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morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre
Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"
Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier
Soricelli
Carlo Soricelli attività artistica
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Elenco link
- Rifiutismo corrente pittorica di Soricelli
- Opere nello studio bunker di Casalecchio di Reno
- Opere di pittura e scultura
- Opere del museo di Casa Trogoni di Granaglione
- le mie opere nel patrimonio della Regione Emilia Romagna
- i libri scritti
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- Alcune poesie
martedì 26 aprile 2011
Una sentenza epocale di Fulvio Fornaro
di Fulvio Fornaro SAIL626
Una sentenza epocale, quella sulla Thyssen Krupp: nessuna ombra di dubbio. L’atroce dubbio invece è: servirà a spezzare la triste catena? A tutt’oggi, il suono del tam tam dei lugubri messagi riecheggia e fa sentire l’urlo straziante dei morti di questi ultimi giorni testimoniando soltanto che le stragi continuano: E allora? Cos’è il destino che si accanisce? O a ben poco servono sentenze e leggi, o viceversa, se non si arricchisce il bagaglio culturale/informativo di ciascun lavoratore?
Al 18 aprile 2011 le morti sui luoghi di lavoro facevano registrare un aumento pari al 22,5% rispetto al 16 aprile del 2010 (dati dell’Osservatorio Autonomo di Bologna). Carlo Soricelli è colui il quale ha cominciato a contare le vittime sui luoghi di lavoro proprio l’indomani della tragedia di Torino. Si accorse che nessuno lo faceva (eccetto l’INAIL per l’ufficialità che spetta) e tutti i giorni, da allora, con doviziosa meticolosità lui annota i nomi di quella dannata lista. Oggi quei dati non sono soltanto una sterile e inutile conta di croci, ma servono a proiettare delle previsioni purtroppo abbastanza azzeccate, per quello che è l’andamento nei mesi a venire sull’intero territorio nazionale. La domanda è: chi li prende sul serio in considerazione? Diciamocela tutta: c’è molta reticenza e nello stesso tempo una volontà di boicottare dei numeri che comunque danno fastidio e creano scompiglio specialmente in un momento in cui questo argomento si preferisce tenerlo in sordina e non acuire piaghe antiche e riportare alla luce turbe coscienziali volutamente sopite! In quel di Casalecchio di Reno, da 4 anni Carlo Soricelli registra i caduti sul lavoro annotandoli, tutti i giorni, quasi con una tempestività in tempo reale, sul suo Osservatorio Indipendente e sostenendo che i morti per infortuni sul lavoro aumentano e non calano. Calano solo i lavoratori morti sulle strade e non nei cantieri, nelle fabbriche e sui campi. Delle problematiche riconducibili comunque alla strada se ne parlerà a Bologna in occasione di “Ambiente lavoro” il 3 maggio p.v. in un Convegno realizzato dall’ex ISPESL, oggi INAIL e a Cisternino (Br) a fine settembre in occasione della Settimana Europea della Sicurezza sui luoghi di lavoro in un incontro promosso da SAIL626. Prossimamente, il 28 di aprile, proprio a Casalecchio, nella Sala di Rappresentanza del Comune, verrà presentato il lavoro dell’Osservatorio Indipendente di Bologna e si rimarcherà come a morire sono soprattutto le categorie di lavoratori più indifese quali edili e agricoltori: stranieri, e meridionali. Forse il primo atto “ufficiale” di confronto fra il “privato e l’Istituzione” che non deve assolutamente essere momento di “scontro”, ma soltanto un primo passo per valutare e arricchire le tematiche che, crisi o non, devono mettere in condizione il “Sistema” di far scendere i numeri delle luttuose cifre, ad oggi, consolidate sempre e comunque su numeri non prestigioosi.
Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2
via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli
1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati
2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza
3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica
4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere
5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro
6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)
7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi
8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni
9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.
10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.
11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.
12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori
13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.
14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.
15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.
16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.
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