Il mese di settembre si conclude con il povero rider Aly Jamat di 31 anni investito giorni prima di notte mentre faceva consegne (muoiono tutti nell’ultima consegna, così come la povera Enrica Filippi morta alla guida di un furgone 3 giorni fa), mentre moriva nasceva ad Aly una bimba, il suo secondo figlio. Aly è il 77esimo morto di settembre, il 778 esimo sui luoghi di lavoro nel 2024, ma con itinere diventa il 1018 esimo. Sempre le stesse categorie, con le stesse percentuali in questi 17 anni di monitoraggio, con l’aggravante che con leggi come il Job act, che ha precarizzato il lavoro di tutti i nuovi assunti del comparto privato, con un indiscriminato aumento dell’età della pensione, senza fare distinzione di chi svolge un lavoro pericoloso (per sé e per gli altri) da chi non corre nessun pericolo, ha provocato un forte aumento dei morti sui luoghi di lavoro. Vi racconteranno che non è vero, soprattutto chi fa parte della lobby miliardaria e trasversale sulla Sicurezza. Ma noi non ci arrendiamo e la verità sta venendo a galla: gli italiani sanno, grazie all’Osservatorio che i morti sul lavoro sono molti di più di quelli che vengono diffusi, ma fanno come i giapponesi, resistono nel loro fortino assediato dal buon senso. Nel report i morti di tutte le regioni e province italiane, con grandi sempre se si contano tutti e in rapporto agli abitanti in età lavorativa senza fare distinzioni tra assicurati a INAIL e gli altri, anche in nero, che sono il 35/40% dei morti in più. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO Il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia dal 1° gennaio 2008, anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione o che ne hanno una diversa da INAIL Attivo dal 1° gennaio 2008 Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie Morti sul lavoro nel 2024 nei primi 9 mesi del 2024 Dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni in 778 sui Luoghi di lavoro (tutti registrati) e 1018 se si aggiungono i morti in itinere e sulle strade di categorie non Assicurate a INAIL e in nero MORTI TOTALI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE TRA QUESTI ANCHE I MORTI IN ITINERE E IN ALTRE SITUAZIONI LAVORATIVE la seconda voce riguarda ESCLUSIVAMENTE i morti sui luoghi di lavoro. N.B i morti sono segnalati nelle Province e Regioni dove c’è stata la tragedia LOMBARDIA 151 totali 110 sui luoghi di lavoro Milano 12, Bergamo 7 Brescia 26 Como 6 Cremona 4 Lecco 4 Lodi 7 Mantova 6 Monza Brianza 13 Pavia 12 Sondrio 5 Varese 4 CAMPANIA 101 totali 76 sui luoghi di lavoro Napoli 18 Avellino 11 Benevento 6 , Caserta 19 Salerno 22 EMILIA ROMAGNA 75 totali 59 sui luoghi di lavoro Bologna 16 Rimini 1 Ferrara 5 Forlì Cesena 4 Modena 9 Parma 6 Ravenna 2 Reggio Emilia 9 Piacenza 3 SICILIA 79 - 59 sui luoghi di lavoro Palermo 20 Agrigento 4 Caltanissetta 3 Catania 6 Enna Messina 9 Ragusa 5 Siracusa 2 Trapani‎ 7 TOSCANA 63 totali 49 sui luoghi di lavoro Firenze 10 Arezzo 2 Grosseto 4 Livorno 2, Lucca 6, Massa Carrara 1 Pisa 13 Pistoia 1 Siena 3 Prato 5 VENETO 75 totali 56 luoghi di lavoro Venezia 8 Belluno 4 Padova 6 Rovigo 3 Treviso 9 Verona 13 Vicenza 10 LAZIO 86 totali 46 sui luoghi di lavoro Roma 16 Viterbo 6 Frosinone 10 Latina 11 Rieti PIEMONTE 62 totali 45 sui luoghi di lavoro Torino 18 Alessandria 5 (+1 cantiere autostradale) Asti 3 Biella 1 Cuneo 5 Novara 3 Verbano-Cusio-Ossola 2 Vercelli 1 PUGLIA 57 totali 44 sui luoghi di lavoro Bari 13 BAT 3 Brindisi 8 Foggia 5 Lecce 10 Taranto 5 TRENTINO ALTO ADIGE 47 totali 34 sui luoghi di lavoro Bolzano 14 Trento 19 ABRUZZO 37 totali 26 sui luoghi di lavoro L'Aquila 5 Chieti 10 Pescara Teramo 6 SARDEGNA 41 totali 30 sui luoghi di Cagliari 7 Sud Sardegna 2 Nuoro 4 Oristano 4 Sassari 10 MARCHE 39 totali 26 sui luoghi di lavoro Ancona 5 Macerata 9 Fermo 1 Pesaro-Urbino 5 Ascoli Piceno 6 CALABRIA 29 totali 20 sui luoghi di lavoro Catanzaro 4 Cosenza 9 Crotone 1 Reggio Calabria 3 Vibo Valentia 4FRIULI VENEZIA GIULIA 22 totali 14 sui luoghi di lavoro Pordenone 5 Triste 1 Udine 6 Gorizia 2 LIGURIA 21 totali 15 sui luoghi di lavoro Genova 3 Imperia 2 La Spezia 3 Savona 1 UMBRIA 15 totali 10 sui luoghi di lavoro Perugia 9 Terni 2 BASILICATA 15 totali 11 sui luoghi di lavoro Potenza 8 Matera 3 Molise 9 totali 6 sui luoghi di lavoro Campobasso 4 Isernia 2 VALLE D’AOSTA 5 totali 4 sui luoghi di lavoro Nel 2024 DOVE SI MUORE DI PIU’ Il 32% sono ultrasessantenni. Gli stranieri sotto i 60 anni sui luoghi di lavoro sono il 35% Regioni Lombardia, Campania Emilia Romagna e Sicilia quelle con più morti 113 gli schiacciati dal trattore e alcuni altri mezzi agricoli nel 2023 sono stati 167 103gli autotrasportatori 90 i morti di fatica o stress da superlavoro tra operai/e, bracciati, autotrasportatori, medici, infermieri ecc. con il caldo aumentano moltissimo come nel 2023 74 i morti per infortuni domestici, soprattutto anziani soli (e abbandonati socialmente) ma anche quelli che svolgono lavori pericolosi senza averne la preparazione Tantissime le donne che muoiono per infortuni, soprattutto in itinere e per fatica: per la fretta, per la fatica del doppio e triplo lavoro, in itinere muoiono percentualmente quasi quanto gli uomini 19 i boscaioli morti

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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lunedì 29 ottobre 2018

Che strage. Non esiste in Italia la cultura della Sicurezza.

La tragedia di campo Rizzuto nel crotonese , dove hanno perso la vita tre lavoratori e l'imprenditore mette con chiarezza in luce le condizioni in cui sono costretti a lavorare tanti lavoratori italiani. La Sicurezza. in questo caso è inesistente. Tra l'altro questi lavoratori stavano lavorando a notte fonda dentro una "trincea" scavata per problemi alle fognature, quando la frana li ha travolti. Anche in questo caso come in tanti altri, perde la vita un piccolo imprenditore coi suoi operai. L'esperienza di 11 anni di monitoraggio con L'Osservatorio e gli innumerevoli casi di cui sono venuto a conoscenza, mi hanno fatto capire che spesso la mancata Sicurezza sul lavoro è sopratutto un fatto culturale. la Sicurezza sul lavoro deve entrare nelle scuole. Il caso dell'imprenditore Marrisi, del giovane operaio figlio del titolare che ha perso la vita i con una manica "agganciata dal tornio in movimento pochi mesi fa, e tante altre situazioni fanno capire che la mancanza della cultura della sicurezza è un fatto gravissimo e generalizzato. Quale genitore metterebbe a repentaglio la vita del figlio se avesse  la consapevolezza del pericolo a cui il figlio va incontro? Ma anche nel caso di Crotone rivela "l'incoscienza" e la faciloneria con cui si svolgono lavori pericolosi: chi metterebbe a rischio la propria vita se sapesse che è in pericolo? Occorre un grande sforzo collettivo a tutti i livelli per cercare di attenuare il fenomeno. Ma mai tanti morti sul lavoro come quest'anno da quando ho aperto l'Osservatorio, a fine anno sarà superato ogni record negativo, 2018 anno horribilis. Carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

domenica 28 ottobre 2018

Apprendiamo di una terribile tragedia nel crotonese: quattro lavoratori hanno perso la vita questa notte mentre lavoravano in una condotta fognaria


28 ottobre 2018 Quattro lavoratori sono morte la notte scorsa a causa di una frana caduta durante l’esecuzione di alcuni lavori di emergenza ad una condotta fognaria danneggiata in passato dal maltempo. Tra le vittime anche il titolare della Ditta Massimo Marrelli, 59 anni,  dell’omonimo gruppo a cui fanno capo diverse strutture sanitarie nel Crotonese. Gli altri tre morti sono Santo Bruno, 53 anni di Isola Capo Rizzuto, Luigi Ennio Colacino, 45 anni di Cutro, Mario Cristofaro, 49 anni di Crotone.  I corpi sono stati recuperati dai Vigili del Fuoco di Crotone. I carabinieri stanno indagando su questa immanetragedia che ha colpito ancora una volta questa provincia che ha già avuto quest'anno la morte di due lavoratori per un crollo di un muro il 5 aprile.

I



Sabato tragico con 4 morti per infortunio: tre di questi schiacciati dal trattore che guidavano

Un sabato di sangue il 27 ottobre, con 4  morti, di questi tre schiacciati dal trattore: Salvatore Pisciotta di soli 53 anni è morto schiacciato da questo mezzo a  Polizza Generosa.Stessa sorte è toccata a Alberto Di Carlo che ha perso la vita schiacciato dal trattore a Castel castagna di Teramo. A morire in questo modo anche un settantenne: salvatore sale ha perso la vita in questo modo tragico a Dorgoli di Nuoro. Di un giovane di  29 anni morto fulminato G. L.C aTerrasini si sa solo che è morto mentre stava lavorando sui fili di un contatore, non sappiamo null'altro

sabato 27 ottobre 2018

quattro morti per infortunio anche il 26 ottobre, arriviamo a contare 600 morti sui luoghi di lavoro, altrettanti sulle strade.. Muore per infortunio camionista di 83 anni guidando un camion. Muore operatore ecologico, muore operaio travolto da una lastra, muore autrasportatore sull'A1

26 ottobre. La strage continua anche in quest giorno, arriviamo all'incredibile numero di 600 morti sui luoghi di lavoro. Un camionista di 83 anni è morto nella provincia di Vercelli un incidente. tante volte abbiamo detto che svolgere lavori pericolosi (per se e per gli altri è indegno per un Paese civile. Nella provincia di Catania è morto travolto da una lastra lavica Gaetano Alessi di 55 anni. Muore anche un operatore ecologico nella provincia di Arezzo, Giancarlo Arleoni è stato travolto da un camion in retromarcia. Muore sull'A1 dopo un incidente che ha coinvolto diversi autotrasportatori Antonio Piccolo

venerdì 26 ottobre 2018

Tre morti sui luoghi di lavoro anche il 25 ottobre. Danilo Zavatta, tecnico ravennate della Protezione Civile viene travolto da una frana. Muore giovane agricoltore nell'astigiano. Muore dopo 17 giorni di agonia per lo scoppio di un pneumatico.

Si chiama danilo Zavatta il tecnico della Protezione civile Crollo travolto da una campata di una chiusa a San Bartolo 
La tragedia giovedì pomeriggio all'altezza della chiusa lungo il fiume Ronco di San Bartolo, lungo via Ravegnana, dove già nella mattinata erano in corso verifiche di stabilità per alcuni movimenti franosi dell'argine del fiume Ronco. Zavatta, è rimasto sepolto nel crollo improvviso della prima campata della chiusa, La tragedia  nel primo pomeriggio. Il corpo senza vita del tecnico 
è stato recuperato giovedì sera intorno alle 23.15.

Muore dopo 17 giorni di agonia un lavoratore che stava gonfiando un pneumatico di un camion scoppiato improvvisamente nel pescarese.
Muore un giovane lavoratore travolto da un trattore mentre stava guidando un altro mezzo agricolo   

martedì 23 ottobre 2018

Muore incastrato da un macchinario operaio di 35 anni


 23 ottobre 2018 Patrik Catarinussi un operaio, di 35 anni,  è morto questa mattina dopo essere rimasto incastrato in un macchinario mentre stava lavorando in una cartiera.La tragedia a Ovaro di Udine.  I sanitari, subito accorsi sul posto insieme con i Carabinieri di Tolmezzo e i Vigili del fuoco di Udine, hanno accertato che Catarinussi è  morto per un grave trauma cranico. 

venerdì 19 ottobre 2018

Marco (nella foto) è morto a soli 26 anni dopo un giorno di agonia. E' questa l'età del giovane che ha fatto un'orribile morte per infortunio. Ma anche un 'altra morte a Scandicci di Firenze

Marco Camposilvan, il giovane operaio di 26 anni residente a Valli del Pasubio che ieri pomeriggio è rimasto fulminato mentre stava lavorando a Marano Vicentino. Marco era ricoverato in condizioni gravissime nel reparto grandi ustionati dell’ospedale Borgo Trento di Verona.


La tragedia è avvenuta sotto un traliccio. Secondo una prima ricostruzione il giovane stava operando su una piattaforma aerea all'interno di una gru mobile quando, per cause in corso di accertamento, avrebbe inavvertitamente urtato i cavi dell'alta tensione, non è stato possibile sapere se direttamente o con l'urto contro il cestello .  Le sue condizioni gravissime avevano portato alla richiesta dell’intervento dell’elisoccorso del Suem 118, i cui medici lo hanno stabilizzato sul posto per poi trasferirlo nel nosocomio scaligero, dove non hai ripreso conoscenza, sino al decesso avvenuto attorno alle 10 del 18 ottobre 2018. Marco come si vede nelle foto amava le montagne e il cielo sereno è diventato improvvisamente nero, per lui e i suoi cari.


Perde la vita un operaio marocchino di 54 anni a S
candicci di Firenze, due suoi compagni feriti per il crollo di un arco mentre stavano ristrutturando una casa 

giovedì 18 ottobre 2018

Salute e sicurezza sul lavoro in cinquant'anni di storia al convegno nazionale su "Luigi Mara e Medicina Democratica: La stagione del modello operaio di lotta alle nocività", Sabato 20 ottobre 2018, 9.00 – 18.00 Aula Magna dell’Università, Via Festa del Perdono, 7 Milano


COMUNICATO STAMPA
Salute e sicurezza sul lavoro in cinquant'anni di storia al convegno nazionale su "Luigi Mara e Medicina Democratica: La stagione del modello operaio di lotta alle nocività", Sabato 20 ottobre 2018, 9.00 – 18.00 Aula Magna dell’Università, Via Festa del Perdono, 7

La salute e la sicurezza dei lavoratori in fabbrica, prima di tutto, e nel rapporto con l'ambiente, in un percorso ideale che “racconta”, nei suoi aspetti economici, sociali e giuridici, quasi mezzo secolo di impegno e di lotte fino all'attualità, con le nuove, complesse emergenze: questi i temi al centro del convegno nazionale “ Luigi Mara e Medicina Democratica: La stagione del modello operaio di lotta alle nocività”, che si terrà sabato 20 ottobre a Milano, nell’Aula Magna dall’Università Statale, in Via Festa del Perdono 7, dalle 9 alle 18.
Il convegno, è dedicato, a due anni dalla improvvisa e prematura scomparsa, alla straordinaria figura di Luigi Mara, biologo e chimico della Montedison di Castellanza, fondatore, negli anni '70 di “Medicina Democratica- Movimento di Lotta per la Salute”, insieme a Giulio Maccacaro, indimenticabile figura di scienziato, medico, biologo e biometrista, docente di Statistica Medica e Biometria della Facoltà di Medicina e Chirurgia Milano, mancato a poco più di 50 anni, nel 1977. Luigi Mara, per un gravissimo incidente sul lavoro, perse l'uso delle mani: da qui la sua battaglia appassionata e incessante per la sicurezza nell'ambiente di lavoro e per la salvaguardia della salute dei lavoratori. L'iniziativa è promossa da Medicina Democratica in collaborazione con l'Università di MilanoEpidemiologia & Prevenzione, Fondazione Luigi Micheletti di Brescia, Circolo Legambiente Laura Conti di Seveso e Centro Studi Sereno Regis di Torino.
Attraverso l'intervento di studiosi, esperti in varie discipline e sindacalisti, rappresentativi di esperienze emblematiche e vicende di rilievo nazionale, articolate in diverse aree territoriali, il convegno si propone di ripercorrere una stagione irripetibile, di cui Luigi Mara fu tra i protagonisti e instancabile animatore e che portò, fra l'altro,  alla istituzione del libretto sanitario di rischio, un punto fondamentale di svolta per la rivendicazione di una condizione diversa dei lavoratori in fabbrica. Una riflessione storica e scientifica sull’esperienza di Medicina Democratica, in continuità con i temi della prevenzione e della sanità a partire dalla fabbrica:  la battaglia contro ogni monetizzazione del rischio per salute e ambiente, contro  le nocività chimiche, in perenne evoluzione e l’amianto, da Massa Carrara e Porto Marghera per esemplificare, questo il filo conduttore. Un percorso ideale, appunto, ma sostanziato da una infinità di azioni e battaglie concrete, che intreccia l’esperienza della competenza tecnica, catalizzata dal Gruppo di Prevenzione ed Igiene Ambientale del Consiglio di Fabbrica di Castellanza, con altre forme di mobilitazione collettiva sperimentate in Italia per la sicurezza sul lavoro, come quelle impostate da Ivar Oddone, Gastone Marri e Giovanni Berlinguer. Un percorso ideale che arriva alla attualizzazione della lotta per la salute con le profonde trasformazioni in atto, dal movimento operaio e studentesco del secolo scorso agli scenari attuali di precarietà e sfruttamento del lavoro e delle minoranze, in Italia e nel mondo in settori come la logistica, l'agroalimentare, la cantieristica nei suoi aspetti economici, sociali e giuridici.
Programma della giornata:
Sabato 20 Ottobre 2018 8.30 Registrazione Partecipanti 9.00 Introduzione e Saluti: Marco Caldiroli, Laura Mara9.20 – 11.00 I Sessione, “Il modello operaio”, Moderatore: Marino Ruzzenenti. 9.20 Giuseppe Marazzini: Luigi Mara e il Consiglio di fabbrica della Montedison di Castellanza; 9.40 Angelo Cova:La metodologia di valutazione soggettiva dei rischi messo a punto dal Gruppo Prevenzione e Igiene Ambientale di Castellanza; 10.00 Marcello Palagi: l’Assemblea Permanente di Massa Carrara; 10.20 Michele Michelino: Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio di Sesto San Giovanni. La Lotta Degli Esposti All'amianto In Italia; 10.40 Emilio Pampaluna: Dalla fabbrica all’ambiente: storie e lotte dell’Associazione Italiana Esposti Amianto (AIEA); 11.20 – 13.00 II Sessione “Salute e Lavoro”, Moderatrice: Maria Luisa Clementi.11.20 Elena Davigo: Salute e lavoro in Italia negli anni ’70;11.40 Fulvio Perini: Castellanza e i sindacati confederali: “La partecipazione dei lavoratori nella dispensa Flm contro la nocività, preistoria e attualità”; 12.00 Piergiorgio Duca: Giulio Maccacaro e la nascita di Medicina democratica; 12.20 Sergio Bologna: Luigi Mara nella redazione della rivista Sapere
14.30 – 15.45 III Sessione “Processi e Giustizia”, Moderatrice: Gemma Beretta. 14.30 Roberto Carrara: Luigi Mara perito nei processi contro le industrie nocive e inquinanti; 14.50 Nicola Mezzina: La verifica del nesso causale nei processi penali riguardanti le neoplasie professionali da esposizione all'amianto; l'approccio del Pubblico Ministero; 15.10 Felice Casson: Il ruolo del magistrato nell’interpretazione e applicazione della legge 15.30 Luca Masera: Aspetti positivi e negativi della risposta penale al fenomeno delle malattie professionali; 16.00 – 17.30 IV Sessione “Scenari lavoro e ambiente”, Moderatore: Vittorio Agnoletto; 16.00 Franco Carnevale: Le fonti per la storia della salute dei lavoratori nell'Italia repubblicana; 16.20 Paolo Ricci: L'epidemiologia come Giano Bifronte; 16.40 Benedetto Terracini: La ricerca epidemiologica nel mutato contesto lavorativo; 17.00 Alberto Colombo: Sinistra Ambiente Meda Seveso: esperienza e attualità della lotta antipedemontana.





Ma è umano lavorare e fare lavori pericolosi a 68 anni? Gaetano Amendola, uno dei due morti di Mantova svolgeva un lavoro pericoloso a quell'età


Gaetano Amendola aveva quell'età, così dice la cronaca, se vero è barbarie. E' morto così nel capannone della ditta di cui era dipendente da anni: ha battuto violentemente la testa al suolo, dopo un volo di oltre tre metri e per lui non c'è più stato nulla da fare. 
La tragedia  martedì mattina, in un capannone di Piubega (Mn). Amendola era aiuto magazziniere  e si trovava all'interno del cestello di un carrello elevatore: per cause ancora da accertare è precipitato da diversi metri d'altezza. A quell'età (che è anche la mia) è facile avere giramenti di testa, avere le mani callose con artrosi o artriti, è facile avere mal di schiena e i riflessi poco pronti. Quando discutevano la legge Fornero sapevo già, e l'ho scritto più volte che avrebbe incrementato le morti tra gli ultrasessantenni. E' stata una voce nel deserto. Un morto per infortuni su quattro sui LUOGHI DI LAVORO (escluso itinere) in tutti i comparti  ha più di 60 anni. Anche con la nuova riforma, sacrosanta, il problema rimane per chi, costretto a lavorare per mancanza di requisiti  necessari a raggiungere il diritto d'andare in pensione svolge lavori pericolosi. 
Sul posto anche i carabinieri e i tecnici della medicina del lavoro dell'Ats che dovranno ricostruire l'accaduto e accertare il rispetto delle misure di sicurezza. Nel frattempo il capannone resta sotto sequestro

martedì 16 ottobre 2018

16 ottobre Mattinata tragica nel mantovano, muoiono due lavoratori in due luoghi di lavoro diversi


Mantova Due tragedie squesta mattina nel Mantovano: la prima a Piubega,  a Pomponesco,  si è verificato alla Elettrodigit, un’azienda che produce impianti elettrici ed idraulici ad alta tecnologia, dove ha perso la vita a  57anni Gaetano Amendola. Amendola stava eseguendo un lavoro all’interno del cestello di una gru dentro all’azienda, all’altezza di diversi metri . sembra che uno dei quattro parapetti del cestello, cui l’operaio era appoggiato, avrebbe ceduto improvvisamente, facendolo precipitare al suolo. Ha battuto violentemente la testa
La seconda tragedia un’ora dopo nello stabilimento Frati di Pomponesco, un’azienda che opera nel settore legno è morto Ion Anghelache, un operaio romeno di 47 anni. Stava con alcuni colleghi  pulendo una pressa quando il macchinario si è avviato, schiacciandolo. 



Muore a 44 anni colpito dl braccio di una gru in provincia di Bergamo. Muore un altro agricoltore schiacciato dal trattore aveva solo 51 anni

15 ottobre. E' morto Davide Trezza  di 44 anni colpito dal braccio della gru che stava manovrando. La tragedia a Costa di Mezzate. Il povero lavoratore è morto all'Ospedale di Bergamo. Tragedia (l'ennesima) provocata da trattore a San Miniato di Pisa dove un agricoltore è stato schiacciato da questo mezzo killer a soli 51 anni. Sono già 79 i morti provocati da questo mezzo con il nuovo governo in neppure 5 mesi. E' possibile ipotizzare che diventeranno un "centinaio"  entro la fine dell'anno, Centinaio come l'identità del nuovo ministro delle Politiche agricole che si chiama per l'appunto Centinaio ed è della Lega. Nulla di nuovo, la stessa indifferenza su queste tragedie manifestata dal precedente ministro Martina

domenica 14 ottobre 2018

Muore in una falegnameria mentre lavora a 82 anni per lo scoppio di un compressore

Trento 13 ottobre 2018 E' morto lavorando a 82 anni in una falegnameria. Ha perso la vita per lo scoppio di un compressore in una falegnameria Rubino March a Molino di Fiemme. L'anziano lavorava ancora nella falegnameria del figlio

venerdì 12 ottobre 2018

Cinque morti per infortunio anche ieri 11 ottobre. Ma nessuno ne parla. Siamo solo noi con l'Osservatorio nel Paese che mettiamo al corrente gli italiani delle vere dimensioni di queste tragedie dell'inciviltà

. Quest'anno supereremo ogni record da quando nel 2008 è stato aperto l'Osservatorio. Ma è stato sempre un crescendo, altro che cali. I 5 morti di ieri 11 ottobre: Antonio Marino un ingegnere perde la vita in un ponteggio nei pressi di Alcamo mentre faceva un sopralluogo sulla linea ferroviaria. Perde la vita un autratrasportatre a Agri schiacciato dal suo rimorchio in un autolavaggio, perde la vita nell'alluvione in Sardegna un pastore di 36 anni mentre cercava di proteggere il suo gregge dall'alluvione, perde la la vita nel chetino un 58enne cadendo da un albero mentre lo potava, nella provincia di Cuneo perde la vita cadendo da trattore Silvio Machio. GRAZIE AI TANTI AMICI CHE MI MANDANO SEGNALAZIONI D'INFORTUNI MORTALI E NON SOLO DA OGNI PARTE D'ITALIA

mercoledì 10 ottobre 2018

Strage continua Il 9 ottobre 4 morti sui luoghi di lavoro, ma altrettanti muoiono sulle strade e in itinere

Ieri vi avevamo segnalato la morte dell'operaio morto per l'esplosione di un silos a sesso di Reggio Emilia, ma altri tre hanno perso la vita in diverse località italiane: ha perso la vita in una cava del veronese, a Montorsio un autotrasportare schiacciato da una pala meccanica. perde la vita anche un agricoltore a Cannara di Perugia, è stato travolto da una motofalciatrice. perde la vita a Bologna l'ex sindaco di Granarolo Gino Bergonzoni di 66 anni: è stato travolto dal suo stesso furgone per il mancato funzionamento del freno a mano, è rimasto schiacciato contro il Ponte di Via Stalingrado. Insomma strage continua

martedì 9 ottobre 2018

Muore un operaio di 45 anni nell'esplosione di un silos in provincia di Reggio Emilia

9 ottobre L'ennesima tragedia sul lavoro si è consumata a Sesso una frazione di Reggio Emilia. Lo scoppio molto potente questa mattina del 9 ottobre , nell'impianto erano in corso alcuni lavori. e chissà che la vittima non sia il "solito" lavoratore che lavora in appalto. Per fortuna l'esplosione non ha coinvolto altri suoi colleghi

venerdì 5 ottobre 2018

dedichiamo questo post a Luca Rivadossi, il giovane pastore che amava la natura e che dato per disperso è stato trovato morto in un dirupo. ma apprendiamo della morte sui luoghi di lavoro oggi 5 ottobre di altri 5 lavoratori..

Luca Rivadossi questo bel giovane che si vede nella foto,
aveva solo 25 anni, abitava a Cantù, amava la natura ed era all’Alpe di Camedo per curare un gregge di capre. Alcune si erano allontanate e il giovane deve essere caduto in un burrone mentre le stava cercando. Mercoledì sera non è tornato alla base e il suo datore di lavoro si è preoccupato e ha dato l’allarme. L'hanno trovato morto in un burrone. Ma purtroppo sono stati altri cinque i morti monitorati dall'Osservatorio che mi onoro di dirigere. Un altro Vigile del Fuoco è morto cadendo da una scala (e questi lavoratori come tanti altri spariscono dalle statistiche non essendo assicurati all'INAL. Muoiono altri due agricoltori schiacciati dal trattore e arriviamo a contarne già 73 in 4 mesi col nuovo governo con l'agricoltura guidata dal leghista Centinaio e 124 dall'inizio dell'anno. In provincia di Lecce un artigiano perde la vita cadendo dal tetto del suo capannone. le morti sul lavoro sono la più grande disfatta culturale che subisce la cultura della solidarietà in questi anni

mercoledì 3 ottobre 2018

Muore dopo oltre due mesi d'agonia. Ma sono 4 anche oggi 3 ottobre i morti sui luoghi di lavoro

Paolo Caia, 63 anni, di Avola è morto all'ospedale cervello di Palermo dopo un incidente sul lavoro in provincia di Siracusa. L’operaio era stato trasferito prima all’ospedale Villa Sofia. Da qui dopo qualche mese è stato portato in questo ospedale dove è deceduto.
L’incidente è avvenuto a luglio. Da quel momento l’operaio è rimasto ricoverato. E' morto questa mattina  a causa delle numerose ferite che si era procurato con l'infortunio.
Questa mattina in ospedale sono arrivati i poliziotti che hanno acquisito i documenti sulla morte del povero Caia
Ma c sono altri tre vittime anche oggi: due di queste in agricoltura, Paolo Bonora è la seconda vittime del trattore killer in soli tre giorni nella provincia di Trento, Un altro ha perso la vita in edilizia dopo essre stato punto alcuni giorni fa da calabroni

martedì 2 ottobre 2018

Altri 5 lavoratori morti nei primi due giorni di ottobre. Perde la vita lavorando in nero un operaio bulgaro di 49 anni.lavorava in nero peruna cooperativa anche il rifugiato Burbe Darbao che aveva solo 27 anni.

E' questa la tragica conta che ogni giorno dobbiamo aggiornare. Sono altri tre gli agricoltori schiacciati dal trattore nelle province di Arezzo, Verona e Agrigento, mentre in quella di Trento ha perso la vita mentre in un meleto raccoglieva le mele un agricoltore. Ma ha perso la vita un operaio bulgaro mentre lavorava in nero in un cantiere. Il "padrone" ha provato a simulare un incidente d'altro tipo.

Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?