenti mortali nell’agricoltura, e vi posso dire che moltissime vittime sono pensionati che continuano a lavorare anche dopo i 60 anni. Incidenti mortali che l’Inail non sempre conteggia tra le morti bianche”. E’ quindi proprio il settore agricolo ad essere il più colpito, e non le fabbriche: “Se contiamo le morti nelle industrie con più di 15 dipendenti scopriremo che sono davvero marginali, merito sopratutto del sindacato”.
“Gli agricoltori – spiega il sito dell’osservatorio – muoiono per la maggioranza in tarda età, schiacciati da trattori killer, spesso senza protezioni, che si ribaltano. Dall’inizio dell’anno, solo sui campi, sono già 115 i morti provocati da questa autentica bara in movimento. Da soli gli agricoltori schiacciati dal trattore sono il 20% di tutti i morti sul lavoro”.
Dati degni di maggiore attenzione da parte delle Istituzioni – “fino ad oggi nessuno che ci abbia preso in considerazione” – e che indicano come “il 25% di tutti i morti sul lavoro ha più di 60 anni e le vittime in questa fascia d’età sono quasi tutte concentrate in agricoltura e in edilizia”. Proprio l’edilizia paga un pesante tributo in termini di morti bianche. “Gli edili che perdono la vita nei cantieri – continua Soricelli – sono per la maggioranza meridionali e stranieri, e muoiono principalmente cadendo dall’alto per mancanza di protezioni e impalcature a norma. Le vittime lavorano in piccoli e piccolissimi cantieri con pochi dipendenti, che operano in condizioni precarie anche 10/11 ore al giorno.”
Le conclusioni di Soricelli sono quindi controcorrente rispetto ai numeri ufficiali: “La situazione dal 2009 ad oggi sta in realtà peggiorando. A morire sono soprattutto precari e agricoltori con più di 60 anni. Senza contare i militari all’estero e i lavoratori in nero. Quella delle morti sul lavoro – conclude l’ex metalmeccanico – è una verità poco edificante per la classe dirigente italiana. I nostri dati sono qui, che qualcuno li venga ad analizzare e verificare”.
Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2
via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli
1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati
2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza
3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica
4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere
5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro
6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)
7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi
8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni
9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.
10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.
11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.
12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori
13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.
14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.
15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.
16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.
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