Un legame indissolubile mi lega a questo Papa, come operaio, come artista sociale e curatore dell’Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro: sentire questo Papa che chiama Madre Terra il nostro Pianeta, così ha chiamato per l’ennesima volta il nostro pianeta, quando ieri il cantante Bono gli ha fatto una domanda specifica sul rapporto con la Terra da parte delle donne. Madre Terra che sta morendo soffocata e violentata dalle risorse mi ha fatto ricordare la mia opera “Gaia sta morendo” del 1982. Gaia che da adesso chiamerò Madre Terra in onore di Francesco, già allora, per i più attenti, e per noi artisti sociali, era già in pericolo di sopravvivenza, da allora è cresciuta la consapevolezza di quello che stiamo combinando, ma non si è fatto niente di concreto per fermare la distruzione di Madre Terra. In quegli anni creai anche “Unicum” - tutto il Creato in una visione d’insieme- dove gli umani, il mondo vegetale e animale subivano il martirio della Croce, ma questo Papa, parla spesso anche del consumismo come diabolico, che oltre che uccidere la Madre, uccide anche i buoni sentimenti, tutto viene fatto per consumare; una degenerazione che porta ad uccidere anche i rapporti umani; che io ho sempre considerato come la peggiore dittatura, non a caso già allora sulle Croci di Unicum, avevo messo scritte pubblicitarie. Allora per il cane crocifisso mi presi del blasfemo, ora questo Papa comprenderebbe la profondità di quest’opera. Allora c’erano intellettuali che sapevano guardare lontano, che mettevano al centro delle loro l’uomo ei suoi bisogni. Anche tanti artisti parlavano del sociale, Adesso uno come me sarebbe completamente tagliato fuori: quale artista può permettersi un’installazione. Allora questi intellettuali mi facevano esporre anche in mostre prestigiose, a Palazzo Re Enzo e d’Accursio a Bologna. O con una personale con Cesare Zavattini che mi fece fare un architetto visionario come Luciano Pantaleoni che a Correggio ha creato un quartiere fatto su progetto di bambini, un incanto. Ma si sono quasi tutti allontanati; tutti attratti dai potenti di turno che potevano col loro denaro renderli felici consumatori. Ora la situazione è degradata al punto di non parlare neppure più di questa strage giornaliera dei morti sul lavoro, un’autentica carneficina che lascia quasi tutti indifferenti. Anche ieri sono morti 7 lavoratori, i cinque morti della motonave, una bracciante di 66 anni (vi rendete conto) che all’alba è morta mentre andava a lavorare, e anche questa povera vittima non sarà annoverata dallo Stato Italiano, attraverso i suoi Istituti, come morta sul lavoro, come del resto tantissime altre vittime. Poi è morto il 65esimo agricoltore schiacciato dal trattore dall’inizio dell’anno. Come non commuoversi poi per l’operaio immigrato, che seppure in regola, costretto a cercarli in quei contenitori che li raccolgono, e che è morto soffocato e incastrato mentre cercava di trovare i vestiti per la sua bambina. Papa Francesco denuncia tutto questo. Forse è per l’età, Francesco ha la stessa età del mio terzo fratello più grande, io sono il settimo, e probabilmente anche l’essere di famiglia di emigranti come me, che me lo fa sentire così vicino, lui con una missione sublime, che sta risvegliando la nostra coscienza. Io nel mio piccolo da 50 anni dipingo e scolpisco opere a contenuto sociale, poi, visto che con l’arte non sono riuscito a cambiare il mondo, da 15 anni con l’Osservatorio; sempre isolato, sempre purtroppo ad abbaiare alla luna.
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