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morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre
Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"
Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier
Soricelli
Carlo Soricelli attività artistica
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Elenco link
- Rifiutismo corrente pittorica di Soricelli
- Opere nello studio bunker di Casalecchio di Reno
- Opere di pittura e scultura
- Opere del museo di Casa Trogoni di Granaglione
- le mie opere nel patrimonio della Regione Emilia Romagna
- i libri scritti
- https://soricellifioriscolpiti.blogspot.com/
- http://pitturapranica.blogspot.it/
- Alcune poesie
giovedì 3 agosto 2023
Grazie a Massimo Franchi per l'articolo sul Manifesto di questa mattina. L'artico fa una comparazione dei morti Inail, che non fa nessun monitoraggio ma raccoglie solo le denunce che gli arrivano dal territorio dei suoi assicurati
Grazie a Massimo Franchi per l'articolo, ma non si fermi qui, approfondisca i tanti aspetti di questa strage, del perché tanti giornalisti della carta stampata e delle televisioni occultano i morti, pur sapendo che sono tanti di più, lo fa la politica, lo fanno i ministri dell'Agricoltura e del lavoro, anche questi attuali, seppure avvertiti dall'osservatorio più volte, come i loro predecessori, di questa strage che c'è in più, eppure parliamo della vita dei nostri lavoratori. Ma mandato mail anche al Presidente Mattarella, ma gli fanno leggere le mail dell'osservatorio che parla di un numero ben maggiore di morti sul lavoro? No, sarei sicuro che appeofondirebbe. Non c'è solo disinteresse, c'è molto di più, basta andare a vedere: si spendono miliardi di euro sulla Sicurezza, tra l'altro prelevati dalle buste paghe dei lavoratori, senza nessun risultato se si contano tutti e non solo gli assicurati Inail. Ministri che finito il mandato poi vanno a lavorare in enti e istituti che dovevano controllare da ministri, oppure scambi di poltrone in grandi Istituti e Enti, o in altri posti attinenti. Lobby potentissime che controllano il Parlamento, che insabbiano i morti in "eccesso" che hanno forti interessi con queste organizzazioni, con stampa e televisioni pubbliche e private, potentissime con tutti i mezzi di Comunicazione praticamente quasi tutte sotto controllo in aspetti importanti come questi, come gli sbarchi che praticamente sono spariti da giornali e televisioni, seppur raddoppiati. Giornalisti di importanti testate nazionali che si autocensurano, uno pochi giorni fa, ma autoridotto al silenzio. Ma i miliardi di euro spesi sulla Sicurezza come vengono distribuiti, a chi vanno e chi controlla? Io non lo so, di sicuro sono spesi male. Sta di fatto che i morti aumentano in continuazione, che arrivano in aziende strutturate che hanno consulenti, che ovviamente lavorano "gratuitamente". E lì praticamente non ci sono morti, quei pochi sono delle ditte in appalto che non hanno gli stessi diritti e protezioni dei dipendenti, mentre la stragrande percentuale dei morti sul lavoro sono concentrati nelle piccole piccolissime aziende, te gli artigiani e in nero, soprattutto nelle campagne e in edilizia, dove muoiono numerosissimi i settantenni, come il gruista napoletano morto a Jesi per il caldo a 75, o come quell'altro napoletano "fritto" in un conteiner in un cantiere della TAV nel bresciano. Meridionali che muoiono numerosissimi in tutti cantieri del nostro Paese e se non sono "terroni" sono stranieri, ormai uno su cinque con meno di 60 anni morto sui luoghi di lavoro è straniero. Come non arrabbiarsi quando vai a guardare le tabelle excel e ti accorgi che oltre il 40% dei morti hanno più di 60 anni, il 19% di questi con più di 70 anni. Un orrore che nessuno vuol vedere. Nessuno che ha nulla da dire sul precariato che costringe chi lo subisce a svolgere un lavoro pericoloso. E col Jobs act renziano i nuovi assunti sono praticamente di diventati precari. E le donne lavoratrici che muoiono numerosissime sulle strade: quasi quanto gli uomini. Come non commuoversi per quella madre e moglie cinquantenne dai capelli rossi che sorride nella foto di rito quando è morta, alle 4,30 di mattina per raggiungere alle 5 il posto di lavoro. E perché tutti gli anni arrivano all'INAIL oltre 1000 morti, per più diventare mediamente il 30% in meno a giugno o giù di lì ogni anno. Resuscitano? Gli stessi morti che poi vengono mandati in Europa che così fanno apparire l'Italia più virtuale di quella che è. Se si contano tutti i morti l'Italia raddoppia tutti i paesi europei. E tanto altro ancora. Vada più a fondo Massimo Franchi e i giornalisti che hanno ancora la schiena dritta.
Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2
via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli
1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati
2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza
3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica
4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere
5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro
6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)
7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi
8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni
9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.
10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.
11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.
12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori
13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.
14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.
15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.
16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.
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